Elvis Presley
Elvis Aaron[8] Presley (Tupelo, 8 gennaio 1935 – Memphis, 16 agosto 1977) è stato un cantante, chitarrista e attore statunitense. È stato uno dei più celebri cantanti di tutti i tempi, fonte di ispirazione per molti musicisti e cantanti di rock and roll e rockabilly,[9] tanto da meritarsi il soprannome de Il Re del Rock and Roll o semplicemente The King (Il Re in lingua italiana).[10]
Elvis Presley | |
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Nazionalità | ![]() |
Genere | Rock and roll[2] Rockabilly[2][3] Pop rock[2] Rock[2][3][4] Country pop[2] |
Periodo di attività musicale | 1953 – 1977 |
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[elvis.com Sito ufficiale] | |
La sua particolare presenza scenica ha prodotto un impatto senza precedenti sulla cultura americana e mondiale, e i suoi caratteristici movimenti di bacino, nei quali si produceva durante le sue scatenate esibizioni, gli procurarono l'altro particolare soprannome: "Elvis The Pelvis".
Negli anni cinquanta, all'epoca del suo esordio sulle scene internazionali, in Italia fu fonte di ispirazione per cantanti che successivamente raggiunsero la celebrità, e che non hanno mai rinnegato di aver maturato nel corso del tempo verso il cantante americano un notevole debito musicale e di immagine, ispirandosi sempre largamente nel corso della loro carriera alla sua musica, al suo stile, e al suo look: tra di essi si possono ricordare Adriano Celentano, Bobby Solo, e Little Tony.
Osannata e idolatrata da fan, critici e da molte altre personalità dello star system e dello Show business del suo tempo - da Marilyn Monroe ai Beatles - la sua figura ha oltrepassato il confine che divide un fenomeno di natura solamente e prettamente musicale dal quel grande universo rappresentato dalla cultura pop, finendo per diventarne una vera e propria icona: la sua morte avvenne in circostanze misteriose e mai completamente chiarite il 16 agosto del 1977.
Dopo il suo decesso, nel corso degli anni la sua immagine è stata in qualche modo trasfigurata e mitizzata dai suoi fan più accaniti, per i quali col tempo il cantante è diventato qualcosa di più di un semplice artista, raggiungendo lo status di un un vero e proprio oggetto di culto e venerazione: benché siano ormai trascorsi più di trent' anni dalla sua morte, migliaia di siti internet sparsi in tutto il mondo narrano tuttora di tutto quanto concerne la figura del cantante, collaborando a mantenere vivo l'interesse per la sua personalità e per la sua musica, e contribuendo alla divulgazione di materiale del più svariato e diversificato genere, comunque legato alla sua figura: parallelo alla distribuzione di materiale ufficiale, è floridissimo il mercato che si occupa della diffusione di gadget e reliquie, quali brani musicali inediti, foto e filmati particolari di concerti che tenne nel corso della sua lunga carriera, e bootleg di qualsivoglia tipologia.
Un' altro fenomeno degno di nota che prese ancor più piede successivamente al decesso del cantante, ma che già era largamente in auge quando egli era ancora in vita, è quello della nascita e del successivo consolidamento degli innumerevoli e attivissimi fan club, sparsi un po' ovunque nel mondo, che, già ben molto prima dell' era di internet, si occupavano di diffondere il merchandising legato all' immagine del loro idolo: tale fenomeno cominciò a evidenziarsi a partire dalla seconda metà degli anni cinquanta, quando il cantante raggiunse una notorietà mondiale, e permane tuttora in continuo fermento.


Merita menzione anche il particolare fenomeno della moltitudine di "Elvis Impersonator" (imitatori di Elvis), cioè artisti che sfruttando la loro somiglianza fisica e vocale con il cantante, si sono proposti nel corso degli anni come suoi imitatori; Anche questo fenomeno è in effetti legato alla particolare aura di misticismo e di venerazione con cui i suoi più accaniti fan circondarono sempre il loro idolo, e della quale il cantante subì, nel bene e nel male, le influenze durante tutto il corso dello svolgimento della sua lunga carriera. Tra di essi va ricordato Johnny Lee Harra (11 Giugno 1946 - 30 Marzo 2011), il più celebre di tutti: spesso poi vengono organizzati nei più disparati luoghi del mondo raduni commemorativi, ove durante lo svolgimento degli stessi gli imitatori di Elvis si esibiscono, accompagnati da orchestre che nella loro struttura e composizione si rifanno palesemente a quelle che collaborarono realmente con il cantante.
Non trascurabile infine anche il fenomeno attinente al singolare settore inerente ai multiformi gadget, prodotti solitamente da ditte a carattere artigianale, sparse un po ovunque nel mondo, e indissolubilmente legati alla figura del cantante; tale fenomeno, che all' epoca in primo luogo fu promosso e incentivato con ogni mezzo da quello che fu il suo manager "storico", il colonnello Tom Parker, a partire dal momento in cui egli cominciò a curare gli interessi del suo assistito, (e più in generale quando la fama del cantante oltrepassò il ristretto ambito locale presso il quale era rimasta confinata sino ad allora), col passare del tempo ha assunto i connotati di una vera e propria industria, molto attiva e prospera ancor oggi.
Tuttora a Memphis, città indissolubilmente legata alla leggenda che un enorme e articolato apparato mediatico ha nel corso del tempo creato attorno alla figura del cantante, nascono e prosperano una miriade di attività commerciali, presso le quali chiunque i può acquistare i più svariati e talvolta davvero strani gadget, ovviamente tutti caratterizzati dall' avere una qualche attinenza con la sua immagine.
Eccetto sei concerti tenuti in Canada, Elvis non si esibì mai fuori dagli Stati Uniti,[11] e nel corso della sua carriera Elvis ha visto le sue canzoni approdare più volte nella Top Chart della rivista Billboard, punto di riferimento per le vendite nel mercato discografico statunitense.[12] Sul mercato britannico, il cantante di Tupelo piazzò la bellezza di ventuno singoli in vetta alle classifiche di vendita, a volte con permanenze di ottanta settimane al primo posto. I suoi dischi a 45 giri rimasero in classifica 1.277 settimane, mentre i long playing con le sue canzoni stazionarono nella Top 10 dal novembre 1958 al luglio del 1964.
In 24 anni di carriera Elvis ha pubblicato ben 61 album, vendendo la bellezza di oltre un miliardo di dischi in tutto il mondo,[13][14][15] e conquistando in tal modo il record di dischi venduti da un solo cantante, record peraltro condiviso con i Beatles e Michael Jackson.[16]
Biografia
Elvis Presley, queste le cifre: in vent'anni 68 volte tra le Top 20 di Billboard[17] | ||||
Anno | Hit tra le Top 20 | |||
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1956 | 9 | |||
1957 | 9 | |||
1958 | 5 | |||
1959 | 4 | |||
1960 | 5 | |||
1961 | 6 | |||
1962 | 4 | |||
1963 | 3 | |||
1964 | 4 | |||
1965 | 4 | |||
1966 | 1 | |||
1968 | 1 | |||
1969 | 3 | |||
1970 | 3 | |||
1972 | 2 | |||
1973 | 2 | |||
1974 | 1 | |||
1975 | 1 | |||
1977 | 1 |
La nascita
Elvis Aaron Presley nacque di martedì, l' 8 gennaio del 1935, a Tupelo, nello stato del Mississippi, e soppravvisse al gemello, Jesse Gaaron Presley, che morì appena nato.[18]
Gli Anni quaranta
L'infanzia
Il padre di Elvis, Vernon, di origini scozzesi, non aveva un lavoro fisso, e la madre aggiustava come poteva i conti domestici, svolgendo lavori precari e saltuari: la famiglia Presley abitava in una modestissima dimora, sostanzialmente null'altro che un bilocale con il bagno situato all' esterno, situata appena fuori Tupelo, nelle immediate vicinanze del quartiere abitato dalla gente di colore: tale abitazione è ovviamente diventata in seguito meta di pellegrinaggio per i suoi fan, come del resto la ben più celebre e famosa "Graceland".[19]
L'infanzia di Elvis fu comunque poverissima, e di tale periodo della sua vita Elvis serbò sempre un ricordo molto particolare: nelle rare interviste che concesse successivamente ne fece spesso menzione, ponendo l'accento sul rapporto molto intenso che lo legava ai suoi genitori, ed in modo particolare alla madre, in quell'epoca.
I genitori di Elvis erano sempre stati assidui frequentatori della Chiesa Evangelica delle Assembly of God: proprio durante le frequenti cerimonie religiose a cui Elvis presenziava in compagnia dei suoi famigliari, si svilupparono le sue prime prese di contatto con il mondo della musica; In concomitanza con il suo ottavo compleanno, Elvis ricevette in regalo dai genitori una modesta chitarra, tramite la quale imparò i primi rudimenti musicali, osservando uno zio della madre mentre suonava durante le frequenti riunioni di famiglia: successivamente, utilizzando tale strumento, Elvis cominciò ad esibirsi in presenza dei compagni di scuola, e più in generale di amici e conoscenti, ottenendo talvolta un certo successo.[20]
Elvis, circa tre anni dopo partecipò anche a un concorso organizzato per dilettanti, organizzato e sponsorizzato dalla locale stazione radiofonica, la "WECO"; in quel frangente l'allora adolescente Elvis si esibì per la prima volta di fronte ad un pubblico di una certa consistenza, durante lo svolgimento della "Mississippi Alabama Fair and Dairy Show", una sorta di manifestazione fieristica a carattere locale, e nella classifica che venne stilata successivamente, egli ottenne un piazzamento onorevole, riuscendo a classificarsi al secondo posto.
Per la cronaca egli interpretò, accompagnandosi con la chitarra, un brano che era stato un classico di Red Foley, Old Shep.[21]
Circa una decina di anni dopo lo stesso brano fu inciso in studio dal cantante, e incluso in uno dei suoi primi album di successo, pubblicato durante il periodo durante il quale, scritturato dalla RCA Records, egli stava dando la scalata alla notorietà, e la sua fama non era più confinata in un ristretto ambito di carattere locale.
Gli anni cinquanta
L'adolescenza
Dal momento che Vernon non riusciva a trovare un lavoro a Tupelo, i Presley decisero di partire alla volta di Memphis, una città situata nello Stato del Tennessee, che in quegli anni era in pieno sviluppo economico: Elvis era ormai un adolescente, ma nella nuova città non riusciva a farsi troppe amicizie, principalmente a causa del suo carattere schivo e introverso, ed era terribilmente attaccato ai genitori, soprattutto alla madre. Il suo look, oltretutto, non lo rendeva affatto popolare tra i compagni di scuola: mentre gli altri ragazzi sfoggiavano solitamente un taglio di capelli corto, e pettinature in stile militare, Elvis portava invece i capelli piuttosto lunghi, raccolti in un ciuffo imponente, cementato da dosi abbondanti di brillantina, e abbinato a lunghe e vistose basette.
Probabilmente al momento non poteva certo immaginare che da lì a qualche anno, tale acconciatura sarebbe stata adottata da migliaia di suoi fan sparsi in giro per il mondo, diventando in seguito addirittura il simbolo di un' epoca, i "favolosi anni cinquanta", almeno quanto lo sono diventati successivamente i jukebox, le Cadillac, i Drive-in, e le bottigliette della Coca-Cola, icone dello stesso periodo storico.
Elvis inoltre si vestiva con abiti pacchiani e appariscenti, contraddistinti da tagli particolari e colori sgargianti, acquistati a Beale Street, nel cuore di Memphis, luogo eletto dalla gente di colore come suo punto di ritrovo prediletto, e dove, proprio per questo, poteva trovare tutto ciò che cercava a buon mercato. Elvis, contrariamente alla maggioranza della popolazione del sud degli Stati Uniti d'America non faceva distinzioni di razza e, indifferentemente, frequentava ambienti sia della comunità bianca, sia della comunità di colore: da qui il suo approccio disinvolto anche con la musica, che fu in seguito una delle ragioni che gli consentirono di raggiungere la fama e la celebrità. [22]
Negli anni cinquanta le stazioni radio statunitensi erano nettamente divise in due categorie: la prima era rappresentata da quelle che trasmettevano esclusivamente musica "bianca", e la seconda era rappresentata da quelle che trasmettevano esclusivamente musica "nera". Elvis le ascoltava indistintamente entrambe, finendo in tal modo per assorbire simultaneamente le influenze musicali di artisti sia "bianchi", sia "neri".
