Atessa
Atessa (l'Atèss in dialetto atessano[4]) è un comune italiano di 10595 abitanti della provincia di Chieti in Abruzzo. Fa parte della Comunità montana Valsangro. È il più grande comune della provincia per estensione e l'ottavo per popolazione.

Atessa comune | |
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Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Provincia | ![]() |
Amministrazione | |
Sindaco | Nicola Cicchitti (lista civica) dal 7-5-2012 |
Territorio | |
Coordinate | 42°04′00″N 14°27′00″E |
Altitudine | 435 m s.l.m. |
Superficie | 111 km² |
Abitanti | 10 595[1] (10595) |
Densità | 95,45 ab./km² |
Frazioni | vedi elenco frazioni |
Comuni confinanti | Altino, Archi, Bomba, Carpineto Sinello, Casalanguida, Casalbordino, Colledimezzo, Gissi, Guilmi, Lanciano, Montazzoli, Paglieta, Perano, Pollutri, Sant'Eusanio del Sangro, Scerni, Tornareccio, Villa Santa Maria |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 66041 |
Prefisso | 0872 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 069005 |
Cod. catastale | A485 |
Targa | CH |
Cl. sismica | zona 3 (sismicità bassa)[2] |
Cl. climatica | zona D, 1 846 GG[3] |
Nome abitanti | atessani |
Patrono | san Leucio |
Giorno festivo | 11 gennaio |
Cartografia | |
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Sito istituzionale | |
Geografia fisica
Territorio
Si trova nella bassa valle del fiume Sangro. La sua superficie, con i suoi 11.003 ettari, è la più estesa della provincia e comprende una piccola parte decentrata dal resto del territorio, un'exclave a sud del comune di Tornareccio. I promontori degradano dolcemente fino a raggiungere la vasta piana alluvionale del Sangro.
La quota minima è di 55 m s.l.m., a cui si giunge sulle rive del fiume, mentre quella massima è di 876 m s.l.m., nei pressi della località Fonte Campana, con un dislivello di oltre 800 metri: un passaggio dai caratteri di pianura a quelli di bassa, media e alta collina. L'altitudine della residenza comunale è di 435 m s.l.m.
L'abitato di Atessa si snoda sulla sommità di un rilievo dalla pianta a forma di mezzaluna, isolato sulla campagna circostante, il cui punto più alto è di 473 metri, presso la Villa Comunale.
I corsi d'acqua che solcano il territorio comunale sono numerosi, per lo più affluenti dei principali fiumi, il Sangro ad occidente e l'Osento ad oriente. Tra i principali tributari di essi possiamo ricordare il Torrente Appello, il Fosso Santa Barbara, il Fosso San Carlo, il Rio Falco e il Torrente Ceripolle.
Il sottosuolo consiste in uno degli ultimi crinali in cui si trovano antichi depositi sabbiosi stratificati, visibili nei numerosi affioramenti delle scarpate, con un tipico colore giallo ocra. Questi sedimenti, testimonianza della permanenza della fascia costiera in questo luogo e la seguente regressione del mare tra la fine del Pliocene e l'inizio del Quaternario, poggiano su terreni argillosi (Argille grigio-azzurre), frutto della sedimentazione in mare aperto di materiali terrigeni. Sono così costituite le ampie colline, sulle quali si trovano la maggioranza delle contrade, collegate da una fitta rete di strade secondarie a quelle più importanti del fondovalle.
Storia
Le origini di Atessa secondo alcune fonti risalgono al V secolo d.C. dopo la caduta dell'Impero Romano d'Occidente.[5]
In seguito fu feudo di vari signori tra cui: dei Courtenay o Cortinaccio, di Filippo di Fiandra, dei Maramonte, del Conte di Monteodorisio, del re Ferrante e dei Colonna.[6]
Dopo l'eversione del feudalesimo il territorio versò in miseria.[5]
Successivamente si ebbe una breve ripresa sotto il casato dei Borbone, ma una successiva epidemia di colera che colpì il paese tra il 1816 ed il 1817 portò di nuovo il paese in miseria.[7]
Nel 1860 la cittadinanza partecipò con grande entusiasmo all'unità d'Italia ma, in seguito, dovette fare i conti col brigantaggio.[7]
Nella prima metà del XX secolo il paese partecipò alle due guerre mondiali perdendo 135 paesani nella prima e 79 militari e 21 civili nella seconda guerra mondiale.[7]
In seguito, negli anni settanta ed ottanta del XX secolo, la zona subì una radicale trasformazione economico-sociale per via dello sviluppo industriale della Val di Sangro.[6]
Toponimo
Il nome deriva dall'unione di due centri abitati: Ate e Tixa.[6]
Monumenti e luoghi d'interesse
Architetture religiose
La prima chiesa intitolata a San Leucio risale all'874 ma venne restaurata nel 1312, quando venne realizzato anche il rosone dalla scuola lancianese del Petrini, sormontato dall'agnello crucigero e le rappresentazioni simboliche dei quattro evangelisti, che a quel tempo si trovavano ai lati del rosone. Nel corso del tempo subì numerosi rifacimenti e modifiche come quello effettuato nel 1750 in cui furono realizzate altre due navate portando così la chiesa a cinque navate e gli interventi effettuati nel 1935 dalla Soprintendenza abruzzese in cui fu restituita alla cattedrale la sua originale facciata medioevale. Presenta un'imponente facciata in laterizio caratterizzata dal rosone tardo-barocco datato 1312 della scuola lancianese del Petrini e cinque piccole nicchie tra il rosone e il portale centrale. L'interno barocco a cinque navate e altrettanti altari laterali per parte. Vi si trova un coro ligneo e un pulpito risalente al 1767, opera degli intagliatori Mascio.[8]
Altre chiese
- Chiesa di Santa Croce
- Chiesa di Santa Croce La chiesa di trova sul colle Ate nell'omonimo quartiere, uno dei due primi nuclei abitativi della città. Il primo edificio a pianta ottagonale risale al VII secolo ma venne trasformata ad aula rettangolare nel XIV secolo. Fu portata a tre navate con i massicci interventi della seconda metà del XVII secolo quando vennero rifatti anche gli interni. Presenta una caratteristica facciata normanna in pietra con un portale gotico, un rosone, e due contrafforti con di fianco due finestre ed una finestra a mezza luna. L'interno, in stile barocco, possiede delle fini decorazioni dorate e presenta una croce realizzata a mosaico con tessere dorate al cui centro si trova un Cristo morto. Notevole è anche l'organo risalente al XVIII secolo.[9]
