Michael Schumacher

pilota automobilistico tedesco (1969-)

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Michael Schumacher
NazionalitàGermania (bandiera) Germania
Altezza174 cm
Automobilismo
CategoriaFormula 1
SquadraMercedes AMG F1
Carriera
Carriera in Formula 1
Esordio25 agosto 1991
Stagioni1991-2006; 2010-2012
ScuderieJordan, Benetton, Ferrari, Mercedes
Mondiali vinti7 (1994, 1995, 2000, 2001, 2002, 2003, 2004)
GP disputati294 (293 partenze)
GP vinti91
Podi154
Punti ottenuti1519
Pole position68
Giri veloci76
Record di titoli, pole position, giri veloci, podi ottenuti, punti ottenuti e Gran Premi vinti
Statistiche aggiornate al Gran Premio di Monaco 2012

Michael Schumacher (Hermülheim, 3 gennaio 1969) è un pilota automobilistico tedesco, considerato[1] il più grande campione della Formula 1 di tutti i tempi. Ha conquistato 7 titoli mondiali: i primi due con la Benetton (1994-1995) e successivamente cinque consecutivi con la Ferrari (2000-2001-2002-2003-2004).

Schumacher detiene la gran parte dei record della F1, avendo conseguito, oltre ai titoli iridati, anche il maggior numero di Gran Premi vinti, di pole position, di giri veloci in gara, di hat trick (pole, vittoria e giro più veloce nella stessa gara) e di punti in carriera. Schumacher è stato anche il primo tedesco a divenire campione del mondo di Formula 1[2] ed è stato l'icona più popolare nella Formula 1, fino al 2006, secondo un sondaggio effettuato dalla FIA.[3]

Nel 2003 diviene il più titolato pilota di F1 (con la vittoria del sesto titolo mondiale, superando il record di Juan Manuel Fangio) e nel 2004 marca un ulteriore record vincendo il suo quinto titolo iridato consecutivo (il precedente record, che spettava sempre a Fangio era di quattro titoli mondiali consecutivi).

Dopo sedici stagioni consecutive in Formula 1 dal 1991 al 2006 e tre anni di inattività, ha deciso a 41 anni di tornare a correre, a partire dalla stagione 2010, rimettendosi così nuovamente in gioco accettando l'offerta della Mercedes (scuderia che a partire dalla stagione 2012 prende il nome di Mercedes AMG F1).

La carriera

I primi anni

Michael iniziò la carriera all'età di quattro anni, alla guida di un kart sul circuito di Kerpen, gestito dal padre. Nel 1984 venne contattato da un imprenditore della zona, Jürgen Dilk, rimasto impressionato dal ragazzino, che decise di aiutare economicamente;[4][5] negli anni seguenti il tedesco vinse il titolo Junior tedesco e il campionato europeo a Göteborg (Svezia). Nell'ultima gara avvenne un episodio singolare: proprio all'ultima curva dell'ultimo giro, Zanardi e Orsini presero male la curva, facendo così un fuoripista e regalando a Schumacher non solo la vittoria della gara, ma anche il campionato.[6]

Nel 1988 passò dai kart alle monoposto delle classi superiori. Sempre grazie a Dilk, partecipò al campionato di Formula Ford tedesco e a quello europeo: si piazzò rispettivamente sesto e secondo, in quest'ultimo alle spalle di Mika Salo. Ma nello stesso anno venne aiutato anche da Gustav Hoecker, concessionario del marchio Lamborghini, a gareggiare in Formula König, serie addestrativa che utilizzava telai e motori della Formula Panda italiana: vinse nove gare su dieci laureandosi facilmente campione.[7] Il passaggio scontato per Schumacher sarebbe stato la Formula 3, ma Dilk gli fece capire di non potersela permettere.

 
La vettura che Schumacher usò in Formula 3

Ma nel 1989, Willi Weber, proprietario di un team, stupito dalle capacità del giovane pilota tedesco, decise di fargli siglare un contratto biennale per gareggiare in Formula 3. Schumacher chiuse il campionato tedesco al secondo posto, battuto di un solo punto da Karl Wendlinger.
Nel 1990 continuò a gareggiare nel campionato tedesco di Formula, laureandosi campione, vinse inoltre due prestigiose gare internazionali della medesima categoria: il Macao e Gran Premio del Monte Fuji. Verso la fine della stagione, come i suoi rivali Heinz-Harald Frentzen e Karl Wendlinger, siglò un contratto con la Mercedes per pilotare le proprie vetture impegnate nel Campionato mondiale sportprototipi di Gruppo C, sotto la direzione di Peter Sauber, venne così creato un Junior Team Mercedes, vivaio di giovani talenti dell'automobilismo tedesco. Schumacher partecipò all'ultima prova stagionale del mondiale prototipi, la 480km di Città del Messico, alla guida della Mercedes-Benz C11 vinse subito al debutto, in coppia con Jochen Mass.

La Mercedes meditava un ritorno alle gare di Formula 1 con una propria monoposto, dopo l'abbandono del 1955 affidandosi a Jochen Neerpasch come responsabile del reparto corse, in quest'ottica Schumacher sarebbe stato scelto come primo pilota della Mercedes. Il progetto non si realizzò per gli eccessivi costi e la casa tedesca si limitò a fornire il motore alla Sauber a partire dal 1993.

Nel 1991, il tedesco gareggiò nel Campionato mondiale sportprototipi, ottenendo una vittoria e concludendo nono; nell'appuntamento più importante della stagione, la 24 Ore di Le Mans, giunse al 5º posto (insieme a Wendlinger e Kreutzpointer) e marcando il giro più veloce in gara.[8] . Prese poi parte anche ad una gara di Formula 3000 giapponese, giungendo secondo.[9]

L'esordio in Formula 1

Il 1991

  Lo stesso argomento in dettaglio: Campionato mondiale di Formula 1 1991.
 
Schumacher testa la Jordan 191 nel 1991

Schumacher debuttò in Formula 1 nel 1991 al volante della Jordan. La squadra irlandese, rivelazione della stagione, ebbe necessità di sostituire nel Gran Premio del Belgio (circuito di Spa) Bertrand Gachot, in stato di arresto a Londra. La Mercedes lo girò quindi al team di Eddie Jordan per 150.000 dollari.[10] Il manager di Michael, Willy Weber, affinché la Jordan approvasse tale candidatura, assicurò che il pilota conosceva già il difficile tracciato belga, anche se in realtà, come rivelato dallo stesso manager in occasione dell'anniversario dei 20 anni di F1 di Schumacher, non vi aveva mai girato prima[11]. Nonostante il tedesco affrontasse per la prima volta il difficile circuito, stupì gli addetti ai lavori, qualificandosi al settimo posto durante le qualifiche, ma sfortunatamente, non riuscì a ripetersi in gara visto il ritiro dopo poche centinaia di metri, a causa della rottura della frizione.[12]

La prestazione in Belgio attirò l'attenzione di Flavio Briatore, direttore della Benetton, che gli offrì subito un contratto, che portò Schumacher ad affiancare Nelson Piquet. La questione contrattuale con il team Jordan venne chiusa con il trasferimento alla squadra irlandese della seconda guida della Benetton, Roberto Moreno. Nella successiva gara di Monza Schumacher andò subito a punti davanti al suo compagno di squadra. Nelle rimanenti gare della stagione andò altre due volte a punti dimostrando che la Formula 1 aveva appena conosciuto una futura promessa.

Il 1992

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Schumacher nel Gran Premio di Monaco.

Al termine della stagione, Piquet lasciò la Formula 1 e venne sostituito alla Benetton da Martin Brundle. Durante la stagione 1992 Schumacher cominciò ad inserirsi stabilmente nelle posizioni di testa, ottenendo alcuni podi, fino alla prima vittoria nel Gran Premio del Belgio. A tre gare dal termine, con il mondiale già assegnato all'imprendibile Williams-Renault di Nigel Mansell, l'attenzione si spostò sulla lotta per la seconda posizione in classifica che vedeva coinvolti Schumacher, che fu addirittura per un breve periodo secondo in classifica, seguito da Senna e Patrese distanti solo una lunghezza. Alla fine la spuntò Patrese con Schumacher terzo in classifica mondiale, davanti ad Ayrton Senna, tradito in diverse occasioni da una McLaren spesso inaffidabile. La rivalità tra il fuoriclasse brasiliano e l'emergente pilota tedesco cominciò a delinearsi[13] in Brasile già durante i primi Gp dell'anno: Schumacher accusò pubblicamente Senna di averlo ostacolato in gara con comportamenti poco corretti, mentre in realtà era stata l'elettronica della McLaren la causa degli improvvisi rallentamenti del brasiliano.[14] In Francia, il tedesco tamponò Senna al primo giro: dopo l'interruzione della gara per la pioggia, il brasiliano, dismessa già la tuta da gara, discusse animatamente con Schumacher, rimproverandolo, tenendo a distanza le telecamere, per il suo comportamento in Brasile, quando il tedesco lo aveva accusato di rallentarlo volutamente e chiedendogli spiegazioni sull'accaduto.[15] La rivalità proseguì ad Hockenheim, in Germania, durante una sessione di test in cui i due si sfiorarono più volte con le ruote ed ai box arrivarono quasi alle mani.[13]

Il 1993

  Lo stesso argomento in dettaglio: Campionato mondiale di Formula 1 1993.

Nella stagione 1993 la Benetton ottenne una fornitura esclusiva di motori Ford, superiori a quelli versione clienti forniti alla McLaren, che invece ne beneficiò dal GP di Inghilterra.[16] I nuovi sistemi di controllo della trazione (introdotti però solo a metà stagione)[17] e di sterzata sulle quattro ruote contribuirono a rendere competitiva la vettura del pilota tedesco. La Benetton sostituì Brundle con Riccardo Patrese che nella stagione precedente aveva fatto la seconda guida alla Williams. Nel corso della stagione, segnata sempre dal dominio della Williams (questa volta con Prost tornato alle corse, al posto di Mansell), il tedesco ottenne diversi podi ed un'ulteriore vittoria in Portogallo. A fine stagione, con il titolo mondiale assegnato a Prost (quarto titolo per lui), arrivò 4º in classifica. La continuità dei risultati che ebbe la Benetton durante questa stagione, spesso sul podio (10 podi su 16 Gp tra Schumacher e Patrese), fece ben sperare per una futura competitività della vettura in modo tale da insidiarsi tra i pretendenti per il titolo.

I titoli mondiali con la Benetton

Il 1994

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La Benetton B194 utilizzata da Schumacher nel 1994.

