Torino Football Club
Il Torino Football Club, noto anche come Torino, o, più semplicemente, Toro, è una società calcistica per azioni italiana con sede nell'omonima città. Milita nel campionato di serie A e, insieme alla concittadina Juventus, è una delle due formazioni professionistiche del capoluogo piemontese.
Torino Football Club Calcio ![]() | |
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Il Toro; I Granata | |
Segni distintivi | |
Uniformi di gara | |
Colori sociali | ![]() |
Simboli | Toro |
Inno | Ancora Toro Valerio Liboni |
Dati societari | |
Città | ![]() |
Nazione | ![]() |
Confederazione | UEFA |
Federazione | ![]() |
Campionato | Serie A |
Fondazione | 1906 |
Presidente | ![]() |
Allenatore | ![]() |
Stadio | Stadio Olimpico (28.140 posti) |
Sito web | torinofc.it |
Palmarès | |
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Scudetti | 7 |
Titoli nazionali | 3 Campionati di Serie B |
Trofei nazionali | 5 Coppe Italia |
Trofei internazionali | 1 Coppa Mitropa 1 Coppa dell'Amicizia |
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Si invita a seguire il modello di voce |
Nella classifica perpetua della Serie A, che tiene conto di tutte le squadre di calcio che hanno militato nella massima serie nazionale almeno una volta, occupa l'8° posto, avendo partecipato a 68 delle 81 edizioni disputate. Tra i club più blasonati d'Italia, vanta la conquista di sette campionati italiani, compresa una striscia di cinque titoli consecutivi (record a pari merito con la Juventus e l'Inter) all'epoca del Grande Torino, la squadra riconosciuta come la più forte al mondo nella seconda metà degli anni quaranta.[1] Nel suo palmarès figurano anche cinque Coppe Italia, l'ultima delle quali conquistata al termine dell'edizione 1992-93, e una Coppa dell'Europa Centrale, vinta nel 1991. In ambito europeo, si segnala il raggiungimento della finale di Coppa UEFA nella stagione 1991-1992.
Fondato come Foot-Ball Club Torino il 3 dicembre 1906 ha attraversato numerosi cambi di denominazione prima del fallimento avvenuto come Torino Calcio il 17 novembre 2005.[2] La nuova società, dopo la riacquisizione dei diritti e del titolo sportivo del vecchio sodalizio, ne prosegue a tutti gli effetti la storia sportiva e societaria col nome attuale di Torino Football Club.
Storia
La fondazione
Nella città il gioco del calcio arriva sul finire dell'Ottocento, portato dall'iniziativa di industriali svizzeri e inglesi. Già nel 1887 nel capoluogo piemontese la compagine calcistica rosso-nera dell'Internazionale Torino, presieduta dal Duca degli Abruzzi, svolge la sua attività sportiva, insieme alla squadra dei Nobili Torino in divisa giallo-nera; nel 1894 in città le squadre diventano tre, con la fondazione del Football Club Torinese.
Il nuovo gioco spopola, soppiantando presto quello del pallone elastico che al tempo era lo sport con la palla più seguito e, nel 1897, vengono fondate la sezione calcistica della polisportiva Ginnastica Torino e la Juventus. L'Internazionale Torino, il Football Club Torinese e la Ginnastica Torino, assieme al Genoa, l'8 maggio 1898 nell'ambito dei festeggiamenti in occasione dell'Esposizione Internazionale per i cinquant'anni dello Statuto Albertino, sul campo del Velodromo Umberto I di Torino (nei pressi dell'attuale ospedale Mauriziano) danno vita al primo Campionato Italiano di Calcio, vinto dai rossoblù genovesi.
Nel 1900, il Football Club Torinese assorbe l'Internazionale Torino, ma la vera svolta per la squadra, che in quegli anni continua a vestire la maglia giallonera a strisce verticali, arriva il 3 dicembre 1906, una gelida sera d'inverno: nella birreria Voigt (oggi bar Norman) di via Pietro Micca, viene sancita un'alleanza con un gruppo di dissidenti della Juventus, guidati dallo svizzero Alfredo Dick, che non condividono la svolta verso il professionismo della società bianconera. Dalla fusione tra l'FC Torinese e il citato gruppo di dissidenti nasce il Foot-Ball Club Torino, che nel 1936 per decisione del regime fascista muterà poi nome in Associazione Calcio Torino. A causa dell'ascendenza dell'Internazionale Torino, fondato nel 1891, viene talvolta indicata come la più antica società calcistica d'Italia. Altri considerano tale la Pro Vercelli, effettivamente fondata nel 1892, ma la cui sezione calcistica è stata fondata soltanto nel 1903. In realtà, il simbolico titolo di più antica società calcistica italiana, in virtù del possesso dei documenti ufficiali che ne attestano la fondazione nel 1893 con la denominazione che ancora oggi riporta, è attribuito al Genoa.
Dai primi passi alla Grande Guerra
La nuova società adotta diversi colori sociali scegliendo il granata. Sui motivi della scelta si narrano varie versioni. Spesso riportata è quella secondo la quale lo svizzero Alfredo Dick sarebbe stato tifoso del Servette, squadra di Ginevra dai colori granata; pare però attendibile anche la versione che vorrebbe il granata in onore del Duca presidente onorario, in luogo dei colori arancio-nero a strisce verticali delle divise dell'Internazionale Torino - che con il tempo s'erano sbiadite in giallo-nero, incidentalmente i colori degli Asburgo nemici storici della Casa regnante: fu scelto quindi il colore della Brigata Savoia, che esattamente duecento anni prima, dopo la vittoriosa liberazione di Torino dall'assedio francese, aveva adottato un fazzoletto color del sangue in onore del messaggero caduto per portare la notizia della vittoria. Tuttavia non è da ritenersi del tutto infondata la leggenda che collega la particolare tonalità di rosso delle magliette quale risultato dei ripetuti lavaggi delle tenute di gioco rosse con i calzettoni e i calzoncini neri. In seguito, essendo ritenuta di buon auspicio questa tonalità di rosso, sarebbe stata adottata quale tenuta ufficiale.
Il primo incontro ufficiale viene giocato già il 16 dicembre 1906, a Vercelli contro la Pro, terminato 3-1 per i granata, di nome ma non di fatto, poiché non disponendo ancora delle nuove casacche vestivano quelle giallonere ereditate dal FC Torinese. La foto storica di quel primo incontro ritrae un ragazzino destinato a rivestire un ruolo importantissimo nella storia del calcio italiano: Vittorio Pozzo.
Il primo derby viene invece con l'anno nuovo, è datato 13 gennaio 1907, e per Dick sono subito soddisfazioni: nel velodromo Umberto I il "Toro" vince di misura per 2-1, successo poi replicato con un più largo 4-1 un mese più tardi, conquistandosi il diritto di accesso al Girone Finale: dignitoso il piazzamento al secondo posto, dietro al Milan. Campo di gioco sarà, fino al 1910, il già citato Velodromo Umberto I.
Il Campionato 1908 non vede la partecipazione del Torino in quanto una nuova norma approvata quell'anno richiedeva di limitare il ricorso ai giocatori di nazionalità straniera, e tra i suoi tesserati gli stranieri sono troppi: il Toro ripiega così su due Tornei "minori", ma all'epoca molto seguiti: innanzitutto strappa alla Pro Vercelli l'ambita "Palla Dapples" (un trofeo d'argento dalla forma e dimensioni di un pallone regolamentare), e partecipa ad un trofeo internazionale, organizzato da La Stampa e disputatosi a Torino quell'anno, venendo piegato in finale dagli svizzeri del Servette.