- Chiesa della Madonna della Cintura
- Si trova in Via Menotti De Francesco. È composta da due chiese, quella superiore e quella inferiore, intitolata alla Madonna dei Raccomandati che secondo gli storici fu costruita nel XIV secolo. La facciata presenta un semplice portale in pietra, una finestra a mezza luna ed un campanile triangolare. L'interno barocco a tre navate presenta delle ricche decorazioni in stucco policromo ed una cupola ellittica decorata a cassettoni.[10]
- Chiesa di San Pietro
- Si trova in Largo Castello e rappresenta l'insediamento più antico della zona. Già nota nel 1348, fu ricostruita nel 1467 con lineamenti tardo-medievali. Fu ristrutturata nel 1999 dopo un lungo periodo di abbandono. Le mura sono formate da ciottoli e pietre con ripianamenti in laterizio. L'interno ad aula unica possiede un soffitto a capriate.[11]
- Chiesa della Madonna Addolorata
- La prima chiesa fu costruita nel XVI secolo ma quella attuale è frutto di una completa ricostruzione dopo i bombardamenti del 13 novembre 1943 durante la seconda guerra mondiale. La chiesa ad alula unica con abside presenta un notevole interno barocco con paraste e capitelli corinzi che sorreggono una trabeazione. La facciata è divisa in due livelli da una cornice. Il livello inferiore presenta quattro paraste con capitelli che sorreggono la cornice; il secondo possiede quattro paraste con capitelli corinzi che sorreggono un frontone e due nicchie con le statue di San Martino di Atessa e San Gabriele dell'Addolorata.[12]
- Chiesa di San Vincenzo Ferrer
- Si trova in località Montemarcone e fu costruita dal popolo con i sassi del torrente Appello nel 1847. Subì profondi restauri nel 1963 e nel 1981 fu allungata chiudendo gli archi del portico antistante con delle vetrate. La semplice facciata in pietra, restaurata nel 1997 e delimitata da due paraste sulla cui cima sono posate le statue dell'Arcangelo Michele a destra e dell'Arcangelo Gabriele a sinistra. Al centro vi è un rosone sormontato da un campanile a vela. L'interno a navata unica presenta delle paraste che sorreggono una trabeazione con capitelli ionici e rifiniture dorate.[13]
- Chiesa di San Gaetano
- Situata in Corso Vittorio Emanuele, la via del passeggio e dei negozi, è attualmente sconsacrata e adibita a sala espositiva. Fu costruita per volontà di Leucio e Aurelio Scalella nel 1668, annessa al monastero delle clarisse. Presenta delle linee architettoniche molto semplici con terminazione a capanna ed un campanile a vela.[14]
- Chiesa di San Rocco
- Situata in Piazza Garibaldi, il centro cittadino, era annessa al Convento dei Carmelitani fondato nel 1603, fino a pochi anni fa adibito ad ospedale civile. Nella seconda metà del XX secolo venne ristrutturata e le fu conferito l'attuale aspetto. La facciata in laterizio è divisa in livelli da una trabeazione sostenuta da due coppie di paraste. Anche il secondo livello termina con una mensola anch'essa sostenuta da due coppie di paraste. L'interno, in stile tardo-barocco presenta decorazioni con stucchi dorati ed altari policromi.[15]
- Chiesa di Sant'Antonio
- È situata fuori dalle mura della città presso l'omonima porta che ora non esiste più. Risalente al XVII secolo, fu ristrutturata dallo stuccatore Giovanni Fagnani nel 1902, poi dal pittore Alfredo Giuliani nel 1926. La facciata è caratterizzata dai laterizi a colorazione ocra e rosso e due paraste con capitelli corinzi che sorreggono una trabeazione. L'interno presenta una sola navata con una cappella sulla destra. Il soffitto a con due volte è arricchito da decorazioni in stucco, quello della cappella possiede una copertura a cassettoni mentre sopra in presbiterio vi è una cupola impostata su pennacchi con gli affreschi dei quattro evangelisti.[16]
- Chiesa di San Michele
- Situata nell'omonimo quartiere, è una delle chiese più antiche della città. Un'epigrafe tuttora visibile all'interno testimonia che la chiesa esisteva già nel VII secolo. L'attuale aspetto le fu conferito dal totale rifacimento subito sul finire del XVIII secolo. Nel 1844 venne costruito il campanile, distrutto in parte durante la seconda guerra mondiale e restaurato nel 1947. La facciata è delimitata da due coppie di paraste giganti con capitelli corinzi che sorreggono un'alta trabeazione sormontata da balaustra. Il settore centrale lavorato a fasce orizzontali di bugnato liscio e al cui centro si trova una lapide a bassorilievo dove sono raffigurati una spada, una corazza e una bilancia, i simboli di San Michele. L'interno tardo-barocco presenta dei semipilastri che sorreggono una trabeazione.[17]
- Chiesa di San Giuseppe
- Situata poco fuori dal centro cittadino, è una semplice chiesa completamente intonacata e biancheggiata a terminazione curvilinea e un doppio campanile a vela, in asse con l'ingresso architravato e la piccola finestra sovrastante. Il portale è separato dalla strada da 4 gradini.[18]
Chiesa di San Giovanni Battista
E’ una delle chiese più antiche della città, citata nel Chronicon Volturnense per l’anno 998. È sita nella centrale Piazza Benedetti. Sulla parete sinistra che si affaccia sulla piazza è stato ricavato un monumento ai Caduti delle guerre mondiali. La chiesa, più volte ristrutturata e chiusa al pubblico per inagibilità, ha subito nel tempo stratificazioni e rimaneggiamenti che hanno cancellato le primitive strutture altomedioevali. Notevoli gli affreschi seicenteschi, dai cromatismi intensi e raffinati che ornano le volte; imponente il campanile, quasi una torre di difesa, che domina la piazza. La tradizione addita in questo luogo la presenza di una cella di monaci basiliani, dediti alla bonifica di luoghi paludosi e poi futuri possibili promotori anche della chiesa di San Leucio.
