Utente:Gianreali/Ipotesi sulle cause che hanno generato popoli più ricchi ed altri meno ricchi

Dal discorso informale alle considerazioni scientifiche

Le ipotesi che spieghino le cause che rendono od hanno reso un popolo più ricco ed altri più poveri è estremamente ampio ed in esso convergono tantissime considerazioni di tipo genetico, linguistico, sociologiche, storiche, economiche.
Esiste probabilmente un diffuso imbarazzo nell'affrontare il problema delle ipotesi sulle cause che hanno generato popoli a maggior o minor reddito.
Ad esemplificare ciò, scrive Claude Levi Strauss:

(inglese)
«This intellectual, aesthetic and sociological diversity is in no way the outcome of the biological differences, in certain observable features, between different groups of men; it is simply a parallel phenomenon in a different sphere. .... Last and most important, the nature of the diversity must be investigated even at the risk of allowing the racial prejudices whose biological foundation has so lately been destroyed .... We cannot therefore claim to have formulated a convincing denial of the inequality of the human races, so long as we fail to consider the problem of the inequality--or diversity--of human cultures, which is in fact--however unjustifiably--closely associated with it in the public mind....»
(italiano)
«Questa diversità intellettuale, estetica e sociologica [N.d.T. tra le diverse razze] non è in alcun modo il risultato di differenze biologiche di alcune caratteristiche presenti in differenti gruppi di uomini; [essa] è semplicemente un fenomeno che avviene parallelamente, in un ambito differente. ..... in ultimo, ma più importante, la natura della diversità deve essere investigata anche a rischio di permettere al pregiudizio razziale, le cui basi biologiche sono state distrutte solo così tardi....Non si può asserire di aver formulato una smentita convincente della disuguaglianza delle razze umane, se non riusciamo a considerare il problema della disuguaglianza - o diversità - delle culture umane, che sono tra loro in realtà - per quanto ingiustificatamente - strettamente associate nella mentalità comune»
 
Visione notturna del mondo. Essa mette in evidenza i diversi consumi energetici nel globo ed indirettamente la diversa distribuzione della ricchezza



Come suddividere i popoli: "quali razze e....come?"

  Lo stesso argomento in dettaglio: Razze § Utilizzo non scientifico.

I popoli possono essere suddivisi secondo vari criteri. In passato era prevalente la suddivisione in razze a seconda del colore della pelle. Ma in realtà il problema, in seguito ad alcune considerazioni, è ben più complesso:

  • 1) in primis le razze sono al disotto del raggruppamento specie, quindi forse più correttamente si dovrebbe chiamarle sottospecie. Il noto genetista contemporaneo Luigi Luca Cavalli Sforza sostiene infatti che "i differenti gruppi razziali andrebbero chiamati sottospecie, se noi adottassimo per l'uomo i criteri utilizzati da Ernst Mayr (1963) per la zoologia sistematica" .[4]
  • 2) Richard Lewontin negli anni 70 ha dimostrato che nella popolazione mondiale, la variabilita' delle proteine tra gli individui è del:
    • 85% circa all'interno di una stessa popolazione,
    • 8% all'interno delle singole razze nella distinzione delle diverse popolazioni (intese nell'accezione di cui sopra, per cui razza bianca, nera, gialla..., quindi ad esempio per differenziale gli Olandesi dagli Spagnoli....)
    • il restante 7% è la variabilità tra le diverse razze [5].

Questo ha dato un colpo difinitivo alla storica questione delle razze basate sul colore della pelle.

  • 3) Logica conclusione è l'affermazione secondo cui sarebbe possibile isolare razze totalmente diverse dalle solite tradizionalmente considerate.
  • 4) Ancora, ...fino a che punto approfondire? Ovviamente, studiando molti geni contemporaneamente, si può dimostrare una diversita' biologica (quindi a livello di proteine, enzimi, caratteri fenotipici, DNA...) significativa dal punto di vista statistico, tra gli individui. A questo punto nasce un problema: più si rende lo studio sensibile, più si possono isolare una miriade di razze diverse, per cui alla fine, come sostiene Luigi Luca Cavalli Sforza, "che utilità ha isolare la razza di Parma da quella di Reggio Emilia?". [6]
  • 5) a questo punto sorge spontaneo: se non esistono le razze, cosa esiste? Il termine più corretto sarebbe popolazioni umane od etnie
  Lo stesso argomento in dettaglio: Razza § Termine controverso.
  Lo stesso argomento in dettaglio: Etnia.
  Lo stesso argomento in dettaglio: Homo sapiens § Le popolazioni umane.
 Progetto:Forme di vita/Come leggere il tassobox
Come leggere il tassobox
Uomo
 
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
SottoregnoEumetazoa
RamoBilateria
SuperphylumDeuterostomia
PhylumChordata
SubphylumVertebrata
InfraphylumGnathostomata
SuperclasseTetrapoda
ClasseMammalia
SottoclasseTheria
InfraclasseEutheria
SuperordineEuarchontoglires
(clade)Euarchonta
OrdinePrimates
SottordineHaplorrhini
InfraordineSimiiformes
ParvordineCatarrhini
SuperfamigliaHominoidea
FamigliaHominidae
SottofamigliaHomininae
TribùHominini
SottotribùHominina
GenereHomo
SpecieH. sapiens
Nomenclatura binomiale
Homo sapiens
Linnaeus, 1758
Sottospecie
  • Homo sapiens sapiens*
  • Homo sapiens idaltu*
* dibattito in corso


(inglese)
«The classification into races has proved to be a futile exercise for reasons that were already clear to Darwin»
(italiano)
«E' stato provato che la classificazione in razze è un esercizio futile per ragioni che erano già chiare a Darwin
 
Visione attuale delle diffusione temporale e geografica degli ominidi.[8] Il paradosso che si evidenzia da tale quadro è che l'abitante originario dell'Europa, l' Homo neanderthalensis fu soppiantato dall'africano Homo sapiens, che dimostrò un molto maggior adattamento all'ambiente con pare pochi casi di incroci, tra queste due specie (circa il 4% del genoma del sapiens non africano deriva dall'uomo di Neanderthal (vedi teoria dell'ibridazione con l'uomo di Neanderthal)

Siamo tutti figli di una stessa origine primordiale?

Gli studi sulle popolazioni sono il risultato di dati tratti da studi di genetica delle popolazioni, di studi di linguistica, di studi storici. In essi appare come ipotesi più probabile la Recent out of Africa, seguita a distanza dalla Ipotesi multiregionale. Ebbene in entrambe, è comunque presente un predecessore comune uscito dall'Africa quasi due milioni di anni fa. Le teorie principalmete si basano su studi di genetiva e di linguistica.

Studi di genetica

Esistono fondamentalmente 2 teorie sulla origine dell'homo sapiens ovvero la "Recent African origin of modern humans", la ipotesi multiregionale, cui vanno aggiunte la ipotesi Out of Asia (che allo stato attuale è per lo più un contenitore di ipotesi) e la ipotesi multigenica (a cui pochissimi danno credito).

  Lo stesso argomento in dettaglio: Migrazioni dell'uomo.
Origine africana dell'Homo sapiens
 
Ipotesi: "Out of Africa II" o "Recent African origin of modern humans".Tale ipotesi implica una evoluzione darwiniana dell'uomo (vedi anche la tabella sotto riportata: Cosa implicano le diversie teorie)

La teoria più accreditata è la "Origine africana dell'Homo sapiens" secondo la quale siamo tutti originati dallo stesso ceppo di Homo erectus che circa un milione ed ottocentomila anni fa abbandonò l'Africa (anche chiamata da alcuni Out of Africa I o Prima grande diaspora dell'umanità).

 
Cavalli-Sforza sostiene che la distanza genetica tra le popolazioni sia al massimo grado tra Africa e l'Oceania (score 0.2470). Questi dati potrebbero essere contraddittori rispetto all'intuito, se ci si dovesse basare sulla apparenza fisica, in quanto gli Aborigeni australiani e gli abitanti della Nuova Guinea assomigliano agli Africani per la pelle scura e talvolta i capelli ricci. Questa grande distanza riflette il relativo lungo isolamento dell'Australia e della Nuova Guinea dalla fine della ultima glaciazione, quando il continente fu ulteriormente isolato dall'Asia, per il livello crescente del mare. La successiva maggiore distanza genica è tra l'Africa e le Americhe (score 0,2260). Ciò è comprensibile, in accordo con la Recent African origin of modern humans, considerando che l'Europa ha una variabilità genetica in generale circa tre volte inferiore rispetto ad altri continenti, ed il contributo genetico dell'Asia e dell'Africa all'Europa si pensa sia rispetivmente 2/3 ed 1/3 rispettivamente[9][10]

Successivamente in Africa comparve circa 100-200 mila anni fa,(per via evolutiva dall'homo Erectus) l'Homo Sapiens, e si allontanò dall'Africa disperdendosi ovunque.(per alcuni questa seconda fase della stessa teoria è chiamataOut of Africa II oppure Seconda grande diaspora dell'umanità).[11]

In questa visione l'Uomo di Neanderthal in Europa e l'Homo Erectus in Asia non contribuirono in alcun modo al genotipo dell'uomo moderno.

