Taoismo
il nome che può essere nominato non è l'eterno nome. Senza nome è il principio del Cielo e della Terra,...»


Il Taoismo o Daoismo, (道教 pinyin: Dàojiào, significato letterale: "insegnamento del Dao") è una filosofia religiosa panteistica, monistica con forti valenze naturalistiche, originaria della Cina, istituzionalizzatasi come tale all'incirca nel I secolo d.C.[1]
Taoismo o Daoismo?
Etimologicamente il termine Taoismo deriva da Tao, romanizzato secondo Wade-Giles + suffisso greco antico -ισμός (indicante categorizzazione), mentre il termine Daoismo deriva da Dao, quest'ultimo romanizzato secondo il più recente pinyin + -ισμός . Lo standard per la romanizzazione della lingua cinese è il pinyin (dagli anni '80) rispetto al Wade-Giles del XIX secolo. Sempre in base a ciò i vecchi termini Lao-Tzu, Chuang-Tzu... andrebbero modificati con Laozi e Zhuangzi...
Chi è taoista?
Addentrandosi nel problema, sorge spontaneo chiedersi se si possa stabilire una "ortodossia" nel Taoismo. (per alcuni accenni su una possibile "ortodossia" vedi anche inquadramento generale).
A questo problema si può rispondere in vari modi, ad esempio:
- L'incipit del Daodejing (presente nell'incipit di questa voce)
- La seguente descrizione di Stephen Bokenkamp:
«Il termine Taoismo è usato negli scritti cinesi per coprire un'ampia varietà di fenomeni, dalla classificazione bibliografica di testi filosofici - che includono Zhuāngzǐ e Laozi ed altri lavori - a vaghi modi di sentire: l'amore per la natura, la ricerca della libertà personale, la concomitante antipatia per l'ordine sociale ispirato dal Confucianesimo, una antipatia scambiata e condivisa, nel corso della storia della Cina, da un numero di ex funzionari eremiti e delusi. In quest'ottica il Taoismo ed il Confucianesimo devono essere visti come i poli yin e yang del pensiero cinese. Praticamente ogni figura della storia della società cinese, che non possa essere identificato come confuciano, è adatto ad essere considerato Taoista. Questi ultimi comprendono quindi guaritori, mistici, terapeuti-intellettuali, sciamani, alchimisti, ricercatori dell'immortalità, figure provenienti dalla religione popolare che riuscivano a trovare menzione nelle storie dinastiche, ed anche i pochi confuciani che, alla fine delle loro vite, si allontanavano dalla società e trovavano conforto in uno dei lavori filosofici, bibliograficamente classificati come taoisti od anche nella religione taoista stessa.»
Ma la situazione è ancora più complessa se un autore taoista come Lu Xiujing (陸修靜) (vissuto nel V secolo dopo Cristo), aveva potuto affermare che "alcuni scritti taoisti paiono scritti da persone malate di mente, senza alcuna capacità di ricercare il nouminoso e mancanti del desiderio di raggiungere la perfezione. Essi avrebbero scritto [questi testi basati su] quello che erano in grado di spiare [delle scritture originali], assumendo falsamente il nome di "taoista" nella loro avida ricerca di guadagno[3],
Concetti base
- «È in gioco l'acquisizione di uno stile, non di una dottrina»[4]
- È uno dei tre insegnamenti cinesi, ovvero Buddismo, Taoismo e Confucianesimo ed a differenza di quest'ultimo (che lo possiede), il «Taoismo non ha né data né luogo di nascita».[5]
- «Non è mai stato una religione unitaria, ma una combinazione costante di insegnamenti fondati su rivelazioni originarie diverse»[6]. Esso prese forma gradualmente, durante un lungo cammino, integrando diverse correnti. Scaturisce da un movimento di pensiero nato dalla combinazione de:
- il patrimonio concettuale comune cinese ovvero il Qi, lo yin e lo yang, i cinque elementi[7]
- lo sciamanesimo o magia wu, basato per lo più su danze frenetiche e stati estatici, praticato per lo più da donne[7][8][9].
- le opere spirituali di Laozi e di Zhuāngzǐ[7][10][11]
- alcuni concetti buddisti (a cominciare circa dall'anno 370 d.C.)[12] e confuciani[7].(dal II secolo d.C. circa con il Neotaoismo)
- Il Dio presentato dal Taoismo è una sorta di "Principio ordinatore unico ed immanente del mondo", non troppo dissimile dall'Armonia di Pitagora, il Logos di Eraclito, lo Shinto giapponese, il Dharma del Buddismo[13]
- Per il mondo cinese un Dio creatore sopramondano, di carattere personale è inconcepibile. Ne consegue che alla cultura cinese fu preclusa un'ascesi orientata sulla antitesi tra Dio e creatura[14].
- Il taoismo ha una forte tensione sincretica, cercando di integrare tutta una serie di insegnamenti differenti (dalla iniziale sciamanesimo, al Buddismo Chan...). Come dice la Robinet:«Già questo numero così vasto» (di testi nel canone ortodosso taoista) «denuncia una fortissima tendenza sincretica.»[15]
- Del Taoismo se ne trovano influenze nel Buddhismo cinese, in particolare nel Chan, nella medicina tradizionale cinese[16], nella politica e nell'estetica.[17]
- Il Taoismo (in particolare quello dei due principali maestri) tende a non dare chiari codici comportamentali, (a differenza ad esempio del Confucianesimo) ritenendo che la spontaneità sia la miglior guida. Tuttavia se «vivere il taoismo significa accettare il caos [...], non legittima la licenziosità, l'arroganza la violenza, la sopraffazione, uno stato di natura per cui "tutto va bene"»[18]
- Il Taoismo:
- esalta la spontaneità, sostenendo che tutto avvenga spontaneamente senza un perché. Egli crede che esista un «meccanismo di autoregolazione che può manifestarsi soltanto se non gli si fa violenza»[18]. Qui il Taoismo denuncia la sua provenienza dalla classe contadina (per cui l'agricoltura, nonostante la cura, obbedisce ad orologi interni ed esterni, atmosferici, e per cui il vero motore sia la natura[19].
- condanna dei desideri (tipico anche del Buddismo): i taoisti auspicano una condizione in cui si desidera non avere più desideri, a differenza dei buddisti che condannano apertamente la brama che vincola alla vita[20].
- condanna dell'attività: i buddisti ritenevano che il Karma fosse la causa prima della sofferenza, i taoisti esaltavano il wei-wu-wei (azione senza azione)[20].
- È componente essenziale delle arti marziali ed è venuto a contatto anche con l'Occidente, attraverso temi come l'ambientalismo[21][22][23], l'ecologia[24][25][26] e lo sviluppo personale.
- La medicina tradizionale cinese non ha subito "semplici" influenze esterne da parte del taoismo: essa è totalmente basata sul principio dello Yin-Yang, dell'equilibrio delle due forze all'interno dell'organismo e dei loro cambiamenti ciclici (in caso di benessere) o delle loro alterazioni acute o croniche (in caso di malattia)[27].
- Basata interamente sul principio del mutamento (il mutamento come concetto alla base del pensiero della scuola dello Yin-Yang e dei cinque elementi) afferma che la morte di un essere vivente avvenga quando le forze in movimento all'interno del suo organismo cessano, ponendo lo stesso in uno stato di immutabilità assoluta (come quello di una roccia) e di stasi totale delle sue funzioni chimiche, fisiche, meccaniche ed elettriche[senza fonte].
- Va ricordato come il fondatore del Taoismo Laozi (di cui non è possibile accertare la concreta esistenza ma la cui opera è collocabile tra la fine del IV e l'inizio del III secolo a.C.)[28] (ma si potrebbe anche aggiungere Zhuāngzǐ, quindi in genere il Taoismo filosofico) elaborò una dottrina quasi prettamente filosofica[senza fonte], non teista[29] (preferibile ai termini saltuariamete usati come atea od agnostica) ed amorale[senza fonte] (qui il termine amorale va inteso nel senso di al di fuori di una "morale normativa").[senza fonte] Esso spesso viene chiamato Taoismo filosofico (scaturente appunto, principalmente dal pensiero di Laozi e Zhuāngzǐ).
Alcune chiarificazioni di carattere introduttivo
- Spesso il Taoismo viene scolasticamente suddiviso in
- Taoismo filosofico (cinese: 道家; Wade-Giles: tao-chia; pinyin: dàojiā) o "scuola" taoista e
- Taoismo religioso (cinese: 道敎; Wade-Giles: tao-chiao; pinyin: dàojiào) o "religione" taoista o anche, rispettivamente, Taoismo contemplativo e Taoismo interessato.[30]
Successivamente, nei secoli a cavallo dell'era volgare, i Taoisti si dedicarono soprattutto alla speculazione metafisica e in particolare al problema della morte e della immortalità, che assunse ben presto aspetti istituzionali in particolare sotto la dinastia dei Tang (620-906 d.C.)[senza fonte]. Alle origini il pensiero cinese non aveva elaborato una dottrina (a differenza della Grecia e del Cristianesimo) che rispondesse al problema del destino dell'uomo dopo la morte. L'uomo cinese si vedeva solamente mortale.[senza fonte] L'immortalità divenne quindi una sorta di conquista, contro la credenza della morte vissuta come male assoluto[31] Il problema era come far diventare il corpo umano immortale. Già da tempo erano stati codificati dei metodi per prolungare la vita. Questi metodi si dividono in due gruppi: le pratiche per nutrire lo spirito e le pratiche per nutrire la vita o il corpo. Le pratiche per nutrire lo spirito si riferiscono all'esercizio delle virtù morali, ovvero la purezza di vita, il riconoscere ed il pentirsi delle proprie colpe, il compiere buone azioni meritorie. Le pratiche per nutrire la vita o il corpo sono invece di ordine dietetico, respiratorio, sessuale e alchemico,[32] per certi aspetti contraddittori alla filosofia stessa. Nacque così una forma di religione (o dottrina mistica) taoista, cosiddetto Taoismo religioso, o dàojiào che assunse ben presto aspetti istituzionali e che ebbe, sotto la dinastia dei Tang (620-906 d.C.), una enorme diffusione, pari al buddhismo[senza fonte].
- Il taoismo religioso tratta principalmente le tecniche di longevità (ma anche la scuola pragmatica dello Yin-Yang e dei cinque elementi). Si tratta chiaramente di una divisione artificiosa essendo sempre, più o meno, una commistione di questi due estremi. Per dirla poi come Isabelle Robinet si tratta persino di un falso problema, in quanto:
- Quando si parla di alchimia (in ambito del Taoismo) si intende appunto la ricerca della immortalità[34]. Più specificatamente, secondo Arena l'alchimia taoista, anche quando ha traguardi molto concreti, nasce spirituale. Solo se l'individuo ha raggiunto certi livelli di crescità, le tecniche di meditazione sono efficaci. Lo Xian (individuo realizzato) può bilocarsi, è invulnerabile ed invisibile,[senza fonte] Per raggiungere questi livelli è necessaria un'etica rigorosa: l'amore universale è la migliore pratica.
Nell'alchimia esistono due livelli: il waidan ed il neidan
- Il primo è esteriore e riguarda la preparazione dell'elisir di immortalità,
- Il secondo è interiore e riguarda la meditazione e le pratiche spirituali.[35].
- «È forse più corretto sostenere che oggi l'erede filosofico del Taoismo non sia lo stesso Taoismo, il quale tende ad essere inglobato ed assimilato a dottrine New Age, bensì il Buddhismo Zen le cui origini vanno ricercate nell'unione in Cina tra buddhismo e Taoismo.»[36][senza fonte]
Storia deI Taoismo
Inquadramento generale
Le dottrine filosofiche, mistiche e religiose del cosiddetto "Taoismo" sorgono nel periodo dei regni combattenti (453-221 a.C.) e sono inserite nelle Cento scuole di pensiero.
