Neon Genesis Evangelion
| Neon Genesis Evangelion | |
|---|---|
| 新世紀エヴァンゲリオン (Shin seiki Evangelion) | |
| Genere | mecha, fantascienza apocalittica e post apocalittica, drammatico |
| Serie TV anime | |
| Autore | Studio Gainax |
| Regia | Hideaki Anno |
| Sceneggiatura | Hideaki Anno |
| Char. design | Yoshiyuki Sadamoto |
| Mecha design | Ikuto Yamashita, Hideaki Anno |
| Musiche | Shiro Sagisu |
| Studio | Gainax, Tatsunoko |
| 1ª TV | 4 ottobre 1995 – 27 marzo 1996 |
| Episodi | 26 (completa) |
| Rapporto | 4:3 |
| Durata ep. | 23 min |
| Manga | |
| Neon Genesis Evangelion | |
| Autore | Yoshiyuki Sadamoto |
| Mecha design | Ikuto Yamashita design originale, Hideaki Anno design originale |
| Editore | Kadokawa Shoten |
| Rivista | Shōnen Ace (capitoli 1-77) Young Ace (capitoli 78-96) |
| 1ª edizione | agosto 1995 – 4 giugno 2013[2] |
| Periodicità | irregolare |
| Volumi | 13 / 14 |
Neon Genesis Evangelion (新世紀エヴァンゲリオン?, Shin seiki Evangerion, lett. "Il vangelo del nuovo secolo"[3][4]) — anche noto semplicemente come Evangelion[5] o Eva[6] — è un anime di 26 episodi del 1995 creato dallo Studio Gainax, sceneggiato e diretto da Hideaki Anno[7]. È uno degli anime di maggior successo degli anni novanta[8] ed in generale[9], caratterizzato dalla presenza di numerosi riferimenti religiosi, specie cabalistici, ebraici, e biblici, e da una profonda introspezione psicologica dei protagonisti. Considerata un punto di svolta importante per l'animazione, la serie influenzerà molto quest'ultimo campo e diverse serie successive.
La storia si svolge nella futuristica città di Neo-Tokyo 3 a distanza di quindici anni da una catastrofe di impatto planetario e si incentra su Shinji Ikari[10], un ragazzo che viene reclutato dall'organizzazione paramilitare Nerv per pilotare un mecha gigante chiamato Evangelion[11] e combattere in questo modo i nemici dell'umanità conosciuti come Angeli[12]. La serie è stata trasmessa in Giappone su TV Tokyo a partire dal 4 ottobre 1995 e si è conclusa il 27 marzo 1996. L'edizione italiana è stata curata dalla Dynamic Italia in 13 VHS usciti fra il 1997[13] ed il 2001[14]. Una versione differente è stata trasmessa in televisione da MTV tra il 2000 e il 2002[15].
A causa delle proteste dei fan, insoddisfatti dal finale raccontato negli ultimi due episodi della serie televisiva, Hideaki Anno e lo Studio Gainax hanno realizzato nel 1997 due lungometraggi animati: Death & Rebirth, che ripercorre la trama principale della serie TV, e The End of Evangelion che ne presenta un finale alternativo[16]. Entrambi i film sono stati pubblicati in Italia da Panini Video[17]. I lungometraggi sono stati poi raccolti e rimontati l'anno successivo in Neon Genesis Evangelion: The Feature Film, edito in Italia da Dynit nel 2009[18].
Parallelamente alla serie televisiva[19] è stato ideato un adattamento manga ad opera di Yoshiyuki Sadamoto — il character designer della serie — che presenta alcune differenze nello sviluppo della sceneggiatura[8]. Nel corso degli anni, sono stati inoltre pubblicati da altri autori cinque manga spin-off della serie animata, da uno dei quali, Petit Eva - Evangelion@School, è stato tratto un ONA[20]. Altri adattamenti sono rappresentati da una vasta serie di videogiochi; da Rebuild of Evangelion, una tetralogia cinematografica diretta da Anno i cui primi due capitoli riassumono e reinterpretano la serie animata originale, distaccandosi da essa negli ultimi due con un ulteriore nuovo finale[21] e da un film live action annunciato dalla ADV Films e da Weta Workshop nel 2003[22] ma mai entrato in fase di produzione.