Chiesa Madonna Assunta (o Santa Maria Assunta)
La chiesa ubicata presso il cimitero, cappella privata della famiglia Cardona, è da identificarsi con l’antica chiesa di Santa Maria in Piano, chiamata volgarmente Madonna del Piano, di cui si hanno notizie archivistiche dal Medioevo. La struttura attuale, ad una sola navata, all’esterno è in mattoni che formano giochi stilistici, con finestre ondulate che tradiscono uno stile tardo-barocco. L’interno è semplice ed intonacato di bianco. Nella sottostante cripta vi sono sepolture.
- Chiesa di San Marco
- È sita in contrada san Marco. L'interno è ad aula con abside. Alcune fonti la vogliono fondata nel 1896. Forse è stata edificata su di una preesistente chiesa. La facciata principale è realizzata con laterizio. È divisa in due livelli mediante una cornice marcapiano la facciata è a capanna. Sul tetto vi è un doppio campanile a vela. L'interno è suddiviso mediante delle paraste che sostengono una trabeazione.[19]
- Chiesa di San Nicola
- La chiesa è sita in contrada Colle Flocco. Anticamente fu proprietà della famiglia Flocco. La chiesa consta di elementi del XIX secolo. La facciata è semplice: consta di paraste e di campanile a vela. È suddivisa in due parti mediante una cornice marcapiano. L'ingresso è architravato. L'interno, ad aula unica, è realizzato in laterizio, la pietra è utilizzata solamente nel basamento. L'interno è suddiviso mediante delle paraste.[20]
- Chiesa della Madonna del Rosario
- La chiesa è sita in contrada Aia Santa Maria. L'interno è ad aula unica. È in stile del XIX secolo. La facciata è inquadrata da paraste che sostengono un timpano a forma di triangolo. Sul tetto vi è un campanile a vela. L'interno è scandito da paraste che sostengono una trabeazione.[21]
- Chiesa della Madonna del Buon Consiglio
- La chiesa è sita in Contrada Pili. L'interno è ad aula unica. Lo stile è del XIX secolo. Forse è stata edificata su una preesistente chiesa. La facciata è a capanna inquadrata da paraste. Il portale è architravato. La sagrestia è su un lato dell'edificio. Il campanile a vela è sito sul retro. La zona dell'altare è ricoperta da una cupola ellittica con quattro medaglioni effigianti i quattro evangelisti.[22]
- Chiesa di Santa Maria
- La chiesa è sita a sud-est del paese, in discesa Santa Maria. Lo stile è del XIX secolo. La facciata è a capanna. Il campanile è a vela, affiancato da volute. Nell'interno, ad aula unica, vi è un quadro del 1612 rappresentante la "Madonna con Bambino".[23]
- Chiesa della Madonna a Mare
È una chiesetta situata appena fuori del paese, all'incrocio tra la strada per Casalbordino e quella per Casalanguida. È stata recentemente restaurata e riaperta al pubblico. Fu costruita dalla famiglia Flocco tra il 1760 e il 1770 come ex voto di Don Giacomo Flocco, curato di San Michele. L’edificio, ad una sola navata con cappella funeraria sottostante, presenta un piccolo portico sulla facciata, delineato da due colonne in mattone, tipico dell’architettura agro-pastorale. Sul portone d’ingresso compare l’iscrizione: "Tu che la mano al naufrago/Porgesti amica e pia/In questo mar di triboli/Soccorrici Maria". Un piccolo campanile dona eleganza e snellezza all’edificio. All’interno si segnala l’altare in marmo originale. L’ubicazione della chiesetta su un incrocio viario, l’iscrizione ricordata e le memorie della tradizione sembrano legarla al passaggio di pellegrini, devoti, viandanti, pastori ecc. Gli emigranti, prima di partire, specie per le Americhe, si recavano devotamente alla chiesetta per chiedere aiuto e protezione alla Vergine.
- La chiesa si trova a Piazzano, a valle. Nel 1939 il signor Vito Battilani formò una commissione per la costruzione di una cappella rurale anche se la vera ideatrice del progetto fu sua moglie Giuseppina Pedroni. Nel 1954 il parroco don Giorgio Falzoni fece allestire una cappella dedicata al Sacro Cuore ma nel 1960 don Luciano Chicchitti, a un anno dalla sua nomina di parroco, fece costruire un asilo a Piazzano, facendo spostare la cappella nel suo atrio, collocandovi una statua della Madonna di Lourdes ed esternamente, un campanile. La prima pietra della chiesa attuale fu posata il 25 novembre 1972 dall'arcivescovo di Chieti-Vasto mons. Vincenzo Fagiolo con la presenza anche del ministro della Salute Remo Gaspari. La facciata della chiesa presenta un mosaico San Benedetto alla cui destra si trova il personaggio di don Luciano Cicchitti con una vanga in mano.
- Situata a San Luca, venne costruita su iniziativa di don Luciano Cicchitti. La posa della prima pietra avvenne il 18 ottobre 1966 da mons. Benedetto Falcucci, vescovo dell'arcidiocesi di Pescara-Penne e inaugurata il 18 ottobre 1986 da mons. Antonio Valentini, arcivescovo metropolita di Chieti-Vasto. All'interno vi sono un altare ed un ambone in granito, un bel tabernacolo ed una croce lignea. Dietro la chiesa, dove prima passavano i binari della vecchia ferrovia, vi è un percorso ciclabile.
