Lolita (film 1997)
Lolita è un film diretto da Adrian Lyne nel 1997, remake dell'omonimo film del 1962 di Stanley Kubrick. Entrambi sono basati sull'omonimo romanzo dello scrittore russo Vladimir Vladimirovič Nabokov.
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|---|---|
| Paese di produzione | USA |
| Durata | 1.37 min. |
| Genere | drammatico |
| Regia | Adrian Lyne |
| Soggetto | Lolita, romanzo di Vladimir Vladimirovič Nabokov |
| Sceneggiatura | Stephen Schiff |
| Produttore | Mario Kassar, Joel B. Michaels |
| Fotografia | Howard Atherton |
| Montaggio | Julie Monroe, David Brenner |
| Scenografia | John Hutman |
| Costumi | Judianna Makovsky, Kate Edward (per le donne), Jerry M. Ross (per gli uomini) |
| Trucco | Cecelia Verardi |
| Interpreti e personaggi | |
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Trama
New England, estate 1947. Humbert Humbert, un professore inglese di letteratura francese, dall'indole calma e meditativa nonché dedito alla scrittura, lascia la natia Europa e si trasferisce in America con l'incarico di ricoprire la Cattedra universitaria di Lettere al Beardsley College, nell'Ohio, nell'autunno seguente. Dopo uno spiacevole imprevisto, gli viene proposto di trascorrere i mesi estivi presso la casa della vedova Charlotte Haze, luogo dove avviene l'inaspettato incontro con la giovanissima figlia di questa, Dolores, detta Lolita ma chiamata anche "Lo", "Lola" e "Dolly". Un incontro che muterà radicalmente gli eventi ed i progetti previsti nel destino del maturo professore. L'uomo rimane letteralmente rapito dalla bellezza acerba e dal fascino che emana la ragazzina, all'epoca quattordicenne, e pur di starle vicino accetta senza esitazioni di soggiornare in affitto in quella abitazione che non reputa abbastanza pulita ed elegante come la sua stessa padrona. Nasce ed accresce in lui un irrazionale sentimento d'amore alimentato da forti emozioni e da sensazioni irrazionali, fomentato dalla contagiosa vivacità, dall'esplosiva esuberanza e soprattutto dagli atteggiamenti decisamente provocanti di Lolita. Ne consegue un pericoloso gioco di sguardi, lunghi silenzi, gesti e carezze che incrementano l'attrazione fisica che Humbert prova nei confronti della precoce e coinvolgente ragazza. Con l'intento di sposare Humbert, Charlotte, che teme la figlia provando verso di essa un'insana invidia ed una forte ma fondata gelosia, decide di mandare Dolores ad un campo scolastico estivo. Per non perdere Lolita, Humbert accetta di sposarne la madre pur disprezzandola. Ritenendo la figura di Lolita scomoda ed opprimente nel proprio riquadro famigliare, Charlotte preferisce che la figlia non assista alla cerimonia delle nozze. Il diario di Humbert, sul quale egli ha sin dall'inizio annotato i pensieri ed i sentimenti riguardo le due figure femminili di casa Haze, e soprattutto la sua venerazione per Lolita, viene presto ritrovato dalla neo-sposa Charlotte. Disillusa e profondamente ferita, la donna muore tragicamente investita da un'auto mentre attraversa la strada con l'intenzione di impostare tre lettere, una delle quali è indirizzata al Campo "Kewattomie" dove si trova la figlia. Rimasto vedovo, Humbert abbandona la piccola e fino ad allora tranquilla cittadina di Ramsdale e si mette subito in viaggio per ritrovare la sua amata ninfetta. Lolita, divenuta maggiormente maliziosa, ribelle e disinibita, rende i tentativi di seduzione da parte del patrigno buffi e del tutto fallimentari. È lei infatti a dominare l'uomo e tutti i suoi febbricitanti desideri. Appresa la scomparsa della madre, Dolores, si lega inevitabilmente ad Humbert in quanto suo unico tutore legale e ne diviene l'amante. La coppia decide quindi di intraprendere un viaggio insieme, in lungo e in largo per l'America tra screzi e risa. Nonostante il pericolo di essere smascherato come il consapevole corruttore di un'innocente, la folle utopia di Humbert pare essersi finalmente concretizzata. Ma