Nel 1912 entra a far parte dello staff tecnico Vittorio Pozzo: con lui nel 1914, in piena epoca di calcio eroico, partecipa addirittura ad una tournée transoceanica, in Sud America, conclusasi con sei vittorie in altrettante partite, contro squadre del calibro della Nazionale Argentina e dei brasiliani del Corinthians.
Con l'inizio della Grande Guerra viene sospeso anche il campionato di calcio, e questa decisione causerà la prima di una lunga serie di beffe del destino: il campionato 1914/15 viene infatti sospeso ad una giornata dal termine, e il Genoa, che era in testa, dichiarato campione. Nulla da eccepire, viste le cause di forza maggiore: un peccato solo per i granata che, secondi a due lunghezze dalla capolista, nell'ultima partita avrebbero avuto l'occasione di incontrare proprio i genovesi, battuti nella gara d'andata per 6-1.
In quel periodo, seppur in anni diversi, vestirono la maglia del Torino ben quattro fratelli, i Mosso: quella che oggi può apparire come una curiosità era invece, all'epoca, un costume abbastanza diffuso.
La partita più lunga
Nella stagione 1920-1921 non esisteva ancora il Girone Unico. Nell'alta Italia le vincenti dei gironi regionali venivano raggruppate in quattro gironi di semifinale; le prime classificate davano quindi vita a scontri diretti per determinare la finalista che avrebbe affrontato la vincente degli analoghi confronti del gruppo centro-sud. Il Torino aveva concluso il suo girone di semifinale a pari merito con il Legnano, e fu necessaria una gara di spareggio.
La gara era terminata 1-1 nei tempi regolamentari, e il regolamento dell'epoca prevedeva tempi supplementari "ad oltranza". Per sciogliere l'equilibrio si diede seguito a due tempi supplementari, da 30 minuti ciascuno, al termine dei quali il risultato era ancora in parità. L'arbitro fece iniziare un terzo tempo supplementare, ma dopo ulteriori 8 minuti di gioco le squadre, di comune accordo, si arresero, si strinsero cavallerescamente la mano e rinunciarono a proseguire, rinunciando anche a disputare la ripetizione. Lo scudetto quell'anno fu appannaggio della Pro Vercelli, che batté poi il Bologna nella finalissima. Gli anni Venti videro inoltre iniziare, dopo la "serie dei Mosso", quella dei fratelli Martin, anche loro quattro. Il più forte sarà Martin II, che con il Torino disputerà 355 gare di campionato.
La squadra conosce il primo periodo felice della sua storia sotto la presidenza del conte Enrico Marone Cinzano, che fa anche costruire attorno al "Campo Torino" le prime tribune di quello che poi diventerà lo Stadio Filadelfia il 17 ottobre 1926, e che ospiterà tutti gli incontri interni dei granata fino al 1958; acquista giocatori di prim'ordine per fare subito una squadra molto competitiva, che in attacco poteva vantare sul "trio delle meraviglie" composta da Julio Libonatti, Adolfo Baloncieri e Gino Rossetti. Sotto la sua guida i granata vincono il Campionato del 1928, bissando lo Scudetto dell'anno prima, revocato però per la corruzione da parte di un dirigente del Torino del terzino della Juventus Allemandi.
In base a quanto accertato dall'inchiesta Allemandi venne avvicinato al suo domicilio in una pensione torinese da un dirigente granata, il dottor Nani, che corruppe il giocatore anticipandogli metà della somma pattuita (50 000 lire), affinché questi "addomesticasse" la partita nello scontro diretto. In quella stessa pensione vi era anche il giornalista Renato Farminelli, corrispondente da Torino della testata "Il Tifone". Il derby si chiuse con la vittoria per 2 a 1 del Torino, ma Allemandi secondo l'opinione del corruttore, contrariamente ai patti si segnalò tra i migliori in campo. Per questo, Nani si rifiutò di pagare le restanti 25 000 lire al calciatore: la discussione che si accese tra i due avviene nella pensione di via Lagrange alla presenza di un testimone, Gaudioso, venne udita da Farminelli che origliava da un'altra camera. Da questo episodio, a fine campionato, ne ricaverà un pepato articolo dal titolo: "C'è del marcio in Danimarca", riferendo di una lettera scritta dal difensore bianconero a reclamare il saldo del pattuito.
Questo reportage provocherà le indagini della Federcalcio, il cui presidente era allora Leandro Arpinati, gerarca fascista, grande tifoso Felsineo , nonché podestà della città di Bologna. Lo scudetto restò "non assegnato", e non quindi dato al Bologna come i dirigenti della società felsinea reclamavano. La "prova schiacciante", in realtà molto fragile, erano alcuni pezzi di carta rinvenuti durante un sopralluogo nella famosa pensione il vice di Arpinati, Giuseppe Zanetti, che uniti risultavano essere una lettera nella quale Allemandi reclamava il pagamento a saldo delle 25 000 lire. Il direttorio Federale, riunito nella Casa del Fascio, revocò lo scudetto al Torino e squalificò a vita Allemandi (che nell'estate era passato dalla Juventus all'Ambrosiana). In seguito alla vittoria della Nazionale Italiana della medaglia di bronzo alle Olimpiadi del 1928 il giocatore godrà poi di un'amnistia, mentre dello scudetto revocato non se ne fece più nulla, neanche quando - durante i funerali del Grande Torino - ne venne promessa la riassegnazione.
Complice l'abbandono del conte Cinzano prima, e l'emergere della Juventus dei cinque scudetti consecutivi, per il Torino iniziò un lento declino che nei primi anni Trenta lo portò ad accontentarsi di piazzamenti a centro classifica. Tuttavia, a partire dalla stagione 1935-36 iniziò una rinascita, che getterà le basi per il periodo d'oro che sarebbe stato poi rappresentato dal "Grande Torino": quell'anno il Torino conclude al terzo posto, dietro al Bologna (all'epoca una delle migliori formazioni d'Europa) e della Roma, ma soprattutto proprio nell'anno di esordio della manifestazione arriva la prima Coppa Italia. Il successo finale arriva contro i grigi dell'Alessandria, battuti a Genova per 5-1. Nella stagione 1936-1937, cambiato il nome in "Associazione Calcio" per imposizione del regime fascista (che non tollerava la presenza di parole straniere), il Torino termina il campionato al terzo posto, nel 1938-1939 al secondo.
Il Grande Torino
Il momento più fulgido è però quello rappresentato dal Grande Torino, una squadra imbattibile, capace di vincere 5 titoli consecutivi (non considerando l'interruzione della serie nel Campionato Alta Italia del 1943-44, a cui la FIGC nel 2002 ha riconosciuto soltanto valore onorifico e non ufficiale, vinto dai VV.F. Spezia) tra il 1942 e il 1949, e una Coppa Italia nel 1943 (e, grazie a questo successo, il Torino fu la prima squadra a centrare l'ambitissima accoppiata Scudetto-Coppa Italia nella stessa stagione). Asse portante della Nazionale di quegli anni, il Grande Torino riuscì a portare anche 10 giocatori contemporaneamente in campo in azzurro.
Capitano e leader indiscusso di quella formazione era Valentino Mazzola, padre di Ferruccio e Sandro che poi percorreranno le orme paterne diventando anch'essi calciatori. La formazione tipo era: Bacigalupo; Ballarin, Maroso; Grezar, Rigamonti, Castigliano; Menti, Loik, Gabetto, Mazzola, Ossola. Il ciclo di vittorie viene bruscamente interrotto il 4 maggio del 1949, quando l'aereo che trasportava l'intera squadra, di ritorno da una amichevole giocata a Lisbona, a causa di una fitta nebbia e di un guasto all'altimetro, andò ad infrangersi contro il muraglione posteriore della Basilica di Superga. In quell'incidente aereo, la Tragedia di Superga, oltre all'intera squadra, titolari e riserve, perirono due dirigenti (Agnisetta e Civalleri), i tecnici Egri Erbstein e Leslie Lievesley, il massaggiatore Cortina e tre giornalisti al seguito, Luigi Cavallero, Renato Tosatti e Renato Casalbore.
Dalla retrocessione allo scudetto
A questa grave tragedia seguiranno anni difficili per il sodalizio torinese. Il lento declino porterà nel 1959 alla prima retrocessione in Serie B, avvenuta con la denominazione Talmone Torino. La permanenza nella serie cadetta durerà una sola stagione: già nel campionato 1960-1961 il Torino rientra nella massima serie nazionale. Nel 1963 assume la presidenza Pianelli. Per ritrovare la squadra protagonista occorrerà aspettare l'avvento di uno dei giocatori che diverranno icona per i tifosi del Toro: Gigi Meroni, soprannominato "la farfalla granata". Già nel campionato 1964-1965 la squadra, guidata da Nereo Rocco, giungerà al 3º posto.
La parabola del Torino di Meroni si conclude tragicamente il 15 ottobre del 1967. Il giocatore granata, al termine del match di campionato giocato contro la Sampdoria, mentre attraversava la strada in Corso Re Umberto I verrà travolto ed ucciso da una autovettura guidata da Attilio Romero (che diverrà poi presidente del Torino dal 2000 al 2005). Il Torino, questa volta, rimane tra le protagoniste della Serie A concludendo quel campionato al 7º posto. Quella stessa stagione giungerà anche il trionfo nella Coppa Italia. La ricostruzione di un squadra vincente, avviata dalla presidenza Pianelli, prosegue e nel 1971 si aggiungerà alla bacheca dei trofei granata una nuova Coppa Italia.
Nel campionato 1971-1972 il Torino giungerà al 2º posto, distanziato di 1 solo punto dai "cugini" della Juventus. Nelle successive tre stagioni seguiranno piazzamenti tra le prime che saranno il preludio per la conquista di quello che sarà il 7º scudetto della storia.
Lo scudetto viene conquistato nella stagione 1975-1976, al termine di una rimonta entusiasmante ai danni della Juventus di "Carletto" Parola, la quale in primavera era giunta ad avere cinque punti di vantaggio sui granata. Ma tre sconfitte consecutive dei bianconeri, la seconda delle quali proprio nel derby di ritorno, consentono al Torino il clamoroso sorpasso. All'ultima giornata si arriva col Torino in vantaggio di un punto e, fino ad allora, sempre vittorioso in casa. Ospite al Comunale il Cesena di Pippo Marchioro: i granata non vanno oltre il pareggio, ma la Juve cade a Perugia. Il titolo tricolore viene vinto con due punti di vantaggio sui cugini: 27 anni dopo Superga.
La sfida si ripete l'anno seguente in un campionato appassionante e combattuto che vede il Torino terminare secondo a 50 punti contro i 51 della Juventus (record per il campionato a sedici squadre). Nel 1978 il Torino arriva di nuovo secondo (a pari merito col sorprendente Lanerossi Vicenza di Paolo Rossi), ancora dietro alla Juventus ma più staccato; negli anni successivi, pur rimanendo tra le prime, la squadra avvia un lento declino e non riuscirà più a ripetere questi risultati, con l'eccezione del secondo posto del campionato 1984-85, dietro al Verona di Bagnoli.
La cavalcata europea
Al termine del campionato 1988-89 il Torino torna in serie B per la seconda volta nella sua storia. La serie cadetta sembra rigenerare la squadra, che dopo una pronta risalita campionato 1989-90, vive un'entusiasmante stagione al suo ritorno in Serie A. Sotto la guida dell'allenatore Emiliano Mondonico si qualifica per la Coppa UEFA, giungendo proprio davanti ai cugini della Juventus che, a sorpresa, restano fuori dalle Coppe europee per la prima volta dopo ventotto anni (1963-1991). La cavalcata europea della stagione campionato 1991-92 è quasi inarrestabile: i granata arrivano alla finale eliminando, tra le altre, il mitico Real Madrid. La finale con l'Ajax, un altro mito del calcio mondiale, appare quasi stregata: dopo il 2-2 nella gara di andata a Torino, ad Amsterdam finisce 0-0, con tre legni colpiti dal Torino e un presunto rigore reclamato dai granata che farà infuriare l'allenatore Mondonico che si sfoga alzando la sedia al cielo d'Olanda, immagine che rimarrà impressa nella storia del Torino. Questa splendida stagione, forse la migliore dopo quella dell'ultimo scudetto, si concluderà con un prestigioso 3º posto in campionato.
L'appuntamento con la vittoria è solo differito di un anno. La quinta coppa Italia si aggiungerà al palmarès nella stagione campionato 1992-93 ai danni della Roma. Sarà anche questa un'altra finale incandescente, dopo il 3-0 in casa granata che sembrava chiudere la contesa, nel ritorno in casa giallorossa si assisterà ad una palpitante partita che vedrà prevalere 5-2 la Roma, grazie a 3 calci di rigore concessi dall'arbitro. In virtù della regola che vuole che, in caso di parità, le reti in trasferta valgano "doppio", il Torino vincerà il trofeo, beffando clamorosamente i capitolini nello stesso modo con cui l'Ajax li beffò l'anno precedente.
Dopo la conquista della Coppa Italia, la società attraversa un periodo di gravi difficoltà economiche. Cambiano presidente e allenatore ma i risultati continuano a peggiorare: nel 1995 un derby perso 5-0 costa il posto all'allenatore Sonetti e al termine della stagione la squadra retrocede in serie B per la terza volta. Il ritorno in serie A dopo uno spareggio perso ai rigori contro il Perugia nel 1997-1998 (3-5 dcr a Reggio Emilia, con gli umbri promossi in serie A) avviene nel 1998-1999, con un secondo posto impreziosito dalla vittoria dell'attaccante Marco Ferrante nella speciale classifica dei migliori marcatori.
La rinascita dopo il fallimento
Anche questa illusione di gloria si rivelerà effimera. Già al termine della stagione 1999-2000 il Torino retrocederà nuovamente nella serie cadetta. Nella stagione 2001-2002 il Torino ottiene la salvezza e anche la qualificazione in Coppa Intertoto, torneo di qualificazione internazionale alla più prestigiosa Coppa UEFA, dalla quale uscirà però al terzo turno. È quello un periodo di "sali-scendi" tra le due serie che in pochi anni porterà altre due retrocessioni, l'ultima al termine del campionato 2002-2003. L'identità del Torino Calcio viene mantenuta in vita dai suoi tifosi: unica nella storia del tifo è la marcia popolare (50.000 persone secondo gli organizzatori) che il 4 maggio del 2003, all'indomani di un'ennesima retrocessione in serie B, affollerà le strade del capoluogo subalpino, partendo dai resti dello stadio Filadelfia, passano davanti alla lapide commemorativa di Luigi Meroni, piazza San Carlo, giungendo poi alla lapide dei grandi di Superga.
Il 26 giugno 2005 il Torino festeggia il ritorno in Serie A, in una sorta di nemesi dello spareggio del 1998, contro il Perugia al termine dei play-off. Ma la gioia dura poco: i pesanti debiti che la società ha accumulato nel corso delle passate gestioni (ultima quella di Cimminelli) fanno sì che venga negata al club l'iscrizione al Campionato di Serie A, costringendo i granata ad attendere gli esiti dei ricorsi presso la giustizia sportiva e amministrativa. Tali ricorsi risulteranno negativi, dopo ben 5 gradi di giudizio e altrettante bocciature nell'arco di 40 lunghissimi ed estenuanti giorni, a fronte di una mancata presentazione - da parte dell'azionista di maggioranza - della fidejussione necessaria a garantire la copertura delle precedenti ed accumulate insolvenze per debiti pendenti con l'erario, il 9 agosto 2005 il Torino Calcio viene dichiarato in via definitiva non idoneo all'iscrizione del Campionato suddetto, cosicché dopo ben 99 anni di storia memorabile viene sancito l'inevitabile fallimento della società granata, con la susseguente cancellazione dal panorama calcistico.
In seguito a questa situazione deficitaria, mai così drasticamente provata in passato dal Torino Calcio, una nuova cordata d'imprenditori facenti capo all'avv. Pierluigi Marengo (tra i più conosciuti Sergio Rodda, Manlio Collino, Marco Cena, Gianni Bellino, Alex Carrera), ma con limitate risorse finanziarie, si fa carico di far rinascere una nuova entità professionistica e, attraverso la creazione della Società Civile Campo Torino (la denominazione è presa dall'antico nome dello Stadio Filadelfia), il 19 luglio presenta la domanda per l'ammissione al Lodo Petrucci, che garantisce il trasferimento alla nuova società del titolo e dei meriti sportivi, in modo da evitare di dover ripartire dalla serie C, ed avvia le pratiche per l'iscrizione al Campionato di Serie B. Una prima proposta economica viene però ritenuta insufficiente dalla FIGC: alla cordata si aggiunge quindi anche la sponsorizzazione della municipalizzata SMAT (società che gestisce l'acquedotto torinese), completando così l'iter burocratico.
Il 16 agosto 2005 finalmente, la FIGC affida ufficialmente alla nuova società il titolo sportivo del Torino Calcio: la nuova dirigenza, ripartendo completamente da zero, acquisisce quindi l'onere e l'onore di rifondare tutto l'organigramma societario, nonché l'organico dei giocatori e dei relativi dipendenti del Club. Il 19 agosto, nel bar Norman (noto un tempo come birreria Voigt, lo stesso luogo delle origini), durante la conferenza stampa che avrebbe dovuto vedere la presentazione del nuovo organigramma societario, viene invece annunciato che la proprietà verrà ceduta all'editore-pubblicitario alessandrino Urbano Cairo, che il giorno prima aveva lanciato una proposta di acquisto.
Quando tutto sembra concluso per il passaggio al facoltoso imprenditore , il 22 agosto, Luca Giovannone, un imprenditore laziale di Ceccano (FR) che con 180.000 Euro aveva contribuito a finanziare il Lodo, facendosi forte di una scrittura privata (avuta dal presidente dei cosiddetti Lodisti) che gli garantiva il 51% delle azioni del nuovo Torino, si rifiuta di vendere. In un continuo tira-molla interviene anche il sindaco Sergio Chiamparino: il 24 agosto Giovannone si dichiara disposto a passare la mano, poi cambia di nuovo idea (facendo infuriare i tifosi, che già avevano acclamato Urbano Cairo nuovo presidente), fugge dalla città e diviene irreperibile. Rintracciato in un albergo a Moncalieri, poi assediato dai tifosi, rifiuta il tentativo di mediazione offerto dal Sindaco e dal Prefetto e, scortato dalla polizia, lascia la città. Il 26 agosto l'assemblea dei soci della SCC Torino delibera l'aumento di capitale a 10 milioni di Euro, e crea ufficialmente il Torino Football Club Srl con capitale da versare interamente entro il 31 agosto, giorno in cui, quasi alla mezzanotte, e dopo una lunga e estenuante trattativa, Giovannone cede: il 2 settembre viene così firmato l'atto notarile e Cairo diventa il secondo presidente della storia del nuovo Torino (dopo l'avvocato Marengo). Cairo chiama subito alla guida della squadra il tecnico Gianni De Biasi e forma un primo embrione di società: direttore sportivo è Fabrizio Salvatori (ex Perugia), segretario generale Massimo Ienca (ex Genoa), responsabile comunicazione il giovane Alberto Barile. Il luogo identificato per la sede è in via dell'Arcivescovado 1, nel cuore di Torino. Cairo trasforma anche la società da Srl a Spa, versando 10 milioni di euro per il capitale sociale.
La riunificazione della storia granata sarà poi completata il 12 luglio 2006 quando Urbano Cairo acquista all'asta fallimentare per 1 milione e 411 000 euro il marchio del "vecchio" Torino, con le coppe e i cimeli del Grande Torino, accogliendo così le richieste che tifosi, intellettuali ed esponenti della società civile cittadina avevano lanciato, consentendo così di programmare pienamente i festeggiamenti per il Centenario, non solo nella continuità sportiva, ma anche in quella societaria.
La squadra fa il suo esordio appena sette giorni dopo la firma di Cairo, rinforzata con gli ultimi innesti (alcuni dei quali acquistati la sera prima) sull'impianto ereditato dalla gestione dei lodisti e con il nuovo allenatore Gianni De Biasi, esordendo vittoriosamente contro l'Albinoleffe, superato per 1-0 con gol di Enrico Fantini, giocatore che si rivelerà importantissimo nella prima parte della stagione, realizzando numerose reti decisive. Si mette in luce anche un giovane prelevato dal Parma, Alessandro Rosina. Il Torino in breve conquista posizioni di vertice, salvo poi precipitare in coincidenza del calciomercato invernale finendo virtualmente fuori dalla zona play-off; con il tornare delle vittorie i giocatori granata terminano la stagione 2005-2006 al terzo posto (sfiorando la promozione diretta), conquistando i play-off: qui le vittorie contro Cesena (1-1 e 1-0) e in finale con il Mantova (2-4 e 3-1 dopo i supplementari), riportano il Torino in Serie A.
Il ritorno in massima serie per la stagione 2006-2007 è caratterizzato da un mercato in cui arrivano calciatori come Abbiati, Fiore e Barone. Gianni De Biasi viene esonerato prima ancora che il campionato inizi e al suo posto arriva Alberto Zaccheroni; la squadra procede a fasi alterne assestandosi a metà classifica al termine del girone d'andata. Nel ritorno però sei sconfitte consecutive costano la panchina anche a Zaccheroni: al suo posto torna De Biasi, che riesce a portare il Torino alla salvezza con una giornata d'anticipo. Il giovane Alessandro Rosina è il miglior realizzatore con le sue 9 reti.
La stagione 2007-2008 vede l'arrivo, sulla panchina granata, di Walter Novellino, che conduce la squadra fino al 15 aprile 2008, quando, a seguito di una serie negativa di risultati (6 sconfitte ed una vittoria in 7 gare) viene esonerato e, a cinque giornate dal termine, viene richiamato De Biasi, che conduce la squadra al quindicesimo posto. Il miglior realizzatore è ancora una volta Alessandro Rosina, sempre con 9 reti.
La stagione seguente, nonostante tanti acquisti (come Rolando Bianchi, Blerim Dzemaili e Ignazio Abate), si rivela estremamente travagliata, sulla panchina piemontese si alterneranno ben tre allenatori (Gianni De Biasi, Walter Novellino e, infine, Giancarlo Camolese) che però non riusciranno ad evitare alla squadra di classificarsi solo al terzultimo posto ed a retrocedere in Serie B. Il miglior marcatore stagionale è Rolando Bianchi, realizzatore di 10 reti totali (9 in campionato ed una in Coppa Italia 2008-2009).