I primi passi nel mondo della musica
Con lo scopo di migliorare le sue condizioni economiche e quelle della sua famiglia, Elvis iniziò a cercare un'occupazione stabile: dopo qualche tempo trovò lavoro presso la Crown Electric di Memphis, presso la quale venne assunto come camionista: un giorno, transitando casualmente per la Union Street notò che alla Sun Records di Sam Phillips chiunque, sborsando una somma irrisoria, poteva registrare un disco dimostrativo, che successivamente poteva portarsi a casa, e magari ascoltare con il proprio grammofono tra le mura domestiche.[23]
Elettrizzato da quell' opportunità, Elvis decise di registrare un disco per fare un regalo alla madre, alla quale era legatissimo, per il suo compleanno, per l'esattezza una vecchia ballata che aveva ascoltato per radio sin dai tempi di Tupelo, My Happiness; Sam Phillips, ascoltato del tutto casualmente il ragazzo, ne intuì le potenzialità artistiche, e convocò immediatamente due session men che già avevano lavorato nel suo studio in passato, il contrabbassista Bill Black e il chitarrista Scotty Moore.
Elvis iniziò allora a collaborare proficuamente con loro, continuando a provare per ore e ore nuovi pezzi, perfezionando in tal modo la sua tecnica di esecuzione, o riarrangiando e vivacizzando pezzi già noti con l'apporto innovativo della sua voce, del suo particolare stile e degli arrangiamenti che il gruppo continuamente provava e riprovava: Scotty Moore, che qualche tempo dopo sarebbe diventato anche il suo primo manager ufficiale, sfruttando le sue conoscenze ed i suoi agganci si adoperò allora attivamente allo scopo di promuovere la figura dell' emergente cantante presso i locali circuiti musicali: successivamente iniziò a collaborare con i primi due, anche D.J. Fontana, un abile batterista.
La nascita del mito
Durante una notte di Luglio del 1954, dopo aver provato con loro per ore senza essere riuscito a prodursi in qualcosa che reputasse soddisfacente o originale, Elvis vinse la sua proverbiale timidezza e disse agli altri due: «La conoscete questa?», ed iniziò quindi a suonare un vecchio pezzo country di Arthur Crudup, intitolato That's All Right (Mama) vivacizzandolo con un ritmo molto particolare e frenetico; Sam Phillips, folgorato dalle peculiarità del suo arrangiamento uscì dalla sala di regia e li fermò dicendo ad Elvis: «No, non la conosco ma io di questo ne faccio un disco!!!».[24]
Elvis fu quindi scritturato da Sam Phillips, e da quel momento in poi iniziò a collaborare stabilmente e a incidere brani per la Sun Records: i primi singoli che Elvis incise per la Sun entrarono rapidamente nella storia del rock: Elvis incise brani quali That's All Right (Mama), Blue Moon of Kentucky, Good Rockin' Tonight, Baby Let's Play House, titoli che catapultarono istantaneamente il nome del giovane Elvis tra quelli delle stelle della musica del Sud degli Stati Uniti.[25]
Scotty Moore frattanto si defilò, e il nuovo manager del cantante diventò un certo Bob Neal, e che riuscì successivamente a procurare all'emergente cantante una serie di ingaggi presso alcune località, e assieme a quelli che nel frattempo erano stati battezzati i "Blue Moon Boys", Elvis si produsse in quello che può essere definito il suo primo tour ufficiale: in circa tre settimane attraversò il Sud degli Stati Uniti, dopo essere partito da New Orleans, nella Louisiana, essersi esibito in città dell' Alabama, della Florida, della Georgia, della Virginia, ed aver concluso il ciclo di spettacoli a Chattanooga, nel Tennessee.[26]
Albert Goldman, in alcuni paragrafi della biografia da lui scritta, e relativa al cantante, ha posto più volte l' accento su quell' enorme apparato mediatico e propagandistico che aveva sempre gravitato attorno al personaggio; nell' accezione più comune, e in particolar modo per in suoi fan più convinti e irriducibili, le gesta del cantante sono sempre state ammantate di un aura mistica e leggendaria, che lo ha sempre raffigurato come il detentore di una qualche forma di potere soprannaturale, capace di raccogliere sempre e comunque consensi e successi totali di fronte a chiunque e chicchessia. In realtà ciò non risponde affatto a verità, poiché, almeno in qualche caso, per esempio agli albori della sua carriera, le contestazioni non solo non mancarono, ma furono anche di notevole entità.[27]
Durante lo svolgimento di quel Tour, il cantante , suo malgrado, si accorse ben presto che il suo stile scatenato, la sua mimica provocatoria e i gli esagitati ancheggiamenti nei quali si produceva sui vari palcoscenici mentre si esibiva aveva un effetto pressoché nullo, se non addirittura controproducente, quando si trovava al cospetto di un pubblico composto principalmente da uomini e donne adulti, tanto che sovente in presenza di spettatori appartenenti a quest' ultima categoria, fu fatto oggetto di vere e proprie violente contestazioni, che diedero poi origine a incidenti di vario genere, e a conseguenti clamorosi nonché frustranti insuccessi.[28]
Fortunatamente per il cantante però, ben diversi erano gli esiti delle sue performance quand' esse avvenivano al cospetto di un pubblico composto principalmente da ragazzi e ragazze giovani; in quei frangenti egli si accorse ben presto di possedere una notevole dose di carisma sulla platea quand' essa era composta principalmente da suoi coetanei: confortato e rassicurato dai notevoli e entusiasmanti riscontri che egli otteneva quando tali circostanze si verificavano, non si demoralizzò, e indirizzò tutti i suoi sforzi verso quella direzione.[29]
Sostanzialmente, durante lo svolgimento dei suoi spettacoli, in presenza di quel tipo di pubblico la situazione per il cantante si evolveva rapidamente in modo positivo, poiché gli astanti non tardavano a manifestare in qualsiasi modo tutta la loro approvazione per ciò a cui stavano assistendo.[30]
Infatti, proprio a partire da quel periodo cominciarono a verificarsi, in concomitanza con lo svolgersi delle sue scatenate esibizioni, notevoli e ripetute manifestazioni di entusiasmo, di fanatismo e di isteria collettiva: ciò accadeva in particolar modo se la maggior parte degli spettatori che componeva il pubblico che assisteva in quel momento alle sue performance, oltre ché essere composto principalmente da gente giovane, apparteneva al sesso femminile, e più in generale comunque se esso, come quasi sempre accadeva, era formato da quelli che allora venivano definiti i cosiddetti "Teenager" (giovane, adolescente).[31]
In svariate occasioni il cantante dovette faticare non poco allo scopo di preservare la sua incolumità personale: talvolta non riusciva a portare a termine le sue esibizioni, poiché veniva assalito da orde di ragazzine urlanti e isteriche, che lo aggredivano con lo scopo di strappargli brandelli degli abiti che indossava in quel momento, per potersi appropriare di qualcosa che gli appartenesse, o chiedergli un autografo, o ancora semplicemente prodursi in una qualche forma di approccio sessuale con lui. In altre circostanze, egli fu fatto oggetto di vere e proprie aggressioni fisiche, perpetrate da fidanzati gelosi dell' ascendente che egli esercitava sulle loro predilette, e in molti casi la situazione degenerò. Quando si verificavano tali episodi al cantante non rimaneva altra alternativa se non quella di allontanarsi celermente dal palco sul quale si stava esibendo scortato e difeso dalle autorità locali.[32]
Tale tipologia di manifestazioni, la cui autenticità e la cui veridicità è comprovata inconfutabilmente dalla miriade di filmati amatoriali realizzati all'epoca, direttamente durante lo svolgimento degli spettacoli, finì anche per diventare una parte essenziale e imprescindibile dell'iconografia che cominciò a nascere e a svilupparsi rapidamente attorno all'emergente personaggio.[33]
La musica proposta da Elvis appariva così nuova, diversa e sconvolgente a tal punto, tanto che gli ascoltatori spesso telefonavano ai DJ che la proponevano presso le radio locali per cercare di scoprire chi fosse quel "nero che cantava canzoni country", oppure chi fosse quel "bianco che cantava pezzi blues".
inoltre il cantante nel corso di qualche settimana si approppriò di un singolare primato, poichè era l'unico artista che appariva, raggiungendo in entrambi i casi buoni piazzamenti, sia nelle classifiche di vendita attinenti a brani di musica rhythm and blues, sia nelle classifiche di vendita attinenti a brani di musica country. Ciò gli consentì inevitabilmente di raggiungere rapidamente una certa notorietà, benchè essa fosse comunque ancora ristretta in un ambito di carattere prettamente locale.
Nel 1955 il contratto che legava il cantante a Sam Phillips, che a causa delle modeste dimensioni e dei conseguenti limiti della sua piccola etichetta manifestava sempre maggiori difficoltà a gestire la rapida ascesa della sua giovane scoperta, venne ceduto da quest' ultimo alla RCA, per l'allora cifra record di 35.000 dollari.[34]
Curiosamente, il primo singolo che Elvis incise sotto l' egida della RCA, non venne tratto da un brano di Rock and Roll, ma da un brano di netta ispirazione Blues, dal titolo Heartbreak Hotel (L' Hotel dei cuori spezzati), che ottenne un ottimo riscontro di carattere commerciale a livello mondiale, e che contribuì a fare in modo che la norietà del cantante diventasse internazionale, e non rimanesse confinata in realtà di carattere prettamente locale, come era accaduto sin ad allora [35]
Sempre in quell' epoca, cominciò a collaborare stabilmente con il cantante ed il suo complesso un gruppo vocale composto da quattro ottimi coristi, denominato the Jordanaires: tale quartetto, validamente supportato dalle sue notevoli doti vocali, già godeva all'epoca di una notevole fama nella qualità di raffinato esecutore di brani Spirituals, Gospel, e Folk, e furono proprio i suoi membri a divenire successivamente anche il gruppo autore e arrangiatore di quei tipici accompagnamenti corali e delle armonie vocali che costituirono sempre una delle parti fondamentali della struttura musicale dei brani dai quali venne tratta la miriade di singoli incisi dal cantante durante tutto il corso del successivo decennio, e che amalgamandosi perfettamente con la sua voce, contribuirono a contraddistinguerli vocalmente in un modo molto particolare e caratteristico.[36]
I Jordanaires, successivamente alla morte del cantante, hanno inciso un notevole numero di album, contenenti cover di brani che ai tempi erano stati i suoi più grandi successi discografici: hanno inoltre partecipato spesso alle manifestazioni commemorative che lo riguardano organizzate in ogni parte del mondo, e collaborato anche con i migliori "Elvis impersonator", ovviamente in qualità di coristi.
Sempre in quel periodo Elvis fece anche la conoscenza del colonnello Tom Parker, che a causa di una serie di circostanze dopo qualche tempo sarebbe diventato il suo nuovo manager, sostituendo Bob Neal, e quando ciò accadde nacque anche una sorta di sodalizio artistico che sarebbe durato vent'anni, e il cui termine sarebbe stato sancito solamente dalla morte del cantante.[37]
Il complesso e controverso rapporto che nel corso di tutta la sua carriera legò in modo indissolubile e apparentemente molto produttivo e proficuo a livello economico per entrambi, il cantante ed il suo manager, col tempo finì per diventare un argomento di accesa discussione presso i suoi fan più accaniti: in merito la vulgata più diffusa e universalmente accettata è quella che definisce il colonnello Tom Parker come un individuo dal passato equivoco e nebuloso, venale, astuto e cinico, nonché gran giocatore d' azzardo, mentre invece il suo protetto come un soggetto docile e remissivo, animato da buoni sentimenti, e tendenzialmente propenso ad eseguire le direttive che il suo manager gli impartiva senza discutere o avanzare alcuna obiezione, perlomeno la maggior parte delle volte. Per i fan più irriducibili del cantante, se da un lato il colonnello fu dunque indubbiamente l' artefice delle sue enormi fortune commerciali, dall' altro, a causa del suo temperamento intriso di una notevole dose di cinismo, fu anche il principale responsabile del suo declino.[38]
Il colonnello, nel corso di una delle rarissime interviste che concesse, così si espresse nei riguardi del suo assistito: <<Quando conobbi Elvis, possedeva milioni di dollari di talento...ora possiede solamente milioni di dollari!>>
Dunque Parker, che era un personaggio scaltro e scafato, intuì immediatamente le potenzialità artistiche del suo assistito, e pienamente conscio della cosa, si attivò celermente allo scopo far esibire Elvis negli show organizzati dalla televisione nazionale, rendendo così possibile il suo ingresso simultaneo in tutte le case d'America: Il 3 Aprile del 1956 Elvis prese parte ad uno degli spettacoli prodotti dalla televisione nazionale più seguiti all' epoca, il "Milton Berle Show": più di quaranta milioni di spettatori assistettero quindi contemporaneamente alle sue esibizioni.[39]
I benpensanti, che rappresentavano una parte consistente dell' opinione pubblica, ovviamente si scandalizzarono, sia a causa del ritmo veemente e assatanato della musica che Elvis proponeva, sia a causa delle movenze selvagge nelle quali egli si produceva durante le sue scatenate esibizioni, che erano classificate come "oscene":[40] tuttavia i singoli che vennero tratti da brani come Heartbreak Hotel (5 milioni di copie), Teddy bear (4 milioni di copie), Don't Be Cruel (6 milioni di copie), Jailhouse Rock (che come singolo per ora ha venduto più di 9 milioni di copie), Hound Dog (13 milioni di copie), Love Me Tender (5 milioni di copie), All Shook Up (7 milioni di copie) permangono a tutt' oggi come tra i più venduti nella storia della musica, e detengono ancora record di vendita significativi, e talvolta tuttora imbattuti: particolare menzione meritano poi Jerry Leiber e Mike Stoller, che proprio in quel periodo furono gli autori di molti brani che sembravano strutturati ad arte allo scopo di esaltare le doti artistiche e vocali del cantante, e che tanto contribuirono a consolidare il suo successo.[41]
Nei primi mesi del 1957, coi proventi derivanti dalla sua fulminea e fortunata carriera artistica, Elvis acquistò una splendida dimora, Graceland, situata a Memphis, nel Tennessee, la adattò alle sue esigenze effettuando una serie di modifiche alla sua struttura, e ne arredò gli interni seguendo i dettami di uno stile pacchiano e kitsch. In seguito, vi si trasferì in compagnia di tutta la sua cerchia famigliare: ormai da tempo la dimora di Elvis è diventata una specie di mausoleo, meta di pellegrinaggio per i suoi fan, ed è considerata dagli americani una specie di monumento nazionale.[42]
Nel corso degli anni cinquanta vennero attribuite al cantante lunga serie di relazioni sentimentali, più o meno ufficiali, fra le quali si possono ricordare quelle che egli avrebbe intrattenuto con Dixie Locke, Barbara Hearn, Dorothy Harmony, Tempest Storm, June Juanico, e Natalie Wood, quest' ultima attrice già famosa all' epoca per aver interpretato un ruolo di una certa importanza nel celebre film Gioventù bruciata.