Trama
Antefatti
Il 20 settembre 2000 un violento cataclisma colpisce l'Antartide, causando il completo scioglimento della calotta australe e una variazione di inclinazione nell'asse terrestre. I successivi cambiamenti climatici, l'innalzamento del livello del mare e lo scatenarsi di conflitti globali per aggiudicarsi le poche risorse rimanenti, portano alla morte di circa tre miliardi di persone. Secondo la versione ufficiale, l'esplosione, denominata Second Impact, è stata determinata dallo schianto di un meteorite con il polo sud, tuttavia la reale matrice è da ricercarsi in un fallimentare esperimento eseguito da un gruppo di scienziati su di un colossale essere umanoide denominato Adam, primo di una serie di misteriosi nemici conosciuti come Angeli. L'esperimento viene condotto da un team di ricerca guidato dal dottor Katsuragi dietro cui si cela l'organizzazione Seele e il suo enigmatico "Progetto per il perfezionamento dell'Uomo". Per realizzare il piano viene istituita l'organizzazione Gehirn, il cui scopo è quello di ricercare e sviluppare contromisure contro il previsto attacco di ulteriori Angeli. Vedono così la luce gli enormi umanoidi artificiali chiamati Evangelion, i tre supercomputer Magi e la città-fortezza di Neo Tokyo-3. Portati a termine i suoi compiti, l'organizzazione viene rinominata Nerv e, sotto la guida di Gendō Ikari, è incaricata di contrastare l'imminente attacco degli Angeli.
Intreccio
Nel 2015 i mutamenti climatici sulla Terra ad opera del Second Impact si sono ormai stabilizzati e l'umanità si è adattata al nuovo corso. La Nerv ha avanzato i propri studi ed esperimenti producendo tre unità Evangelion. Il quattordicenne Shinji Ikari, dopo aver trascorso dieci anni senza vedere suo padre Gendō, si reca a Neo Tokyo-3 per incontrarlo, essendo stato scelto come pilota dell'Eva 01, a bordo del quale dovrà affrontare gli Angeli in qualità di third children. Qui per Shinji ha inizio una nuova vita: va a vivere presso la sua tutrice Misato Katsuragi; conosce le sue colleghe Rei Ayanami, pilota dell'Unità 00, e Asuka Soryu Langley, pilota dell'Unità 02; e stringe amicizia con i suoi nuovi compagni di classe Toji Suzuhara e Kensuke Aida. Con il susseguirsi degli eventi, tuttavia, la vera natura dei nemici e degli Evangelion viene progressivamente messa in dubbio. Inoltre con il deteriorarsi dei rapporti tra Seele e Nerv, si scoprono i reali obiettivi delle due organizzazioni e il loro collegamento al misterioso Progetto per il Perfezionamento dell'Uomo. Intanto i children continuano a combattere gli Angeli, i quali, tra scontri sia fisici sia mentali, acuiscono le loro debolezze psicologiche e li costringono ad affrontare le loro ansie e paure.
Personaggi
I personaggi di Evangelion sono continuamente in lotta con i propri turbamenti interiori e sono caratterizzati da rapporti problematici con gli altri[24], presentati tramite attente psicoanalisi[25]. Ciascuno di essi è caratterizzato da traumi del passato[26], che hanno un ruolo significativo nello svolgersi della storia: Rei Ayanami affronta sentimenti di ostracismo per via del suo essere un clone; Asuka Sōryū Langley ha sviluppato un accanito spirito di competizione, e la sua mancanza di autostima deriva dalla follia della madre e dal suo conseguente suicidio; mentre Shinji Ikari è stato abbandonato dal padre dopo la morte della madre[27]. Similmente, anche i personaggi adulti sono caratterizzati da una serie di turbamenti, come Misato Katsuragi, il cui padre si è sacrificato per salvarle la vita, e Gendo Ikari[27], che vuole tornare a congiungersi con la moglie.
Anno ha descritto il protagonista Shinji Ikari come un ragazzo che fugge dal contatto con il prossimo e si è convinto di essere una persona completamente inutile, a tal punto che non sarebbe neanche capace di suicidarsi[28]. Lo stesso Anno, ha dichiarato che ha scelto l'età di 14 anni per il personaggio principale poiché è «l'età in cui la libertà di spirito inizia a manifestarsi»[29]. Il regista ha inoltre descritto Shinji e Misato come persone spaventate dall'idea di poter essere ferite, e poco adatti — mancando di un atteggiamento positivo — ad essere definiti eroi di una storia[28]. Rispetto all'eroe stereotipato, Shinji è caratterizzato da una mancanza di energia ed emozione e dalla profonda chiusura verso gli altri più che da ogni sorta di eroismo e coraggio[30][31].