Il 1994 fu per la Formula 1 l'anno della rivoluzione tecnica introdotta dal presidente della FIA, Max Mosley: venne abolita l'elettronica impiegata fino ad allora nelle sospensioni attive, nel controllo di trazione e nei meccanismi di partenza automatici.[18] Vennero anche introdotti i rifornimenti in gara, nella speranza di aumentare lo spettacolo dopo due annate dominate da un solo team. La Benetton si presentò come una delle squadre candidate alla lotta per il titolo mondiale, nonostante il pronostico fosse tutto dalla parte della Williams che oltre ad essere dotata del motore V10 Renault contro il V8 Ford della Benetton, aveva ingaggiato Ayrton Senna al posto del ritirato Prost. Le prime due gare furono a sorpresa dominate da Schumacher, con Senna che si ritirò a causa di un suo errore in Brasile ed uscì di pista alla partenza nel Gran Premio del Pacifico, tamponato da Mika Häkkinen.

Il successivo fine settimana, a Imola, con il ferimento di Rubens Barrichello durante le prove libere, la morte di Roland Ratzenberger durante le qualifiche e quella di Ayrton Senna durante la gara, ed i gravi incidenti in partenza e corsia box che coinvolsero anche spettatori e meccanici, segnò un punto di svolta per la Formula 1, che procedette a una riforma profonda. La FIA introdusse una serie di misure correttive per migliorare la sicurezza, in successivi interventi regolamentari. In pista nel frattempo, Schumacher, dopo aver vinto le prime 3 gare, continuò con ottime prestazioni cogliendo vittorie a Monaco, Canada e Francia, oltre ad un secondo posto (nel mezzo di queste gare) in Spagna conquistato con il cambio bloccato in quinta marcia. Al termine del Gran Premio di Francia, il vantaggio del tedesco sul suo immediato inseguitore, Damon Hill, era di quasi quaranta punti (66 punti contro i 29 del pilota inglese). Inoltre il pilota tedesco, dopo i fatti di Imola,[19] divenne il presidente della Grand Prix Drivers' Association, riformatasi dopo 12 anni.

Le settimane successive videro accadere più cose nelle aule dei tribunali che in pista: a Silverstone, Schumacher superò Hill nel giro di ricognizione, non scontò (su consiglio del team) una penalità comminatagli e venne squalificato. La scuderia spiegò l'accaduto come un errore di comunicazione tra i commissari di gara e la squadra.[20] Il mancato rispetto della bandiera nera venne punito con ulteriori due gare di squalifica, ma la Benetton fece appello, per permettere al pilota di correre almeno la gara di casa facendo slittare le squalifiche nei Gp successivi. In Germania Schumacher dovette comunque ritirarsi. Al Gran Premio del Belgio il pilota tedesco vinse ancora, ma l'eccessivo consumo del fondo in legno (anche a causa di un testacoda su un cordolo in gara), introdotto a partire dal Gran Premio di Germania precedente, portò ad una nuova squalifica.

Schumacher saltò i due Gran Premi successivi per i fatti del Gran Premio di Gran Bretagna e quando tornò in pista, a Jerez, il suo vantaggio si era ridotto ad un punto sul rivale Hill che approfittando delle squalifiche, si era portato a ridosso del tedesco. A Jerez Schumacher vinse, ma arrivò dietro Hill nel Gran Premio del Giappone, corso in condizioni di bagnato intenso, e i due rivali si presentarono alla gara finale divisi da un solo punto. Schumacher dominò la prima parte del Gran Premio di Australia davanti ad Hill, fino a quando, al 35º giro, il tedesco uscì di pista ed andò sbattere contro un muretto, danneggiando irrimediabilmente la sospensione destra. Nello stesso momento sopraggiungeva Damon Hill, che alla curva successiva lo attaccò, proprio mentre il tedesco stava sterzando per curvare: ne derivò un contatto che causò il ritiro di entrambi. La manovra fu molto contestata e il pubblico si divise. Una parte degli appassionati, come Alan Henry (reporter inglese), sosteneva che la mossa del tedesco fosse volontaria[21] mentre un'altra come Murray Walker (commentatore di F1 per la tv inglese) che tutto fosse involontario.[22] La collisione venne valutata come un normale incidente di gara e Schumacher non venne sanzionato. Il titolo di Campione del Mondo 1994 andò per la prima volta al pilota tedesco, che divenne il primo campione mondiale della sua nazione.

In quell'anno Schumacher eseguì dei test anche con la Ligier motorizzata Renault, gli stessi propulsori che sarebbero poi stati utilizzati l'anno seguente dalla sua Benetton. Questo "scambio" di monoposto fu possibile grazie al fatto che la Ligier era da poco passata nell'orbita di Flavio Briatore team manager della stessa Benetton.[23].

Il 1995

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La Benetton B195 utilizzata da Schumacher nel 1995, fotografata durante un'esibizione al Goodwood Festival of Speed 2006.
 
Schumacher nel Gran Premio di Silverstone.

Nella stagione 1995 la Benetton montò lo stesso motore Renault V10 utilizzato dalla Williams e Schumacher fu affiancato da Johnny Herbert. La prima fase del mondiale fu controversa: Brasile il tedesco vinse la gara, grazie anche al ritiro di Hill, ma la vittoria fu inizialmente annullata per non conformità del carburante utilizzato; la decisione finale della FIA fu però quella di confermare il piazzamento dei piloti e di sottrarre i punti alle squadre per il campionato costruttori. Dopo un brutto incidente ad Imola, Schumacher tornò alla vittoria nel Gran Premio di Spagna. A Silverstone (così come accadrà successivamente a Monza) venne tamponato da Hill mentre erano in lotta per il primo posto. Dopo 8 gare Schumacher era in testa alla classifica con undici punti di vantaggio sul rivale Hill (46 punti contro 35). Schumacher diede l'allungo decisivo in classifica a Spa in un gara rocambolesca: vinse partendo dal sedicesimo posto e duellando per diversi giri su pista bagnata con gomme d'asciutto contro Hill, munito invece di pneumatici da pioggia.[24] Dopo un secondo posto e una vittoria nel Gran Premio d'Europa, il tedesco conquistò il suo secondo titolo con due gare di anticipo, sul circuito di Aida nel Gran Premio del Pacifico. Con la successiva gara in Giappone, la squadra conquistò il titolo costruttori, sfuggitole l'anno precedente.

Fu l'ultima stagione di Schumacher con la Benetton, difatti, già a campionato inoltrato, Schumacher aveva preso la decisione di accettare l'offerta della Ferrari - impegnata nella propria ricostruzione per tornare a vincere dopo circa 17 anni di digiuno - e in estate firmò un contratto biennale per il team di Maranello.[25]

L'approdo in Ferrari

Il 1996

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La Ferrari F310 che Schumacher utilizzò nel 1996.

Nel 1996, Schumacher passò alla Ferrari, scuderia con la quale sarebbe divenuto il pilota più titolato della storia della Formula 1. Ricopriva il ruolo di prima guida al fianco di Eddie Irvine.

L'esordio con la Ferrari fu difficile. La squadra non vinceva un titolo mondiale piloti dal lontano 1979 (e un titolo costruttori dal 1983), il clima non era ottimale ed il divario tecnico con le scuderie inglesi sembrava incolmabile.

La stagione 1996 fu dominata dalle Williams-Renault di Hill (che a fine stagione si laureò campione del Mondo per la prima volta) e Jacques Villeneuve. Dopo cinque gare, con una vettura inaffidabile e di scarsa competitività, conquistò 3 podi ma il distacco in classifica dal leader Hill già era di 26 punti. A Montecarlo, sotto pressione e costretto alla rimonta in classifica, vanificò un possibile successo. Partito dalla pole position, fu subito sorpassato da Hill e successivamente già nel corso del primo giro, fu costretto al ritiro, dopo essere scivolato su un cordolo bagnato che lo catapultò contro le barriere dalla parte opposta. La prima memorabile vittoria arrivò durante la gara successiva al Gran Premio di Spagna sotto un diluvio: Michael, dopo essere partito male, facendo pattinare le gomme sulla pista allagata, fu protagonista di una incredibile rimonta guadagnando fino a 5 secondi al giro sui piloti di testa, superandoli ed arrivando al traguardo con un minuto scarso di vantaggio sul secondo in classifica finale Jean Alesi. Spettacolare fu il modo in cui il tedesco interpretò quella pista allagata, percorrendo i curvoni del circuito ad una velocità a vista d'occhio superiore a quella dei diretti avversari e con traiettorie che solo lui sapeva ed aveva il coraggio di percorrere. A questo successo seguirono cinque gare con tre punti conquistati sempre a causa della scarsa affidabilità della F310; in Canada si staccò un semiasse all'uscita da un pit stop mentre in Francia al tedesco si ruppe il motore addirittura nel giro di ricognizione, unitamente a vari problemi al cambio. Superati i tempi bui e con 50 punti di distacco dalla testa della classifica, Schumacher tornò alla vittoria al Gran Premio del Belgio grazie anche alle condizioni meteo mutevoli. Il divario tecnico tra la Ferrari e la Williams seppur ancora notevole, si stava lievemente assottigliando, ciò fu in parte confermato dai buoni risultati ottenuti nella parte finale della stagione; con la vittoria a Monza - nella gara più attesa davanti al proprio pubblico - e ai podi conquistati nelle ultime due gare della stagione. La prima stagione del pilota alla Ferrari si concluse con 3 vittorie (in Spagna, Belgio e Italia), 5 piazzamenti a podio ed una serie di ritiri soprattutto per problemi meccanici. Il tedesco concluse comunque il mondiale al terzo posto dietro alle imprendibili Williams.

Il 1997

  Lo stesso argomento in dettaglio: Campionato mondiale di Formula 1 1997.
 
Schumacher durante il Gran Premio di Germania.

