Morte

cessazione delle funzioni vitali in un essere vivente
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Col termine morte si indica sia la cessazione definitiva della vita di un organismo vivente, sia lo stato di quell'organismo conseguente a tale evento.

Il trionfo della Morte, di Pieter Brueghel il Vecchio

La morte biologica

Dal punto di vista biologico, la morte può riguardare un intero organismo o soltanto alcune sue parti. È infatti possibile che alcuni organi o alcune cellule muoiano ma che l'organismo nel suo complesso continui a vivere. Viceversa, le singole cellule possono vivere per un certo tempo dopo la morte dell'organismo cui appartengono (ciò che rende possibile per l'uomo l'espianto di organi e il successivo trapianto).

Alcuni biologi ipotizzano che la funzione della morte sia quella di permettere l'evoluzione, ovvero di consentire l'alimentazione di altri esseri viventi, più spesso di specie diversa, dai quali sono predati in vita (caccia) o dopo la morte (decomposizione).

La morte per l'uomo

«Non disprezzare la morte ma accettala di buon grado, come una delle cose volute dalla natura, come il divenire giovani e l'invecchiare, il crescere, il maturare, metter denti e barba e ingrigire, generare figlioli, portarli al seno, metterli alla luce, e tutte le altre azioni naturali che accompagnano i vari periodi della vita. Tale è anche la dissoluzione.»
 
Immagine comune in letteratura che raffigura una personificazione della Morte

L'accertamento del decesso

Lo stabilire con precisione il momento della morte e il suo effettivo sopravvento sono fattori di grande importanza etica, civile, sociale, e giuridica. Accertare la morte permette di poter stilare il certificato di morte, permette di eseguire le eventuali volontà testamentarie del defunto, permette la possibilità di prelievo degli organi a scopo di trapianto, permette la sepoltura e la fine delle attività terapeutiche atte a mantenere o salvare la vita del soggetto.

Anticamente la morte era identificata con l'arresto del battito cardiaco e della respirazione, ma lo sviluppo delle tecniche di rianimazione cardiopolmonare e la nascita dei primi defibrillatori misero in crisi questa definizione.

La definizione tradizionale divenne obsoleta (oggi è nota come morte clinica), e si sviluppò il concetto di morte cerebrale o "morte biologica": una persona è considerata morta quando cessa definitivamente anche l'attività elettrica del cervello. Si presume infatti che la mancanza di attività elettrica stia a significare la fine della coscienza. Alcuni fisiologi sono del parere che solo l'attività elettrica nella neocorteccia sia legata alla coscienza, e sostengono perciò che solo tale attività dovrebbe essere presa in considerazione nella diagnosi di morte cerebrale.

Tuttavia la diagnosi di morte cerebrale può essere difficoltosa: talvolta l'attività cerebrale è tanto debole che l'elettroencefalogramma non riesce a rilevarla. Negli ospedali, perciò, la procedura di diagnosi di morte cerebrale è complessa e prevede diversi EEG presi a lunghi intervalli di tempo l'uno dall'altro così da garantirne la veridicità.

A causa delle difficoltà nello stabilire con certezza la morte, quasi tutte le legislazioni del mondo prevedono che debba intercorrere un dato intervallo di tempo (in genere non meno di 24 ore) fra il decesso e la deposizione della salma nella bara; per lo stesso motivo un generico soccorritore, anche se ben addestrato ed esperto nel primo soccorso, non è considerato competente a stabilire la morte di una persona se non quando questa sia assolutamente ovvia, come nel caso di decapitazione, di carbonizzazione o di gravissimi danni al tronco.

È importante segnalare che, stante l'incertezza sul concetto stesso di morte, questa potrebbe non avvenire in un momento "istantaneo" preciso, ma essere un processo che si svolge durante un certo lasso di tempo, rendendo il concetto di "momento esatto della morte" privo di significato.

Religioni e credenze

Le meditazioni umane riguardo il fenomeno della morte costituiscono storicamente uno dei fondamenti nello sviluppo delle religioni organizzate. Anche se le interpretazioni e i modi di definire / analizzare la morte variano diametralmente da cultura a cultura, la credenza in una vita dopo la morte - un aldilà - è assai diffusa e molto antica.

Per la maggioranza delle religioni di matrice cristiana, si crede che il Paradiso sia un luogo o uno stato trascendente in cui l'anima del defunto, unita al corpo alla fine dei tempi, trascorrerà l'eternità in continua contemplazione di Dio. L'inferno, il limbo e il purgatorio costituiscono invece i luoghi a cui sono condannate le anime non pure, anche se chiese e teologi non sono concordi sull'esistenza e su cosa rappresentino questi luoghi.

Presso l'Induismo, il Sikhismo ed altre religioni orientali si crede nella reincarnazione; secondo questa filosofia, la morte rappresenta un passaggio naturale (tanto quanto la nascita) tramite il quale l'anima abbandona un involucro ormai vecchio per abitarne uno nuovo (il corpo fisico), fino all'estinzione del karma ed alla conseguente liberazione definitiva. Per questo motivo l'idea della morte viene affrontata con minor struggimento interiore.

Molti antropologi ritengono che le sepolture degli uomini di Neanderthal in tombe scavate con cura e adorne di fiori siano la testimonianza di una primordiale fede in una sorta di aldilà. Alcuni considerano che il rispetto per i defunti e per la morte (più o meno allegorizzata) sia istintivo all'uomo.

Conseguenze biologiche

Dopo la morte nel cadavere si verificano una serie di trasformazioni: prima si verifica l'algor mortis, poi il rigor mortis ed il livor mortis. La decomposizione della salma, in realtà, inizia immediatamente dopo l'arresto della circolazione sanguigna (e quindi dell'ossigenazione), sebbene i suoi effetti più evidenti si manifestino solo dopo alcune ore.

Conseguenze sociali, usi e costumi rituali

Nella cultura occidentale, il corpo del defunto viene in genere deposto in una bara. Nella quasi totalità delle culture, viene celebrata una cerimonia commemorativa detta funerale, durante o poco dopo la quale la bara è inumata in una tomba (che può essere un loculo in un edificio cimiteriale o più tradizionalmente una fossa scavata nel terreno). La salma può anche essere cremata, in questo caso presso taluni popoli se ne conservano le ceneri, mentre presso altri si disperdono in corsi d'acqua o nel mare.

Le diverse culture hanno riti e usanze differenti per rendere ossequio ai loro defunti: ad esempio, presso gli antichi persiani, per i quali sia la terra che il fuoco erano sacri, i cadaveri non venivano nè seppelliti nè bruciati per non contaminare i due elementi, ma venivano lasciati a decomporsi su piattaforme sopraelevate; uso vivo anche presso alcune tribù di indiani americani.

Le tombe si trovano generalmente accorpate in terreni civici destinati a tale scopo, detti cimiteri, ove il necroforo si occupa poi materialmente della sepoltura e delle altre operazioni tecniche e pratiche riguardanti le salme.

I cimiteri sono generalmente considerati luoghi sacri.

Allegorie della morte

  Lo stesso argomento in dettaglio: Iconografia della Morte.

La morte è anche una figura mitologica molto popolare, presente in forma più o meno differente in moltissime culture umane fin dall'inizio della tradizione orale.

L'iconografia occidentale rappresenta la morte in genere come un sinistro mietitore (di presunto sesso femminile): uno scheletro vestito di un saio nero, che impugna una falce fienaia. Come tale, è ritratta anche in una carta dei tarocchi ed appare sovente in letteratura e nelle arti figurative.

Voci correlate

Collegamenti esterni

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