Cocytius antaeus
Cocytius antaeus (Drury, 1773)[2] è un lepidottero appartenente alla famiglia Sphingidae, diffuso in America Settentrionale, Centrale e Meridionale.
| Cocytius antaeus | |
|---|---|
Cocytius antaeus | |
| Stato di conservazione | |
Specie non valutata[1] | |
| Classificazione scientifica | |
| Dominio | Eukaryota |
| Regno | Animalia |
| Sottoregno | Eumetazoa |
| Superphylum | Protostomia |
| (clade) | Ecdysozoa |
| Phylum | Arthropoda |
| Subphylum | Tracheata |
| Superclasse | Hexapoda |
| Classe | Insecta |
| Sottoclasse | Pterygota |
| Coorte | Endopterygota |
| Superordine | Oligoneoptera |
| Sezione | Panorpoidea |
| (clade) | Amphiesmenoptera |
| Ordine | Lepidoptera |
| Sottordine | Glossata |
| Infraordine | Heteroneura |
| Divisione | Ditrysia |
| (clade) | Apoditrysia |
| (clade) | Obtectomera |
| (clade) | Macroheterocera |
| Superfamiglia | Bombycoidea |
| Famiglia | Sphingidae |
| Sottofamiglia | Sphinginae |
| Tribù | Sphingini |
| Genere | Cocytius |
| Specie | C. antaeus |
| Nomenclatura binomiale | |
| Cocytius antaeus (Drury, 1773) | |
| Sinonimi | |
|
Amphonyx medor | |
Etimologia
Il nome del genere si ricava dall'aggettivo latino "Cocytius" = di Cocito, fiume dell'Averno.[3]
L'epiteto specifico deriva invece dal latino "Antaeus" = Anteo, gigante affrontato da Ercole.[3]
Descrizione
Adulto
Il colore di fondo della pagina superiore dell'ala anteriore è un marroncino intenso, più scuro nel maschio, con geometrie nerastre disposte anche lungo la costa. Si osserva una zona semitrasparente, sita posteriormente alla nervatura CuA1, dovuta ad una minore densità delle scaglie alari, che sulla pagina inferiore appaiono piliformi. La zona nerastra posteriore rispetto ad M3 risulta più marcata. Nella regione postdiscoidale, una banda color camoscio decorre, con andamento sinusoidale, dal margine costale fino a quello interno, mentre la parte distale delle nervature appare più chiara rispetto al resto della campitura. Non è chiaramente individuabile una macchia discale, ma sono tuttavia presenti due piccole macchie biancastre tondeggianti in posizione subcostale, meno evidenti nella femmina. L'apice non è falcato, mentre il termen presenta una lievissima dentellatura, non sempre apprezzabile. Il tornus è evidente e più stretto nella femmina.[4][5]
La pagina inferiore dell'ala anteriore ha tonalità comprese tra il giallo ocra della zona basale (più spento nella femmina) ed il marroncino della fascia terminale; si possono inoltre riscontrare striature più chiare nel postmarginale, in corrispondenza delle terminazioni delle nervature.[5]
L'ala posteriore mostra una evidente sezione trasparente triangolare, posteriore rispetto a M1, che partendo con angolo acuto in corrispondenza della regione submarginale, prosegue allargandosi verso la zona basale, senza tuttavia raggiungere la zona anale. Si nota anche una plica semitrasparente posteriormente a CuA2. La fascia terminale è larga e marrone scuro, e tende ad allargarsi in corrispondenza con l'angolo anale, qui ben distinguibile. La pagina inferiore dell'ala riprende le tonalità dell'anteriore, anche qui più sfumata nella femmina.[4][5]
Uovo
Larva
Pupa
Note
- ^ The IUCN Red List of Threatened Species, su iucnredlist.org. URL consultato il 1º giugno 2013.
- ^ Dru Drury, Illustrations of natural history; wherein are exhibited ... Illust. Nat. Hist. Exot. Insects 1 : 1-130, pl. 1-50, Londra, 1773.
- ^ a b Castiglioni Luigi, Mariotti Scevola, Vocabolario della lingua latina, 34ª edizione, Torino, Loescher, 1986, p. 2493.
- ^ a b Bernard D'Abrera, Sphingidae Mundi. Hawk Moths of the World. Based on a Checklist by Alan Hayes and the collection he curated in the British Museum (Natural History), 1ª ed., Faringdon, Oxon., SN7 7DR United Kingdom, E.W. Classey Ltd., 1986, pp. 22-23, ISBN 086096 022 6.
- ^ a b c CATE Creating a Taxonomic eScience, su cate-sphingidae.org. URL consultato il 4 giugno 2013.
Altri progetti
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