Conventi, ex conventi ed edifici di culto loro annessi
- Chiesa di Santa Maria degli Angeli
- La chiesa fa parte del Convento di San Pasquale in località Vallaspra a due chilometri da Atessa. Venne costruita con il convento nel 1430 su proposta di Fra Tommaso da Firenze attorno ad un'antica cappella. Dal 1860, quando divenne proprietà del comune visse un periodo di decadimento e abbandono fino al 1936 quando fu restaurata e tornò ad essere officiata. La facciata è divisa orizzontalmente da una cornice e presenta nel livello inferiore un arco che introduce al portico e all'entrata della chiesa; nel secondo livello si trova una trifora con archi a tutto sesto che poggia su colonnine con una finestra architravata centrale. Termina poi con un frontone al cui centro vi è un piccolo campanile a vela. All'interno presenta delle paraste con capitelli dorati che sostengono una trabeazione ed un soffitto decorato a cassettoni. Sulla destra si trova la cappella di San Pasquale.[24]
- Ex Convento dei Domenicani
- Storia. Il convento è stato fondato dai domenicani nel 1275. Degli interventi di manutenzione sono stati effettuati nel 1566, nel 1694, nel 1799 e nel 1984. Dopo il 1799 fu abbandonato a causa della soppressione dell'ordine religioso, così l'edificio fu adibito a sede del municipio mentre nella prima metà del XIX secolo fu sede anche del teatro municipale. I lavori per il teatro iniziarono nel 1863 e furono terminati nel 1911. Il teatro è sito nell'ex refettorio del convento.[25]
- Descrizione. L'edificio è a pianta rettangolare, sviluppato su tre livelli e suddiviso in sei assi verticali. Al piano terra vi sono tre ingressi, di cui il centrale è architravato ed i laterali con arco a tutto sesto distanziati l'uno dall'altro mediante delle finestre ad arco. Sul primo piano, sopra i portoni vi sono dei balconi, di cui i laterali sono alla romana. I balconi sono intervallati da finestre con cornici rettangolari. Nell'ultimo piano vi sono solamente le finestre rettangolari. Il cortile, attualmente coperto, consta di tre portici dalla volta a crociera. Da essi si entra nel teatro dalla forma a ferro di cavallo con ornamenti ritraenti maschere, strumenti musicali e figure di donne.[25]
- Chiesa di San Domenico
- Era annessa al convento dei Domenicani, ora sede del Municipio. Alcuni atti notarili risalenti al 1313 attestano la fondazione della chiesa nel 1275. Agli inizi del Seicento vennero effettuati importanti lavori di ristrutturazione quali il rifacimento dei soffitti nelle navate laterali che continuarono fino al 1664 quando fu realizzato il portale tardo-rimascimentale. La facciata presenta un prospetto in laterizio diviso in due livelli da una cornice. Il livello inferiore è tripartito verticalmente da due lesene. Nei due settori laterali vi sono due nicchie, in quello centrale invece si trova il portale con due colonne scanalate per lato che poggiano su basamenti che sorreggono un frontone. Il secondo livello si presenta incompleto e privo di decorazioni dove si trova solo una finestra a semicerchio. L'interno, con intonaci e stucchi tipici del tardo-barocco è in stato di grave degrado. Gli affreschi del soffitto sono notevolmente danneggiati dall'infiltrazione di acqua piovana. Il presbiterio è rialzato di due scalini possiede una copertura a catino, decorata dagli affreschi dei quattro evangelisti, presenta un altare tipico dello stile tardo-barocco.[26]
- Il Chiostro delle Clarisse, costituito da alcuni resti delle arcate del chiostro del monastero di San Giacinto, fondato nel 1667.
- La chiesa di San Giovanni.
Architetture civili
Resti di mura e porte
- Resti di Mura con Torretta
- Le mura sono site nel centro storico, nel quartiere di San Michele. La Torretta viene utilizzata come residenza. La torretta è sita nel punto più alto del colle di San Michele. L'edificio è in pietra. Oltre le porte e la torretta urbane sono visibili dei beccatelli e dei ruderi delle mura siti tra la porta di San Giuseppe e Santa Margherita. I beccatelli sono realizzati in laterizio inglobati in un edificio. Mancano dati certi sull'edificazione delle mura. Fonti attestano l'esistenza della porta di San Giuseppe nel 1240. Altre notizie si hanno nello statuto comunale del 1616 quando vengono effettuate una ristrutturazione, delle aggiunge e delle approvazioni del precedente statuto del 1300. Nel XVIII secolo rimanevano solamente otto delle preesistenti dieci porte come risulta dagli annali di Bartoletti. Sempre il Bartoletti accenna che la porta di Santa Croce, presso l'omonima chiesa, è stata distrutta. Delle porte di San Lorenzo, San Giovanni e San Nicola non rimangono resti visibili. La porta di San Nicola fu demolita per pubblica sicurezza nel 1761 circa quando fu fatta una petizione per costruire una nuova porta. Nel 1781 venne così eretto l'arco 'Ndriano. Nel 1861 fu deliberato di abbattere la porta di Sant'Antonio per motivi di staticità e di agevolazione del traffico di carrozze. L'abbattimento della porta avvenne nel 1872. Mancano documenti sulla demolizione di altre porte, tra cui: la porta di San Giovanni, San Gaetano e dell'arco Pistilli, comunque esistenti nel 1702.[27]
- Porta di San Michele o Porticella
- Era l'antica porta di accesso al quartiere San Michele e fu costruita nel VII secolo. Altri nomi con cui è nota la porta sono Porticella o porta di Santa Giusta, poiché in passato era affiancata da una chiesa che portava quel nome. Oggi si presenta con linee piuttosto semplici e presenta un prospetto che da un lato è più stretto dell'altro. È edificata in pietrame misto a mattoni.[28]
- Porta Santa Margherita