con l'arrivo dell'autunno, trasferitisi nella fredda Beardsley, questo ossessivo e morboso amore, tuttavia non corrisposto dalla stessa Lolita, sbagliato, a tratti malato, pare non essere destinato durare a lungo. La ragazza diverrà infatti sempre più distante ed aggressiva verso i suoi confronti. Stanca del legame stretto con il patrigno, indocile, furba e a tratti crudele, la piccola Dolores comincia perciò a progettare la fuga. Convince l'uomo a lasciare Beardsley per ricominciare un nuovo ciclo di viaggi, stavolta però sarà lei a scegliere dove andare. Humbert, per non perderla e pur di renderla felice, acconsente certo che il suo destino si sia ormai felicemente compiuto. Ma durante il viaggio comincia ad accorgersi che i due non sono soli. Qualcuno li sta seguendo e questa inaspettata circostanza accresce le sue angosce. Il radicale mutamento del comportamento di Lolita, il misterioso uomo che pare pedinarli e i sensi di colpa che cominciano ad affliggerlo, trascineranno Humbert in uno stato delirante e in un sempre più crescente pericoloso gioco di luci ed ombre. Inesorabile e drammatica sarà la fine della vicenda di Humbert e della sua adorata ninfetta.
Produzione
La pellicola è stata prodotta da Mario Kassar e da Joel B. Michaels per la Pathé Production. Il produttore esecutivo del film è Mario Kassar. La pellicola è stata girata tra la Francia, dove viene mostrato il periodo in cui il giovane Humbert Humbert conosce la dodicenne Annabelle Leigh, e gli Stati Uniti d'America (più precisamente nel Nord Carolina, Sud Carolina, Louisiana, Texas e California), patria che accoglie l'insegnante inglese in età adulta e dove avviene l'inebriante incontro con Lolita.[1]
Sceneggiatura
L'autore della sceneggiatura del remake di Adrian Lyne è Stephen Schiff. Il regista ha dovuto lottare perché il suo film uscisse nelle sale. La sua versione detiene infatti contenuti di sessualità esplicita tra Humbert e l'adolescente Lolita ritenuti osceni ed aberranti. Non era quindi affatto gradito, soprattutto perché il tema centrale del racconto è estremamente delicato, ossia quello della pedofilia. La graziosa e conturbante ninfetta nata dalla penna di Nabokov è infatti solo una bambina di 12 anni ed Humbert è un uomo di 45 anni. In questo caso, Adrian Lyne decide di attribuire a Lolita un'età superiore, 14 anni, come Stanley Kubrick ne assegnò 16 alla proria nella prima trasposizione cinematografica.[2] Riadattando l'età di Lolita, di conseguenza appare meno scandaloso il legame basato sugli istinti e sul sesso che si instaura tra i due.[3] Stephen Schiff ha ricevuto non poche lodevoli critiche da illustre personalità della critica cinematografica. La sua fama come scrittore, giornalista, saggista e sceneggiatore è accresciuta grazie all'accoglienza positiva della nuova Lolita da parte dei quotidiani e dai magazine di rilevante importanza in America e nel Regno Unito. Se Vladimir Vladimirovič Nabokov rimase deluso dal film di Stanley Kubrick, il quale girò solo il 20 % della sceneggiatura che all'epoca venne scritta e riadattata dallo stesso autore del romanzo, e da come la società degli anni '50 e '60 non vedeva di buon occhio la storia del Professor Humbert Humbert e della sua adorata Dolores Haze, non si è dichiarato tale uno dei suoi figli, Dmitri Nabokov, guardando l'ultima trasposizione. Dmitri ha giudicato la nuova Lolita capace di toccare sensibilmente l'animo dello spettatore come di seguito riportato:
«La nuova Lolita è stata concepita con sensibilità ed è stata magnificamente prodotta. Lungi dall'essere l'esplicita provocazione che alcuni hanno temuto e altri desiderato, raggiunge una dimensione cinematografica poetica più vicina al romanzo di quanto la lontana approssimazione di Kubrick abbia fatto. La Lolita di Lyne tende a lasciare la fantasia dello spettatore libera di provvedere a se stessa, così come la prosa di Nabokov ha fatto per il lettore...L'ultima Lolita è splendida.»