Durante il 1997, il divario tecnico con la Williams seppur sempre elevato, si ridusse, grazie anche alla nuova vettura, la F310B, che risultò molto affidabile e di altri tecnici come Ross Brawn e Rory Byrne, che già avevano lavorato con Schumacher negli anni precedenti. Nonostante ciò, a inizio stagione la Williams si dimostrò, come da pronostico, più veloce vincendo in Brasile e Argentina con Villeneuve e a Imola con Frentzen. Dopo 4 gare il distacco in classificca era di 6 punti (Villeneuve 20 e Schumacher 14). Il tedesco iniziò la sua rimonta in classifica a partire dal Gran Premio di Monaco, andando così a comandare la classifica. Durante la stagione il distacco fu sempre costante tra i due piloti, difatti non superò mai i 14 punti (situazione che si ebbe al termine del Gp di Francia in favore del tedesco). A 5 gare dal termine con la vittoria ottenuta a Spa Schumacher si portò a più 11 sul rivale canadese (66 punti contro i 55 di Villeneuve) ma dal Gran Premio d'Italia iniziò la rimonta di Villeneuve anche a causa di episodi favorevoli come dimostrano un errore di Schumacher in Austria - che non si accorse di aver sorpassato Frentzen in regime di bandiere gialle (episodio che gli costò una penalità) - ed errori di altri piloti, come al Gran Premio del Lussemburgo, quando il tedesco venne tamponato dal fratello poco dopo il via. Nel penultimo appuntamento a Suzuka Villeneuve avrebbe potuto laurearsi già campione del Mondo ma a causa della sua squalifica dopo la gara (recidivo al sorpasso in presenza di bandiere gialle durante le prove), e alla vittoria di Schumacher, si riaprirono i giochi. Si giunse quindi alla gara decisiva per l'assegnazione del titolo mondiale a Jerez de la Frontera con Schumacher in testa alla classifica con 1 punto di vantaggio sul rivale. Qui Michael, Frentzen e Villeneuve ottennero lo stesso tempo in qualifica, 1.21.072. Partì dalla pole position Villeneuve, in quanto l'aveva ottenuto per primo. Dopo essere partito meglio e aver condotto la maggior parte della gara in testa, accusò problemi sulla sua Ferrari e venne così raggiunto dal canadese che all'uscita dai box dopo il cambio gomme recuperò nettamente il distacco accumulato e lo attaccò alla curva 6 (Dry Sac) nel corso del 48º giro; Schumacher, sorpreso dall'attacco, tentò di difendersi frenando al centro della pista ma venne ugualmente affiancato dalla Williams dell'avversario, in questa manovra di difesa inoltre, in un ultimo disperato tentativo di resistenza, tentò di stringerlo sul cordolo interno colpendo la Williams Renault sulla fiancata sinistra; Villeneuve ebbe la meglio, il tedesco lo colpì a sorpasso quasi completato danneggiando la sospensione anteriore destra della F310B ed uscendo conseguentemente di pista, pregiudicando ogni possibilità di vittoria. L'episodio giudicato volontario e di conseguenza scorretto gli costò anche il secondo posto in classifica finale, in quanto la FIA, l'11 novembre dello stesso anno lo escluse dalla classifica piloti,[26] riconoscendogli però, nello specifico, i risultati ottenuti durante la stagione che difatti non vennero cancellati dal suo ruolino personale. In questa occasione la manovra di Schumacher venne condannata anche dai media italiani e tedeschi.[27]

Al termine della stagione il pilota tedesco effettò alcuni test con la Sauber, il test venne effettuato nel settembre del 97, in virtù della partnership tra la Ferrari e la scuderia svizzera, che portò a quest'ultima i propulsori italiani.[28]

Il 1998

  Lo stesso argomento in dettaglio: Campionato mondiale di Formula 1 1998.
 
Michael Schumacher e David Coulthard nel Gran Premio di Silverstone.

Nel 1998 la Williams affrontò un periodo di transizione dovuto all'addio dei propulsori Renault. Fu così la McLaren a rivelarsi il team da battere con una macchina altamente competitiva progettata da Adrian Newey. Durante i primi 2 Gp il domino delle frecce d'argento fu incontrastabile. Hakkinen e Coulthard furono protagonisti di due doppiette, nella prima addirittura arrivarano a doppiare tutti gli altri piloti. Tale superiorità fu rivelata in parte dall'utilizzo di un "terzo pedale" che permetteva di variare la forza frenante fra lato destro e sinistro, come fanno i carri armati. Questo fu dichiarato illegale dalla Federazione. Gli uomini di Woking introdussero nel Gp del Brasile (successivo) lo stesso dispositivo ma questa volta veniva azionato, come si vedeva nella telecamera car dei piloti, tramite un pulsante verde sul volante. Per la Ferrari la stagione iniziò male, il divario tecnico con la McLaren parve incolmabile, ma il ferrarista fu protagonista di una rimonta che partì dal Gran Premio del Canada fino all'ultima gara. Dopo una rimonta durata tutta l'estate, a Schumacher sfuggì il clamoroso sorpasso in classifica ai danni di Hakkinen quando mancavano 3 gare alla fine: a Spa non approfittò del ritiro del pilota finlandese, a causa del tamponamento occorso con David Coulthard. A primo impatto sembrò un errore di Schumacher quello di andare a sbattere contro Coulthard, ma non fu così come dichiarato dallo stesso pilota scozzese anni dopo quando ormai correva per la Red Bull, ammettendo di aver rallentato volontariamente in un tratto con poca visibilità (viste le condizioni meteo) cercando il contatto con Schumacher. La Ferrari era dietro al compagno di Hakkinen già al tornantino della Source ma la Mclaren (prossima al doppiaggio) non dava strada nonostante lo sventolio delle bandiere blu da parte dei commissari di gara. Arrivati a metà circuito Coulthard in un tratto di accelerazione non apri il gas e Schumacher che era subito dietro non vide la macchina dello scozzese davanti a sé rallentare. L'incidente fu inevitabile. Dopo la collisione che lasciò la macchina di Schumacher su 3 ruote fu memorabile la scena in cui Michael andò a cercare Coulthard nel box McLaren rischiando la rissa.[29][30] In quel momento Hakkinen aveva soltanto 7 punti di vantaggio su Schumacher. Si arrivò quindi a Suzuka, ultima gara del campionato con Michael distanziato di 4 punti dal rivale. A Schumacher alla partenza in pole position si spense il motore, e fu costretto a partire dall'ultima posizione ma fu costretto al ritiro successivamente per lo scoppio di una gomma quando era risalito fino alla terza posizione.[31][32] Mika Häkkinen vinse la gara agevolmente e diventò campione del mondo.

Il 1999

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Michael Schumacher alla guida della sua F399 durante il Gran Premio del Canada.

Il 1999 sembrò essere l'anno buono. La nuova F399 non era al livello della McLaren in termini di prestazioni, ma si dimostrò molto più affidabile ed il gap con la scuderia inglese venne colmato nel corso della stagione sfruttando la galleria del vento per migliorare la vettura.[33] Schumacher dopo le prime cinque gare era in testa alla classifica mondiale, ma a causa di un errore al Gran Premio del Canada, in cui perse il controllo della vettura, andando a sbattere nell'ultima curva prima del traguardo (nel cosiddetto "Muro dei Campioni") mentre era al comando, Häkkinen riprese il comando della classifica. Nel Gran Premio di Gran Bretagna (Silverstone), poi, Schumacher fu vittima di quello che si rivelò il più grave incidente della sua carriera (attribuito, dai tecnici di Maranello ad un problema allo spurgo di un freno),[34] in cui si procurò la frattura della gamba destra, e dovette rinunciare a gareggiare, sostituito dal finlandese Mika Salo, fino al penultimo gran premio, quello della Malesia, dove conquistò la pole, e dopo essere stato tutta la gara in testa alla corsa, lasciò la vittoria a pochi giri dalla fine al compagno di scuderia Eddie Irvine, in lotta per il titolo mondiale. Nell'ultima gara, invece, il tedesco, scattato dalla pole position, terminò la gara al secondo posto alle spalle di Hakkinen che riuscì così a vincere il mondiale. Schumacher concluse il campionato quinto con 46 punti. Ogni situazione venutasi a creare è comunque sempre stata contraddistinta da stima e rispetto tra il finlandese, vincitore del titolo, e il tedesco, appunto, infortunato;[35] qualche anno più tardi Schumacher avrebbe dichiarato di considerare Häkkinen il rivale che più rispettò durante la carriera in Formula 1.[36]

Irvine, intanto, che era stato finora l'unico compagno avuto da Schumacher in Ferrari, nel corso della stagione aveva reclamato il ruolo di prima guida all'interno del team, dopo la situazione seguita all'incidente del tedesco.[37] Già prima dell'autunno vi fu così la rottura tra la Ferrari e l'irlandese: Irvine trovò un sedile alla Jaguar (che aveva rilevato la Stewart) mentre a fianco di Schumacher sarebbe arrivato il promettente brasiliano di origini italiane Rubens Barrichello proveniente proprio dalla Stewart.[38]

Il dominio mondiale

Il 2000

  Lo stesso argomento in dettaglio: Campionato mondiale di Formula 1 2000.

La stagione iniziò con una lunga serie di vittorie: la F1 2000 fu estremamente competitiva e affidabile riuscendo quasi a colmare il gap dalla McLaren, tanto che Schumacher, dopo 5 vittorie in 8 gare, si ritrovò ad avere al Gran Premio del Canada 58 punti contro i 32 del campione in carica Mika Häkkinen. La lotta per il titolo si era, però, già ristretta come nella stagione 1998, tra il ferrarista e il duo McLaren. A partire dal Gp di Francia, il tedesco non riuscì a terminare le tre gare successive, consentendo così il recupero in classifica dei rivali, grazie a due doppiette e ad un altrettanto piazzamento a podio da parte di entrambi i piloti. Hakkinen vittorioso anche nel Gran Premio d'Ungheria riuscì a superare Schumacher in classifica piloti (64 punti contro i 62 del tedesco), mentre Coulthard si portò subito dietro a 58 punti. Il vantaggio di Hakkinen toccò l'apice nel Gp del Belgio dove il finlandese conquistò un'altra vittoria mettendo sei punti di distacco tra lui e Schumacher (74 punti contro 68). Ma il vantaggio in classifica di Hakkinen non durò molto difatti dal Gp di Monza, il ferrarista fu capace di rimontare e vincere 2 gare di fila riportandosi così nuovamente in testa in classifica a dispetto di Hakkinen (88 punti contro gli 80 del finlandese) e tagliando definitivamente fuori dalla lotta per il titolo Coulthard. Il campionato si decise, con 1 gara di anticipo a Suzuka l'8 ottobre. Schumacher dopo una gara emozionante tutta in rimonta sul rivale Hakkinen, che al via era andato in testa, vinse la gara, conquistando così il suo terzo titolo mondiale a distanza di 5 anni dal precedente. Con il terzo titolo mondiale vinto, Schumacher, riportò il titolo piloti a Maranello dopo 21 anni (l'ultimo a vincerlo fu nel 1979 il sudafricano Jody Scheckter) di attesa.

Il 2001

  Lo stesso argomento in dettaglio: Campionato mondiale di Formula 1 2001.
 
Schumacher durante il Gran Premio del Canada.

Nel 2001 la Ferrari F2001 si dimostrò, sin dai primi Gran Premi, più competitiva sia della McLaren che della Williams-Bmw. Nei primi quattro Gran Premi, la lotta fra Schumacher e David Coulthard fu serrata, difatti i due piloti si trovavano appaiati in testa alla classifica con 26 punti. Dopodiché, il tedesco mise a segno una serie di podi e vittorie, che gli permisero di prendere le distanze dal resto del gruppo, mentre la McLaren dovette fare i conti con numerosi problemi di affidabilità e competitività. Da segnalare la stagione negativa di Häkkinen, ormai sull'onda del ritiro che avverrà a fine anno.

Schumacher vinse agevolmente il suo quarto titolo in Ungheria con 4 gare d'anticipo, raggiungendo il record di Alain Prost e battendone alcuni, come quello di Nigel Mansell riguardante i punti conquistati in una stagione (123 contro i 112 dell'inglese). Inoltre, per la prima volta, due fratelli (Michael e Ralf Schumacher) conclusero entrambi sul podio.[39] Secondo arrivò, appunto, Coulthard a ben 58 punti di distanza, mentre il compagno di squadra Rubens Barrichello concluse terzo.

Il 2002

  Lo stesso argomento in dettaglio: Campionato mondiale di Formula 1 2002.
 