Il "Million Dollar Quartet"
Durante il corso della sua carriera Elvis non collaborò mai collegialmente con altri artisti, salvo in un caso, peraltro del tutto fortuito e casuale: il 4 Dicembre del 1957, durante lo svolgimento di una seduta di registrazione presso gli studi della Sun Records alla quale partecipavano Carl Perkins, come cantante, e Jerry Lee Lewis, come suo pianista, Elvis si trovò a passare casualmente da quelle parti, in compagnia di Johnny Cash: durante una pausa della seduta che si stava effettuando Elvis si sedette al piano, ed iniziò a suonare brani gospel e ad intrattenere gli altri astanti, che successivamente si unirono a lui.
Il tutto ovviamente accadde alla presenza di Sam Phillips, che intuendo la rarità e la particolarità dell'evento, decise di registrare quell' atipica esibizione dello strano quartetto che si era formato casualmente qualche istante prima.
Dalla suddetta esibizione vennero ricavati circa settanta minuti di materiale, che venne pubblicato successivamente al decesso di Elvis: Sam Phillips all' epoca definì i quattro, tutti artisti che già da tempo si erano ricavati un notevole spazio nell' ambito musicale del periodo, "The Million Dollar Quartet (Un quartetto da un milione di dollari)".
Le incisioni che vennero ricavate all' epoca rappresentano comunque l' unica testimonianza tangibile di una qualche forma di collaborazione attuata da Elvis con altri cantanti del suo tempo.[43]
L'avvio della carriera cinematografica
Convinto anche delle potenzialità di attore del suo assistito, il Colonnello Parker si attivò in ogni modo possibile e immaginabile, sfruttando tutte le sue varie conoscenze, allo scopo di inserire rapidamente il cantante all' interno dei vari circuiti cinematografici, e per poter fare in modo che ciò accadesse quantoprima, egli sollecitò l' esecuzione di una lunga serie di provini effettuati presso gli studi della Paramount, che diedero tutti un esito complessivamente soddisfacente, tanto che il felice risultato dell'operazione fu che il famoso produttore Hal B. Wallis firmò con il colonnello Parker un contratto di esclusiva per poter avere Elvis fra i protagonisti dei suoi film.
Il cantante venne allora contrattualizzato dalla celebre casa cinematografica Paramount Pictures, e cominciò quindi a lavorare stabilmente per la stessa in qualità di attore protagonista: nel biennio compreso fra il 1956 e il 1958, Elvis interpretò in qualità di primo attore quattro pellicole, diretto da registi del calibro di Robert Wise e Michael Curtiz.
Elvis, sino alla data della sua partenza per lo svolgimento del servizio militare, che lo costrinse giocoforza ad interrompere la sua carriera cinematografica, girò nell' ordine i seguenti Film, dai rispettivi titoli: Love Me Tender (Fratelli rivali), nel 1956, Loving You (Amami teneramente), nel 1957, Jailhouse Rock (Il delinquente del rock and roll, solitamente considerato dai suoi fan il suo film più riuscito), nel 1957, e King Creole (La via del male), nel 1958.
Le pellicole sopra elencate ebbero tutte un riscontro commerciale nettamente positivo, contribuendo a consolidare a livello internazionale la fama del loro interprete, e sono universalmente riconosciute fra le migliori della sua vasta produzione, in quanto indissolubilmente legate al suo periodo aureo, quando negli anni cinquanta Elvis fece il suo esordio sulle scene come rocker [44]
Elvis era dotato naturalmente di una certa presenza scenica, e di bei lineamenti, ma il colorito della sua carnagione, tendente al pallido, ed i suoi capelli rossastri mal si conciliavano con le esigenze del "technicolor": i truccatori ed i visagisti holliwoodiani intervennero allora pesantemente sul suo look, rivoluzionandolo completamente. A partire dal secondo film che girò, Elvis si tinse i capelli di nero corvino, iniziando nel contempo a sfoggiare occhi bistrati e un colorito terreo, dovuto ai pesanti make-up a cui si sottoponeva. Egli mantenne tali consuetudini per il resto dei suoi giorni, interrompendole solamente, per cause di forza maggiore, durante lo svolgimento del servizio militare.
Il servizio militare
Il 20 dicembre del 1957, proprio mentre stava collaborando alla realizzazione del film intitolato King Creole, la sua quarta pellicola girata per la Paramount Pictures, Elvis venne chiamato allo svolgimento del servizio militare. Ciò ovviamente scombinò i piani ed i progetti a breve e media scadenza che il Colonnello Parker stava mettendo in cantiere per tutelare la carriera del suo assistito, e conseguentemente egli allora si attivò allo scopo di ottenere un rinvio della partenza, affinchè il cantante potesse ottemperare agli impegni contrattuali che lo legavano alla casa cinematografica, e ci riuscì.[45]
Elvis ottenne una particolare dispensa dai comandi militari, e gli fu consentito di posticipare la data della sua effettiva chiamata alle armi, riuscendo quindi anche a portare a termine la lavorazione della pellicola senza ulteriori intoppi, ma successivamente, il 24 marzo del 1958 dovette comunque presentarsi presso il locale distretto militare per effettuare la cosidetta "visita leva".
Il Colonnello non perse ovviamente l' occasione per trasformare l' avvenimento in una sorta di evento mediatico senza precedenti; ogni singola fase della visita di leva di Elvis, del suo successivo arruolamento nell' esercito americano, che avvenne nel distaccamento militare di Fort Chaffee, nell' Arkansas, della sua assegnazione alla "Scuola di addestramento carristi" situata presso Fort Hood, nel Texas, e del suo successivo arrivo a Brema, in Germania, il 1 ottobre del 1958, venne ripresa, documentata accuratamente, e data spietatamente in pasto ai mezzi d'informazione, quali giornali, rotocalchi e televisione.[46]
Elvis venne arruolato tra le fila dei "G.I." di stanza a Friedberg, ossia nelle truppe di occupazione che stazionarono nel territorio tedesco per più di un ventennio dopo la fine della seconda guerra mondiale, come carrista: Elvis accettò di buon grado il netto cambiamento del suo stile di vita dipendente dal suo arruolamento, rifiutando a priori i vantaggi e i benefici derivanti dal fatto di essere una celebrità, tanto che si sottopose di di buon grado alle fatiche della vita militare, e durante tutto lo svolgersi del suo periodo di ferma, mantenne sempre nei confronti dei compagni un comportamento assolutamente irreprensibile, leale e corretto.[47]
Inoltre, sempre a causa dello svolgimento del servizio militare Elvis dovette giocoforza rimanere lontano dalle scene e dai palcoscenici per ben due anni: tuttavia, ponendo in atto un accorta politica commerciale (per esempio immettendo sul mercato discografico brani ancora inediti, raccolte di brani musicali già noti, e alimentando continuamente il floridissimo mercato dei gadget) il colonnello Parker riuscì a mantenere vivo e inalterato l'interesse del pubblico per il suo assistito, e la popolarità di Elvis non solo rimase intatta, ma anzi, si consolidò ulteriormente.[48]
Sempre durante lo svolgimento del suo servizio militare, Elvis apprese poi della morte dell'adorata madre, Gladys, che già da tempo manifestava gravi problemi di salute, avvenuta il 14 Agosto del 1958, all'età di soli 46 anni, a causa di una grave epatite.[40][49]
Durante il periodo della sua permanenza in Germania, Elvis si appassionò anche alle discipline delle arti marziali, ed in modo particolare a quella del karate: col tempo si perfezionò in quest' arte, e i suoi più accreditati biografi sostengono che al culmine della sua preparazione Elvis fosse diventato un combattente pericoloso e temibile come qualsiasi altro valido Karateka.[50]
Purtroppo, allo scopo di mantenersi più lucido e vigile durante lo svolgimento delle mansioni alle quali era assegnato nell' esercito, egli prese anche la poco salutare abitudine di assumere farmaci stimolanti, quali la benzedrina, e ciò sancì in lui il nascere di un'abitudine che con il passare del tempo si radicò nel cantante in misura sempre maggiore, diventando successivamente una grave forma di dipendenza, e nel prosieguo degli anni fonte per lui di innumerevoli guai di salute.
Nello stesso periodo terminò anche il suo rapporto con Anita Wood, un'attraente cantante che godeva di una discreta fama, con la quale Elvis aveva da tempo instaurato una relazione: successivamente, nell' agosto del 59 conobbe quella che circa una decina di anni dopo sarebbe diventata sua moglie: Priscilla Beaulieu, la figlia di un colonnello americano, anche lui di stanza in territorio tedesco.[51]
Gli anni sessanta
Il ritorno
All' inizio degli anni 60, i tempi stavano inevitabilmente cambiando. Le nuove rock band avevano ormai invaso il mercato, e i Teenager, che sin dagli albori della carriera del cantante avevano rappresentato la sua fetta di sostenitori più accaniti, cominciarono a dirottare le loro attenzioni ed il loro interesse verso i nuovi idoli musicali del momento, come i Beatles, i Beach Boys o i Rolling Stones, e questo stato di cose finì per esercitare delle influenze anche sull'evolversi della carriera di Elvis.
Dopo il ritorno dal servizio militare, nel 1960, Elvis era cambiato profondamente. Il primo effetto di tale metamorfosi fu la sua tendenza a mostrarsi sempre più guardingo e diffidente nei rapporti con la gente: la conseguenza di questo suo atteggiamento fu inevitabilmente il formarsi attorno alla sua persona di una impenetrabile barriera di parenti, amici, guardie del corpo, e "yes men" (persone che non avevano altro scopo se non accondiscendere a qualsiasi desiderio del capo, per entrare nelle sue grazie, e ottenere in seguito indubbi vantaggi) denominata Memphis Mafia, che lo proteggeva, ma gli impediva, tuttavia, di avere contatti normali con il mondo esterno.
Tipico esempio di questa situazione, il fatto di affittare un teatro o un intero parco di divertimenti per passare una serata in compagnia dei membri del suo entourage, senza quella che era considerata l'inopportuna presenza di persone estranee: sempre nel corso di quel decennio Elvis maturò anche un l'interesse per la numerologia e l'esoterismo. Ben presto la sua biblioteca personale si arricchì di un notevole numero di testi che trattavano tali argomenti.[52]
Dunque per Elvis gli inizi del nuovo decennio furono piuttosto duri e problematici, poiché la morte della madre Gladys, avvenuta mentre svolgeva il servizio militare in Germania, lo aveva gettato in un profondo stato di prostrazione, del quale pativa ancora le conseguenze; I suoi più accreditati biografi in effetti hanno sempre sostenuto che egli fosse legato alla madre da un rapporto particolarmente intenso, e che la perdita della stessa sia stato per lui un colpo terribile.