Attualmente i grandi studi genetici vengono effettuati considerando gli Aplogruppi del cromosoma Y e gli Aplogruppi mitocondriali umani.

 
Le migrazioni viste seguendo il DNA mitocondriale
 
Le migrazioni viste seguendo il cromosoma Y


Nel 1990 studi di genomica trovarono che il cromosoma Y degli uomini africani Khoisan (usando campioni tratti da parecchie tribù San) mostrava particolari aspetti di polimorfismo ben distinti dai genomi di qualunque altra popolazione. [12] Molti autori sostengono quindi che i Khoisan potrebbero essere stati la prima popolazione a differenziarsi dal più recente antenato paterno comune, il cosiddetto Adamo cromosomiale-Y che si suppone sia vissuto tra 60.000 e 90.000 anni fa per Mayell ed i circa 200.000 per Cavalli-Sforza [13][14]
Ad analoghe conclusioni sono giunti alcuni studiosi nel tracciare l'evolversi del DNA mitocondriale.
Gli autori suggeriscono che tale risultato dovrebbe solo significare che i Khoisan preservano l'antica "linea" e non che abbiano smesso di evolversi, visto che i cambiamenti successivi sono avvenuti parallelamente a quelli di altri gruppi. [12]

  Lo stesso argomento in dettaglio: Khoisan.
Ipotesi Multiregionale
  Lo stesso argomento in dettaglio: Ipotesi multiregionale.
 
Ipotesi multiregionale. Tale ipotesi implica una evoluzione lineare, non darwiniana dell'uomo (vedi anche la tabella sotto riportata: Cosa implicano le diversie teorie)

L'ipotesi multiregionale è un modello basato sull'idea che l'uomo, sorto in Africa, sia emigrato fuori dall'Africa circa 1,5-2 milioni di anni fa e da qui evoluto lungo una linea che dall'homo erectus, passando per il neanderthal, giunge fino al sapiens secondo un ordine temporale: tutto ciò in diversi continenti e seguendo un "impulso evolutivo comune". La successiva evoluzione umana sarebbe avvenuta parallelamente nei quattro rami paralleli (europeo, asiatico, indonesiano, australiano). [15] Questa specie comprende arcaiche forme umane, come l'Homo erectus e Neanderthal e forme moderne, e si è evoluto in tutto il mondo a diverse popolazioni di Homo sapiens (in questa teoria della evoluzione chiamati rispettivamente Homo sapiens neanderthalensis e Homo sapiens sapiens) moderno. La teoria sostiene che gli esseri umani si evolvono attraverso una combinazione di adattamento in diverse regioni del mondo e del flusso genico tra le regioni. I fautori del punto di origine multiregionale portano le prove delleevidenze fossili e della genomica come supporto per la loro ipotesi.

Contro l'ipotesi multiregionale, vale l'osservazaione che l'ibridazione, se non escludibile pare improbabile. [16] Anche le analisi sul DNA mitocondriale paiono escludere una tale ipotesi.[17] Ed anche se nel 2010 fu dimostrato che circa 50-80000 anni fa, in Medio Oriente, vi furono incroci tra Sapiens e Neanderthal, il grado di ibridazione pare molto scarso e non diffuso (infatti il DNA neandertaliano fu trovato, in proporzione dall'1 al 4% di DNA neandertaliano, in uomini causcasici ed asiatici, ma non in uomini subsahariani). [18]

Ipotesi dell'Origine Euroasiatica
  Lo stesso argomento in dettaglio: Ipotesi dell'origine Euroasiatica.

L'ipotesi dell'Origine Euroasiatica è un'ipotesi paleoantropologica alternativa alle teorie dominanti, ovvero l'ipotesi dell'origine africana dell'homo sapiens e la ipotesi multiregionale. Essa sostiene un'ipotetica origine asiatica dei primi ominidi. Tale quadro, che è più da considerare un contenitore piuttosto che un'ipotesi strutturata, convoglia fondamentalmente due diverse idee, ovvero:

  • sottolinerebbe l'origine asiatica dell'uomo. Alcuni studiosi, avrebbero ipotizzato che il soggetto di tali migrazioni sarebbe stato l'Homo ergaster e che l'H.erectus, da questi derivante, fosse autoctono dell'Asia e successivamente migrato in Africa. Essa ipotizzerebbe una origine euroasiatica dell'Homo sapiens [19][20], oppure
  • porrebbe l'accento sull'origine in asia dei primi antropoidi, (dagli antrhopoidi[21][22][23][24]al Griphopithecus[25] 15/16.500.000 anni fa, fino alle scimmie Orangutan[26]ed all'Homo erectus[27][28][29])
Ipotesi multigenica
 
Ipotesi multigenica

L'ipotesi multigenica non gode di alcun credito presso gli studiosi. Questa ipotesi formulata da Carleton S. Coon e pubblicata in "The Origin of Races" , sostiene che l'Homo sapiens sia evoluto dall'Homo Erectus (gia' diviso in cinque razze geografiche o sottospecie) passando attraverso il Neanderthal, fino all'Homo Sapiens non una sola volta, ma cinque volte in ogni propria area geografica. Apparentemente simile alla ipotesi multiregionale, [30] se ne differenzia sostenendo l'inesistenza di alcun scambio genico in parallelo tra le 4 popolazioni Il prof Coon sosterrebbe che gli africani sono 200.000 anni adddietro nell'evoluzione ("the Negro is 200,000 years behind the White race on the ladder of evolution"). Inutile sottolineare come Coon abbia esposto una teoria cui pochissimi studiosi danno credito. E' nota anche la sua connessione con il movimento segregazionista del sud degli Stadi Uniti d'America[30].

E' stato possibile l'interbreedend?
  Lo stesso argomento in dettaglio: Homo di Denisova.

Esistono dati di rari incrocio tra Homo neandethalensis ed Homo sapiens. [31] [32]

Studi di linguistica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Famiglia linguistica.

Nell'800 si è cominciato a studiare le lingue, ipotizzando che tutte le lingue originassero da un'unica protolingua. Anche se esistono ampie discussione su questo concetto, è pur vero che si possono suddividere i linguaggi in varie famiglie e trovare sorprendenti analogie tra la storia, la linguistica e la genetica.

La glottocronologia, infatti, sostiene che il vocabolario base di ogni linguaggio, venga sostituito ad una velocità costante. I cambiamenti possono quindi essere utilizzati per misurare il tempo. Nella struttura primigenia Morris Swadesh scelse 200 termini che comprendessero termini base di ogni linguaggio (come pronomi personali, parti del corpo, verbi di azioni basi, i numeri uno o due...) Venne quindi misurata la percentuale di parole che hanno una una origine comune. Più grande fosse la percentuale di parole imparentate, minore sarebbe stata la distanza tra i due linguaggi.

Ma la analisi linguistica ha, rispetto a quella storica e genetica, almeno due problemi in più:

  • la lingua varia molto rapidamente
  • in una lingua "tutto è legato assieme".

La concordanza tra famiglie linguistiche e famiglie genetiche, almeno come mostrato da Luigi Cavalli Sforza [33], è impressionante, eccetto alcune variazioni che potremmo specificare meglio: ad esempio gruppi fisicamente vicini si potrebbero mescolare geneticamente solo per un piccolo numero, per cui, dopo alcune generazioni si formerebbero popolazioni geneticamente intermedie. Esse sarebbero senza mescolamento linguistico, visto che le lingue tendono al lavorare come unità discrete e semmai ad essere sostituite in toto. [34] In alcuni casi si è avuta una sostituzione completa di massa, basti pensare all'america latina postcolombiana, oppure alla lingua basca unico relitto di lingue preindoeuropee dopo la diffusione in tutta europa delle lingue indoeuropee. [34]

Studi storici

Evidenze archeologiche

Si ritiene che l'Homo sapiens più antico sia l'Uomo di Kibish (o resti Omo I), i cui reperti sono stati trovati in Africa orientale (fiume Omo, Etiopia), datati circa 195 000 anni fa[35].

La scoperta di resti che mostrino un comportamento umano moderno è considerata una prova consistente della distribuzione dell'Homo sapiens. È noto che in Europa il comportamento umano moderno corrisponde al Paleolitico superiore ovvero 30.000 anni fa; ma in Africa esiste la prova materiale della presenza di esseri umani moderni già da tempo prima. Infatti punte di freccia e strumenti in osso per la pesca trovati nel Congo (circa 90.000 anni fa), sarebbero la più antica scoperta del comportamento umano moderno.[36] Altri reperti sono le punte di pietra e punte di freccia di osso trovate in siti archeologici come Howiesons Poort e Stillbay in Sudafrica (circa 60 a 70 000 anni).[37]

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I grandi momenti di divergenza

 

Nel momento in cui l'Homo Sapiens si diffonde in tutto il mondo, iniziano anche tutta una serie di evoluzioni che creeranno popoli avvantaggiati e popolazioni "perdenti". In particolare mi riferisco al grande balzo in avanti (perdente sarà l'homo di Neandertal), il neolitico (con perdenti i cacciatori raccoglitor) e così via per le successive divergenza. Il concetto di differente grado di sviluppo va ovviamente utilizzato con grande cautela in quanto rischia di apparire, da un parte, come un’impostazione sostanzialmente razzista, e dall’altra come una deformazione “eurocentrica” dell’ipotetica esistenza di un’unica modalità di sviluppo[39]

Comparsa dell'Homo Sapiens

L'attuale posizione: "Recent Out of Africa" (come sopra spiegato), vede la sostituzione della popolazione precedente (Homo habilis, Homo erectus, Homo neanderthalensis, Homo floresiensis) con l'Homo sapiens che arrivava dall'Africa.