Schumacher al volante della Ferrari F2002.

Si giunse così al 2002: Schumacher aveva ben 4 titoli mondiali in bacheca. Già dalla prima gara, come nelle due stagioni precedenti, la Ferrari dominò il campionato; l'unica scuderia che provò ad opporsi fu la Williams, con il fratello Ralf e Juan Pablo Montoya. La McLaren ebbe un inizio difficile, così come Barrichello. Fino al Gran Premio di Monaco (che vide la vittoria di Coulthard e la ripresa delle McLaren), le scuderie rivali si mantennero vicine alla Ferrari solo nel Campionato Costruttori. Ma dopo di esso, grazie all'apporto di un ritrovato Barrichello (6 vittorie per Schumacher e 4 per lui) si mise la parola fine anche a questa competizione. Il tedesco vinse quindi il suo quinto titolo mondiale con 144 punti,

 
L'arrivo del Gran Premio d'Austria.

completando ogni gara sul podio e vincendone ben 11, confermandosi campione già il 21 luglio al GP di Francia con 6 gare d'anticipo, ed eguagliando dopo 45 anni il record di Fangio rimasto fino a quel momento inavvicinabile per chiunque. Secondo fu Barrichello con 77 punti, mentre Montoya terminò la stagione terzo a 27 lunghezze dal brasiliano. In questa stagione avvenne anche un contestatissimo episodio al Gran Premio d'Austria, nel quale Barrichello, a pochi metri dall'arrivo cedette la vittoria al tedesco per ordini di scuderia. Sul podio Schumacher, turbato dai fischi con cui il pubblico aveva accolto i piloti alla premiazione, cedette il gradino più alto del podio, e il trofeo del vincitore, al compagno di squadra e lo fece anche sedere nella postazione del vincitore in occasione della conferenza stampa.[40][41] In seguito a questi fatti, la FIA multò il team di Maranello con un milione di dollari, per aver violato le norme di comportamento sul podio ed in conferenza stampa, e varò una norma contro gli ordini di scuderia.[42][43]

Il 2003

  Lo stesso argomento in dettaglio: Campionato mondiale di Formula 1 2003.
 
L'uscita della curva 2 dopo lo scatto del Gran Premio di Indianapolis.

Il mondiale 2003 iniziò con alcune modifiche apportate al regolamento volte a contenere lo strapotere della Ferrari, apportate in particolar modo alle qualifiche e all'assegnazione dei punteggi dove lo scarto tra il primo e il secondo classificato venne assottigliato e portato a due soli punti di differenza. La Ferrari inizio l'annata con la macchina dell'anno precedente ma per Michael l'inizio stagione fu sfavorevole: David Coulthard si aggiudicò il primo Gran Premio, mentre Schumacher si dovette accontentare del 4º posto, a causa di un suo errore che portò alla rottura di un deflettore.[44] Nelle due gare seguenti i risultati non furono migliori (un sesto posto e un ritiro) e Schumacher si trovò distanziato, dal leader del mondiale Raikkonen di ben 16 punti.[45][46] Al quarto Gran Premio, l'introduzione della nuova e più competitiva F2003GA permise al tedesco di tornare a vincere per tre volte di fila. A questo punto, Kimi Räikkönen (che aveva realizzato una serie di podi corredati anche da una vittoria in Malesia) si trovava ancora in vantaggio di due punti rispetto al ferrarista (40 a 38), ma dopo il Gran Premio del Canada Schumacher prevalse (54 punti, contro i 51 del finlandese). La Ferrari si dimostrò in seguito poco competitiva sia in Germania che in Ungheria (l'8º posto del tedesco all'Hungaroring permise a Räikkönen di portarsi a 1 punto dalla testa della classifica). La causa di questo improvviso calo di prestazioni era dovuta alle gomme Bridgestone, che con le alte temperature non riuscivano ad essere competitive e, in parte, per l'aerodinamica troppo rigida. Anche Juan Pablo Montoya si riavvicinò al tedesco, con una serie di ben sette podi di fila. A partire dal Gran Premio d'Italia - dove i tre piloti arrivarono racchiusi in 2 punti (Schumacher 72, Montoya 71 e Raikkonen 70) - il tedesco ritornò alla vittoria, ripetendosi anche negli Stati Uniti. Si giunse quindi a Suzuka con una situazione molto tesa: 92 punti per Schumacher, Räikkönen con 83 e a seguire Montoya con 82 (Montoya diversamente da Raikkonen non poteva più aggiudicarsi il titolo in quanto aveva vinto soltanto 2 Gp contro i 6 di Schumacher). Vinse Rubens Barrichello seguito da Raikkonen e Coulthard. Al tedesco bastò un ottavo posto per essere ancora campione del mondo. Alle sue spalle in classifica Raikkonen e Montoya terminarono rispettivamente a soli 2 e 11 punti di distacco. Schumacher con la conquista del sesto titolo mondiale batté il record di Fangio che resisteva da 46 anni.

Il 2004

  Lo stesso argomento in dettaglio: Campionato mondiale di Formula 1 2004.
 
Tabellone della Ferrari in onore della settima vittoria mondiale di Michael Schumacher

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Schumacher nel vittorioso Gran Premio di Indianapolis.

Nel 2004, la Ferrari ripeté il copione del 2002, vincendo il primo appuntamento stagionale all'Albert Park. Schumacher vinse anche le quattro gare seguenti. Gli attesi Montoya e Raikkonen, a dispetto dei pronostici, non ripeterono l'exploit della stagione precedente, cedendo il passo al ritrovato Barrichello, e al pilota della BAR Jenson Button. Dopo le prime otto gare, la situazione era questa: Schumacher con 7 vittorie era in testa con 70 punti, seguito dal suo compagno di squadra a 54 e da Button a 44. Questa serie positiva si fermò però a Monaco: il tedesco venne tamponato da Montoya, in regime di safety-car, in un concitato Gran Premio, che vide il ritiro di oltre dieci vetture. La gara venne vinta da Jarno Trulli, seguito da Button e Barrichello. Dopodiché, Schumacher vinse altri sette Gran Premi, laureandosi per la settima volta Campione del Mondo a Spa, a quattro gare dal termine della stagione. Negli ultimi Gran Premi, si notò il ritorno di Raikkonen, che vinse proprio in Belgio, mentre l'ultima gara della stagione venne vinta da Montoya. Anche questa fu una stagione da record: il tedesco ottenne 13 vittorie su 18 gare, e batté vari record: vittorie, podi, giri veloci, punti e chilometri al comando delle gare. A fine stagione la classifica recitava: Schumacher 148 punti, Barrichello 114 ed un ottimo Button con 85 punti. In classifica costruttori la Ferrari vinse, mentre le rivali McLaren e Williams non riuscirono ad ottenere risultati simili agli anni precedenti e arrivarono rispettivamente al quinto e al quarto posto, tanto che a seguire la Ferrari furono la rivelazione BAR motorizzata Honda, anche se distaccata di ben 143 punti, più del doppio (da notare anche il terzo posto della Renault, che divenne campione l'anno successivo).

Il record di titoli vinti lo deteneva Juan Manuel Fangio arrivato a quota 5, ma Schumacher nel 2003 è riuscito a sorpassarlo e nel 2004 è arrivato a quota 7.

Gli ultimi anni e il ritiro

Il 2005

  Lo stesso argomento in dettaglio: Campionato mondiale di Formula 1 2005.

La stagione 2005 iniziò alquanto male per Schumacher causa la scarsa competitività della Ferrari: al Gran Premio d'Australia ottenne solo un mesto ritiro per i danni riportati nel contatto con Heidfeld. Rispetto alle stagioni precedenti, non riuscì la rimonta della Ferrari a dispetto delle più competitive Renault e McLaren che presero velocemente il largo tagliando fuori quasi fin dall'inizio la Ferrari.

 
Schumacher nel Gran Premio di Indianapolis.

L'unica vittoria avvenne a metà stagione, al Gran Premio degli Stati Uniti di Indianapolis, a causa di un Gp piuttosto insolito: durante le qualifiche (con la pole di Jarno Trulli) il fratello Ralf Schumacher ebbe un terribile incidente sulla sopraelevata, dovuto all'inaffidabilità delle gomme Michelin su quel tracciato. Le proposte di inserire una chicane furono vane: la FIA non accettò modifiche al percorso o l'invalidamento dei punti ottenuti in gara, per cui i piloti con gomme Michelin percorsero solamente il giro di ricognizione prima di rientrare nei box. Alla partenza, si schierarono quindi solo sei vetture: le Minardi, le Jordan e le Ferrari. La vittoria andò quindi a Schumacher, seguito da Barrichello e da Tiago Monteiro su Jordan.[47]

Al termine della stagione Schumacher si classificò al terzo posto, mentre il campionato piloti fu vinto facilmente da Fernando Alonso grazie alla sorprendente competività della Renault che si aggiudicò anche il titolo costruttori. Ugualmente deludente fu il risultato della Classifica Costruttori: la Ferrari fu terza alle spalle della Renault (91 punti di distanza) e McLaren (82 punti di distanza).

Questa annata fu la più negativa per Schumacher e per la Ferrari per quanto riguarda le ultime 9 stagioni, difatti dal 1997 al 2004, Michael era sempre stato in lotta per il titolo mondiale. ,

Il 2006

  Lo stesso argomento in dettaglio: Campionato mondiale di Formula 1 2006.

Si giunse così alla stagione 2006, l'ultima per Schumacher (prima del ritorno targato 2010). Barrichello, stanco di essere all'ombra di Schumacher, decise di rompere il contratto con la Ferrari per cercare nuove glorie con il nuovo team Honda.[48] Al suo posto arrivò Felipe Massa (già collaudatore della Ferrari nel 2003). Il Gran Premio del Bahrein vide un buon 2º posto di Schumacher, beffato da Alonso con la strategia dei pit stop, mentre Massa arrivò nono dopo un testacoda. Proprio al GP del Bahrain il tedesco eguagliò il record di pole position fino ad allora appartenuto ad Ayrton Senna.[49] La Ferrari aveva ancora problemi difatti dopo 3 gare Schumacher era distanziato dal leader Alonso di ben 17 punti, ma il tedesco vinse la quarta gara del mondiale, il Gran Premio di Imola, dando così un'ottima impressione della vettura. In occasione del Gran premio di Imola Schumacher batté il record delle pole position di Senna.

 
Schumacher durante il Gran Premio del Canada.

Seguì un'altra vittoria del tedesco e quattro di Alonso, tra cui quella a Monte-Carlo dove Schumacher viene retrocesso in fondo allo schieramento dopo le qualifiche per il discusso parcheggio alla curva della Rascasse negli ultimi minuti delle prove ufficiali[50]. Dopo 9 gare Alonso era al comando della classifca con 84 punti, mentre Schumacher inseguiva a 59.

