Celtic Football Club

società calcistica scozzese

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Celtic F.C.
Calcio
Campione di Scozia in carica Campione di Scozia in carica
File:Celticstemma.png
The Bhoys; Tims; The Celts; The Hoops; The Tic
Segni distintivi
Uniformi di gara
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
Casa
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
Trasferta
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
Terza divisa
Colori sociali bianco-verde
Simboliquadrifoglio
Dati societari
CittàGlasgow
NazioneRegno Unito (bandiera) Regno Unito
ConfederazioneUEFA
Federazione SFA
Fondazione1888
PresidenteScozia (bandiera) John Reid
AllenatoreIrlanda del Nord (bandiera) Neil Lennon
StadioCeltic Park
(60.830 posti)
Sito webwww.celticfc.net
Palmarès
10 Premiership scozzesi10 Premiership scozzesi10 Premiership scozzesi10 Premiership scozzesiPremiership scozzesePremiership scozzesePremiership scozzese Coppa dei Campioni
Titoli di Scozia43
Trofei nazionali35 Coppe di Scozia
14 Coppe di Lega Scozzesi
Trofei internazionali1 Coppe dei Campioni/Champions League
Si invita a seguire il modello di voce
«Le maglie del Celtic non sono per le seconde scelte. Non si ritirano per star bene a giocatori inferiori»

Il Celtic Football Club (colloquialmente solo Celtic, pronunciato "seltik" /sɛltɪk/ e impropriamente chiamato anche Celtic Glasgow) è una società di calcio britannica con sede nella città di Glasgow, in Scozia della quale rappresenta da sempre la minoranza Cattolica e indipendentista. Gioca nella massima divisione scozzese.

Il club ha come soprannome ufficiale The Bhoys, mentre il nome completo è The Celtic Football Club, sebbene sia impropriamente spesso chiamato Glasgow Celtic o Celtic Glasgow, soprattutto dai commentatori stranieri. Fino al 1994 il nome completo del club era The Celtic Football and Athletic Company Ltd.

Il Celtic gioca le sue partite casalinghe al Celtic Park, che è attualmente il terzo stadio per capienza dell'intero Regno Unito. Nella stagione 2005-06, il Celtic Park ha avuto una media di spettatori di circa 58.149 paganti[1], ponendo il Celtic dietro soltanto al Manchester United[2] in tutta la Gran Bretagna.

Insieme alla compagine rivale di Glasgow, il Rangers F.C., forma la cosiddetta Old Firm, una delle più forti ed accese rivalità sportive. Il Celtic viene tradizionalmente associato alla comunità cattolica di Glasgow, ha un nutritissimo seguito tra i cattolici irlandesi e tra i supporters sono numerosi gli stendardi irlandesi. La divisa del Celtic è conosciuta in tutto il mondo, ovvero a strisce orizzontali bianco-verdi con pantaloncini e calzettoni bianchi.

Nel 1967, il Celtic è divenuto il primo club[3] britannico e nord-europeo a vincere la Coppa dei Campioni, prerogativa fino a quel momento di squadre italiane, portoghesi e spagnole. Nello stesso anno vinse ogni competizione alla quale partecipò, record in Scozia mai battuto, ovvero campionato, coppa, coppa di lega e Coppa di Glasgow. Ad oggi, il Celtic rimane l'unico club scozzese ad aver raggiunto la prestigiosa finale di Coppa dei Campioni, e l'unica in Europa ad averlo fatto con giocatori tutti provenienti dal vivaio;[4][5] tutti i giocatori erano scozzesi e nati a meno di 30 miglia dallo stadio. Il Celtic raggiunse nuovamente la finale nel 1970, ma stavolta venne battuto dal Feyenoord ai supplementari. Nel 2003 Martin O'Neill guidò il club alla finale, invece, di Coppa UEFA a Siviglia dove però fu sconfitto dal Porto 3-2 ai supplementari. Circa 80.000[6][7][8] tifosi bianco-verdi partirono per Siviglia per il match. La squadra occupa la 63a posizione del Ranking UEFA.

Old Firm e settarismo

  Lo stesso argomento in dettaglio: Old Firm.
 
Vistoso tricolore irlandese esposto dai fan del Celtic durante una Old Firm

Il Celtic è diventato una delle più conosciute squadre europee e la sua storica rivalità con i Rangers è conosciuta in tutto il mondo. Questa rivalità non è la solita rivalità di campanile a cui si è abituati a pensare. Ha radici molto più profonde, soprattutto di ordine religioso e anche politico e crea non poche situazioni sgradevoli di settarismo.

Il Celtic era infatti originariamente la squadra della minoranza cattolica di Glasgow, composta per gran parte da irlandesi emigrati in questa città nei primi anni del '900. In genere la maggioranza delle frange di tifo della squadra va orgogliosa del loro legame con la storia e la cultura celtica, tendenzialmente si sente più irlandese o scozzese che britannica e non di rado addirittura portano allo stadio il tricolore irlandese. Alcuni gruppi della loro tifoseria sembrerebbero vicini agli ambienti dell'I.R.A. ed in genere del separatismo, sia irlandese che scozzese. I Rangers invece erano originariamente la squadra della maggioranza protestante di Glasgow e di coloro che politicamente sono schierati a favore della Regina d'Inghilterra, anche se ultimamente hanno folte schiere di tifosi neutrali o fortemente distaccati dalla questione.

Come è facile immaginare, i derby tra queste due squadre sono sempre incandescenti. Questa situazione si riflette anche in Irlanda del Nord, dove nei quartieri cattolici si trovano murales inneggianti alla squadra bianco-verde e persone o bambini che indossano le divise del club, mentre ovviamente è l'opposto in quelli protestanti. Nella Repubblica d'Irlanda la squadra è di gran lunga la più amata dalla popolazione.

Storia

Fondazione ed esordi

 
Fratello Walfrid

Il Celtic venne costituito formalmente il 6 novembre 1887. La sede della fondazione fu la Chiesa cattolica di Santa Maria ad East Rose Street (oggi Forbes Street), Calton, Glasgow, su iniziativa di un frate marista chiamato Fratello Walfrid, originario di Ballymote, villaggio irlandese della Contea di Sligo; proprio nella città era sorta infatti una scuola dei fratelli maristi che si occupava in particolar modo dell'educazione cattolica dei giovani. L'iniziativa, almeno originariamente, era a scopo di carità, per la The Poor Children's Dinner Table, una sorta di organizzazione a sostegno dei cattolici della città. L'esempio principale da cui partì l'idea del frate fu quella dell'Hibernian F.C., club di Edimburgo fondato per motivi simili 30 anni prima (anche se oggi è molto più neutrale della squadra di Glasgow).

Il nome Celtic fu scelto per richiamare le radici storico-culturali di natura celtica delle popolazioni scozzesi e irlandesi. Il soprannome ufficiale della formazione invece, Bhoys, deriverebbe dall'usanza di molta gente di chiamare i calciatori dei primi anni della squadra bianco-verde bold boys ("ragazzi audaci"): il club fece subito propria questa definizione, tanto che una cartolina di inizio '900 ritraeva la squadra con impressa una scritta the Bould Bhoys, dove l'aggiunta della "u" e della "h" di troppo riflettevano un richiamo all'accento particolare della parlata irlandese.

La prima partita del Celtic fu disputata il 28 maggio 1888, quando sconfisse in amichevole quelli che sarebbero stati i rivali di sempre, i Rangers, per 5-2. Il primo gol storico del club fu siglato da Neil McCallum, anche se la compagine di quel match era composta per gran parte da giocatori prestati dall'Hibernian.

Era Maley

 
Il Celtic nel 1908 coi trofei vinti, durante il record di allora di sei titoli nazionali consecutivi

Il primo manager della storia del Celtic fu Willie Maley, che guidò il club alla conquista di 30 trofei di elevata importanza per addirittura 43 anni. Nel 1892 il Celtic vinse la Coppa di Scozia per la prima volta, mentre nel 1893 vinse il suo primo campionato. Fu la prima squadra in Scozia a registrare un record: il Celtic vinse infatti ben sei campionati di fila, dal 1904 al 1910, record che rimase imbattuto per circa settant'anni, precisamente fino al 1971, quando fu prima raggiunto e poi sorpassato dallo stesso Celtic guidato da Jock Stein. Dopo il dominio dei primi campionati, nel 1930 venne superato dai Rangers, che da allora detengono il record di "scudetti" scozzesi.

 
McGrory con la maglia del Celtic nel 1930

Nel 1939 un altro prestigioso trofeo si aggiunse alla bacheca del Celtic, che sconfisse gli inglesi dell'Everton per 1–0 all'Ibrox Park e si aggiudicò l'Empire Exhibition Trophy, che con la Coronation Cup vinta nel 1953 è uno dei trofei più cari ai sostenitori del club, per la sua natura di torneo unico nella storia (fu giocato solo quell'anno).

Il periodo di Maley fu contraddistinto anche da una tragedia, accaduta durante un match della Old Firm, ovvero quando il portiere John Thomson rimase ucciso in campo gettandosi coraggiosamente sui piedi dell'avversario Sam English, riportando una grave frattura al cranio che ne causò la morte in ospedale la sera stessa.

Nel 1938 venne raggiunto il record tuttora imbattuto di spettatori per una partita di calcio di un club europeo: a vedere la finale della Coppa di Scozia contro l'Aberdeen all'Hampden Park di Glasgow c'erano 146.433 spettatori.

Durante e dopo la guerra

L'ex calciatore della squadra Jimmy McStay divenne manager del club durante gli anni della Seconda guerra mondiale, dal 1940 al 1945, periodo nel quale non fu però giocata alcuna competizione ufficiale.

Nel 1945 fu sostituito da un altro ex, il vecchio capitano Jimmy McGrory, sotto la cui guida il Celtic si mise in luce per varie prestazioni rimaste negli annali. Nel maggio del 1953 la squadra scozzese partecipò ad un torneo unico nella storia, la Coronation Cup, istituito eccezionalmente per l'incoronazione della regina Elisabetta II e nel quale il Celtic batté Hibernian, Arsenal e Manchester United aggiudicandoselo.

Il 19 ottobre 1957, invece, il Celtic inflisse ai Rangers un 7–1 da record nella finale della Coppa di Lega Scozzese all'Hampden Park di Glasgow, conquistando ancora il titolo che avevano vinto per la prima volta nella loro storia solo l'anno prima. Il punteggio rimane insuperato ad oggi in una finale di una coppa nazionale britannica; potrebbe essere stata questa la prima occasione in cui fu cantato You'll Never Walk Alone. La vittoria è celebrata ancora oggi dai sostenitori bianco-verdi con il coro Hampden in the sun, sulle note della canzone Island in the Sun.

Stein ed i Lisbon Lions

  Lo stesso argomento in dettaglio: Lisbon Lions e Celtic Football Club 1966-1967.
Coppa dei Campioni 1967- Finale

Lisbona, Stadio Nazionale di Jamor, 25 maggio 1967

Celtic - Inter 2-1

Marcatori:   6' Mazzola (rig.),   63' Gemmell,   84' Chalmers
CELTIC: Simpson; Craig, Gemmell, Murdoch, McNeill (c); Clark, Johnstone, Wallace Chalmers; Auld, Lennox; All.: Stein

INTER: Sarti; Burgnich; Facchetti; Bedin, Guarneri; Picchi (c), Domenghini, Mazzola, Cappellini; Bicicli, Corso; All.: Herrera
Arbitro:   Kurt Tschenscher
Spettatori: 45.000

Alcuni dei Lisbon Lions: Johnstone a sinistra, Gemmell e Wallace a destra

Jock Stein sostituì McGrory nel 1965. Anch'egli ex-giocatore oltre che capitano della squadra, Stein è di sicuro molto più ricordato per i grandi traguardi raggiunti da allenatore del Celtic, ed è considerato da molti uno dei migliori manager di sempre. In ambito casalingo guidò il Celtic attraverso ben nove titoli nazionali di fila, esattamante dal 1966 al 1974, che divenne al tempo congiuntamente un record per la Scozia e per il mondo (mai raggiunto fino al 1997).

Ma fu il 1967 l'anno glorioso della squadra bianco-verde, quando il Celtic vinse ogni competizione alla quale partecipò: il campionato scozzese, la Coppa di Scozia, la Coppa di Lega scozzese, la Glasgow Cup e, soprattutto, la Coppa Campioni. Capitanati da Billy McNeill, i Bhoys sconfissero in finale l'Inter 2-1 all'Estádio Nacional di Lisbona, Portogallo, il 25 maggio 1967: proprio per la località della finale, i calciatori passarono alla storia come Lisbon Lions ("Leoni di Lisbona"). Jimmy 'Jinky' Johnstone, Bobby Lennox e Bobby Murdoch, tra i più acclamati giocatori della storia della squadra, facevano parte di quella squadra formata, oltretutto, da ragazzi provenienti tutti da Glasgow e dintorni. La gradinata est dello stadio Celtic Park è dedicata proprio ai Lisbon Lions, mentre quella occidentale a Jock Stein.

Non pago della vittoria europea del '67, il Celtic di Stein si ripresentò in finale di Coppa Campioni nel 1970, ma vennero questa volta sconfitti per 2-1 dagli olandesi del Feyenoord nello stadio "San Siro" di Milano.

Il 1970 è da ricordare anche per un altro record, tuttora imbattuto: il maggior numero di spettatori per una partita di calcio valida per una coppa europea. Avvenne nella semifinale di quella stessa competizione, quando il Celtic affrontò gli inglesi del Leeds United: la partita di ritorno giocata a Hampden Park venne vista da 133.961 spettatori ed il Celtic vinse entrambe le partite disputate contro gli inglesi.

Gli anni di Cesar

 
Maglia del Celtic della finale di coppa di Scozia del 1977

Dopo la lunga e gloriosa era di Stein, conclusasi con una finale di Coppa di Scozia nel 1977, nel 1978 passò alla guida del Celtic Billy McNeill (soprannominato "Cesar"), ex calciatore e capitano dei Lisbon Lions, che iniziò subito la sua carriera da allenatore in grande strappando il titolo nazionale ai rivalissimi Rangers con una vittoria per 4-2 nell'ultima partita della stagione. McNeill condusse il Celtic alla vittoria di altri due titoli nazionali, rispettivamente nel biennio 1981 e 1982, oltre che entrambe le coppe nazionali, ovvero la Coppa di Scozia nel 1980 e la Coppa di Lega nel 1982. Tuttavia, la mancanza di prestazioni brillanti in Europa e delle dispute su dei fondi economici destinati ai trasferimenti dei calciatori segnalarono ben presto che l'avventura sulla panchina del vecchio eroe di Lisbona sarebbe durata poco, ed infatti lasciò il club nel 1983.

Davie Hay ed i broken Hearts

Fu un altro ex calciatore, David Hay, a sostituire McNeill nel luglio 1983, e ci vollero ben due anni prima che il Celtic tornasse a vincere qualcosa. Nel 1985 il Celtic rimontò un 1-0 di fine primo tempo vincendo per 2-1 contro il Dundee United nella finale del centenario della Coppa di Scozia, grazie a un calcio di punizione incredibile di Davie Provan ed a un gol di testa in tuffo di Frank McGarvey. L'anno seguente la formazione bianco-verde si aggiudicò il titolo nazionale all'ultima giornata nella peggiore e meno probabile delle circostanze: per vincere il campionato, infatti, il Celtic doveva vincere la sua ultima gara con almeno tre gol di scarto contro il St. Mirren e al contempo sperare che gli Hearts perdessero col Dundee. Per fortuna loro, gli Hearts persero la partita 2-0, e i tre gol di scarto richiesti col St.Mirren divennero addirittura cinque, dato che il match finì 5-0. Per questa circostanza nacque il detto broken Hearts (gioco di parole che significa "cuori infranti"). Hay lasciò il club la stagione seguente sostituito di nuovo da Billy McNeill, lasciando un buon ricordo nel pubblico.

Ritorno di Cesar

Quando Billy McNeill tornò a gestire la squadra nel 1987, il Celtic sembrò destinato ad un altro periodo di dominio assoluto, stabilendo un record di imbattibilità di 31 partite, culminato in una storica vittoria del campionato e di entrambe le coppe. Tuttavia, il successo iniziale fu seguito da una stagione successiva molto più modesta, soprattutto in campionato, evidenziata da una brutta sconfitta con i rivali Rangers per 5-1. La stagione successiva, nel 1989, fu salvata grazie a una vittoria della Scottish Cup battendo i Rangers 1-0 con un gol di Joe Miller. Nella stagione 1989-1990 il nuovo attaccante polacco del Celtic Dariusz Dziekanowski segnò quattro gol nel primo turno della Coppa UEFA contro il Partizan Belgrado, e la squadra uscì dalla competizione per la regola dei gol fuori casa, mentre arriva la sconfitta nella coppa nazionale del 1990 contro l'Aberdeen, vincitore ai calci di rigore.

La stagione seguente il Celtic apparì fuori dai giochi in campionato molto presto, nonostante il loro centrale Paul Elliott fosse stato eletto il giocatore dell'anno. Raggiunsero la finale di Skol Cup per essere poi battuti dai Rangers ai supplementari. Comunque, la vendetta fu consumata nel quarto di finale della Coppa di Scozia: in una folle giornata di San Patrizio, il Celtic vinse 2-0 con i rivali grazie alle reti di Gerry Creaney e Dariusz Wdowczyk, in una partita caratterizzata da 4 espulsioni (3 per i Rangers ed 1 per il Celtic). La soddisfazione durò poco anche in quella competizione, dato che il Celtic fu poi eliminato in semifinale dal Motherwell con un pesante 4-2, che determinò l'ultimo abbandono di McNeill alla guida del club.

Liam Brady, Neuchatel Xamax e Lou Macari

Liam Brady fu scelto come nuovo allenatore del Celtic poco dopo l'abbandono di McNeill, divenendo soltanto l'ottavo manager dopo cento anni; ma fu anche il primo ad allenare la squadra senza mai avervi giocato. Nonostante le sue credenziali come calciatore di Arsenal e Juventus, oltre che per la Nazionale di calcio irlandese, la sua gestione risultò abbastanza fallimentare. Il 22 ottobre 1991, al primo turno di Coppa UEFA contro la formazione svizzera del Neuchatel Xamax, il Celtic perse 5-1, una delle peggiori sconfitte europee della storia del club.[senza fonte] Nella partita di ritorno il Celtic non andò oltre la vittoria per 1-0, e fu eliminata con un risultato totale di 5-2. Con una sconfitta contro l'Airdrie nella CIS Cup poche settimane prima, Brady lasciò il club presto, e i cosiddetti barren years del club continuarono con la guida di un altro ex-calciatore, Lou Macari.

Il rinnovamento di Fergus McCann

File:Celtic Park New.jpg
Il moderno impianto di Celtic Park. L'attuale struttura fu costruita durante i primi anni dopo l'arrivo di McCann alla dirigenza del club
 
La finale di Coppa di Scozia del 1995 vinta contro l'Airdrieonians

La Bank of Scotland informò il Celtic il 3 marzo 1994 che aveva un debito superiore a 5 milioni di sterline. Fu in quel momento che l'imprenditore Fergus McCann, ormai residente in Canada, prese controllo del 51% del club: subito estromise le famiglie storiche che avevano gestito il Celtic dalla sua fondazione e cominciò un lavoro di rinnovamento. L'intervento di McCann fu per molti provvidenziale, e secondo i media riuscì ad impossessarsi del club otto minuti prima che fosse dichiarata la bancarotta.

Per ripianare il debito considerevole della squadra McCann trasformò il Celtic in una public limited company - Celtic PLC -, equivalente in Italia ad una società a responsabilità limitata solo con partecipazione pubblica, in un'operazione talmente riuscita da essere considerata una delle migliori nella storia dei mercati finanziari britannici. Ben presto la dirigenza ripianò il debito e rimpinguò le casse di 14 milioni di sterline, furono ampliati servizi relativi al club e, soprattutto, fu ricostruito il Celtic Park nella moderna struttura attuale, in modo da rivaleggiare ai migliori impianti europei. Sotto l'aspetto tecnico, Lou Macari fu licenziato da McCann e sostituito dall'ex calciatore Tommy Burns, che adottò un sistema di gioco molto più offensivo.

Nonostante il periodo buio a livello finanziario, e mantenendo una gestione comunque accorta dei conti economici del club, il Celtic ha comunque conseguito buoni successi. Sotto la guida di Burns, i bianco-verdi vinsero la Scottish Cup nel 1995, ma si piegarono al predominio dei rivali Rangers in campionato. Dopo l'ulteriore occasione mancata nel 1997, Burns fu esonerato con l'intero staff tecnico.

In questo periodo accadde anche un incidente piuttosto sgradevole riguardante Jim Farry, che in funzione di principale organo esecutivo della SFA, deliberatamente ritardò l'iscrizione al campionato del calciatore nazionale portoghese Jorge Cadete, lasciando il Celtic privo del suo nuovo acquisto per gran parte dei match importanti della stagione. Fergus McCann protestò con la SFA, che ritenne Jim Farry colpevole di condotta gravemente scorretta in relazione alla sua posizione.

L'anno di Jansen

 
Henrik Larsson, calciatore simbolo del Celtic degli anni '90, giunse in Scozia nell'annata di Jensen e rimase per vari anni

Dopo le dimissioni di Burns, tutti si aspettavano l'incarico affidato all'ex difensore della squadra Roy Aitken. Invece, la dirigenza scelse a sorpresa il tecnico olandese Wim Jansen, cambiando inoltre alcune posizioni all'interno del club: la posizione centrale del manager fu abolita, e fu istituita una doppia figura, l'head coach (l'allenatore) e il general manager. Quest'ultimo compito fu affidato, non senza controversie, al legale ed ex commentatore televisivo Jock Brown. Jansen fu aiutato da Murdo MacLeod nella gestione tecnica della squadra.

Con parecchi nuovi ingaggi, tra i quali quello di Henrik Larsson, uomo simbolo del Celtic anni '90, per un prezzo di £.650.000 dagli olandesi del Feyenoord Rotterdam, il Celtic si aggiudicò la Scottish League Cup, prima di superare i Rangers nella vittoria del campionato, per la prima volta in circa dieci anni, sebbene per il successo si sia dovuta attendere un vittoria all'ultima giornata contro il St Johnstone F.C..

Nonostante il trionfo, i festeggiamenti per la vittoria del titolo si svilirono quando a Jansen non furono garantiti fondi extra per rafforzare l'organico: il tecnico olandese si dimise appena due giorni dopo la vittoria del titolo, mentre Brown lo seguì poco dopo.

Doctor Jo

Si speculò su una gran quantità di nomi dopo l'addio a sorpresa di Jansen per la guida tecnica della squadra, ma l'uomo scelto in seguito fu l'inaspettato slovacco Jozef Vengloš. La decisione portò molto disappunto tra i tifosi, preoccupati per i risultati del tecnico alla guida della formazione inglese dell'Aston Villa. Le paure dei sostenitori non tardarono a concretizzarsi, dato che il Celtic fu estromesso subito dalla Champions League, dalla Coppa UEFA e dalla Coppa di Lega, ma si riprese quantomeno in campionato dove lottò per il titolo fino alla penultima giornata - e battendo anche i Rangers 5-1. In ogni caso, la squadra non sembrava effettivamente capace di competere i rivali cittadini per il titolo, ed una sconfitta nella finale di Coppa di Scozia fu solo l'ulteriore conferma della mancanza di progressi. Poco dopo la fine della stagione Vengloš si dimise da allenatore, andando a coprire il ruolo di osservatore in Europa.

La stagione di Barnes

La stagione 1999-2000 è considerata come una delle più disastrose della storia del club. Kenny Dalglish tornò nel club, questa volta come general manager, ruolo rimasto vacante per almeno un anno, mentre la gestione tecnica della squadra fu affidata all'ex calciatore inglese del Liverpool John Barnes.

Barnes non aveva mai allenato una squadra professionistica, e le peggiori preoccupazioni della tifoseria trovarono subito riscontro subito dopo il girone d'andata, dove il titolo per il campionato era già compromesso. A seguito di una serie di risultati scadenti - tra i quali l'eliminazione dalla Coppa UEFA ed una gamba rotta a Lione per Henrik Larsson - i Rangers aumentarono il divario in maniera drammatica in testa alla classifica, suscitando le prime domande di esonero per Barnes.

Ma l'episodio più umiliante della stagione accadde l'8 febbraio del 2000, quando il Celtic ospitò una gara di Coppa di Scozia contro il Caledonian Thistle di Inverness, in forma ma modesta squadra di Division 1 scozzese (seconda serie), avversaria che sulla carta non aveva quasi possibilità di battere la compagine di Glasgow: invece la formazione delle Highlands uscì dal Celtic Park con un'incredibile vittoria per 3-1, che scatenò una protesta dei tifosi bianco-verdi, che si radunarono a centinaia fuori dallo stadio. Il quotidiano The Sun titolò il giorno uno dei suoi trafiletti in prima pagina come "Super Caley Go Ballistic, Celtic Are Atrocious". Rifiutandosi di parlare alla stampa il giorno della partita, Barnes organizzò una conferenza stampa il giorno dopo, nella quale dichiarò che un litigio tra lui ed il calciatore Mark Viduka a metà primo tempo aveva influenzato molto negativamente la squadra ed era la causa principale della sconfitta. Barnes fu licenziato il mattino seguente.

Kenny Dalglish allora prese in mano la gestione dell'organico, traghettando la squadra fino a fine stagione e richiamando Tommy Burns ad aiutarlo. Nonostante il rispetto che Dalglish si procurò da parte della tifoseria, poco poté per cambiare le sorti di una stagione disgraziata, ed il club finì il campionato 21 punti dietro i Rangers. Una vittoria di Coppa di Lega sull'Aberdeen fu l'unica consolazione in una delle stagioni più brutte della storia del club.

Il quinquennio di O'Neill

 
Martin O'Neill, allenatore dal 2000 al 2005
 
Il Celtic nella finale UEFA del 2003 nel pre-gara

Nel 2000 fu nominato allenatore Martin O'Neill, chiamato a risollevare il club dopo il fiasco di Barnes e Dalglish. Sotto la sua gestione il Celtic si aggiudicò tre volte su cinque la Scottish Premier League.

Il 2000-2001 fu una delle stagioni più memorabili nella storia della squadra biancoverde, che ottenne il treble campionato-Coppa di Scozia-Coppa di Lega dopo trentadue anni – O'Neill fu il secondo allenatore a riuscire nell'impresa dopo Jock Stein – e si impose sui Rangers in modo netto (6–2 e 1-0 al Celtic Park; 3–0 ad Ibrox), vincendo il torneo in scioltezza.

Dal 2001 al 2004 il Celtic fece registrare una striscia di imbattibilità interna di 77 partite, che comprese anche un record per la Scottish Premier League: il maggior numero di vittorie di fila in una stagione.

In tre occasioni il Celtic di O'Neill si qualificò per la fase a gironi della UEFA Champions League e in altrettante occasioni fallì l'accesso agli ottavi di finale. Nel 2003 il Celtic raggiunse ancora una finale, in questo caso di Coppa UEFA. Gli scozzesi, però, vennero sconfitti dai portoghesi del Porto per 3-2 ai tempi supplementari. La finale venne disputata in Spagna a Siviglia. Nonostante la sconfitta gli scozzesi portarono a casa un'onorificenza importante: il premio Fair Play (sia dalla FIFA che dalla UEFA) per il comportamento esemplare tenuto dagli oltre 80.000 sostenitori arrivati nella città iberica per seguire la loro squadra.

Il campionato 2004-05 si è concluso con una sorta di Caporetto per i "Bhoys", che all'ultima giornata hanno perso contro il Motherwell per 2-1, consegnando così il titolo agli odiati Rangers.

Il quadriennio di Strachan

 
Gordon Strachan alla guida del Celtic

Nel 2005 O'Neill è stato rimpiazzato da Gordon Strachan La stagione 2005-06 si è aperta con l’inaspettata eliminazione nel secondo turno preliminare della Champions League a opera degli slovacchi dell’Artmedia Bratislava. Gli scozzesi, sconfitti in Slovacchia per 5-0, hanno poi parzialmente ridotto il passivo nella gara di ritorno vincendo 4-0, che tuttavia non è bastato per essere ammessi alla più importante competizione europea. In ambito nazionale, però, il Celtic è riuscito a riconquistare la Scottish Premier League con molte giornate di anticipo sulla chiusura del torneo.

Nel 2006-07 il Celtic continuò a dominare il campionato scozzese. Alla fine di gennaio aveva 19 punti di vantaggio sulla seconda, i Rangers. Il 22 aprile 2007, con una vittoria per 2-1 contro il Kilmarnock grazie ad un gol su calcio di punizione da 25 metri di Shunsuke Nakamura, il Celtic si assicurò il titolo con quattro giornate di anticipo, lasciando i Rangers a 13 punti di distanza dalla vetta della graduatoria. In Champions League i biancoverdi furono eliminati dal Milan, poi vincitore del trofeo, perdendo per 1-0 la gara di ritorno a San Siro al termine dei tempi supplementari (l'andata in Scozia era finita con il risultato di 0-0). Il 26 maggio il Celtic si aggiudicò anche la sua 34esima Coppa di Scozia.

Nel 2007-08 l'avventura in Champions League degli uomini di Gordon Strachan è finita per mano del Barcellona, ancora una volta agli ottavi di finale. La squadra bianco-verde ha vinto comunque il campionato.

Meno fortunata è la stagione successiva: il Celtic viene eliminato dopo essersi piazzato ultimo nel proprio girone di Champions e non conferma il titolo in campionato, superato dai rivali dei Rangers. La stagione si è conclusa con il congedo a Strachan, sostituito da Tony Mowbray.

L'arrivo di Neil Lennon

 
Lennon, ex capitano e bandiera del club, attuale allenatore

La stagione di Tony Mowbray sulla panchina degli scozzesi è stata tutt'altro che felice: il Celtic fu prima eliminato dalla Champions League ad opera dell'Arsenal ai play-off e in seguito dall'Europa League dopo che la squadra giunse in terza posizione nel girone eliminatorio. In campionato i risultati furono scarsi e la squadra ebbe una stagione difficile, non riuscendo ad impedire ai rivali dei Rangers Glasgow la vittoria per il secondo anno consecutivo. Mowbray si dimise a marzo e al suo posto venne nominato come allenatore l'ex giocatore Neil Lennon. Durante la sessione estiva del mercato la società ha piazzato colpi importanti come quello di Daryl Murphy e di Efraín Juárez, perdendo però allo stesso tempo Aiden McGeady, passato allo Spartak Mosca per 10 milioni di sterline. Il Celtic perde sia il terzo turno preliminare di Champions League e sia i play-off di Europa League. In campionato si piazza nuovamente secondo dietro i rivali dei Rangers ma vince la sua 35ma Scottish Cup.

Nella stagione successiva in Champions League il Celtic viene eliminato al terzo turno preliminare ed accede alla fase a gironi della Europa League, in seguito alla squalifica da parte della FIFA del Sion, per aver schierato nella sfida contro gli scozzesi dei giocatori non eleggibili[9]. Il Celtic viene eliminato, arrivando terzo nel proprio girone. In campionato invece torna Campione di Scozia vincendo il campionato con 20 punti di vantaggio sui Rangers (penalizzati di 10 punti perché entrati in amministrazione controllata il 14 febbraio 2012). L'attaccante Gary Hooper, con 24 gol, è capocannoniere del torneo.

Nella stagione 2012-2013 il Celtic vince il playoff di Champions League superando l'Helsingborgs, vincendo per 2-0 entrambi i confronti, ed accede alla fase a gironi, a cui non prendeva parte dalla stagione 2008-2009. Il 7 novembre 2012, giorno del 125° anniversario della fondazione del club, il Celtic supera per 2-1 il Barcellona campione del mondo,[10] mentre il 5 dicembre, battendo con lo stesso risultato lo Spartak Mosca passa il turno, raggiungendo gli ottavi di finale quattro stagioni dopo l'ultima volta (ovvero la stagione 2007-2008).

Cronistoria

Cronistoria del Celtic Glasgow Football Club
  • 1890-91 2° in Scottish Football League.
  • 1891-92 2° in Scottish Football League.   SFA Cup (1º Titolo)
  • 1892-93   Campione di Scozia (1º Titolo)
  • 1893-94   Campione di Scozia (2º Titolo)
  • 1894-95 2° in Scottish Division One.
  • 1895-96   Campione di Scozia (3º Titolo)
  • 1896-97 4° in Scottish Division One.
  • 1897-98   Campione di Scozia (4º Titolo)
  • 1898-99 3° in Scottish Division One.   SFA Cup (2º Titolo)
  • 1899-00 2° in Scottish Division One.   SFA Cup (3º Titolo)
  • 1900-01 2° in Scottish Division One.
  • 1901-02 2° in Scottish Division One.
  • 1902-03 5° in Scottish Division One.
  • 1903-04 3° in Scottish Division One.   SFA Cup (4º Titolo)
  • 1904-05   Campione di Scozia (5º Titolo)
  • 1905-06   Campione di Scozia (6º Titolo)
  • 1906-07   Campione di Scozia (7° Titolo) ,   SFA Cup (5º Titolo)
  • 1907-08   Campione di Scozia (8° Titolo) ,   SFA Cup (6º Titolo)
  • 1908-09   Campione di Scozia (9º Titolo)
  • 1909-10   Campione di Scozia (10º Titolo)
  • 1910-11 5° in Scottish Division One.   SFA Cup (7º Titolo)
  • 1911-12 2° in Scottish Division One.   SFA Cup (8º Titolo)
  • 1912-13 2° in Scottish Division One.
  • 1913-14   Campione di Scozia (11° Titolo) ,   SFA Cup (9º Titolo)
  • 1914-15   Campione di Scozia (12º Titolo)
  • 1915-16   Campione di Scozia (13º Titolo)
  • 1916-17   Campione di Scozia (14º Titolo)
  • 1917-18 2° in Scottish Division One.
  • 1918-19   Campione di Scozia (15º Titolo)
  • 1919-20 2° in Scottish Division One.
  • 1920-21 2° in Scottish Division One.
  • 1921-22   Campione di Scozia (16º Titolo)
  • 1922-23 3° in Scottish Division One.   SFA Cup (10º Titolo)
  • 1923-24 3° in Scottish Division One.
  • 1924-25 4° in Scottish Division One.   SFA Cup (11º Titolo)
  • 1925-26   Campione di Scozia (17º Titolo)
  • 1926-27 3° in Scottish Division One.   SFA Cup (12º Titolo)
  • 1927-28 2° in Scottish Division One.
  • 1928-29 2° in Scottish Division One.
  • 1929-30 4° in Scottish Division One.
  • 1930-31 2° in Scottish Division One.   SFA Cup (13º Titolo)
  • 1931-32 3° in Scottish Division One.
  • 1932-33 4° in Scottish Division One.   SFA Cup (14º Titolo)
  • 1933-34 3° in Scottish Division One.
  • 1934-35 2° in Scottish Division One.
  • 1935-36   Campione di Scozia (18º Titolo)
  • 1936-37 3° in Scottish Division One.   SFA Cup (15º Titolo)
  • 1937-38   Campione di Scozia (19º Titolo)
  • 1938-39 2° in Scottish Division One.
  • 1939-46: Campionati sospesi per cause belliche.
  • 1946-47 7° in Scottish Division A.
  • 1947-48 12° in Scottish Division A.
  • 1948-49 6° in Scottish Division A.
  • 1949-50 5° in Scottish Division A.
  • 1950-51 7° in Scottish Division A.   SFA Cup (16º Titolo)
  • 1951-52 9° in Scottish Division One.
  • 1952-53 8° in Scottish Division One.
  • 1953-54   Campione di Scozia (20° Titolo) ,   SFA Cup (17º Titolo)
  • 1954-55 2° in Scottish Division One.
  • 1955-56 5° in Scottish Division One.
  • 1956-57 5° in Scottish Division One. Scottish League Cup (1º Titolo)
  • 1957-58 3° in Scottish Division One. Scottish League Cup (2º Titolo)
  • 1958-59 6° in Scottish Division One.
  • 1959-60 9° in Scottish Division One.
  • 1960-61 4° in Scottish Division One.
  • 1961-62 3° in Scottish Division One.
  • 1962-63 4° in Scottish Division One.
  • 1963-64 3° in Scottish Division One.
  • 1964-65 8° in Scottish Division One.   SFA Cup (18º Titolo)
  • 1965-66   Campione di Scozia (21º Titolo) , Scottish League Cup (3º Titolo)
  • 1966-67   Campione di Scozia (22° Titolo),   Campione d'Europa (1º titolo)   SFA Cup (19º Titolo), Scottish League Cup (4º Titolo)
  • 1967-68   Campione di Scozia (23º Titolo) , Scottish League Cup (5º Titolo)
  • 1968-69   Campione di Scozia (24° Titolo) ,   SFA Cup (20º Titolo), Scottish League Cup (6º Titolo)
  • 1969-70   Campione di Scozia (25º Titolo) , Scottish League Cup (7º Titolo)
  • 1970-71   Campione di Scozia (26° Titolo) ,   SFA Cup (21º Titolo)
  • 1971-72   Campione di Scozia (27° Titolo) ,   SFA Cup (22º Titolo)
  • 1972-73   Campione di Scozia (28º Titolo)
  • 1973-74   Campione di Scozia (29° Titolo) ,   SFA Cup (23º Titolo)
  • 1974-75 3° in Scottish Division One.   SFA Cup (24º Titolo), Scottish League Cup (8º Titolo)
  • 1975-76 2° in Scottish Premier Division.
  • 1976-77   Campione di Scozia (30° Titolo) ,   SFA Cup (25º Titolo)
  • 1977-78 5° in Scottish Premier Division.
  • 1978-79   Campione di Scozia (31º Titolo)
  • 1979-80 2° in Scottish Premier Division.   SFA Cup (26º Titolo)
  • 1980-81   Campione di Scozia (32º Titolo)
  • 1981-82   Campione di Scozia (33º Titolo)
  • 1982-83 2° in Scottish Premier Division. Scottish League Cup (9º Titolo)
  • 1983-84 2° in Scottish Premier Division.
  • 1984-85 2° in Scottish Premier Division.   SFA Cup (27º Titolo)
  • 1985-86   Campione di Scozia (34º Titolo)
  • 1986-87 2° in Scottish Premier Division.
  • 1987-88   Campione di Scozia (35° Titolo) ,   SFA Cup (28º Titolo)
  • 1988-89 3° in Scottish Premier Division.   SFA Cup (29º Titolo)
  • 1989-90 5° in Scottish Premier Division.
  • 1990-91 3° in Scottish Premier Division.
  • 1991-92 3° in Scottish Premier Division.
  • 1992-93 3° in Scottish Premier Division.
  • 1993-94 4° in Scottish Premier Division.
  • 1994-95 4° in Scottish Premier Division.   SFA Cup (30º Titolo)
  • 1995-96 2° in Scottish Premier Division.
  • 1996-97 2° in Scottish Premier Division.
  • 1997-98   Campione di Scozia (36º Titolo) , Scottish League Cup (10º Titolo)
  • 1998-99 2° in Scottish Premier League.
  • 1999-00 2° in Scottish Premier League. Scottish League Cup (11º Titolo)
  • 2000-01   Campione di Scozia (37° Titolo),   SFA Cup (31º Titolo), Scottish League Cup (12º Titolo)
  • 2001-02   Campione di Scozia (38º Titolo)
  • 2002-03 2° in Scottish Premier League.
  • 2003-04   Campione di Scozia (39° Titolo) ,   SFA Cup (32º Titolo)
  • 2004-05 2° in Scottish Premier League.   SFA Cup (33º Titolo)
  • 2005-06   Campione di Scozia (40º Titolo), Scottish League Cup (13º Titolo)
  • 2006-07   Campione di Scozia (41° Titolo),   SFA Cup (34º Titolo)
  • 2007-08   Campione di Scozia (42º Titolo)
  • 2008-09 2° in Scottish Premier League. Scottish League Cup (14º Titolo)
  • 2009-10 2° in Scottish Premier League.
  • 2010-11 2° in Scottish Premier League.   SFA Cup (35º Titolo)
  • 2011-12   Campione di Scozia (43º Titolo)

Logo societario, divise e colori

Simbolo

 
Uno dei loghi per il merchandising; sempre presente un quadrifoglio, seppur stilizzato, con caratteri che richiamano molto quelli gaelici

Esclusa la prima annata dalla fondazione, dove sulle maglie campeggiava una croce celtica su scudo ovale rosso, Il Celtic ha sempre avuto un unico e solo stemma, ovvero un quadrifoglio verde e bianco bordato da circonferenze verdi. Non sono certi i motivi dell'adozione di questo simbolo, ma è chiaro il riferimento, almeno per somiglianza, allo shamrock irlandese.

Negli ultimi anni, per il proprio merchandising o per varie iniziative, la società sta adottando anche un tipo di carattere molto simile a quello antico gaelico. È il caso di notare che il verde, presente sulle maglie e in altre componenti identificative del club, è un colore diffuso nelle tradizioni celtiche ed è il colore nazionale irlandese.

Divise

 
Uno dei primi Celtic, in maglia a strisce verticali

La divisa del Celtic ha percorso la stessa evoluzione dello stemma, ovvero di autentica e immutabile tradizione, se non per gli albori. A parte infatti l'anno della fondazione, nel quale la squadra si presume abbia giocato in camicia bianca con colletto verde e pantaloncini neri, e il primo decennio in cui le divise erano a strisce verticali bianco-verdi, i giocatori del Celtic indossano la stessa tenuta dal 1903, quindi da più di 105 anni, ovvero una maglia bianca con strisce orizzontali verdi (i famosi Hoops), pantaloncini bianchi e calzettoni altrettanto bianchi; la tenuta non è mai cambiata con l'avanzare delle stagioni se non per qualche dettaglio poco rilevante a livello visivo.[11] La divisa casalinga del Celtic, specialmente nel periodo classico del calcio di metà XX secolo, quando nel resto d'Europa le tenute di gara erano piuttosto spartane e spesso ripetitive, era un autentico simbolo identificativo. Altra peculiarità tipica del Celtic era la numerazione delle maglie, che non è esistita fino al 1994. I numeri erano stampati, molto grandi, sopra i pantaloncini sia davanti che dietro (emblematici i filmati di repertorio in cui si vedono gli arbitri che per ammonire od espellere il giocatore, invece di guardare la schiena per scrivere il numero, guarda i pantaloncini).

Molte squadre si sono rifatte alla squadra scozzese per il loro look, come ad esempio i tedeschi del Greuther Furth, o i nordirlandesi del Belfast Celtic, o ancora gli spagnoli del Betis Siviglia o la squadra italiana Almas Roma.

La divisa da trasferta, specialmente negli ultimi anni, ha subito molte variazioni, passando dal bianco, al nero, al giallo-nero o giallo-verde e ad altri colori. L'attuale divisa da trasferta del Celtic è color oro con pantaloncini verdi e calzettoni oro e sostituisce un tenuta verde scuro con bordini bianchi. In precedenza la divisa era a strisce verticali nero-verdi, spostata poi a terza scelta e infine abbandonata, con pantaloncini e calzettoni neri. La squadra ha avuto nel 2007 anche un completo per le coppe, bianco con una banda verticale verde-oro.

1932-
1903-1932
1888-1899
Prima divisa (1888)


Gli sponsor

Abbigliamento tecnico
Sponsor ufficiale
  •   CR Smith (1984-1997)
  •   Ford People (1991-1992)
  •   NTL (1999-2003)
  •   Carling (2003-2010)
  •   Tennent's (2010- )


Tifo

 
Tifosi del Celtic a Siviglia per la finale di UEFA del 2003

Il Celtic ha moltissimi sostenitori in tutto il mondo, almeno 9 milioni, non solo limitati alla città di Glasgow o alla Scozia, ma in gran parte della Repubblica d'Irlanda, in Irlanda del Nord ed anche Stati Uniti, Italia, Canada, Australia: solo in Nord America sono circa un milione, grazie alle origini irlandesi di molti cittadini canadesi e statunitensi. Questo alto numero di sostenitori ha spinto il Celtic anche a lanciare una carta di credito ufficiale del club[12].

Amicizie

Molti sono i tifosi di squadre di tutto il Mondo, che hanno stretto amicizie con alcuni tifosi del Celtic, dalle tifoserie più grandi e famose; tifoserie brasiliane come il San Paolo, Europee in generale come alcuni gruppi della Fiorentina e del Torino, fino a tifoserie molto piccole, come il Gracciano (Colle di Val d'Elsa, Italia), Cattolica Calcio (Rimini, Italia), Virtus Fans (Virtus Verona, Italia) ed altre, anche se non si tratta di gemellaggi ufficiali. Il Celtic attrae moltissime simpatie, dai supporters cattolici di tutto il mondo, essendo una società dichiaratamente cattolica.

Bhoys from Seville

Con questo soprannome si indica la squadra che disputò la finale di Coppa UEFA nel 2003 contro il Porto. Nonostante la sconfitta ai tempi supplementari, il Celtic poté consolarsi con varie onorificenze relative al tifo. Approssimativamente 80.000 sostenitori bianco-verdi, infatti, si misero in viaggio per Siviglia, sede della finale, per poter assistere al match, nonostante fosse chiaramente impossibile per buona parte di loro, registrando il più vasto seguito di tifosi in un paese estero nella storia del calcio. I tifosi ricevettero anche riconoscimenti da UEFA e FIFA per il loro comportamento leale e per la loro passione durante tutto il torneo.[13][14][15].


Giocatori celebri

  Lo stesso argomento in dettaglio: (usare il Template:Vedi categoria).

Giocatori italiani

Di seguito l'elenco dei giocatori italiani che hanno militato nel Celtic:

Organico 2012-2013

 
Scott Brown, attuale capitano della squadra

Rosa

Rosa aggiornata al 5 settembre 2012.