Quindi, ricapitolando, l’uomo compare sulla terra circa 7 milioni di anni fa (le stime vanno da 5 a 9). In particolare da un unico ceppo di scimmie antropomorfe africane si formarono gli scimpanzé, i gorilla e l’uomo. Per 5 milioni di anni l’uomo è rimane confinato in Africa, fino a che:

  • 1-2 milioni di anni l'Homo abilis-erectus fa emigra in Oriente
  • 500.000 anni fa l'Homo abilis-erectus emigra in Europa
  • circa 100-180.000 anni fa l'Homo sapiens esce dall'Africa e sostituisce i precedenti
  • 40.000 anni fa passa in Australia attraverso l’Indonesia
  • 20.000 anni fa raggiunge la Siberia
  • 12.000 anni fa passa lo stretto di Bering
  • 10.000 anni fa raggiunge la Terra del fuoco.

Il grande balzo in avanti

  Lo stesso argomento in dettaglio: Il grande balzo in avanti (antropologia).

Il grande balzo avanti si riferisce ad una serie di tratti che distinguono gli esseri umani moderni dai loro antenati e da altre linee estinte di ominidi. E' il momento in cui l'homo sapiens comincia a dimostrare la presenza di poensiero simbolico e ad esprimere una creatività culturale. Si pensa che questi siano associati con l'origine del linguaggio. [40] Il "grande balzo in avanti comprende tantissimi momenti di crescita, ed esattamente: [41] Si pensa sia legato all'evoluzione del linguaggio. Il "grande balzo in avanti" comprende momenti di crescita, e di discontinuità rispetto al passato ovvero:

  • comparsa del pensiero simbolico
  • elaborazione di concetti astatti
  • spiccate capacità relazionali,
  • esplosione della produzione di rappresentazioni artistiche,
  • ritualizzazione di pratiche di sepoltura,
  • comparsa dei primi interessi per la comprensione dei fenomeni naturali.

Si pensa che il grande balzo avanti sia alla base della decadenza dell'Homo Neanderthalensis in segiuito all'interazione con l'Homo Sapiens.

Passaggio da cacciatori-raccoglitori ad agricoltori ovvero la Rivoluzione neolitica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Rivoluzione neolitica.

Il transito da cacciatori-raccoglitori ad agricoltori fu un passaggio importantissimo per progredire nella costituzione di società più complesse. In effetti esso permise una maggior disponibilità alimentare. Il surplus alimentare consentì quindi alle popolazioni agricole di fornirsi di un apparato burocratico (che si andò organizzando in governo, tassazione, sacerdoti, guerrieri, scribi, intellettuali, artigiani come spadai ed armaioli,…..). Questo progresso sociale ed il fatto che molte persone avessero un compito definito all’interno dalla società, sganciato dal quotidiano procacciarsi del cibo, comportò una grande crescita tecnologica (armi da fuoco, spade d’acciaio). Da ciò anche la nascita della scrittura con la conseguente più facile circolazione delle idee e degli avvenimenti.[42]

Il processo di transizione fu però un processo estremamente complesso. Per quanto concerne la domesticazione delle piante e degli animali (ovvero l'impianto alla base della rivoluzione neolitica) sappiamo infatti che solo una piccola parte è commestibile per noi. La maggior parte della biomassa è formata da foglie e legno che noi non riusciamo a digerire. Selezionando e coltivando quelle poche specie edibili, le cose sono cambiate.
Alla fine di questo processo un ettaro di terra coltivata riesce a dare sostentamento a molte più persone di quanto non riesca a dare a cacciatori raccoglitori un ettaro di foresta vergine. Gli animali domestici hanno aiutato l’uomo a produrre più cibo in quattro modi: fornendo latte, carne, concime e forza motrice.[43]

 
Mappa del Mondo mostrante approssimamente i centri di origine dell'agricoltura, e la sua diffusione nella preistoria: USA orientale (4000-3000 BP), Messico centrale (5000-4000 a.C.), Northern South America (5000-4000 a.C.), Africa Sub-sahariana (5000-4000 a.C., non noto il luogo esatto), la Mezzaluna fertile (11000 a.C.), i bacini dello Yangtze e del Fiume Giallo (9000 a.C.) e gli altipiani della New Guinea (9000-6000 a.C.). Non è mostrto un proposto centro di origine in Amazonia (Lathrap 1977)

L'agricoltura non fu “un pacchetto in regalo” dalla natura. Furono necessari migliaia di selezioni ed incroci (ed un numero ancora superiore di fallimenti) ad addomesticare le piante di uso comune. Le principali piante addomesticate in epoca preistorica furono circa una cinquantina e riguardano cereali, leguminose, radici, tuberi e cucurbitacee.

Vi sono aree del mondo in cui la domesticazione avvenne con specie autoctone ed altre (Europa occidentale, Valle dell’Indo ed Egitto) in cui la domesticazione di piante e animali avvenne con successo solo dopo che vi fu la diffusione di piante ed animali addomesticati altrove:

Fondamentalmente la domesticazione iniziò 8500 a.C. fa con grano, piselli, olivo, pecora e capra (nella mezzaluna fertile), sorse in Cina nel 7500 a.C. con riso, miglio, maiale e baco da seta, per diffondersi in Mesoamerica, Ande, Usa orientale, Eiropa, India ed Egitto con specie autoctone o con la diffusione dispecie addomesticate altrove

  Lo stesso argomento in dettaglio: Domesticazione delle piante.

In natura delle circa 200.000 specie vegetali che potrebbero essere domesticate, pochissime rispondono allo scopo; moltissime sono legnose, non producono frutti commestibili etc…Solo poche migliaia sono commestibili e solo poche centinaia sono state addomesticate. Attualmente l’80 % del raccolto annuo sulla terra è composto da:

  • 5 cereali (grano, mais, riso, orzo, sorgo)
  • 1 legume (soia)
  • 3 tuberi (patata, manioca e patata dolce)
  • 2 piante zuccherine (barbabietola e canna da zucchero)
  • 1 pianta da frutto (banana) [44]

Quali sono stati i fattori che hanno fatto pendere la bilancia a favore degli agricoltori (invece dei cacciatori-raccoglitori)?

  • estinzione: man mano che cresce i numero e l’abilità dei cacciatori, diminuisce il numero di animali e quindi la caccia diviene sempre più difficile,
  • i cambiamenti climatici che giocarono favorendo la diffusione delle specie selvatiche di cereali a svantaggio di specie selvatiche non addomesticabili,
  • crescenti successi tecnologiche in aree utili per la vita agricola (ad esempio che senso avrebbe darsi all’agricolltura se non puoi costruire silos, o non puoi mietere il grano???),
  • all’aumentare della popolazione, aumenta l’efficienza della raccolta di cibo, che aumenta la raccolta di cibo………tutto questo nel mondo agricolo. Nel mondo dei cacciatori è vero il contrario.
  • quindi le comunità di agricoltori sono numerose, quelle di cacciatori sono piccole. Inevitabilmente gli agricoltori vinsero e scacciarono i cacciatori, in quanto mangiavano di più e soprattutto erano in tanti. Col tempo gli agricoltori sarebbero stati in grado di mantenere anche un potere centrale con una classe miltare ed artigiani che preoducevano armi ottenute con migliori tecniche estrattive e migliori tecniche di forgia (ovvero ferro, acciaio).

[45]

La diffusione indoeuropea: la domesticazione del cavallo e gli Arii

  Lo stesso argomento in dettaglio: Teoria kurganica.

