Un sistema a tempo discreto trasforma la successione in ingresso in un'altra successione , data dalla convoluzione discreta con la risposta alla delta di Kronecker:
Gli elementi di possono dipendere da ogni elemento di . Solitamente dipende maggiormente dagli elementi in prossimità del tempo .
La maggior parte dei segnali a tempo discreto sono ottenuti da un segnale a tempo continuo considerandone il valore assunto in precisi istanti di tempo, solitamente separati da un intervallo temporale fisso . La procedura che permette di ottenere un segnale discreto a partire da uno continuo è detta campionamento, ed è alla base della conversione analogico-digitale (ADC). Essa trasforma una funzione continua nel segnale discreto:
Come nel caso di sistemi a tempo continuo, se è l'operatore di trasformazione al tempo n:
la successione:
caratterizza completamente il sistema. Per mostrare questo, dato che vale l'identità:
si ha:
L'operatore restituisce un'uscita proporzionale alla media pesata di con funzione peso data da . Se per valori di negativi il sistema è causale.
Funzione di trasferimento
Gli esponenziali del tipo , con , sono autofunzioni di un operatore lineare tempo-invariante. Infatti, detto il periodo di campionamento e , con , si supponga l'ingresso del sistema. Se è la risposta impulsiva, si ha:
La funzione:
dipende solo dal parametro z, ed è l'autovalore associato all'autovettore (autofunzione) del sistema LTI.
è la funzione di trasferimento del sistema. Di particolare interesse è il caso in cui le autofunzioni siano sinusoidi pure , con , che possono essere scritte come , dove . Per funzioni di questo tipo la funzione di trasferimento è data dalla trasformata di Fourier a tempo discreto:
Grazie alle proprietà della convoluzione, nel dominio della trasformata si ottiene una moltiplicazione:
Descrizione matematica
Un sistema stazionario o invariante alla traslazione è un sistema i cui parametri non dipendono dal tempo, ma sono costanti. Il processo fisico di cui il sistema ne è il modello è quindi un sistema di equazioni alle differenze a coefficienti costanti:
dove dove sono vettoricolonna composti rispettivamente da:
Variabili di stato in funzione del tempo n. In generale non possono essere fissate né osservate direttamente.
Variabili di stato all'istante iniziale .
Le variabili in ingresso. Ci possono essere particolari variabili di ingresso, dette disturbi o rumori, su cui non si può agire in alcun modo
Le uscite, cioè le variabili misurate da cui si deduce, a seconda delle caratteristiche di osservabilità del sistema, il valore o la stima dello stato in funzione del tempo n.
Le funzioni e non dipendono direttamente da n.
Un sistema è lineare quando dipende linearmente dalle variabili di stato e dalle variabili di ingresso:
Unendo le precedenti si ottiene il processo LIT, descritto da equazioni matriciali lineari:
dove le matrici sono costanti.
Esempio
Ad esempio, volendo analizzare la dinamica del prodotto interno lordo di una nazione, siano i consumi, gli investimenti e le spese per il governo. Se è l'uscita del sistema e l'ingresso, lo stato del sistema è dato dal vettore . Secondo il modello di Samuelson i consumi si possono assumere proporzionali al prodotto interno lordo dell'anno precedente, pertanto si ha:
e quindi con 0<m<1 dove m è la propensione marginale al consumo. Inoltre. sempre secondo tale modello gli investimenti sono proporzionali all'incremento di consumo per cui si ha:
Infine vi è l'equazione di bilancio:
Risolvendo il sistema si ricava che:
Soluzione del sistema
Si vuole risolvere l'equazione:
Si deve valutare per e pertanto si ha:
Si ottiene:
Posto si ha , e quindi la soluzione dell'equazione matriciale alle differenze è:
Occorre distinguere i seguenti casi:
ammette soltanto autovalorireali con molteplicità algebrica uguale alla molteplicità geometrica per ogni autovalore.
Autovalori reali e molteplicità algebriche e geometriche coincidenti
In tal caso considerata la matrice , n per n, le cui colonne sono gli autovettori di linearmente indipendenti che generano ciascun autospazio relativo ad ogni autovalore si ottiente, dalla teoria della diagonalizzazione delle matrici:
dove è la matrice diagonale in cui sulla diagonale principale vi sono gli autovalori di ripetuti eventualemnte ciascuno con la propria molteplicità. In particolare, se gli autovalori di sono reali e distinti sulla matrice diagonale vi saranno gli n autovalori distinti di . Essendo allora:
pertanto, la soluzione dell'equazione matriciale alle differenzè è:
mentre la risposta forzata nello stato, ottenuta ponendo , è:
Inoltre la risposta libera nell'uscita per è:
mentre la risposta forzata nell'uscita' per è:
Autovalori complessi coniugati
Volendo analizzare il caso in cui ammette soltanto autovalori complessi coniugati, supponiamo che sia una matrice 2 per 2 e siano ( è l'unità immaginaria), i due autovalori complessi coniugati di , e siano , i due autovettori complessi coniugati corrispondenti. Allora, applicando la definizione di autovalore e di autovettore si ha la seguente equazione algebrica:
dove è la matrice identica di dimensione 2, che si può scrivere separando parte reale e parte immaginaria nella forma:
Affinché l'equazione sia vera è necessario che parte reale e parte immaginaria si annullino entrambe pertanto si ha il sistema:
che può essere posto nella forma:
Pertanto se si pone uguale alla matrice le cui colonne sono la parte reale e immaginaria dei due autovettori complessi coniugati si ha che:
Rappresentando il numero complesso nel piano di Gauss se è il modulo e l'argomento si ha:
e
pertanto:
Si dimostra per induzione che:
Pertanto la soluzione dell'equazione matriciale alle differenze è:
Autovalori reali e autovalori complessi coniugati
Si supponga che la matrice di ordine n ammetta autovalori reali distinti a cui corrispondono autovettori distinti allora si hanno le seguenti equazioni:
Si supponga inoltre che la matrice ammetta coppie di autovalori complessi coniugati la cui p-esima coppia è: e a cui corrisponde la coppia di autovettori complessi coniugati e allora per quanto visto nel caso precedente per la p-esima coppia, se è il modulo dell'autovalore p-esimo e il suo argomento si ha:
Ora posto uguale alla matrice le cui colonne sono i autovettori corrispondenti agli autovalori reali e le parti reali e immaginarie delle coppie di autovettori complessi coniugati, cioè: