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BUZZ SEI UNA MERDAÅBUZZ SEI UNA MERDA
Il campionato 1989-1990 iniziò pertanto con l'assenza degli stranieri del Napoli: le altre novità per i campani furono l'approdo in panchina di Alberto Bigon al posto di Bianchi e l'arrivo di Marco Baroni e, come riserva di Maradona, del giovane Gianfranco Zola,BUZZ SEI UNA MERDA prelevato dalla Sassari Torres militante in Serie C-1. Anche in questa annata i partenopei partirono come favoriti insieme ad Inter e Milan. Le prime giornate furono giocate dal Napoli con una formazione completamente italiana, che non sfigurò: dopo quattro giornate di campionato (ancora senza Maradona ma con i rientranti Careca ed Alemao) la squadrBUZZ SEI UNA MERDAa era in testa a 7 punti insieme alla Juventus guidata da Dino Zoff. Il rientro di Maradona, anche se ancora fuori forma, sarà nella giornata successiva e con un inedito numero 16, il 17 settembre contro la Fiorentina al San Paolo: i partenopei vinsero per 3-2 anche grazie ad un suo assist, e i tifosi lo accolsero con calore nonostante le sue dichiarazioni dell'estate appena trascorsa e un rigore fallito nel secondo tempo. Tornò a segnare nella giornata successiva contro la Cremonese (pareggio per 1-1) e contro il Milan pareva aver già ritrovato una buona condizione, guidando la sua squadra nel 3-0 finale e siglando una marcatura. Suo il sigillo anche nella vittoria casalinga contro l'altra rivale, l'Inter, battuta per 2-0 il 22 ottobre 1989: al giro di boa, nonostante la sconfitta contro la Lazio per 3-0, il Napoli fu campione d'inverno con 2 punti sull'Inter. Nel girone di ritorno i partenopei ebbero un calo di prestazioni facendosi raggiungere e superare dal Milan, vittorioso a San Siro sui partenopei per 3-0 l'11 febbraio, quasi come se si stesse riproponendo quanto visto due stagioniBUZZ SEI UNA MERDA prima: alla 30ª giornata i rossoneri avevano un punto di vantaggio sui partenopei e quattro sui nerazzurri. Il 25 marzo 1990 il portiere della Juventus Stefano Tacconi sfidò Maradona come Gatti anni prima, affermando che "Maradona, più che Dio, si crede Gesù: ormai, parla di tutto con la pretesa di dire la verità": l'argentino lo castigò con una doppietta in 15 minuti, portando alla vittoria i partenopei per 3-1[1].L'8 aprile si verificarono però due fatti molto importanti: il Milan pareggiò a Bologna per 0-0 (graziato anche da una svista arbitrale che non vide un gol fantasma della squadra emiliana) e il Napoli vinse a tavolino per 0-2 fuori casa contro l'Atalanta, quando una monetina da 100 lire lanciata dagli spalti colpì in testa l'azzurro Alemão costringendolo alla sostituzione (più tardi Ferlaino riconoscerà di aver ingigantito il danno subìto dal brasiliano per poter vincere il ricorso). A tre partite dalla fine le due squadre si trovarono a pari punti; nella 32ª giornata sia il Napoli (3-0 contro il Bari) che il Milan (1-0 contro la Sampdoria) vinsero le rispettive partite. La penultima giornata fu quella decisiva: mentre il Napoli vinse a Bologna per 4-2 (con un gol di Maradona), il Milan cadde su rimonta in casa del Verona, perdendo per 2-1 (fu duramente contestato l'arbitraggio di Rosario Lo Bello che nel corso della gara espulse tre milanisti, l'allenatore Sacchi e negò due rigori su Van Basten e Massaro). Nell'ultima giornata il Napoli vinse in casa contro la Lazio per 1-0 con gol di Baroni su assist di Maradona, rendendo inutile la vittoria del Milan contro il Bari. Per i campani fu il secondo scudetto e la possibilità di giocare nella Coppa dei Campioni dell'anno successivo. Maradona, che fu nuovamente capocannoniere della sua squadra con 16 reti, arrivò quindi come Campione d'Italia ai Mondiali del 1990.
In Coppa Italia, dopo aver passato le eliminatorie (vincendo contro Monza e Reggina) e la fase a gironi (contro Bologna e Fiorentina) incontrò in semifinale la rivale in campionato, il Milan: dopo lo 0-0 a San Siro il 30 gennaio, il Milan vinse al San Paolo per 3-1 il 14 febbraio con l'unico gol dei partenopei segnato da Maradona su rigore. BUZZ SEI UNA MERDA In Coppa UEFA invece il cammino si interruppe a metà strada: dopo aver sconfitto lo BUZZ SEI UNA MERDASporting Lisbona e gli svizzeri del FC Wettingen, negli ottavi il Napoli incontrò i tedeschi del Werder Brema. Contro di essi i campani incapparono in due sonore sconfitte, sia in casa per 3-2 il 22 novembre 1989 che in trasferta per 5-1 due settimane dopo.
L'ultimo anno in Italia
Nella stagione 1990-1991, la rosa del Napoli era di poco diversa da quella laureatasi campione d'Italia. La stagione cominciò con la vittoria nella Supercoppa Italiana del 1990 ottenuta battendo la Juventus allenata da Maifredi per 5-1. Il campionato, invece, cominciò male: nelle prime tre partite la squadra ottiene solo un punto.
In Coppa dei Campioni, dopo un inizio favorevole con una convincente doppia vittoria sugli ungheresi dello Újpesti Dózsa, al secondo turno il Napoli incontrò lo Spartak Mosca; l'andata al San Paolo finì 0BUZZ SEI UNA MERDA-0, ma alla partita di ritorno in Russia Maradona non partì con la squadra, noleggiò un aereo privato ed arrivò a Mosca solo la sera successiva, il caso fu ampiamente affrontato dalla stampa italiana, che tra l'altro riportò alcune dichiarazioni di Luciano Moggi (allora dirigente del Napoli) e Alberto Bigon[2]. Maradona entrò in campo solo nel secondo tempo, l'incontro finì 0-0 anche dopo i supplementari e i russi vinsero la partita ai rigori (nonostante Maradona avesse siglato il suo).
Iniziò il lento declino dell'esperienza italiana di Maradona che finì il 17 marzo 1991 dopo un controllo antidoping effettuato al termine della partita di campionato Napoli-Bari che diede il responso di positività alla cocaina. Il Napoli chiuse la stagione all'ottavo posto.
Il primo e l'ultimo gol di Maradona in Serie A sono stati entrambi segnati contro la Sampdoria ed entrambi su rigore. BUZZ SEI UNA MERDA
La cessione forzata al Siviglia
Dopo un anno e mezzo di squalifica per doping, nel 1992, la carriera di Maradona riprese nel Siviglia. Dei sette milioni e mezzo di dollari dovuti al Napoli dalla squadra spagnola, la società italiana ne ricevette solo tre: stranamente, infatti, la FIFA autorizzò il Siviglia a non completare il pagamento.
Al Siviglia, Maradona reincontrò Carlos Bilardo, l'allenatore dell'Argentina ai mondiali del 1986. Maradona debuttò il 28 settembre contro il Bayern Monaco ed il 4 ottobre giocò la sua prima partita nella Liga in cui il Siviglia fu sconfitto dall'Athletic Club per 2-1. Il campionato continuò fra alti e bassi, con Maradona sempre più contestato dai tifosi.
In Spagna la situazione precipitò. Il Siviglia fallì la qualificazione per la Coppa UEFA, in 26 partite Maradona segnò solo 5 gol e dopo una sola stagione, l'esperienza sivigliana di Maradona finì.