Intorno al 4000 a.C. arrivò una popolazione stanziata all'incirca nella attuale Ucraina, ovvero una etnia a cavallo che si diffuse in Europa spazzando via tutte le lingue precedenti (escluso rare eccezioni) [46] [47] [48] Esse erano popolazioni a cavallo, patriarcali, governate da un *regs (un re che era un capo guerriero eletto, ben diverso dai re-dèi egizi e mesopotamici), e caratterizzate da una prima divisione gerarchica fra guerrieri, sacerdoti e lavoratori, con donne e schiavi relegati in secondo piano; la religione era politeistica con al centro figure di dèi padri celesti, in opposizione alle religioni delle dee madri tipiche delle popolazioni preindoeuropee (i pantheon dei popoli indoeuropei storicamente noti sono frutto di una fusione con la religione di substrato, con gli dèi padri che faticano a tenere a bada le dee madri: vedi le scene da un matrimonio della coppia olimpica Zeus - Hera). Gli Indoeuropei si imposero sulle popolazioni neolitiche in virtù del fatto che padroneggiavano la tecnologia del bronzo e avevano addomesticato il cavallo; Quindi una società patriarcale gerarchizzata di guerrieri e sacerdoti si sovrappone in modo più o meno violento alle società equisessuali ed egualitarie dei villaggi neolitici, segnando il passaggio traumatico dell'Europa occidentale all'età del bronzo alla fine del terzo millennio a.C. e determinando in India il crollo della civiltà di Harappa e Mohenjo Daro. Questo è il quadro che emerge dagli studi della Gimbutas e di Dumézil[senza fonte]. possibile autore potrebbe essere: Francisco Villar, Gli indoeuropei e le origini dell'Europa, Bologna, Il Mulino, 1997

 
Diffusione degli Arii secondo la teoria Kurganica

.

Il motivo della loro superiorità pare dovuta alla domesticazione del cavallo, cosa per cui riuscirono ad imporsi sulle altre popolazioni.[senza fonte]

Lunga fase di stallo

Tra circa l'800 a. C ed il 200 d.C le civiltà del mediterraneo raggiunsero uno sviluppo destinato a non essere superato. Secondo Cameron ciò fu dovuto al contemporaneo presentarsi di:

  • suddivisione del lavoro e massimizzazione delle reti commerciali,[49]
  • assenza contemporanea di evoluzione tecnologica (che comincerà con il Medioevo).[50]

Il medioevo

Il medioevo è caratterizzato da una grande crescita delle scoperte tecniche: mulino, orologio... aratro di metallo, rotazione delle colture.... Altro punto fondamentele è stata la nascita delle università ovvero la possibilità di studiare non legata ad un ceto, bensì aperta a tutti. Tale novità era completamente sconosciuta nell'antichità ed in oriente.[51]

Il mercantilismo

Con la nascita dei comuni nell'Europa del XII secolo iniziò il mercantilismo. In realtà il mercantilismo non fu' solo un'esperienza dell'Europa occidentale ma coinvolse

  • tutta l'Asia Minore (ad esempio per quanto concerne l'allume) e la Siria (con il cotone grezzo) [52]
  • le coste mediterranee ed il mar Nero guidate, nel commercio, soprattutto dalla repubblica marinara genovese[53]
  • anche l'India, e la Cina[54]

É però necessario ricordare:

  • la Cina, che fiorì a partire dal XIII secolo ma, verso la metà del 1400, venne meno dietro ad un decreto imperiale[53]. Per approfondire vedi qui
  • l'inizio, successivo alla scoperta dell'America, della triangolazione tra Europa, Costa degli Schiavi e Americhe.
  • i paesi occidentali (in particolare Portogallo, Olanda, Inghilterra) cominciarono un'espansione ed un imperialismo in tutti i porti orientali.[55]

Con il mercantilismo nascevano anche le prime commende e, successivamente, le banche

Esito: la grande divergenza

 
Crescita del prodotto interno lordo dal 1500, seondo la stima di Angus Maddison. Il grafico mostra il PIL al pari potere d'acquisto) pro capite tra il 1500 ed il 1950 in dollari internazionali al 1990 per differenti nazioni ed evidenzia la crescita esplosiva di alcune nazioni europee dopo il 1800[56].

La Grande divergenza è un termine coniato da Samuel Huntington[57] e si riferisce al processo per cui il mondo occidentale e parte del nuovo mondo {Nord America, Australia e Nuova Zelanda) abbiano superato i vincoli presenti precedentemente della crescita moderna e siano emersi inconfutabilmente, nel corso del XIX secolo, come il mondo ricco e potente, eclissando gli altri paesi come la Cina Qing, i Moghul in India, ed il Giappone Tokugawa[58].

Nomi simili sono il miracolo europeo, termine coniato da Eric Jones nel 1981.

Il processo è stato accompagnato e rafforzato dall'"era delle Scoperte" e dal conseguente incremento degli imperi coloniali, l'illuminismo, la rivoluzione commerciale, la rivoluzione scientifica ed, infine, la rivoluzione Industriale. Gli studiosi hanno proposto una grande varietà di teorie per spiegare le cause della divergenza, tra cui l'intervento del governo, la geografia, le tradizioni.

Prima della grande divergenza, secondo l'economista Angus Maddisson (vedi il listato di regioni per Prodotto Interno Lordo dall'anno 1000 al 2003) il cuore dello sviluppo includeva l'Europa occidentale, la Cina, il Giappone e l'India. In ciascuno di questi settori fondamentali, diverse istituzioni politiche e culturali avevano permesso diversi gradi di sviluppo. Cina, Europa occidentale e Giappone si erano sviluppato ad un livello relativamente alto. Cambiamenti nella politica del governo dal mercantilismo al laissez faire aiutarono lo sviluppo del liberalismo occidentale.

 
Mappa illustrante la percentuale di persone viventi sotto la soglia di povertà nazionale

Rivoluzione industriale

Vedi anche: en:List of regions by past GDP (PPP) per capita

Le scuole di pensiero

  • Approfondire con [9]
  • leggere assolutamente mario ortolani: geografia delle popolazioni CSB Scienze della formazione CSB SCF V.859 bis
  • Approfondire con [10] e [11]

Storicamente esistono due scuole di pensiero che correlano il grado e lo sviluppo di una società con i fattori che lo avrebbero prodotto. Essi sono il cosiddetto determinismo geografico, e quello culturale. All'interno di questi estremi si possono sistemare tanti pensieri che in qualche modo si pongono come intermedi. Ma all'interno degli stessi esistono svariate modalità di lettura.

Determinismo geografico (od ambientale)

Il determinismo geografico, nella sua forma più estrema, sostiene che il lavoro degli uomini sia controllato o determinato da condizioni geografiche come clima, morfologia e simili. Questa idea, attualmente, ha pochi aderenti. [60]

[61]

Determinismo culturale

Un classico esempio di determinismo culturale è quello di Margaret Mead nel noto testo: "Coming of age in Samoa". In esso Margaret Mead sostenne che l'unica spiegazione possibile di un comportamento (nel caso specifico era il comportamento sessuale degli adolescenti nelle Isole Samoa) fosse in termini di ambiente sociale, quindi culturale. [62] Un altro modo di guardare il concetto di determinismo culturale è quello di porlo a confronto con il determinismo ambientale, ovvero (come detto sopra), con l'idea che il mondo fisico con tutti le sue costrizioni e potenziali elementi di alterazione della vita, sia responsabile per la spiegazione di ogni cultura esistente. Ciò contrasta con l'idea che noi umani siamo in grado di creare la nostra vita attraverso la potenza del pensiero, la socializzazione, e tutte le forme di circolazione delle informazioni. Ancora, determinismo culturale è usato per descrivere il concetto che la cultura determini effetti su economia e politica. E' una idea che è ricorsa in molte culture della storia umana, dalle antiche civiltà, fino al presente.
Un esempio di determinismo culturale è il sostenere che l'indagine scientifica in Occidente sia stata stimolata dal pensiero greco e giudaico-cristiano, oppure sia stata fermata dal pensiero confuciano e taoista in Cina.

Tentativo di superare questo schematismo

(inglese)
«This resurgence, (N.d.A. in the use of geographic/environmental factors in development studies) especially among geographers, is frequently viewed extremely negatively—as ill-conceived, [...] (Blaut 2000, Merrett 2003, Sluyter 2003, Coombes and Barber 2005, Judkins et. al. 2008, O’Keefe et. al. 2010, Radcliff et. al., 2010). The resurgence could be simply due to the recurrent nature of intellectual fashions. Similarly, but more ominously, it could be due to underlying persistent ideologies that geographic factors are somehow uniquely suited to supporting. Alternatively, they might be viewed as having become more palatable because in their recent form they are more sophisticated and either 1) in their increased sophistication avoid the worst aspects of over-simplicity and/or 2) avoid association with deterministic, racist, or imperialistic ideologies.We believe none of these are the real reason for the resurgence of geographic factors in research on uneven development. Rather, modern research, despite vast increases in the amount and quality of data, ever more sophisticated theories, and the technological means to combine these, has nevertheless hit an insuperable barrier; research cannot advance without integrating geographic and environmental factors into social science research.»
(italiano)
«Questo risorgere (NdT. dell'uso di fattori geografici e/o ambientali negli studi dullo sviluppo umano), specialmente tra i geografi è vista frequentemente in modo estremamente negativo, strutturalmente sbagliato, [...] (Blaut 2000, Merrett 2003, Sluyter 2003, Coombes and Barber 2005,

Judkins et. al. 2008, O’Keefe et. al. 2010, Radcliff et. al., 2010). Questo "revival" potrebbe essere semplicemente conseguenza del ricorrere, alla circolarità, alle mode intellettuali. In modo simile, ma più pericolosamente, potrebbe essere dovuto alle persistenti sottostanti ideologie per cui i fattori geografici sono in qualche modo utilizzati per sopportare tali idee. Alternativamente possono essere visti come più gradevoli perchè nella loro forma recente sono più sofisticati ed 1) evitano la peggior forma delle ipersemplificazioni e/o 2) evitano associazioni con ideologia deterministiche, razziste od imperialistiche. Noi crediamo che nessuna di queste sia la vera ragione del risorgere dei fattori geografici nelle ricerche sullo sviluppo diseguale. Piuttosto la ricerca moderna, nonostante un grande incremento nella quantità e qualità dei dati, ed anche la presenza di teorie più sofisticate, ed i mezzi tecnologici per combinarli, ha comunque colpito una barriera insuperabile, e la ricerca non può avanzare senza integrare fattori geografici ed ambientali con la ricerca delle scienze sociali.»