N. Ruolo Calciatore
1   P Fraser Forster
2   D Adam Matthews
3   D Emilio Izaguirre
4   D Efe Ambrose
6   D Kelvin Wilson
7   A Miku
8   C Scott Brown (capitano)
9   A Georgios Samaras
10   A Anthony Stokes
11   A Lassad Nouioui
15   C Kris Commons
16   C Joe Ledley
N. Ruolo Calciatore  
20   C Patrick McCourt
21   D Charlie Mulgrew
23   D Mikael Lustig
24   P Łukasz Załuska
25   D Thomas Rogne
26   P Ľuboš Kamenár
32   A Tony Watt
33   C Beram Kayal
49   A James Forrest
67   C Victor Wanyama
88   A Gary Hooper

Palmarès

Trofei nazionali

1892-1893, 1893-1894, 1895-1896, 1897-1898, 1904-1905, 1905-1906, 1906-1907, 1907-1908, 1908-1909, 1909-1910, 1913-1914, 1914-1915, 1915-1916, 1916-1917, 1918-1919, 1921-1922, 1925-1926, 1935-1936, 1937-1938, 1953-1954, 1965-1966, 1966-1967, 1967-1968, 1968-1969, 1969-1970, 1970-1971, 1971-1972, 1972-1973, 1973-1974, 1976-1977, 1978-1979, 1980-1981, 1981-1982, 1985-1986, 1987-1988, 1997-1998, 2000-2001, 2001-2002, 2003-2004, 2005-2006, 2006-2007, 2007-2008, 2011-2012
1891-1892, 1898-1899, 1899-1900, 1903-1904, 1906-1907, 1907-1908, 1910-1911, 1911-1912, 1913-1914, 1922-1923, 1924-1925, 1926-1927, 1930-1931, 1932-1933, 1936-1937, 1950-1951, 1953-1954, 1964-1965, 1966-1967, 1968-1969, 1970-1971, 1971-1972, 1973-1974, 1974-1975, 1976-1977, 1979-1980, 1984-1985, 1987-1988, 1988-1989, 1994-1995, 2000-2001, 2003-2004, 2004-2005, 2006-2007, 2010-2011
1956-1957, 1957-1958, 1965-1966, 1966-1967, 1967-1968, 1968-1969, 1969-1970, 1974-1975, 1982-1983, 1997-1998, 1999-2000, 2000-2001, 2005-2006, 2008-2009

Trofei internazionali

1966-1967

Altri piazzamenti

  • Coppa dei Campioni
finalista 1969-70
finalista 2002-03

Allenatori

Nome Scottish League Scottish Cup Scottish League Cup Champions League Totale
Maley, Willie Willie Maley 1897-1940   16 14 30
McStay, Jimmy Jimmy McStay 1940-1945   0 0 0
McGrory, Jimmy Jimmy McGrory 1945-1965   1 2 2 5
Stein, Jock Jock Stein 1965-1978   10 8 6 1 25
McNeill, Billy Billy McNeill 1978-1983   3 1 1 0 5
Hay, David David Hay 1983-1987   1 1 0 0 2
McNeill, Billy Billy McNeill 1987-1991   1 2 0 0 3
Brady, Liam Liam Brady 1991-1993   0 0 0 0 0
Macari, Lou Lou Macari 1993-1994   0 0 0 0 0
Burns, Tommy Tommy Burns 1994-1997   0 1 0 0 1
Jansen, Wim Wim Jansen 1997-1998   1 0 1 0 2
Vengloš, Jozef Jozef Vengloš 1998-1999   0 0 0 0 0
Barnes, John John Barnes 1999-2000   0 0 0 0 0
Dalglish, Kenny Kenny Dalglish 2000   0 0 1 0 1
O'Neill, Martin Martin O'Neill 2000-2005   3 3 1 0 7
Strachan, Gordon Gordon Strachan 2005-2009   3 1 2 0 6
Mowbray, Tony Tony Mowbray 2009-2010   0 0 0 0 0
Lennon, Neil Neil Lennon 2010-att.le   1 1 0 0 2

Record

  • La finale di Scottish Cup vinta contro l'Aberdeen nel 1937 fu assistita da una folla di circa 146.433 persone (talvolta riportate 147.365) all'Hampden Park di Glasgow: questa affluenza rimane un record per una partita di calcio di club nel panorama europeo
  • Il Celtic attualmente detiene il record nel Regno Unito di imbattibilità nel calcio professionistico: ben 62 partite (49 vinte, 13 pareggiate), dal 13 novembre 1915 fino al 21 aprile 1917 - temporalmente 17 mesi e 4 giorni in totale (persero in casa col Kilmarnock nella penultima giornata della stagione)
  • È del Celtic anche il record di imbattibilità nella SPL in casa, con 77 partite utili dal 2001 al 2004
  • Record in Scozia per numero di spettatori: 92.000 contro il Rangers il 1 gennaio 1938. Terminò con una vittoria di 3–0 per il Celtic
  • Giocatore con più presenze internazionali: 80, Pat Bonner: Repubblica d'Irlanda
  • Giocatore scozzese con più presenze internazionali: 76, Paul McStay
  • Giocatore con più presenze nel club: Billy McNeill, 790 nel periodo 1957–1975
  • Miglior capocannoniere nella stagione (tutte le competizioni): Henrik Larsson, 53 (2000/01)
  • Miglior capocannoniere nella stagione (solo campionato): Jimmy McGrory, 50 (1935/36)
  • Miglior capocannoniere di sempre: Jimmy McGrory, 468 (1922/23 - 1937/38)
  • Numero massimo di gol segnati in campionato da un giocatore: 8, Jimmy McGrory contro il Dunfermline in un 9–0 registrato il 14 gennaio 1928
  • Primo club britannico ad aver raggiunto una finale di una Coppa Europea
  • Primo club scozzese e britannico, oltre che nord-europeo, ad aver sia raggiunto che vinto la finale della Coppa Campioni
  • Unico club nella storia del calcio ad aver vinto la Coppa dei Campioni con una squadra interamente proveniente dal vivaio e con giocatori tutti nati e residenti a pochi chilometri dallo stadio
  • Detiene anche il record di maggior numero di reti in una finale di Coppa domestica: Celtic 7–1 Rangers, Scottish League Cup Final 1957[16]
  • Più veloce tripletta in una partita europea - Mark Burchill contro il Jeunesse Esch, Lussemburog nel 2000, a record at the time.[17]
  • Più veloce vittoria della SPL, con 6 giornate d'anticipio battendo il Kilmarnock il 18 aprile 2004 e gli Hearts il 5 aprile 2006
  • Primo club con settimanale dedicato nel Regno Unito, The Celtic View
  • Più ampio margine di vittoria nella. 8–1 contro il Dunfermline Athletic, Febbraio 2006
  • Primo stadio nel Regno Unito ad ospitare una gara di motociclette il 28 aprile 1928
  • Celtic ed Hibernian detengono il record per il più costoso trasferimento tra due club scozzesi, quando i bianco-verdi tesserarono Scott Brown il 16 maggio 2007 per 4,4 milioni di sterline[18][19]
  • Primo club nel mondo a vincere il proprio campionato nella stagione del centenario (1987/88)
  • Numero più elevato di presenze consecutive nelle finali della coppa domestica, ben 14 dal 1964/65 al 1977/78

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

Note

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