Stephen Schiff trascrive con minuziosa fedeltà il susseguirsi degli eventi presenti nel romanzo di Nabokov, i ricordi, le date, i luoghi ed i paesi che Humbert e Lolita visitano insieme. La sua sceneggiatura ha quindi reso maggiormente fedele il film di Adrian Lyne al tanto contestato ma gradito romanzo di Vladimir Nabokov.[6] Da non trascurare il breve ma intenso racconto che Humbert fa di Annabel Leigh, la ragazzina di cui si innamorò durante l'estate dei suoi 14 anni e che morì di tifo 6 mesi dopo, un aspetto che non viene minimamente accennato nel film di Stanley Kubrick ma che racchiude in sé stesso una grande e simbolica importanza perché giustifica, almeno in parte, la sua ricerca ossessiva in ragazze dell'età di Lolita. Il film di Adrian Lyne appare quindi più veritiero e meno teatralizzato da monologhi e travestimenti inverosimili che altresì sono onnipresenti nel film di Stanley Kubrick, il quale rende l'immagine di Clare Quilty in apparenza carismatica ed umoristica.[7]
Stephen Schiff ha fatto parte dello staff del quotidiano New Yorker, dove scriveva profili culturali, lungometraggi, critiche e saggi. Fonti non ufficiali accreditano il suo nome anche al magazine Vanity Fair. Ancora attivo come sceneggiatore ha proseguito la sua esperienza nel mondo della celluloide riadattando il best-seller The Deep End of the Ocean diretto da Ulu Grosbard per la Sony Pictures uscito nel settembre del 1998. I protagonisti di quel film sono Michelle Pfeiffer, Treat Williams e Whoopi Goldberg. Un'altra sceneggiatura di successo arriva per True Crime, diretto ed interpretato da Clint Eastwood. Ha continuato a scrivere per un Regista in erba come Robert De Niro e per Quincy Jones, Mike Nichols e Barry Sonnenfeld. Vive a New York City con la moglie e la figlia. Lolita è stata la sua prima sceneggiatura per il cinema. La sceneggiatura è stata pubblicata per la prima volta negli Stati Uniti d'America e nel Regno Unito nel luglio 1998. Ricco di illustrazioni fotografiche in stile vintage che ritraggono numerose scene del film, molte delle quali tagliate e alcune persino mai rese note, e dei suoi interpreti principali, il "libro-sceneggiatura" è stato intitolato Lolita - The Book of the Film. Edito da Applause Theatre & Cinema Books e da Brossura, provvisto di 226 pagine, vi è stata conferita la prefazione di Adrian Lyne ed una nota aggiuntiva dell'attore protagonista Jeremy Irons. Il libro è disponibile esclusivamente in inglese.