Ovviamente si tratta di due impostazioni completamente opposte ed antitetiche. In una si dà importanza alla capacità dell'uomo di elaborare nuovi strutture sociologiche a partire da se stesso. Nell'altra si da importanza a fattori esterni. Nell'impossibilità di discernere la "verità" (anche nell'ottica di una voce per una enciclopedia ed in accordo con il tentativo di dare equilibrio alle diverse interpretazioni) non verranno fatte scelte pregiudiziali, nel limite del possibile.

[64]

Le ipotesi sulle cause

Il vantaggio degli agricoltori

In precedenza è segnalato come i popoli più progrediti siano per lo più passati da essere cacciatori-raccoglitori ad agricoltori. Il passaggio all’agricoltura è obbligatorio per progredire[senza fonte]. In effetti l‘agricoltura permette una maggior disponibilità alimentare.

Il surplus alimentare ha permesso quindi alle popolazioni agricole di fornirsi di un apparato burocratico (che si è andato organizzando in governo, tassazione, sacerdoti, guerrieri, scribi, ....)[senza fonte].

Successivamente si aggiungerà la scrittura, forse l'invenzione più importante in molte migliaia di anni. La scrittura sorgerà in modo indipendente in pochissimi momenti della storia dell'umanità, e sempre in zone dove la produzione di cibo era iniziata per prima [65].

Perché il vantaggio dell'Eurasia sulle Americhe

Trattasi probabilmente dell'esempio più chiaro. Si ebbe un ritardo sistematico dell’America rispetto all’Eurasia dovuta a:

  • Nelle americhe con l’ultima glaciazione si erano estinti la maggior parte dei mammiferi. L’unico mammifero che poteva esser addomesticato era (e così fu nella realtà) il lama (per altro limitato soloalla Ande). Esso forniva carne, pelli, lana, ma non forniva latte, non dava forza motrice, non fu mai usato in battaglia. Gli altri animali domestici erano il tacchino e le cavie ed il cane, scarsamente utili come “forza animale”[66], Ben diversa la situazione nel vecchio mondo: le specie addomesticate nell’antichità euroasiatiche furono invece: pecora, capra, bue, maiale, cavallo, cammello arabo (dromedario), cammelo della battriana (a 2 gobbe), asino, renna, bufalo asiatico, yak, banteng e mithan. Nessuna dall’Africa subsahariana e dall'Australia.

Tutto ciò ha comportato un ritardo di circa 5000 anni.[67]

titolo Eurasia Americhe
arrivo dell'uomo 1-1,8 milioni di anni fa circa 13000 a.C.
diffusione agricoltura 8000 a.C. 3000 a.C.
domesticazione degli animali 7000 a.C. 500 a.C.
caratteristiche domesticazione animali molti animali utili un animale (lama-alpaca) meno utile
forza motrice animale dalla domesticazione degli animali mai

Per lungo tempo le popolazioni americane vissero unendo l’attività di caccia con l’agricoltura, ritardando tantissimo la nascita di strutture burocratiche sul modello delle città stato.

  • l’asse principale del continente eurasiatico è in direzioneest-ovest e quindi una volta trovato un cereale ed un animale addomesticato si poteva diffondere facilmente in quanto le variabili climatiche erano inferiori. Ben diverso in un mondo come quello americano ove l’asse era nord-sud, con grandi variabili climatiche.[68]
  • la forza motrice degli animali in Eurasia era ben più importante di quella scarsa presente nelle americhe (il lama solo nelle Ande), con conseguente non avanzamento dei metodi agricoli e. verosimilmente, non invenzione della ruota[69].
  • non invenzione della scrittura [70][senza fonte] Come detto sopra la scrittura è sorta in modo indipendente in pochi momenti della storia, sempre in zone dove la produzione di cibo era iniziata per prima; le altre società che sviluparono successivamente con una propria cultura scritta, presero a modello i sistemi di quei pochi centri di diffusione.
  • Quanto scritto per la scrittura è vero anche per la tecnologia.

Grazie alla produzione di un surplus alimentare con agricoltura e allevamento, in alcune società si potè formare un gruppo di specialisti tecnici non dediti alla produzione di cibo. L'agricoltura permise alla società di mantenere non solo i tecnici, ma anche i politici. Le tribù nomadi di cacciatori-raccoglitori sono in gran parte società di eguali, la cui azione politica si limita al controllo del proprio territorio e a mutevoli alleanze con le tribù circostanti. Le esigenze delle società agricole sedentarie e densamente popolate portarono ai re, alle caste, alla burocrazia, elementi essenziali non solo per il governo ma anche per il mantenimento degli eserciti e per l'organizzazione delle spedizioni di conquista.[71]

Questi fatti spiegano probabilmente perché Pizarro e Cortes riuscirono a giungere nel Messico e nel Perù, distruggendo quelle culture e non avvenne invece che i popoli precolombiani sbarcassero sulle coste portoghesi o spagnole per conquistare il vecchio mondo.

Perché il vantaggio dell'Europa sull'Oriente

  • la mezzaluna fertile circa 5000 anni fa era ricoperta per lo più da foreste e, tramite il continuo disboscare per case, navi e combustibile si è arrivati alla attuale situazione. Quindi le prime civiltà del mediterraneo orientale e della mezzaluna fertile ebbero la sfortuna di nascere in un territorio fragile dal punto di vista ambientale. All’Europa centrale ed occidentale questo fato fu risparmiato in quanto l’ambiente era più resistente. Ciò ha comportato un progressivo arricchimento del mondo europeo ed un progressivo impoverimento della mezzaluna fertile.[72]
  • la mancanza di despoti assoluti (se non per brevissimi periodi) che ha impedito il cristallizzarsi di determinate idee con chiusure a fatti nuovi. [73]
  • l’Europa è notoriamente frammentata, catene montuose la dividono continuamente, non esistono grandi fiumi che la uniscano (fatta eccezione dal Danubio che però unifica un territorio diviso al massimo grado dalle catene montuose) e ciò ha probabilmente favorito la nascita di tantissimi staterelli, in lotta fra di loro. Ciò ha comportato un continuo ricambio di idee ed ha impedito una cristallizzazione delle idee: (pensiamo invece ad esempio alla Cina unita e cristallizzata, dai grandi fiumi che la attraversano)[74]
  • la tradizione critica di derivazione giudeo-greco-cristiana.[75]
  • L'asse ambientale est-ovest ha permesso scambi di semi e di animali domestici, che non è potuto avvenire in mondi ad asse nord-sud (Africa ed Americhe)[76]

Le cause prossime, più recenti del primato europeo sono:

  • la nascita di una classe mercantile,[77]
  • il concetto di protezione dell’ingegno tramite brevetto[78]
  • la successiva nascita del capitalismo[79]

Non viene considerata ormai considerata fondata la teoria secondo cui i principii taoisti e confuciani abbiano sfavorito la crescita economica [80]

Perché il vantaggio dell'Europa sull'Africa

aggiungere parti tratte dal mio lavoro su povertà nei paesi del sud del mondo ...

Integrare con povertà in Africa Poverty in Africa, Economic history of Africa, Land grabbing

  • Ancora cercare su tutta la bibliografia dielnuovo centro si sviluppo e su altreconomia.
Perché il vantaggio dell'Europa sull'Africa subsahariana
  • minor presenza di specie addomesticabili (sia piante che animali).Per altro le specie tipiche (rinoceronti, zebre) non poterono mai essere addomenticate.