A detta di Anno, con Evangelion si è cercato di creare dei personaggi che, tramite le loro sfaccettature e i loro problemi, fossero capaci di suscitare nello spettatore svariate emozioni e riflessioni. Questa forte caratterizzazione psicologica porta ogni spettatore ad avere reazioni diverse rispetto al comportamento dei protagonisti e contribuisce a rendere impossibile per chiunque la formulazione di una singola teoria sul significato dell'opera. Spettatori e fan hanno di volta in volta identificato i personaggi di Evangelion come rappresentazioni psicologiche, religiose[32] o di figure storiche[33]. Come dichiarato dal regista, i personaggi riflettono in parte la sua stessa personalità[34].
Anche il character design di Yoshiyuki Sadamoto ha contribuito alla popolarità di Evangelion. L'artista ha dichiarato di aver disegnato i personaggi della serie in modo che le loro personalità fossero individuabili «più o meno a colpo d'occhio»[35]. Le attraenti rappresentazioni delle tre protagoniste (Asuka, Rei e Misato) hanno portato a notevoli incassi sul fronte del merchandise[36][37], specie per ciò che riguarda il merchandise dedicato a Rei Ayanami, tanto popolare da essere stata definita dai media come «la premium girl»[38]. Esse inoltre sono state a lungo immortalate nella comunità dōjinshi[39].
Produzione
La genesi dell'opera
Nel marzo 1992 lo Studio Gainax era caduto in una grave crisi finanziaria, quando, per il progetto Blue Uru (蒼きウル?, Aoki Uru), che era stato pensato come sequel del film Le ali di Honneamise, non si riuscirono a trovare abbastanza sponsor[41]. Quando il progetto venne ripreso nel luglio dello stesso anno[42], molti dipendenti avevano già lasciato lo studio, poiché la direzione cominciò a tagliare le spese il più possibile, inclusi gli stipendi[43]. Afflitto da un disturbo depressivo fin dalla fine di Nadia - Il mistero della pietra azzurra[44] e aggravato dalla situazione corrente della Gainax, Hideaki Anno riacquistò vitalità quando un suo conoscente, un certo Otsuki della King Records, gli propose una collaborazione[45]. E così, riprendendo il tema di fondo di Blue Uru, il concetto di "non fuggire via"[46], a partire dal luglio 1993[47] sviluppò la nuova serie[28].
In interviste rilasciate nella prima fase di realizzazione del progetto, Anno ha dichiarato che la sua opera doveva servire ad aumentare il numero degli otaku, coinvolgendo un pubblico tradizionalmente non interessato al mondo degli anime[48]. L'autore era infatti molto sensibile al problema dell'isolamento e solitudine che esisteva tra gli otaku e sperava di superarlo abbattendo le barriere e creando nuovamente un dialogo tra i fan, e tra loro stessi e il resto della popolazione[39].
Il tema centrale dell'opera venne sviluppato attorno alla battaglia tra gli esseri umani e gli dèi. Inizialmente venne proposta una protagonista femminile, come nelle altre produzioni precedenti dello studio Punta al Top! GunBuster o Nadia - Il mistero della pietra azzurra. L'aspetto dell'eroina sarebbe stato simile a quello di Asuka, ma l'idea fu scartata per evitare di ripetere i concetti apparsi nelle serie precedenti e perché si valutò che un protagonista maschile sarebbe stato più adatto a vestire i panni di pilota di una macchina da combattimento[49]. Per il titolo venne presa in considerazione la proposta di Anno di chiamare l'opera Alcion (アルシオン?, Arushion), ma l'idea non trovò spazio perché non conteneva alcuna consonante sonora e si temeva che non suonasse abbastanza accattivante, preferendo Evangelion che ricordava la serie cult di Yoshiyuki Tomino Densetsu kyojin Ideon[49]. Anche il formato finale dell'opera non era esattamente definito, e tra le poposte al vaglio c'erano quelle di creare un film, una serie TV o un OAV. Infine si scelse la serie TV perché nonostante con gli OAV si potesse ottenere una qualità migliore, la televisione rimaneva il mezzo di comunicazione più diffuso, soprattutto nella provincia giapponese[49].
