Vetrego
Vetrego è una frazione del comune di Mirano (Provincia di Venezia), a circa 5 km a sud del capoluogo. L'omonima parocchia di San Silvestro dipende dalla Diocesi di Treviso, Vicariato di Mirano.
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Il toponimo
Oggi, dopo i ritrovamenti di reperti archeologici, si è certi che Vetrego esisteva nel I secolo d.C. Se si accredita la tesi di alcuni studiosi secondo i quali il graticolato romano arrivava fino ai margini della laguna di Venezia, allora il paese esisteva in epoca paleoveneta. Sembra essere valida la tesi che Vetrego derivi da Vetus Vicus (Vecchio Villaggio). I secoli successivi alle invasioni barbariche provocarono nella zona l’impaludamento e boscaglie, come ricorda la località di Roncoduro (attuale svincolo del Passante di Mestre) , dal verbo mediovale roncare, luogo da dove si è dovuto sterpare e diverre piante per rimettere a coltura il terreno. Questa operazione di disboscamento e bonifica deve essere stata lunga e faticosa, se ancora nel 1117, il toponimo diventa Vitrico , da Vetere ricuum, cioè antico luogo paludoso.
Il territorio
Le unità di misura agrarie utilizzate a Vetrego sono o il campo padovano (3862,57 mq) o il campo trevigiano (5204,69 mq).
Il territorio della frazione confina con le frazioni di: Marano Veneziano (Comune di Mira (VE)), Mirano capoluogo, la località Formigo di Scaltenigo, Ballò, la località Roncoduro di Cazzago (Comune di Pianiga), la località Molinella di Mira Taglio, comune di Mira (VE).
Nel corso della storia il territorio vetreghese è stato, letteralmente, tagliato da infrastrutture a servizio della Regina dell’Adriatico: a nord dalla ferrovia Venezia Milano, a sud dall' autostrada A4, a est dal canale artificiale Taglio Nuovo del fiume MusonVecchio che ha separato la località Cuccobello, crendo un piccolissima enclave nel comune di Mira. Il governo delle acque dei fiumi Muson, Brenta e Tergola e tutti i numerosi canali artificiali (Cognaro, Comuna, Comunetto, Cesenègo, Volpin, Pionca) che lo attraversano, realizzati dalle diverse bonifiche che si sono via via succedute (romane, benedettine, veneziane), è sempre stata fondamentale per la sopravvivenza della frazione.
Un antico e amaro detto...
In lingua veneta parlata c’è un detto che caratterizza da sempre la frazione :
Vetrego, o che me bruso o che me nego (Vetrego, o brucio o annego).
Sicuramente il detto lo si fa risalire alla realizzazione delle opere idrauliche relative all'esecuzione del canale artificiale Taglio Nuovo del fiume Muson Vecchio. Quel canale è ancora oggi l’origine del dissesto idrogeologico che ha prodotto a Vetrego numerose inondazioni (la più infausta fu quella del 1725) o, considerata la natura argillosa del terreno e quindi scarsamente permeabile, di siccità (drammatica quella del 1790).
E' auspicabile quindi che quando sarà ultimato il costruendo Passante di Mestre, (iniziato nel 2004 ) Vetrego non continui ad essere canzonato con l’antico e amaro detto visto che il 10% del suo percorso (è largo 35 metri) taglierà una ulteriore parte del suo territorio.
Alcuni dati demografici
- 1119 50 abitanti adulti e una decina di abitazioni
- 1371 160 abitanti.
- 1417 100 abitanti .
- 1689 300 abitanti adulti
- 1789 300 abitanti illetterati
- 1855 500 abitanti di cui ben 223 sono iscritti all’elenco dei poveri;
- 1895 500 abitanti adulti
- 1912 865 abitanti
- 1951 1027 abitanti
- 1971 1119 abitanti con 276 famiglie
- 1981 1193 abitanti con 312 famiglie
- 1998 1148 abitanti
- 2000 1216 abitanti con 382 famiglie
La cenerentola del Comune
L’essere la più piccola tra le frazioni del Comune di Mirano ha prodotto nei vetreghesi un paio di simpatici detti popolari (in lingua veneta parlata) che descrivono bene come è stato vissuto il rapporto con il Centro.
- Porco Miràn … can no magna can! (Maledetto Mirano … il cane non mangia il cane!): imprecazione nei riguardi dei Signori di Mirano, tutti solidali contro la gente delle frazioni.
- Quei de Miràn, i passa ancuò e i sajùda domàn! (Quelli di Mirano, passano oggi e salutano domani!) .