Dal Gp degli Stati Uniti, il ferrarista mise a segno una serie di vittorie consecutive che gli consentirono di riaprire la pratica mondiale, che sembrava già chiusa. Dopo il vittorioso Gran Premio di Monza, gara nella quale il rivale spagnolo ruppe il motore quando si trovava in 3ª posizione con il tedesco al comando, Schumacher aveva solo due punti di svantaggio da recuperare, e la Ferrari era in testa al Campionato Costruttori quando mancavano 3 gare alla fine. Dopo la vittoria in quest'ultimo gran premio, il 10 settembre 2006 annunciò ufficialmente il ritiro dalle competizioni al termine della stagione (notizia comunque già nell'aria da qualche mese).[51] Il 1º ottobre 2006 in Cina, dopo la pole position di Alonso, Schumacher, penalizzato nella prima parte di gara dalle performance delle gomme Bridgestone sotto la pioggia battente, rimontò con il cessare di questa ed il conseguente progressivo asciugamento della pista e vinse il Gran Premio di Cina, passando al primo posto in classifica piloti (maggior numero di GP vinti in stagione) a pari punti con Alonso. A questo punto, con ancora due eventi stagionali da disputare, il pilota tedesco aveva la concreta possibilità di vincere il mondiale, mentre la Renault era per un punto in testa alla classifica costruttori.

 
Schumacher sorpassa Kimi Räikkönen in quarta posizione a tre giri dalla fine nell'ultima gara della sua carriera ad Interlagos.

Al Gran Premio del Giappone, a Suzuka, le Ferrari partirono in prima fila mentre le Renault occuparono la 3ª fila. Sfortunatamente alla vettura di Schumacher, al comando sin dai primi giri con Alonso secondo, si ruppe il motore (rottura del motore che non accadeva dal Gp di Magny-Cours del 2000) al 37º giro e fu costretto al ritiro regalando così la vittoria al rivale. «È finita, puntiamo al titolo costruttori» dichiarò a fine corsa.[52] Per vincere l'ottavo titolo mondiale sarebbe servita una vittoria nell'ultimo Gp in Brasile e il ritiro di Alonso.

Disputò l'ultima gara prima del ritiro il 22 ottobre 2006, sul circuito di Interlagos in Brasile. Prima della gara, durante la cerimonia, l'ex calciatore brasiliano Pelé gli donò un trofeo alla carriera.[53] Il fine settimana non fu molto fortunato per il tedesco che arrivò quarto dopo una gara in rimonta: partito decimo, a causa della rottura della pompa della benzina avvenuta il giorno precedente[54] (cosa che non gli permise di segnare il proprio tempo nell'ultima sezione delle qualifiche, relegandolo perciò all'ultimo posto disponibile, il 10°), rimontò subito quattro posizioni, e dopo aver sorpassato Fisichella sul rettilineo del traguardo, per un contatto con lo stesso, forò uno pneumatico e fu costretto a percorrere quasi un giro intero, molto lentamente, prima di raggiungere la corsia dei box.[55] Dopo la sosta, Schumacher si trovava all'ultimo posto a circa 38" dal penultimo, e prossimo al doppiaggio, difatti era poco davanti al leader della corsa Massa. Il tedesco, però, riuscì a rimontare abbassando più volte il tempo sul giro, compiendo 13 sorpassi in poco più di 40 giri rimasti. Dopo una rimonta incredibile, con tutte le difficoltà sopra elencate, terminò la sua gara al quarto posto (distanziato di meno di 5" dal terzo e meno di 6" dal secondo) con un distacco di 24" dal vincitore. A pochi giri dalla fine, compì il suo ultimo sorpasso ai danni di Räikkönen, suo successore alla guida della Ferrari l'anno successivo. Il mondiale così terminò con la seconda vittoria consecutiva dello spagnolo Alonso seguito al secondo posto da Michael a 13 punti di distanza. Titolo costruttori di nuovo alla Renault, che superò la casa di Maranello di soli 5 punti.

 
L'alettone della BMW in occasione del Gp del Brasile 2006.

Il team BMW al Gp del Brasile 2006 presentò sull'alettone posteriore la scritta "Thanks Michael" (grazie Michael) in omaggio al pilota tedesco.

I tre anni da consulente

 
Schumacher in una giornata celebrativa a bordo della F2007 a Fiorano

Schumacher non abbandonò definitivamente la Ferrari, prendendo parte ad alcune gare del 2007 come superconsulente, notizia anticipata a gennaio dal quotidiano tedesco "Die Welt".[56] Il tedesco fece la sua prima uscita in tale veste al Gran Premio di Spagna 2007, riproponendosi in quello di Montecarlo e dopo ancora in quello del Canada, come assistente di Jean Todt. Annunciò poi che dal GP di Ungheria in avanti, non sarebbe più stato presente al muretto Ferrari fino alla fine della stagione, volendosi dedicare maggiormente alla sua famiglia. Schumacher ha anche presentato la cerimonia per la vittoria del team tedesco nell'A1 Grand Prix, venendo acclamato dal pubblico presente.[57] Il 13 novembre 2007 tornò in pista a Barcellona in veste di collaudatore, effettuando 64 giri con una Ferrari F2007 senza dispositivi elettronici e segnando il miglior tempo delle due giornate di test;[58] successivamente partecipò ai test tenutisi a Jerez il 6 dicembre 2007 e il 7 dicembre 2007 realizzando anche ottimi tempi su giro, pur confermando di non voler prendere parte a nessun campionato automobilistico. A gennaio del 2008 il Presidente della Ferrari Luca Cordero di Montezemolo confermò l'impiego di Schumacher come terzo pilota della scuderia[59] e come addetto allo sviluppo della vettura.[60]

Sempre nel 2008, partecipò al campionato tedesco di Superbike, ma senza mai andare a punti.[61] Nonostante ciò il tedesco affermò di non voler intraprendere una seconda carriera sportiva.[62] Successivamente divenne membro per la Germania della Commission for Global Road Safety della FIA e delle Nazioni Unite. L'11 febbraio 2009 Schumacher, durante un allenamento privato sul circuito di Cartagena, perse il controllo della sua Honda CBR 1000 e cadde malamente: subito soccorso, rimase qualche minuto privo di conoscenza. Trasportato in ospedale venne subito dichiarato fuori pericolo.[63]

Il ritorno in Formula 1

Il 29 luglio 2009, in seguito all'infortunio di Massa durante le qualificazioni del Gran Premio d'Ungheria, la Ferrari annunciò il ritorno alle corse in Formula 1 di Schumacher. Sarebbe stato il tedesco a correre per le restanti gare della stagione, a partire dal Gran Premio d'Europa 2009 a Valencia, al fianco di Räikkönen. L'11 agosto, tuttavia, Schumacher (dopo alcuni test effettuati in pista) comunicò di dover rinunciare a disputare le restanti gare della stagione con il team di Maranello a causa di alcuni problemi al collo risalenti all'incidente avvenuto sei mesi prima.[64] A fine stagione si susseguirono una serie di rumors circa un incontro[65] tra lo stesso Schumacher e Ross Brawn (proprietario della Brawn GP, team neo-campione del Mondo) - che avevano vissuto insieme le esperienze in Benetton e Ferrari - nel quale si parlò di un possibile ritorno del sette volte campione del Mondo, al volante della Mercedes, che sarebbe tornata a correre in Formula 1 dopo ben 55 anni di assenza. Difatti la Mercedes era in procinto di rilevare le quote di maggioranza del team di Ross Brawn, che nonostante tutto sarebbe rimasto nelle vesti di "team principal". Dopo più di un mese, passato tra rumors e varie indiscrezioni, ci fu il tanto atteso annuncio del ritorno alle corse di Michael Schumacher.

L'approdo alla Mercedes

Il 2010

  Lo stesso argomento in dettaglio: Campionato mondiale di Formula 1 2010.
 
Michael Schumacher al volante durante il Gran Premio del Canada.
 
Schumacher con la Mercedes

Il 23 dicembre 2009 fu ufficializzato dalla neo-scuderia Mercedes - scuderia originata dall'acquisto da parte della casa tedesca del team campione del mondo Brawn GP - l'ingaggio, per le tre stagioni successive, del pilota tedesco, che avrebbe affiancato il suo connazionale Nico Rosberg.[66]

Nonostante le aspettative nel precampionato fossero piuttosto elevate, i risultati delle prime gare furono piuttosto deludenti per il team di Brackley: Schumacher colse un sesto posto al suo esordio in Bahrain e due decimi posti nei successivi tre Gp. Nel Gran Premio di Spagna come nel Gran Premio di Turchia ottenne due quarti posti. Nel prosieguo della stagione Schumacher continuò a deludere le aspettative, anche per via della scarsa competitività della vettura rispetto alle monoposto di vertice; nella parte centrale del campionato il pilota tedesco ottenne solo qualche piazzamento a punti.

Nel Gran Premio d'Ungheria, chiuso in undicesima posizione, Schumacher venne penalizzato dai commissari per una manovra ai limiti del regolamento nei confronti di Rubens Barrichello, con il quale era in lotta per il decimo posto, venendo arretrato di dieci posizioni in griglia nel successivo Gran Premio del Belgio. Qui il pilota tedesco fu protagonista di una buona rimonta, chiudendo al settimo posto dopo aver preso il via dalla ventunesima posizione. Nel Gran Premio del Giappone, a Suzuka, Schumacher giunse al traguardo al sesto posto, mentre nell'inedito Gran Premio di Corea ripeté il miglior risultato stagionale, conquistando il quarto posto finale in una gara disputata sul bagnato. Dopo aver ottenuto un settimo posto e un ritiro per incidente nelle ultime due gare della stagione, Schumacher chiuse il campionato in nona posizione assoluta con 72 punti.

Per la prima volta in carriera il pilota tedesco non ottenne né vittorie né podi in una stagione completa.

Il 2011

  Lo stesso argomento in dettaglio: Campionato mondiale di Formula 1 2011.
 
Schumacher durante la parata dei piloti prima del Gran Premio del Canada.

Tra le novità regolamentari più importanti introdotte in questa stagione figurarono il ritorno del Kers (il dispositivo in realtà non era mai stato bandito dal 2009 ma per la stagione 2010 le squadre si erano accordate per non usarlo) e della regola del 107%, inoltre venne introdotto, per la prima volta in F1, il dispositivo dell'ala posteriore mobile per agevolare i sorpassi (DRS). Cambiò anche la fornitura unica delle gomme che da Bridgestone passò a Pirelli. La Mercedes iniziò la stagione con l'obiettivo di riscattare un deludente 2010 ed inserirsi definitivamente tra i top team.

 
Schumacher durante il Gran Premio del Canada.