Il ritorno al calcio argentino
Maradona tornò a giocare in Argentina nel Newell's Old Boys; il 31 ottobre 1993, un giorno dopo il suo compleanno, ritornò a giocare con la nazionale, a Sydney, contro l'Australia per gli spareggi di qualificazione ai Mondiali USA 1994. La partita finì 1-1 e la rete argentina di Abel Balbo fu propiziata da un cross di Maradona. Nel ritorno del 17 novembre al Monumental l'Argentina vinse 1-0 qualificandosi per i Mondiali.
In seguito all'andamento mediocre in campionato e per via alcuni problemi fisici che lo costrinsero a giocare solo sette partite, dopo la partita contro l'Huracán, il 12 febbraio 1994, Maradona sciolse il contratto con il Newell's, recependo un milione e mezzo di dollari, la metà di quanto previsto dal contratto.
In attesa dei mondiali per alcuni mesi Maradona si ritirò dalle competizioni di club e tornò a giocare il 20 aprile, in un'amichevole tra Argentina e Marocco che terminò 3-1 per l'Argentina, con una rete di Maradona su rigore (dopo un'"astinenza da gol" durata ben 1.255 minuti di gioco).
Maradona non avrebbe potuto partecipare alla prevista tournée pre-mondiale in Giappone in quanto gli fu negato il visto di ingresso a causa dei precedenti con la droga. La Nazionale argentina decise di non recarsi in Giappone senza Maradona, cambiò quindi il programma di incontri sfidando Israele (3-0), Ecuador (1-0) e Croazia (0-0).
Gli ultimi anni della carriera
Il 7 ottobre dello stesso anno tornò a giocare con la maglia del Boca Juniors nella partita contro il Colón (1-0). Rimase nel Boca per due anni prima di ritirarsi dal calcio, il 30 ottobre 1997, giorno del suo trentasettesimo compleanno.
Nazionale
Under-20
Maradona esordì con la Nazionale giovanile il 3 aprile del 1977, successivamente quindi al suo esordio con la Nazionale maggiore[3], in una amichevole contro la formazione del Chascomús, vincendo per 3-2[4]. Il primo gol arrivò pochi giorni dopo sempre in amichevole, l'8 aprile, nella partita contro il Cipolletti vinta per 2-1[4]: fin quando possibile continuò a giocare sia con la Nazionale Under-20 che con la Nazionale Maggiore. La sua prima competizione internazionale, già con la maglia numero 10, fu il Campionato Sudamericano Under-20 del 1977 in Venezuela, che per la prima volta garantiva l'accesso al Mondiale Under-20: l'Argentina rimediò solo 2 punti in 4 gare, frutto di 2 pareggi e 2 sconfitte, venendo così eliminata nella prima fase a gironi[5]. Due anni dopo, nel 1979 in Uruguay, le cose andarono diversamente: la formazione argentina terminò seconda nel girone eliminatorio (2 vittorie e una sconfitta) e nuovamente seconda in quella finale, a un punto dall'Uruguay padrone di casa[6], guadagnando la qualificazione ai Mondiali Under-20 del 1979 in Giappone. E fu lì che Maradona (con la fascia di capitano) si mise definitavemente in mostra come calciatore di livello mondiale, contribuendo in maniera sostanziosa alla vittoria: nella prima fase a gironi la squadra passò a punteggio pieno (con 3 gol di Maradona in 3 partite), battendo poi l'Algeria nei quarti per 5-0 e l'Uruguay in semifinale per 2-0 (Maradona segnò una rete in entrambe le gare)[7]. Nella finale contro l'Unione Sovietica, Maradona andò in rete su punizione[8], siglando il definitivo 3-1[9]. Vinse il premio come Miglior giocatore del torneo[10] e fu secondo nella classifica cannonieri dietro il compagno di squadra Ramón Díaz[11].
Nazionale Maggiore
Il debutto internazionale arrivò per Maradona a soli 16 anni: il 27 febbraio 1977 l'allora allenatore della Nazionale César Luis Menotti lo convocò per un'amichevole contro l'Ungheria alla Bombonera di Buenos Aires. Fece il suo ingresso al 19' del secondo tempo al posto di Leopoldo Luque: la partita finì 5-1 per l'albiceleste[3][12]. Il suo primo gol arrivò solo dopo i Mondiali, in un'amichevole giocata all'Hampden Park contro la Scozia, il 2 giugno 1979[13].
Diventato capocannoniere del campionato argentino[14], sembrò destinato a far parte dei convocati per i Mondiali del 1978, ma non venne inserito nella rosa della Selección (che divenne Campione del Mondo per la prima volta nella sua storia) in quanto Menotti lo ritenne troppo giovane per affrontare un torneo di vitale importanza per l'Argentina, sia dal punto di vista sportivo che politico (i campionati del mondo dovevano costituire per il regime militare golpista presieduto da Videla l'occasione di rivalutazione dell'immagine internazionale della Nazione). L'esclusione di Maradona era anche dovuta alla presenza di diversi altri giocatori nel suo stesso ruolo come Villa, Alonso, Valencia e Bertoni: non potendo rinunciare a nessuno di questi per vari motivi, Menotti lasciò fuori il più giovane e meno esperto in campo internazionale[15].
Subito dopo la vittoria mondiale, Maradona divenne titolare della Nazionale e giocò importanti partite che riscattarono la sua mancata convocazione. Tra queste, un'amichevole fra Argentina e Resto del Mondo allo stadio Monumental di Buenos Aires, il 25 giugno 1979: la partita finì 2-1 per gli avversari, ma con l'unico gol degli argentini segnato da Maradona[16]. Alla fine del 1980 partecipò al Mundialito, creato per celebrare il cinquantenario del primo campionato del mondo, tenutosi in Uruguay nel 1930. Gli argentini furono inseriti in un girone all'italiana con Brasile e Germania Ovest: la vittoria contro i tedeschi per 2-1 e il pareggio per 1-1 contro i brasiliani (con Maradona autore del gol degli argentini) non bastarono per avere accesso alla finale, appannaggio della Seleção grazie alla migliore differenza reti. Il trofeo fu vinto dall'Uruguay che sconfissero i brasiliani per 2-1[17].
Spagna 1982: il primo campionato del mondo
Nel primo turno a gironi l'Argentina, campione uscente, perse l'incontro d'esordio del campionato del mondo 1982 per 1-0 contro il Belgio. Due vittorie contro l'Ungheria (4-1 con due goal di Maradona) e contro il debole El Salvador diedero ai sudamericani l'accesso alla seconda fase, in un gruppo che comprendeva Brasile e Italia, destinata a succedere agli argentini nella conquista della Coppa del Mondo.
L'incontro con gli italiani fu perso dagli argentini per 1-2, e Maradona soffrì la marcatura particolarmente attenta e aggressiva di Claudio Gentile. Contro i brasiliani la sconfitta fu più pesante: 1-3. Complessivamente Maradona ebbe cinque presenze e fece due gol, più un'espulsione contro il Brasile all'85°, per fallaccio di reazione su João Batista da Silva, con cui concluse senza gloria il suo primo mondiale.