Nel 1960 Elvis fu ospite nello show televisivo di Frank Sinatra, benché quest'ultimo non avesse mai nascosto in un recente passato una profonda avversione per quello che era stato definito dai media di allora il "cantante del secolo", attaccandolo anche pubblicamente, e definendolo con appellativi assai poco lusinghieri: comunque sia la partecipazione allo Show diede ad Elvis la possibilità di riprendere il contatto col suo affezionato pubblico e riacquistare la visibilità di cui godeva un paio di anni prima.
Elvis si presentò allo show pochi giorni dopo essere rientrato dal servizio militare, e si produsse in una esibizione notevole, ma dalla quale inevitabilmente traspariva un netto cambiamento di stile, in quanto egli non appariva più l'aggressivo rocker di un tempo, ma un cantante molto più innocuo e sdolcinato: risale a quel periodo la pubblicazione di alcuni singoli di grande successo, quali Are You Lonesome Tonight? (Ti senti sola stanotte?), il rifacimento di un vecchio brano degli anni 20, caratterizzato dalla presenza di un lungo inciso parlato, e il riadattamento di due classici della canzone napoletana, It's Now or Never (O sole mio), e Surrender (Torna a Surriento).[53]
I suoi più accreditati biografi attribuiscono ad Elvis, negli anni sessanta, una relazione con Juliet Prowse, sua partner in Cafè Europa, film girato nel 1960, che null'altro era se non la sublimazione rivista e romanzata dei suoi ricordi di "naia", e una relazione con Ann Margret, che fu la sua partner in Viva Las Vegas, film girato nel 1964.
Verso la fine degli anni sessanta la situazione del cantante in effetti era già quella di un quasi recluso, e ciò può in parte motivare l'entusiasmo che negli anni successivi lo portò a cercare, in modo spasmodico e con incredibile frequenza, il contatto con il pubblico.
La ripresa e la prosecuzione della carriera cinematografica
A partire dall' inizio degli anni sessanta Elvis troncò completamente le esibizioni dal vivo, e decise di sfruttare al massimo il remunerativo filone cinematografico: in otto anni Elvis interpretò ben ventinove film, alcuni dei quali tuttora inediti in Italia, ma in realtà solo tre o quattro di questi potevano essere considerati artisticamente validi; gli altri potevano essere considerati al massimo dei "B-movie", di qualità dozzinale, girati in tempi record, talvolta in due settimane solamente.
Le trame di questi film erano solitamente banali, scontate e generalmente tutte molto simili tra loro: Elvis era sempre e comunque l'eroe canterino della situazione, il tutto condito dalla presenza della graziosa fidanzatina di turno, da un numero imprecisato di avvenenti e procaci fanciulle, da magnifici scenari esotici, da qualche scazzottata, dalla quale egli usciva immancabilmente vincente, e da un certo variabile quantitativo di canzoncine melense e insignificanti.[54]
Nonostante ciò i film spesso registravano resse al botteghino, e almeno sino alla metà del decennio incassarono bene: poi il filone di quelli che venivano definiti "Presley movies" iniziò a manifestare qualche segno di stanchezza, e verso la fine del decennio la situazione cambiò radicalmente. Il pubblico, forse stanco della monotonia e della banalità delle trame, che viaggiava di pari passo con quella delle colonne sonore, cominciò a disertare le sale cinematografiche, e ciò ovviamente si riflesse negativamente sugli incassi di tali pellicole, e di conseguenza anche sulla carriera cinematografica di Elvis.
Rappresentarono comunque un'eccezione a quella che ormai da anni era diventata una norma consolidata i due film girati da Elvis nel 1968, Stay Away, Joe e Live a little, Love a little (entrambi inediti in Italia), così pure come i tre girati nel 1969: Charro! (Un uomo chiamato Charro), e The Trouble with Girls (Guai con le ragazze), e Change of Habit (inedito in Italia).
I ruoli che Elvis ricopriva in queste pellicole erano molto meno banali e scontati, così come pure lo erano le loro trame, ma purtroppo tali pellicole, benché molto migliori di quelle che le avevano precedute, non riuscirono a risollevare le sorti della carriera cinematografica di Elvis, poiché i risultati che più contavano, quelli del botteghino, furono piuttosto mediocri.
Elvis, nel corso della sua carriera di attore, lavorò con una lunga serie di attrici, quali, in ordine alfabetico: Angela Lansbury (che interpretò in seguito la serie televisiva di successo La signora in giallo), Annette Day, Anne Helm, Ann-Margret, Barbara Eden, Barbara Stanwyck, Carolyn Jones (che interpretò in seguito il ruolo di "Morticia" nella famosa serie La famiglia Addams), Dolores Hart, Debra Paget, Dodie Marshall, Dolores Del Rio, Elsa Cárdenas, Elsa Lanchester, Glenda Farrell, Hope Lang, Ina Balin, Ivonne Craig, Ivonne Romain, Joan Blackman, Joan Freeman, Judy Tyler, Juliet Prowse, Lizabeth Scott, Lola Albright, Mary Tyler Moore (che interpretò in seguito l'omonima serie di telefilm, trasmessa in Italia negli anni ottanta), Schelley Fabares, Stella Stevens, Suzanna Leigh, Ursula Andress (celebre per aver interpretato il ruolo della Bond-girl nel film Agente 007 - Licenza di uccidere)
È comunque innegabile il fatto che Elvis avesse una certa propensione alla recitazione, anche se a onor del vero gli furono sempre affidati ruoli assai poco favorevoli a far emergere le sue doti di attore.[55] Fu scelto da Barbra Streisand per recitare nel film È nata una stella, ma le richieste esageratamente esose del colonnello Parker impedirono che ciò avvenisse, e la stessa cosa accadde anche per le sue candidature ad altri due film di notevole spessore: La gatta sul tetto che scotta, nel ruolo che fu di Paul Newman e Un uomo da marciapiede, nel ruolo che fu di Jon Voight.
Il Matrimonio
Dopo quasi dieci anni di fidanzamento, il primo maggio del 1967 Elvis convolò a nozze con la donna che da quasi dieci anni era assurta al ruolo di sua "fidanzata ufficiale": il tutto accadde durante lo svolgimento di una cerimonia privata, alla quale furono invitati e parteciparono solamente un ristretto gruppo di persone, formato dalle rispettive famiglie e dagli amici di vecchia data della coppia, presso l'Aladdin Hotel di Las Vegas: circa nove mesi dopo, il primo febbraio del 1968 il matrimonio venne allietato dalla nascita di una bambina, che venne battezzata col nome di "Lisa Marie". Elvis diventò dunque papà, poiché era nata Lisa Marie Presley, sua figlia, per la quale per tutto il corso della sua esistenza egli nutrì sempre una vera e propria forma di adorazione; finalmente il cantante era riuscito a realizzare uno dei suoi sogni più ambiti: la formazione di una famiglia tutta sua.
Il 68 Comeback Special
In buona sostanza, complice anche il progressivo scadere dal punto di vista qualitativo delle trame e delle colonne sonore dei film che interpretava, e che all'epoca rappresentavano praticamente, salvo rare (e talvolta lodevoli) eccezioni, la quasi totalità della sua produzione discografica, Elvis non vendeva più come un tempo e il suo manager, il colonnello Parker, tentò la carta di quella che in seguito si rivelò una mossa vincente: il suo pupillo avrebbe abbandonato la carriera di attore, e sarebbe tornato ad esibirsi davanti ad un pubblico di spettatori come cantante, celebrando in un questo modo le sue origini artistiche.
Dunque nel 1968 Elvis, a trentatré anni, sposato e padre di una bambina, stanco di proseguire una carriera di attore in film mediocri, volle rituffarsi appieno in quello che era stato il suo mondo agli inizi della sua folgorante carriera, il mondo della musica: il colonnello Parker organizzò uno special televisivo natalizio per la NBC, la regia del quale venne affidata al giovane Steve Binder, che aveva già diretto un paio di documentari sul mondo del rock and roll, e che aveva manifestato l'intenzione di produrre uno special su Elvis.
Quello che venne poi chiamato 68 Comeback Special, e che in origine sarebbe dovuto essere null'altro se non una prevedibile e stereotipata celebrazione del Natale, grazie al fondamentale e innovativo apporto di Binder e di Elvis, che collaborarono alacremente tra di loro, allo scopo di raggiungere un risultato finale artisticamente valido, diventò invece la celebrazione del ritorno di Elvis Presley in grande stile come rocker.
Elvis si presentò al cospetto del pubblico in una forma strepitosa, e la pinguedine che suo malgrado aveva sfoggiato nei film che aveva girato sino a qualche tempo prima era solo un ricordo: visibilmente dimagrito, e fasciato in una magnifica tuta di pelle nera, diede sfogo a tutta la grinta che aveva dovuto reprimere in tutti gli anni in cui si era dedicato alla recitazione, regalando al pubblico americano uno spettacolo magnifico, entrato nella storia della televisione americana.
Il notevole successo che arrise allo show rinnovò in Elvis il desiderio, sino ad allora sopito, di dedicarsi alla produzione di musica eccellente e di qualità: spinto da tale motivazione decise quindi di ritornare a Memphis, la città che più di ogni altra era stata l'involontaria testimone della nascita del suo mito, e di chiudersi in uno studio di incisione allo scopo di effettuare una lunga serie di sedute di registrazione.
Elvis, influenzato positivamente dall'elettrizzante ed entusiasmante atmosfera che si era creata attorno alla sua persona, e dalla valenza artistica dei suoi collaboratori (autori, strumentisti e coristi), si dedicò alacremente e con professionalità alle sedute di registrazione, dando il meglio di se stesso; I risultati di tutto ciò non si fecero attendere, e il frutto di tutto questo intenso lavoro furono due album, che furono accolti positivamente da critica e pubblico, contenenti una lunga serie di brani eccellenti: tali album, Back In Memphis e From Elvis in Memphis, contenevano canzoni quali In the Ghetto e Suspicious Minds (di quest'ultima un gruppo che raggiunse una certa notorietà negli anni ottanta, i Fine Young Cannibals produsse una cover, che ottenne all' epoca un buon riscontro commerciale), che furono successi discograficamente notevoli, e contribuirono a far ritornare il nome di Elvis tra quelli che occupavano i primi posti delle varie classifiche, cosa che ormai non accadeva dalla prima metà degli anni 60.
Tornò anche la voglia di esibirsi dal vivo, e mentre Elvis seguendo le direttive di James Burton, il suo nuovo chitarrista, cominciò a collaborare stabilmente con i membri di quella che sarebbe stata successivamente denominata la TCB Band, il gruppo che lo avrebbe accompagnato per tutti i futuri tour degli anni 70, e che annoverava tra le sue fila il bassista Jerry Scheff, il batterista Ronnie Tutt, il chitarrista ritmico John Wilkinson e il pianista Larry Muhoberac, il colonnello firmava un contratto di esclusiva con l'International Hotel di Las Vegas, che sanciva la disponibilità del cantante ad effettuare una lunga serie di concerti, che in seguito avrebbero ottenuto un ottima accoglienza di pubblico e di critica.
Gli anni settanta
Elvis iniziò il nuovo decennio producendosi in una seconda serie di spettacoli, fra il 26 gennaio e il 23 febbraio 1970, sempre all'International Hotel di Las Vegas, ottenendo ogni volta che si esibiva uno strepitoso successo di critica e di pubblico: paradossalmente, una quindicina di anni addietro era stata proprio quella città la testimone di uno dei rarissimi insuccessi del giovane Elvis, poiché il sofisticato pubblico che affollava i suoi esclusivi locali aveva dimostrato di apprezzare assai poco i manierismi e le movenze in cui il cantante si produceva durante le sue scatenate esibizioni.[40]
Ancor più paradossalmente fu però proprio la stessa città la testimone della sua rinascita artistica: da quel momento in poi Elvis sembrò deciso a voler recuperare tutti gli anni perduti trascorsi lontano dal pubblico e nell'arco di sette anni, fra il 1970 e il 1977, si esibì in quasi un migliaio di concerti, con una media di uno ogni due giorni e mezzo circa: inoltre tali concerti comprendevano più esibizioni, anche due o tre, che avvenivano in diversi orari della stessa giornata.[40]
Durante tutto lo svolgersi di quel lungo periodo, il cantante si avvalse dell' attiva e per lui fondamentale collaborazione di Cissy Houston, nota ai più per il fatto di essere la madre della celebre Whitney Houston, popolarissima negli anni 80, e deceduta recentemente.
