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Isognathus occidentalis
Immagine di Massimiliano Panu/sandbox2 mancante
Stato di conservazione
Specie non valutata
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
SottoregnoEumetazoa
RamoBilateria
SuperphylumProtostomia
(clade)Ecdysozoa
PhylumArthropoda
SubphylumTracheata
SuperclasseHexapoda
ClasseInsecta
SottoclassePterygota
CoorteEndopterygota
SuperordineOligoneoptera
SezionePanorpoidea
(clade)Amphiesmenoptera
OrdineLepidoptera
SottordineGlossata
InfraordineHeteroneura
DivisioneDitrysia
(clade)Apoditrysia
(clade)Obtectomera
(clade)Macroheterocera
SuperfamigliaBombycoidea
FamigliaSphingidae
SottofamigliaMacroglossinae
TribùDilophonotini
SottotribùDilophonotina
GenereIsognathus
SpecieI. occidentalis
Nomenclatura binomiale
Isognathus occidentalis
Clark, 1929

Isognathus occidentalis Clark, 1929 è un lepidottero appartenente alla famiglia Sphingidae, diffuso in America Meridionale.[1]

Descrizione

Adulto

A prima vista appare molto simile a I. excelsior sia nell'ala anteriore, sia in quella posteriore; tuttavia in questa specie la superficie ventrale dell'addome risulta marroncina, laddove in I. excelsior si mostra di un bianco candido.[2][3]
La pagina superiore dell'ala anteriore è di un grigio intenso, analogo a quello di I. excelsior, sebbene la parte distale risulti più scura, con la presenza di una zona mediana nerastra, costituita da una serie di geometrie che convergono a formare un elaborato disegno, compreso tra la metà della costa ed i due terzi basali del margine interno.[3]
Anche la pagina inferiore ricorda da vicino quella di I. excelsior, oltre che di I. menechus, essendo tinta di un marroncino alquanto uniforme, con lievi striature trasversali di colore più intenso nella parte postdiscoidale.[3]
L'ala posteriore è gialla per i tre quarti basali, ma mostra una banda marrone che parte dal quarto distale della costa e giunge, con margine interno dentellato, fino all'angolo anale, dove si stempera in una macchia che riprende i colori dell'ala anteriore, occupando l'intera lunghezza del termen.[2][3]
La pagina inferiore, anch'essa simile a quella di I. excelsior e I. menechus, rivela invece una larga banda costale marroncina, che prosegue anche per tutto il margine esterno fino all'angolo anale, via via assottigliandosi; il resto della superficie dell'ala è campito di una tonalità di giallo analoga a quella della superficie dorsale, appena un po' più sbiadita.[3]


L'apice dell'ala anteriore è impercettibilmente falcato. Il termen è solo lievemente dentellato in ambo i sessi, ma soltanto nell'ala anteriore.[4]
Le antenne sono filiformi e uncinate all'estremità, con una lunghezza di poco inferiore alla metà della costa.[2][4]
Il torace è scuro dorsalmente, ma risulta più chiaro sulla superficie ventrale.[4]
L'addome rivela, a livello dei tergiti, bande trasversali appena percettibili, mentre sul ventre assume la stessa tonalità chiara del torace (maggiormente pallida nella femmina).[2][4]
L'apertura alare del maschio è circa 36 mm, mentre quella della femmina arriva a 41 mm.[4]

Larva

Il bruco è cilindrico, con capo piccolo, tondeggiante e giallastro. La colorazione di fondo è bruna e alquanto scura, con due linee biancastre dorso-laterali. Il cornetto caudale sull'ottavo urotergite è affusolato e molto lungo. La colorazione vivace suggerisce che possa essere di sapore sgradevole per i predatori.[2][5][6]

Pupa

La crisalide è adectica ed obtecta, con un cremaster poco sviluppato; si rinviene all'interno di un bozzolo dalle pareti sottili, posto negli strati superficiali della lettiera del sottobosco.[5]

Biologia

Comportamento

La specie, come le sue congeneri, ha abitudini principalmente crepuscolari. Durante l'accoppiamento, le femmine richiamano i maschi grazie ad un feromone rilasciato da una ghiandola posta all'estremità addominale.[5]
L'adulto emerge dal bozzolo da 8 a 24 giorni dopo l'impupamento.[5]