A seguito della retrocessione, il Torino esonera Camolese ed assume Stefano Colantuono. Dopo un brillante avvio di campionato, nella seconda parte del girone di andata si assiste ad una crisi di risultati e prestazioni che porta all'esonero del nuovo tecnico Colantuono e alla sua sostituzione con Mario Beretta. Tuttavia la situazione non migliora e, dopo la sconfitta col Cittadella, mister Beretta viene esonerato: al suo posto è richiamato Stefano Colantuono[3]. Intanto Cairo decide di affiancare a Foschi nel ruolo di Direttore Sportivo un DS più giovane e reso famoso dal lavoro svolto al Pisa: Petrachi. Questi diventerà unico DS in quanto dopo pochi giorni di lavoro insieme Foschi rassegna le dimissioni. Petrachi si ritrova davanti una squadra da rifondare quasi completamente in 2 settimane circa. In questo brevissimo periodo riesce a fare 10 operazioni in uscita e 12 in entrata, portando al Torino giocatori o giovani o in cerca di riscatto ma quasi sempre semisconosciuti, che però si riveleranno grandi lavoratori, infatti si crea subito un forte gruppo e il Toro riesce a totalizzare 42 punti nel girone di ritorno. Intanto la settimana successiva il ritorno di Colantuono vi sarà la vittoria contro il Grosseto per 4 a 1. Il 26 febbraio 2010 il Presidente Urbano Cairo comunica ufficialmente di aver messo in vendita la Società granata. Il 2 maggio 2010 tramite una lettera ai tifosi il presidente comunica di non salire a Superga il 4 maggio per partecipare alla Santa Messa in suffragio dei caduti granata, cosa che ha sempre fatto dall'inizio del suo mandato. Questa decisione viene presa per evitare che ci potessero essere polemiche e divisioni con alcuni tifosi che hanno invitato il presidente a non salire al Colle attraverso uno striscione allo stadio ed una campagna stampa ben orchestrata da un quotidiano sportivo torinese.[4] Il campionato è chiuso al quinto posto, che qualifica la squadra per i play-off. Qui il Toro elimina il Sassuolo in semifinale (1-1 in casa e 2-1 in trasferta) ma perde in finale con il Brescia (0-0 in casa e 2-1 in trasferta).
Per la stagione successiva, dopo il trasferimento di Colantuono all'Atalanta, sulla panchina torinese si siede Franco Lerda. Sarà esonerato il 9 marzo 2011 per far posto a Papadopulo ma il 20 marzo, dopo soli undici giorni, anche questi viene esonerato e Lerda viene richiamato. Ricomincia con una vittoria esterna e non perderà più fino all'ultima di campionato, quando il Torino perde in casa contro il Padova (0-2) rimanendo cosi fuori dalla zona play-off e restando per il terzo anno consecutivo nella serie cadetta.
Il 6 giugno 2011 il Torino ufficializza Giampiero Ventura come nuovo allenatore in vista del campionato di Serie B 2011-2012.[5] facendogli firmare un contratto di durata annuale[6] Dopo una lunga cavalcata, il 20 maggio 2012, con una giornata di anticipo, i granata tornano in Serie A battendo rispettivamente il Modena 2-0.[7] Il Torino chiude il campionato a pari punti con il Pescara, ma al secondo posto in classifica in virtù della peggior differenza reti.
Cronistoria
Cronistoria del Torino Football Club | ||
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Colori e simboli
Colori
La maglia da trasferta del Torino che omaggia il River Plate |
La tradizionale divisa casalinga del Torino è composta da maglia granata, calzoncini bianchi (talvolta anch'essi granata) e calzettoni neri con risvolto granata. Il completo da trasferta prevede una maglia bianca con bordi granata, calzoncini granata (talvolta bianchi) e calzettoni bianchi con risvolto granata.
Ciclicamente viene riproposta come seconda maglia una casacca bianca con banda diagonale granata: questa è un omaggio al River Plate, la squadra argentina che ha storicamente stretti rapporti di gemellaggio col club torinese, fin dall'epoca della tragedia di Superga;[9] questa casacca debuttò per la prima volta il 6 gennaio 1953 nella sfida interna di campionato contro il Milan, terminata 1-1.[10]
Nella stagione sportiva 2007-2008 il Torino, come terza divisa di gioco, ha presentato una maglia a strisce verticali arancioni e nere, che rifacendosi a quelle usate dalle società considerate "progenitrici" storiche dei granata (l'Internazionale Torino e il Football Club Torinese) ha riportato così alla memoria anche la prima divisa di gioco utilizzata dal Torino nella prima partita, giocata pochi giorni dopo la fondazione contro la Pro Vercelli; la suddetta terza maglia fu sfoggiata in una sola occasione, il 23 dicembre 2007, nella partita giocata in trasferta contro il Napoli e chiusa sull'1-1.
Strutture
Stadi
Dalla prima partita ufficiale successiva alla fondazione (Derby con la Juventus), 13 gennaio 1907 al 9 gennaio 1910, disputa le sue gare nel Velodromo Umberto I, successivamente si trasferisce in Campo di Piazza d'Armi, dove in quegli anni esistevano numerosi campi: dal 23 gennaio utilizza quello detto "Lato Ferrovia", dal 26 febbraio 1911 quello detto "Lato Crocetta", per poi trasferirsi sul finire del 1913 in uno stadio vero e proprio, detto "Stradale Stupinigi", sito in zona di Torino che oggi non sarebbe lontana da dove sorge il "Filadelfia"; con lo scoppio della prima guerra mondiale, lo stadio verrà requisito a fini bellici.
Dall'11 ottobre 1925 e per tutto il campionato 1925-1926 disputa le gare interne al Motovelodromo di Corso Casale (oggi, restaurato è dedicato a Fausto Coppi, e vi si disputano anche incontri di Football Americano), in attesa di trasferirsi allo Stadio Filadelfia.
Il "Fila" è lo stadio legato indissolubilmente alle gesta del Grande Torino: inaugurato il 17 ottobre 1926 contro la Fortitudo Roma, ha ospitato le partite del Torino ininterrottamente fino all'11 maggio 1958 (partita Torino-Genoa 4-2); quindi nella stagione 1958-59 una breve parentesi nello Stadio "Vittorio Pozzo", meglio noto come "Comunale": il trasloco sarà di breve durata in quanto il Torino (targato Talmone) quell'anno precipita in Serie B, e scaramanticamente l'anno successivo torna a "casa", al Filadelfia.
Il Torino nel suo vecchio stadio disputa per intero ancora la stagione di serie B 1959-1960 e quella successiva, di nuovo in serie A, per poi utilizzare nelle stagioni 1961-62 e 1962-63 anche il Comunale per le sole partite di "cartello". Il trasloco definitivo al "Comunale", un impianto capace di 65.000 persone in piedi, avviene dalla stagione 1963-64, e durerà fino al 27 maggio 1990, campionato di serie B 1989-90 (Torino-Messina 3-0), quando l'impianto - nel quale i granata hanno vinto il loro ultimo scudetto (nel 1976) è stato abbandonato in favore dello stadio "Delle Alpi".
Nello Stadio Delle Alpi, costruito per il Campionato mondiale di calcio di "Italia '90", il Torino gioca dal 1990 al 2006. Questo stadio non è stato mai amato perché giudicato troppo "freddo" e dalla pessima visibilità; eppure, paradossalmente, nelle rare occasioni in cui fu riempito in ogni ordine di posti si disputavano partite del Torino: l'ultimo "tutto esaurito" fu per Torino-Mantova (3-1), spareggio-promozione in serie A.
A partire dal 2006, in seguito alla ristrutturazione operata per renderlo adatto ad ospitare le cerimonie di apertura e di chiusura dei XX Giochi olimpici invernali, che in quell'anno si sono svolte in città e nelle valli vicine, è tornato a giocare nell'ex Stadio Comunale, ribattezzato Stadio Olimpico: la capienza è ora di 28.140 posti tutti al coperto e a sedere, ridotta di circa 38.000 posti rispetto a quella originaria, in rispetto delle più moderne ed esigenti norme di sicurezza.