Qualche anno prima, nel 1963, Cissy Houston aveva fondato un gruppo vocale tutto al femminile, battezzato col nome di The Sweet Inspirations (Le Dolci Ispirazioni), delle quali in quell' epoca aveva fatto parte anche Dionne Warwick, e che aveva in precedenza già collaborato attivamente con artisti del calibro di Aretha Franklin, Wilson Pickett, Lou Rawls, Otis Redding, The Drifters, Dusty Springfield, Jimi Hendrix, e Van Morrison.
Da ricordare anche il ruolo di Bill Belew, un famoso costumista di Los Angeles, che a partire dal 1968, si occupò del guardaroba personale di Elvis, e più in generale dei suoi costumi di scena: a partire da allora divenne dunque il suo costumista ufficiale, dando in quel modo origine ad un sodalizio che durò sino al decesso del cantante.[40]
Inizialmente, i costumi di scena di Elvis si ispiravano nettamente alle tuniche indossate dai Karateka, ed il loro disegno era lineare, semplice e razionale; col passare degli anni esso finì per diventare sempre più pacchiano ed elaborato, e vennero di volta in volta inseriti su di essi un numero esagerato di guarnizioni decorative e orpelli del più svariato genere, che concorrevano alla formazione di disegni di natura simbolica. Tali costumi vennero corredati in seguito ad accessori quali grossi cinturoni, lunghi e decoratissimi mantelli, nonché a sciarpe particolari, tinte con colori cangianti, che il cantante lanciava solitamente verso il pubblico alla fine delle sue performance: inevitabilmente, col passare del tempo, tali costumi ("Jumpswit", in inglese) finirono per essere considerati una parte indissolubile dell' iconografia che ruotava attorno del personaggio, e a diventare parte integrante della sua immagine.[40]
Dopo il decesso del cantante, i suoi costumi di scena assursero inoltre al ruolo di vera e propria reliquia, e furono esibiti in giro per il mondo durante le manifestazioni che avevano attinenza alla sua figura: alcuni di essi sono stati anche venduti durante lo svolgimento di aste a cifre davvero ragguardevoli, mentre gli altri sono ancora visibili presso quella che fu la sua dimora, Graceland.
Verso la fine del 1970 Elvis si attivò allo scopo di ottenere un colloquio con l' allora presidente degli Stati Uniti Richard Nixon: la richiesta che egli avanzò venne accolta, ed il 21 dicembre dello stesso anno egli si recò alla Casa Bianca, in visita al presidente: in concomitanza con l' avvenimento vennero scattate numerose foto, che lo ritraggono mentre dialoga con lui nel celebre Studio Ovale. La Biblioteca presidenziale Nixon Library & Birthplace, con sede a Yorba Linda in California, vende queste foto con la didascalia «The President & The King»: inoltre Elvis, che da sempre subiva il fascino delle armi e delle uniformi, proprio allora riuscì a coronare un sogno inseguito da tempo: con l' approvazione e il beneplacito del presidente Nixon, Elvis divenne a tutti gli effetti un agente dell F.B.I., sezione narcotici.[40] A partire dai primi anni settanta, Elvis adottò uno stile di vita sempre più sregolato e stravagante: da allora in poi, cominciò ad indossare capi di abbigliamento sempre più vistosi ed eccentrici e a fare sfoggio, ogni qualvolta gliene si presentava l' occasione, di atteggiamenti, come si suol dire, "regali", da vero e proprio "monarca": venne allora soprannominato "the King (il Re)", e per i suoi fans più accaniti e irriducibili, tale rimase sino alla fine dei suoi giorni.[40]
Elvis inoltre si produceva spesse volte in spese folli, acquistando con un ritmo forsennato quantitativi enormi di monili e gioielli costosissimi, auto di lusso, a volte fatte personalizzare apposta per lui allo scopo di soddisfare i suoi gusti tendenti al kitsch da esosi carrozzieri. Di tali acquisti egli poi si sbarazzava successivamente, magari regalandoli alle fidanzate del momento, o a conoscenti, o ai membri del suo entourage, o talvolta addirittura a sconosciuti, e tale comportamento dissennato finiva inevitabilmente per mettere a volte in crisi le sue pur cospicue finanze.[40]
Nel corso del 1975 Elvis acquistò addirittura due aerei: un piccolo quadrigetto Lockheed JetStar, usato sino ad allora per l' esecuzione di voli charter, che battezzò "Hound Dog II°", e addirittura un jet quadrimotore Convair 880, un aereo civile di medie dimensioni solitamente adibito al trasporto di passeggeri, che era stato recentemente dismesso dalla compagnia Delta Air Lines, con l'intenzione di farlo diventare il suo "aereo personale", spendendo la somma di 250,000 dollari: dopo una costosissima ristrutturazione degli interni di cui l' aereomobile fu fatto oggetto, portata a termine allo scopo di renderlo conforme ai suoi gusti, la cifra spesa raggiunse e superò i 600,000 dollari. L'aereomobile fu immediatamente battezzato "Lisa Marie", in onore della figlia del cantante, e ovviamente utilizzato in seguito da Elvis e dal suo entourage per raggiungere celermente le più disparate località dell'America.[40]
Un' altra costosa passione che il cantante nutrì per tutto il corso della sua esistenza, fu quella per le armi in genere, e in particolar modo quelle da utilizzare per la difesa personale, quali pistole e fucili della più varia e diversificata foggia: col passare de tempo egli arrivò a possederne una collezione molto numerosa e di tutto rispetto.[56]
Malgrado le insistenti voci di possibili tour esteri, Elvis non si esibì mai al di fuori dai confini degli Stati Uniti o del Canada: di conseguenza furono sempre migliaia gli appassionati che da tutto il mondo si recarono oltreoceano allo scopo di poter assistere di persona ad una sua esibizione.
L' Aloha from Hawaii via satellite
La ripresa delle sue esibizioni dal vivo aveva indubbiamente contribuito a rivitalizzare l' immagine di Elvis, appannata dalle decine di film dozzinali girati nel decennio precedente: il colonnello Parker, nel tentativo di sfruttare al meglio l'onda del rinnovato successo, cominciò a pensare di organizzare una sorta di mega-concerto, del quale ovviamente Elvis sarebbe stato l'unico ed esclusivo protagonista, e tale proposito si concretizzò successivamente nell'organizzazione di un mega-show, che sarebbe stato trasmesso, via satellite, in tutto il mondo.[40]
Peculiarità principale di tale concerto era il fatto che i proventi ricavati sarebbero stati devoluti in beneficenza: più dettagliatamente l’opera di beneficenza riguardava la raccolta di fondi da utilizzare per finanziare la ricerca sul cancro, che in seguito sarebbero stati devoluti ad un'associazione benefica denominata “Kui Lee Cancer Benefit”; in realtà, la raccolta di tali fondi aveva già preso il via nel Giugno del 1972, in memoria di un grande cantante e compositore hawaiiano, Kui Lee, che era deceduto a causa di un cancro qualche anno addietro, il 3 Dicembre del 1966, all' età di soli 34 anni. Fautore di tale nobile iniziativa era stato il giornalista Eddie Sherman, che collaborava con una testata giornalistica locale denominata Honolulu Advertiser.[40]
Sussistono comunque testimonianze inconfutabili del fatto che Elvis, a partire dai primi anni sessanta, raggiunta e consolidata la ricchezza, avesse iniziato a collaborare attivamente con una serie di organizzazioni che si occupavano di raccogliere fondi per devolverli successivamente a scopo benefico, effettuando una lunga e svariata serie di donazioni in denaro, peraltro di rilevante entità, alle stesse, e che mantenne tale nobile consuetudine sino alla fine dei suoi giorni.[40]
Il 14 gennaio del 1973 venne quindi trasmesso in TV il primo show via satellite da Honolulu, Elvis: Aloha From Hawaii, che fu seguito da un pubblico stimato di oltre un miliardo di telespettatori in quaranta paesi: Elvis in tale frangente si propose al meglio, tanto che tale concerto è solitamente considerato dai suoi fans come la migliore esibizione dell' "Elvis anni settanta", e anche la sua ultima grande performance prima del suo successivo progressivo declino.[40]
Per l'occasione Elvis avanzò a Bill Belew, il suo costumista, la richiesta di preparargli un costume di scena che richiamasse anche visivamente i più classici stereotipi degli Stati Uniti d' America, e per accontentarlo costui produsse un costume in un particolare tessuto bianco, tempestato di pietre preziose, che formavano il disegno di quello che era da sempre considerato dal popolo americano il simbolo più caratteristico e pregnante della nazione, e cioè quello dell' "American Eagle (l' aquila americana)", riprodotta disponendo ad arte sul tessuto vistose gemme rosse, oro e blu: il tutto era accompagnato da una cintura chiusa da un enorme fibbia decorata con altre "American Eagle" dorate, e da un imponente mantello tempestato di gemme, disposte in modo da formare un disegno che riproduceva per l'ennesima volta tale simbolo.[40]
Elvis, indossando l' ultima creazione del suo stilista personale, si produsse allora in un ottima performance, esibendosi interpretando una lunga serie di brani, comprendente pezzi di recente fattura scritti appositamente per lui, classici che erano stati interpretati in precedenza da altri artisti, e anche un medley di quelli che potevano essere considerati i suoi cavalli di battaglia, brani "storici", che egli aveva interpretato agli albori della sua carriera, e il cui grande successo di vendite quasi vent' anni prima gli aveva consentito di raggiungere la celebrità e la notorietà a livello internazionale.
Il cantante si esibì di fronte ad un foltissimo pubblico cantando, dialogando e intrattenendo gli astanti per per più di un'ora, senza manifestare il minimo cedimento, e facendo sfoggio di una forma fisica e vocale assolutamente impeccabile: [57]dal concerto venne successivamente ricavato l' album doppio Aloha From Hawaii: Via Satellite (1973).
Peculiarità di tale album era quella di essere stato inciso utilizzando un procedimento di incisione per l' epoca assai innovativo e rivoluzionario, che sfruttava i principi tecnici basati su quel ramo delle scienza acustica definita quadrifonia, e in effetti fu anche primo disco a utilizzare tale sistema di incisione a diventare un million seller.[40]
La produzione discografica
La produzione discografica complessiva fu enorme e molto diversificata per tutto il corso del decennio: a fianco di una serie di album pubblicati sull'etichetta economica RCA Camden, sottomarca della RCA, che erano sostanzialmente antologie di brani che costituivano le colonne sonore dei film degli anni sessanta, furono pubblicati numerosi album con materiale inciso in studio, alcuni molto validi artisticamente: fra questi si possono ricordare Elvis Country (I'm 10,000 Years Old) (1971), un concept album di musica country, Elvis Sings the Wonderful World of Christmas (1971) e He Touched Me (1972), raccolte di brani di carattere natalizio e gospel, e più tardi Promised Land e Today (entrambi del 1975): numerose furono anche le antologie pubblicate utilizzando materiale inciso nei decenni precedenti. I maggiori successi da classifica come singoli, nel periodo furono: Kentucky Rain (1970), The Wonder of You (1970), There Goes My Everything (1971), Burning Love (1972), Steamroller Blues (1973), Promised Land (1974), My Boy (1975), T-R-O-U-B-L-E (1975) e Moody Blue (1977).
I documentari
A partire dall fine degli anni 60 Elvis troncò ogni forma di collaborazione con Hollywood, e le uniche testimonianze ufficiali della sua attività concertistica basata su sue immagini risalenti agli anni 70 furono due documentari; Il primo venne intitolato Elvis, That's The Way It Is (Elvis, questa e la vita per lui), e venne realizzato nel 1970, ed il secondo venne intitolato Elvis On Tour (Elvis in Tour), e venne realizzato circa due anni dopo, nel 1972: pur con qualche limite e qualche ingenuità, questi documentari forniscono comunque uno testimonianza abbastanza fedele del tipo di vita condotta per tutto il corso di quegli anni dal cantante.[40]
Tali documentari poi pongono anche involontariamente l' accento su tutta quella strana forma di folklore, che per tutto lo svolgimento della sua lunga carriera caratterizzò, a volte in modo grottesco, il rapporto che il cantante intrattenne con i suoi fan più irriducibili, fornendone una dettagliata e particolareggiata panoramica, oltre che ovviamente essere una minuziosa e puntuale carrellata di testimonianze visive dell' intensa attività concertistica in cui egli si produceva, esibendosi senza sosta sui palcoscenici di tutta l' America.[40]
Il declino
All' inizio degli anni settanta, Elvis cominciò a soffrire di una grave forma di glaucoma secondario, una pericolosa malattia degli occhi, e di tale problema soffrì sino alla fine dei suoi giorni: inoltre i lunghi periodi di lontananza dalla moglie Priscilla, che non seguiva Elvis durante lo svolgimento dei suoi interminabili tour, i suoi sempre più frequenti rapporti con altre donne, e la sua precaria salute (Elvis aveva aumentato considerevolmente l'uso di psico-farmaci dal suo ritorno alle esibizioni dal vivo nel 1969, e ciò inevitabilmente finì per riflettersi sul suo carattere...), spinsero poi la moglie Priscilla a chiedere la separazione da lui, nel febbraio del 1972.[40]
Il 9 ottobre del 1973 venne sancito il divorzio a Santa Monica, e, sebbene l'amicizia fra Elvis e l' ex-moglie Priscilla sia durata per tutta la vita del cantante, ciò causò il profilarsi in lui di un periodo di acuta depressione: risale a quel periodo la pubblicazione di un brano dal quale fu tratto un singolo di carattere fortemente autobiografico, dal titolo Always on my mind (Sempre nella mia mente), che ottenne un certo successo, e del quale un notissimo gruppo molto in auge negli anni ottanta, i Pet Shop Boys, nel 1987 produsse un rifacimento in chiave Dance, che godette a sua volta di un ottimo riscontro di carattere commerciale.
