Graziella Priulla

sociologa e saggista italiana

Graziella Priulla (Masserano, 1945) è una sociologa e saggista italiana.

Biografia

Ha studiato al Liceo classico Massimo D'Azeglio di Torino, dove ha conseguito il diploma nel 1963. Si è poi laureata, nel 1967, alla Facoltà di lettere e filosofia dell'Università di Torino. Ha collaborato con la RAI.

Graziella Priulla è una sociologa della comunicazione e della cultura, docente ordinaria di sociologia dei processi culturali e comunicativi all'Università di Catania. Svolge attività di formatrice sui temi della differenza di genere.

I suoi studi riguardano i mezzi di informazione, la sociologia dei consumi culturali, la comunicazione giornalistica sulla mafia, i linguaggi comunicativi della pubblicità e della politica, i modi di rappresentazione e costruzione della realtà attraverso il mezzo televisivo, e i temi della comunicazione pubblica in Italia.

Saggistica

I suoi interessi di ricerca sono rispecchiati nell'attività saggistica.

La comunicazione delle pubbliche amministrazioni

La comunicazione delle pubbliche amministrazioni, saggio edito nel 2008, si occupa del paradosso della comunicazione amministrativa in Italia che, fatte salve alcune situazioni di eccellenza, risulta in generale inefficace e inadeguata nella prassi, percepita dai cittadini come pesante e insostenibile, nonostante il paese, tra le democrazie occidentali, disponga di una normativa avanzatissima in tema di processo e comunicazione nella pubblica amministrazione.

I caratteri elementari della comunicazione

Edito nel 2009, è un manuale rivolto agli studenti universitari e offre un quadro d'insieme su un tema tanto frequentato quanto mal definito. Prospetta gli ambiti di interesse, i processi, i contesti che sono coinvolti nel campo complesso della comunicazione, cercando di trasferire la natura astratta dei termini nella concreta esperienza di ciascuno.

L'Italia dell'ignoranza. Crisi della scuola e declino del paese

Pubblicato nel 2011, il saggio verte sullo stato al quale è giunta la scuola italiana, attraverso un processo di opacizzazione del suo prestigio istituzionale, di indebolimento progressivo della sua efficacia formativa, a causa della tradizionale mancanza di centralità del tema dell'educazione nelle agenda politica italiana, all'erosione del consenso sociale e alla conseguente perdita di credibilità agli occhi di chi ne fruisce (in particolare, gli studenti e le famiglie), di chi vi agisce professionalmente (i docenti e il personale) e di coloro ai quali, dirigenti e politici, sono affidati compiti di indirizzo e organizzazione.

L'indebolimento del ruolo istituzionale è messo in relazione con il generale declino del paese. Un tratto notevole di questo fenomeno di depotenziamento è che esso si accompagna a una scarsa consapevolezza da parte dell'opinione pubblica, in particolare di famiglie e studenti: perfino nei casi in cui vi è percezione, essa avviene in termini di tale ineluttabilità da non riuscire a stimolare nemmeno una reazione generale. Questa «assenza [della scuola] dall'orizzonte complessivo della società» è per l'autrice il nodo principale, e arduo, che la società italiana dovrà essere in grado di sciogliere per dotare il paese di un'istituzione educativa adeguata a sostenere il ruolo del paese nel sistema di competizione internazionale.

Riprendiamoci le parole. Il linguaggio della politica è un bene pubblico

Un pamphlet uscito all'inizio del 2012, quando il lungometraggio berlusconiano sembrava giunto ai titoli di coda. Elenca le parole tradite, deformate, stravolte da un uso mistificante e strumentale o superficiale e irriflesso. Le catarsi collettive iniziano purificando le parole. La lingua è un bene prezioso per la sopravvivenza dell'umanità, né più né meno dell'acqua.

C'è differenza. Identità di genere e linguaggi

Pubblicato nel 2013, il libro ha l'ambizione di porsi come manuale di educazione di genere rivolto alle scuole superiori. Lo scopo è quello di coltivare nuove modalità per costruire identità di genere aperte e paritarie, che aiutino le nuove generazioni a difendersi dagli stereotipi e da modelli di femminilità e di mascolinità limitativi delle potenzialità di ciascuna e di ciascuno. Il piano educativo è essenziale per la formazione di linguaggi e orientamenti che, senza negare le differenze biologiche (anzi, valorizzandole), le privino della carica di violenza, delle prevaricazioni e delle ambiguità che storicamente hanno accompagnato le relazioni tra i sessi.

Opere

  • Bibliografia delle comunicazioni di massa, Bonanno, 1970.
  • (con Franco Cazzola e Alberto Predieri) Il decreto legge tra Governo e Parlamento, Milano, Giuffrè, 1975.
  • (con Giovanni Gozzer), La televisione a scuola. Esperienze nell'uso di tecnologie educative in Italia, Bologna, il Mulino, 1977.
  • A scuola con il giornale, Catania, Pellicanolibri, 1981.
  • In nome del popolo mediatico, Roma, Edizioni Lavoro, 1998.
  • Vendere onnipotenza. Metafore pubblicitarie, tecnologie, miti del XXI secolo, Edizioni Dedalo, 2002.
  • (con Maria Eugenia Parito), Introduzione alla comunicazione pubblica e La comunicazione, Acireale, Bonanno, 2005.
  • Raccontar guai. Che cosa ci minaccia, che cosa ci preoccupa, Rubbettino Editore, 2006.
  • (con Giuseppe Di Gregorio), Il giovanotto si deve prendere una l'aura, Bonanno, 2006.
  • Comunicare solidarietà. Introduzione alla comunicazione sociale, Bonanno, 2008.
  • La comunicazione delle pubbliche amministrazioni, Laterza, 2008. ISBN 9788842087984
  • I caratteri elementari della comunicazione, Laterza editore, 2009. ISBN 9788842091127
  • L'Italia dell'ignoranza. Crisi della scuola e declino del paese, FrancoAngeli, 2011. ISBN 9788856840223
  • Riprendiamoci le parole. Il linguaggio della politica è un bene pubblico, Di Girolamo, 2012. ISBN 9788897050155
  • C'è differenza. Identità di genere e linguaggi: storie, corpi, immagini e parole, FrancoAngeli 2013. ISBN 9788820433826

Collegamenti esterni