Messico 1986: Argentina campione
Il culmine della carriera di Maradona fu senza dubbio la vittoria nel campionato del mondo 1986 in Messico, al termine di un torneo nel quale fu, nel bene e nel male, il protagonista: nel bene, per i suoi cinque gol e cinque assist nelle sette partite giocate nel torneo (tutte vinte, tranne l'1-1 contro l'Italia nella prima fase a gironi) e per il gol nei quarti di finale segnato contro l'Inghilterra, dopo aver dribblato tutti gli avversari che provarono ad ostacolarlo nella sua corsa dalla linea di centrocampo alla porta difesa da Peter Shilton. Nel male, per le polemiche seguite al celeberrimo gol di mano nella stessa partita contro l'Inghilterra che ruppe l'equilibrio dell'incontro e fu erroneamente convalidato dall'arbitro tunisino Ali Bennaceur. Maradona rivendicò la legittimità di quel gol come atto di giustizia a seguito della Guerra delle Falkland del 1982 (a segnare, secondo Maradona, fu la Mano de Dios), ma in effetti l'unico risultato pratico che ebbe fu quello di indurre la FIFA a escludere di fatto gli arbitri provenienti da federazioni "calcisticamente ancora in via di sviluppo" dalle fasi finali ad eliminazione diretta.
Indipendentemente da ciò, la segnatura al termine di quello slalom (che fu quella del provvisorio 2-0, alla fine l'Argentina vinse per 2-1) risultò essere il Gol del secolo (noto altresì come il Più grande gol nella storia della Coppa del Mondo FIFA) secondo un sondaggio indetto dalla FIFA nel 2002[18].
Due gol al Belgio in semifinale valsero la finale contro la Germania Ovest. Ai goal argentini di Brown e Valdano risposero quasi in finale di partita Rummenigge e Völler, ma quando la gara stava per avviarsi ai tempi supplementari, Maradona pescò un corridoio sulla destra per Burruchaga, che batté Toni Schumacher per il 3-2 che diede all'Argentina il suo secondo titolo mondiale, il primo e unico di Maradona.
Italia 1990: la grande delusione
Maradona capitanò l'Argentina anche nei Campionati del Mondo 1990, svoltisi in Italia. Un infortunio alla caviglia pregiudicò le sue prestazioni, ma comunque fu uno dei protagonisti dei Mondiali.
Negli ottavi di finale contro il Brasile, Maradona fu autore dell'assist a Claudio Caniggia per il gol vincente. Nei quarti di finale l'Argentina affrontò la Jugoslavia che superò ai rigori nonostante l'errore di Maradona (e di Troglio).
Si giunse così alla partita successiva contro l'Italia, padrona di casa, e per giunta nella "tana" di Maradona, quello Stadio San Paolo da lui amato. La gara, soffertissima dagli azzurri, si risolse anch'essa ai rigori dopo un 1-1; questa volta Maradona segnò un tiro dal dischetto e l'Argentina si qualificò per la finale.
Nella gara decisiva, a Roma, l'Argentina perse contro la Germania per 1-0 con un rigore segnato da Andreas Brehme all'85° minuto a seguito di un fallo assai dubbio di Néstor Sensini su Rudolph Voeller. In quest'occasione, Maradona si rese protagonista di due episodi extra-calcistici. Prima della partita, il pubblico dell'Olimpico fischiò l'intera esecuzione dell'inno nazionale argentino e Maradona, ripreso dalle telecamere, rispose con il famigerato "hijos de puta" rivolto al pubblico. Dopo la gara, in lacrime per la finale persa, accusò l'arbitro e la FIFA di aver fatto perdere la gara ai sudamericani.
USA 1994: l'ultimo Mondiale
Ai Mondiali, iniziati a metà giugno, l'Argentina vinse 4-0 la prima partita a Boston contro la Grecia, in cui Maradona realizzò il terzo gol, dopo il quale esultò col famoso urlo ripreso in primo piano dalla telecamera di bordocampo. Gli argentini vinsero (2-1) anche la seconda partita contro la Nigeria.
L'Argentina e Maradona sembravano inarrestabili quando, ancora una volta, l'esito positivo di un controllo antidoping fermò la carriera di Maradona, che fu trovato positivo all'efedrina, sostanza stimolante proibita. La FIFA lo espulse dal campionato e l'Argentina fu eliminata agli ottavi contro la Romania di Gheorghe Hagi.
Maradona si è sempre difeso affermando che la positività al test era dovuta all'ingerimento di una bevanda energetica, la Ripped Fuel, datagli dal suo allenatore personale in sostituzione della Ripped Fast, che in Argentina usava regolarmente e che era permessa dalla FIFA, a differenza della versione statunitense della bevanda, la Ripped Fuel appunto, che, all'insaputa dell'allenatore, disse, conteneva invece efedrina. Maradona accusò pesantemente i vertici della FIFA di averlo voluto far fuori servendosi di un pretesto quale quello dell'efedrina.
Carriera da allenatore
Club
Maradona provò anche a lavorare come allenatore in due brevi periodi, guidando il Deportivo Textil Mandiyú di Corrientes (1994) e il Racing Club de Avellaneda (1995), ma senza molto successo.
Alla guida della Nazionale argentina
Il 28 ottobre 2008, dopo un lungo periodo di indiscrezioni[19], i media argentini annunciano la nomina di Maradona come CT dell'Argentina, in sostituzione del dimissionario Alfio Basile e vincendo la concorrenza del connazionale Carlos Bianchi[19]. L'ufficializzazione dell'incarico arrivò il 30 ottobre (48° compleanno dell'ex-calciatore)[20]: come suoi collaboratori vennero nominati come direttore generale Carlos Bilardo, tecnico dell'albiceleste ai Mondiali 1986, e Pedro Troglio (ex giocatore di Lazio, Verona e Ascoli) come vice[20]. La prima partita della sua gestione fu giocata il 19 novembre 2008 a Glasgow contro la Scozia e vinta per 1-0[21]. Il 1º aprile 2009 l'Argentina subì però la sconfitta più pesante nella storia delle qualificazioni mondiali, crollando 6-1 contro la Bolivia penultima in classifica[22]. Nonostante le difficoltà incontrate durante le qualificazioni (4 sconfitte consecutive), la Selección riuscì ad ottenere il passaggio del turno all'ultima giornata del girone battendo l'Uruguay a Montevideo il 14 ottobre 2009[23]. Successivamente alla vittoria, Maradona si rese protagonista di alcune dichiarazioni molto polemiche nei confronti della stampa argentina (colpevole, a suo dire, di averlo sempre osteggiato ed ostacolato durante il percorso di qualificazione) insultando i giornalisti in modo volgare[24]. Per queste esternazioni, la FIFA gli inflisse due mesi di sospensione e 25.000 franchi svizzeri di multa (circa 16.600 euro)[25], impedendogli così di partecipare ai sorteggi per il Mondiale 2010 anche solo nelle vesti di commentatore televisivo[26].
Vita
Diego Maradona sposò Claudia Villafañe il 7 novembre 1989, a Buenos Aires, dopo la nascita delle loro figlie, Dalma[27] Nerea (nata nel 1987) e Gianinna Dinorah (nata nel 1989). Nella sua autobiografia Maradona ha ammesso che non è sempre stato fedele a Claudia, benché la definisca "l'amore della sua vita"[28]. Nel 2004 i due divorziarono, rimanendo però amici: sono stati visti insieme in diverse occasioni, come nelle partite della Nazionale Argentina durante la Coppa del Mondo 2006. Dopo il divorzio, Claudia intraprese la carriera di produttore di teatro, mentre Dalma diventò attrice, girando alcuni film in Argentina[29]. L'altra figlia Gianinna è invece legata sentimentalmente al giocatore dell'Atletico Madrid Sergio Agüero, da cui ha avuto un figlio, Benjamin, nato il 19 febbraio 2009, facendo diventare quindi Maradona nonno per la prima volta[30]. Dopo aver avuto varie compagne (reali o attribuitegli), nel 2009 instaurò una relazione stabile con l'argentina Veronica Ojeda, che rimase incinta a fine anno[31], ma perse il bambino al quarto mese di gravidanza a causa di un incidente domestico[32].