Società
Dal sito web ufficiale della società.[11]
- 1907-1916 - Via Pietro Micca, 22
- 1916-1929 - Via Pietro Micca, 4
- 1929-1962 - Via Vittorio Alfieri, 6
- 1962-1963 - Via Giovanni Prati, 1
- 1963-1978 - Corso Vittorio Emanuele II, 76
- 1978-1995 - Corso Vittorio Emanuele II, 77
- 1995-2002 - Via Maria Vittoria, 1
- 2002-2005 - Via del Carmine, 29
- 2005-2013 - Via dell'Arcivescovado, 1
- Presidente: Urbano Cairo
- Vice Presidente: Giuseppe Cairo
- Consiglieri: Giuseppe Ferrauto, Uberto Fornara, Marco Pompignoli
- Direttore Generale: Antonio Comi
- Direttore Sportivo: Gianluca Petrachi
- Segretario Generale: Pantaleo Longo
- Segretaria: Sonia Pierro
- Responsabile Marketing, New Media e Relazioni Esterne: Alberto Barile
- Responsabile Ufficio Stampa: Piero Venera
- Ufficio Stampa: Andrea Canta
- Direttore Amministrativo: Luca Boccone
- Coordinatore Sanitario: Renato Misischi
- Responsabile Sanitario e Medico Sociale Prima Squadra: Marco Cravero
- Massofisioterapisti: Stefano Borrattaz, Stefano Conti, Cristiano Cugusi, Silvio Fortunato
- Preparatore Atletico Recupero Infortuni: Andrea Bellini
- Biglietteria e Rapporti con i Club: Fabio Bernardi, Dario Mazza
- Dirigente Addetto agli Arbitri: Paolo Ravizza
- Magazzinieri Prima Squadra: Giuseppe Fioriti, Marco Pasin, Antonio Vigato
Sponsor
- 1958-1959: Talmone
- 1981-1983: Barbero
- 1983-1984: Ariostea
- 1984-1988: Sweda
- 1988-1991: Indesit
- 1991-1994: Beretta
- 1994-1995: Bongiovanni Caldaie
- 1995-2000: SDA Express Courier
- 2000-2001: Directa
- 2001-2002: Conto Arancio
- 2002-2003: Ixfin
- 2003-2005: Bavaria
- 2005-2008: Reale Mutua - Beretta
- 2008-2009: Renault Trucks - Reale Mutua
- 2009-2011: Italporte - Dahlia TV
- 2011-2012: Valmora - Aruba.it
- 2012-2013: Beretta - Aruba.it
Il Torino nella cultura popolare
Citazioni al Torino si possono trovare in:
- Cinema e televisione:
- Gli undici moschettieri – film documentario del 1952, per la regia di Ennio De Concini e Fausto Saraceni;
- Ora e per sempre – film drammatico del 2005, per la regia di Vincenzo Verdecchi;
- Il Grande Torino – miniserie TV del 2005, per la regia di Claudio Bonivento;
- Benfica-Torino 4-3 – film documentario del 2012, per la regia di Andrea Ragusa e Nuno Figueiredo.
- Musica:
- Grande – canzone degli Statuto;
- Per Noi – canzone dei Rimozionekoatta;
- Toro – canzone dei Banda del Rione;
- Eterno Amore – canzone dei Banda del Rione;
- Sulla Collina – canzone dei Bull Brigade;
- Quel giorno di pioggia – canzone dei Sensounico;
- Eroi di Superga – canzone dei Less.
- Altro:
- Il 29º derby della Mole disputatosi allo stadio di Corso Marsiglia il 15 maggio 1932 fu il primo evento calcistico trasmesso in diretta radiofonica nazionale dall'EIAR, con la voce di Nicolò Carosio.
- Il Torino è citato, insieme ai rivali cittadini della Juventus, anche in una storia a strisce edita da Disney Italia, riadattazione per il mercato italiano dell'originale Torcedor Sofre!, edita in Brasile nel 1982 (in Italia apparve per la prima volta nella raccolta Mega Almanacco n. 409 di gennaio 1991 con il titolo Paperoga in: Soffri, tifoso, soffri[12]).
Settore giovanile
Il Torino è stata una delle prime società italiane a dotarsi di un vero e proprio settore giovanile, organizzato già a partire dagli anni trenta e considerato uno tra i migliori d'Italia.[13]
I ragazzi formatisi nel vivaio granata erano soprannominati Balon-Boys, in onore di Adolfo Baloncieri, giocatore-simbolo che proprio in quegli anni concluse la carriera. Curiosamente balon (prn. balùn), in lingua piemontese significa pallone.
Nelle giovanili granata sono cresciuti numerosi giocatori, tra cui anche l'attore e giornalista Raf Vallone, che preferì la carriera artistica all'arte pedatoria quando ormai calcava i campi da gioco nelle file della prima squadra.
Presidenti e allenatori
- 1906 - Hans Schönbrod
- 1907 - Alfredo Dick
- 1908 - Giovanni Secondi
- 1911 - Guido Castoldi
- 1919 - Giovanni Secondi
- 1920 - Luigi Paissa
- 1922 - Giuseppe Bevione
- 1924 - Enrico Marone Cinzano
- 1928 - Giacomo Ferrari
- 1930 - Giovanni Vastapane
- 1931 - Vittorio Gervasio
- 1932 - Giovanni Battista Mossetto
- 1934 - Euclide Silvestri
- 1935 - Giovan Battista Cuniberti
- 1939 - Ferruccio Novo
- 1953 - Comitato di Reggenza (Simeone Colombo, Arturo Colonna, Beniamino Gay, Dino Lora Totino)
- 1955 - Teresio Guglielmone
- 1956 - Comitato esecutivo (Arturo Colonna, Beniamino Gay, Antonio Liberti)
- 1957 - Mario Rubatto
- 1959 - Luigi Morando
- 1961 - Angelo Filippone
- 1963 - Orfeo Pianelli
- 1978 - Orfeo Pianelli
- 1982 - Sergio Rossi
- 1987 - Mario Gerbi
- 1989 - Gian Mauro Borsano
- 1993 - Roberto Goveani
- 1994 - Gianmarco Calleri
- 1997 - Massimo Vidulich
- 2000 - Giuseppe Aghemo
- 2000 - Attilio Romero
- 2005 - Pierluigi Marengo
- 2005 - Urbano Cairo
- 1912-22 Vittorio Pozzo
- 1922-24 Karl Stürmer
- 1924-26 Peter Farmer
- 1926-27 Imre Schoffer
- 1927-29 Antonio (Tony) Cargnelli
- 1929-30 Antonio (Tony) Cargnelli, Karl Stürmer
- 1930-31 Vittorio Morelli di Popolo
- 1931-32 Adolfo Baloncieri e Giuseppe Aliberti
- 1932-33 Franz Hansel, Augusto Rangone
- 1933-34 Augusto Rangone, Eugen Payer
- 1934-36 Antonio (Tony) Cargnelli
- 1936-38 Gyula Feldmann, Mario Sperone
- 1938-39 Egri Erbstein
- 1939-40 Andreas Kutik e Angelo Mattea
- 1940-42 Antonio (Tony) Cargnelli
- 1942-43 Andreas Kutik, Antonio Janni
- 1944 Antonio Janni
- 1945-47 Luigi Ferrero
- 1947-48 Mario Sperone (Allenatore), Roberto Copernico (Direttore Tecnico)
- 1948-49 Leslie Lievesley (Allenatore), Egri Erbstein (Direttore Tecnico)
- 1949-51 Giuseppe Bigogno (Allenatore), Roberto Copernico (Direttore Tecnico)
- 1951-52 Mario Sperone, Oberdan Ussello
- 1952-53 Oberdan Ussello, Jesse Carver
- 1953-54 Jesse Carver, Annibale Frossi
- 1954-56 Annibale Frossi
- 1956-57 Fioravante Baldi, Blagoje Marjanović
- 1957-58 Blagoje Marjanović, Fioravante Baldi
- 1958-59 Federico Allasio, Quinto Bertoloni, Imre Senkey
- 1959-60 Imre Senkey, Giacinto Ellena
- 1960-62 Beniamino Santos