Nonostante i risultati deludenti della stagione precedente e i continui rumors su un nuovo possibile ritiro, Schumacher confermò il proprio impegno con la scuderia tedesca anche per le stagioni 2011 e 2012. In seguito si diffuse l'indiscrezione, poi confermata prima dalla scuderia e in seguito anche dallo stesso Schumacher, di un suo problema nell'affrontare le sessioni al simulatore per anticipare l'assetto delle corse.[67]

Nella gara inaugurale della stagione, il Gran Premio d'Australia, Schumacher non si qualificò tra i primi dieci, dovendosi poi ritirare per i danni riportati dalla vettura in seguito a un tamponamento subito dopo la partenza. Escluso nuovamente dalla top ten nel successivo Gran Premio della Malesia, chiuse la gara in nona posizione, portando i primi punti stagionali alla Mercedes. Dopo aver ottenuto altri due piazzamenti a punti in Cina e in Spagna, nel rocambolesco Gran Premio del Canada Schumacher lottò a lungo per una posizione sul podio, dovendo cedere nel finale a Jenson Button e Mark Webber, alla guida di vetture più competitive, e chiudendo la gara in quarta posizione.

Nelle quattro gare successive Schumacher non ottenne risultati di rilievo. Nel Gran Premio di Germania sul circuito del Nurburgring, diventò il primo pilota a prendere parte ad un Gran Premio nel quale gli è stata dedicata una curva; la "S Schumacher". Si trova tra la Shell Curve e la Dunlop Curve (curve 9 e 10 del circuito).[68] Nnel Gran Premio d'Ungheria tornò brevemente in testa ad un Gran Premio per la prima volta in quattro anni. Nel successivo Gran Premio del Belgio il pilota tedesco celebrò i 20 anni dal suo esordio ufficiale in Formula 1, avvenuto sullo stesso circuito[69] Partito ultimo sulla griglia a causa di un incidente nelle prime fasi della qualifica, Schumacher compì una grande rimonta chiudendo la gara al quinto posto, risultato che ripeté nel successivo week-end di Monza, in una gara caratterizzata da un lungo duello con Lewis Hamilton.

Nelle ultime sei gare della stagione Schumacher ottenne altri tre piazzamenti a punti, che gli consentirono di migliorare il suo totale rispetto all'anno precedente. Il pilota tedesco conquistò l'ottava posizione nella classifica finale.

Il 2012

  Lo stesso argomento in dettaglio: Campionato mondiale di Formula 1 2012.
 
Schumacher si ritira nel Gp d'Australia a causa di un problema al cambio.

La nuova stagione vede Schumacher a bordo della Mercedes AMG F1, in quella che potrebbe essere la sua ultima stagione in F1 (il contratto che lo lega con il team tedesco scade a fine stagione). Tuttavia per quanto riguarda il rinnovo si è sempre lasciata una porta aperta sia da parte del pilota che dalla parte del team[70]. La Mercedes inizia la stagione con l'obiettivo di riuscire a portare costantemente la vettura nel giro delle prime posizioni. Nei primi tre Gran Premi la vettura si dimostra performante in qualifica, entrando sempre nelle prime due file della griglia di partenza, mentre in gara, non riesce a dare continuità alle prestazioni a causa dell'eccessivo consumo delle gomme. In virtù di ciò, Schumacher ottiene un solo punto in Malesia mentre è costretto al ritiro nella prima e nella terza gara della stagione. Particolarmente sfortunato in Cina, dove a causa di un bullone non fissato alla ruota anteriore destra durante il primo pit stop, è costretto al ritiro mentre era in seconda posizione. Nel successivo Gp in Bahrain ottiene il secondo punto stagionale dopo essere partito dalla ventiduesima posizione. Nei successivi due Gp Schumacher collezionerà altrettanti ritiri. Il primo in Spagna dopo un contatto con Bruno Senna in un tentativo di sorpasso, il secondo a Monaco. A Montecarlo il pilota tedesco fece registrare il miglior risultato in qualifica, dal suo rientro in F1, ottenendo la Pole Position (l'ultima risaliva al Gran Premio di Francia 2006), ma a causa della collisione nel precedente Gp di Spagna, nella quale venne ritenuto responsabile, fu costretto a scontare una penalizzazione con l'arretramento di cinque posizioni sulla griglia di partenza.

Risultati in Formula 1

1991 Scuderia Vettura                                 Punti Pos.
Benetton[71] B191 Rit 5 6 6 Rit Rit 4 13º
1992 Scuderia Vettura                                 Punti Pos.
Benetton B192 4 3 3 2 Rit 4 2 Rit 4 3 Rit 1 3 7 Rit 2 53
1993 Scuderia Vettura                                 Punti Pos.
Benetton B193A/B Rit 3 Rit 2 3 Rit 2 3 2 2 Rit 2 Rit 1 Rit Rit 52
1994 Scuderia Vettura                                 Punti Pos.
Benetton B194 1 1 1 1 2 1 1 SQ Rit 1 SQ ES ES 1 2 Rit 92
1995 Scuderia Vettura                                   Punti Pos.
Benetton B195 1 3 Rit 1 1 5 1 Rit 1 11 1 Rit 2 1 1 1 Rit 102
1996 Scuderia Vettura                                 Punti Pos.
Ferrari F310 Rit 3 Rit 2 2 Rit 1 Rit NP Rit 4 9 1 1 3 2 59
1997 Scuderia Vettura                                   Punti Pos.
Ferrari F310B 2 5 Rit 2 1 4 1 1 Rit 2 4 1 6 6 Rit 1 Rit 78 SQ
1998 Scuderia Vettura                                 Punti Pos.
Ferrari F300 Rit 3 1 2 3 10 1 1 1 3 5 1 Rit 1 2 Rit 86
1999 Scuderia Vettura                                 Punti Pos.
Ferrari F399 8 2 1 1 3 Rit 5 Rit Inf Inf Inf Inf Inf Inf 2 2 44
2000 Scuderia Vettura                                   Punti Pos.
Ferrari F1-2000 1 1 1 3 5 1 Rit 1 Rit Rit Rit 2 2 1 1 1 1 108
2001 Scuderia Vettura                                   Punti Pos.
Ferrari F2001 1 1 2 Rit 1 2 1 2 1 1 2 Rit 1 1 4 2 1 123
2002 Scuderia Vettura                                   Punti Pos.
Ferrari F2002 1 3 1 1 1 1 2 1 2 1 1 1 2 1 2 2 1 144
2003 Scuderia Vettura                                 Punti Pos.
Ferrari F2003GA 4 6 Rit 1 1 1 3 1 5 3 4 7 8 1 1 8 93
2004 Scuderia Vettura                                     Punti Pos.
Ferrari F2004 1 1 1 1 1 Rit 1 1 1 1 1 1 1 2 2 12 1 7 148
2005 Scuderia Vettura                                       Punti Pos.
Ferrari F2005 Rit 7 Rit 2 Rit 7 5 2 1 3 6 5 2 Rit 10 Rit 4 7 Rit 62
2006 Scuderia Vettura                                     Punti Pos.
Ferrari 248 F1 2 6 Rit 1 1 2 5 2 2 1 1 1 8 3 1 1 Rit 4 121
2010 Scuderia Vettura                                       Punti Pos.
Mercedes MGP W01 6 10 Rit 10 4 12 4 11 15 9 9 11 7 9 13 6 4 7 Rit 72
2011 Scuderia Vettura                                       Punti Pos.
Mercedes MGP W02 Rit 9 8 12 6 Rit 4 17 9 8 Rit 5 5 Rit 6 Rit 5 7 15 76
2012 Scuderia Vettura                                         Punti Pos.
Mercedes F1 W03 Rit 10 Rit 10 Rit Rit 2
Legenda 1º posto 2º posto 3º posto A punti Senza punti/Non class. Grassetto – Pole position
Corsivo – Giro più veloce
Squalificato Ritirato Non partito Non qualificato Solo prove/Terzo pilota

Riepilogo statistiche in ogni singolo Gran Premio

(Aggiornato dopo il Gran Premio di Monaco 2012)

Gran Premio Disputati Poles Giri veloci Podi Hat-Tricks Vittorie Anno di vittoria Ritiri
Abu Dhabi 2 0 0 0 0 0 1
Argentina 4 0 1 2 0 1 1998 3
Australia 19 3 5 6 2 4 2000, 2001, 2002, 2004 10
Austria 6 2 2 4 1 2 2002, 2003 1
Bahrain 6 2 1 2 1 1 2004 1
Belgio 14 1 4 9 1 6 1992, 1995, 1996, 1997, 2001, 2002 3
Brasile 17 1 5 10 0 4 1994, 1995, 2000, 2002 1
Canada 17 6 4 12 1 7 1994, 1997, 1998, 2000, 2002, 2003, 2004 1
Cina 6 0 1 1 0 1 2006 2
Corea 2 0 0 0 0 0 1
Europa 14 3 6 8 2 6 1994, 1995, 2000, 2001, 2004, 2006 2
Francia 16 4 5 11 2 8 1994, 1995, 1997, 1998, 2001, 2002, 2004, 2006 4
Germania 16 2 4 7 1 4 1995, 2002, 2004, 2006 2
Giappone 18 8 4 9 2 6 1995, 1997, 2000, 2001, 2002, 2004 5
Gran Bretagna 17 1 3 7 0 3 1998, 2002, 2004 4
India 1 0 0 0 0 0 0
Italia 15 3 2 8 1 5 1996, 1998, 2000, 2003, 2006 2
Lussemburgo 2 1 0 1 0 0 1
Malesia 11 5 2 5 0 3 2000, 2001, 2004 1
Messico 1 0 0 1 0 0 0
Monaco 18 4 5 7 1 5 1994, 1995, 1997, 1999, 2001,2012 6
Pacifico 2 0 2 2 0 2 1994, 1995 0
Portogallo 5 0 0 3 0 1 1993 0
San Marino 15 5 5 12 1 7 1994, 1999, 2000, 2002, 2003, 2004, 2006 3
Singapore 2 0 0 0 0 0 1
Spagna 19 7 7 12 3 6 1995, 1996, 2001, 2002, 2003, 2004 2
Stati Uniti 7 4 3 7 1 5 2000, 2003, 2004, 2005, 2006 0
Sudafrica 2 0 0 0 0 0 1
Turchia 4 0 1 1 0 0 1
Ungheria 16 7 4 7 2 5 1994, 1998, 2001, 2004 4

Record fatti registrare in Formula 1

(Aggiornato dopo il Gran Premio di Monaco 2012)