I catalogatori della dinastia Han (漢朝, 206 a.C.-220 d.C.) ebbero non poco imbarazzo nel tentare di organizzare una così disorganica produzione letteraria. Diversamente dai "classici" confuciani questi testi furono per loro difficilmente classificabili.
È evidente, dunque, che gli autori ritenuti fondanti il "Taoismo" non si consideravano tali e l'attribuzione, spesso contraddittoria di questo o di quell'autore a questa o a quella scuola del pensiero filosofico e religioso cinese appartiene ad una scelta operata da studiosi risalenti ad un'epoca decisamente successiva ovvero al periodo della dinastia Han.
Come ricorda Stephen R. Bokenkamp i cinesi non possedevano un termine per indicare le proprie religioni fino all'arrivo del Buddhismo nei primi secoli della nostra Era quando opposero al Fójiào (佛教, gli insegnamenti del Buddha) il Dàojiào (道教, gli insegnamenti del Tao). Allo stesso modo, ricorda Farzeen Baldrian, gli studiosi classificatori del periodo Han indicarono, in modo "mal definito", come Dàojiā (道家, scuola taoista) autori ed opere a loro precedenti.
Mario Sabattini e Paolo Santangelo così concludono:
Tre Augusti e Cinque Imperatori (2850 a.C.-2205 a.C.)
Le prime dinastie: Xia (2070 circa a.C.-1600 a.C.), Shang (1600 a.C.-1046 a.C.), Zhou occidentale (1045 a.C.-771 a.C.)
La dinastia Xia è la prima di cui si hanno fonti storiche. Succedettero gli Shang, dinastia pacifica che furono soppiantati dagli Zhou, popolazione guerriera e di bassa cultura (verso il 1000 a.C.).
Gli Zhou, per legittimare l'uscita di scena della precedente dinastia, dichiaravano di basarsi su un decreto celeste (ming). In quest'ottica il mandato celeste determinava che il re fosse stabilito in funzione del popolo, non viceversa. Da ciò l'attenzione, tipicamente cinese, per le masse popolari ed i problemi politici e sociali.
Era il passaggio da un mondo tribale (Shang) ad uno feudale (Zhou). La fortuna di una dinastia era basata sulla virtù, non più sul favore degli spiriti.[38]
Dinastia Zhou orientale: Periodo delle Primavere e degli Autunni (770 a.C. al 454 a.C.) e Stati combattenti (453 a.C. al 221 a.C.)
È un periodo di grandi incerti con lotte per il potere tra monarchi e feudatari. Nel periodo tra il 551 ed il 479 a.C., visse Kǒngzǐ (più noto come Confucio).
Chuci (Sciamanesimo del sud della Cina)
Alla base dello Zhuāngzǐ, potrebbero esserci una corrente che fa parte della tradizione dei Wu (ovvero sciamani) di cui ci rimangono solo i Chuci, ovvero Le elegie del regno di Chu, un insieme di poesie datate tra il III ed il II secolo a.C. Il personaggio principale non è un sovrano od un patriarca, piuttosto un sacerdote ispirato e posseduto (in senso amoroso) da una divinità. Si trattava di sacerdoti, o per lo più sacerdotesse, incaricati di provocare la pioggia, capaci di rendersi invisibili che utilizzavano piante medicinali, incantesimi, voli estatici dell'anima in paesi lontani. Il tema del volo estatico, importante nel Taoismo, è basilare per Zhuāngzǐ[39],[40].
Fangshi
All'epoca in cui vissero gli iniziatori del Taoismo esistevano altri uomini, menzionati anche da Zhuangzi, che furono di fondamentale importanza per la formazione della religione del Tao.[41] Essi erano i personaggi dei: fangshi (o daoshi o daoren), ovvero sacerdoti assimilati dall'antico sciamanesimo cinese (una sorta di sciamani taumaturghi), "dai poteri straordinari", o "uomini della tecniche" che praticavano esercizi ginnici e respiratori molto probabilmente all'origine delle pratiche Taoyin (forma di ginnastica dolce cinese, precursore del Taijiquan).
Le loro caratteristiche erano:
- essere legati alle tecniche, alle mani (il confuciano non le usava mai, se non per leggere e per scrivere)[42]
- l'utilizzo dell'esorcismo per scacciare demoni che creano diverse avversità[43]
- essere ricercatori solitari, marginali, eccentrici[44],
- dedicarsi molto alle tecniche della longevità[45],
- la presenza degli "immortali" o "santi" (xian 仙人), figure leggendarie di adepti ed imperatori che raggiunsero l'immortalità, divenendo shen, ovvero spiriti divini e assumendo una natura mistica in unione a Dio.[46] Sono questi personaggi circondati da un alone di leggenda, di cui si conosce molto poco (la letteratura e la mitologia li generalizzeranno solo più tardi), che sono all'origine delle pratiche eremitiche ed esoteriche cinesi — sia taoiste che buddhiste — spesso ai margini di tutte le dottrine, e che hanno giocato un ruolo essenziale nella formazione delle tecniche di longevità ed in generale nel Taoismo.
Dinastia Han (II secolo a.C.-II secolo d.C.)
Scuola Huang-Lao
Principalmente è da considerare la scuola Huang-Lao. Essa prende il nome dall'imperatore Huang Di (imperatore giallo) e da LaoZi. Pare che Huang Di, vissuto secondo la tradizione nel III millennio a.C., sia una invenzione dei Taoisti, non sia mai esistito[47]. Questa scuola, situata nello stato di Qi, considerava entrambi come protettori. Il governatore di questo stato governava mediante la non azione. Essa esaltava la rinuncia alle ricchezze, l'arte del governo tramite il non agire e le tecniche per la longevità[48]. Di seguito i caratteristici aspetti:
- Testo caratteristico di questa scuola è il Huainan Zi, opera sincretica che cerca di "creare" un Santo che concilii le opposte:[48]
- esigenze filosofiche di Zhuang Zi con
- le esigenza quotidiane di un politico e
- le caratteristiche del santo degli Ying fondamentalmente un taumaturgo[senza fonte]
- le caratteristiche del santo confuciano (civilizzatore ed ordinatore).
- Durante l'epoca Han (200 a.C.-200 d.C.) sono esaltate l'immortalità e la ricerca della longevità. Questi immortali (tra cui Hangdi e Lao Zi) dominano la Yin e lo Yang, salgono e scendono le nuvole, sono padroni del tempo e dello spazio... «non sono le loro qualità morali ad essere essenziali, gli esempi di moralità si rivelano proprie dei confuciani, ma la loro partecipazione attiva e mistica al meccanismo naturale della vita e del mondo»[49]
La religione popolare di questo periodo ha alcune caratteristiche:[50]
- deciso aspetto burocratico (aggiornamento dei registri di vita e morte),
- carattere esorcista,
- assoluzione dalle colpe.
Durante questo periodo ai concetti precedentemente enumerati che portarono alla nascita del taoismo sopra segnalati,nel periodo Han si aggiunsero
- speculazioni cosmologiche dei fangshi
- ricerca dell'immortalità
- rispetto del non agire
- religione popolare
In questo periodo con il termine Taoismo si intende tutto già tutto ciò e possiamo considerare il Daojiao come l'erede delle diverse correnti del periodo Han[51].
Periodo dei tre regni (220 - 280 d.C.)
Nel corso del II secolo d.C. appaiono alcuni movimenti collettivi, molto diversi da quelli precedenti:
- il Taoismo prende quindi una forma organizzata.[52].
- Da notare come in entrambi il santo sovrano assumesse il ruolo di capo religioso[53].
- Entrambi volevano organizzare uno stato perfetto governato dalla religione e dalla morale[54].
Principalmente troviamo due movimenti:
- Taoismo della Grande Pace o Movimento dei Turbanti Gialli (Taiping Dao, 太平道) (anche se non tutti gli autori concordano sulla sovrapponibilità dei due gruppi[senza fonte]Secondo Isabelle Robinet è un nome alternativo a quello del Movimento dei Turbanti Gialli[52], Situato nella Cina centrale ed orientale, il primo grande movimento religioso, conosciuto sotto il nome di Taoismo della Grande Pace fu fondato da Zhang Jiao (Taiping Dao, 太平道) nel II secolo, prendendo come base il pensiero Huanglao. Caratteristica di questo movimento sarebbe l'attesa messianica, ovvero la ricerca di una pace non più situata come prima in un passato remoto, bensì nell'anno 187 nello stato del Da Qin.[55]. Pare che le pratiche (guarigione mediante confessione dei peccati, recitazioni di testi sacri, la venerazione al Dio Huang-Lao), fossero molto simili a quelle dei Maestri del Cielo.[53].
- Ancora troviamo il cosiddetto Taoismo delle Cinque Misure di Riso (Wudoumi Dao, 五斗米道), fondata da Zhang Daoling tra il 120 e il 145, con centro nella provincia del Sichuan (Cina centrale) con il quale ebbero fondazione il lignaggio dei Maestri Celesti o Maestri del Cielo — guide spirituali del Taoismo sino alle repressioni dell'era moderna — la prima vera e propria organizzazione religiosa, una Chiesa taoista con al vertice il patriarcato dei Celesti.[41].
I Maestri del Cielo
I Maestri del Cielo (Tianshi Dao (天師道),(chiamato anche Zhengyi) sarebbe sorto secondo la tradizione nel 142 d.C. con una apparizione di Laozi a Zhang Daoling.[53].
Sarebbe nata nella Cina dell'ovest, mentre la via delle cinque misure di riso sarebbe sorta nella Cina orientale.[56] Tale organizzazione, originata (come detto sopra) dagli adepti della Via delle Cinque Misure di Riso, si attestò inizialmente nei ceti più popolari e poi diffusasi anche agli aristocratici, fino ad arrivare ai giorni nostri.[53]. Essi desideravano realizzare uno stato perfetto, governato da ragione e morale, fortemente centralizzato e burocratico[54]. Diritto e morale erano confusi, i peccati, come l'ubriachezza il furto, la vita dissoluta venivano espiati con confessioni pubbliche ed atti riparatori (riparazioni di strade...)[57].
La morale era semplice: aiutare i poveri, non bramare ricchezze e fama, consumare carne e cibo in quanrità contenuta, non contaminare i fiumi, non chiudere i pozzi[58].
Ancora esistevano cerimonie sessuali in cui ciascuno doveva accoppiarsi con un partner indicato dal maestro stesso, secondo un ordine che impediva qualsiasi iniziativa individuale. Questi riti erano altamente disciplinati e paiono non correlare con la descrizione che di questi fecero i buddisti, per gettare discredito[59]. Uno degli obbiettivi era sconfiggere la religione popolare: cercarono di controbattere i ciarlatani che abusavano della credulità popolare, i messia che sostenevano di incarnare Lao Zi, le divinità minori (come rocce, alberi, ...) ovvero si ponevano contro tutti quelli che venivano chiamati culti eccessivi. Questa lotta era compiuti in 2 modi. Da una parte un rituale rigoroso e burocratico celebrato da un sacerdote che era l'unico mediatore tra il fedele e lo spirito. Dall'altro l'esorcismo contro le divinità popolari che erano classificate come demoni. Quindi se si allontanano della religiosità tipo i wu (forse si potrebbe sostenere che si tratti di una burocratizzazione dei wu)[senza fonte] dei, dall'altro ne ereditano le caratteristiche di esorcisti.[60].
La chiesa dei maestri del cielo ebbe un calo di influenza a partire dal V secolo in avanti, furono posti al gradino più basso delle varie correnti taoiste. Nel periodo Song, invece, godette di nuovo prestigio e i loro sacerdoti furono posti a capofila delle correnti taoiste. In questo modo sono sopravvissuti fino ai nostri giorni ed è la setta più attiva tra le diverse ancora esistenti.[62].
