Stanze dal Libro di Dzyan

Template:Orfano Le Stanze di Dzyan vengono descritte da Helena Petrovna Blavatsky nel libro di teosofia La dottrina segreta (The secret doctrine), pubblicato nel 1888, come parte di un poema esoterico tibetano molto antico, il libro di Dzyan o semplicemente Dzyan, che sarebbe servito come base per la redazione de La dottrina segreta.
Delle Stanze di Dzyan non è stata ritrovata alcuna fonte originale ne si ha alcuna citazione anteriore alla pubblicazione della Blavatsky o esterna alle pubblicazioni del movimento teosofico. Viene considerato generalmente come una sorta di pseudobiblium ovvero un libro inventato, ma citato come vero.

La Blavatsky lo descrive come un manoscritto antico di millenni redatto in lingua Senzar[1] e conservato in un luogo segreto del Tibet. Redatto su foglie di palma, ma rese indeperibili e resistenti al fuoco, all'acqua grazie ad un processo sconosciuto, il libro di Dzyan svelerebbe tutti i segreti dell'origine e dell'evoluzione dell'uomo fino alla distruzione di Atlantide.

Altri versi attribuiti alle Stanze di Dzyan sono stati pubblicati da Alice Bailey in A Treatise on Cosmic Fire nel 1925. È stato commentato, pubblicato più volte e riconosciuto come testo realmente esistente più o meno acriticamente dalla Società Teosofica. David Reigle, un orientalista affiliato alla Teosofia, lo reputa connesso ad un testo del Buddhismo Vajrayana, il Kalachakra Tantra.

Le Stanze di Dzyan hanno avuto anche una certa fortuna narrativa. Sono citate nel racconto horror-fantastico Il diario di Alonzo Typer[2] scritto da Howard Phillips Lovecraft nel 1935 come uno dei testi su cui sono fondati i miti di Chtulhu al pari del famoso Necronomicon. Come tale Dzyan viene ripreso dallo scrittore August Derleth[3] fino a tutte le edizioni del gioco di ruolo Il richiamo di Cthulhu della Chaosium.

In Alone in the Dark del 2001 un fumetto tratto dalla famosa serie di videogiochi omonima ispirata ai miti di Cthulhu, Dzyan viene considerato il lascito di una antica razza di alieni vissuta milioni di anni prima nell'Antartide similmente alla Grande razza di Yith descritta da Lovecraft.

Note

  1. ^ Si tratterebbe, secondo la Blavatsky, di una lingua asiatica misteriosa basata su logogrammi e antecedente il sanscrito, ma [[Mutua intelligibilità|intelligibile], tuttavia, a qualunque iniziato alle discipline esoteriche.
  2. ^ Si tratta di uno dei racconti scritti a pagamento da Lovecraft per conto terzi; in questo caso per William Lumley che gli inviò la trama del racconto poi sviluppata liberamente dallo scrittore di Providence.
  3. ^ Che oltre a ampliare la complessa mitologia dell'universo lovecraftiano, fonda nel 1939 l'Arkam House, la storica casa editrice che si occuperà, assieme alla Necronomicon Press, della pubblicazione dell'intera opera di Lovecraft.

Bibliografia

  • Helena Blavatsky, La dottrina segreta volume I, Edizioni Teosofiche Italiane, Vicenza 2005
  • Howard Phillips Lovecraft, Tutti i racconti. 1931-1936, Mondadori Milano 1992
  • [1] Alcuni articoli di David Reigle estratti da: David e Nancy Reigle, Blavatsky's Secret Books, DeVorss Pubblications 1999