Cast e personaggi
Jeremy Irons interpreta il Prof. Humbert Humbert, nonché protagonista e narratore degli eventi. Inizialmente l'attore inglese non aveva assolutamente intenzione di accettare la proposta di Adrian Lyne nell'interpretare un personaggio tanto criticato per la sua natura incline ad adorare esclusivamente ragazzine particolarmente giovani, le cosiddette ninfette. Irons, all'epoca, aveva dei figli adolescenti e riteneva perciò fuori luogo recitare la parte di un uomo che si innamora perdutamente di una minorenne. Anche la collega ed amica Glenn Close, protagonista femminile di un altro noto film di Lyne, ossia Attrazione fatale, gli consigliò vivamente di declinare l'invito perché il ruolo era troppo vergognoso per essere accettato e compreso positivamente dal pubblico e dalla critica. Lo stesso Irons era scettico a riguardo, temendo che quell'esperienza si sarebbe rivelata molto spiacevole su tutti i livelli. Ma in merito Adrian Lyne era molto ostinato. Vedeva in lui il solo ed unico attore capace di dare vita all'Humbert Humbert del suo film, tanto che continuò imperterrito a contattarlo affinché accettasse il ruolo. E così avvenne. In seguito ad un'intervista, Jeremy Irons spiegò che aveva ceduto alle ripetute ed insistenti richieste di Lyne perché quest'ultimo si era posto verso l'intero staff estremamente entusiasta ed emozionato come un bambino all'idea di realizzare la nuova Lolita, tanto che ne risultò contagioso. Interpretare Humbert Humbert cambiò radicalmente i preconcetti che l'attore aveva inizialmente nutrito verso quello specifico ruolo, a tal punto che anche dopo molti mesi dal termine della realizzazione del film, l'attore confessò di provare una forte ossessione per la piccola collega Dominique Swain che in tal contesto vestì i panni della ninfetta nata dalla penna di Nabokov. Irons, come Adrian Lyne, ha definito la vicenda di "Lolita" una storia di amore, passione, gelosia e sofferenza.[8]
Melanie Griffith è Mrs Haze, la madre di Lolita. Per l'occasione ingrassata, l'attrice interpreta una Charlotte dolce, un'idealista dell'amore romantico, passionale, impulsiva, gentile, sola e fragile. Dalla chioma rosso rame come i capelli della sconsiderata figlia ed un look impeccabile, questa Charlotte Haze risulta essere una donna ancora desiderabile e decisamente provocante, diversamente da come appariva Shelley Winters nella versione di Kubrick.
L'attore statunitense, di origini italiane, Frank Langella è Clare Quilty, il noto sceneggiatore e commediografo teatrale che seguirà Lolita ed Humbert nel loro lungo girovagare. Sessualmente perverso e pedofilo, sarà l'unico uomo di cui Lolita s'innamorerà. Insieme progetteranno la fuga dall'inconsapevole Humbert, che seppur geloso di qualsiasi altro uomo sulla faccia della terra non sospetterà mai di questo ambiguo e misterioso individuo. Questo Clare Quilty, con la collaborazione di Lolita, è la fonte del delirio di Humbert Humbert poiché appare come un'ombra, un fantasma, una losca figura, percettibile ma quasi mai visibile. Un personaggio noir, il cui volto e le caratteristiche annesse usciranno allo scoperto solo al termine del film.
La allora aspirante attrice Dominique Swain, scelta da Adrian Lyne fra 2.500 ragazze sottoposte a provino per il ruolo della trasgressiva ninfetta di Nabokov, interpreta Lolita. Sebbene non avesse mai avuto esperienze nel mondo del cinema e/o del teatro, la Swain si è mostrata all'altezza nel ruolo aggiudicatasi. All'epoca, in cui venne girato il remake Lolita, l'attrice aveva 17 anni e frequentava la Malibù High School, nello Stato della California. Il suo personaggio rapisce lo spettatore grazie al suo dolce candore, il suo tenero viso, il suo bellissimo sorriso, la sua esile ma affascinante figura, e la sua infantile simpatia che mette in secondo piano il suo egoismo, la sua arguzia, il suo materialismo e la sua crudeltà nei confronti di Humbert. La Dolores Haze di Dominique Swain è la "ninfetta-icona" che ancora oggi viene emulata da milioni di ragazze. Dopo il successo ottenuto con l'uscita del film Lolita, Dominique ha recitato la parte di una figlia ribelle ed indomabile al fianco di John Travolta e Nicolas Cage nel film Face Off, diretto da John Woo. Tuttavia, l'attrice non ha ottenuto altri ruoli di rilevante importanza né come protagonista in film di grande spessore e, a differenza di molte colleghe appartenenti alla sua generazione, non possiede una fama a livello internazionale. Il suo volto ed il suo inconfondibile sorriso, come il suo nome, vengono tutt'oggi legati alla Lolita di Adrian Lyne.[9]
Ben Silverstone, il cui vero nome è Benjamin Maurice Silverstone, riveste i panni del giovane Humbert Humbert. Le scene che lo vedono protagonista vengono girate in Francia. Nel Film di Adrian Lyne si fa riferimento all'"Hotel Mirana", una tenuta estiva che appartiene alla famiglia di Humbert, in una Cannes del 1921. Il suo Humbert Humbert è già un sognatore, un romantico, un passionale, sensibile e molto fragile ragazzo. Qualità che, nonostante il trascorrere del tempo, non perderà mai.[10]
Emma Griffiths Malin interpreta Annabel Leigh, causa della deviazione sessuale di Humbert. Emma è un'attrice londinese. I nonni erano gli attori Mark Eden e Joan Le Mesurier. A causa della sua improvvisa morte, Humbert si autoprecluderà di crescere interiormente come uomo e ricercherà sempre la figura di Annabel in ragazze giovanissime che lui definisce "ninfette", anche dopo essersi lasciato alle spalle gli anni della giovinezza. Non riuscirà ad amare nessun'altra finché conoscerà Dolores Haze.[10]
Premi e riconoscimenti
Lolita fu candidato a 4 Premi Oscar.