Lo stato depressivo di cui il cantante già soffriva venne aggravato in seguito anche a causa della commercializzazione di una biografia dissacrante e diffamatoria nei suoi confronti, dal titolo Elvis, What's Happened? (Elvis, cosa ti è successo?), scritta e fatta successivamente pubblicare da alcuni ex membri del suo seguito, Red West, Sonny West, e Dave Hebler, che per quasi un ventennio erano stati i "membri storici" della cosiddetta "Memphis Mafia", che per motivi di natura prettamente economica erano entrati già da tempo in conflitto con lui, e a causa di ciò lo avevano abbandonato, dopo un sodalizio durato decenni.[40]
Successivamente, Elvis imbastì una relazione stabile con Linda Thompson, che era stata eletta "Miss Tennessee", e che gli rimase accanto per circa quattro anni: l' ultima "fidanzata ufficiale" di Elvis fu invece la modella e attrice Ginger Alden, che gli rimase accanto durante l' ultimo periodo della sua vita.[40]
Purtroppo per Elvis barbiturici, tranquillanti e anfetamine diventarono suoi compagni abituali di tutte le ore del giorno e della notte. Il letale mix di farmaci che era solito assumere sempre con maggior frequenza e in quantità sempre più rilevanti, finì per incidere in modo pesantemente negativo sulla sua salute, e la cosa ovviamente non fu senza conseguenze: i ricoveri in ospedale diventarono allora frequenti e inoltre a quella che sembrava la continua crescita di uno stato ipocondriaco, si aggiungevano poi le nefaste conseguenze di una alimentazione eccessiva e disordinata, che portarono Elvis a ingrassare vistosamente e a sottoporsi poi, nel tentativo di recuperare un minimo di forma fisica, a spossanti diete dimagranti a base di medicinali.[40]
Verso la fine del 1973 la salute di Elvis, già compromessa dalla vita stressante che conduceva ormai da tempo, cedette praticamente di schianto: così lo ricorda Il suo chitarrista John Wilkinson: «Gonfio come un otre, balbettante, un vero rottame... c'era qualcosa che assolutamente non andava nel suo fisico... stava così male che le parole nelle sue canzoni erano totalmente indecifrabili...»[40]
Comunque sia Elvis continuò a prodursi negli anni successivi in una serie incessante di faticose esibizioni dal vivo, girovagando per gli Stati Uniti con il suo seguito senza mai concedersi una sosta, continuando a mettere a dura prova la resistenza del suo fisico.
Purtroppo però i suoi fan non poterono fare a meno di assistere al suo progressivo declino psicofisico: in effetti la seconda metà degli anni settanta videro un Elvis sempre più confuso, insicuro, grasso e sfatto calcare le scene dei ricchi palcoscenici americani, anche se a onor del vero, benché le sue condizioni fisiche fossero tutt' altro che ottimali, talvolta non mancò di prodursi in performance di indubbio livello, come la sua memorabile esibizione a Indianapolis alla "Market Square Arena" il 26 giugno 1977, durante la quale eseguì una sentita e vocalmente indimenticabile interpretazione del pezzo Unchained Melody, brano utilizzato in seguito negli anni ottanta come colonna sonora del film Ghost nella versione del 1965 incisa dai The Righteous Brothers, e un altrettanto valida interpretazione di un altro vecchio successo, Bridge over Troubled Water, un famosissimo pezzo, cavallo di battaglia di Simon and Garfunkel nel 1969.[40]
Degno di nota inoltre il fatto che Elvis nutrì per tutto il corso della sua carriera una passione incondizionata per la musica sacra e gospel, e, ogniqualvolta gliene si presentava l' opportunità, ne interpretava dei brani, sia in studio, sia dal vivo: questa sua passione era nata quando, adolescente, si recava ad ascoltare le esibizioni dei Blackwood Brothers, e degli Stamps, due gruppi vocali celebri per la bontà dei cori e degli arrangiamenti nei quali si producevano durante le loro performance. J.D.Summer, che collaborò con Elvis per tutto il corso degli anni settanta in qualità di corista, ne aveva fatto parte, e la sua voce leggendaria raggiunse un record molto particolare, inserito nel guinness dei primati, cioè il primato della nota più bassa emessa dalla voce umana e di cui permanga una traccia fonografica: per la cronaca tale nota fu emessa durante la registrazione del brano Way Down, presente in uno degli ultimi singoli incisi da Elvis.[40]
Nel 1977 venne inoltre prodotto dalla CBS uno speciale televisivo, realizzato riprendendo alcune delle ultime esibizioni in concerto di Elvis. Tale show, nel quale Elvis appare paurosamente ingrassato ed in pessima forma, rappresenta comunque l'ultima testimonianza mediatica della sua attività concertistica, e venne denominato Elvis in Concert. Dalla colonna sonora dello stesso speciale, fu ricavato anche un album, pubblicato successivamente al decesso del cantante, e che raggiunse posizioni di rilievo nella classifica di Billboard.
Gli ultimi giorni di vita, la preparazione di un nuovo Tour, e la morte
Dopo l'ennesima esibizione, Elvis ritornò a Memphis, per poter riposare, e dedicarsi poi ai preparativi inerenti al suo nuovo tour, che avrebbe dovuto iniziare attorno alla seconda la metà di agosto: precisamente il 16 agosto, poco dopo mezzanotte, Elvis tornò a Graceland, e sino alle prime ore del mattino rimase sveglio, intrattenendosi in compagnia della sua famiglia e del suo staff, rilassandosi e curando gli ultimi dettagli inerenti al concerto che si sarebbe dovuto svolgere a Portland, nel Maine, il 17 di Agosto. Verso le sette del mattino si ritirò in camera per riposare prima della partenza. Purtroppo furono queste le sue ultime ore di vita. In tarda mattinata, Elvis venne rinvenuto agonizzante nella sua stanza da bagno dalla compagna Ginger Alden nella sua dimora a Graceland, a Memphis. Fu trasportato celermente al Baptist Memorial Hospital, ma tutti gli innumerevoli tentativi fatti allo scopo di rianimarlo furono vani. Ne fu quindi dichiarata la morte alle ore 15:30, a causa di un attacco cardiaco.[58] Aveva solamente 42 anni.
Meno di un'ora dopo l'annuncio della morte di Elvis, un migliaio di persone si erano già riunite davanti al cancello di Graceland. Un'ora più tardi il loro numero si aggirava sui 3,000. Nel pomeriggio diventarono più di 20,000. In tarda serata si raggiunsero le 80,000 presenze. Da tutto il mondo piovvero enormi quantitativi di ordini ai fioristi di Memphis, ai quali venne commissionato il confezionamento di migliaia di cuscinetti floreali a forma di chitarre, lo strumento che aveva accompagnato Elvis durante lo svolgimento di tutta la sua carriera, di cagnolini, in riferimento al brano Hound Dog (Cane da caccia), di orsacchiotti, in riferimento al brano Teddy Bear (L' orso Teddy), di cuori spezzati, in riferimento al brano Heartbreak Hotel (Hotel dei cuori infranti), e corone funebri della più svariata foggia, ma che si ispiravano comunque nella loro forma all' iconografia che era nata e si era successivamente sviluppata attorno all' immagine del cantante. Furono addirittura organizzati due voli speciali, allo scopo di trasportare ben cinque tonnellate di fiori dalla California e dal Colorado. Purtroppo lo svolgimento dei funerali venne anche funestato dal verificarsi di alcuni incidenti, dipendenti dalla enorme ressa che si era creata, legati sempre e comunque a quell' aura di fanatismo e isterismo con la quale i suoi più accaniti fan avevano sempre circondato il loro idolo.[40]
Graceland, la maestosa tenuta acquistata da Elvis nel 1957, è diventata oggi un vero e proprio museo. Aperta al pubblico dal 1982, essa è divenuta una sorta di santuario del rock, meta del pellegrinaggio continuo dei suoi innumerevoli fan.[59] Graceland risulta inoltre essere la seconda dimora più visitata degli Stati Uniti con oltre 10.000 presenze alla settimana, seconda solo alla Casa Bianca.
Le cause del decesso
Il 16 agosto del 1977, Elvis è deceduto all' interno del suo bagno personale a Graceland, presumibilmente a causa di un attacco cardiaco: tuttavia, vi sono dati contrastanti per quanto riguarda le ragioni del suo decesso: secondo il noto biografo di Elvis, Peter Guralnick, il cantante "aveva vomitato dopo essere stato colpito da infarto, a quanto pare mentre era seduto sul water". Nel suo corpo furono ritrovate tracce di ben quattordici sostanze medicinali diverse, prescrittagli dal suo medico personale, sostanze dunque legalmente somministrate ad Elvis, il quale si dice non facesse uso di sostanze stupefacenti, ma abusasse esageratamente di psicofarmaci, anfetamine, barbiturici, e stimolanti.
Altra causa imputata per giustificare la morte di Elvis fu la sua eccessiva obesità: secondo la stima del medico che effettuò l'autopsia sul corpo del cantante, Elvis al momento del decesso pesava circa 158 kg.[60] Aveva messo su una buona parte di quel peso nell'ultimo periodo, dato che passava la maggior parte del suo tempo seduto nella sua stanza, abbuffandosi di cibo per consolarsi: dolciumi fritti, cheeseburger, gelati, pizze, panini fritti con bacon, burro di noccioline e banane.
I medici che lo ebbero in cura avevano cercato di convincere Elvis, per altro senza successo, a cambiare il suo discutibile regime alimentare già tre anni prima, nel 1974:[60][61] non trascurabile poi anche l'ipotesi di uno shock anafilattico, provocato da una parziale allergia alla codeina, sostanza presente in dosi elevate nei farmaci contro il mal di denti che Elvis stava assumendo in dosi massicce durante quei giorni. L'ultima ipotesi sulla sua morte viene formulata tuttavia da un suo stretto conoscente nonché suo medico personale, il dottor George Nick Nichopoulos, che durante gli ultimi 12 anni della vita di Elvis l'ha avuto in cura.
Il medico ha recentemente pubblicato un libro dal titolo The King and Dr. Nick, in cui spiega nel dettaglio la sua versione delle reali cause della morte di Elvis. Secondo il dottore, Elvis morì a causa di una costipazione cronica e per questo motivo fu trovato morto vicino al suo WC. La costipazione cronica causa infatti un colon sproporzionato, una mobilità intestinale quasi inesistente e anche obesità (tutte circostanze riscontrate durante l'autopsia del cadavere).
I dubbi sul decesso e le leggende
Immediatamente dopo la scomparsa del cantante si diffusero le più svariate e fantasiose voci, che contribuirono alla nascita di una singolare leggenda metropolitana: tali voci all' epoca sostenevano, e sostengono tuttora, che egli fosse in realtà ancora vivo, e che la sua morte altro non fosse stata se non la realizzazione di uno stratagemma, attuato allo scopo di consentirgli una specie di fuga dall'esistenza che sino a quel momento aveva condotto, e della quale era ormai stufo.
A partire da allora la presenza del cantante è stata segnalata un po' ovunque in varie località del mondo, e sono spesso giunti a conoscenza delle cronache una moltitudine e talvolta ridicoli o inverosimili avvistamenti di Elvis.
Ad oggi, esistono associazioni[62][63][64][65], in particolar modo statunitensi, impegnate nel sostenere queste teorie.
Tra le ipotesi più inverosimili, spiccano la possibile origine aliena del cantante (ipotesi che viene citata anche alla fine del film Men in Black e nella canzone dei Dire Straits "Calling Elvis"), il suo inserimento in un programma dell'Fbi per la protezione dei testimoni, e il volontario esilio del cantante stanco della vita condotta fino ad allora[66][67].