La realizzazione
Hideaki Anno si occupò di quasi tutti gli aspetti di produzione, lavorando come regista, co-produttore, e intervenendo direttamente nel character design e nella composizione della colonna sonora. Al suo fianco lavorarono Yoshiyuki Sadamoto come character designer[50], Hiroshi Kato come direttore artistico, Kazuya Tsurumaki come assistente alla regia, Akio Satsugawa alla sceneggiatura, Ikuto Yamashita per il design dei mecha[51] e Noriko Kobayashi e Yutaka Sugiyama in qualità di produttori[52]. Parte delle animazioni venne realizzata dallo studio Production I.G[53] e, nell'episodio 11, dallo Studio Ghibli[52]. La produzione venne affidata a TV Tokyo e Tatsunoko[54].
Poco dopo la realizzazione di Nadia - Il mistero della pietra azzurra, Anno pronunciò l'intenzione di realizzare uno show a tratti simile a Yamato e Gundam, che considerava «dotati di un'anima», e capaci di «emettere un grido al di fuori dello schermo con una certa vibrazione»[55]. Tale intenzione scaturì dall'insoddisfazione che Anno provò dopo aver rivisto Nadia, giudicato da lui stesso «troppo infantile»[55], nonostante parte dei contenuti di Evangelion ricalchi proprio Nadia[44]. La trama della futura serie era stata inizialmente prevista in maniera diversa. Il primo episodio avrebbe presentato la battaglia tra un Angelo e Rei, e Shinji avrebbe fatto la sua apparizione solo dopo la sconfitta di quest'ultima[56]. La maggior parte degli episodi successivi, tuttavia, segue molto da vicino il concetto originale, distaccandosi nuovamente solo a partire dall'episodio 13. Nella prima versione della serie, il finale sarebbe consistito nell'attacco di un Angelo dalla luna, l'ONU avrebbe abbandonato il Progetto per il Perfezionamento dell'Uomo e solo Ritsuko e Gendo sarebbero rimasti a sostegno del piano. Una battaglia finale in un antico rudere chiamato "Aluka" avrebbe portato all'annullamento definitivo del progetto e alla distruzione della Nerv[56].
Una bozza dei primi due episodi della serie fu proiettata davanti ad un pubblico di 200 persone nel luglio 1995, 3 mesi prima della loro messa in onda, durante il secondo festival della Gainax. Il lavoro era ancora in uno stadio precoce, ma venne accolto positivamente[57]. La sceneggiatura completa è stata scritta durante la fase di produzione della serie e a programmazione già avviata, mentre venivano trasmessi gli episodi che erano già stati realizzati. Così l'evoluzione della storia è stata influenzata anche dalle reazioni dei fan e dai ripensamenti di Anno, così come dalla mancanza di tempo subentrata verso la fine della serie[40]. Inoltre ci furono dei cambiamenti alla trama in seguito all'attentato alla metropolitana di Tokyo del 20 marzo 1995 compiuto dalla setta religiosa Aum Shinrikyo, dal momento che fino a quel punto la sceneggiatura era troppo simile agli eventi reali. Temendo una censura e non volendo privare la serie del suo carattere di finzione e del suo potenziale interpretativo, Anno modificò la storia in modo da rendere meno evidenti i parallelismi con la realtà. Ai critici che hanno letto in questa somiglianza originale una simpatia di Anno nei confronti di Aum Shinrikyo, il regista ha risposto affermando che la sua opera si pone piuttosto come critica alla setta, i cui adepti, in maniera simile agli otaku, hanno formato un gruppo troppo chiuso ed autoreferenziale fino a perdere «ogni contatto con la realità»[39].