[81][82]

  • minor quantità (rispetto all'Eurasia) di terre coltivabili[83]
  • I grandi fiumi africani non favorirono il commercio essendo ricchi di cascate e rapide;[82]
  • le differenze etniche erano enormi; [82]
  • il gruppo fondamentale al di sopra della famiglia era soprattutto la tribù [82]
  • occasionalmente si costituirono forme maggiori di governo (come l'Impero Ashanti) che comunque non furono mai dotati di scrittura; [82]
  • assenza di animali domestici per presenza di una malattia letale per i grossi animali domestici africani;[82][84]

Ruolo delle malattie

È importante anche considerare il ruolo delle malattie. Facciamo alcuni esempi:

  • tra il 1346 ed il 1352 la peste bubbonica spazzò via circa un quarto della popolazione europea. (arrivando a sterminare il 70 % degli abitanti di alcune città),
  • verso la fine della prima guerra mondiale la spagnola uccise 21 milioni di persone,
  • nel 1520 quando Cortes ritornò in messico gli portò anche il vaiolo. Nel 1618 dei 20 milioni di aztechi ne rimaneva solo un milione e mezzo,
  • pare che ai tempi di Colombo gli indiani nativi nordamericani fossero circa 20 milioni. Due secoli dopo il 95% percento della popolazione era distrutto. I killer più spietati furono vaiolo, morbillo, influenza, tifo… a cui questi popoli non erano mai stati esposti,
  • Tra il 1492 ed il 1532 praticamente tutti gli abitanti di Haiti furono uccisi da una epidemia di vaiolo e morbillo,
  • In pochi anni, alla fine del XIX secolo un quarto della popolazione delle isole Fiji fu uccisi dal morbillo.

I dati illustrati sono chiari: le malattie negli ultimi 500 anni hanno giocato per lo più a favore deli abitanti europei (ed hanno avuto un peso fondamentale nel consolidare i primi successi militari). Infatti le principali malattie epidemiche sono dovute al passaggio dall’animale all’uomo dell’agente infettivo. Ovviamente l’agricoltura-pastorizia facilitava al massimo ciò. Consideriamo i seguenti dati:

malattia animali portatori del patogeno
morbillo buoi
tubercolosi buoi
vaiolo buoi
influenza maiali ed anatre
pertosse maiali ed anatre
malaria uccelli

Quindi gli euro-asiatici, che svilupparono alla fine della glaciazione l’agricoltura-pastorizia, vennero a contatto presto con questi patogeni. In conseguenza dei trasporti, commercio e colonizzazione, (Impero Romano, Alessandro Magno, Persiani etc..) i germi furono trasportati in Oriente ed in Nord Africa. Nel nuovo mondo invece gli animali domestici (per lo più tacchini e lama) erano pochi, non vivevano ne’ in grandi assembramenti né in intimità con l’uomo, per cui il passaggio opposto dal nuovo mondo al vecchio si restrinse alla epidemia di sifilide del 1500-1600.[85]

Perchè il vantaggio dell'Occidente sulla Cina. Il particolare caso della Cina

I cinesi dell'epoca Ming, commerciavano con Giappone, Filippine, Asia sudorientale, Malesia, Indonesia. Nel 1433 l'imperatore proibì qualsiasi viaggio in Occidente, vietò ai suoi sudditi di recarsi all'estero e fece distruggere le navi transoceaniche. Furono pure abbandanate le colonie (situate in India, Ceylon, Golfo Persico, Mar Rosso, costa orientale dell'Africa) [86] Generalmente tutto ciò viene giustificato con:

  • il tipico aspetto monolitico (per quanto concerne cultura, politica e lingue) della Cina, già unificata nel 221 a.C. [87] e
  • la propensione al commercio per via terrestre piuttosto che per via marittima

[88]

Possiamo, a questo punto tentare alcune spegazioni:

1) Spiegazione "geografica". La Cina nel passato era un coacervo di etnie, ma fu unificata assai presto. Il neolitico potrebbe essere iniziato nel 7500 a.C., quindi 1000 anni dopo la mezzaluna fertile. La disposizione della nazione sull'asse est ovest, la disposizione dei fiumi sullo stesso asse favorirono i trasferimenti delle colture agricole. Per altro in Cina mancavano deserti ed istmi che potessero rallentare il transito delle popolazioni. [89]

2) Spiegazione sociologica.
a) La Cina disponeva di un mercato interno enormemente sviluppato per quanto concerneva l'agricoltura, ma scarsissimo e deficitario per ciò che riguardava il transito di denaro [90].Infatti il potere centrale cinese seguì una politica monetaria molto discutibile. Fino alla fine dell'impero romano erano esistiti scambi con varie monete, ma con il crollo dell'impero romano tutto ciò finì.[91] Con il XVI secolo cominciò a girare tantissimo oro ed argento proveniente dall'america Latina. [92] Questa condizione portò, come conseguenza, ad un fortissimo aumento in quantità di metalli preziosi con creazione di una minima economia monetaria. Tale economia non si diresse verso una frattura con le tradizioni, bensì provocò un aumento del tradizionalismo, non esitando in alcun fenomento capitalistico[93], che pur in presenza di un grandissimo aumento della popolazione, rimase ad una forma di economia stazionaria, non capitalistica.[94]

b)Ancora più importante era il tipico aspetto della città cinese, ben differente dal nostro Occidente: ogni città, infatti, non conobbe mai un diritto cittadino, [95], mancava del tutto il gruppo politico di cittadini giurati[96], le città tipiche cinesi dipendevano in tutto e per tutto per la loro esistenza dagli amministratori regi da cui dipendeva la buorocrazia (in Cina antichissima ed assente da noi) [97], l'intraprendenza economica era sconosciuta, ma veniva spinta dal potere centrale . In fondo la città era un prodotto razionale dell'amministrazione. [98] Nuovamente la differenza con le città dell'occidente è stridente, In Cina governa sempre un potere centrale quasi impersonale[senza fonte]

c)In Cina mancava fondamenti giuridici stabili (del tipo di quelli occidentali a garanzia del commercio e dell'industria[99]

d)In Cina il monarca era tale per grazia di Dio ma, a differenza che nel mondo occidentale doveva legittimarsi come tale e se non era in grado di dimostrare il suo potere (ad esempio inondazioni o siccità) doveva fare pubblica ammenda [100] La tipica impersonalità del la filosofia e religione cinese (principalmente taoista e confuciana[101] In Cina l'antico ordinamento sociale non veniva mai toccato. Il cielo era custode della stabilità. "La garanzia della tranquillità e dell'ordine interno era offerto nel migliore dei modi, da una potenza qualificata nella sua impersonalità [...] alla quale dovevano rimanere estranee la passione e soprattutto l'ira"[102]

3)Spiegazione in base al tipo di scrittura.
Secondo Weber, la tipica scrittura cinese, l'ideogramma, si rivolgeva non tanto all'udito (con la scrittura alfabetica) ma bensì alla vista. Cià avrebbe favorito la scrittura a discapito del parlare, della dialettuca (tipico prodotto della filosofia greca). Conclude Weber:" Così da un lato, nonostante le qualità logiche della lingua, il pensiero si arrestò in misura assai larga ad un livello intuitivo e la potenza del logos, della definizione e del ragionamento rimase preclusa al cinese".[103] Tutto ciò avrebbe creato la Cina come entità monolitica.

"In tempi più recenti", a vantaggio dell'Occidente

Secondo Max Weber l'etica protestante avrebbe fornito una giustificazione alla particolare condotta occidentale, mai vista in altre civiltà caratterizzata dalla ricerca del massimo profitto in vista di un suo reinvestimento, non del suo godimento [104]