- Jeremy Irons vinse il Premio Oscar come Miglior Attore protagonista.
- Melanie Griffith si aggiudicò un Golden Globe come Miglior Attrice non protagonista.
- Dominique Swain vinse il premio Best Kiss agli MTV Movie Awards.
- Nessun premio di spicco per l'attore Frank Langella.
Colonna sonora
Le musiche di Lolita sono state composte, orchestrate, arrangiate ed eseguite da Ennio Morricone, vincitore di un Premio Oscar alla Carriera come Miglior Compositore di Colonne Sonore per il Cinema. La colonna sonora ed i vari temi musicali sono stati composti unicamente per la Lolita di Adrian Lyne. Di seguito, l'album musicale che raccoglie i suoi lavori e le canzoni di altri artisti della vecchia musica leggera americana.
| Lolita colonna sonora | |
|---|---|
| Artista | Ennio Morricone, Autori vari |
| Pubblicazione | 28 luglio 1998 |
| Durata | 60 min : 36 s |
| Dischi | 1 |
| Tracce | 21 |
| Genere | Colonna sonora Musica leggera |
| Etichetta | BMG, Milan Records |
| Recensione | Giudizio |
|---|---|
| Allmusic[11] |
Tracce
Musiche di Ennio Morricone, eccetto dove indicato.
- Lolita – 2:20
- Love in the Morning – 3:36
- Vera Lynn – I'm in the Mood for Love – 2:55 (testo: Dorothy Fields – musica: Jimmy McHugh)
- Andy Russell – Amor – 2:56 (Ricardo Lopez Mendez, Gabriel Ruíz )
- Take Me to Bed – 2:51
- Lolita on Humbert's Lap – 3:34
- Ella Fitzgerald – 'Tain't What You Do (It's the Way That You Do It) – 2:56
- Lolita in My Arms – 1:37
- Requiescant – 2:10
- Louis Prima and His Band – Civilization (Bongo, Bongo, Bongo) – 3:18 (Bob Hilliard, Carl Sigman)
- Eddy Howard – I Wonder, I Wonder, I Wonder – 3:01 (Daryl Hutchinson)
- Jack McVea – Open the Door, Richard! – 2:59 (Dusty Fletcher, Don Howell, John Mason, Jack McVea)
- Quilty – 4:14
- What About Me? – 1:41
- Togetherness – 2:32
- She Had Nowhere Else to Go – 3:21
- Humbert's Diary – 2:55
- Humbert on the Hillside – 1:42
- Artie Shaw – Stardust – 3:31 (Hoagy Carmichael, Mitchell Parish)
- Ladies and Gentlemen of the Jury – 2:19
- Lolita (Finale) – 4:08
Durata totale: 60:36
Distribuzione
Date di uscita
Di seguito sono elencate, in ordine cronologico, le date di uscita del film ed il titolo in alcuni stati del mondo.[12][13]
- Italia: 26 settembre 1997
- Spagna: 3 ottobre 1997
- Grecia: 14 novembre 1997
- Portogallo: 14 novembre 1997
- Hong Kong: 4 dicembre 1997
- Corea: dicemebre 1997
- Germania: 1° gennaio 1998
- Austria: 2 gennaio 1998
- Svizzera: 9 gennaio 1998
- Francia: 14 gennaio 1998
- Russia: 31 gennaio 1998 (Лолита)
- Lituania: 6 febbraio 1998
- Estonia: 10 aprile 1998
- Regno Unito: 8 maggio 1998
