Ignazio Perricci

artista e decoratore italiano

Ignazio Perricci (Monopoli, 1837Napoli, 4 maggio 1907) è stato un artista e decoratore italiano.

Biografia

Visse la sua infanzia a Monopoli e dopo aver compiuto gli studi della scuola dell’obbligo, divenne allievo del decoratore Antonio Conti, pittore a marmo della provincia di Como, che all’epoca operava a Monopoli e da lui apprese i primi rudimenti dell’attività artistica. Forse fu lo stesso Conti ad incoraggiarlo a trasferirsi a Napoli, maggiore centro culturale, politico, economico, artistico, musicale, sociale e religioso del Mezzogiorno, dove, a contatto con quella società viva e progressista, avrebbe potuto esprimere tutte le sue capacità, frequentando l’Istituto di Belle Arti. Così fece e studiò pittura ed architettura, bene inserendosi nell'ambiente artistico partenopeo.

Nel 1868 nacque la sua unica figlia Rosa, che poi sposerà un certo Lo Savio e andrà a vivere a Roma.

Perricci morirà in solitudine a Napoli in via Riviera di Chiaia numero 14.

Opere

All’età di 20 anni decorò con alcune pitture la Villa Reale La Favorita di Portici sotto la direzione di Michele Gagliani e si impegnò nel restauro decorativo della Chiesa di Santa Brigida di Napoli. Nel 1856 insieme al collega tranese Biagio Molinaro vinse il concorso per la decorazione della gran sala destinata alla Corte Suprema di Giustizia di Castel Capuano. Sempre con Biagio Molinaro decorò la Cattedrale di Troia e in seguito decorò il Teatro Comunale di Trani.

La sala consiliare di Monopoli è intitolata ad Ignazio Perricci. Il Perricci istituì a Napoli una Scuola per Decoratori ed esordì come pittore da cavalletto alla Prima Mostra della Promotrice Napoletana, esponendo nel 1862 un’opera ad olio: Savonarola al letto di Lorenzo dei Medici. Il dipinto fu acquistato dal Comune di Napoli e collocato nelle Sale del Palazzo San Giacomo. Nel 1865 Giuseppe Fiorelli e Michele Ruggiero gli affidarono le decorazioni di alcune sale del Museo Nazionale di Napoli.

Nel 1869, insieme a Morelli, Alvino, Bobbio e Francesconi, progettò la culla per Vittorio Emanuele III, Principe di Napoli. Nello stesso anno divenne Professore presso l’Istituto di Belle Arti a Napoli. Insegnò Pittura Ornamentale e Decorativa fino al 1907 e divenne, a pieno titolo, Caposcuola della Scuola Decorativa Partenopea. Nel 1871, per ordine del cardinale Riario Sforza, provvide a decorare l’abside del Duomo di Napoli. Fra il 1870 e il 1872 eseguì numerosi lavori al castello di Corigliano. Fu fondatore con Gaetano Filangeri, Filippo Palazzi e Domenico Morelli del Museo Artistico Industriale, dove anche insegnò per alcuni anni. Fu Membro del Real Istituto d'Incoraggiamento. A Napoli decorò, fra l’altro, le Sale del Consiglio Provinciale, il Palazzo Bovino, le Sale del Palazzo Vonwiller, la Sala da Ballo del Palazzo Compagna, la Sala per la Società Storica Napoletana, il Teatro Nuovo.

A Monza decorò il Palazzo Reale, avvalendosi della collaborazione di Salvatore Postiglione. Al Castello Ducale di Corigliano Calabro, nella Sala del Trono, venne realizzato da Ignazio Perricci il Salone degli Specchi, capolavoro questo dell'arte decorativa barocco napoletana. Il soffitto è affrescato con effetto trompe l'oeil, ossia con una prospettiva aperta su un cielo stellato denominato il "palcoscenico della vita". A Roma tra il 1873 e il 1879 affrescò il meraviglioso Salone da Ballo, la Sala degli Specchi e altre stanze del Quirinale e alcune stanze di Montecitorio. A Torino lavorò al Museo Civico e partecipò all’Esposizione Nazionale del 1880 con due dipinti: Faone tra le allieve di Saffo e La primavera, quest’ultimo conservato nel Municipio di Monopoli. Nel 1881, insieme a Morelli, Dalbono e all’Arch. Raimondi, eseguì un progetto architettonico, presentato al Municipio di Napoli, per un Casinò artistico da realizzarsi nella Villa Comunale.

Ammirava ed amava l’arte antica. Per questo motivo si recava spesso a Roma presso la Basilica di San Pietro per ammirare tutte quelle bellezze classiche. Il Perricci nelle sue opere si rifà all’arte classica che però interpreta in modo originale e con dovizia di particolari, con tecniche acquisite nella sua lunga e feconda esperienza di pittore, di scultore, di architetto e di decoratore, cercando sempre una completa e armoniosa sintesi e fusione dei suoi diversi modi espressivi.