Intorno al V secolo la Chiesa taoista visse uno scisma, durante il quale si affermò un patriarcato celeste bipartito: un Maestro Celeste Settentrionale amministrava la tradizione taoista nel nord della Cina; mentre un Maestro Celeste Meridionale gestiva la religione nel sud.[senza fonte]
È, d'altra parte, provato che nei primi mille anni dell'epoca volgare si assiste ad uno spostamento dei punti di maggior crescita della speculazione filosofica (ma anche scientifica), verso Sud.[63]
Il collasso del Regno di Wei nel 260, insieme alla caduta della Cina del Nord contro gli Unni nel 317, portò al discioglimento della setta,[64] che ricomparse poi nel 4° e nel 5° secolo come due fazioni differenti, i Maestri Celestiali del Nord e quelli del Sud (che si spostarono a Jiankang (oggi Nanchino) e diede inizio alla Dinastia Jin.
I Maestri del Cielo una volta discesi a sud iniziarono a distruggere templi ed altari della religione popolare, una vera e propria crociata. In questa fase si inserisce la rivelazione dello Shangping (vedi sotto)[65]
Dinastia Jin: Ge Hong
Ge Hong (Chinese: 葛洪; pinyin: Gě Hóng; 283–343 d.C.),autore principale dell'alchimia cinese ed unico a collocarla all'interno della corrente taoista, fu principalmente un ricercatore dell'immortalità.[66]. Egli si basava sugli insegmamenti di Lao Zi e Zhuang Zi, ma per lui volavano troppo alto, non lasciarono alcun metodo pratico, non diedero alcun aiuto a chi cercava l'immortalità[67]. L'immortalità di Ge Hong è fisica, si acquisisce tramite un lungo lavoro. Benché corporea, è anche divina, è una santità. Il presupposto è credervi. L'ascesi è lunga e dura. Il destino è nelle nostre mani, Ge Hong critica fortemente coloro che si comportano in modo errato. Egli ha ben presente che ricorrere alle divinità senza riconsiderare i propri errori non serva a niente. La sua morale è una morale comune, (mantenere la serenità, non essere preda di desideri sessuali o di oitere o di fama) però l'amore è universale, va a tutti, anche per gli esseri striscianti. Le colpe devono essere espiate con un atto di compensazione e si devono evitare gli eccessi. Ancora riprende alcune cose tipiche dei Taoisti: bisogna evitare ogni tipo di eccesso, non stare troppo seduti, non stare troppo in piedi, non affaticarsi troppo, né riposare troppo.[68].
Nella pratica poi esistono tutta una serie di pratiche che vanno dalla purezza esteriore ed interiore, l'utilizzo di droghe (a differenza ad esempio dei maestri celesti), l'assunzione di minerali (cinabro, risigallo, malachite, zolfo, mica, salnitro, orpimento), le pratiche sessuali, la corretta alimentazione con l'astensione dai cereali,[69].
Importante è l'alchimia operativa, simile a quella occidentale medioevale.[70]
Per converso, Arena sostiene che i traguardi dell'alchimia cinese, a differenza di quella occidentale, consistano nel raggiungere forme elevate di vita spirituale, ovvero pervenire allo xian.[71] Comunque, sempre Arena, riconosce come siamo ben lontani dalla spontaneità ed ancor più dal wu-wei. Egli nota come il Taoismo abbia acquistato alcune componenti magiche perdendo certe profondità e puntando l'attenzione principalmente sulla prassi.[72].
Dinastie Wei e Jin. Metafisica dell'arcano o Neotaoismo
Non tutti gli autori considerano la metafisica dell'arcano una corrente del Taoismo, La Robinet, in particolare, non la riconosce come tale.[senza fonte] Durante tale periodo si svilupparono le filosofie di Wang Pi e di Guo Xiang, ricordati comi i capostipiti del neotaoismo o della metafisica dell'arcano (Xuanxue)[73].
Il nome deriva da xuan 玄 "scuro; misterioso, arcano," citato nel primo capitolo di LaoZi. Xue 學 "studio, insegnamento" letteralmente l'insegnamento dell'arcano" L'interesse veniva posto principalmente sul non essere, mentre si era molto distanti dalla religione e dall'alchimia. I neotaoisti si rifacevano ai Laozi e Zhuāngzǐ, subendo comunque gli influsso del confucianesimo.[73] È necessario considerare che si trattò di una epoca di decadenza ed i cardini del pensiero furono:
- enfasi sul non essere (per Wang Pi, «le cose si producono dal non essere») o sull'autoproduzione (per Kuo Hsiang le cose non si producono né dal non essere, né dall'essere, ma sono autoprodotte);
- enfasi sulla non azione;
- il modello ideale era Kǒngzǐ (più noto come Confucio), non Laozi o Zuangzi[74];
- rifiuto dell'intelligenza che spegne la spontaneità[75].
Shangqing o Taoismo della Suprema Purezza
Il Shangqing,(上清; Shangqing pai, 上清派) nasce verso la fine del IV secolo.
- nascono da una rivelazione da divinità e spiriti a Yang Xi[12]
- riprende la scuola di Ge Hong, ma[12]
- vi include una parte degli insegnamenti dei Maestri del Cielo,[12]
- vi inseriscono (solo superficilamente) alcuni elementi del pensiero buddista.[12]
- Vi è indubbiamente una componente di rivincita degli stati del sud contro l'invasione politica e "teologica" dei Maestri del Cielo. Insomma rivendicavano così una sorta di loro autonomia.[76]
- Le tecniche di immortalità passano in secondo piano
- domina la meditazione visiva[12], «La contemplazione interiore è la radice e l'origine dell'immortalità spirituale, la verità e dentro di sè»[77].
- l'addestramento personale alla concentrazione conta di più di qualsiasi rito[78]
- le pratiche sessuali, sono condannate[77].
- si ha l'abbandono dell'aspetto giudiziario dei Maestri del cielo, per preferire il mito, la favola, l'addestramento personale.[78]
- le invocazioni non sono semplici formule magiche, bensì preghiere poetiche (sorte di lodi) indirizzati agli dei[77]
- L'immortalità. La salvezza degli individui è legata a quella dei propri antenati fino alla VII generazione. E qui compare la tradizione tipicamente cinese per cui l'individuo non è mai separato dalla sua famiglia. Ma ora compare un elemento nuovo: l'adepto può, almeno in parte salvare i suoi antenati.[79]
Questo movimento ha alla base gli scritti rivelati da divinità e spiriti ad un certo Yang Xi ed ebbe luogo in un momento in cui i Mestri del Cielo giunti dal nord fecero una crociata distruggendo tempi ed altari delle credenze popolari dei popoli del sud.[80]
Questo movimento raggiunse il suo culmine tra il VII e l' XI secolo ottenendo, in questo intervallo, l'appoggio dell'imperatore.[81] Nei secoli XIII e XIV riprende la prevalenza dei Mestri del Cielo e lo Shangqing divenne più ritualizzato, iniziò ad abbandonare le tecniche di meditazione visiva e pratica personale[82]
Il testo principale dello Shangqing è il Dadong Zhenjing[83]
Il Lingbao o Taoismo della Gemma Numinosa
Il Lingbao Pai, (靈寶派) è una sintesi di idee religiose basate su testi Shangqing, rituali dei Maestri celesti e pratiche buddiste (che in questo periodo saranno importanti anche se comparse in forma spuria già nella epoca precedente).[84]. Predomina l'aspetto liturgico, scompare l'adepto in meditazione nella propria stanza.[84] Il Buddismo, che si inserisce in questa corrente, viene per lo più banalizzato e, di fatto, il suo apporto principale consiste nel concetto di salvezza, che si evolve a salvezza universale, mentre quello di immortalità finisce in secondo piano: ci si allontana dai cercatori dell'immoralità.[85].
Epoca Tang (618-907)
Il taoismo in questo periodo ebbe un ruolo di primo piano, probabilmente in seguito ad alcuni fattori:
- era un depositario della antica cultura cinese
- i suoi riti e la sua ideologia avevano radici nell'ideale del santo[86]
- si ha generalmente una rinascita culturale in tutta la Cina[34].
Durante questa epoca s i ha un tentativo di riavvicinare i tre grandi insegnamenti, cercando di armonizzarli.
Si manifesterà anche un nuovo misticismo, il Neiguan, (da qui il testo Neiguan Jing) una forma di meditazione silenziosa, senza immagini, tendente al vuoto dello spirito ed all'unione con il Tao, piuttosto che all'estasi ed al volo nei cieli. Sotto l'influenza del Buddhismo cambia la concezione della meditazione. Nelle epoche Shangqing, l'arresto del pensiero era una preparazione, per arrivare ad altri livelli,[87] come i voli estatici ed i voli celesti[88]. Qui invece l'arresto del pensiero è una tecnica a sé stante.[87]
In questo periodo è la disputa del Huàhújīng. Secondo tale testo Laozi avrebbe convertito Ghautama Buddha.
Sotto la Dinastia Tang, dal VI agli inizi del X secolo, il Taoismo divenne la religione ufficiale di tutto l'impero. Il Buddismo era diffuso quanto — se non più — della cultura taoista, e venne represso sotto l'Imperatore Wuzong.
Tra il VII e l'VIII secolo, nel sud della Cina, nacque il Taoismo Zhengyi ("Taoismo dell'Unità Ortodossa"), sorto come ripresa del Taoismo Tianshi Meridionale e conservante la gerarchia del Maestro Celeste. Nel 1304 lo Zhengyi inglobò lo Shangqing e il Lingbao, e altre denominazioni minori, su direttiva imperiale.[89]
Alchimia interiore nelle Epoche Song (960 al 1279) e Yuan (1279 al 1368)
Fu un'epoca di grande confusione. Morte e demoni erano ovunque, si praticavano tantissimi esorcismi. Il taoismo fu importante per:
- mantenimento dei valori tradizionali cinesi
- azione umanitaria a favore della popolazione[90]
In quest'epoca si sviluppò l'alchimia interiore. Trattasi di un termine (alchimia interiore o cinabro interiore o neidan) che si oppone al waidan o cinabro esteriore od alchimia esteriore. L'alchimia interiore non cercava di fabbricare un prodotto, bensì era soprattutto una tecnica di illuminazione[91] L'alchimia interiore:
- utilizzava tantissimo i trigrammi del Yiing,
- aveva una grande tendenza sincretica sui tre principali insegnamenti cinesi
- in qualche modo rompeva con il passato,[92]
- il fine non era l'elisir di immortalità (che per i seguaci non esisteva), bensì l'unità tra Dio ed il mondo.