- Danimarca: 26 giugno 1998
- Turchia: 10 luglio 1998
- Stati Uniti d'America: 25 settembre 1998, 22 luglio 1998 (limitato) e 2 agosto 1998 (TV premiere)
- Brasile: 4 settembre 1998
- Norvegia: 4 settembre 1998
- Polonia: 25 settembre 1998
- Corea del Sud: 24 ottobre 1998
- Ungheria: 19 novembre 1998
- Slovacchia: 17 dicembre 1998
- Finlandia: 1999 (video premiere)
- Israele: 18 febbraio 1999
- Australia: 8 aprile 1999
- Argentina: 6 maggio 1999
- Paesi bassi: 27 maggio 1999
- Svezia: 25 agosto 1999 (video premiere)
- Nuova Zelanda: 16 agosto 1999
- Messico: (Lolita: Una pasión prohibida)
Divieti
Negli Stati Uniti la Motion Picture Association of America catalogò la pellicola sotto il visto R ("Restricted") per la "sessualità aberrante", forti scene di violenza e di nudità.[14]
- Argentina: VM 18
- Australia: R
- Brasile: VM 14
- Cile: VM 18
- Francia: VM 12
- Germania: VM 18
- Hong Kong: III
- Italia: VM 14
- Giappone: PG-12
- Paesi Bassi: VM 16
- Nuova Zelanda: VM 18
- Norvegia: VM 18
- Perù: VM 18
- Portogallo: VM 16
- Singapore: R
- Corea del Sud: VM 18
- Spagna: VM 18
- Regno Unito: VM 18
- Stati Uniti d'America: R
- Finlandia: VM 16
- Canada: VM 16, VM 18 (Nuova Scozia e Alberta -VM 18, Columbia Britannica) R (Manitoba e Ontario R)
- Islanda: VM 16
Edizione italiana
Il film fu distribuito nelle sale cinematografiche italiane il 27 settembre 1997. La versione italiana del film è a cura di Patrizia De Crescenzo e i Dialoghi Italiani di Novella Marcucci. Il Doppiaggio è a cura della SEFIT. Il direttore del doppiaggio è Pino Colizzi. Le voci di Jeremy Irons e di Dominique Swain sono state prestate rispettivamente dai doppiatori Mario Cordova e da Claudia Pittelli.
Accoglienza
Incassi
Lolita incassò $ 19.492 nel primo weekend. Gli incassi finali nazionali furono di $ 1.060.056 a partire dal 22 novembre 1998.[15]
Critica
La pellicola si distingue per essere stata accolta da critiche contrastanti, oltre che per aver fatto discutere l'opinione pubblica. Jack Kroll sulla testata statunitense Newsweek ha commentato la pellicola affermando che Lyne «ha trasposto il classico di Nabokov con sensibilità intelligenza e stile.»[16] Caryn James sul New York Times si esprime dicendo che, come il romanzo dell'autore russo, il film «è un'eloquente tragedia cucita con arguzia: una seria e disturbante opera d'arte.»[17]
Differenze tra film e romanzo
- Nel romanzo di Vladimir Nabokov il campo estivo dove viene mandata la Lolita, su severa ed esplicita volontà della madre, si chiama "Camp Q", nella trasposizione cinematografica di Adrian Lyne il nome viene mutato in "Camp Kewattomie".