A partire dall'episodio 16, con la rappresentazione della lotta mentale ed emozionale di Shinji intrappolato all'interno dell'Angelo Leliel, il concetto della serie cambiò radicalmente in direzione introspettiva[58]. A detta dello stesso Anno questo cambio di direzione è stato deciso sul momento con la serie già in corso, sulla base delle reazioni dei fan alla serie fino a quel momento. Sempre fedele al suo proposito iniziale di parlare agli otaku per spingerli ad aprirsi al mondo e comunicare, quando il regista vide che l'anime era stato accolto positivamente ma in modo "autistico" dagli appassionati di anime, si decise a imprimere una svolta netta all'opera[59]. Quella che fino a quel punto poteva essere considerata una buona storia fantascientifica e che aveva fatto identificare i fan con i personaggi e sperare in un lieto fine, uscì fuori dai tipici schemi di genere lasciando perplessi gli appassionati che non avevano capito il messaggio dell'opera[59]. Questo cambiamento è coinciso inoltre con l'interessamento di Anno per la psicologia e le malattie mentali. Affascinato dall'argomento volle rappresentare ciò che accade nella mente umana e creare qualcosa di nuovo, sviluppando ulteriormente l'animazione ed esplorando nuovi linguaggi artistici[40].
L'aiuto regista Kazuya Tsurumaki descrive il suo stato d'animo durante la produzione della seconda parte come «sentimento di tensione», per il clima che si era venuto a creare nello studio mentre la sceneggiatura si allontanava sempre più dal progetto originale e il tempo e il budget cominciavano a scarseggiare:
Gli ultimi due episodi e i film di Evangelion
Gli ultimi due episodi non seguirono la sceneggiatura originale, anche se alcune scene della venticinquesima puntata erano già state completate e mostrate nell'anteprima. Invece, entrambi gli episodi furono ripensati e realizzati nel poco tempo rimanente[60][29]. Entrambe le puntate portano agli estremi la tendenza all'introspezione psicologica dei protagonisti[25], che già si era vista nella seconda parte della serie. Per cui l'azione è limitata al minimo, mentre si nota un costante utilizzo di animazione "astratta"[61], flashback[62], con un largo uso di semplici linee disegnate, fotografie[63] e di scene fisse con solo dialogo[64]. I fan che avevano sperato in una conclusione più tradizionale e carica di azione, rimasero delusi[61], e molti si infuriarono e criticarono il regista[65], che ricevette diverse lettere contenenti minacce di morte[62][66]. Addirittura la carta stampata si interessò del caso, con il Mainichi Shimbun che scrisse: «Quando l'episodio 25 andò in onda la prima volta, quasi tutti gli spettatori si sentirono traditi... Quando il critico Eiji Otsuka inviò una lettera allo Yomiuri Shinbun lamentandosi del finale della serie Evangelion, il dibattito fu nazionale[48]».
Anno si è dichiarato in più occasioni soddisfatto degli episodi finali della serie:
e ha affermato che avrebbe voluto realizzarli così anche se non ci fossero state tutte le difficoltà economiche e di tempo che ne avevano sacrificato la realizzazione[29]. Secondo Toshio Okada — fondatore della GAINAX e amico personale di Anno — il vero problema subentrato nel finale è stata invece la mancanza di una buona idea su come concludere la serie[68].
Pur rimanendo convinto che il finale della serie, raccontato in animazione astratta interamente nella testa dei personaggi, fosse sufficiente come conclusione[69], Anno decise di ritornare sulla serie con un lungometraggio che avrebbe trattato gli avvenimenti degli ultimi due episodi dell'anime[70]. Tuttavia i tempi della realizzazione si allungarono enormemente, aggiungendo che si lavorò anche ad una nuova versione degli episodi 21, 22, 23, 24 con scene del film, che sarebbero confluite nell'edizione director's cut[70]. Così, il 15 marzo 1997 uscì nelle sale Neon Genesis Evangelion: Death & Rebirth[71], composto da due parti: Shi ("morte"), rimontaggio di 60 minuti di vari spezzoni tratti dai primi 24 episodi della serie, incluse alcune scene inedite; e Shinsei ("rinascita"), anticipazione di circa 40 minuti del film Neon Genesis Evangelion: The End of Evangelion, uscito il 19 luglio del medesimo anno, atto a concludere la serie, e difatti suddiviso in un episodio 25 e in un episodio 26, alternativi a quelli dell'anime[72].
Riferimenti culturali
Evangelion presenta numerosi riferimenti e richiami a elementi della cultura occidentale ed orientale[73], come la storia delle religioni[74], la filosofia[75] e la psicologia[76][77]. Oltre a ciò, vi sono frequenti riferimenti, impliciti o espliciti, a serie anime precedenti, come Star Blazers[78], Mobile Suit Gundam[79][80], Devilman e Space Runaway Ideon[81][82]. Questi ultimi due rappresentarono una fonte d'ispirazione per la scelta del titolo[49] e per i contenuti della serie[83][84].