Un'altra fantasiosa ipotesi è quella secondo la quale il cantante, creduto morto nel 1977 in seguito ad un attacco cardiaco, si nasconderebbe in realtà nella capitale di Cuba, all’Avana, da più di trent' anni: tale eclatante scoperta sarebbe stata fatta in modo rocambolesco e del tutto fortuito da Matt Frost, un fotoreporter statunitense, che sarebbe riuscito ad entrare nell’ospedale della capitale cubana, dov’è ricoverato Fidel Castro, travestendosi da infermiere: Frost in realtà avrebbe attuato tale messa in scena allo scopo di poter intervistare e scattare delle foto convalescente líder máximo.[68]
In quel frangente Frost sarebbe entrato per errore in una stanza dell' Ospedale Gregorio Maranon, dove avrebbe ravvisato la presenza del cantante, ivi ricoverato. A far presupporre al giornalista che in quella stanza ci fosse Fidel Castro, anziché Elvis, sarebbe stata la presenza di due militari dei servizi segreti cubani, appostati nelle vicinanze; Quando Frost ha aperto la porta, si sarebbe trovato al cospetto di un uomo di circa settant' anni, di corporatura massiccia, visibilmente somigliante al cantante: credendo di essere stato scoperto, l’uomo avrebbe esclamato, in perfetto inglese: “Yes, it’s me, Elvis”.[69]
A quel punto, Frost, che nel frattempo si sarebbe avvicinato alla porta della stanza per uscirne, sarebbe poi tornato al capezzale del malato, e lo avrebbe osservato attentamente. Nelle due ore successive, Elvis avrebbe concesso una lunga intervista al reporter statunitense, narrandogli compiutamente degli ultimi trenta e più anni della sua vita segreta, e soffermandosi sui motivi che lo hanno costretto alla clandestinità.[70]
Fra le più inverosimili storie che riguardano il cantante, merita menzione quella che gli attribuisce addirittura anche il suo coinvolgimento nel complotto che ebbe come conseguenza l'omicidio del presidente statunitense John Fitzgerald Kennedy.[71]
La Memphis Mafia
A partire dall 'inizio degli anni 60, la ristretta cerchia di amici e parenti di cui Elvis si circondò costantemente fino alla fine dei suoi giorni, cominciò ad essere identificata con l' appellativo di "Memphis Mafia". «Elvis era circondato dai parassiti», afferma il giornalista John Harris, «Non c'era da meravigliarsi che, appena Elvis iniziò a scivolare nella dipendenza e nel torpore, nessuno lanciò l'allarme: per loro, Elvis era una banca, e in quanto tale doveva rimanere aperta».[72]
Tony Brown, che suonò il pianoforte per Elvis regolarmente negli ultimi due anni di vita del cantante, osservò il rapido declino della sua salute e l'urgente necessità di affrontare il problema: «Ma sapevamo tutti che era un'impresa disperata perché Elvis era circondato da quel piccolo ristretto cerchio di persone ... tutti quei cosiddetti amici».[73] In difesa della Mafia di Memphis, un membro della stessa, Marty Lacker, ha affermato: «Presley era l'artefice del suo destino, era lui il capo ... Se non fossimo stati in giro, sarebbe morto molto tempo prima».[74]
Larry Geller diventò il parrucchiere personale del cantante nel 1964: a differenza di altri membri della "Memphis Mafia", era molto interessato a questioni di natura prettamente spirituale, e non soltanto a quelle superficiali e di natura principalmente economica; Larry ricorda come, sin dal primo colloquio che intrattenne con il cantante, egli si aprì e si confidò con lui, mettendolo al corrente dei suoi più reconditi pensieri, e contemporaneamente della vera natura delle ansie interiori che lo tormentavano: all' epoca Elvis così si espresse :«Voglio dire, ci deve essere uno scopo ... ci deve essere un motivo ... un motivo per cui ho scelto di essere Elvis Presley ... Giuro su Dio, nessuno sa quanto io mi senta solo. Vuoto è come mi sento veramente dentro».[75] In seguito, qualche anno dopo Geller prese l' abitudine di fornire a Elvis un cospicuo numero di libri sulla religione e sul misticismo, che il cantante leggeva voracemente durante le pause dei faticosissimi e incessanti tour.[76]
Le accuse di razzismo
Quando Dewey Phillips mandò in onda per la prima volta That's All Right su Radio Memphis, molti ascoltatori telefonarono alla stazione radio per avere informazioni sul cantante, dando per scontato che fosse nero:[77] fin dall'inizio della sua carriera, Elvis espresse rispetto per gli afro-americani e disprezzo per le norme della segregazione razziale e il pregiudizio allora prevalente nel sud degli Stati Uniti. Intervistato nel 1956, ricordò come nella sua infanzia ascoltava la musica del bluesman Arthur Crudup (autore di That's All Right) - e che essa lo ispirò ad intraprendere la carriera musicale.[78]
Il The Memphis World, un giornale afroamericano, riferì che Elvis, "il fenomeno Rock 'n' Roll", infranse le leggi della segregazione a Memphis, "frequentando il parco divertimenti locale che era solitamente frequentato da neri":[78] tali dichiarazioni portarono Elvis ad essere generalmente ben accolto nella comunità nera durante i primi giorni della sua celebrità. Per contro, molti adulti bianchi lo condannarono come un depravato per le sue movenze sul palco, ritenute oscene.
Nonostante il parere ampiamente positivo che i neri avevano di Elvis, intorno alla metà del 1957, si diffuse la voce che egli si fosse ad un certo così espresso: «L'unica cosa che i negri possono fare per me, è comprare i miei dischi e lustrarmi le scarpe»;[79] Un giornalista del settimanale americano Jet, Louie Robinson, cercò di far luce sulla storia. Sul set del film Il delinquente del rock and roll, Elvis gli concesse un'intervista: egli negò categoricamente di aver mai fatto una simile dichiarazione e affermò di non essere in alcun modo un razzista. Robinson non trovò prove che la frase razzista fosse stata mai effettivamente detta, anzi raccolse le testimonianze di molti individui che riferirono che Elvis era tutt'altro che razzista.[78][80]
Il cantante blues Ivory Joe Hunter, che era a conoscenza del fatto, una sera visitò Graceland, e disse di Elvis: «Mi ha mostrato la massima cortesia, e credo che sia uno dei più grandi in assoluto»:[81] anche se all'epoca l'osservazione razzista fu dunque smentita del tutto, era ancora in uso contro Elvis decenni più tardi.
L'identificazione di Elvis con il razzismo, o personalmente o simbolicamente, è stata esemplificata nel celebre testo del brano rap del 1989 Fight the Power, dei Public Enemy: «Elvis was a hero to most / But he never meant shit to me / Straight-up racist that sucker was / Simple and plain» («Elvis era un eroe per molti / Ma non ha mai significato un cazzo per me / Era un fottuto razzista / Puro e semplice»).[82]
La persistenza di tali atteggiamenti è stata alimentata dal risentimento per il fatto che Elvis, il cui linguaggio musicale e visivo deriva da fonti africane in America, ha riscosso il successo e il riconoscimento culturale e commerciale in gran parte negato ai suoi contemporanei neri:a tutt'oggi, la nozione che Elvis ha "rubato" la musica dei neri per edulcorarla e ricavarne profitto, trova ancora dei seguaci.[82]
In particolare il musicista afroamericano Jackie Wilson si è preoccupato di smentire questa teoria, affermando: «Un sacco di persone hanno accusato Elvis di rubare la musica dei neri, quando in realtà, quasi ogni artista solista nero ha copiato i suoi modi di fare!»:[83] durante tutto il corso della sua lunga carriera, Elvis non disconobbe mai l'enorme debito di carattere musicale che aveva contratto nei confronti dei musicisti di colore.
La passione di Elvis per le automobili
Non è mai stata un segreto la grande passione che il Re del Rock 'n Roll ha sempre coltivato per le automobili in genere, ma in particolar modo per il marchio della Cadillac, che è sempre stata considerata unanimemente l'auto americana di lusso per eccellenza.
Il primo esemplare di automobile contraddistinto da tale marchio fu acquistato da Elvis nel 1955, e per tre mesi tale autovettura venne utilizzata per raggiungere le località dove il cantante effettuava le sue esibizioni, assieme al suo gruppo. La macchina finì distrutta a causa di un incendio nel Giugno dello stesso anno, mentre Elvis stava percorrendo la strada che da Hope portava a Texarcana.[84]
Il secondo esemplare di vettura contraddistinto dal marchio Cadillac acquistato dal cantante fu la 75 Fleetwood Limousine, che egli si procurò allo scopo di poterlo utilizzare durante il tour che egli effettuò nel marzo del l'1956. Successivamente la stessa autovettura venne anche adoperata per portare a termine le operazioni di trasloco, quando il cantante si trasferì a Graceland, nel 1957. In quella occasione gli interni dell' autovettura vennero anche seriamente danneggiati, in quanto essa fu utilizzata impropriamente allo scopo di trasportare anche diversi animali domestici, tra cui polli, tacchini e papere.[85]
La terzo esemplare di vettura contraddistinto dallo stesso marchio è forse la più famosa, ultima icona dell'Elvis anni cinquanta: si tratta della Cadillac la De Ville Fleetwood 60 Special, meglio conosciuta dai fans anche come la "Pink Cadillac". In origine fu acquistata da Elvis con l' intenzione di regalarla alla madre Gladys, ma in seguito egli prese l' abitudine di adoperarla personalmente, e la carrozzeria, inizialmente di colore blu, fu ridipinta di un particolare rosa, che la leggenda vuole sia stato creato apposta per assecondare i gusti del cantante, in una tonalità molto difficile da ottenere.[86]
Si prosegue quindi con la Cadillac Eldorado, che il cantante acquistò assieme alla sua fidanzata dell' epoca June Juanico il 12 giugno del 1956 per la somma, notevole per il periodo, di 10.000 dollari. Originariamente tale autovettura era dipinta di bianco, ed i suoi interni erano in pelle nera. Il cantante la fece allora ridipingere da un carrozziere di Memphis, Jimmy Sanders, lo stesso che aveva creato la particolare tonalità di rosa con la quale era stata ridipinta la vettura che egli aveva posseduto in precedenza: vennero inoltre effettuate varie modifiche agli interni in pelle, sui quali vennero inserite le iniziali EP, adornate da ideogrammi che rappresentavano una chitarra e due note musicali.[87]
Altra vettura degna di nota, la Cadillac Series 75 Fleetwood Limousine del 1960. Esageratamente lussuosa, venne fatta allestire come esemplare unico, e venne successivamente acquistata dal cantante per l'allora cifra record di 100.000 dollari. L'interno dell' auto era adornato da una serie si accessori particolari quali: un frigorifero, un telefono, un impianto TV, un dispositivo per lucidare le scarpe, un registratore a nastro magnetico del tipo che si utilizzava all' epoca e persino un dispositivo per ascoltare dischi della RCA, fino ad un massimo di dieci LP alternati automaticamente, dunque una sorta di mini juke box. Il tutto era rifinito in modo pacchiano, mediante la ridondante presenza di una marea di guarnizioni e placcature in oro massiccio. Nel 1964 il Colonnello Tom Parker convinse la RCA a vendergli la stravagante auto per la somma di 24.000 dollari, per poi utilizzarla successivamente durante l' esecuzione di un tour a carattere promozionale come una specie di auto di rappresentanza, e più in generale come un esempio di status simbol, che concorresse a rinvigorire la fama e la notorietà del cantante presso i suoi fan, ottenedo dall' operazione come effetto un notevole successo. Negli anni settanta tale autovettura è stata donata al "Country Music Association Hall of Fame di Nashville", dove si trova tuttora. All' epoca vennero anche girati una serie di filmati di carattere promozionale che avevano per soggetto le sue particolarità, e la serie di strampalati gadget di cui era dotata, visibili tutt' oggi su alcuni fansite dedicati al cantante[88]
La Series Fleetwood Limousine del 1964, di colore nero, successivamente poi riverniciata in color porpora, è sicuramente una delle auto preferite e più usate dal cantante. Quest'auto ha partecipato anche al suo corteo funebre, che si è svolto nell' Agosto del 1977. L'ennesima Cadillac acquistata da Elvis fu una De Ville prodotta nel 1967, e fu adoperata dal cantante e da sua moglie Priscilla Presley, durante lo svolgimento della loro luna di miele: l' anno seguente venne il turno della Cadillac Eldorado Coupé, acquistata da Elvis per farne un uso esclusivo e personale. Fu spesso usata soprattutto durante il periodo della nascita di sua figlia, e per tutto il corso dell'anno successivo. Quando un giorno l'auto a causa di noie meccaniche non partì, Elvis esplose in un eccesso di rabbia, scese dall'autovettura, e la colpì lungo il paraurti di destra con una lunga serie di violenti calci: successivamente egli se ne sbarazzò, regalandola al patrigno di sua moglie.[89]
Qualche anno dopo, nel 1974 Elvis acquistò una Cadillac Fleetwood Brougham, che successivamente diventò una delle sue auto preferite, tanto che volle che fosse dotata all'interno di ogni tipo di stravagante optional. Tra di essi si possono ricordare un soffitto decorato con un arazzo che riproduceva una Luna splendente abbinata a un immagine di Dio. Questa vettura la si può poi scorgere tra le auto che compongono il lungo corteo funebre che si formò durante lo svolgimento dei funerali del cantante. Il proprietario attuale l'ha acquistata dall' ente che si occupa dell' amministrazione dei beni che gli appartennero nel corso della sua vita, recandosi direttamente a Graceland nel 1980: circa vent' anni dopo, nel 2000 è stata messa all'asta dal nuovo proprietario, alla modica cifra di 1.200.000 dollari, successivamente a 750.000 dollari e infine a 500.000.[90]
Altre Cadillac di minore importanza appartenute ad Elvis sono state: la Cadillac Sedan, la Cadillac Station Wagon, la Cadillac De Ville, e la Cadillac Eldorado Convertibile: quest' ultima fu disegnata personalmente da Elvis nel 1965, ispirandosi al modello di quella che rappresentava la sua "auto ideale": avrebbe dovuto essere realizzata da Goerge Barris, ma Elvis non vide mai il suo sogno realizzarsi, in quanto morì prima che il suo fantasioso progetto fosse portato a termine.[91]
Si ha poi notizia di un certo numero di altri esemplari di automobili di marche diverse, che il cantante acquistò nel corso degli anni, quali una vetturetta Messerschmitt, acquistata nel 1956, di una BMW 507 s, acuistata nel 1959, una Lincoln Continental Mark 5, acquistata nel 1960, una Rolls Royce Phantom V, acquistata nel 1961, una Ford Thunderbird, acquistata nel 1962, una seconda Lincoln, la Executive Limousine, acquistata nel 1967, una De Tomaso Pantera, acquistata nel 1971, di alcune Stutz Blackhawk, acquistate tra il 1970 ed il 1973, una Ferrari Dino 308 GT4, acquistata nel 1975.[92]
In qualche caso, ma non sempre, tali autovetture vennero successivamente fatte personalizzare da carrozzieri, per adeguarle ai suoi gusti ed alle necessità del loro proprietario.