Attività socio economiche
Fine Ottocento
All’inizio dell’ Ottocento il censimento napoleonico c’erano solo 5 famiglie che possedevano il terreno che lavoravano; la stragrande maggioranza dei campi erano in mano ai latifondisti. Oltre ai nobili veneziani Costantino Morosini, Giovanni Grimani, Abbondio Rezzonico, Giovanni Venuti e ai Conti Costa, erano padroni di Vetrego anche Andrea Bellini, Bernardo Monferdini ed Alessandro Bonvecchiato, il quale da solo ne possedeva ben il 41% del totale Con il passar degli anni e la sostituzione della borghesia ai nobili fra i proprietari dei campi vetreghesi si ritrovano i Dalla Pozza di Marano di Mira, i Beati da Spinea e i Cantelàn da Santa Maria di Sala. Oltre che i capi possedevano anche una buona parte delle abitazioni. Ad esempio i Bonvecchiato possedevano una trentina di case e una delle due osterie; i Rezzonico ne avevano una quindicina compresa la seconda osteria. Tra il 1895 e il 1912 ci fu un aumento di 365 abitanti, merito sia del miglioramento igienico - sanitario che della riduzione del tasso di mortalità e dell’importante fenomeno di migrazione di nuovi nuclei famigliari che acquistarono piccoli appezzamenti di terreno. Tra di loro ci furono diverse famiglie che ritornavano da un periodo emigrazione oltreoceano (Brasile, USA), altre arrivano dai paesi vicini.
Fine Novecento
Se per secoli e millenni i vetreghesi hanno vissuto e sopravvissuto di agricoltura ora vivono seguendo le dinamiche socio-demografiche dell’area metropolitana compresa tra le città di Venezia, Padova, Treviso. La stragrande maggioranza degli abitanti lavora nelle industrie e nel terziario. Sono solo poche famiglie si dedicano ancora esclusivamente all’agricoltura. Il resto della campagna vetreghese, formata da piccolissime proprietà, è abitata ed utilizzata dai figli e dai nipoti di quella che era stata definita, negli anni del boom economico del Nord-Est, la cosiddetta classe degli operai-contadini, ovvero operai di giorno nelle grandi fabbriche del ex polo industriale di Porto Marghera e contadini alla sera, a fine turno e nei fine settimana.
Storia
La microstoria della frazione è legata , come la maggior parte delle piccole comunità italiane, alla storia della comunità religiosa (le attuali famose radici cristiane dell’Europa) e tutti gli avvenimenti vetreghesi ruotano attorno alla Chiesa e la sua organizzazione (monaci, curati, parroci, missionari, suore) che ne ha garantito la sopravvivenza e la conservazione della memoria storica.
Dal 1000 al 1612
L’organizzazione cristiana a Vetrego inizierebbe, secondo alcune deduzioni e ritrovamenti, nel 1008, con una cappella (ovvero una chiesa priva della fonte battesimale, di norma una succursale di una Chiesa madre dalla quale dipendono i Vicari officianti) localizzata nell’attuale località Ca’ Rezzonico, che sarebbe stata costruita dai Monaci di San Benedetto dell’abbazia di Sant’Ilario di Malcontenta, Venezia. Esiste un lascito testamentario del1192 della contessa Dalesmanini , feudataria del Vescovo di Padova, a favore della cappella di San Silvestro di Vetrego e di San Bartolomeo di Ballò. Nel 1260 i frati di Sant'Ilario cedettero l’organizzazione della cappella di Vetrego, assieme con le cappelle di Ballò e Scaltenigo, ai sacerdoti della pieve (ovvero la chiesa dell’alto Medio Evo quale chiesa battesimale, matrice di tutte le chiese minori e delle assoggettate cappelle) di Santa Maria di Borbiago , frazione di Mira (VE) , al Vescovo della Diocesi di Treviso. Successivamente le cappelle di Ballò e di Vetrego si distaccaro nel 1305 dalla pieve di Borbiago creando una nuova parrocchia,quella di Ballò,alle dipendenze del Vescovo di Treviso. Ci sono documenti che segnalano nel 1388 Bartolomeo Novello, signore di Padova donò ai signori di Peraga, tra altri beni della zona di Mirano, anche il territorio di Vetrego. Ngli anni successivi Vetrego seguì le vicessitudini dei territori di Mirano e delle comunità contermini nella sottomissione alla Repubblica di San Marco. Per quanto riguarda Vetrego è certificata nel1520 la prima visita del vescovo di Treviso che autorizzò la costituzione della prima Confraternita del Santissimo Sacramento. A seguito della volontà della piccola comunità nel 1573 vnne costruita, nel sito dell’attuale chiesa, la prima Canonica di una curazia (ovvero per un curato stabile). Nel 1597 fu innaugurata la costruzione della seconda chiesa, ora trasformata nell’attuale oratorio. Nel 1612 terminò l’escavazione del Taglio Nuovo o Canale di Mirano, iniziati nel 1604 con la completa diversione delle acque del fiume Muson.
