Eterofobia
L'eterofobia è una parola composta dalla radice etero-, dal greco "hetero", che significa "altro, diverso", e dal suffisso -fobia, cioè "paura, rifiuto". Indica quindi, secondo un'interpretazione etimologica, la generica avversione per tutto ciò che è ritenuto diverso da sé, senza una specifica connotazione di etnia, sesso, religione, o orientamento (ne è un esempio la xenofobia).[1][2][3]
Esistono anche altre accezioni del termine eterofobia.
Nel libro Heterophobia: Sexual Harassment and the Future of Feminism della scrittrice femminista Daphne Patai, l'"eterofobia" è definita come la paura di comportamenti o relazioni con un membro del sesso opposto, ed è usata come elemento di critica di ciò che sono ritenute le tendenze all'interno del movimento femminista. Secondo la scrittrice infatti il femminismo è diventato virulentemente anti-maschile, al punto che le donne all'interno del movimento che si relazionano con gli uomini o che li amano vengono ostracizzate.
Il termine viene anche usato dallo psicologo Bernard Chapin, per indicare una presunta discriminazione che si compierebbe nei confronti degli eterosessuali a seguito della richiesta da parte della comunità LGBT dell'estensione dei diritti che oggi sono riservati soltanto agli eterosessuali, e per porre polemicamente in discussione la validità del termine omofobia, quando di esser tali vengono tacciate le manifestazioni di dissenso contrarie a tale estensione dei diritti.[4]
Si potrebbe anche considerare nella categoria la segregazione sessuale attuata, per esempio, nelle scuole.
Note
- ^ (FR) Alain Bihr, Parcours de la xénophobie: de l'hétérophobie au ressentiment, Association Parole sans frontière, 5 novembre 2006
- ^ (FR) Annamaria Rivera, Hétérophobie et subjectivité de l'immigré, Attac France, 2 juillet 2002
- ^ Eterofobia - Paura del sesso opposto
- ^ On Heterophobia, su freerepublic.com.
Voci correlate
Collegamenti esterni
- (EN) Heterophobia: The Evolution of an Idea
- (EN) Gay rights plans 'heterophobic' , BBC news