Considerazioni culturali sul razzismo

Vedi alberto Burgio, Gianluca gabrielli, Il razzismo

Vedi anche

en:List of human evolution fossils

es:Expansión de la humanidad

es:macrofamilia

Human evolution

Note

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  60. ^ Geography - Geographical Determinism - European, Accepted, World, Adherents, Humans, and Concept http://science.jrank.org/pages/9506/Geography-Geographical-Determinism.html#ixzz1OyLjfWmL
  61. ^ Tra il 1920 ed il 1948, il determinismo ambientale fu stato sottoposto a ripetuti attacchi, e le sue affermazioni furono trovate spesso sbagliate. I geografi reagirono a questo, dapprima sviluppando la nozione di possibilismo ambientale e, successivamnte, abbandonando la ricerca per parecchi decenni. Critiche successive sostennero che il determinismo geografico abbia giustificato il razzismo e l'imperialismo. Tale esperienza ha gettato molte ombre per cui molti geografi si affrettarono a buttare via ogni suggerimento di influenza ambientale sulla società umana. Alcuni ritengono che tale rigetto sia "andato oltre", e che "incorporating environmental factors into explanations of social outcomes is not only useful but necessary".(Ballinger, Clint (2011), Why Geographic Factors are Necessary in Development Studies MPRA Paper No. 29750) Una rivisitazione del determinismo ambientale si è avuto con Jared Diamond uno degli attuali studiosi della origine delle differenze tra diverse popolazioni, (è tra i più noti appartenenti alla corrente del determinismo geografico), anche se con molti distinguo in quanto considera, oltre a strette considerazioni geografiche e climatiche, tutta una serie di altri fenomeni come fattori politici
  62. ^ Derek Freeman, Diltrey Dream, Pandanus Book, 2001, pag 43
  63. ^ Ballinger, Clint, Why Geographic Factors are Necessary in Development Studies, January 2011 [1][2]
  64. ^ Sono state avanzate molte teorie sul determinismo culturale. Tipici esempi del determinismo culturale sono state infatti le teorie di Max Weber sull’etica protestante vista quale fattore chiave per la crescita nelle economie capitaliste. Non esistono però analisi definitive che convalidino tali teorie che, convincenti per la spiegazione del passato, si sono sempre dimostrate erronee nella predizione del futuro. Inoltre, mentre la teoria di Weber sull’etica protestante si andava affermando, i paesi cattolici (Francia e Italia) si stavano sviluppando più rapidamente rispetto a Gran Bretagna e Germania (entrambe protestanti).Per questo la teoria dovette essere ampliata per includere i cristiani o gli occidentali. Successivamente con la clamorosa crescita di Giappone, Corea del Sud, Thailandia e altri paesi dell’Asia orientale, si dovette abbandonare la convinzione secondo cui i valori confuciani rallentassero la crescita. La comprensione delle tradizioni culturali può fornire elementi intuitivi per capire il comportamento umano e la dinamica sociale che influenzano gli esiti dello sviluppo, ma non fornisce una teoria completa sulla cultura e lo sviluppo. Per esempio, nella spiegazione dei tassi di crescita economica vengono considerati fattori assai pertinenti la politica economica, la geografia e il peso delle malattie. Ma la cultura, per esempio, che una società sia indù o musulmana, viene considerata un fattore insignificante. Lo stesso vale per la democrazia. Gli autori del saggio segnalato in calce alla nota, sottolineano come sia attualmente presente una nuova ondata di determinismo culturale che imperversa in alcuni dibattiti pubblici, attribuendo i fallimenti della democratizzazione nel mondo non occidentale a caratteristiche culturali intrinseche di intolleranza ed alla presenza di «valori assolutisti». A livello globale alcuni teorici hanno rivelato che nel XXI secolo si assisterà a uno «scontro di civiltà», che il futuro degli stati occidentali democratici e tolleranti è minacciato da stati non occidentali che hanno valori più assolutisti. Gli autori segnalano come verosimilmente si possa essere scettici. In primo luogo, la teoria enfatizza le differenze tra le categorie di «civiltà» e ignora le somiglianze esistenti tra di esse. Inoltre, l’Occidente non ha il monopolio sulla democrazia o la tolleranza, e non esiste un’unica linea di divisione storica tra l’Occidente tollerante e democratico e l’Oriente dispotico. Infatti, ad esempio, Platone e Agostino non furono meno autoritari nel loro pensiero rispetto a Confucio e Kautilya. I difensori della democrazia furono presenti non solo in Europa ma anche altrove, come, ad esempio, Akbar che predicava la tolleranza religiosa nell’India del XVI secolo, od il principe Shotoku che introdusse nel Giappone, del VII secolo, la costituzione (la quale, ad esempio, sosteneva come «le decisioni relative a questioni importanti non dovrebbero essere prese da una sola persona ma da molte persone».(tratto da [3] É importante notare come questo riferimento bibliografico rovesci il tipico pregiudizio razziale, per cui il paradigma goegrafico sarebbe apportarore di "razzismo".
  65. ^ Jared Diamond, Armi, acciaio e malattie - Breve storia degli ultimi tredicimila anni, collana Il Saggiatore, traduzione di Luigi Civalleri, Einaudi, 1997. pag. 16-17, ISBN 8806156195
  66. ^ Jared Diamond, Armi, acciaio e malattie - Breve storia degli ultimi tredicimila anni, collana Il Saggiatore, traduzione di Luigi Civalleri, Einaudi, 1997. pap 280, ISBN 8806156195
  67. ^ Jared Diamond, Armi, acciaio e malattie - Breve storia degli ultimi tredicimila anni, collana Il Saggiatore, traduzione di Luigi Civalleri, Einaudi, 1997. pap 286-288, ISBN 8806156195
  68. ^ Jared Diamond, Armi, acciaio e malattie - Breve storia degli ultimi tredicimila anni, collana Il Saggiatore, traduzione di Luigi Civalleri, Einaudi, 1997. pag. 135-146, ISBN 8806156195
  69. ^ Jared Diamond, Armi, acciaio e malattie - Breve storia degli ultimi tredicimila anni, collana Il Saggiatore, traduzione di Luigi Civalleri, Einaudi, 1997. pap 286-288, ISBN 8806156195
  70. ^ Jared Diamond, Armi, acciaio e malattie - Breve storia degli ultimi tredicimila anni, collana Il Saggiatore, traduzione di Luigi Civalleri, Einaudi, 1997. pag. 290, ISBN 8806156195
  71. ^ Jared Diamond, Armi, acciaio e malattie - Breve storia degli ultimi tredicimila anni, collana Il Saggiatore, traduzione di Luigi Civalleri, Einaudi, 1997. pag. 16-17, ISBN 8806156195
  72. ^ Jared Diamond, Armi, acciaio e malattie - Breve storia degli ultimi tredicimila anni, collana Il Saggiatore, traduzione di Luigi Civalleri, Einaudi, 1997. pp....ISBN 8806156195
  73. ^ Qui Diamond riporta due esempi, in parte da parecchi autori[senza fonte]. Pensiamo ad esempio in Europa a Colombo che avrebbe ricevuto il rifiuto ad allestirgli le navi per la “navigazione in india” dalla Francia, dal Portogallo, fino ad avere una risposta positiva dalla corte spagnola, od al caso della Cina, esempio di despotismo assoluto, ove nei primi anni del XV secolo, fu bloccata l’armamento di una flotta formidabile (la Cina di allora era molto avanti dal punto di vista tecnologico, avevano inventato la polvere da sparo, la ghisa, la bussola, ed erano in grado di costruire navi lunghe 120 metri e con 300 uomini), per una lotta di potere interna alla corte.(da Jared Diamond, Armi, acciaio e malattie - Breve storia degli ultimi tredicimila anni, collana Il Saggiatore, traduzione di Luigi Civalleri, Einaudi, 1997. pp 316, ISBN 8806156195
  74. ^ Jared Diamond, Armi, acciaio e malattie - Breve storia degli ultimi tredicimila anni, collana Il Saggiatore, traduzione di Luigi Civalleri, Einaudi, 1997. pp....ISBN 8806156195
  75. ^ Jared Diamond, Armi, acciaio e malattie - Breve storia degli ultimi tredicimila anni, collana Il Saggiatore, traduzione di Luigi Civalleri, Einaudi, 1997. pp....ISBN 8806156195
  76. ^ Jared Diamond, Armi, acciaio e malattie - Breve storia degli ultimi tredicimila anni, collana Il Saggiatore, traduzione di Luigi Civalleri, Einaudi, 1997. pp....ISBN 8806156195
  77. ^ Jared Diamond, Armi, acciaio e malattie - Breve storia degli ultimi tredicimila anni, collana Il Saggiatore, traduzione di Luigi Civalleri, Einaudi, 1997. pp....ISBN 8806156195
  78. ^ Jared Diamond, Armi, acciaio e malattie - Breve storia degli ultimi tredicimila anni, collana Il Saggiatore, traduzione di Luigi Civalleri, Einaudi, 1997. pp....ISBN 8806156195
  79. ^ Jared Diamond, Armi, acciaio e malattie - Breve storia degli ultimi tredicimila anni, collana Il Saggiatore, traduzione di Luigi Civalleri, Einaudi, 1997. pp....ISBN 8806156195
  80. ^ [4]
  81. ^ Jared Diamond, Armi, acciao e malattie, pag
  82. ^ a b c d e f Rondo Cameron, Storia economica del mondo, pag 146
  83. ^ Jared Diamond, Armi, acciao e malattie, pag
  84. ^ Critiche e criticità nell'opera di Jared Diamond Fondamentalmente si trovano vari tipi di critiche: 1) Il tentativo di far rinascere il determinismo geografico caduto negli ultimi anni in disgrazia fino alla comparsa del lavoro di Diamond. 2) L'abuso dell'eurocentrismo(James M. Blaut, Eight Eurocentric Historians, August 10, 2000|, The Guilford Press| isbn= 1-57230-591-6 [5]). 3) ancora: Diamond sosterrebbe che in Europa i maggiori incrementi economici e tecnologici siano giunti dalla Europa Settentrionale e da quella Occidentale in quanto per lo più pianeggianti: tale affermazione sarebbe contraddittoria rispetto la stessa affermazione dell'autore per cui l'europa trasse beneficio dall'disomogeneità dei paesi del vecchio continente che crebbero separati da barriere naturale quali le montagne. 4) Fattori politici. Victor Davis Hanson è d'accordo con Diamond per quanto concerne il rifiuto di spiegazioni razziali. Gli contesta però come alcuni fattori culturali occidentali quali la libertà, il capitalismo, l'individualismo, la res publica, il razionalismo, il dibattito aperto, possano essere responsabili della supremazia dell'occidente (tipica argomentazione che segue il determinismo culturale). Secondo alcuni autori favorevoli a Diamond, gli aspetti cosiddetti culturali sarebbero secondari a maggiori a più complesse strutture socio politiche conseguenza di maggiori risorse e dell'ambiente, di cui hanno beneficiato gli europei occidentali.(Victor Davis Hanson, Decline and Fall, National Review, [6]) 5) Errori storici 5a)Il professor J. R. McNeill,([7]) storico, trova questionabile trattare problemi storici come la dominazione temporanea di un popolo, utilizzando mezzi geografici permanenti quali la struttura dell'ambiente. 5b) Lo stesso storico sostiene che la spiegazione estremamente complessa e discutibile di Diamond per cui l'occidente ha raggiunto il livello di dominio, sia in realtà molto più semplice. Ovvero sia legata alla probabilità statistica in quanto l'Eurasia ha avuto negli ultimi 3000 anni la maggior parte della popolazione e quindi proprio lì era più facile che uscisse una civiltà "più potente". (ibidem-McNeill) 5c) Ancora la frammentazione politica (ritenuta da Diamond un vantaggio per quanto concerne l'Europa), fu uno svantaggio la stessa per l'Africa. (ibidem-McNeill) 5d) Per oltre 5.000 anni l'Egitto mantenne una popolazioni elevate ed una società complessa, ma la sua fortuna variò enormemente da un periodo all'altro. L'analisi di Diamond non spiega questo. 5e) L'enfasi di Diamond sul vantaggio dell'asse est-ovest, rispetto all'asse nord-sud è una supersemplificazione. Ad esempio parti dell'Eurasia a latitudini simili hanno un clima assai differente(ibidem-McNeill) 5f)La diffusione di colture ed animali utili è stato determinato almeno quanto dalle attività umane, in particolare il commercio e migrazione, come da fattori puramente geografici. 5g)Ancora: gli esseri umani possono alterare l'ambiente per errore, per esemio la Mesopotamia, da Diamond presentata come la culla delle civiltà commise un suicidio ecologico tramite l'utilizzo di tecniche di irrigazione che crearono un terreno infertile e salato. 5g)Debolezza storica degli ultimi 500 anni. Il professore di storia Tom Tomlinson sostiene che "data la grandezza del'obiettivo che si è posto Jared Diamond è inevitabile che si usino ampie pennellate per connettere in tale argomento", ma riguardo la visione sommaria di storia sociale politica ed intellettuale degli ultimi 500 anni, nota una debolezza consistente. Egli infatti sostiene che l'approccio di di Diamond "ignori molto dell'attuale letteratura sulle interazioni culturali nella storia moderna" e che "ometta quasi tutto della letteratura standar sulla storia dell'imperialismo e del post colonialismo del world-systems, sottosviluppo o dei cambi socio economici negli ultimi 500 anni." "Review:Guns, Germs and Steer: The Fates of Human Societies, Institute of Historical Research} A queste criticità seguirono alcuni articoli su The New York Review of Books. Su essi Diamend enfatizzava come le sue ricerche su Armi acciaio e malattie, abbiano una scala di tempi ben più estesa dei lavori della maggior parte degli storici. Per esempio nel 1492 avevamo popoli ad elevata civilizzazione, popoli all'età del bronzo (oriundi americani) e tribù, come ad esempio in Australia, in cui, pur nella grande diversità di cultura, alcuni avevano costruito villaggi con canalizzazioni. In questi ultimi nessuno aveva sviluppato una agricoltura od armi. Pertanto, per Diamond, bisogna guardare i fattori ambientali, perchè in caso contrario si sarebbe lasciato un vuoto che potrebbe essere riempito da presupposti razzisti. Ha ammesso che i fattori culturali sono stati di solito molto importanti per la dimensione più brevi scale temporali, come le cause della seconda guerra mondiale. McNeill ha risposto che alcuni storici hanno cercato di "spiegare i modelli più ampia della storia", "con più rispetto per la storia naturale di Diamond ha per il livello di coscienza della storia umana". [8]
  85. ^ Jared Diamond, Armi, acciaio e malattie - Breve storia degli ultimi tredicimila anni, collana Il Saggiatore, traduzione di Luigi Civalleri, Einaudi, 1997. pp....ISBN 8806156195
  86. ^ Rondo Cameron, Storia economica del mondo, pag 138
  87. ^ Jared Diamond, Armi, acciaio e malattie - Breve storia degli ultimi tredicimila anni, collana Il Saggiatore, traduzione di Luigi Civalleri, Einaudi, 1997. pp 256,ISBN 8806156195
  88. ^ Max Weber (Max Weber Sociologia della religione, vol.II pag 60), segnala che il trasporto in Cina avveniva principalmente per via continentale (a differenza delle regioni del Mediterraneo) e per quanto vasto fosse il raggio d'azione delle giunche cinesi (che già conoscevano bussola e sestante) il commercio marittimo rimaneva comunque meno importante del terrestre. A ciò si va ad aggiungere la pericolosità dei tifoni e dei pirati, per cui si era persino costruito il Gran canale imperiale, fondamentalmente parallelo al mare per evitare appunto il mare)
  89. ^ Jared Diamond, armi acciaio e malattie, 2003, pag 256-265
  90. ^ Max Weber Sociologia della religione, II pag 45
  91. ^ Max Weber, Sociologia della religione, II pag 47)
  92. ^ L'argento sarebbe apparso solo nel XI secolo (Max weber Sociologia della religione, II pag 46). Fino al XVI secolo pare si facessero scambi in monete di rame (che mutavano continuamente il valore) e conchiglie (sic!)(Max Weber, Sociologia della religione, II pag 46). Con il XVI secolo l'oro ed argento proveniente dall'america latina ricomincia a girare in scambio per seta, te e porcellana, (Max Weber Sociologia della religione, II pag 47). Ancora erano presenti zecche private non gestibili dal potere centrale, veniva riutilizzato del rame per la guerra e quindi carenza per il conio e successivo aumento sul mercato con la pace (Max Weber Sociologia della religione, II pag 49) il rame era concentrato per produrre statue buddiste o taoiste (e conseguente rarità sul mercato) con creazione di balzelli contro buddisti o taoisti (Max Weber Sociologia della religione, II pag 50 e 52), già dal I secolo precedente l'era volgare, di esperimenti di scale monetarie (fine a 28 con Wang Mang nel 40 a.C) (Max Weber, Sociologia della religione, ,II pag 50) furono fatti tentativi infruttuosi di introdurre una moneta cartacea con esito fondamentalmente fallimentare (Max Weber Sociologia della religione, II pag 52 e 54) e fu interrotta nel XVII secolo
  93. ^ Max Weber Sociologia della religione, II pag 56)
  94. ^ Max Weber Sociologia della religione, ,II pag 57)
  95. ^ mancava di una nobiltà residente in campagna od in città, era la risedenza de vicerè (ovvero lì venivano spese rendite), mancava del tutto il tessuto tipico del comune medioevale occientale, (ove invece vi era un diritto cittadino, una borghesia, un ceto militare), (Max weber Sociologia della religione, II pag 57-58)
  96. ^ infatti ogni cittadino (anche l'immigrato) manteneva la propria relazione con la propria stirpe, (Max Weber Sociologia della religione, II, pag 57 e 59)
  97. ^ Max Weber Sociologia della religione, II, pag 61
  98. ^ Max weber Sociologia della religione,II pag 57 e 59)
  99. ^ Max Weber in Sociologia della religione, vol.II pag 61,
  100. ^ Max Weber Sociologia della religione,II pag 77
  101. ^ Max Weber Sociologia della religione, II, pag 67
  102. ^ Max Weber Sociologia della religione, II, pag 71
  103. ^ Max Weber, Sociologia della religione,II pag 183-184
  104. ^ Reale, Antiseri, Storia del Pensiero occidentale dalle origini ad oggi, Vol III, 1983, Editrice la Scuola, pag 369