Dopo il ritiro
Nel 2000 il Napoli decise che mai più nessun calciatore avrebbe indossato una maglia con il numero 10 appartenuto a Maradona, in onore della sua straordinaria carriera. Nel 2004, a causa del fallimento e della successiva iscrizione al campionato di Serie C1 e visto il regolamento della numerazione delle maglie di quest'ultima, il club fu costretto a ristampare la maglia con il 10, fino al nuovo ritiro nel 2006 grazie alla promozione in Serie B. Nel 2001 anche l'AFA chiese alla FIFA l'autorizzazione a ritirare la maglia numero 10 della Nazionale argentina in onore di Maradona, ma la FIFA dichiarò respinta la richiesta nel 2002[33]. La Federazione argentina annunciò che l'avrebbe assegnato al terzo portiere, Roberto Bonano, ma ai Mondiali del 2002 la maglia fu vestita da Ariel Ortega e a Bonano andò il "classico" numero 23[34].
Nonostante si fosse ritirato dal calcio nel 1997, Maradona decise di disputare la sua partita di addio al calcio (che in Argentina è detta homenaje, tributo) il 10 novembre 2001: alla Bombonera, storico stadio del Boca Juniors, davanti ad oltre 50.000 spettatori si sfidarono una selezione argentina (ovviamente capitanata da Maradona) e una selezione del Resto del Mondo, che vedeva tra le sue file campioni del calibro di Enzo Francescoli, Éric Cantona, Hristo Stoičkov e altri. La partita terminò 6-3 per l'Argentina con due gol di Maradona su calcio di rigore[35].
Il 22 giugno 2005 Maradona tornò al Boca Juniors come vicepresidente del settore calcio, dopo una deludente stagione del Boca coincisa con il centenario della squadra. Il contratto iniziò il 1º agosto 2005[36] e tra le sue prime decisioni assunse Alfio Basile come nuovo allenatore. Nel 2005 il Boca vinse il campionato di Apertura, la Copa Sudamericana e la Recopa Sudamericana: nel 2006 vinse invece il campionato di Clausura e nuovamente la Recopa Sudamericana. Il 26 agosto 2006 Maradona abbandonò la carica per disaccordi con l'AFA, che scelse proprio Basile come nuovo allenatore della Nazionale argentina[37]. Nel maggio 2006 accettò di partecipare al Soccer Aid, un programma di sostegno all'UNICEF[38]. Nello specifico, Maradona giocò nel Resto del Mondo contro l'Inghilterra il 27 maggio 2006: segnò su calcio di rigore per la rappresentativa mondiale e la partita finì 2-1 per l'Inghilterra[39]. Alla fine del 2007 sponsorizzò e partecipò in prima persona, in Sudamerica, ad incontri amichevoli di showbol tra ex stelle del calcio, che riscossero un buon successo[40].
Nel gennaio del 2008 il quotidiano britannico The Sun annunciò che Maradona, dopo quasi ventidue anni, chiedeva scusa agli inglesi per il goal di mano segnato durante i Mondiali del 1986[41]. La notizia fu smentita pochi giorni dopo dallo stesso Maradona, che protestò per un errore di traduzione da parte del giornalista che lo aveva intervistato[42].
Nella cultura popolare
Sin dalla vittoria del Mondiale 1986, gli argentini usano il nome di Maradona per farsi riconoscere come suoi compatrioti in tutte le parti del mondo: in Argentina e a Napoli il campione argentino è indicato come simbolo ed eroe dello sport[43] (lo sportivo è infatti un mito "democratico", in quanto pone le sue basi nella gente comune: è infatti rappresentante del popolo e dei suoi valori)[43]. Maradona incarnò perfettamente questo spirito, date le sue umili origini e la sua originaria bassa condizione sociale: i molteplici guadagni non gli fecero perdere i modi di esprimere e il vocabolario proprio della frangia meno agiata della popolazione. A ciò si aggiunse il suo schierarsi contro i "poteri forti": in particolar modo con i napoletani che lo videro come un rappresentante degli "oppressi" del Sud Italia che lottava contro lo "strapotere" delle squadre del Nord[43].
Fu anche per questo e non solo per le sue prodezze nei campi di calcio che Maradona venne in pratica idolatrato sia dagli argentini che dai napoletani. A Rosario, in Argentina, i suoi tifosi fondarono nel 1998 la Iglesia Maradoniana (Chiesa di Maradona)[44], dove il calendario si calcola contando gli anni dalla sua nascita: il suo quarantatreesimo compleanno, nel 2003, rappresentò l'inizio dell'anno 43 d.D. - después de Diego (dopo Diego). Se alla sua nascita la chiesa contava 200 membri, i fedeli raccolti anche tramite il sito ufficiale raggiunsero gli 80.000, tra cui alcuni giocatori famosi come Michael Owen, Ronaldinho e Juan Román Riquelme[44]. Il 26 dicembre 2003 la sua prima squadra, l'Argentinos Juniors, inaugurando il nuovo stadio costruito nel quartiere di La Paternal a Buenos Aires, decise di dedicarglielo chiamandolo Estadio Diego Armando Maradona: il nome fu ufficializzato il 10 agosto 2004[45]. Inoltre ha un monumento situato nel museo del Boca Juniors, all'interno della Bombonera[46], una statua nella cittadina di Bahía Blanca[47] e numerose altre sculture in diverse parti del mondo.
A Napoli, in una via pubblica, gli fu dedicato addirittura un altarino con una foto nella quale indossa la maglia del Napoli e un suo capello in una teca, dove i tifosi si recavano prima delle partite a chiedere la "grazia calcistica". L'11 maggio 1991 fu celebrato nella città partenopea un convegno in onore di Maradona, intitolato Te Diegum, al quale presero parte molti intellettuali tifosi della squadra azzurra. Il report di questa esperienza (oltre che della sua preparazione) è riportato in un libro omonimo, pubblicato nello stesso anno[48].
Il 15 agosto 2005 debuttò come conduttore del programma televisivo argentino La Noche del 10, che fu molto seguito. In una puntata ospitò ed intervistò Pelé, il calciatore che gli contende la palma di miglior giocatore di ogni tempo. Altri ospiti importanti furono Zinédine Zidane, Ronaldo, Hernán Crespo, Fidel Castro e Mike Tyson. Inoltre, durante una puntata incentrata sul tema dei talenti calcistici più promettenti dell'Argentina, tra i vari Messi e Agüero, si parlò anche l'attuale stella del Napoli Lavezzi, che in quel periodo giocava nel San Lorenzo.
Oltre a ciò e alla sua autobiografia Yo soy el Diego, pubblicata nel 2000 e subito diventata un best seller, Maradona è stato citato in numerosi libri, fumetti e film, oltre ad aver recitato in diversi camei in serie televisive. A lui furono dedicate diverse canzoni da artisti più o meno famosi, come Rodrigo Bueno, che interpretò La mano de Dios. Altri furono i Mano Negra con Santa Maradona, Charly García con Maradona blues, gli Attaque 77 con Francotirador, Pino Daniele con Tango della buena suerte e altri. Tra le varie pubblicità da lui girate, quella che generò più polemiche fu quella della bibita brasiliana Guaraná Antarctica, dove Maradona compariva come un membro del Brasile, indossando la classica divisa color oro e cantando l'inno nazionale brasiliano con Kaká e Ronaldo. Maradona si svegliava improvvisamente, realizzando di aver avuto un incubo provocatogli dall'abuso di Guaraná Antarctica[49]. Lo spot generò molte polemiche nei mass media argentini, sebbene fosse stato trasmesso solo in Brasile; i fan ne vennero a conoscenza tramite YouTube[50].