Dal 1647 all'alba del Novecento
Vetrego venne eretta nel 1647a curazia stabile, sottopopsta alla parrocchia di Ballò, prevedendo così la residenza di un prete a servizio della comunità. Nel 1719 sono ricordate delle presunte apparizioni della Madonna presso l'omonimo capitello, ovvero un’edicola rurale con tema sacro, posta a capo di una strada o incrocio. Se nel 1725ci fu un’alluvione talmente disastrosa che portò il livello dell’acqua fin quasi arrivare al soffitto del primo piano della canonica con la conseguente distruzione di tutti i documenti dell’archivio nel 1790 è documentata una drammatica siccità. Le alluvioni si ripeterono con la periodica rottura degli argini del Brenta e del Taglio Nuovo.Così nel 1825 ci fu un’alluvione che coinvolse anche i comuni limitrofi di Stra, Vigonovo, Campolongo, Fossò, Sanbruson di Dolo e nel 1827 il fiume Brenta ristraripa inondando circa 60000 campi padovani. L'Impero d'Austria decise di collegare Venezia con il mondo e così nel 1842 viene costruita la ferrovia Padova – Venezia tagliando il territorio vetreghese a nord del centro della borgata. Sempre sotto l'amministrazione austriaca si deve , nel 1854 la costruzione della prima strada di collegamento con il centro della frazione Mirano capoluogo, fino ad allora era solo un viottolo privato di campagna. Una delle prime cose che affrontarono gli amministratori del Comune di Mirano dopo l'anessione del Veneto (1866)al Regno d'Italia fu quello dell'igiene cimiteriale e così nel 1867 Vetrego ha un primo cimitero provvisorio, nell’attuale sito, lontano dalla seconda chiesa. Per le mura di cinta e la capella si deve aspetatre il 1904. Nella pianura padana la voglia di autonomia si è sempre manifestata con l'edificazione di campanili, più o meno alti e belli. Finalmente, dopo due anni di lavoro, nel 1894 si inaugura un campanile alto 28 metri, proporzionato con la seconda chiesa. Nel 1903 lo Stato dei Savoia istituisce la prima e la seconda classe della scuola elementare.
La Rivolta contadina del 1907
Oltre ai nuovi arrivati anche alcuni vecchi abitanti di Vetrego erano riusciti a diventare proprietari del podere che avevano lavorato per secoli come fittavoli. La situazione socio-economica era cambiata e lo spirito rivendicativo era arrivato a far rompere il cerchio di sottomissione e paura che dai tempi dei monaci di Sant’Ilario, passando per i nobili veneziani e gli ultimi borghesi li aveva tenuti legati alla terra altrui. Uno dei fatti più significativi, che si inserisce nel contesto nazionale, avvenne il 15 novembre 1907, quando tre famiglie, fittavoli del latifondista Guido Della Pozza, si ribellarono. Il proprietario voleva che le tre famiglie che lavoravano i terreni che aveva da poco acquistato se ne dovevano andare per lasciar posto a tre nuove famiglie provenienti da fuori paese. Avuta la notizia i componenti delle tre famiglie, con l’aiuto dei vicini di casa che solidarizzarono con loro, marciarono all’assalto della villa del Pozza a Marano Veneziano Mira (VE) ), poco lontano dal paese, facendo volare le tegole del tetto. Per sedare i tumulti dovettero intervenire i Carabinieri a cavallo, i quali arrestarono diversi dimostranti, compresa una donna in avanzato stato di gravidanza tanto che partorì il figlio durante il periodo dell’arresto. Della rivolta si dovette interessare il Sindaco di Mirano Paolo Errera, il Curato di Vetrego, l’ex proprietario da Belluno in quanto non aveva provveduto a sgombrare le persone e gli effetti come indicato nel contratto, il Commissario di Pubblica Sicurezza e il Capitano comandante dell’80° Reggimento di Fanteria. Venne trovato un accomodamento e le tre famiglie poterono continuare l’affittanza per un altro anno agricolo, fino al successivo San Martino ma diversi rivoltosi rimasero in prigione per diversi mesi in attesa processo. Ancora nel giugno del 1908 c’erano ancora ben otto contadini in carcere. Subirono un’istruttoria particolarmente lenta e complessa e ben due processi e solo l’aiuto (legale ed economico) del Monsignor Angelo Brugnoli riuscì a farli uscire dalla prigione.
Dall'autonomia ecclesiastica ad oggi
- 1912 Vetrego diventa parrocchia autonoma della Diocesi di Treviso
- 1929 Circa 50 abitanti vengono incarcerati perché sospettati della uccisione di un fascista.
- 1932 Viene costruita a sud del centro abitato l’ Autostrada A4 Venezia -Padova e la località le Basse sono tagliate in due.