Nell'ambito del Neidan troviamo: Wu Yun (?-779), Zhang Boduan (?-1082), Chen Tuan (906-989) e la corrente Quanzhen[93]. Nel XII secolo emerse nel nord il Taoismo Quanzhen ("Taoismo della Realizzazione Completa"), fondato da Wang Zhe, poneva l'attenzione al sincretismo con i tre grandi insegnamenti cinesi, e cercò di fare sintesi tra l'alchimia interiore ed il Buddismo Zen[89] . La orrente guadagnò prominenza sotto la Dinastia Yuan, a dispetto di una breve persecuzione nel 1281. Il Quanzhen, con centro presso il Tempio della Nuvola Bianca, affinò la disciplina e la tradizione monastica. Questa scuola era caratterizzata da un forte movimento di interiorizzazione: non si trattava di trovare l'immortalità fisica, bensì di elevare il proprio spirito al di sopra del mondo. Per Wang Zhe il celibato era una regola necessaria e fondò monasteri ad imitazione del Buddismo Chan, condannò la collera, la bramosia di ricchezze, i rapporti sessuali. Predicava anche la povertà. Egli cercò di creare un sincretismo tra i 3 grandi insegnamenti. Tra i suoi discepoli fu noto Qio Chuji che fu convocato da Gengis Kahn per conoscere i segreti della longevità.[94]
Dinastie Ming(1368-1644) e Qing (1644-1912)
Con la Dinastia Ming (明朝) non si registrarono particolari sviluppi, se non la compilazione di un nuovo Daozang nel 1447. Sotto i Qing ebbe inizio un declino del Taoismo. Gli imperatori, appartenenti al popolo manciù, lo rigettarono in favore della base culturale confuciana; la biblioteca imperiale escluse virtualmente qualsiasi testo taoista.[95]
In aggiunta al mancato supporto da parte della Dinastia Qing (清朝), molti daoguan (道观; anche solo guan, 观 osservatorio del Tao) andarono distrutti durante la rivolta e l'istituzione dell'Impero Celeste della Grande Pace da parte degli aderenti al Cristianesimo Taiping, progetto durato dal 1850 al 1864. Lo Stato teocratico conquistò un terzo del territorio cinese; prassi era la distruzione degli edifici di culto non cristiani mano a mano che i domini si espandevano.[89]
Epoca moderna
Già a partire dalla dinastia Ming. le scuole taoiste furono accusate di suscitare movimenti rivoluzionari, tanto che Liang Qichao (1873 - 1929), avvocato del rinnovo sociale della Cina, scrisse di essere umiliato dalla presenza del Taoismo nella storia cinese, poiché — a suo dire — il Paese non ne aveva tratto alcun bene[96].
Con la fine della Dinastia Qing collassò l'Impero Cinese e dal 1911 al 1949 prese il potere la Repubblica di Cina. I nuovi governanti adottarono molti costumi occidentali tra cui anche il Cristianesimo. Il Taoismo non era visto positivamente ed alcuni daoguan vennero confiscati e adibiti ad usi pubblici, molti furono distrutti durante la Seconda Guerra Sinogiapponese.[89]
Il puro insegnamento taoista era considerato anarchico e anarchistico a causa delle rivolte contro il potere che aveva suscitato nei secoli addietro. Il Taoismo rimaneva ad ogni modo l'istituzione religiosa più potente del Paese, costituita da un clero di circa 5 milioni di sacerdoti e monaci (daoshi). Ciò lo faceva apparire agli occhi del nuovo governo, e dei comunisti poi, un relitto dell'impero.[89]
Alla fine degli anni quaranta, nonostante i monaci del monte Wudang avessero preso parte alla terza armata rossa e molti taoisti avessero dato prova di patriottismo opponendosi all'invasione dei giapponesi, nel 1948 il monastero principale della corrente Zhengyi — sul monte Longhu nel Jiangxi — fu dato alle fiamme e il sessantatreesimo Maestro Celeste fu costretto a rifugiarsi in Taiwan.
L'ascesa del Partito Comunista Cinese nel 1949 diede inizio ad una sistematica politica di soppressione delle religioni, la cui pratica divenne illegale.
La politica generale delle religioni si applicherà a partire dal 1949: non vi fu una soppressione totale, ma proibizione delle nuove ordinazioni, repressione dei riti e chiusura dei pochi locali di culto rimasti. Alcune sette furono dichiarate illegali e sopravvissero solo clandestinamente, ricorrendo a mezzi illeciti per guadagnare fondi.
Il clero taoista fu smantellato, i daoshi mandati nei campi di lavoro.[89] In dieci anni e con la successiva Rivoluzione Culturale, la maggior parte dei templi taoisti andarono distrutti e i pochi rimasti abbandonati o trasformati in edifici di uso pubblico.[89] Il 63º Maestro Celeste degli Zhengyi, Zhang Enpu, si rifugiò a Taiwan nel 1948, dove tutt'oggi si trova il suo successore. La carica non ha più il valore centralizzante che deteneva in passato. Nel 1956, le antiche statue di bronzo del Monte Wudang vennero fuse.
Con la nascita del movimento per le tre autonomie destinato a porre fine alla dipendenza finanziaria, ideologica e amministrativa delle religioni cinesi, fu fondata nel 1957 la Chiesa taoista cinese e il governo decise di promuovere la restaurazione dei culti. Si spesero fondi per la ricostruzione e il restauro di templi e monasteri e nel 1961, il presidente Chen Yingning finanziò ricerche, pubblicazioni e riforma di un clero. Tuttavia, nel 1966, la rivoluzione culturale interruppe drasticamente tutte le manovre di restauro. Nello stesso anno la Chiesa taoista cinese fu scardinata, migliaia tra templi e monasteri furono razziati e distrutti e il clero fu sollevato dal suo incarico per essere deportato in campi di lavoro. Si calcola che oltre diecimila rotoli di antichissimi testi sacri al monastero di Louguantai (樓觀台), nello Shaanxi, andarono definitivamente perduti.[senza fonte] Il Taoismo fu fortemente represso, le organizzazioni furono destituite e la maggior parte dei templi distrutti; questo portò il numero degli aderenti ad un tracollo del 99% e la religione taoista alla quasi completa scomparsa.
La rinascita
Secondo le autorità dell'Associazione Taoista Cinese, il Taoismo sta vivendo il suo miglior periodo dopo secoli.[97] Molti sacerdoti stanno iniziando ad insediare missioni in Occidente per diffondere la religione.[97] Dati gli insegnamenti naturalistici e umanistici del Taoismo, i daoshi sono spesso impegnati in attività ambientalistiche e pacifistiche[senza fonte].[98][99]
A Taiwan ed in parte della diaspora cinese (in particolare a Singapore, dove è nuovamente legale da molto tempo), il sistema taoista è tornato ad essere un elemento fondamentale della società. Studiosi notano come nel suo ricostruirsi dopo la distruzione portata dalla Rivoluzione Culturale, o nel suo rinnovarsi a Taiwan, il Taoismo si sia modificato in innumerevoli aspetti. In particolare diversi elementi liturgici sono completamente rivisti o effettive novità.[senza fonte]
Attualmente il Taoismo è presente nelle due tendenze estreme, ovvero il rituale e l'alchimia interiore. Il rituale è quello dei Maestri del cielo. Esistono tutt'oggi monasteri di discepoli che seguono l'alchimia interiore, per lo più della scuola Quanzhen.
Taoismo nel mondo occidentale odierno
Tra gli immigrati cinesi vivono idee confuciane e taoiste, frammiste alla “religiosità cinese” ma in genere in forme non organizzate.
Esistono centri "taoisti" con Maestri cinesi che insieme ad altri occidentali offrono corsi di arti marziali, di qi gong e yoga, di dietetica e di “circolazione e controllo dell'energia vitale”, di Feng Shui, (l'arte cinese di disporre gli oggetti), di arredamento e di architettura (molto in voga negli ultimi anni in occidente). Molti di questi centri sono per lo più palestre di arti marziali, che non sottolineano – o progressivamente perdono – qualunque elemento filosofico-religioso. Alcuni, più o meno consapevolmente radicati nella visione del mondo taoista, si ispirano a maestri molto noti su scala internazionale come Mantak Chia, Howard Y. Lee o Master Choa Kok Sui (Samson Lim Choachuy, 1952-2007). Un interesse particolare – a causa del duro conflitto con il regime cinese – ha assunto il Falun Gong, presente anche in Italia da alcuni anni. Il Falun Gong – come molti altri gruppi di qi gong – potrebbe essere presentato come gruppo “sincretico”, con elementi buddhisti, taoisti e confuciani.
L'espansione spirituale e commerciale della Cina in tutto l'Estremo Oriente, ed il carattere poco organizzato della religione cinese hanno favorito incontri e commistioni con un gran numero di spiritualità diverse. Sono così nati numerosissimi movimenti religiosi che, in un clima di libertà istituzionale sconosciuta alla Cina continentale, a Taiwan coniugando la “religiosità cinese” con un numero sorprendente di altri apporti. Per esempio, il movimento della Maestra Suprema Ching Hai – uno dei movimenti di Taiwan che hanno conosciuto la maggiore espansione internazionale – presenta, accanto agli elementi della “religiosità cinese”, altri di origine radhasoami, e a una pluralità di fonti diverse si rifà anche Spiritual Human Yoga, di origine vietnamita.
Altri gruppi ancora, operano nel mondo della terapia, (e quindi non sono classificabili né come filosofie né come religioni)[100].
Il canone taoista o Tao tsang
Il canone taoista o Daozang (道藏 pinyin:Dào Zàng, Wade-Giles: Tao Tsang), fu composto nel 1442 e ragguppa più di 1000 testi che spaziano dall'utilizzo di erbe alla opere colte di Laozi e Zhuāngzǐ, a testi di tecniche di meditazione od alchimia... Molti testi appaiono più di una volta con titoli diversi, altri hanno titoli uguali ma contenuti differenti, altri ancora contengono all'interno parti di documenti presenti nel canone in posizioni differenti. Un numero così vasto denuncia una fortissima tendenza sincretica.[101]
Seguendo l'esempio del Tripitaka buddhista, il Tao-tsang è diviso in tre sezioni (dong 洞)[102]:
- i "Testi della Suprema Purezza" (Dongzen),
- il "Sacro" (Dongxuan), vale a dire scritture sulla liturgia e sul medio livello di iniziazione;
- infine i "Testi dei Tre Signori" (Dongshen), una sezione che include insegnamenti sulle tecniche di esorcismo, sulla teologia taoista e sul minimo livello iniziatico.
Il Canone contiene inoltre una gamma di scritture supplementari, aggiunte in epoche più recenti, che trattano varie questioni: preghiere, invocazioni, meditazione, divinità e molto altro; tra questi testi si possono trovare il "Libro della Grande Pace" (Taipinjing), testi alchemici e scritture della tradizione dei Maestri Celesti, i Papi dell'ortodossia, oggi figure poco importanti sia per la Chiesa taoista taiwanese, ancor meno per l'organizzazione ecclesiastica della Cina continentale.[103]
Il Libro della Via e della Virtù (maggiormente conosciuto come Daodejing o Tao Te Ching) è il testo attribuito al padre fondatore del sistema religioso taoista, ovvero Laozi. Quest'opera poetica e dai termini criptici — riconosciuta come una delle più grandi opere spirituali dell'umanità — vanta un gran numero di interpretazioni, letture critiche e traduzioni non inferiore a quello delle riletture della Bibbia[senza fonte]. Le diverse edizioni, spesso fortemente divergenti, illustrano la ricchezza e la saggezza della religiosità taoista.
Un'altra opera di prominente rilevanza è il Libro del Maestro Zhuang (Zhuangzi, dal nome dell'autore), scrittura diretta di uno dei più grandi pensatori della Cina. Sotto forma di favole, di viaggi metafisici o di dialoghi filosofici, propone una via da seguire. Fu il testo maggiormente utilizzato da artisti e letterati e tutt'oggi viene ampiamente studiato dai religiosi, anche buddhisti e confuciani.
Il Libro del Vuoto Perfetto (Liezi, anche in questo caso lo stesso nome di chi lo scrisse), è una collezione di aneddoti e di favole, la maggior parte ispirati alla dottrina di Zhuangzi; il testo è il terzo più importante del taoismo. Complessivamente il Taoismo non dà particolare enfasi ai testi sacri. I fedeli generalmente non consultano il Canone taoista, ma usano testi e preghiere tramandati dai maestri, o spesso dai parenti[senza fonte]
Il Libro dei Mutamenti è ritenuto particolarmente importante rispetto agli altri testi per le sue valenze cosmologiche e filosofiche.
Dottrina (parte principale)
Questa descrizione è basata principalmente sulle dottrine di Laozi, di Zhuāngzǐ e di Liezi.
non è l'eterno Tao...»