- 1962-63 Beniamino Santos, Giacinto Ellena
- 1963-66 Nereo Rocco
- 1966-67 Marino Bergamasco (Allenatore), Nereo Rocco (Direttore Tecnico)
- 1967-69 Edmondo Fabbri
- 1969-71 Giancarlo Cadè
- 1971-73 Gustavo Giagnoni
- 1973-74 Gustavo Giagnoni, Edmondo Fabbri
- 1974-75 Edmondo Fabbri
- 1975-79 Luigi Radice
- 1979-80 Luigi Radice, Ercole Rabitti
- 1980-81 Ercole Rabitti, Romano Cazzaniga
- 1981-82 Massimo Giacomini
- 1982-84 Eugenio Bersellini
- 1984-88 Luigi Radice
- 1988-89 Luigi Radice, Claudio Sala, Sergio Vatta
- 1989-90 Eugenio Fascetti
- 1990-94 Emiliano Mondonico
- 1994-95 Rosario Rampanti, Nedo Sonetti
- 1995-96 Nedo Sonetti, Franco Scoglio, Lido Vieri
- 1996-97 Mauro Sandreani, Lido Vieri
- 1997-98 Giancarlo Camolese (Allenatore), Graeme Souness (Direttore Tecnico), Edoardo Reja
- 1998-00 Emiliano Mondonico
- 2000-01 Gigi Simoni, Giancarlo Camolese
- 2001-02 Giancarlo Camolese
- 2002-03 Giancarlo Camolese, Renzo Ulivieri, Renato Zaccarelli
- 2003-04 Ezio Rossi
- 2004-05 Ezio Rossi, Renato Zaccarelli
- 2005-06 Daniele Arrigoni
- 2005-06 Paolo Stringara
- 2005-06 Gianni De Biasi
- 2006-07 Gianni De Biasi, Alberto Zaccheroni, Gianni De Biasi
- 2007-08 Walter Alfredo Novellino, Gianni De Biasi
- 2008-09 Gianni De Biasi, Walter Alfredo Novellino, Giancarlo Camolese
- 2009-10 Stefano Colantuono, Mario Beretta, Stefano Colantuono
- 2010-11 Franco Lerda, Giuseppe Papadopulo, Franco Lerda
- 2011-12 Giampiero Ventura
- 2012-13 Giampiero Ventura
Giocatori
Campioni del mondo
- Giuseppe Dossena - campione del mondo 1982 File:W.Cup.svg
- Franco Selvaggi - campione del mondo 1982 File:W.Cup.svg
Campioni continentali
Medagliati ai Giochi olimpici
- Adolfo Baloncieri - bronzo olimpico 1928
- Antonio Janni - bronzo olimpico 1928
- Gino Rossetti - bronzo olimpico 1928
Campioni Coppa Internazionale
Palmarès
Competizioni nazionali
- Coppa Italia: 5
Competizioni internazionali
Competizioni giovanili
- Campionato Primavera: 8 (record)
- 1966-1967; 1967-1968; 1969-1970; 1976-1977; 1984-1985; 1987-1988; 1990-1991; 1991-1992
- Coppa Italia Primavera: 7 (record)
- 1982-1983; 1983-1984; 1985-1986; 1987-1988; 1988-1989; 1989-1990; 1998-1999
- Campionato nazionale Dante Berretti: 9 (record)
- 1973-1974; 1974-1975; 1977-1978; 1980-1981; 1985-1986; 1987-1988; 1988-1989; 1991-1992; 2006-2007
- 1966-1967; 1971-1972; 1972-1973; 1975-1976; 1979-1980
- 1984-1985; 1999-2000
Statistiche e record
Partecipazione ai campionati
Livello | Categoria | Partecipazioni | Debutto | Ultima stagione | Totale |
---|---|---|---|---|---|
1º | Prima Categoria | 7 | 1907 | 1920-1921 | 85 |
Prima Divisione | 5 | 1921-1922 | 1925-1926 | ||
Divisione Nazionale | 4 | 1926-1927 | 1945-1946 | ||
Serie A | 69 | 1929-1930 | 2012-2013 | ||
2º | Serie B | 12 | 1959-1960 | 2011-2012 | 12 |
In 97 stagioni sportive a partire dall'esordio a livello nazionale il 10 febbraio 1907, compresi 16 campionati di Prima Categoria Nazionale e Prima Divisione e Divisione Nazionale (A). Sono esclusi i periodi 1907-09 e 1912-14, nei quali il Torino non superò le eliminatorie del Comitato Regionale Piemontese.
Statistiche di squadra
Il Torino è all'8º posto nella classifica perpetua della Serie A, che tiene conto di tutte le squadre di calcio che hanno militato nella massima serie nazionale almeno una volta.
Per quanto riguarda il campionato italiano, la squadra, oltre ad essersi aggiudicata per 7 volte il titolo di campione d'Italia, si è classificata 7 volte seconda e 9 volte terza. In 99 stagioni sportive, di cui 18 nei vari campionati antecedenti al girone unico (nel 1908 non partecipò, e nel 1915-1916 la Coppa Federale non fu riconosciuta), 69 in Serie A e 12 in Serie B, la società è arrivata dunque sul podio nella massima serie nel 24,2% dei casi.
Nella stagione 2006-2007, il Torino ha giocato, per la prima volta nella storia, in una categoria superiore a quella in cui ha giocato la Juventus: infatti, mentre i granata hanno disputato il campionato di Serie A, i bianconeri hanno preso parte a quello di Serie B, in seguito alla retrocessione d'ufficio arrivata al termine della stagione 2004-2005 per i fatti di Calciopoli.
Statistiche individuali
In grassetto i calciatori ancora in attività.
Presenze
- Giorgio Ferrini 566
- Paolo Pulici 437
- Renato Zaccarelli 413
- Claudio Sala 360
- Lido Vieri 357
- Cesare Martin II 345
- Luigi Danova 340
- Natalino Fossati 336
- Antonio Janni 330
- Giorgio Puia 326
Reti
- Paolo Pulici 172
- Julio Libonatti 157
- Gino Rossetti II 144
- Guglielmo Gabetto 127
- Marco Ferrante 125
- Valentino Mazzola 123
- Francesco Graziani 122
- Adolfo Baloncieri 100
- Franco Ossola 85
- Rolando Bianchi 73
Capocannonieri
- Heinrich Schönfeld (1923/24): 22 reti
- Julio Libonatti (1927/28): 35 reti
- Gino Rossetti (1928/29): 36 reti
- Eusebio Castigliano (1945/46): 13 reti[14]
- Valentino Mazzola (1946/47): 29 reti
- Paolo Pulici (1972/73): 17 reti
- Paolo Pulici (1974/75): 18 reti
- Paolo Pulici (1975/76): 21 reti
- Francesco Graziani (1976/77): 21 reti
Tifoseria
Il Torino ha ritirato la maglia numero 12, come da qualche tempo si fa per i calciatori più illustri, assegnandola in via definitiva alla Curva Maratona, quella del tifo più caldo e spettacolare, attribuendo così simbolicamente ai suoi tifosi il ruolo di dodicesimo uomo in campo.
Gemellaggi e amicizie
- Fiorentina
- Alessandria
- Nocerina
- Juve Stabia
- Salernitana
- River Plate
- Peñarol
- Corinthians
- Raith Rovers
- Celtic
I tifosi del Torino sono gemellati con i tifosi della Fiorentina. Il legame tra le due tifoserie è nato agli inizi degli anni settanta per il comune sentimento anti-juventino e per la vicinanza della società viola a quella granata dopo la tragedia di Superga.[15] I supporters del Torino sono in buoni rapporti con la curva nord dell'Alessandria e con la curva sud della Nocerina[16], della Juve Stabia e della Salernitana. A livello internazionale, hanno buoni rapporti con i tifosi del River Plate, Peñarol, Corinthians, Raith Rovers e Celtic Glasgow.