Il 14 gennaio 2010, tramite un video pubblicitario trasmesso in Argentina, Maradona annuncia la nascita della sua rete televisiva chiamata 10eTV, che sarà disponibile in 20 paesi dell'America Latina e su Internet a partire dal giugno 2010[51].
Problemi di salute
Dai primi anni ottanta fino al 2004 Maradona fu dipendente dalla cocaina: egli ammise, nella sua autobiografia pubblicata nel 2000, di aver iniziato a far uso di droga dal 1983 quando militava nel Barcellona[52]. Durante il suo soggiorno a Napoli il consumo divenne una vera e propria tossicodipendenza, che cominciava ad interferire con la sua capacità di giocare a calcio[53]. Negli anni successivi al suo ritiro, la sua salute peggiorò progressivamente: il 4 gennaio 2000, durante una vacanza a Punta del Este (in Uruguay), dovette essere trasportato d'emergenza nel reparto di terapia intensiva dell'ospedale locale, il Cantegril. Qui gli fu riscontrata un'aritmia ventricolare e una crisi ipertensiva: nella successiva conferenza stampa, i medici dichiararono di aver riscontrato danni al muscolo cardiaco e il suo rappresentante Coppola confermò che il ricovero non era dovuto all'abuso di droga ma al fatto che Maradona soffrisse di ipertensione[54]. In realtà le analisi del sangue e delle urine rilevarono tracce di cocaina: fu pertanto coinvolta la polizia uruguaiana, alla quale Maradona dovette rispondere anche se il consumo di droga non è considerato reato[54]. Due settimane dopo Maradona fu dimesso e si recò a Cuba, dove rimarrà per qualche tempo, per iniziare un piano di riabilitazione e disintossicazione[55].
Il 18 aprile 2004 Maradona fu nuovamente ricoverato d'urgenza nella clinica Suizo-Argentina di Buenos Aires, questa volta per un infarto e una nuova crisi ipertensiva dovuti ad un'overdose di cocaina[56]. Il respiratore artificiale venne rimosso il 23 aprile, ma Maradona rimase in terapia intensiva fino a quanto fu dimesso, il 29 aprile. Entrò il 9 maggio nella clinica neuropsichiatrica "Del Parque" per iniziare un nuovo ciclo di disintossicazione: dopo 3 mesi cercò di ripartire per Cuba, ma la sua famiglia si oppose avendo ottenuto la responsabilità legale sulle azioni di Maradona, dato che egli non era in grado di esercitarla in base al codice civile argentino[57]. Il trattamento pertanto continuò in Argentina.
Lontano dall'attività sportiva e a causa degli eccessi con cibo e droga, Maradona aumentò considerevolmente di peso, arrivando a pesare 120 kili nel febbraio del 2005. Il 6 marzo 2005 si fece ricovere in una clinica di Cartagena de Indias (Colombia) specializzata nelle cure contro l'obesità[58]: tramite un intervento gli venne impiantato un bypass gastrico che, grazie anche ad un regime alimentare controllato, gli permise di perdere più di 50 kili.
Il 29 marzo 2007 fu nuovamente ricoverato all'ospedale Güemes di Buenos Aires a causa di un'epatite dovuta all'eccesso di alcool, aggravata da un nuovo aumento di peso e dall'abuso di sigari cubani[59]. Ciò costrinse Maradona ad una degenza di circa due settimane e fu dimesso l'11 aprile. Il suo medico personale, Alfredo Cahe, dichiarò: "quello che mi preoccupa è il suo entourage, perché tutti quelli che gli si avvicinano lo fanno per approfittarsi di lui. E da quando ha cominciato con il cosiddetto showbol mangia e beve in quantità eccessive"[60]. Due giorni dopo essere stato dimesso Maradona avvertì un nuovo malore che lo costrinse ad un ennesimo ricovero, questa volta nella clinica privata Madre Teresa di Calcutta di Buenos Aires, dove rimase fino al 21 aprile. Circolarono alcune notizie riguardo la sua morte[61] che furono subito smentite, così come le voci precedenti che lo dichiaravano morto in un incidente automobilistico[62]. Per curare la sua dipendenza dall'alcool, rimase per due settimane nelle clinica psichiatrica Avril, dalla quale fu dimesso il 7 maggio[63]. Il giorno dopo apparve in televisione, dichiarando di aver smesso di bere e di non usare droga da due anni e mezzo[64].
Problemi con la giustizia
Nel corso degli anni, Maradona è stato implicato in diversi procedimenti giudiziari, in parte risolti fuori dai tribunali. Quelli che hanno avuto più risalto sono stati quelli legati alla paternità, ma diversi sono stati quelli per droga, aggressione e questioni economiche. A seguito della positività per doping durante la sua permanenza a Napoli, la giustizia sportiva nel settembre 1991 lo condannò a 15 mesi di squalifica e la giustizia ordinaria a 14 mesi di prigione per possesso di stupefacenti, anche se Maradona non entrò mai in carcere[65]. Pochi mesi dopo la positività, rientrato a Buenos Aires ad aprile, fu sorpreso in possesso di cocaina dalla polizia nel suo appartamento: fu trattenuto per una notte e liberato il giorno dopo, pagando una cauzione di 20.000 pesos, non fu processato penalmente ma venne condannato a sottoporsi ad un trattamento di riabilitazione[66]. Il 2 febbraio 1994, pochi mesi prima del Mondiale, un gruppo di giornalisti circondò la casa di Maradona: in tutta risposta l'argentino sparò loro con un fucile ad aria compressa, venendo per questo condannato, anni dopo, a due anni di prigione con la condizionale e all'indennizzo dei giornalisti colpiti dagli spari[67].
Cristiana Sinagra iniziò una causa in Italia in modo che Maradona riconoscesse la paternità di suo figlio, chiamato Diego come suo padre, nato il 20 settembre 1986 dopo una relazione tra i due. Il 6 maggio 1992, dato che l'argentino si rifiutò per tre volte di sottoporsi al test del DNA, il giudice Maria Lidia de Luca confermò la paternità, autorizzando la Sinagra ad usarne il cognome e obbligando il giocatore a pagare 4.000 dollari al mese[69]: la sentenza verrà poi confermata nel 1995. Maradona comunque non lo riconnobbe mai veramente come suo figlio, dichiarando nell'ottobre del 2005 durante il suo programma televisivo La Noche del 10: "Accettare non significa riconoscere. Ho due figlie con l'amore della mia vita. Si chiamano Dalma e Gianinna. Sto pagando i miei errori del passato. Un giudice mi obbligò a pagare, ma non può obbligarmi a sentire affetto per lui"[70][71] A seguito di queste dichiarazioni, Diego jr. iniziò una causa per danni morali[71]: il giovane napoletano è diventato come il padre un calciatore, in particolare di beach soccer. A causa di ritardi nel pagamento degli alimenti, all'inizio del 2005 Cristiana Sinagra diede il via ad una procedimento volto al recupero del dovuto, che portò alla vendita all'asta di una proprietà che Maradona possedeva a Moreno. Dopo una lunga serie di negoziazioni tra le parti, la vendita dell'immobile fu sospesa[72].
