I Cuniculidi (Cuniculidae Miller e Gidley, 1918), noti comunemente come paca, sono una famiglia appartenente al sottordine degli Istricomorfi; le uniche due specie della famiglia vengono classificate in un unico genere, Cuniculus Brisson, 1762.[1]

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Cuniculus

Cuniculus paca
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
SottoregnoEumetazoa
SuperphylumDeuterostomia
PhylumChordata
SubphylumVertebrata
InfraphylumGnathostomata
SuperclasseTetrapoda
ClasseMammalia
SottoclasseTheria
InfraclasseEutheria
SuperordineEuarchontoglires
(clade)Glires
OrdineRodentia
SottordineHystricomorpha
InfraordineHystricognathi
ParvordineCaviomorpha
SuperfamigliaCavioidea
FamigliaCuniculidae
Miller e Gidley, 1918
GenereCuniculus
Brisson, 1762
Specie

Descrizione

Il paca è un grosso roditore diffuso nell'America tropicale dal Messico al Brasile meridionale e perfino molto comune in alcune località. Di corporatura tarchiata, pesa sino a 12 kg; infatti, ha la testa larga e grande, inoltre il corpo, testa compresa, misura 60-80 cm circa con 2-3 cm appena di coda, con i quarti posteriori notevolmente più alti delle spalle[2]. Il mantello, il cui colore varia dal bruno al nero, è formato da uno strato di soffice sottopelo ricoperto di ruvidi peli. Si notano quattro file longitudinali di macchie bianche su ciascun lato del corpo; le regioni inferiori, invece, vanno dal bianco al nocciola. Ha occhi grandi e prominenti, orecchie di dimensioni modeste e un muso ornato di lunghi baffi. Inoltre, gli arti non sono molto sviluppati, ma sono piuttosto corti, gli anteriori con quattro dita e i posteriori con cinque, di cui solo le tre centrali sono funzionali.

Formula dentaria
Arcata superiore
3 1 0 1 1 0 1 3
3 1 0 1 1 0 1 3
Arcata inferiore
Totale: 20
1.Incisivi; 2.Canini; 3.Premolari; 4.Molari;

I paca di montagna sono più piccoli e hanno un manto di soffice, densa pelliccia nera. Essi vivono nelle foreste delle Ande, dai 1800 ai 3000 m di altitudine in un clima umido e freddo[2]. Hanno anche il muso più sottile di quello dei paca di pianura, gli occhi meno prominenti e si ritiene che nella stagione fredda, dopo aver immagazzinato nel corpo il grasso di cui necessitano, cadano in uno stato di semi-letargo.

Lo scheletro dei paca presenta un'insolita caratteristica: gli zigomi sono più grandi di quelli di un tipico roditore, poiché racchiudono alcuni dei muscoli facciali. Questo particolare si nota in un solo altro roditore, che però non ha alcuna parentela con il paca: il Lophiomys, un cricetide africano, chiamato topo dalla criniera o lofomio. Questi zigomi voluminosi formano la parete esterna dei capaci sacchi guanciali, che nei maschi anziani possono assumere le proporzioni di enormi vesciche, le quali conferiscono alla testa una fisionomia piuttosto grottesca. Un altro particolare del cranio, che non si riscontra in alcun altro mammifero, consiste nel fatto che una parte della cavità, racchiusa nel grosso osso dello zigomo, funge da camera di risonanza.

Gli occhi del paca sono grandi e prominenti, inoltre l'udito e l'odorato sono anch'essi estremamente acuti. Malgrado abbia, con l'invecchiare, la tendenza a ingrassare, le sue zampe non perdono nulla della loro agilità. Si dice anche che la sua pelle sia assai delicata e sottile, per cui vasti lembi possono esserne strappati durante le lunghe galoppate a testa bassa attraverso un sottobosco spinoso. Queste ferite, tuttavia, guariscono in breve tempo.

Biologia

 
Paca in Costa Rica.

I paca vivono generalmente nei terreni paludosi, in prossimità di corsi d'acqua, nelle foreste. Trascorrono la giornata nelle tane che si sono costruite scavando non solo con tutte e quattro le zampe, ma anche con le loro forti zanne, capaci di aprirsi dei varchi anche tra le più dure radici. Infatti i loro incisivi, di grandi dimensioni, riescono a intaccare anche le più grosse piante. Le loro tane sono profonde per lo più 1,3-2 m, con una o due uscite, spesso coperte di foglie: però non si è ancora riusciti a scoprire se ciò venga fatto di proposito dai paca, o se sia invece dovuto all'accumularsi di foglie durante i lunghi periodi in cui le vie d'uscita non sono state usate[2].

Dopo il tramonto, i paca lasciano le tane e, ognuno per proprio conto, vanno in cerca di cibo. Si nutrono di parecchi tipi di radici, steli di piante e frutta caduta, specialmente avocado e mango. Quando si trovano in mezzo a piantagioni di igname, manioca o canna da zucchero, possono anche diventare dannosi per l'economia indigena. Una curiosa e tipica abitudine dei paca è il loro modo di mangiare: a differenza della maggior parte dei Roditori, essi non si trattengono il cibo con le zampe anteriori.

Di regola, il paca femmina partorisce un solo piccolo, sebbene si sia notata talvolta la presenza di gemelli. Però vi sono, probabilmente, due figliate l'anno. Infatti, a Rio de Janeiro una coppia ebbe un piccolo in febbraio e un altro in luglio. I piccoli nascono nella tana sotterranea, e si ritiene che siano un po' più grossi di un topo. Non vengono svezzati prima di due o tre mesi e raggiungono il loro completo sviluppo solo dopo parecchi anni. Un individuo in cattività è vissuto sino a 16 anni[2].

I paca rappresentano una preda agognata da molti carnivori, inoltre la loro carne è molto apprezzata anche dalla popolazione locale. Generalmente vengono cacciati coi cani, tanto che la loro carne, piuttosto pregiata, raggiunge prezzi molto alti sul mercato locale. Essi, tuttavia, quand'è necessario, sono dei fieri combattenti e con i loro denti sono in grado di infliggere anche gravi ferite.

Malgrado la sua aggressività, il paca diventa un simpatico animale di casa, che, una volta ammaestrato, seguirà il padrone, proprio come un cane. Esso è capace di mangiare qualunque cosa e in qualsiasi quantità.

Tassonomia

I Cuniculidi comprendono solo due specie, entrambe appartenenti al genere Cuniculus:

Note

  1. ^ (EN) D.E. Wilson e D.M. Reeder, Cuniculus, in Mammal Species of the World. A Taxonomic and Geographic Reference, 3ª ed., Johns Hopkins University Press, 2005, ISBN 0-8018-8221-4.
  2. ^ a b c d Bishop, Ian, The Encyclopedia of Mammals, a cura di Macdonald, D., New York, Facts on File, 1984, p. 700, ISBN 0-87196-871-1.

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