- Si trova in Via Menotti De Francesco nel quartiere Santa Croce ed è un notevole esempio di architettura pre-angioina. La datazione della porta è incerta, secondo alcuni risalente al VI secolo mentre per altri al XI secolo. Certo è che esisteva già nel XIV secolo quando fuori dalle mura e adiacente alla porta venne costruita la chiesa di Santa Margherita da cui prende il nome e che ora non esiste più. Agli inizi del XV secolo la porta ed il relativo sito divennero presidio militare per il controllo dei banditi. Venne restaurata infine nel XX secolo. Era la porta nord per l'accesso alla città, molto importante per i traffici commerciali con Lanciano, Chieti ed in generale con le coste. L'arco della porta, in pietra è a tutto sesto mentre la balaustra superiore è in laterizio.[29]
- Arco 'Ndriano
- L'Arco 'Ndriano di trova lungo Corso Vittorio Emanuele a pochi metri da Piazza Garibaldi. La prima costruzione esisteva già intorno all'anno 1000 e nel 1268 venne costruito nei pressi della porta l'ospedale San Nicola. Intorno alla metà del Settecento la porta venne abbattuta ma già nel 1768 venne inoltrata la richiesta di costruirne una nuova con la funzione di rappresentanza con il nome di Arco 'Ndriano. Presenta uno stile neoclassico dopo la ricostruzione, è costruita in laterizio ed è sovrastato da un loggiato chiuso, costruito nel 1780.[30]
- Porta di San Giuseppe
- È sita in via Fontane vecchie. Fu costruita nel 1240, ad ogni modo già esisteva nel 1261 quando fu edificato un ospedale presso questa porta. La successiva documentazione dell'esistenza di questa porta risale a quando è citata la compagnia di Maria Santissima dei Raccomandati che assisteva i girovaghi ed i malati in un ospedale sito sopra la porta di San Giuseppe. Nel XIX secolo è l'apertura di fue finestre al secondo livello e di un balcone nel primo livello. Nel 1936 risulta in un cattivo stato di conservazione. Un documento del 1942 il primo livello della porta viene descritto come un piccolo corridoio largo 2 metri e lungo 6 metri versanti in cattivo stato e senza intonaco. La costruzione è a fornice centrale ad arco acuto. Dei beccatelli sono posti su entrambi i versanti della porta. I beccatelli sono composti da archetti a sesto acuto composti da mattoni che sporgono dai muri e poggianti su delle mensole in pietra. La costruzione è in muratura di mattoni e pietre. La pietra viene utilizzata per il lato a valle del fornice. Sulla facciata poggiano delle costruzioni più recenti rispetto alla porta. Su ambo i lati vi sono le buche pontaie.[31]
Palazzi
- Palazzo Coccia-Ferri
- Il palazzo è sito nel quartiere San Michele, in via Belvedere. È stato costruito nel 1569 ed è utilizzato come civile abitazione. È suddiviso in tre livelli suddivise da cornici marcapiano. Le aperture del secondo e terzo livello vi sono delle cornici ad arco del tipo presente in altri palazzi di Atessa.[32]
- Palazzo Spaventa
- È un palazzo signorile ottocentesco in laterizio con una piccola corte interna situato in prossimità di Piazza Garibaldi. Venne edificato nel 1875 ma durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale ne crollò una parte, quella che ancor'oggi si nota sul lato destro. Le mura del piano inferiore presentano dei mattoni a bugnato fino al settore centrale del portale. Gli altri due piani presentano lesene con capitelli in pietra.[33]
- Casa De Marco
- Situata dietro la chiesa di San Pietro in Via Salita Castello, è ritenuta l'antico castello della città. Fu costruito nel XV secolo ma l'edificio che si presenta oggi è il risultato di più trasformazioni. Dell'antico edificio rimane una finestra in stile gotico-pugliese ad arco acuto, contornato da una cornice con motivi vegetali, ricca ed aggettante, con capitelli pseudo corinzi, sorretti da leoni stilofori su mensole.[34]
- Palazzo Marcolongo
- Si trova anch'esso in Via Salita Castello, di fronte alla casa De Marco che secondo gli storici venne costruito nel 1724. Appartenne ai Massangioli ma nel 1880 fu venduto a Giuseppe Marcolongo. È l'unico esempio di tardo-barocco ad Atessa, bipartito orizzontalmente da una cornice. Il settore inferiore è inquadrato da un ordine di paraste e presenta al centro il portale in pietra scolpita, ornato da un'alta cornice curvilinea con volute riccamente decorate. Lo stesso stile è riproposto in modo semplificato nel portone in legno e nei balconi laterali.[35]
- Palazzo De Francesco
- È sito in Corso Vittorio Emanuele. Alcune fonti bibliografiche vogliono costruito il palazzo sul finire del XVIII secolo. La parte centrale è leggermente aggettante, in essa è inquadrato il portale incorniciato da un finto bugnato sovrastato da un balcone nel primo piano con cornice e mensole ed un balcone più piccolo nell'ultimo piano. Nel primo piano vi sono delle finestre incorniciate da uba cornice bugnata, mentre il secondo è caratterizzato solamente da balconi. Il palazzo è coronato in alto mediante un cornicione.[36]
- Palazzo Flocco
- È sito nella salita posta tra il quartiere Santa Croce e Largo Castello. È stato costruito nel 1654. Nel suo interno vi erano dei locali adibiti a magazzini ed alla lavorazione di prodotti agricoli. È interamente intonacato e suddiviso in tre livelli. Consta di un'altana che veniva usata per controllare i latifondi sulla pianura. Una scalinata, decentrata rispetto alla facciata, permette l'ingresso al primo ed al secondo livello.[37]
- Palazzo Carunchio