Diego Sinagra non è l'unico figlio non riconosciuto nato da una relazione extraconiugale: nel 1996 nacque una bambina, che fu chiamata Jana, frutto della relazione dell'argentino con Valeria Sabalaín. Maradona, come già in passato, rifiutò di sottoporsi all'esame del DNA per cinque volte: il giudice Graciela Varela gli assegnò la paternità, autorizzò la madre ad usare il cognome Maradona[73] e il 29 giugno 2001, durante la sentenza di appello, dispose una quota per gli alimenti pari a 2.000 pesos[74]. Nel 2004 venne raggiunto un accordo tra le parti per la chiusura della causa, sulla base di un pagamento di 400 mila pesos e di 2.400 pesos di alimenti mensili tramite l'impresa Aceites y Esencias Patagónicas, alla quale Maradona aveva ceduto alcuni diritti commerciali[75]. L'azienda non rispettò l'accordo, pertanto si riaprì la disputa legale che, a seguito del pagamento delle cifre pattuite, vide l'assoluzione di Maradona: l'indagine infatti provò che la responsabilità dei pagamenti era a carico di Guillermo Coppola, indicato pertanto come colpevole dei mancati pagamenti[76]. Alla fine del 2005 venne intentata una nuova causa per un nuovo sospetto figlio del calciatore argentino. I genitori del ragazzo, chiamato Santiago (e battezzato dalla stampa Santiaguito), sarebbero Maradona e Natalia Garat, morta a causa di un tumore nel novembre del 2005 e alla quale l'argentino avrebbe elargito diverse somme di denaro[77]. Nel 2009 fu nuovamente portato in tribunale per la paternità di una bambina di 6 anni, figlia di una ballerina di un locale di Buenos Aires: l'esame del DNA, al quale Maradona si sottopose per la prima volta dopo vari processi, scagionò il calciatore argentino[78].
Emersero inoltre problemi di natura ecomonica con il fisco italiano, che lo accusò di aver evaso le imposte durante gli ultimi due anni di permanenza a Napoli[79]. Il giornalista Gianni Minà spiegò come i dirigenti del Napoli facessero firmare ai giocatori due contratti, uno da calciatori e uno per i diritti d'immagine[80]: questa procedura fu vista dalla Guardia di Finanza come evasione, l'ente lasciò del tempo per permettere agli accusati di pareggiare i conti ma Maradona, al contrario di alcuni ex-compagni di squadra come Careca ed Alemao[81], non prese provvedimenti. Vista la legge che prevede l'aumento della mora con il passare degli anni, una sentenza della Corte Suprema di Cassazione il 17 febbraio 2005 condannò il giocatore al pagamento di 31 milioni di euro[82]. A maggio 2008 la cifra ha toccato quota 34 milioni di euro a causa degli interessi accumulati (circa 3.000 euro al giorno[81]). A questo proposito, la Guardia di Finanza sequestrò il suo compenso di 3 milioni di euro percepiti nel 2005 per la partecipazione al programma televisivo italiano Ballando con le stelle[82]: inoltre il 6 giugno 2006, in occasione della manifestazione di beneficenza "Giugliano Cuore", nell'omonima cittadina a nord di Napoli, gli furono pignorati due Rolex d'oro del valore di 10.000 euro[79] (che furono poi acquistati da due tifosi napoletani, con lo scopo di incontrarlo per restituirglieli[83]). Il 18 settembre 2009, durante un soggiorno a Merano, gli venne ulteriormente pignorato un orecchino del valore di 5.500 euro[82]: il gioiello è stato poi messi in vendita a Bolzano il 14 gennaio 2010 e venduto per 25.000 euro[84] (l'acquirente, come si saprà più tardi, fu il calciatore Fabrizio Miccoli[85]). A fine 2009, il totale dovuto da Maradona al fisco è stato calcolato in oltre 37 milioni di euro[84].
Nel chiudere il contratto con il suo procuratore Guillermo Coppola, nel 2003 fu iniziata una causa nella quale il giocatore chiedeva il pagamento di 2 milioni di dollari, riguardanti la scomparsa di soldi guadagnati anche grazie alla partecipazione ad alcune partite promozionali[86]. Dopo il fallimento di varie udienze di conciliazione, Maradona decise nell'aprile 2008 di ritirare la querela[87].
Nel gennaio del 2006, mentre si trovava in vacanza in Polinesia, fu accusato di aver rotto un bicchiere in testa ad una donna, colpevole di aver avuto un alterco con sua figlia Gianinna: la questione venne risolta con un accordo tra le parti[88]. Sempre nel 2006 fu accusato di lesioni lievi ai danni di una coppia, ferita dai vetri di una cabina telefonica alla quale era andato addosso con la sua jeep il 10 febbraio dello stesso anno[89]. Secondo alcuni testimoni l'argentino lasciò il luogo dell'incidente senza fornire i suoi dati né quelli relativi al suo mezzo: Maradona, interpellato, negò di possedere il mezzo incriminato e, supportato da alcuni testimoni, dichiarò di non essere mai stato sul posto[90]. Dopo che l'ex calciatore non si presentò in tribunale a seguito di 5 citazioni, il giudice Gonzalo Rúa emanò un ordine di "comparizione forzata" nei suoi confronti: fu per questo fermato all'aeroporto di Ezeiza e portato in tribunale dove gli fu notificato ufficialmente l'atto[89].
Nel luglio 2007, il narcotrafficante colombiano Hernando Gómez Bustamante, uno dei capi del cartello della droga Norte del Valle, poco prima di essere estradato negli Stati Uniti ha assicurato che, quand'era agli arresti a Cuba, diede 50.000 dollari a Diego Maradona affinché influisse sul governo de L'Avana in modo da evitare l'estradizione[91].
Contrasti con la FIFA
Il 14 marzo 2008 appoggiò l'idea della Bolivia di continuare a giocare le partite di calcio in altura, sopra i 2700 metri sul livello del mare, in contrasto con quanto espresso dalla FIFA e dal suo presidente Joseph Blatter (riguardo alla difficoltà, per squadre non abituate, di giocare a certe altitudini)[92].
Idee politiche
Maradona ha mantenuto per diversi anni una discontinua ma forte amicizia con l'ex presidente dell'Argentina, il neoliberista di destra Carlos Saúl Menem[93]. Nel 1999 ha festeggiato con lui il trionfo alle elezioni presidenziali del radicale Fernando de la Rúa[94] che ottenne più voti del peronista Eduardo Duhalde (principale rivale di Menem all'interno del partito). Maradona gli fece visita mentre era agli arresti domiciliari nel 2001, accusato di aver favorito durante il suo mandato un traffico illecito di armi con Croazia e Ecuador[95]. Lo stesso Menem partecipò nel 2000 alla presentazione dell'autobiografia di Maradona, Yo soy el Diego, dedicata tra gli altri anche a lui[96].
Negli ultimi anni, il giocatore ha espresso il suo appoggio a diversi politici di sinistra. All'inizio del suo primo tentativo di riabilitazione a Cuba ha stretto amicizia con il leader cubano Fidel Castro, che ha poi appoggiato anche pubblicamente. Ha inoltre espresso ammirazione per l'argentino Ernesto 'Che' Guevara: dello stesso ha dichiarato nella sua autobiografia, riferendosi anche a Jorge Rafael Videla: "Tipi come Videla fanno sì che il nome dell'Argentina sia malvisto all'estero; al contrario, gente come il Che ci fa sentire orgogliosi"[97]. Segni di questa ammirazione sono due tatuaggi, di Guevara sul braccio destro e di Castro nella gamba sinistra[98]. Ha anche riconosciuto il lavoro dell'ex presidente argentino Néstor Carlos Kirchner, che incontrò nel 2004[99]. Nell'ottobre del 2007 manifestò pubblicamente il suo appoggio alla candidata (e attuale Presidente) Cristina Fernández de Kirchner[100].