Ulteriori riferimenti e omaggi della serie sono da ritrovare nei libri di Ryū Murakami[85], Andromeda e Divina invasione di Philip K. Dick, nel poema Pippa Passes di Robert Browning (da cui deriva il motto della Nerv "God's in his Heaven - All's right with the world")[86], nel film The Hitcher; e nelle serie televisive Il prigioniero, Thunderbirds, Ultraman[87] ed Ultraseven[88]. In aggiunta a ciò, in base a quanto sostenuto da Sadamoto, le figure di Gendo e Fuyutsuki sono basate sui due personaggi Ed Straker e Alec Freeman della serie UFO[49].
L'uso che Anno fa di queste citazioni caratterizza anche la struttura narrativa del suo precedente lavoro Nadia, ma con Evangelion egli enfatizza maggiormente questo fattore, moltiplicando i riferimenti al tal punto da rendere difficile per gli spettatori individuare la struttura di riferimento portante, o stabilire se ve ne sia propriamente una[89]. Anno stesso, ha dichiarato di «aver preso in prestito da ogni dove», anche laddove sembra non esserci alcun tipo di attinenza[90]. La tendenza del regista a mutuare concetti e idee da opere precedenti ha ispirato il soprannome della serie: l'«anime remixato»[91], ed è stata criticata anche pesantemente, tanto da accusarlo di «totale plagio»[92]. Tuttavia, Anno si è difeso negando la possibilità di una totale originalità all'interno del settore dell'animazione:
Sono riscontrabili inoltre analogie evidenti tra la serie e l'opera di Sigmund Freud Il disagio della civiltà[93], mentre il "Progetto per il perfezionamento dell'uomo" trova riscontro nella filosofia di Georg Wilhelm Friedrich Hegel[31], ed è stato influenzato dal romanzo di Arthur C. Clarke Le guide del tramonto, fonte d'ispirazione per Anno[94] come da lui stesso riconosciuto, e dalle serie di fantascienza del Dr. Paul Linebarger[88].
Religione
Numerosi sono i riferimenti in Evangelion alla Cabala, al cristianesimo, all'ebraismo ed allo gnosticismo, i cui concetti sono ripresi in modo che non esista un'unica interpretazione su di esso tramite le fonti da cui attinge[95]. Sotto questo aspetto, di notevole influenza per i relativi contenuti sono alcune versioni gnostiche della creazione, il Midrash, la Zohar ed altri testi cabalistici sul libro della Genesi[96], rimaneggiati all'interno della serie al fine di creare una nuova "mitologia", ma mantenendo comunque una certa connessione con gli originali[97]. Kazuya Tsurumaki, invece, ha dichiarato che tali riferimenti avrebbero come scopo principale quello di rendere la serie maggiormente «interessante ed esotica»[98], negando l'esistenza di un reale «significato cristiano» all'interno della stessa[99].
Sono individuabili molteplici allusioni alla religione cristiana, con un ruolo centrale nel contesto della serie[101]: allusioni visive alla croce ed alla crocifissione sono molto ricorrenti (variabili da grandi raggi che si innalzano al cielo ad ornamenti ed accessori), così come riferimenti alla Lancia di Longino[102] ed ai "rotoli di Mar morto"[103]. I supercomputer ideati da Naoko Akagi sono denominati "Magi", rispettivamente Melchior, Balthasar e Caspar, i tre portatori di doni dall'Oriente venuti ad adorare Gesù bambino[102][104], e sembrano inoltre essere collegati ad il concetto cristiano di trinità[105].
Per quanto riguarda i riferimenti alla tradizione giudaico-cristiana, lo schema dell'Albero della Vita, centro dell'esoterismo ebraico, appare nella sigla d'apertura[96], è disegnato sul soffitto dell'ufficio di Gendo[88], e viene formato dagli Evangelion e da Lilith nel film The End Of Evangelion[106]. Altre allusioni sono legate alle figure di Adam (primo Angelo, basato sul primo uomo biblico Adamo), Lilith (prima moglie di Adamo)[107][96] e negli Angeli che compaiono in essa[108]. D'altro canto il design degli Evangelion, oltre a ricalcare l'immagine tradizionale degli oni[23], sembra essere collegato all'immagine della figura mitologica medioevale del Golem[109] e "Progetto per il perfezionamento dell'uomo" ambito dalla Seele, presenta dei collegamenti con il concetto cabalistico del Tiqqun 'Olam (in ebraico תיקון עולם?, lett. "perfezionamento del mondo")[110].