- 1936 Solenne cerimonia per l’assegnazione della Medaglia d’Argento al Valor Militare al carabiniere Giuseppe Comin, caduto in guerra d’Etipia .
- 1938 Inaugurazione della nuova chiesa, costruita in solo 8 mesi da una comunità di circa mille abitanti.
- 1944 Bombardamento della linea ferroviaria e delle case adiacenti.
- 1946 Muore Gino Piva e arrivano le Suore Fracescane di Cristo Re
- 1957 Inaugurazione della nuova scuola materna parrocchiale, progetto dell’architetto Antonio Venezian, e creazione dell’attuale piazza .
- 1957 Drammatico incidente al vecchio passaggio a livello (attuale sottopasso) verso Mirano. Il 22 dicembre, in una giornata di nebbia fitta, un fraintendimento tra il casellante Baiardo e il responsabile della stazione di Mira-Mirano, provocò la morte di tre persone : l’assessore comunale Ferruccio De Prà, il segretario comunale Primo Sartori e l’autista Silvano Pistellato.
- 1962 Raddoppio dell’ Autostrada A4Venezia – Padova.
- 1993 Costruzione della terza corsia dell’ [[Autostrada A4]] e la località "le Basse" ritorna per l’ennesiva volta sott’acqua.
- 1996 Lasciano l’attività la comunità ddelle Suore.
- 1997 Chiusura delle scuole elementari e i bambini devono andare a Ballò o Scaltenigo.
- 1999 Costruzione del sottopasso in sostituzione del passaggi a livello, della ferrovia Venezia- Padova, verso Mirano e chiusura definitiva del passaggio a livello verso Scaltenigo
Monumenti
La Chiesa
Progettata dall’architetto Luigi Candiani nel 1937 ed inaugurata nel 1938. E’ alta 15 m , larga 13 m, profonda 24 m . nel 1951 viene affrescata dal pittore Gino Borsato. La chiesa contiene di pregevole il frammento, recuperato dalla prima chiesetta, di una scultura quattrocentesca con la raffigurazione a bassorilievo della Madonna col Bambino e San Giovannino, probabile opera dello scultore padovano Nicolò Pizzolo (Padova 1420-1453.)
Il Campanile
Ultimato in due anni di lavoro nel 1894 per la vecchia chiesa, ora oratorio. E’ alto 28 metri.
Monumento ai caduti
Il monumento è stato eretto nel aprile 1922 per onorare i 28 caduti nelle guerre, opera dello scultore Giovanni Manfren.
Case padronali
Nel catasto napoleonico esistevano a Vetrego quattro case patrizie e padronali, due di queste sono state demolite tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento. Tra parentesi il numero del catasto.
- Ca’ Rezzonico (n°494), demolita all’inizio del Novecento, era collocata alla fine dell’attuale via Ca’ Rezzonico. Questa villa fu frequentata d’estate (dal 1712 al 1714) dallo studente di diritto dell’Università di Padova, Carlo Rezzonico di Venezia, futuro papa Clemente XIII .
- Ca’ Costa (N° 432), demolita nell’Ottocento, in prossimità del canale Cognaro .
- Ca’ Bellini, in via Basse. Fu costruita nel 1620.
- Ca’ Monferini (N°113), in via Vetrego, verso Mirano. In questa casa abitò Gino Piva dal 1935 al 1946.
Attività e sportive
- La squadra di calcio A.C. Vetrego, nasce nel 1971 con i colori sociali giallo-blù. Nel 1985 viene promossa in 2° categoria dilettanti.
Cittadini illustri di Vetrego
- Angelo Brugnoli , sacerdote, sindacalista, dirigente della diocesi di Treviso, Canonico Di Asolo
- Milan Renzo , Sindaco del Comune di Mirano;
- Gino Piva , sindacalista, socialista, giornalista e poeta e uomo politico italiano
- Papa Clemente XIII, Carlo Rezzonico, figlio dei proprietari terrieri di via Ca’Rezzonico.
Bibliografia
- AAVV - Piero don Mozzato (a cura di) -Vetrego - Storia e Vita - Mirano – 2000
- AAVV – Vetrego – domenica 4 ottobre 1987 – 50° della Chiesa , 75° della Parrocchia
- AAVV – Suore Francescane di Cristo Re – 50 anni di apostolato a Vetrego – 23 giugno 1996
- Emilio Bonamico , Mirano - Monografia - Mirano 1874
- Emilio Perizzolo, Ad immagine della nostra terra – Vetrego, i vetreghesi e la loro storia – Mirano 1986
- Giorgio Vecchiato - C'era una volta Vetrego (pagine per una storia del paese)- ed. Almigivec Computer Editions - Mirano , 1997