- Il personaggio di Lolita, sebbene molto giovane, non possiede un apparecchio ortodontico ma nel film questo oggetto appare più volte. In alcune scene la ragazzina utilizza questo particolare oggetto persino come arma di seduzione e di gioco. In realtà l'apparecchio in questione era dell'attrice Dominique Swain, la quale lo aveva sfoggiato senza inibizioni durante i casting e gli screen test. L'apparecchio risaltò il sorriso della Swain e ne accrebbe la simpatia, tanto che Adrian Lyne decise di attribuirlo anche alla "Lolita" del suo film.
- Nel romanzo di Vladimir Nabokov, Annabel, come Lolita, prova interesse per uomini maturi. Nello specifico, si infatua del padre di Humbert. Un particolare che non è presente nella sceneggiatura di Schiff come nel film di Lyne.
- Al giovane Humbert e ad Annabel Leigh sono state assegnate età maggiori diversamente dal romanzo di Nabokov ed alla sceneggiatura di Schiff. Lo stesso è valso per Lolita.[2]
Note
- ^ Vickers, 2008.
- ^ a b Vickers, 2008, p. 199.
- ^ (EN) Andrew L. Urban, Lyne, Adrian: Lolita, su urbancinefile.com.au, Urban Cinefile.
- ^ Vickers, 2008, pp. 203-204.
- ^ (EN) Dmitri Nabokov, THE AUTHOR: It's All in the Imagination, su pathe-lolita.com.
- ^ «To say that tracking it down is worth the effort would damn with faint praise a superior film that is not only far more faithful to Nabokov's novel than the 1962 version but more faithful to the novel than any film version might reasonably have been expected to be. Admittedly its early Riviera sequence, that crucial Annabel Leigh episode, reinforces the worries of those who dislike Lyne's fondness for softfocus photography and pretty compositions, but that seems to be a second unit aberration.» Vickers, 2008, pp. 198-199
- ^ (EN) Paul Fischer, Lolita, su urbancinefile.com.au, Urban Cinefile.
- ^ (EN) Andrew L. Urban, Irons, Jeremy: Lolita, su urbancinefile.com.au, Urban Cinefile.
- ^ (EN) Louise Keller, Swain, Dominque: Lolita, su urbancinefile.com.au, Urban Cinefile.
- ^ a b (EN) Lolita, su explore.bfi.org.uk, British Film Institute.
- ^ (EN) Jason Ankeny, Lolita, su AllMusic, All Media Network.
- ^ (EN) Film Releases, su pathe-lolita.com. URL consultato il 19 maggio 2013.
- ^ (EN) Lolita (1997) - Release dates, su imdb.com, IMDb. URL consultato il 19 maggio 2013.
- ^ (EN) Lolita (1997) - Parents Guide, su imdb.com, IMDb. URL consultato il 19 maggio 2005.
- ^ Box office / business for Lolita (1997), su imdb.com, Internet Movie Database. URL consultato il 4 marzo 2010.
- ^ «[He] has translated Nabokov's classic with sensitivity, intelligence and style.» (EN) Jack Kroll, Lolita: At Last, Lolita is Here. Well, Not Exactly, in Newsweek, vol. 130, n. 14, 6 ottobre 1997. Citato in Vickers, 2008, p. 198.
- ^ «Like Nabokov's novel, it is an eloquent tragedy laced with wit and a serious, disturbing work of art.» (EN) Caryn James, Lolita (1997) TELEVISION REVIEW; Revisiting a Dangerous Obsession, in The New York Times, 31 luglio 1998.
Bibliografia
- Graham Vickers, Chasing Lolita: How Popular Culture Corrupted Nabokov's Little Girl All Over Again, Chicago Review Press, 2008, ISBN 9781556529689.
- Stephen Schiff, Lolita - The Book of the Film, New York/Londra, Applause Theatre & Cinema Books/Brossura.
Voci correlate
Collegamenti esterni
- Sito ufficiale
- (EN) 0119558, su IMDb, IMDb.com.
- (EN) Lolita (colonna sonora), su AllMusic, All Media Network.
- (EN) Lolita (colonna sonora), su Discogs, Zink Media.