Oltre a ciò, è possibile individuare nella serie riferimenti ed allusioni anche alla religione shintoista, rivolte verso gli antichi testi giapponesi del Kojiki e del Nihongi[111], con cui condivide la relativa visione del cosmo primordiale; gli elementi della Luna Nera e Bianca, e la lancia del destino — la lancia usata dai due kami Izanagi ed Izanami per creare la Terra[111]. Secondo alcune interpretazioni i personaggi di Shinji, Asuka e Rei potrebbero essere ricondotti rispettivamente alle figure scintoiste di Susanoo (Shinji, che non si sente accettato dal prossimo), Uzume (Asuka, «orgogliosa e fiera»), e Amaterasu (Rei, colei che «ritorna alla vita»)[107], o alle figure bibliche di Adamo (Shinji), Eva (Rei, sottomessa e "artificiale") e Lilith (Asuka, con un carattere ribelle ed indipendente)[32]. Talvolta, nella serie ed in The End of Evangelion è ricorrente l'uso di una terminologia propria del buddhismo[112] e dello Zoroastrismo[113].
Psicologia
Molti sono i riferimenti e i temi a sfondo psicologico in Evangelion, evidenti fin dai primi episodi[64]. La presenza di questi riferimenti è dovuta alla depressione avuta da Anno durante la fase di produzione e al conseguente interessamento a testi e manuali di psicologia, cosicché i temi psicologici già presenti furono enfatizzati[114].
Nella serie vengono citati da Ritsuko l'omeostasi e la transistasi[115], si opera una particolare analisi del disturbo borderline[116][117], e sono particolarmente presenti collegamenti con i concetti Freudiani di libido e destrudo[118] (rispettivamente la pulsione di vita e di morte, derivanti dall'Eros ed il Thanatos), particolarmente evidenti per il film The End of Evangelion, come emerge dalle relative colonne sonore Thanatos—If I can't be yours e Komm, süsser Tod[77]. D'altra parte, Evangelion contiene notevoli rimandi ai testi di Daniel Paul Schreber[119], i cui concetti sono reinterpretati da Anno[120], come indicato dal largo uso di termini tedeschi specifici della psicoanalisi (Nerv = "nervo", Gehirn = "cervello", Seele = "anima")[121]. Similmente, Shinji è caratterizzato da un continuo conflitto "libido-destrudo", come evidenziato dal climax del film[122], ed è afflitto da paranoia, in modo molto simile a Shreber, le cui Memorie sembrano collegate alla serie[119], sebbene non in modo diretto, ma probabilmente tramite le analisi fatte da Freud sul suo caso consultate da Anno[123]. L'apocalisse raccontata dalla serie ad esempio, ricalca il pensiero di Freud su Schreber[124], e la visione dell'apocalisse tecnologica di Cyndy Hendershot[125]. Anche il motto della Nerv, benché ripreso da Pippa Passes di Robert Browning, rappresenta una sintesi della cosmologia di Schreber riguardo alla lontananza di Dio alla propria creazione[126].
Spezzoni di episodi, i relativi titoli, e i nomi di alcuni brani della colonna sonora derivano da temi trattati da Sigmund Freud, che costituirono una forte influenza per Anno[77]. Freud viene inoltre citato dal regista nell'ultimo episodio assieme al filosofo e psichiatra francese Jacques Lacan[76].
Tematiche trattate ed analisi
L'anime è caratterizzato da uno schema narrativo simile ad altre opere mecha precedenti, dedicando spazio sia all'azione che al fanservice[6]. Registicamente tuttavia differisce molto dalle serie antecedenti e contemporanee e si pone piuttosto come una decostruzione e critica del genere mecha[127], allontanandosi dall'immagine dell'eroe tradizionale propria degli anime fantascientifici[128] e dal militarismo, sessismo e xenofobia latenti che caratterizzano il genere[129]. Sotto questo punto di vista, Evangelion introduce personaggi femminili carismatici e complessi, come Asuka, che è considerato il primo personaggio con multi-nazionalità realistico delle produzioni fantascientifiche giapponesi[130].