Il cantante poi, a partire dai primi anni 50, e nel corso dello stesso periodo acquistò un certo numero di svariate moto, principalmente Harley Davidson: alcuni esemplari di queste autovetture e di questi motocicli sono tuttora conservati presso il locale Museo "Elvis Presley Automobile Museum Memphis", situato a Memphis.
Discografia
Album
Filmografia
Curiosità
- Nelle versioni italiane dei film da lui interpretati, Elvis era solitamente doppiato da Pino Locchi, noto soprattutto per essere la voce italiana di Sean Connery, Roger Moore (in particolare nella serie di pellicole su James Bond) e di Terence Hill: più raramente, Elvis fu anche doppiato da Massimo Turci, mentre nel suo primissimo film Fratelli rivali il suo doppiatore fu invece Gianfranco Bellini.
- La canzone Ignudi fra i nudisti di Elio e le Storie Tese rappresenta una versione in reverse del pezzo di Elvis Presley Suspicious Minds.
- Nel 2008 il suo record di "Artista rimasto più settimane alla #1 della Hot 100" è stato battuto da Mariah Carey, che lo ha superato anche per numero di singoli piazzati alla numero 1 (17 contro i 18 della cantante)[93]
- Nel 2008, nell'annuale classifica dei singoli più scaricati di iTunes, compare tra i primi posti Baby Let's Play House[94]
- A partire dal 2004, la casa produttrice di giocattoli McFarlane Toys ha immesso sul mercato diverse action figure che raffigurano Elvis in diverse fasi della sua carriera: Elvis Presley ('68 Comeback Special) (2004), Elvis Presley 2: Rockabilly (2004), Elvis Presley 3: Las Vegas (2004), Elvis Presley 4: Gold Lamé Outfit (2005), Elvis Presley 5: Jailhouse Rock (2005), Elvis Presley 6: Blue Hawaii (2006), Elvis Presley 7: Gospel Elvis (2008), Elvis Presley 8: Aloha Elvis (2008)
- Nell'agosto del 2008, la Mattel ha lanciato sul mercato americano una coppia di bambole ispirate sia nelle fattezze che negli abiti ad Elvis e la moglie Priscilla nel giorno delle loro nozze.[95]
- Nel brano God di John Lennon viene citato tra le persone o cose a cui non credere
- Nel video del brano Christmas Lights dei Coldplay sono presenti quattro violinisti vestiti da Elvis. Inoltre sopra il palco scenico campeggia la scritta "Credo Elvem Etiam Vivere", dal latino "Credo che Elvis sia ancora vivo"
- Molti artisti contemporanei hanno rappresentato Elvis nelle loro opere. Curioso il lavoro di Giuseppe Veneziano nella sua Madonna dell'Elvis, dove ha rappresentato un Elvis bambino in braccio alla Vergine.
- Nel film Forrest Gump un giovane Elvis osservando casualmente gli strani e insoliti passi di ballo in cui, a causa della sua menomazione, si produce il piccolo Forrest, ne rimane in un primo tempo incuriosito e successivamente ne trae ispirazione per i passi di danza che adotta muovendosi scatenato durante le sue esibizioni in televisione al "Milton Berle Show", negli anni cinquanta, mentre esegue il brano hound Dog.
- Nel film Gallo cedrone, il protagonista Armando Feroci (interpretato da Carlo Verdone) organizza una riunione in un club per fan di Elvis sostenendo di essere suo figlio naturale e chiede la riesumazione della salma del cantante per fare un test del DNA.
- Nel film Vacanze in America il gruppo di vacanzieri in gita negli Stati Uniti si reca in pellegrinaggio a Graceland, visitando la tomba di Elvis.
- Nel film Bubba Ho-Tep viene dato credito alla teoria che Elvis si sia esiliato volontariamente dalle scene stanco della vita condotta sino ad allora. In questo caso, Elvis dona tutti i suoi beni ad un suo perfetto sosia, Sebastian Haff, spacciandosi poi per quest'ultimo e sottoscrivendo un patto: quando il vero Elvis vorrà calcare nuovamente i palcoscenici del mondo, Haff dovrà tornare alla sua vecchia vita. Però non sarà possibile in quanto il patto prenderà fuoco. Elvis si trova costretto a vivere in un ospizio dove si troverà costretto ad affrontare, in compagnia di un altro ospite della struttura che si crede la reincarnazione del presidente Kennedy, un demone venuto dall'antico Egitto.
- In una breve sequenza del film Voglio sposarle tutte, della durata di 1'07", si può apprezzare Elvis alla guida della prima McLaren della storia, una M1A di gruppo 7, che, pilotata da Graham Hill, aveva preso parte ad alcune competizioni automobilistiche sia negli Stati Uniti, sia in Gran Bretagna. Lo stesso Elvis, dopo essere stato al volante della M1A, ha commentato: Questa macchina è qualcosa di incredibile: è stata costruita con l'immaginazione e con l'immaginazione deve essere guidata'.
- Nella canzone Calling Elvis dei Dire Straits ci sono parecchi riferimenti ad Elvis, in quanto il protagonista del pezzo chiama l'Heartbreak Hotel, albergo nel quale pensa che ci sia ancora Elvis, e gli lascia persino i suoi auguri.
- Nel 5° libro della trilogia in 5 parti di Douglas Adams, Praticamente Innocuo , Elvis si esibisce in un locale chiamato "Il dominio del Re" situato in un pianeta extraterrestre e quando uno dei protagonisti , Ford Prefect, gli chiede se era stato davvero rapito dagli alieni lui afferma di averli invece seguiti di sua spontanea volontà.
- Nel Ciclo di Sookie Stackhouse Elvis compare come Bubba, vampirizzato da un fan che lavorava all'obitorio di Memphis.
- In WWE il wrestler Wayne Farris si ispirò proprio a Elvis per creare la gimmick che lo rese famoso,cioè quella di The Honky Tonk Man.
- Nel primo film della saga di Men in Black, nella scena della macchina che sconfigge la forza di gravità in un tunnel cittadino, K mette alla radio Promised Land dicendo che Elvis non è morto, ma è solo tornato sul suo pianeta.
Record e riconoscimenti
- Ha ricevuto 149 dischi d'oro, platino e multiplatino.[senza fonte]
- È l'unico artista ad essere inserito in quattro Hall of Fame: rock, gospel, country e rockabilly.
- La sua casa è stata dichiarata monumento nazionale ed è la seconda casa più visitata d'America dopo la Casa Bianca.[96]
- Ha vinto tre Grammy.[97]
- Detiene il record di presenze contemporanee in classifica con 12 brani. Il vecchio record di 11 brani era sempre suo.[senza fonte]
- Negli anni settanta riuscì a fare il tutto esaurito per più di 380 spettacoli consecutivi.[senza fonte]
- Il suo concerto Aloha from Hawaii, primo concerto nella storia della tv ad essere trasmesso via satellite, fu visto da più di un miliardo di persone (meno persone videro lo sbarco sulla luna).[57]
- La prima volta che entrò in classifica fu nel 1956 con Heartbreak Hotel e l'ultima volta è stato nel 2003 con la versione remixata di Rubberneckin' diventando così l'artista che è entrato in classifica per l'arco di tempo maggiore.[senza fonte]
- Fino ad oggi ha venduto oltre 1 miliardo di dischi in tutto il mondo.[13][14][15]
- Love Me Tender fu disco d'oro ancora prima di uscire grazie alle prenotazioni.[senza fonte]
- L' LP di G.I.Blues rimase in classifica per 111 settimane consecutive.[senza fonte]
- Maggior numero di settimane al primo posto in America: 79.[senza fonte]
- dal 1956 al 2003 sono apparsi nella classifica Hot 100 di Billboard 151 suoi singoli.[senza fonte]
- Elvis è il cantante con il maggior numero di incisioni certificate dalla Recording Industry Association of America(RIAA) con 262 titoli (148 d'oro, 82 di platino, 32 di multiplatino) tra album e singoli.[senza fonte]
- Detiene il record dell'arco di tempo più lungo tra due n.1 in Inghilterra: 1957: All shook up - 2005:riedizione It's Now or Never[senza fonte]
Hit al primo posto in America
(NB: dopo i due punti, è indicato il numero di settimane in vetta)
1956
Heartbreak Hotel: 8
I Want You, I Need You, I Love You: 1
Don't Be Cruel/Hound dog: 11
Love Me Tender: 5
1957
Too much: 3
All Shook Up: 8
(Let Me Be Your) Teddy Bear: 7
Jailhouse Rock: 1
1958
Don't: 5
Hard Headed Woman: 2
1959
A Big Hunk o' Love: 2
1960
Stuck on You: 4
It's Now or Never: 5
Are you lonesome tonight?: 6
1961
Surrender: 2
1962
Good Luck Charm: 2
1969
Suspicious Minds: 1
Note
- ^ Clayton, Marie. Elvis the illustrated biography, Trans Atlantic Press, pag. 207, ISBN 978-1-907176-07-4
- ^ a b c d e allmusic.com - Elvis Presley
- ^ a b digitaldreamdoor.com - 100 Greates Rockabilly Songs
- ^ Elvis re del Rock
- ^ Albert Goldman, Elvis, 1981, pag. 188, 189
- ^ Elvis Presley Story, Antonio Lodetti, Danny Dickson, 1988, pag. 50
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Bibliografia
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- Elvis Presley: Vita, canzoni, dischi e film a cura di Paolo Ruggeri, Lato Side, Roma, 1981
- Remember Elvis Produced by Joe Esposito and Daniel Lombardy (2006) TCBJOE Publishing ISBN 0-9778945-2-5
- Elvis Presley di Albert Goldman, Oscar Mondadori, (1983)
- Elvis Presley Story di Antonio Lodetti, Danny Dickson, (1988)
- Elvis di Paolo Rodogna, (1981)
Voci correlate
Altri progetti
- Wikiquote contiene citazioni di o su Elvis Presley
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Elvis Presley
Collegamenti esterni
- (EN) Sito ufficiale
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- Sito ufficiale australiano
- Gli Avviso di Sfratto, band rock and roll italiana dal 1995, ha eseguito All shook up su Italia 8
- (EN) Testi di Elvis Presley
- (EN) Silver Buicks, Tributo a Elvis Presley
- (EN) Elvis is Alive, the Top Ten list of Evidence
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