Il substrato
Il Taoismo viene spesso descritto in correlazione oppure in contrasto con il Confucianesimo.[104] Entrambe le correnti rappresentano il grande patrimonio culturale cinese. Qualcuno sostiene una forte tendenza sincretica affermando che si può essere confuciani di giorno e taoisti di notte[senza fonte]. La dottrina del Taoismo è strettamente legata alla cosmologia cinese, ed ovviamente alla tipica mentalità cinese, di cui possiamo sottolineare due aspetti:
Non che cosa è, ma che significato ha per me, ora
Quindi un cinese non ragiona seguendo una ideale linea orizzontale di causa effetto ma, piuttosto, seguendo una linea verticale, cercando di connettere tra loro cose che sono in un posto ora ed in un altro posto ora. La domanda che si pongono è: "qual è il significato delle cose che avvengono insieme in questo momento? Ragionano quindi secondo un concetto che potrebbe essere chiamato sincronicità[106]
Ancora
Il Tao è un certo tipo di ordine [...] che però non è precisamente ciò che noi definiamo ordine quando disponiamo un oggetto in un ordine geometrico, in scatole od in file. Se osserviamo un pianta di bambù ci è perfettamente chiaro che la pianta possiede un suo ordine. [...] I cinesi lo chiamano Li[...]. Tutti cercano di esprimere l'essenza del Li. Ma la cosa interessante è che nonostante si sappia cosa sia, non c'è modo di definirla.»
La spontaneità
Il taoismo sostiene che esista nell'universo una sorta di autoregolazione e che lasciare correre spontaneamente tale meccanismo dia spazio ad una vita serena, senza violenza. Ma, è importante sottolinearlo, non legittima la sopraffazione ed il caos.[18] Il taoista è convinto che ciascuno abbia in sé stesso le doti naturali che gli consentiranno di risolvere in molte occasioni. Quindi in quest'ottica l'imperfezione non esiste e se esiste è solo presente tra gli uomini che non seguono la spontaneità[108].
La non azione o Wu Wei
Il Wu wei (無為, 无为), o legge dell'agire senza agire.
Ad esempio i pianeti girano attorno al sole senza che facciano alcuno sforzo per girare, oppure il bambino cresce senza che faccia alcunché perché ciò avvenga. Ancora, prendendo un esempio letterario, si può ricorrere alla analogia di un pino e di un salice sotto una tempesta di neve. Il primo è rigido e la neve si ammassa sopra di esso fino a spezzarlo, il secondo si piega a tal punto fino a far cadere la neve e rialzarsi[107](pag. 21)
Ciò non deve però essere scambiato con lassismo: l'autodisciplina è un elemento comunque importante, pur con l'insistenza acciocché si mantenga creativa e non diventi automutilazione. La disciplina richiesta al taoista non è quella occidentale portatrice talvolta di rigidità e limitazioni, ma incarna anzi la determinazione ad astenersi da questi.
Il vuoto come cardine
nel non essere sta l'uso del carro.
Plasmare l'argilla per farne un vaso,
nel non essere sta l'uso del vaso.
Cesellare porte e finestre per farne una casa,
nel non essere sta l'uso della casa.
Quindi ciò che esiste determina il vantaggio,
l'inesistente determina l'uso.»
L'essenza sta nel vuoto, spesso in cose a cui non diamo importanza, come l'importanza non è riposta nelle quantità di cose che abbiamo nella nostra dimora, bensì nel vuoto tra le pareti.
La mancanza di talento
Io ho un grande albero, La gente lo chiama ch'u. Il suo grande tronco è schiacciato e gonfio ed una corda non riesce a cingerlo. I suoi piccoli rami sono contorti e attorcigliati. [...]
Ora tu hai un grande albero e la sua inutilità ti affligge. Perché non lo pianti nella landa dell'ampio nulla, la campagna dove non c'è altro? Senza premeditazione nella non-azione ti appoggerai ad un suo fianco e ti muoverai liberamente, dormendo e riposandoti sotto i suoi rami : Quest'albero non patirà una morte prematura ad opera di scure ed accetta. Nessuna creatura lo danneggerà poiché non è qualcosa che possa essere utilizzato, per quale motivo potrebbe mai
soffrire?»
Dottrina (Seconda parte)
Il Tao
Il termine Tao è per noi occidentali di difficile comprensione, mentre non pare essere così per un orientale. Infatti il termine è intelleggibile e di uso comune sia tra gli intellettuali che tra il più povero contadino.[111] Pare che la prima volta che sia stato utilizzato in Cina sia nel Chu Shing in cui dice:
its selfship tendenciees lead to error and crime
«La mente umana è pericolosa
spontaneamente porta all'errore ed al crimine
e la sua affinità con i Tao è limitata.»
Ancora in un passaggio del Ta Chuan (The Great Triteise):
Il saggio lo scopre e lo chiama saggio
Il popolo ne fa uso giorno per giorno e non ne sa nulla.
Non solo ognuno "sente il Tao con modalità proprie, ma persino il Tao riflette il carattere della persona.»
Normalmente il termine Tao viene utilizzato come una entità stabilita: il Tao. Ovviamente questa è un pratica erronea in quanto il Tao è ovunque, in tutte le cose ed in ogni tempo. Esso non è un qualcosa che ne escluda delle altre.[114] Per cogliere il Tao è fondamentale porre l'attenzione alla fase anteriore alla "definizione delle cose", ovvero tornare alla fase precedente alla spiegazione di chi siamo, al concetto di io, tu... E su questa posare la propria attenzione. "Osservando le cose in modo originario, non vi è differenza tra quella che fate, da una parte, e quello che vi accade dall'altra. [...] Ecco ciò che è chiamato Tao [...] Tao significa fondamentalmente via, corso: il corso della natura."[107](pag 16-17) Tornare alla spontaneità. La ricerca del Tao è la ricerca dell'essenziale, e in questo può essere vista come un analogo più elaborato del cinismo greco. Tale fortissimo richiamo all'essenzialità, al cosiddetto tronco grezzo, agli antichi, richiede la difficile operazione di spogliarsi del superfluo e dei preconcetti. Lo scopo è lasciar fluire l'originale liberando la spontaneità, che non deve però essere scambiata con il lassismo (vedi dopo).[115]
Per comprendere quale sia la natura del Tao bisogna evitare qualsiasi tipo di paragone con il Dio delle religioni monoteiste. Il Tao non è un ente trascendente e dotato di personalità. Il Dio che viene presentato dal Taoismo è una sorta di "Principio ordinatore unico ed immanente del mondo", non troppo dissimile dall'Armonia di Pitagora, il Logos di Eraclito, lo Shinto giapponese, il Dharma del Buddismo[13]
Il termine Dio suona inappropriato, è preferibile non farne uso, per evitare i parallelismi sopra citati.
Il termine "Tao", che come sopraddetto è fondamentale in tutto il pensiero cinese, ha assunto diversi significati nel tempo. I principali significati sono tre:
- Il Principio, l'Eterno Assoluto, la Fonte impersonale e trascendente di tutto ciò che esiste, l'Essere eterno di Dio al di là del divenire del mondo.
- La Via nella quale procede tutto ciò che esiste nell'universo, il movimento e mutamento incessante del mondo. Nel Daodejing questi due significati si trovano distinti e precisati: Daodejing significa infatti il libro (jing) del Principio (Dao) e della sua Azione (De, potere di azione del Tao da cui nasce tutto ciò che esiste).
- Il terzo significato riguarda la capacità e la correttezza nel praticare una data arte, nel seguire una certa via: il Tao del guerriero (l'abilità nelle arti marziali), il Tao dell'amore (l'arte dei rapporti amorosi e sessuali), il Tao del governo, della politica.
Ancora il Tao è alla base dell'ordine naturale delle cose, la via operante del mondo quando l'uomo lo lascia scorrere come è[116]
Te
Te o virtù: ovvero il Tao realizzato nell'uomo[115]«Nel flusso universale e senza senso delle cose, a ciascuna compete un ruolo, come se si seguisse un piano.»[117]
Qi, Yin e Yang
Nella religione Taoista all'origine è il Qi, dinamismo primordiale, né spirito né materia, ed ogni cosa è un aspetto di ciò. Il Qi è una forma che si espande, dà vita al mondo, non ha una esistenza individuabile al di là della forma che prende. Esso è un principio di unità e di coerenza che unisce la molteplicità tra loro[118]. Il Qi può essere avvicinato all'atomismo dei presocratici [119][120] Questo soffio si differenza in un soffio puro e leggero, lo Yang, ed in uno opaco e pesante, lo Yin[121]. Il Tao ha quindi provocato la creazione dell'universo, dando origine ai due principi cosmici yin e yang, la natura dualistica di tutte le manifestazioni del Tao stesso. La dualità, l'opposizione e combinazione di questi due principi base è riscontrabile in ogni elemento della natura: luce e oscurità, maschio e femmina, attività e passività, movimento e staticità. Il dualismo è però pura illusione, esso - in ultima ipotesi — non esiste, è solo una codifica che l'uomo tende a porsi basandosi sull'esperienza sensoriale. La filosofia religiosa taoista è quindi monistica («Preserva l'Uno dimorando nelle due anime: sei capace di non farle separare?»[122]). Il mutare delle cose è un continuo compenetrarsi e vicendevole rigenerarsi di questo dualismo illusorio;
L'immortalità
È uno dei punti cruciali del taoismo e denso di difficoltà ed incomprensioni. Secondo Bokenkanp l'immortalità va pensata in modo differente dal senso che la concepiamo noi occidentali. Secondo il Taoismo le ere della vita sulla terra durano di 23.639.000 anni[123] per alcuni autori ulteriomente divise in 5 periodi, che si ripetevano uno dopo l'altro. In qualsiasi modo il massimo che potevano aspirare "i legati al Tao" ovvero i santi (xian), era di riapparire nella fasi (summenzionate) successive. Bonekamp infatti preferisce parlare di longevità (longevity, long life or "an existence equal with that of the sun and moon") piuttosto che immortalità[124][125][126] Ancora gli immortali possono essere pensati ad almeno tre livelli: nel primo sarebbero esseri terrestri esistenti sul piano terrestre o legato alle cavern-heavens (ovvero caverne sacre -nouminose- presenti su montagne incantate che permetterebbero il passaggio alla realtà del Tao[127])[103] nel secondo significato descritto nel periodo Shangqing e Lingbao questi xian avrebbero deposto il loro corpo corruttibile per passare ad un corpo di materia stellare.[128] nel terzo significato sarebbero spazi interiori raggiungibili tramite l'alchimia interiore[127])[103].
L'alchimia
Si possono distinguere due diverse tradizioni dell'alchimia:
- l'alchimia interna (o Nei-Tan o Neidan o cinabro interiore). Questa poneva l'accento alle tecniche per raggiungere la trascendenza.[129] Si può considerare complementare al Taoismo più liturgico che in quello stesso periodo erano i Maestri del Cielo. L'alchimia interiore non cerca di fabbricare un prodotto bensì è una tecnica di illuminazione[92].
Ancora più specificatamente abbiamo nel Neidan:
- attenzione allo sviluppo mentale e fisico, con la preminenza del primo
- tendenza asincretica, a congiungere Buddismo e confucianesimo ad esercizi sul soffio, visualizzazioni...