- È sito in Via M. De Francesco, nel quartiere di Santa Croce. Filippo Carunchio fece erigere il palazzo nel 1857. Durante la seconda guerra mondiale dei bombardamenti fecero crollare dei solai con volte posti nel lato nord-est. I solai furono successivamente ricostruiti. È in stile ottocentesco. La facciata è realizzata in pietra, verosimilente doveva essere intonacata. Il laterizio venne usato solamente per le paraste e per le finestre. Il palazzo si sviluppa in due livelli suddivisi esternamente da una cornice marcapiano. Verticalmente, la facciata, invece, è suddivisa da lesene che separano i vari ingressi ed i vari balconi. Le lesene terminano in capitelli che sostengono una trabeazione semplice sormontata da un cornicione leggermente aggettante. Il coronamento è orizzontale.[38]
- Villa Satrino
- È sita in località Satrino. È utilizzata come civile abitazione. Alcuni storici locali datano la villa al XVIII secolo, tuttavia mancano documenti che avvalorano questa ipotesi. La villa fu utilizzata da Monsignor Gerolamo Spaventa come residenza di campagna ove visse fino alla sua morte nel 1818. Il palazzo, ad ogni modo, rimase alla famiglia Spaventa fino alla prima metà del XX secolo. L'interno è stato frazionato da più proprietari. La villa è stata alterata dalla realizzazione di case coloniche entro il recinto e di un frantoio su di un lato della villa. Il palazzo è in stile rurale con aspetto austero: le aperture sono prive di modanature, l'ingresso presenta una trabeazione semplice con una decorazione raffigurante un triglifo. La facciata è bianco-rossa. L'interno è a due livelli più seminterrato con aperture adibite ad illuminare le cantine collegate con l'esterno mediante un tunnel di fuga. Una torretta posta sull'angolo sud-ovest presenta delle feritoie. Un'abside è posta sul lato posteriore. L'abside ed un piccolo campanile dovevano essere la cappella del monsignore.[39]
- Palazzo sito in contrada San Marco
- Il palazzo è sito presso la chiesa eponima della contrada San Marco a poca distanza dal capoluogo comunale. Mancano dati certi sulla sua costruzione, ma un'attenta analisi dell'edificio permette di affermare che l'edificio fu costruito nella prima metà del XIX secolo. Attualmente il palazzo versa allo stato di rudere. Il palazzo consta di due livelli. Il primo livello è in stile bugnato mentre, il piano nobile è caratterizzato da un balcone posto sopra l'ingresso principale. Ogni apertura del piano superiore consta di timpano triangolare con motivi floreali e figure femminili. Alcune porzioni di muri prive d'intonaco lasciano intravedere la muratura in pietra mista a laterizio mentre le parti d'intonaco rimanenti lasciano intravedere una tinta in rosa e celeste. Una scalinata posta alla destra del palazzo permetteva di salire direttamente al terrazzo del secondo livello. Il cornicione, sorretto da mensole è fortemente aggettante.[40]
- Il teatro comunale.
- La biblioteca comunale.
- La casa Sorge, lungo via del Corso, ha una lapide con iscrizioni d'epoca romana sul muro esterno.
Altri luoghi di interesse
- Colonna di San Cristoforo: Si trova sulla cima dell'omonimo colle a ridosso di piazza Garibaldi, il centro cittadino. Venne costruita in onore di San Cristoforo per invocare protezione dalla peste nel 1657. Venne restaurata nel 1955 a causa dei gravi danni subiti durante la seconda guerra mondiale. È realizzata in laterizio ed è composta da due piani a quattro facce, ognuno dei quali presenta degli archi a tutto sesto, su cui poggia la statua del Santo.[41]
- Monumento ai caduti
- La torre medievale.
- La fontana grande. Risale al 1460. La fontana è realizzata in conci di pietra calcarea ed è alta circa tre metri. In quattro aperture si poteva porre il secchio o la conca per prelevare l'acqua.[42]
- Vari esempi di architettura contadina nelle campagne circostanti.
- Scavi archeologici di Porcari
Società
Evoluzione demografica
Abitanti censiti[43]

Cultura
Istruzione
Scuole
- Asilo nido
- Scuole materne statali: Capoluogo, Ianico, Osento, Pili, Aia Santa Maria, Montemarcone, Piazzano, San Luca
- Scuola materna privata: Asilo Giardino d'Infanzia "Principessa Elena"
- Scuole elementari statali: Capoluogo, Ianico, Quercianera, Pili, Aia Santa Maria, Monte Marcone, Piazzano, San Luca
- Scuole secondarie di primo grado statali: Capoluogo e sezione staccata di Montemarcone
- Liceo Classico
- Liceo Scientifico
- Istituto Tecnico Commerciale
- Istituto Professionale per il Commercio
- Istituto Professionale per l'Industria e l'Artigianato
- ENAIP (Ente Nazionale Acli Istruzione Professionale)
- Scuola comunale di danza classica
- Scuola privata di danza classica e moderna
- Scuole private di ballo liscio: Capoluogo e Monte Marcone
Istituti culturali
- Biblioteca Comunale "F. Cicchitti - Suriani".
- Museo "Aligi Sassu".
- Mostra permanente del Presepe.
Manifestazioni[44]
- La manifestazione più antica si svolge dal 15 al 18 agosto. Essa costituisce una delle più attese festività della comunità atessana: consiste nella celebrazione dei santi Maria Assunta, Rocco, San Leucio ed Emidio, protettori della città, mediante una serie di spettacoli folcloristici e musicali.
- Una rassegna di musica jazz si svolge ogni anno in tre serate a metà luglio, nella piazza del Municipio: ne sono ospiti musicisti di fama nazionale e internazionale.
- Terza settimana di luglio: Rassegna nazionale di concerti bandistici.
- Ultima settimana di luglio: "Teatrilandia", festival di teatro per ragazzi.
- Tra luglio e agosto: Festival internazionale del folclore.
- Ferragosto atessano.
- Domenica delle Palme: Rievocazione della passione di Gesù.
- Venerdi Santo: Processione del Cristo Morto.
- Prima domenica di maggio: Sagra del lessame (legumi e cereali misti lessati con acqua e sale).