L'amicizia con il Corinthians
L'amicizia tra il Corinthians e il Torino risale al 1914. In quell'anno, il Torino diventò il primo club italiano ad approdare in Sud America per effettuare una tournée. Le destinazioni furono Brasile e Argentina. Una volta sbarcati nel porto di Santos e dopo aver viaggiato in treno fino a San Paolo, i Granata disputarono sei match amichevoli, tutti giocati allo Stadio Parque Antarctica della città paulista. La squadra granata vinse tutte le partite, due delle quali, giocate proprio contro il Corinthians. La prima partita tra le due squadre fu anche il primo incontro internazionale della storia del Corinthians, il 15 agosto 1914, ed il Toro dominò per 3 a 0, con reti di Debernardi II ed Arioni II (2).
La seconda amichevole si giocò il 22 agosto 1914 e a detta del tecnico Vittorio Pozzo ai giornali di San Paolo, si rivelò la partita più difficile dell'intera tournée. Il match rimase inchiodato sull' 1 a 1, reti di Mosso III e Americo, fino a quando nei minuti finali Debernardi II riprese una palla respinta nella area dei bianconeri segnando così la rete della vittoria. Questa partita ebbe tra l'altro come arbitro il Sig. Charles Miller, semplicemente l'uomo che introdusse il calcio nella città di San Paolo nel 1894. Nonostante i risultati sul campo, le due società - entrambe di origine popolare - coltivarono e mantennero nel tempo i rapporti di amicizia instaurati.
Così nel 1948, quando il Grande Torino tornò a giocare in Brasile, disputò nuovamente un'amichevole contro il Corinthians. Questa volta il club brasiliano colse un'incredibile quanto sorprendente vittoria per 2 a 1, e questa risultò come l'unica sconfitta del Grande Torino nell'arco di tutta la sua tournée brasiliana. Quando il 4 maggio 1949 il Grande Torino perì nel disastro aereo di Superga, il Corinthians si sentì in dovere di rendere il più semplice omaggio agli amici italiani tragicamente e prematuramente scomparsi, per cui, in una partita amichevole contro la Portuguesa, gli 11 giocatori scesi in campo indossarono una maglia granata, proprio in onore della leggendaria e invincibile squadra[17].
Nella stagione 2011 il Corinthians indossa come terza maglia una maglia granata con la dicitura 1949 sul retro, in ricordo del Grande Torino[18].
Il gemellaggio con il River Plate
Gli argentini del River Plate hanno storicamente degli stretti rapporti di gemellaggio col Torino, fin dall'epoca della tragedia di Superga. Nel periodo seguente alla sciagura, il club argentino fu particolarmente vicino alla società italiana, organizzando amichevoli e raccolte di fondi per aiutare la squadra devastata; il 26 maggio 1949, tre settimane dopo lo schianto di Superga, il River volò fino a Torino per disputare un'amichevole benefica, organizzata dalla FIGC, assieme ad una selezione comprendente i più forti giocatori italiani dell'epoca, riuniti sotto il nome di Torino Simbolo.[10] Non deve stupire questo atteggiamento: bisogna ricordare come in Argentina, all'epoca, una percentuale notevole della popolazione fosse di origine italiana e, fra questi, numerosissimi fossero i piemontesi.
Come testimonianza odierna di questo legame tra le due società, in varie occasioni la maglia di riserva del club argentino è stata di colore granata (l'ultima volta nella stagione 2005-2006) in omaggio alla squadra del Grande Torino, mentre similmente la formazione torinese ha sfoggiato varie volte una casacca da trasferta con banda diagonale, in omaggio alla maglia casalinga del River.[9]
Rivalità
A livello di rivalità a tutt'oggi sentite sono da citare quelle con i cugini della Juventus, con la Sampdoria, con il Verona, con la Roma, con l'Atalanta, con il Brescia, con la Lazio, con il Bologna, con il Mantova, con l'Inter, con il Milan, con il Lecce, con il Pescara, con il Perugia, con il Padova, con la Ternana e con il Piacenza. Da segnalare la rottura del gemellaggio con i tifosi della Reggina iniziato nel 1989 e chiuso nel 2004, e con i tifosi del Genoa chiusosi nel 2009 dopo più di trent'anni, durante la penultima giornata di campionato, che ha sancito virtualmente la retrocessione del Toro in Serie B.
La rivalità con la Juventus
La rivalità con la Juventus è la più sentita: le due squadre danno vita al cosiddetto Derby della Mole. Al 1º dicembre 2012 sono 226 (di cui 185 relativi a gare ufficiali) i derby disputati tra Torino e Juventus; il bilancio generale delle partite ufficiali vede la Juventus in vantaggio per 76 vittorie a 55, con 54 pareggi; 269 i goal segnati dalla Juventus, 232 dal Torino. Il primo derby torinese fu disputato nel 1907 e si concluse con la vittoria dei granata per 2-1; l'incontro più recente, invece, è la gara di andata del campionato 2012-2013, conclusosi col successo interno dei bianconeri per 3-0.
Organico
Rosa
Rosa aggiornata al 31 gennaio 2013.[19]
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Staff tecnico
Staff aggiornato al 29 gennaio 2013.[19]
- Allenatore: Giampiero Ventura
- Allenatore in seconda: Salvatore Sullo
- Allenatore dei portieri: Giuseppe Zinetti
- Preparatori atletici: Paolo Solustri e Alessandro Innocenti
- Team manager: Giacomo Ferri
Note
- ^ Sconcerti, p. 75
- ^ Il fallimento della squadra granata "Non è stata colpa di Cimminelli" - Torino - Repubblica.it
- ^ Esonerato Mario Beretta, su torinofc.it, 10-1-2010. URL consultato il 2-9-2011.
- ^ Lettera del Presidente ai tifosi del Toro, su torinofc.it.
- ^ Ventura è il nuovo allenatore del Toro, su torinofc.it, 6-6-2011. URL consultato il 2-9-2011.
- ^ Ventura ha firmato, accordo per una sola stagione, su toronews.net, 6-6-2011. URL consultato il 2-9-2011.
- ^ Divertimento, dialogo e zero ansie Toro, la rivoluzione di mister libidine- LASTAMPA.it
- ^ A seguito delle decisioni del Direttorio Federale in merito ai fatti riguardanti il Caso Allemandi, lo scudetto vinto dal Torino nel campionato 1926-1927 fu revocato e non più assegnato.
- ^ a b Torna l’omaggio al River Plate per la maglia da trasferta del Torino, in passionemaglie.it, 13 settembre 2010.
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- ^ Corrado Zunino, La nazionale degli esordienti arrivano i nuovi campioni, su repubblica.it, La Repubblica, 7 maggio 2009. URL consultato l'8 aprile 2012.
- ^ Il Campionato Alta Italia 1945-46, il correlato Campionato Misto del Sud, e il Girone Finale Nazionale, furono i tornei che costituirono la complessa organizzazione del quarantaquattresimo campionato di calcio italiano: per la prima e unica volta dal 1929, non fu disputato a girone unico. Il capocannoniere del Campionato Alta Italia fu Guglielmo Gabetto con 15 reti che sommate alle 7 reti del girone finale portano ad un totale di 22 reti. Alcune fonti riportano Gabetto come Capocannoniere della Serie A italiana di quell'anno con appunto 22 reti.
- ^ Gemellaggi e rivalità, su xoomer.virgilio.it, Viola Ultras. URL consultato il 13-10-2010.
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Voci correlate
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