- impiego dei trigrammi de I Ching
- impiego di pratiche chimiche con prevalente valore metaforico, piuttosto che operativo.[92]
- l'alchimia esterna (o Wai-Tan o Waidan o cinabro esteriore) invece, poneva l'accento alle tecniche per trasformare i metalli in oro o per raggiungere l'immortalità, pur avendo in comune con la prima tradizione uno stesso linguaggio, stesse metafore ed un comune metodo di autosviluppo dei praticanti[129]
Ge Hong (massimo esponente della alchimia) anela ad un uomo che sia appartato, distante, che si trovi bene ovunque, senza però farsi coinvolgere, nulla può ostacolarlo, ...non muore, perché l'oro ed il cinabro ne rinforzano la circolazione e la respirazione. Siamo ovviamente distantissimi dalla non azione: si perdono certe profondità e si tende a passare ad un esercizio più tecnico.[130]
Simbologia
Ci sono parecchi simboli ed immagini collegati al Taoismo. Il simbolo principale è il Taijitu (太極圖) spesso accompagnato da otto trigrammi (bagua 八卦) (道教 pinyin: bāguà; Wade–Giles: pakua; Pe̍h-ōe-jī: pat-kòa)
Le controparti yin e yang sono rispettivamente di colore nero (o blu) la parte yin e di colore bianco (o rosso) la parte yang. Il simbolo si può trovare su bandiere e loghi delle associazioni taoiste, nei templi e sugli abiti dei chierici. Direttamente derivato dal Taijitu è il Tomoe, diffusosi in particolare nello Shintoismo giapponese.
Magia
Se per un confuciano la magia era di importanza molto inferiore rispetto alla virtù, non così era per il taoismo. La magia (verosimilmente esito di una parte della sua natura originaria sciamanica) decideva del destino.[131]
Carattere aristocratico del Taoismo
Ciò che lo caratterizzava il taoista, rispetto l'uomo comune poteva (che doveva rimanere come si trovava, era una differenza di dote carismatica[132].(che potremmo anche chiamare di evoluzione porsonale o concordanza con il Tao[senza fonte]).
Influenze
Influenze con il buddismo
La relativa vicinanza di temi rispetto al Buddhismo — pur nella sostanziale differenza di prospettive — ha fatto sì che si creassero diverse forme di sincretismo fra le due fedi, con condivisione e scambio di elementi religiosi e divinità. Il che è avvenuto soprattutto sotto le dinastie Sui e Tang.[11]
Il contatto del Buddismo con la tradizione taoista ha portato alla scuola del Buddhismo Zen, diffusa soprattutto in Giappone.
Rapporti con il confucianesimo
I rapporti con il confucianesimo sono molto complessi. Le due correnti di pensiero infatti scaturiscono da premesse molto differenti:
- il confucianesimo dà rilevanza all'aspetto politico e sociale dell'uomo
- il taoismo invero pone l'attenzione al lato individuale ed esistenziale.[134] Al di là di una avvesione per Kǒngzǐ (più noto come Confucio) e la sua corrente presente in Zhuāngzǐ e Liezi, in alcuni filosofi quali Wang Pi[135] e Kuo Hsiang[136] (entrambi delle dinastia Wei e Chin) l'esempio massimo di maestro è Kǒngzǐ stesso.
- Marcel Granet (con un certo acume) segnala come i "taoisti si segnalarono per il disprezzo dei doveri sociali, per la cura della discipline tecniche e per una predilizione per l'ontologia" a differenza degli ortodossi (confuciani) cui "le speculazioni sulle cose interessavano poco, e solo uno sforzo di cultura permetteva di di praticare sinceramente il conformismo indispensabile alla vita sociale"[137]
Anche in Kang-Tsang-Tzu, taoista dell'VIII secolo d.C.[138], c'è il tentativo di portare nel taoismo elementi confuciani, ad esempio nell'esercizio della pietà filiale, e nella pratica dei riti e della musica
Spesso il confucianesimo ha rimproverato al taoismo un certo grado di egoismo in quanto il taoismo sarebbe distante dall'agire sociale e ricercherebbe per lo più la salvezza individuale[139] Altra grande differenza è il Li (ovvero l'attenzione al rituale) che era uno strumento fondamentale, mentre erano considerati non importanti per i Taoisti.[140].
D'altra parte il confucianesimo riuscì a liberarsi di tutti i residui orgiastici ed estatici.[141].
Altra differenza tra Taoismo e confucianesimo riguarda il confronto con l'apparato burocratico dello stato.
Per il Taoista ideale è uno stato poco burocratico ed ideali erano piccole comunità fondate sul modello contadino, mentre per il confuciano, la burocrazia centralizzata dello stato era preponderante[142]. Ma ancora, mentre per il taoista il sovrano doveva raggiungere l'unione mistica con il Tao per ben governare, per il confuciano al sovrano bastava l'approvazione celeste e la appropriazione di virtù etico sociali[142].
Influenze con il legismo
Esso ha un contesto più pragmatico ponendosi come fine il buon governo.[143] Presente in Kang-Tsang-Tzu[144].
Influenze con la religione popolare cinese
Sia per un taoista che per un confuciano, la religione popolare, sostanzialmente animistica, aveva ben poco significato. Entrambe le filosofie cercavano un tipo di redenzione, pur con percorsi ben diversi. Ed entrambe le correnti erano convinte che un buon governo servisse molto più che le pratiche religiose a tenere a debita distanza i "demoni".[145]
Rapporti con il potere ed il popolo
Come dettosi in precedenza, il Taoismo è per lo più una pratica, piuttosto che una credenza. È una pratica di caste sacerdotali gelose del loro insegnamento e della loro elitarietà. Anche importante è il legame con il potere centrale presso la corte dell'imperatore. Ma qui i metodi dei maestri taosti potevano cambiare da persona a persona e da scuola a scuola: "essi vanno da una gestione saggia del ruolo di consigliere dell'imperatore, al non intervento basato sul fatto che l'ordine si instaura naturalmente se gli uomini non interferiscono, od ancora alle grandi cerimonie propiziatorie." Altri taoisti si rifiutarono di recarsi a corte alla chiamata dell'imperatore.[146]
Altri, come i famosi sette saggi del bosco di bambù 竹林七賢 si ritirarono ad una vita ai margini, per lo più ubriachi. Questa propensione anarchica naturale nel taoismo, insieme ai legami con larghi strati popolari, ha fatto sì che parecchie ribellioni contro i poteri fossero guidati da taoisti (vedi ad esempio quella delle "Cinque misure di riso", quella di Sue En nel 399 d.C. e di Zhong Xiang nel XII secolo,[146], oppure la rivolta dei Boxer nel XX secolo.
Taoismo religioso
Conclusione: che cosa è il Taoismo?
È saggio premettere:
«Nel mondo anglosassone in particolare, lo studioso che ricerca una più chiara idea di ciò realmente è il Taoismo, non è certo aiutato dall'apparire di nuove traduzioni di LaoZi compiute da coloro la cui preparazione per questo compito, è stato lo studio delle arti marziali, o da lavori occidentali di misticismo orientale o dalla proliferazione di manuali di auto-aiuto che si occupano di negoziazione aziendale e simili, "utilizzando il Tao"»
Dopo di ciò: Il taoismo sia esso filosofico, religioso, religione popolare.... ha alcune linee di pensiero sottostanti e comuni che sono:
- la nozione che tutti i fenomeni siano legati tra loro in una rete infinita di forze che interagiscono in un flusso infinito.[147]
- il concetto del primitivismo, ovvero l'idea che la società e l'uomo starebbero meglio se ritornassero allo stato di primitiva semplicità.[147]
- infine la convinzione per cui alcuni uomini, tramite particolari regimi alimentari, mistici, alchemici o sessuali, possano raggiungere un tipo di trascendenza che si manifesta con la longevità l'invulnerabilità, il carisma e la capacità di manipolare le forze circostanti.[147]
Ma come al solito «il vero taoismo non può essere descritto».... per cui il Nei Yeh (composto circa tra il 400 ed il 300 prima di Cristo) rigetta in pieno, tra le altre, il primitivismo[148][149]
Alcuni aspetti sociologici generali della religiosità cinese
Aspetti religiosi
Per comprendere alcune caratteristiche della religiosità cinese è necessario considerare alcuni concetti generali:
Si potrebbe dire che la religione cinese segua alcuni grandi filoni:
a) culto di stato ufficiale che, persegue gli interessi della comunità[150], ed in cui è presente una forte spersonalizzazione degli spiriti della natura[150] con uno svuotamento di tutti i fattori emozionali[150].
b) il culto degli antenati al servizio del gruppo parentale[150].
c) la comparsa di divinità di funzione (che presiedevano quindi alle varie attività umane[senza fonte])
Da ciò ne conseguiva, secondo Weber, che il culto ufficiale (fortemente spersonalizzato) fosse fondamentalmente inintelleggibile per la grande massa dei contadini che per conseguenza si rivolsero alle suddette divinità di funzione. Il potere centrale invece tendeva ad ignorare queste ultime[151].
Aspetti sociologici
Tipicamente cinese è il sentimento che il mondo naturale, così come la società umana, siano strettamente legati e solidali. Questo sentimento, secondo Marcel Granet, era per lo più solo emotivo all'inizio, diventando poi col tempo fortemente dogmatico[152]
Grande separazione tra mondo contadino e cittadino
Fin dall'epoca feudale (all'incirca il IX secolo a.C.) ed andando via via un poco attenuadosi, si evidenzierà una grande scissione alla vita dei contadini rispetto a quella dei cittadini.[153] Già sopra abbiamo menzionato come il potere centrale si disinteressasse delle divinità di funzione, preferite invece dal mondo contadino.
Legame con la regolazione delle acque
La necessità di regolare le acque è stata centrale in Cina: essa deve essere intesa come protezione contro le inondazioni (ovvero dighe).
Nella Cina (soprattutto settentrionale ma in minor misura anche meridionale) non vi era la necessità di canali a scopo di irrigazione, bensì il pericolo era composto dall'ingrossamento delle acque,[154].
I sovrani quindi, dovevano legittimarsi come "figli del cielo". E se, per caso, vi fosse stata una inondazione, il sovrano doveva rendere pubblica penitenza.[155] La garanzia dell'ordine era conseguenza di una potenza impersonale che donava tranquillità, estranea alla passione ed all'ira.[156][157] Per il mondo cinese l'ordinamento della vita sociale, sempre costante, era tutto. Infatti, a partire dal III secolo a. C. nelle rare invasioni (ad esempio i mongoli del XIII secolo), i sudditi cambiavano solamente padrone. La garanzia dell'ordine interno era garantito dalla impersonalità del sovrano.[158].
L'inviolabilità e l'uniformità del rituale magico (unito alle leggi naturali), generava quall'unità (tao) elevando l'atemporale e l'immutabile a suprema potenza[155].
Il cielo non parlava più e si rivelava attraverso il governo terreno[159].
La famiglia e la stirpe
Grande importanza avevano in Cina le stirpi: per ogni stirpe esisteva un dio contadino duplice, (ovvero la fusione di uno spirito della terra fecondo e lo spirito del raccolto) ed uno spirito antenato[160])
Con l'accrescersi dei "principi" nel potere centrale essi divennero spiriti del territorio del principe, fino a divenire un Dio personale sul tipo del greco Zeus. Con l'ulteriore salita del potere centrale lo spirito celeste assunse nuovamente una impronta sempre più impersonale a differenza di quanto avvenne in territorio mediorientale[161]
Anche la famiglia aveva (in epoca feudale) una vita particolare, essa era identità sostanziale, generalmente isolata, si scambiava coi vicini in due momenti particolari ovvero:
a) ad ogni generazione metà dei figli del medesimo sesso andavano a sposarsi in un paese vicino, in cambio di un lotto di figli de medesimo sesso.
b) in primavera con grandi feste sessuali in cui avvenivano scambi tra gruppi diversi e rompevano la monotonia della vita contadina[162]
Dio
Il Dio delle religioni centroasiatiche e mongole è, assieme al Sovrano, il garante dell'ordine universale. Si tratta di un Dio distante: se non interviene l'uomo, ancor meno interviene Lui. [163]
Assenza di una casta guerriera
Il carattere tipicamente pacificato verso l'esterno dell'impero cinese, dopo una prima fase militaristica, non ha permesso la "scalata del potere" al cavaliere addestrato alle armi.[164] Gli dei guerrieri non salirono mai l'Olimpo,[165], gli imperatori compivano l'aratura, mai erano principi cavallereschi.[165] È noto che in epoca storica solo un generale vittorioso sia stato proclamato imperatore dall'esercito (ovvero Wang Mang intorno all'anno 0)[166]
Rapporti con la religione popolare
La religione costituita (vedi religione popolare cinese) era di ben scarso interesse per il mistico cinese (si pensi a Laozi) oppure per Kǒngzǐ (latinizzazione di Confucio), entrambe le correnti però la accettavano[142]. Si dice in Cina che "il Cielo è uno e la Terra molteplice"'. Ciò starebbe a significare che il Cielo era unitario in quanto oggetto del culto del sovrano, mentre i culti contadini si rifacevano a multiple divinità agrarie'[167]
Predominio della lingua scritta
La tipica scrittura cinese, ovvero l'ideogramma, a differenza della scrittura alfabetica, era orientata principalmente alla vista e non all'udito. Secondo Max Weber questa caratteristica diede alla letteratura cinese un'impronta intuitiva a discapito del pensiero sistematico e della retorica. Il letterato quindi "trovava rifugio" nella bellezza dell'ideogramma, mentre il parlare rimase solo un affare della parte povera della popolazione. Una grande antitesi con la grecità per cui il dialogo (logos) era tutto[168].