- Prima e ultima domenica di maggio: La Ntorcia (Cero portato fino a Fara San Martino con una marcia che può durare fino a 17 ore).
- Prima settimana di agosto: Festa del Contadino.
- 7 dicembre: Festa dell'Immacolata Concezione con i falò della vigilia.
- Novembre/Marzo: Rassegna regionale di Teatro Comico Dialettale "Drago d'Oro" - Teatro Comunale "A. Di Iorio" [45].
Personalità legate ad Atessa
- Alfredo Bajocco,(1982-1963), pedagogista
- Giulio Borrelli, giornalista.
- Domenico Ciampoli, (1852-1929), bibliotecario e letterato.
- Antonio Di Jorio, (1890-1981), compositore e musicista.
- Giuseppe Falcucci, (1925-2005), giornalista.
- Giorgio Mancini, danzatore e coreografo.
- Raffaele Sciorilli Borrelli, (1916-2002), letterato e politico.
San Leucio
Le origini di Atessa si fanno risalire alla leggenda di San Leucio e di un gigantesco drago. Quest'ultimo sarebbe vissuto nel vallone di Rio Falco, che separava i due colli su cui sorgevano i nuclei abitativi di Ate e Tixa. Secondo la leggenda il drago seminava il terrore nella zona, tanto che neppure i lupi osavano frequentare i luoghi della sua dimora, ed esigeva dagli abitanti dei due paesi un tributo di carne umana per il suo pasto giornaliero, pena la devastazione degli abitati e il massacro della popolazione. Solo l'arrivo di Leucio, vescovo di Brindisi, pose fine al sacrificio di tante vite innocenti. Sorretto dalla forza della fede, il vescovo riuscì ad uccidere la bestia e a portarla fuori dalla grotta in cui si rintanava. Le due città di Ate e Tixa furono così riunite in Atessa. Al popolo venne donato il sangue nero del drago per esorcizzare i mali e per curare le malattie. Del corpo della bestia, San Leucio lasciò solo un'enorme costola, che volle fosse conservata in eterno dentro una chiesa da edificare ed intitolare a suo nome. In effetti, la cattedrale della città è intitolata proprio a San Leucio e vi si conserva una reliquia che la devozione popolare ritiene essere la costola del drago.
San Martino
Antichissime tradizioni e leggende si legano anche all'altro protettore di Atessa, San Martino abruzzese, nativo proprio di questa città. Secondo la leggenda Martino si fece frate e decise di andare a predicare in un piccolo convento a Fara San Martino. Tuttavia, in nome dell'amore che lo legava alla città di origine, il santo promise agli atessani bel tempo o piogge, secondo le necessità, se questi avessero invocato il suo nome con fede ed avessero visitato ogni anno il suo romitorio, portandovi in oblazione una grande torcia di cera. Dopo aver benedetto il popolo con un ramoscello d'ulivo, San Martino salì velocemente sulle montagne verso Vallaspra, attraversando sterpaie e boschi, voltandosi altre due volte per benedire il popolo e la città. Il santo giunse infine in una grotta della Majella, presso la sorgente del fiume Verde vicino Fara San Martino, e lì morì. Gli atessani erano devoti e riconoscenti a Martino: per impetrare la grazia dei buoni raccolti e in ricordo del viaggio dell'eremita, tutti gli anni ripercorrevano a piedi l'itinerario del santo, soffermandosi a pregare nei luoghi stessi in cui San Martino si era voltato a benedire i suoi compaesani. Questa tradizione è detta della 'ntorcia (che vuol dire "torcia"). Essa è ancora oggi particolarmente sentita tra gli agricoltori, che ripercorrono l'antico itinerario a piedi o in autobus. [46]
Geografia antropica
Frazioni
Aia Santa Maria, Boragna Fontanelle, Boragna San Paolo, Campanelle, Capragrassa, Carapelle, Carriera, Casale, Castellano, Castelluccio, Ceripollo, Colle Comune, Colle d'Aglio, Colle delle Pietre, Colle Flocco, Colle Grilli, Colle Martinelli, Colle Palumbo, Colle Quarti, Colle Rotondo, Colle San Giovanni, Colle Sant'Angelo, Colle Santinella, Colle Santissimo, Cona, Coste Iadonato, Croce Pili, Fazzoli, Fontegrugnale, Fontesquatino, Forca di Iezzi, Forca di Lupo, Fornelli, Giarrocco, Ianico, Lentisce, Mandorle, Mandrioli, Masciavò, Masseria Grande, Molinello, Montecalvo, Montemarcone, Monte Pallano, Monte San Silvestro, Osento, Passo del Vasto, Passo Pincera, Piana Ciccarelli, Piana dei Monaci, Piana dell'Edera, Piana Fallascosa, Piana La Fara, Piana Matteo, Piana Osento, Piana Sant'Antonio, Piana Vacante, Pianello, Piazzano, Pietrascritta, Pili, Querceto, Quercianera, Rigatella, Riguardata Scalella, Rocconi, Saletti, San Giacomo, San Luca, San Marco, Sant'Amico, San Tommaso, Satrino, Sciola, Scorciagallo, Siberia, Solagna Longa, Solagna Rigatella, Sterpari, Vallaspra, Varvaringi.
Economia
Settore primario
Dato l'esteso territorio comunale (il più esteso della provincia di Chieti), Atessa possiede una discreta importanza nell'agricoltura, che si concentra nelle zone collinari, poiché la zona pianeggiante della Val di Sangro è occupata dagli insediamenti industriali. Proprio il processo di industrializzazione ha tolto forze di lavoro al settore primario, a cui consegue l'abbandono delle terre poco redditizie. Si producono principalmente vino, cereali e olio di oliva. Nella frazione di Piazzano sono molto concentrate le coltivazioni di pesche gialle. Il territorio presenta una diversificazione agricola, motivo della notevole ricchezza paesaggistica che vanta la Città.