Voci correlate

Collegamenti esterni

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Lista delle maggiori città nei tempi storici
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Chu JY, Huang W, Kuang SQ, Wang JM, Xu JJ, Chu ZT, Yang ZQ, Lin KQ, Li P, Wu M, Geng ZC, Tan CC, Du RF, Jin L. 1998. Genetic relationship of populations in China. Proc Natl Acad Sci USA 95:11763–1178. [14]


[15] cercre su questa bibliografia [16]

· Paul Bairoch, Storia economica e sociale del mondo. Vittorie e insuccessi dal XVI secolo a oggi, vol. II, Torino, Einaudi, 1999 (capp. XXXI-XXXVI, pp. 1280-1518). · Dal colonialismo al neocolonialismo. Materiali di lettura, a cura di Stefano Magagnoli, Dispensa disponibile on-line o presso il Servizio fotocopie della Facoltà.

  • verificare se utile questo: Rethinking environmental history: world-system history and global ...

Di Alf Hornborg,John Robert McNeill,Juan Martínez Alier

  • verificare se utile: A Concise Economic History of the World: From Paleolithic Times to the Present by Rondo Cameron, Larry Neal
  • verificare se utile: The Wealth and Poverty of Nations: Why Some Are So Rich and Some So Poor - David S. Landes;
  • verificare se utile: The Great Divergence: China, Europe, and the Making of the Modern World Economy. - Kenneth Pomeranz;
  • verificare se utile: The Rise of the West: A History of the Human Community - William H. McNeill;

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