Conclusione
In Cina l'antico ordinamento sociale non veniva mai toccato. Il cielo era custode della stabilità. "La garanzia della tranquillità e dell'ordine interno era offerto nel migliore dei modi, da una potenza qualificata nella sua impersonalità [...] alla quale dovevano rimanere estranee la passione e soprattutto l'ira"[158]
Ancora i due principali paradigmi della religiosità cinese sono: il culto di stato ufficiale che serviva gli interessi della comunità e il culto degli antenati che serviva agli interessi del gruppo familiare[150]
"Il cielo, la potenza celeste impersonale non parla agli uomini, si rivela attraverso il modo del governo terreno e quindi nell'ordine stabile della natura e della tradizione, che è parte dell'ordine cosmico."[159]
In ultimo:
Voci correlate
Note
- ^ Giuliano Bertuccioli, Il Taoismo, da Storia delle religioni, Vol 10, pp. 446, Edizione "La Biblioteca di Repubblica"
- ^ a b Bokenkamp 1997, p. 10
- ^ Bokenkamp 1997, p. 11
- ^ Arena 2010, p. 31
- ^ Robinet 1993, p. 8
- ^ L. Kohn, Taoist Mystical Philosophy, the Scripture of Western Ascension, Albany N.Y. citato in Robinet 1993, p. 7
- ^ a b c d Robinet 1993, p. 25
- ^ Arena 1996, pp. 12-13
- ^ La cultura sciamanica può essere fatta risalire ad uno Sciamanesimo Siberiano e/o centroasiatico dell'età preistorica (Ugo Marazzi, Testi dello Sciamanesimo UTET 1984, pg. 23) legata alle comunità umane di cacciatori nomadi. In essa la figura centrale di guida della comunità - nonché di primo medico naturalista - era quella dello sciamano: tramite fra mondo umano e mondo soprannaturale, il suo scopo era trovare soluzioni a risolvere crisi in atto od a prevenire crisi future (Ugo Marazzi, Testi dello Sciamanesimo UTET 1984, pg. 9). Non meno importante lo sciamano aveva anche il ruolo importantissimo di interprete dei sogni
- ^ Arena 1996, pp. 12-14
- ^ a b The Daoist religion of China
- ^ a b c d e f Robinet 1993, p. 104
- ^ a b Vito Mancuso, L'anima ed il suo destino, Rffaelo Cortina Editore, pag 129-130
- ^ Max weber, Sociologia della religione, II, pag 245
- ^ Robinet 1993, pp....
- ^ Medicina naturale - medicina tradizionale cinese
- ^ Estetica del vuoto di Giangiorgio Pasqualotto - citazione di alcuni brani
- ^ a b c Arena 1996, pp. 28-29
- ^ Arena 1996, pp. 26-27
- ^ a b Arena 1996, p. 21
- ^ Alliance of Religions and Conservation - Daoist Ecology Centre
- ^ Alliance of Religions and Conservation - July 2006 Daoism and conservation workshop
- ^ Alliance of Religions and Conservation - Daoist monk describes his ecological awakening
- ^ Faiths and Ecology - what does Daoism teach about ecology?
- ^ Daoism and ecology - bibliography by James Miller of the Queen's University
- ^ Taoist ecological concept of nurturing all creatures
- ^ D.Eisenberg, T.L. Wright,, pag. 18
- ^ Robinet 1993, p. 28
- ^ Steven Ericsson Zenith. "Tao Frequently Asked Questions", http://www.thetemple.com/alt.philosophy.taoism/taofaq.htm. The Temple of the Immortal Spirit.
- ^ Leonardo Vittorio Arena segnala come questa divisione oramai rifiutata da molti sinologi (vedi I. Robinet.....), sia fondamentalmente minata internamente. Ad esempio nel periodo d'oro del Taoismo, circa il 200 a.C. si lavorava molto sulla ricerca dell'immortalità. Ancora aggiunge che la divisione nei due "assi" sarebbe, a suo parere, avvenuto durante il periodo Wei e Chin, in corrispondenza con il Neotaoismo, che rifiutava completamente le arti magiche e la religione popolare (tratto da Arena, 1996, p. 8-9).
- ^ Max Weber, Sociologia della religione, II, pag 250
- ^ Il Taoismo: La Filosofia Taoista
- ^ Robinet 1993, p. 9
- ^ a b Arena 1996, pp. 19
- ^ Arena 1996, pp. 159-160
- ^ http://forums.somethingawful.com/showthread.php?threadid=3134038 post di dingirfecho
- ^ E' interessante notare come, secondo la concezione di Karl Jaspers, in questa prima fase con le 100 scuuole e la nascita del Taoismo, ci troviamo in pieno periodo assiale (tratto da Elmar Holenstei, Atlante di filosofia, Einaudi 2009, pag 104.
- ^ Arena 1996, pp. 6-7
- ^ Robinet 1993, p. 34
- ^ Robinet 1993, p. 36-37
- ^ a b The Taoist tradition - a historical outline
- ^ Needham, Joseph. 2000. Science and Civilisation in China: Volume 6, Biology and Biological Technology; Part 6, Medicine. Cambridge University Press da Fangshi
- ^ Robinet 1993, p. 39
- ^ Robinet 1993, p. 37
- ^ Robinet 1993, p. 38
- ^ Overwiev of the world religion
- ^ Arena 1996, p. 12
- ^ a b Robinet 1993, pp. 45-46
- ^ Robinet 1993, p. 48
- ^ Robinet 1993, p. 49
- ^ Robinet 1993, p. 51
- ^ a b Robinet 1993, p. 53
- ^ a b c d Robinet 1993, p. 54
- ^ a b Robinet 1993, p. 55
- ^ Robinet 1993, pp. 53-54
- ^ James Miller, Daoismo, pg 13
- ^ Robinet 1993, p. 57
- ^ Robinet 1993, p. 63
- ^ Robinet 1993, p. 59
- ^ Robinet 1993, p. 61
- ^ Robinet 1993, p. 62-63
- ^ Robinet 1993, pp. 71-72
- ^ Elmar Holenstein, Atlante di Filosofia, Einaudi 2009, pag 110
- ^ Bokenkamp (1997), p. 150.
- ^ Robinet 1993, pp. 105
- ^ Robinet 1993, p. 73
- ^ Robinet 1993, p. 78
- ^ Robinet 1993, pp. 81-82
- ^ Robinet 1993, pp. 86-91
- ^ Robinet 1993, p. 94-96
- ^ Arena 2010, p. 159
- ^ Arena 2010, p. 161
- ^ a b Arena 1996, pp. 176
- ^ Arena 1996, pp. 176-178
- ^ Arena 1996, p. 186
- ^ Robinet 1993, p. 105-106
- ^ a b c Robinet 1993, p. 111
- ^ a b Robinet 1993, p. 109
- ^ Robinet 1993, p. 115
- ^ Robinet 1993, p. 105
- ^ Robinet 1993, p. 107
- ^ Robinet 1993, p. 108
- ^ Robinet 1993, p. 118
- ^ a b Robinet 1993, p. 134
- ^ Robinet 1993, p. 136
- ^ Robinet 1993, p. 161
- ^ a b Robinet 1993, pp. 175-176
- ^ Robinet 1993, pp. 123-126
- ^ a b c d e f g Wang Yi'e. Daoism in China: An Introduction. Floating World Editions, 2006. ISBN 1-891640-39-9
- ^ Robinet 1993, p. 184
- ^ Robinet 1993, p. 187
- ^ a b c Robinet 1993, p. 188
- ^ Robinet 1993, p. 191-192
- ^ Robinet 1993, p. 192-193
- ^ Kristopher Schipper, Franciscus Verellen. The Taoist Canon: A Historical Companion to the Daozang. University of Chicago Press, 2004.
- ^ 1
- ^ a b South China Morning Post. Rebirth of Taoism Fills Spiritual Void in Rush to Consumerism. 30 aprile 2007.
- ^ Stepne Sharot. A Comparative Sociology of World Religions: Virtuosos, Priests, and Popular Religion. New York University Press, 2001. ISBN 0-8147-9805-5
- ^ Edward Gilman Slingerland. Effortless Action: Wu Wei as Conceptual Metaphor and Spiritual Ideal in Early China. Oxford University Press, 2003. ISBN 0-19-513899-6
- ^ Le religioni in Italia - Introduzione alla religiosità cinese
- ^ Template:Cita Robinet Meditation 1993
- ^ The Taoist Canon - history, organization and minor texts
- ^ a b c Overview of World Religions - general essay on Taoism Errore nelle note: Tag
<ref>
non valido; il nome "autogenerato2" è stato definito più volte con contenuti diversi - ^ The philosophy, ethics and religion of Taoism
- ^ Alan Watts, Il significato della felicità, Ubaldini editore,
- ^ Lama AnagarikaGovina, La struttura interna dell'I King, Astrolabio, pag 25
- ^ a b c Alan Watts Taoismo
- ^ Arena 1996, pp. 52-54
- ^ Il Libro della Via e della Virtù tratto da Arena 1996, p. 68-69
- ^ dal ZuanZi di ZuanZi tratto da Arena 1996, p. 104
- ^ Da Liu The Tao and Chinese culture pag 1 http://books.google.com/books?id=7aI9AAAAIAAJ&pg=PA3&lpg=PA3&dq=#v=onepage&q&f=false
- ^ Shu Ching vol 2, pag 61 tratto da Da Liu The Tao and Chinese culture pag 4 http://books.google.com/books?id=7aI9AAAAIAAJ&pg=PA3&lpg=PA3&dq=#v=onepage&q&f=false
- ^ Da Liu The Tao and Chinese culture pag 3 http://books.google.com/books?id=7aI9AAAAIAAJ&pg=PA3&lpg=PA3&dq=#v=onepage&q&f=false
- ^ Da Liu The Tao and Chinese culture pag 4 http://books.google.com/books?id=7aI9AAAAIAAJ&pg=PA3&lpg=PA3&dq=#v=onepage&q&f=false
- ^ a b Alan Watts, Il significato della felicità, pag 148-149)
- ^ Bokenkamp 1997, p. 12
- ^ Arena 1996, p. 40
- ^ Robinet Meditation 1993, p. 12
- ^ Joseph Needham, Science and Civilisation in China, Cambridge: Cambridge University Press), vol. 4, pt. 1 (1962), pp. 11 ff. citato da Bokenkamp, Early Daoist scripture pag 16,
- ^ Benjamin L. Schwartz, The Worm of Thought in Ancient China, Cambridge: Harvard University Press, 1985, pp. 179-84, citato da Bokenkamp, Early Daoist scripture pag 16,
- ^ Robinet 1993, p. 13
- ^ LaoZi "Daodejing", cap X
- ^ su Stephen Bokenkamp, "Time after Time: Taoist Apocalyptic Views of History and the Founding of the T'ang Dynasty," Asia Major , 3d ser., 7.1, citato da Bokenkamp 1997, p. 22
- ^ Lèon Vandermeersch, La formation du Lègisrne , PEFEO, no. 56 (Paris, 1965), pp. 240-70; citato da Bokenkamp 1997, p. 22
- ^ Seidel, "Der Kaiser und sein Ratgeber," pp. 18-50; Seidel, "Das neue Testament des Tao," pp. 147-72; Graham, Disputers of the Tao , p. 170, citato da Bokenkamp 1997, p. 22;
- ^ Ren Jiyu, ed., Zhongguo daojiao shi (Shanghai: Renmin chubanshe, 1990), pp. 37-38, citato da Bokenkamp 1997, p. 22.