 
Schumacher nel 2002.
Record[72] Numero
Maggior numero di titoli mondiali 7 (1994, 1995, 2000, 2001, 2002, 2003, 2004)
Maggior numero di titoli mondiali consecutivi 5 (dal 2000 al 2004)
Maggior numero di titoli mondiali vinti da campione in carica 5 (1995 e dal 2001 al 2004)
Maggior numero di Gran Premi disputati con la stessa scuderia 180 con la Ferrari
Maggior numero di vittorie 91
Maggior numero di vittorie consecutive: 7 (nel 2004) a pari merito con Ascari
Maggior numero di vittorie in una stagione: 13 (su 18 gare nel 2004)
Maggior numero di vittorie con la stessa scuderia 72 con la Ferrari
Maggior numero di podi con la stessa scuderia 116 con la Ferrari
Maggior numero di vittorie nello stesso GP 8 al Gran Premio di Francia (Magny-Cours)
Maggior numero di Gran Premi diversi in cui ha vinto almeno una volta 22
Maggior numero di Stati diversi in cui ha vinto almeno un GP 20
Maggior numero di circuiti diversi in cui ha vinto almeno un GP 23
Maggior lasso di tempo tra la prima e l'ultima vittoria 14 anni, 1 mese e 2 giorni
Maggior numero di stagioni consecutive in cui ha realizzato almeno una vittoria 15
Maggior numero di stagioni consecutive in cui ha realizzato almeno una pole position 13
Maggior numero di secondi posti 43
Maggior numero di arrivi sul podio 154
Maggior numero di arrivi sul podio consecutivi 19 (dal GP degli USA 2001, al GP del Giappone 2002)
Maggior numero di arrivi sul podio in una stagione 17 (su 17 gare nel 2002 pari al 100%)
Maggior numero di arrivi a punti 215
Maggior numero di arrivi a punti consecutivi 24 (dal GP d'Ungheria 2001, al GP della Malesia 2003)
Maggior numero di giri al comando 5.111 (per un totale di 24.148 km in 143 Gran Premi diversi)[73]
Maggior numero di pole position 68
Maggior numero di partenze dalla prima fila 116
Maggior numero di giri più veloci in gara 76
Maggior numero di giri più veloci in gara in una stagione 10 (su 18 gare nel 2004) eguagliato da Räikkönen nel 2005 e nel 2008
Maggior numero di double (pole position e vittoria) 40
Maggior numero di double (pole position e vittoria) consecutivi 6 (dal GP d'Italia 2000, al GP della Malesia 2001)
Maggior numero di hat-trick (pole position, vittoria e giro veloce) 22
Maggior numero di hat-trick nella stessa stagione 5 (nel 2004) a pari merito con Ascari
Maggior numero di punti conquistati 1.519
Minor numero di gare per l'assegnazione matematica del mondiale 11 su 17, pari al 64,7% delle gare totali (2002)

I record che Schumacher non ha ancora battuto sono quelli che riguardano il maggior numero di Gran Premi disputati detenuto da Rubens Barrichello (326), quello del maggior numero di pole position in una stagione detenuto da Sebastian Vettel (15, contro le 11 di Schumacher), e per il maggior numero di pole position consecutive detenuto da Ayrton Senna (8, contro le 7 del tedesco).

Riepilogo carriera

(Aggiornato dopo il Gran Premio di Monaco 2012)

 
Michael Schumacher nel 2004.
Stagione Categoria Team Gare Vittorie Pole position Giri più veloci Podi Punti Posizione Finale
1988 Campionato Europeo Formula Ford Eufra Racing 4 1 1 0 3 50 2
Campionato tedesco Formula Ford 7 3 0 0 5 124 6
Formula König Hoecker Sportwagenservice 10 9 1 1 10 192 1
1989 Campionato Formula 3 tedesca WTS Racing 12 2 2 0 7 163 3
Coppa Europea di Formula 3 1 0 0 0 0  N/A NC
Gran Premio di Macao 1 0 0 0 0  N/A NC
1990 Campionato del Mondo Sport Prototipi Team Sauber Mercedes 3 1 0 1 3 21 5
Campionato Formula 3 tedesca WTS Racing 11 5 6 4 7 148 1
Coppa Europea di Formula 3 1 0 1 1 0  N/A NC
Gran Premio di Macao 1 1 0 0 0  N/A 1
1991 Campionato del Mondo Sport Prototipi Team Sauber Mercedes 8 1 0 2 2 43 9
Dtm Zakspeed Mercedes 4 0 0 0 0 0 NC
Formula 3000 giapponese Team Le Mans 1 0 0 0 1 6 12
Formula Uno Jordan 1 0 0 0 0 0 14
Benetton 5 0 0 0 0 4
1992 Formula Uno Benetton 16 1 0 2 8 53 3
1993 Formula Uno Benetton 16 1 0 5 9 52 4
1994 Formula Uno Benetton 14 8 6 8 10 92 1
1995 Formula Uno Benetton 17 9 4 8 11 102 1
1996 Formula Uno Ferrari 16 3 4 2 8 59 3
1997 Formula Uno Ferrari 17 5 3 3 8 78 SQ
1998 Formula Uno Ferrari 16 6 3 6 11 86 2
1999 Formula Uno Ferrari 10 2 3 5 6 44 5
2000 Formula Uno Ferrari 17 9 9 2 12 108 1
2001 Formula Uno Ferrari 17 9 11 3 14 123 1
2002 Formula Uno Ferrari 17 11 7 7 17 144 1
2003 Formula Uno Ferrari 16 6 5 5 9 93 1
2004 Formula Uno Ferrari 18 13 8 10 15 148 1
2005 Formula Uno Ferrari 19 1 1 3 5 62 3
2006 Formula Uno Ferrari 18 7 4 7 12 121 2
2007 Ritirato
2008 Ritirato
2009 Ritirato
2010 Formula Uno Mercedes 19 0 0 0 0 72 9
2011 Formula Uno Mercedes 19 0 0 0 0 76 8
2012* Formula Uno Mercedes 6 0 1 0 0 2
Totale - - 358 114 79 85 193 2266 -

*Stagione in corso.

Il casco di Michael Schumacher

Il casco originale di Schumacher era principalmente bianco con i colori della bandiera tedesca nella parte posteriore. Nella parte superiore invece era caratterizzato da un cerchio blu con degli asteroidi bianchi. Michael, con l'arrivo di Jos Verstappen alla Benetton, applicò tre bande orizzontali rosse nella parte frontale (sopra la visiera) del suo casco per una maggiore distinzione tra i caschi dei due piloti. Una volta approdato alla Ferrari aggiunse sul retro del casco (dove era presente la bandiera tedesca, precisamente sul colore giallo) un cavallino rampante. Dal Gran Premio di Monaco del 2000, per differenziare il suo casco, che aveva colori molto simili a quelli del suo compagno di squadra Rubens Barrichello, Schumacher cambiò completamente colore, sfoggiando un casco principalmente tutto rosso con la bandiera della Germania nella parte posteriore.

Con il ritorno all'attività alla guida della Mercedes GP, è stato aggiunto nella parte frontale del casco (al centro sopra la visiera) il simbolo della Mercedes; la bandiera tedesca, presente nella parte posteriore, è stata rimossa così come il cavallino rampante (che simboleggiava il precedente Team di appartenenza). Al loro posto sono stati applicati due dragoni cinesi. In prossimità della parte superiore è stata applicata una banda nera (contenente il nome di uno sponsor) disposta a semicerchio (dalla parte sinistra ruota intorno al casco fino alla parte destra). Nella parte superiore del casco sono presenti sette stelle che stanno a simboleggiare i sette titoli mondiali vinti dal pilota tedesco.

In occasione dell'anniversario per i vent'anni di Formula 1 - celebrato nel Gran Premio del Belgio - è stato prodotto un casco inedito con il quale Schumacher ha corso per l'intero evento. Il casco era principalmente dorato placcato da una sottile di 100 lamine d’oro di 5 cm di spessore[74]. Nella parte superiore così come in quella posteriore, è stato confermato il design del casco usuale: sempre con la banda nera disposta a semicerchio, le sette stelle dei campionati vinti (questa volta colorate di nero), e i due dragoni sul retro. Nella parte laterale del casco invece è stata applicata una banda verticale nera - che scende dal semicerchio posizionato nella parte superiore - disposta diagonalmente che scende fino alla parte inferiore del casco. La banda viene interrotta centralmente dalla targa che celebra i vent'anni di F1, difatti vi sono raffigurate le sette stelline tra la data dell'anno d'esordio in F1 (posizionata sopra di esse) e quella della stagione in corso (posizionata sotto).

Vita privata

Famiglia

Il fratello Ralf è stato fino al 2007 un altro pilota del mondiale di Formula 1. Sposato dall'agosto 1995 con Corinna (già fidanzata di Heinz-Harald Frentzen, che lasciò proprio per l'attuale marito) Michael Schumacher ha due figli, Gina Maria nata a febbraio del 1997 e Mick nato a marzo del 1999; la famiglia vive nel Canton Vaud in Svizzera dal 1996. Nel 2007 Schumacher ha fatto costruire a Gland, sul Lago di Ginevra una grandissima villa,[75] che è stata ultimata il 28 novembre.[76] Possiede anche un'abitazione e un autodromo a Kerpen, dove è cresciuto un altro pilota di Formula 1: Sebastian Vettel. È di recente diventato proprietario di un team di kart, il KSM motorsport, acronimo di Kaiser, Schumacher e Muchow.[77]

Cinema e tv

Schumacher è a volte, direttamente o indirettamente, presente in alcuni film. La sua prima apparizione risale al 2006, quando nel cartone animato Cars - Motori ruggenti della Pixar venne raffigurato con l'aspetto di una Ferrari F430. Lo stesso Schumacher doppiò poi la voce della vettura in tutte le lingue e nella versione italiana pronuncia anche una frase in dialetto modenese.[78] Nel 2008 è apparso nel film Asterix alle Olimpiadi nel ruolo di un condottiero di bighe chiamato Schumix, recitando insieme a Jean Todt.[79]

Schumacher ha interpretato il ruolo del misterioso pilota The Stig nel programma Top Gear della BBC, anche se ci sono dei dubbi sul fatto che sia lui il vero interprete di questo personaggio[80]

Iniziative benefiche

Schumacher è uno sportivo molto attivo nel campo della beneficenza; dal 2002 ambasciatore speciale dell'UNESCO al quale ha donato un milione e cinquecentomila euro,[81] inoltre nel 2004 ha anche fatto una cospicua donazione per le vittime dello tsunami del 2004.[82] Il pilota tedesco per molti anni ha giocato a calcio con la nazionale piloti e ha partecipato a varie partite il cui ricavato era devoluto in beneficenza. Nel 2009 per esempio ha partecipato ad una partita di calcio tenutasi a Coriano contro la squadra del San Patrignano nella quale[83] l'incasso è stato devoluto alle vittime del terremoto dell'Abruzzo.[84]

Riconoscimenti

  • Pilota dell'anno dell'ADAC nel 1992
  • Intitolazione della "S Schumacher" sul circuito del Nurburgring 2007
  • Premio dello Sport di AvD nel 1994
  • Sportivo tedesco dell'anno nel 1995 e nel 2004
  • Leone d'Oro di RTL nel 1997
  • Sportivo mondiale dell'anno della Gazzetta dello Sport nel 2001 e 2002
  • Campione dei Campioni de L'Équipe nel 2001, 2002 e 2003
  • Sportivo europeo dell'anno nel 2001, 2002 e 2003
  • Cittadinanza onoraria della Città di Modena dal 2001
  • Sportivo dell'anno ai Laureus World Sports Awards nel 2002 e 2004
 
Schumacher nel 2007.
  • Campione di Sport dell'Unesco nel 2002
  • Ambasciatore onorario della Repubblica di San Marino dal 2003
  • Atleta del secolo nel 2004
  • Cittadinanza onoraria della Città di Maranello dal 2006
  • Medaglia d'oro per gli sport motoristici della FIA nel 2006[85]
  • Volante d'oro nel 1993 e 2011
  • Ambasciatore svizzero per gli Europei di calcio 2008[86]
  • Premio Principe delle Asturie nel 2007
  • Premio speciale della Deutscher Fernsehpreis nell 2007
  • Sportivo dell'anno di GQ nel 2010

È stato inoltre candidato altre quattro volte per il premio "sportivo dell'anno".[87]

Onorificenze

— Parigi, 29 aprile 2010. Di iniziativa del primo ministro François Fillon[89]

Note

  1. ^ (EN) Michael Schumacher - the end of an era, su formula1.com, 10-9-2006. URL consultato il 1-1-2010.
  2. ^ Jochen Rindt, infatti, seppur nato in Germania vinse il titolo con i colori austriaci
  3. ^ (EN) Schumacher tops F1 supporter poll, in BBC Sport, 27 settembre 2006. URL consultato il 06-03-2008.
  4. ^ Michael Schumacher, in f1box.it. URL consultato il 04-03-2008.
  5. ^ Timothy Collings, Team Schumacher, Highdown, 2005, pp. 35-37, ISBN 1-905156-03-0.
  6. ^ World Cup 125 Super-ICC Euro Champs, intervista a Zanardi, 2003. URL consultato il 06-03-2008.
  7. ^ (EN) driverdb.com, http://www.driverdb.com/standings/159-1988/stats/. URL consultato il 7-3-2012.
  8. ^ (EN) Le Mans Register 1991, in formula2.net. URL consultato il 04-03-2008.
  9. ^ Luc Domenjoz, Michael Schumacher : Rise of a genius, Parragon, 2002, pp. 10-12, 170-171, ISBN 0-75259-228-9.
  10. ^ Timothy Collings, The Piranha Club, Virgin Books, 2004, p.17, ISBN 0-7535-0965-2.
  11. ^ (EN) “He was on it from the word go” – Schumacher’s debut remembered, f1fanatic.co.
  12. ^ (EN) 1991 Belgian Grand Prix, in Sito ufficiale della Formula 1. URL consultato il 01-03-2008.
  13. ^ a b (EN) Icon vs icon: Schumacher vs Senna, in grandprix.com, 21 settembre 2001. URL consultato il 04-03-2008.
  14. ^ Leo Turrini, F1'92 L'anno di Mansell, Vallardi & Associati, 1992, p.42, ISBN 88-85202-30-6.
  15. ^ Autosprint, Autosprint n.28/1992, pag.38
  16. ^ Carlo Grandini, Prove di trionfo annunciato: oltretutto la Williams corre in casa, in Corriere della Sera, 9 luglio 1993, p. 34. URL consultato il 24-2-2010.
  17. ^ (EN) Benetton, in newsf1.com, 1999. URL consultato il 05-03-2008.
  18. ^ Enrico Mapelli, I dati della Formula 1, Nada, 2000, p. 169, ISBN 88-7911-217-1.
  19. ^ (EN) Grand Prix Driver's Association, where Racers Cease to Compete, in formula1.com. URL consultato il 20-03-2008.
  20. ^ Christopher Hilton, Michael Schumacher: The whole story, Haynes, 2006, pp.118-120, ISBN 1-84425-008-3.
  21. ^ Alan Henry, Wheel to Wheel: Great Duels of Formula One Racing, Weidenfeld Nicolson Illustrated, 1996, p. 117, ISBN 0-7538-0522-7.
  22. ^ (EN) Now we are 76...: Murray Walker, in grandprix.com, 18 ottobre 1999. URL consultato il 30-11-2007.
  23. ^ f1nostalgia.blogspot.com, http://f1nostalgia.blogspot.com/2008/08/o-que-voc-esta-fazendo-ai-michael.html.
  24. ^ McMaster, p. 25.
  25. ^ McMaster, p. 23.
  26. ^ (EN) FIA World Motor Sport Council - 11 November 1997 (PDF), in FIA, 11 novembre 1997. URL consultato il 29-02-2008.
  27. ^ (EN) The lost honor of Michael Schumacher, in GrandPrix.com, 03 novembre 1997. URL consultato il 01-03-2008.
  28. ^ www2.raisport.rai.it, http://www2.raisport.rai.it/news/sport/auto/199709/12/3419a2e007350/.
  29. ^ (EN) Crash was my fault, Coulthard admits, in Reuters, 7 giugno 2003. URL consultato il 04-03-2008.
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  33. ^ La Ferrari pronta a graffiare (XML), in gazzetta.it, 16 giugno 1999. URL consultato il 07-03-2008.
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  37. ^ Irvine: "me ne vado se Schumi torna prima guida", in La Repubblica.it, 11 agosto 1999. URL consultato il 07-03-2008.
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  40. ^ Paolo D'Alessio, F1 2002. La cronaca e le foto più belle del campionato, SEP Editrice, 2002, p. 169, ISBN 88-87110-26-3.
  41. ^ (EN) Schumacher steals Austrian win, in BBC Sport, 12 maggio 2002. URL consultato il 24-10-2006.
  42. ^ (EN) Stephen Wade, Formula One closes door on team orders, in USA Today, 28 ottobre 2002. URL consultato il 28-10-2008.
  43. ^ (EN) F1 Commission declaration, in FIA, 28 ottobre 2002. URL consultato il 30-10-2006.
  44. ^ D'Alessio, p. 149.
  45. ^ D'Alessio, p. 153.
  46. ^ D'Alessio, p. 157.
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  50. ^ Monaco, 70 edizioni di pathos: storie e personaggi, curva per curva, 23 maggio 2011. URL consultato il 23 maggio 2011.
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Bibliografia

Fonti primarie

In italiano
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  • Leo Turrini, Schumacher - La leggenda di un uomo normale, Mondadori, 2005, ISBN 88-04-54660-3.
  • Pino Casamassima, Michael Schumacher. Un cannibale in F.1, Bevivino, 2004, ISBN 88-88764-32-1.
  • Paolo D'Alessio, Michael Schumacher, Gribaudo, 2004, ISBN 88-8058-870-2.
  • Luca Dal Monte, Il Tedesco Volante e la Leggenda Ferrari, Baldini Castoldi Dalai, 2004, ISBN 88-8490-670-9.
  • Beppe Donazzan, Oltre il mito. Michael Schumacher dalla A alla Z, Limina, 2004, ISBN 88-88551-61-1.
In inglese
  • James Allen, Michael Schumacher:Driven to Extremes, Bantam Books, ISBN 0-553-81214-9.
  • James Allen, Edge of Greatness, Headline, 2007, ISBN 978-0-7553-1678-6.
  • Timothy Collings, Team Schumacher, Highdown, 2005, ISBN 1-905156-03-0.
  • Timothy Collings, The Piranha Club, Virgin Books, 2004, ISBN 0-7535-0965-2.
  • Luc Domenjoz, Michael Schumacher:Rise of a genius, Parragon, 2002, ISBN 0-7525-9228-9.
  • Alan Henry, Wheel to Wheel:Great Duels of Formula One Racing, Weidenfeld Nicolson Illustrated, 1996, ISBN 0-7538-0522-7.
  • Christopher Hilton, Michael Schumacher:The greatest of all, Haynes, 2003, ISBN 1-84425-044-X.
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  • Sabine Kehm, Michael Schumacher. Driving Force, Random House, 2003, ISBN 0-09-189435-2.
  • Steve Matchett, Life in the Fast Lane:The Story of the Benetton Grand Prix Year, 1995, ISBN 0-297-81610-1.
  • Steve Matchett, The Mechanic's Tale:Life in the Pit Lanes of Formula One, 1999, ISBN 0-7603-0754-7.
  • Richard Williams, The Death of Ayrton Senna, Bloomsbury, 1999, ISBN 0-7475-4495-6.
In tedesco
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  • Pino Casamassima, Die Geschichte der Scuderia Ferrari, Heel, 1999, ISBN 3-89365-745-2.
  • Sabine Kehm, Michel Comte, Michael Schumacher. Die offizielle und autorisierte Inside Story zum Karriere-Ende, München, Süddeutsche Zeitung, 2006, ISBN 3-86615-403-8.
  • Willy Knupp, Red Magic. Michael Schumacher und Ferrari, Hart am Limit, 2002, ISBN 3-613-30377-9.
  • Willy Knupp, Danke, Schumi! Die Michael Schumacher-Story, Düsseldorf, Zeitgeist Media, 2006, ISBN 3-926224-59-2.
  • Ferdi Kräling, Helmut Zwickl, Michael Schumacher – SCHUMI. Simply the Best, Heel, 2001, ISBN 3-89880-015-6.
  • Achim Schlang, Michael Schumacher. Alle Siege des Rekordchampions, Stoccarda, Motorbuch, 2006, ISBN 3-613-02762-3.
  • Rainer W. Schlegelmilch, Michael Schumacher – Eine Weltkarriere, Heel, Königswinter, 2006, ISBN 3-89880-701-0.
  • Karin Sturm, Michael Schumacher. Der erste deutsche Formel-1-Weltmeister, Ullstein, 1994.
  • Karin Sturm, Michael Schumacher. Mensch und Mythos. Mit einem Vorwort von Christian Danner, Herbig, 2001, ISBN 3-7766-2326-8.
  • Karin Sturm, Michael Schumacher – Eine Ära geht zu Ende. Die Geschichte einer Weltkarriere, München, Herbig, 2006, ISBN 3-7766-2502-3.
  • Mary Thürmer, Markus Götting, Michael Schumacher. Die Erfolgsstory des 1. Deutschen Formel-1-Weltmeisters, Heyne, 1994, ISBN 3-453-08951-0.
  • Helmut Uhl, König Schumi. Sein Leben – Seine Siege – Seine Tränen, Augsburg, Weltbild, 2006, ISBN 3-89897-598-3.

Fonti secondarie

  • Leo Turrini, F1'92 L'anno di Mansell, Vallardi & Associati, 1992, ISBN 88-85202-30-6.
  • Tom Roberts, F1 93. Il Campionato mondiale di Formula 1 nelle foto a colori più spettacolari, Vallardi & Associati, 1993, ISBN 88-85202-27-6.
  • Colin McMaster, F1 95. World Championship photographic review, Vallardi & Associati, 1995, ISBN 88-85202-48-4.
  • Colin McMaster, F1 96. Dietro le quinte, Vallardi & Associati, 1996, ISBN 88-86869-02-9.
  • Roberto Boccafogli, F1 1998 La prima volta di Hakkinen, SEP Editrice, 1998.
  • Paolo D'Alessio, F1 2002. La cronaca e le foto più belle del campionato, SEP Editrice, 2002, ISBN 88-87110-26-3.
  • Paolo D'Alessio, F1 2003. La cronaca e le foto più belle del campionato, SEP Editrice, 2003, ISBN 88-87110-41-7.

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