Nel 2005 si recò in Venezuela per incontrare il presidente Hugo Chávez, che lo ricevette a Miraflores. Dopo questo incontro Maradona affermò di essere andato in Venezuela per "incontrare un grande uomo", ma di avere invece "incontrato un gigante"[101]. Nel novembre dello stesso anno Maradona fu uno dei partecipanti di spicco al Vertice dei Popoli, chiamato anche "controvertice" in opposizione al 4° Summit delle Americhe a Mar del Plata. Iniziò la sua partecipazione il 3 dello stesso mese, salendo a bordo dell'Expreso del Alba, un treno che partì da Buenos Aires e che trasportò 160 partecipanti al "controvertice", tra i quali il candidato alla presidenza della Bolivia Evo Morales[102]. Il Vertice dei Popoli, dal quale emerse avversione per l'imperialismo neoliberale e il rifiuto a George W. Bush (Maradona in particolare vestì una t-shirt con la scritta Stop Bush[103] e si riferì al presidente degli Stati Uniti come "immondizia umana"[104]), contava oltre all'argentino la presenza del presidente venezuelano Hugo Chávez, Silvio Rodríguez, Adolfo Pérez Esquivel e le Madri di Plaza de Mayo. La partecipazione di Maradona generò la reazione negativa di vari politici, tra i quali il presidente messicano Vicente Fox[105]. Nell'agosto 2007 Maradona andò oltre, apparendo nello show televisivo settimanale di Chavez dichiarando: "Odio tutto ciò che viene dagli Stati Uniti, lo odio con tutte le mie forze"[106]. Alla fine del 2007 Maradona si dichiarò vicino al popolo iraniano, in quanto avversario del presidente Bush, e donò la sua maglia numero 10 al leader iraniano Mahmud Ahmadinejad: il gesto scatenò le polemiche della comunità ebraica in Argentina, date le precedenti dichiarazioni del presidente iraniano sull'Olocausto[107].
Statistiche
Cronologia presenze e reti nei club
Carriera da giocatore
Stagione | Squadra | Campionato | Coppe nazionali | Coppe continentali | Altre coppe | Totale | |||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Comp | Pres | Reti | Comp | Pres | Reti | Comp | Pres | Reti | Comp | Pres | Reti | Pres | Reti | ||
1976 | Argentinos Juniors | N | 11 | 2 | - | - | - | - | - | - | - | - | - | 11 | 2 |
1977 | M+N | 37+12 | 13+6 | - | - | - | - | - | - | - | - | - | 49 | 19 | |
1978 | M+N | 31+4 | 22+4 | - | - | - | - | - | - | - | - | - | 35 | 26 | |
1979 | M+N | 14+12 | 14+12 | - | - | - | - | - | - | - | - | - | 26 | 26 | |
1980 | M+N | 32+13 | 25+18 | - | - | - | - | - | - | - | - | - | 45 | 43 | |
Totale Argentinos Juniors | 166 | 116 | 166 | 116 | |||||||||||
1981 | Boca Juniors | M+N | 28+12 | 17+11 | - | - | - | - | - | - | - | - | - | 40 | 28 |
1982-1983 | Barcellona | PD | 20 | 11 | CR | 5 | 3 | CC | 4 | 5 | CdL | 6 | 4 | 35 | 23 |
1983-1984 | PD | 16 | 11 | CR | 4 | 1 | CC | 3 | 3 | - | - | - | 23 | 15 | |
Totale Barcellona | 36 | 22 | 9 | 4 | 7 | 8 | 6 | 4 | 58 | 38 | |||||
1984-1985 | Napoli | A | 30 | 14 | CI | 6 | 3 | - | - | - | - | - | - | 36 | 17 |
1985-1986 | A | 29 | 11 | CI | 2 | 2 | - | - | - | - | - | - | 31 | 13 | |
1986-1987 | A | 29 | 10 | CI | 10 | 7 | CU | 2 | 0 | - | - | - | 41 | 17 | |
1987-1988 | A | 28 | 15 | CI | 9 | 6 | CC | 2 | 0 | - | - | - | 39 | 21 | |
1988-1989 | A | 26 | 9 | CI | 12 | 7 | CU | 12 | 3 | - | - | - | 50 | 19 | |
1989-1990 | A | 28 | 16 | CI | 3 | 2 | CU | 5 | 0 | - | - | - | 36 | 18 | |
1990-apr.1991 | A | 18 | 6 | CI | 3 | 2 | CC | 4 | 2 | SI | 1 | 0 | 26 | 10 | |
Totale Napoli | 188 | 84 | 45 | 29 | 25 | 5 | 1 | 0 | 259 | 115 | |||||
1992-1993 | Siviglia | PD | 26 | 5 | CR | 3 | 3 | - | - | - | - | - | - | 29 | 8 |
ott.1993-gen.1994 | Newell's Old Boys | A | 5 | 0 | - | - | - | - | - | - | - | - | - | 5 | 0 |
1995-1996 | Boca Juniors | A+C | 11+13 | 3+2 | - | - | - | - | - | - | - | - | - | 24 | 5 |
1996-1997 | A+C | 0+1 | 0 | - | - | - | - | - | - | SS | 1 | 0 | 2 | 0 | |
1997-ott.1997 | A | 5 | 2 | - | - | - | - | - | - | - | - | - | 5 | 2 | |
Totale Boca Juniors | 70 | 35 | 1 | 0 | 71 | 35 | |||||||||
Totale carriera | 486 | 262 | 57 | 36 | 32 | 11 | 7 | 4 | 588 | 312 |
Carriera da allenatore
Dati aggiornati al 25 giugno 2010
Stagione | Squadra | Campionato | Piazzamento | Andamento | |||
---|---|---|---|---|---|---|---|
Giocate | Vinte | Nulle | Perse | ||||
1994 | Textil Mandiyu | A+C | dimissionario | 12 | 1 | 5 | 6 |
1995 | Racing Avellaneda | A+C | dimissionario | 11 | 2 | 3 | 6 |
2008-2010 | Argentina | 24 | 18 | 0 | 6 | ||
Totale carriera | 47 | 21 | 8 | 18 |
Cronologia presenze e reti in Nazionale
Giocatore
Allenatore
Palmarès
Club
Competizioni nazionali
- Boca Juniors: Metropolitano 1981
- Barcellona: 1983
- Barcellona: 1983
- Barcellona: 1983
- Coppa Italia: 1
- Napoli: 1986-1987
- Napoli: 1990
Riconoscimenti individuali
- Capocannoniere del Campionato Metropolitano - 1978 (22 gol), 1979 (14 gol), 1980 (25 gol)
- Capocannoniere del Campionato Nacional - 1979 (12 gol), 1980 (18 gol)
- Calciatore sudamericano dell'anno accreditato dal CONMEBOL - 1979, 1980
- Calciatore sudamericano dell'anno secondo il Centro dei Giornalisti Accreditati dalla AFA (CEPA) - 1979, 1980, 1981
- Miglior giocatore dei Mondiali Under-20 - 1979
- Olimpia de Plata al Miglior Calciatore argentino dell'anno - 1979, 1980, 1981, 1986
- Olimpia de Oro al Miglior Sportivo argentino dell'anno - 1979, 1986
- Miglior Calciatore Sudamericano dell'anno per la rivista El Mundo, di Caracas - 1979, 1980, 1986, 1989, 1990, 1992
- Guerin d'Oro - 1985
- Onze d'or al miglior calciatore in Europa, secondo la rivista francese Onze Mondial - 1986, 1987
- Once de bronze al terzo miglior calciatore in Europa, secondo la rivista francese Onze Mondial - 1985, 1988
- Pallone d'Oro al Mondiale - 1986
- Calciatore dell'anno per la rivista World Soccer - 1986
- Capocannoniere della Serie A 1987-1988 (15 gol)
- Capocannoniere della Coppa Italia 1987-1988 (6 gol)
- Pallone di Bronzo al Mondiale - 1990
- Eletto "Miglior Calciatore Argentino di tutti i tempi" dalla AFA - 1993
- Pallone d'oro alla carriera - 1995
- Olimpia de Platino al Miglior Sportivo argentino del secolo - 1999
- Sportivo del secolo per il quotidiano argentino Clarín - 1999
- Eletto "Secondo miglior giocatore di tutti i tempi" in una votazione tra tutti i vincitori del Pallone d'Oro - 1999
- Calciatore del secolo FIFA secondo un sondaggio popolare - 2000 (insieme a Pelé, eletto da una giuria FIFA)
- Eletto autore del Gol del secolo - 2002
- Inserito nel FIFA 100 - 2004
- Golden Foot alla carriera - 2007
Note
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- ^ La Favola di Maradona-77ª puntata, su napoli.com. URL consultato il 4-11-2009.