- ^ a b Stephen Little, Shawn Eichman,Taoism and the Arts of China
- ^ Bokenkamp 1997, p. 23
- ^ a b Arthur F. Wright "A historian's reflections on the taoist tradition"
- ^ Arena 1996, pp. 160-161
- ^ Max Weber, Sociologia della religione, II, pag 259
- ^ Max Weber, 1982, p. 247
- ^ Jean Campbell Cooper, Yin e Yang. L'armonia taoista degli opposti, traduzione di Giorgio Milanetti, Ubaldini Editore, Roma, 1982, p. 30
- ^ Arena 1996, p. 3
- ^ Arena 1996, p. 178
- ^ Arena 1996, p. 189
- ^ Template:Marcel Granet, 1973
- ^ Arena 1996, p. 213-214
- ^ Max Weber, Socioogia della religione, II, pag 244-245
- ^ Max Weber, 1982, p. 240
- ^ Max Weber, 1982, p. 241
- ^ a b c d Max Weber, 1982, p. 245
- ^ Arena 2010, p. 3
- ^ Arena 1996, p. 215
- ^ Max Weber, Socioogia della religione, II, pag 245
- ^ a b Robinet 1993, p. 22-23
- ^ a b c "A Historian's Reflections on the Taoist tradition
- ^ Russell Kirkland, University of Georgia "Variety of Taoism in Ancient China. A comparison of themes in the Ney Yeh and other taistic classics".
- ^ Il Ney Yeh è un testo prototaoista. Esso significa "allenamento interiore". Considerato di scarsa importanza per lungo tempo, è stato ultimamente rivalutato. E' un precursore degli esercizi per la longevità e deglle pratiche di meditazione e di respiro. L'attenzione è riposta sull'individuo e sulle pratiche per accrescere il Qi [da James Miller, Daoismo. Una introduzione. 2005 Fazi Editore]
- ^ a b c d e Max Weber, 1982, p. 233
- ^ Max Weber, 1982, p. 234
- ^ Marcel Granet, 1973, p. 23-24
- ^ Marcel Granet, La religione dei cinesi, Adelphy, 1991, pag 9-10
- ^ Situazione been diversa quindi dal nostro Medio Oriente ove era prioritaria l'irrigazione. Per il suddito mesopotamico od egiziano era basilare che dal re e dalla sua amministrazione derivasse la tranquillità del raccolto e quindi la vita. Il re creava il raccolto. Inevitabilmente il dio era supremo (Max Weber, 1982, p. 65)
- ^ a b Max Weber, 1982, p. 72
- ^ Max Weber, 1982, p. 77
- ^ Ben diverso Jahvè che era un dio guerriero, alleato, personale (Max Weber, 1982, p. 67)
- ^ a b Max Weber, 1982, p. 71
- ^ a b Max Weber, 1982, p. 73
- ^ Max Weber, 1982, p. 66
- ^ Max Weber, 1982, p. 66-67
- ^ Marcel Granet, 1973, p. 9-23
- ^ Mircea Eliade, Trattato di Storia delle religioni. Editore Boringhieri, Torino , 1976 "cap XVIII. Dei del cielo presso le popolazioni artiche e centroasiatiche"
- ^ Max Weber, 1982, p. 68-69
- ^ a b Max Weber, 1982, p. 69
- ^ Max Weber, 1982, p. 70
- ^ Marcel Granet, 1973, p. 64-65
- ^ Max Weber, 1982, p. 184-185
- ^ Max Weber, 1982, p. 72-73
Bibliografia
In italiano
- Akira Ishihara-Howard S. Levy, Il tao del sesso, Roma, Astrolabio-Ubaldini Editore, 1971. ISBN 978-88-340-0245-8
- J. C. Cooper, Yin e Yang. L'armonia taoista degli opposti, Roma, Astrolabio-Ubaldini Editore, 1972. ISBN 978-88-340-0725-5
- Marcel Granet, La religione dei cinesi, Milano, Adelphi, 1973, ISBN.
- Alan Watts. Il Tao: la via dell'acqua che scorre, Roma, Astrolabio-Ubaldini Editore, 1977. ISBN 978-88-340-0293-8
- Da Liu, Il Tao e la cultura cinese, Roma, Astrolabio-Ubaldini Editore, 1981. ISBN 978-88-340-0694-1
- volume II Confucianesimo e taoismo Max Weber, Sociologia della religione, Torino, Edizioni di comunità, 1982, ISBN.
- Kristofer Schipper, Il corpo taoista, Roma, Astrolabio-Ubaldini Editore, 1983. ISBN 978-88-340-0764-6
- Isabelle Robinet, Meditazione taoista, Roma, Ubaldini Editore, 1984.. ISBN 978-88-340-0787-5
- D. Eisenberg, T.L. Wright, La via della Medicina cinese, Roma, Astrolabio-Ubaldini Editore, 1985. ISBN 978-88-340-0848-0
- J. C. Cooper, L'alchimia cinese. La ricerca taoista dell'immortalità, Roma, Astrolabio-Ubaldini Editore, 1985. ISBN 978-88-340-0814-6
- Jou Tsung Hwa, Il Tao del tai-chi chuan, Roma, Astrolabio-Ubaldini Editore, 1986. ISBN 978-88-340-0860-7
- Huai Chin Nan, Tao e longevità, Roma, Astrolabio-Ubaldini Editore, 1986. ISBN 978-88-340-0856-1
- Fritjof Capra. Il Tao della fisica. Adelphi Milano, 1989. ISBN 88-459-0689-2
- Jou Tsung Hwa, Il Tao della meditazione, Roma, Astrolabio-Ubaldini Editore, 1990. ISBN 978-88-340-1008-6
- Catherine Despeux, Le immortali dell'antica Cina. Taoismo e alchimia femminile, Roma, Astrolabio-Ubaldini Editore, 1991 ISBN 978-88-340-1036-1
- Isabelle Robinet, Storia del taoismo dalle origini al quattordicesimo secolo, Roma, Ubaldini Editore, 1993, ISBN 978-88-340-1085-3.
- Al Huang Chungliang. Taiji: L'antica arte marziale cinese, via diretta all'armonia tra corpo e spirito. Red Edizioni, 1994.
- Leonardo Vittorio Arena, Vivere il Taoismo, Milano, Mondadori, 1996, ISBN 88-04-40944-4.
- Anna Seidel. Il Taoismo: religione non ufficiale della Cina (1997).
- Monica Esposito, L'alchimia del soffio. La pratica della visione interiore nell'alchimia taoista, Roma, Astrolabio-Ubaldini Editore, 1997. ISBN 978-88-340-1230-5
- Laozi. Tao: Il libro della via e della virtù. Stampa Alternativa, 1998.
- Deng Ming Dao. La via del saggio: lo spirito del Tao nella vita di ogni giorno. Guanda, 1999. ISBN 88-8246-071-1
- Eva Wong, Breviario del Tao, Roma, Astrolabio-Ubaldini Editore, 2002. ISBN 978-88-340-1387-8
- Deng Ming Dao. Vita segreta di un maestro tao. Tea, 2003. ISBN 88-7818-719-4
- A. Sabbadini. Tao: i racconti della Via. Boroli, 2004. ISBN 88-7493-032-1
- C. Vittorioso. Gli Otto Immortali del Taoismo. SE, 2004. ISBN 88-7710-606-9
- K. Tawn. Gli esercizi superiori dei monaci taoisti. Luni Editrice, 2004. ISBN 88-7435-068-6
- J. Miller. Daoismo: una introduzione. Fazi Editore, 2005. ISBN 88-8112-604-4
- Lao Tzu. Tao Te Ching: il libro della virtù e della via. Moretti & Vitali. ISBN 88-7186-269-4
- S. Towler. Un raduno di gru: il Tao dall'Oriente all'Occidente. MIR, 2005. ISBN 88-88282-41-6
- T. Solala - C. Al Huang. Sulla Via: guida al Taoismo occidentale. MIR, 2005. ISBN 88-88282-40-8
- Lao Tzu. Tao Te Ching: il dettato della perenne saggezza. Tecniche Nuove, 2005. ISBN 88-481-1822-4
- F. Zanello. Taoismo segreto: scritti sapienziali di antichi maestri. Castelvecchi, 2005. ISBN 88-7615-056-0
- Sat Chuen Hon. Qigong taoista. Pisani Editrice, 2005.
- Giuseppe Tucci. Il Taoismo. Luni Editrice, 2006. ISBN 88-7435-126-7
- Russel Kirkland, Il Taoismo: una tradizione ininterrotta, Roma, Astrolabio-Ubaldini Editore, 2006. ISBN 978-88-340-1492-9
- Leonardo Vittorio Arena, L'innocenza del Tao: storia del pensiero cinese, Milano, Mondadori, 2010, ISBN 978-88-04-59601-1.
- Kristofer Schipper, La religione della Cina, Roma, Astrolabio-Ubaldini Editore, 2011. ISBN 978-88-340-1614-5
In inglese
- Stephen R. Bokenkamp, Early Daoist Scriptures. 1997
- Stephen Chang. The Great Tao. 1985. ISBN 0-942196-01-5
- D.C. Lau. Lao Tzu: Tao Te Ching. 1963. ISBN 0-14-044131-X
- Henri Maspero. Taoism and Chinese Religion. 1981. ISBN 0-87023-308-4
- A.C. Graham. Chuang Tzu: The Inner Chapters. 2001. ISBN 0-87220-581-9
- Deborah Sommer. Chinese Religion: An Anthology of Sources. 1995. ISBN 0-19-508895-6
- Hua Ching Ni. Tao: The Subtle Universal Law and the Integral Way of Life. 1998. ISBN 0-937064-65-3
- A.C. Graham. Disputers of the Tao: Philosophical Argument in Ancient China. 1993. ISBN 0-8126-9087-7
- Max Kaltenmark. Lao Tzu and Taoism. 1969.
- Kristopher Schipper. The Taoist Body. 1993.
- Isabelle Robinet. Taoism: Growth of a Religion. 1997.
- Livia Kohn. The Taoist Experience: An Anthology. 1993.
- Nathan Sivin. Chinese Alchemy: Preliminary Studies. 1968.
- Isabelle Robinet. Taoist Meditation: The Maoshan Tradition of Great Purity. 1993.
- David Jordan. Gods, Ghosts, and Ancestors: The Folk Religion of a Taiwanese Village. 1972.
- Raymond Smullyan. The Tao is silent. 1977.
(EN) Taoism, in Catholic Encyclopedia, New York, Encyclopedia Press, 1913.
Altri progetti
- Wikisource contiene sul taoismo
- Wikiquote contiene citazioni sul taoismo
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su taoismo