Periodo di volo

La specie è multivoltina, con adulti che sfarfallano in tutti i mesi dell'anno.[5]

Alimentazione

Le piante ospiti sono membri delle Apocynaceae.[5]

 
L'areale di questa specie comprende il Brasile e il Venezuela[5][7]

Distribuzione e habitat

L'areale della specie è esclusivamente neotropicale, comprendendo il Brasile orientale (locus typicus della sottospecie I. m. mossi: Manaus) ed il Venezuela (locus typicus di I. m. fabianae).[8][2][4][5][7][9][10]

L'habitat è rappresentato da foreste tropicali, e sub-tropicali, dal livello del mare fino a modeste altitudini.[5]

Tassonomia

Sottospecie

Sono state distinte due sottospecie.[4][5][9]

Sinonimi

Non sono stati riportati sinonimi.[4][9]

Note

  1. ^ (EN) Benjamin Preston Clark, New Sphingidae, in Proceedings of the New England Zoölogical Club, vol. 11, Cambridge, Massachussets, 1929, p. 8.
  2. ^ a b c d e f Bernard D'Abrera, Sphingidae Mundi. Hawk Moths of the World. Based on a Checklist by Alan Hayes and the collection he curated in the British Museum (Natural History), 1ª, Faringdon, Oxon., SN7 7DR United Kingdom, E.W. Classey Ltd., 1986, pp. 96-97, ISBN 086096 022 6.
  3. ^ a b c d e CATE Creating a Taxonomic eScience, su cate-sphingidae.org. URL consultato il 18 dicembre 2012.
  4. ^ a b c d e f g h Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore CATE - mossi
  5. ^ a b c d e f g h i j Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore Silkmoths - mossi
  6. ^ (EN) A. Miles Moss, Sphingidae of Pará. Early stages, food-plants, habits etc., in Novitates Zoologicae, vol. 27, Londra e Aylesbury, Hazell, Watson & Viney Ld., 19, pp. tav. IV, figg. 6a, 6b, 6c. URL consultato il 2 novembre.
  7. ^ a b Silkmoths - Isognathus mossi fabianae, su silkmoths.bizland.com. URL consultato il 2 novembre 2012.
  8. ^ a b Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore Clark, 1919
  9. ^ a b c Funet, su ftp.funet.fi. URL consultato il 2 novembre 2012.
  10. ^ a b CATE - Creating a Taxonomic eScience - Isognathus mossi fabianae, su cate-sphingidae.org. URL consultato il 2 novembre 2012.
  11. ^ (ES) René Lichy, Documentos para el estudio de los Sphingidae de Venezuela (Lepidoptera, Heterocera) (15a nota) Baniwa yavitensis gen.n., sp.n. e Isognathus mossi fabianae ssp.n., nuevos Sphingidae de la Region Amazonica de Venezuela, in Boletín de Entomología Venezolana, vol. 1, n. 5, 1981, p. 65.

Bibliografia

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  • Butler, 1876 - Revision of the heterocerous Lepidoptera of the family Sphingidae. Transactions of the Zoological Society of London 9 (19): 511-644, pl. 90-94.
  • Clark, 1920 - Sixteen New Sphingidae. Proceedings of the New England Zoölogical Club 7: 70
  • Cramer, [1780] - Uitlandsche Kapellen (Papillons exotiques) 4 (25-26a): 1-28, pl. 289-304 (1780).
  • Druce in Godman & Salvin, 1881; Godman & Salvin, 1881 - Biologia Centrali-Americana, or Contributions to the Knowledge of the Fauna of Mexico and Central America. Zoology. Lepidoptera. Heterocera 1: 2, 3: pl. 1-101.
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  • Walker, 1856 - List of the Specimens of Lepidopterous Insects in the Collection of the British Museum 8: 1-271.
  • Zwick, 2008 - Molecular phylogeny of Anthelidae and other bombycoid taxa (Lepidoptera: Bombycoidea). Systematic Entomology 33, 190 – 209.
  • Zwick, Regier, Mitter & Cummings, 2010 - Increased gene sampling yields robust support for higher-level clades within Bombycoidea (Lepidoptera). Systematic Entomology DOI: 10.1111/j.1365-3113.2010.00543.x

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