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- ^ Sfide, 7m,37s.
- ^ (EN) Referto della finale, su fifa.com. URL consultato il 29-11-2009.
- ^ (EN) FIFA World Youth Championship Japan 1979, su fifa.com. URL consultato il 4-1-2010.
- ^ (EN) Statistiche del Mondiale Under-20 1979, su fifa.com. URL consultato il 2-1-2010.
- ^ La nuova vita di Diego, su archiviostorico.corriere.it, Corriere.it, 20-11-2008. URL consultato il 5-11-2009.
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- ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore
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- ^ Maradona, p.19
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- ^ a b La nuova vita del Pibe de Oro, su repubblica.it, 28-10-2009. URL consultato il 07-01-2010.
- ^ Maradona, esordio vincente con l'Argentina, su corrieredellosport.it, 19-11-2008. URL consultato il 07-01-2010.
- ^ Argentina, tremendo k.o., La Bolivia passeggia 6-1, su gazzetta.it, 01-04-2009. URL consultato il 07-01-2010.
- ^ L'Argentina batte l'Uruguay e si qualifica, su rainews24.it, 15-10-2009. URL consultato il 02-01-2010.
- ^ Maradona scheggia impazzita, insulti volgari dopo le lacrime, su gazzetta.it, 15-10-2009. URL consultato il 16-01-2010.
- ^ La Fifa squalifica Maradona, due mesi per gli insulti, su gazzetta.it, 15-11-2009. URL consultato il 16-01-2010.
- ^ «Maradona non potrà esserci al sorteggio», su corrieredellosport.it, 02-12-2009. URL consultato il 16-01-2010.
- ^ Il bisnonno materno di Maradona, Matteo Carioli, nacque a Curzola, Dalmazia (ora in Croazia, ai tempi parte dell'Impero austro-ungarico) ed emigrò in Argentina, dove nacque Salvadora, la nonna di Diego. Salvadora chiamò sua figlia Dalma per via dell'origine dalmata, e, a sua volta, Maradona ha chiamato Dalma la sua figlia maggiore.
- ^ Maradona, p.162
- ^ Il sogno di Dalma Maradona, su gazzetta.it, 8-1-2009. URL consultato il 2-1-2010.
- ^ Maradona diventa nonno, su gazzetta.it, 19-2-2009. URL consultato il 5-12-2009.
- ^ «Maradona padre a cinquant'anni», su corrieredelmezzogiorno.corriere.it, CorrieredelMezzogiorno.it, 22-01-2010. URL consultato il 28-01-2010.
- ^ La fidanzata di Maradona perde il figlio al 4° mese, su gazzetta.it, 27-1-2010. URL consultato il 28-1-2010.
- ^ Il 10 di Maradona non sarà ritirato, su archiviostorico.corriere.it, Corriere.it, 27-5-2002. URL consultato il 18-12-2009.
- ^ (EN) Rosa dell'Argentina ai Mondiali 2002, su fifa.com. URL consultato il 18-12-2009.
- ^ La partita "homenaje" a Maradona, su vivadiego.com, 10-11-2001. URL consultato il 4-1-2010.
- ^ (EN) Maradona takes charge of soccer vice president of Boca, su english.peopledaily.com.cn, PeopleDaily.com, 25-6-2005. URL consultato il 20-12-2009.
- ^ (EN) Maradona resigns as Boca Juniors vice president, su english.peopledaily.com.cn, PeopleDaily.com, 27-8-2006. URL consultato il 20-12-2009.
- ^ (EN) Soccer Aid for UNICEF, su unicef.org, 05-06-2006. URL consultato il 02-11-2009.
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- ^ Maradona incanta con lo showbol, su corriere.it, 27-11-2007. URL consultato il 12-12-2009.
- ^ (EN) Maradona: I hold my hands up, su thesun.co.uk, 31-01-2008. URL consultato il 20-12-2009.
- ^ Maradona, niente scuse a inglesi, su tgcom.mediaset.it, Tgcom.it, 2-2-2008. URL consultato il 20-12-2009.
- ^ a b c Dini, pp.63-64
- ^ a b Maradona ha addirittura una chiesa, su tgcom.mediaset.it, Tgcom.it. URL consultato il 2-11-2009.
- ^ (ES) Maradona agradeció que el estadio de Argentinos Juniors lleve su nombre, su cooperativa.cl, 9-8-2004. URL consultato il 7-12-2009.
- ^ Nello stadio del Boca una statua per Maradona, su repubblica.it, 26-10-2006. URL consultato il 3-12-2009.
- ^ (ES) Maradona tendrá otra estatua en un potrero argentino, su infobae.com, 26-10-2006. URL consultato il 7-12-2009.
- ^ Dini
- ^ (ES) Video dello spot, su guaranaantarctica.com.br. URL consultato il 2-4-2010.
- ^ Maradona, l'incubo Seleçao, su gazzetta.it, 24-4-2006. URL consultato il 2-4-2010.
- ^ Nasce la tv di Maradona, sarà visibile in 20 nazioni, su gazzetta.it, 15-1-2010. URL consultato il 15-1-2010.
- ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore
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- ^ Frase originale: "Aceptar no es reconocer. Tengo dos hijas con mi amor de toda la vida. Se llaman Dalma y Gianina. Estoy pagando con dinero mis equivocaciones del pasado. Un juez me obligó a darle dinero, pero no puede obligarme a sentir amor por él."
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Bibliografia
- Emanuela Audisio, Il ventre di Maradona. Storie di campioni che hanno prestato il corpo allo sport, Milano, Mondadori, 2007. ISBN 9788804568490
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- Massimo Mauro e Luca Argentieri, Ho giocato con tre geni. Zico, Platini, Maradona, Milano, Baldini Castoldi Dalai, 2001. ISBN 9788884900807
- Manuel Parlato, Da Maradona a De Laurentiis, Arezzo, Limina, 2009. ISBN 9788860410306
Filmografia
- Maradona di Kusturica, film-documentario, regia di Emir Kusturica, 2008
- Maradona, la mano di Dio, film, regia di Marco Risi, 2007
- Amando a Maradona, film, regia di Javier Vazquez, 2005
- Tifosi, film, regia di Neri Parenti, 1999
Speciali
- RAI, Sfide: Speciale Maradona, RAI 3, 27 dicembre 2004.
- La Gazzetta dello Sport, I Miti del Calcio - Maradona, DVD, 26 aprile 2005.
- La Gazzetta dello Sport, Non sarò mai un uomo comune - di Gianni Minà, DVD, 26 aprile 2005.
Voci correlate
Altri progetti
- Wikiquote contiene citazioni di o su Buzz/Sandbox
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Buzz/Sandbox
Collegamenti esterni
- (ES, EN) Sito ufficiale
- (EN) Profilo su FIFA.com
(EN, DE, FR, ES, AR) Buzz/Sandbox, su FIFA.com, FIFA. Template:NationalFootballTeams (EN) 0544764, su IMDb, IMDb.com.
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