Settore secondario
Le principali risorse economiche della Val di Sangro si concentrano nella zona industriale di Atessa, nella frazione di Saletti. Con l'industrializzazione degli anni settanta e ottanta, la struttura economica e sociale cittadina passò dal tipo agricolo-artigianale ad una dinamica società di tipo industriale. Fornisce lavoro a buona parte della popolazione dei paesi circostanti, fermando il drastico spopolamento e l'emigrazione verso altre nazioni dai paesi dell'entroterra. I principali insediamenti industriali sono rappresentati dallo Stabilimento Sevel Val di Sangro, il più grande impianto di produzione di veicoli commerciali leggeri d'Europa, la Honda, la Honeywell e la Pail serramenti, storica industria atessana.
Settore terziario
In passato le attività terziarie principali si concentravano nel capoluogo cittadino ma stanno acquistando sempre più importanza le attività presso le nuove zone residenziali della Val di Sangro e proprio per questo molte di quelle del capoluogo si stanno trasferendo nei nuovi centri.
Amministrazione
Cronologia recenti amministrazioni
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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2002 | 2007 | Giuseppe Cellucci | Sindaco | ||
2007 | 2012 | Nicola Cicchitti | lista civica | Sindaco | |
2012 | in carica | Nicola Cicchitti | lista civica | Sindaco |
Sport
Calcio
Atessa possedeva fino alla stagione 2008-2009 due squadre di calcio: la Polisportiva Val di Sangro nata nel 1961, che milita nel campionato di serie C2 (campionato di livello nazionale corrispondente al 4º gradino del calcio italiano), e l'Atessa Calcio nata nel 1964 (fino al 1988 Ate-Tixa), che milita nel campionato regionale abruzzese di Eccellenza (6º livello del calcio del calcio italiano, il primo gradino su base regionale). Nell'estate 2009 si sono fuse per dar vita all'Atessa Val di Sangro[47].
Altri sport
Ad Atessa da ben 5 anni è presente una squadra di pallacanestro di nome Red&Blue Dragon Atessa.
Nel 2001 ad Atessa nasce l'associazione "Real Atessa 2001". I suoi fondatori creano nel 2005 la squadra di calcio a 5 denominata "A.S.D. Real Atessa 2001" che per anni milita nel campionato di serie D. I loro sforzi vengono premiati nella stagione 2008/2009 quando arrivano secondi nel campionato calcio a 5 serie D/Chieti. Attualmente la squadra è tra le rappresentanti del campionato "Regionale Calcio a 5 serie C2".
Nel 2007 è nata una squadra di Rugby, il Rugby Club Atessa, che attualmente milita nella serie C, girone Abruzzo-Marche.
Galleria fotografica
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La finestra gotico-pugliese della casa De Marco
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La facciata del palazzo Marcolongo
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Il municipio
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Chiesa di San Giovanni con il monumento ai caduti della prima Guerra Mondiale.
Architettura cittadina
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Via di Mezzo
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Largo Castello
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L'ingresso di una casa in via Roma
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Piazza Pietro Benedetti
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Piazza Guglielmo Oberdan
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Largo Municipio
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Vicolo Roma Quarto
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Un vicolo
Panorami da Atessa
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La Val di Sangro vista da Sant'Onofrio (Lanciano)
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Vista di Atessa
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Vista di Torricchio (fraz. di Tornareccio) in cui è visibile su un colle a sinistra Guilmi
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Suggestiva veduta della Val di Sangro da Piazza Oberdan
Note
- ^ 10595
- ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
- ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
- ^ AA. VV., Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani, Milano, GARZANTI, 1996, p. 4619.
- ^ a b Storia
- ^ a b c Archivio storico
- ^ a b c Atessa e la sua storia
- ^ Cattedrale di San Leucio
- ^ Chiesa di Santa Croce
- ^ Chiesa della Madonna della Cintura
- ^ Chiesa di San Pietro
- ^ Chiesa dell'Addolorata
- ^ Chiesa di San Vincenzo Ferrer
- ^ Chiesa di San Gaetano
- ^ Chiesa di San Rocco
- ^ Chiesa di Sant'Antonio
- ^ Chiesa di Michele
- ^ Chiesa di San Giuseppe
- ^ Chiesa di San Marco
- ^ Chiesa di San Nicola
- ^ Chiesa della Madonna del Rosario
- ^ Chiesa della Madonna del Buon Consiglio
- ^ Chiesa di Santa Maria
- ^ Chiesa di Santa Maria degli Angeli e Convento di San Pasquale
- ^ a b Ex convento dei Domenicani
- ^ Chiesa di San Domenico
- ^ Resti di mura con torretta
- ^ Porta di San Michele
- ^ Porta di Santa Margherita
- ^ Arco 'Ndriano
- ^ Porta di San Giuseppe
- ^ Palazzo Coccia-Ferri
- ^ Palazzo Spaventa
- ^ Casa De Marco
- ^ Palazzo Marcolongo
- ^ Palazzo De Francesco
- ^ Palazzo Flocco
- ^ Palazzo Carunchio
- ^ Villa Satrino
- ^ Palazzo sito in contrada San Carlo
- ^ Colonna di San Cristoforo
- ^ Fontana Grande
- ^ Dati tratti da:
- Popolazione residente dei comuni. Censimenti dal 1861 al 1991 (PDF), su ebiblio.istat.it, ISTAT.
- Popolazione residente per territorio – serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it.
Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno.
- ^ Info su eventi su www.sangroaventino.it
- ^ Dragodoro, Rassegna di teatro comico dialettale
- ^ Sito ufficiale della "ntorcia di Sant Martine"
- ^ Atessa Val di Sangro (sito ufficiale)
Bibliografia
- Claudio Pellegrini, Una terra, una chiesa, un popolo, storia del Monte e della Valle di Atessa, Atessa 1998
- Archioclub di Atessa, Atessa, guida della città (pagina 99). Editrice Rocco Carabba, Lanciano, 1983
Altri progetti
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