Se da un lato, a prima vista sembrano prevalere i classici elementi d'azione di un anime mecha, dall'altro Anno in Evangelion ricalca quello che era un tema affrontato anche in Otaku No Video e al centro dell'attenzione mediatica del tempo[131], ovvero l'inabilità degli otaku a comunicare[132]. Il personaggio di Shinji rappresenta infatti una «sorta di otaku», la cui inabilità nel comunicare e relazionarsi con gli altri diventa il centro di un'attenta analisi nei due episodi conclusivi, riflettendo le difficoltà che attanagliano gli otaku[133] e costruendo in tal modo una critica rivolta a questi ultimi[132], ma al tempo stesso un "esorto" agli stessi a comunicare[133]. Gli Evangelion assumono per i piloti il ruolo di una figura protettiva ed in un certo qual modo «materna»[134]. L'immersione nell'Entry Plug dell'Eva potrebbe quindi essere considerata sia come una metafora della fecondazione[135] che del parto — come suggerito dall'Umbilical Cable[136] — ed ha conseguenze anche sulla stessa personalità di Shinji, come evidenziato negli ultimi episodi[137].
Altre tematiche largamente trattate sono la paura del cambiamento, il rapporto che vige tra la tecnologia e l'uomo[138], ed il relativo abuso che ne fa quest'ultimo[139]. Anno inoltre, tramite la serie, prende una netta posizione critica verso la situazione socio-economica del Giappone, riflettendo quello che è il disagio della sua generazione[140]. Il risultato di ciò è una critica del sistema economico giapponese del tempo, dei Keiretsu che lo contraddistinguono, e del capitalismo[141].
Stile
Graficamente la serie è influenzata dagli anime mecha degli anni settanta, di cui Anno era un grande fan[59]. In essa, si assiste alla compresenza di celle d'animazione e di computer grafica, avvalendosi dell'unione di immagini disegnate tradizionalmente a mano e di effetti digitali in 2D, e successivamente in 3D, prodotti dalla Production I.G.[143]. Come evidenziato nella seconda metà della serie, ed in particolar modo negli ultimi due episodi, Anno utilizza spesso testo bianco su sfondo nero[59]. Tale tecnica — consistente nel tagliare fisicamente un testo scritto, lasciando intatte solo parole o frasi, mischiandone in seguito i vari frammenti e ricomponendo così un nuovo testo — è definita cut-up e ricorda vivamente il cinema di Jean-Luc Godard[144]. Il suo persistente utilizzo è dovuto principalmente alla volontà del regista di esprimere le relazioni che intercorrono tra i personaggi, come evidenziato in alcuni artbook della serie; ciò vale per i protagonisti Rei, Asuka, Shinji, Gendo, Misato ed occasionalmente Ritsuko[145]. La collaborazione con lo studio Production I.G. permise di continuare a sviluppare l'utilizzo di computer grafica nella serie[146]. Nonostante nella serie originale se ne fece un largo uso, i produttori non furono mai pienamente soddisfatti della veste grafica ottenuta ed il risultato finale fu giudicato dagli stessi troppo "piatto e bidimensionale", non riuscendo mai a dare un effetto di tridimensionalità. A fronte di questo, per la produzione di The End of Evangelion, si cercò di ottenere dalla computer grafica una maggiore resa, facendo un largo uso di grafica 3D[70]. L'utilizzo della CGI è evidente soprattutto nelle scene dell'episodio 26 in cui appare Rei/Lilith[147].
La serie è stata prodotta, come tutte le creazioni della Gainax, con metodo d'animazione limitata. Questo metodo è usato da Hideaki Anno nelle scene in cui un oggetto si sposta in contrasto con lo sfondo per ottenere un senso di profondità. Nell'ultima parte della serie, in particolare negli ultimi due episodi, vi è un uso frequente di sequenze semplici, composte solo da testo e immagini[148]. Contrariamente a film come Akira o Ghost in the Shell, prodotti in quel periodo, Evangelion non fa particolar uso di immagini dettagliate, utilizzate per dare maggiori informazioni, ma predilige le sequenze veloci. Tuttavia, in talune scene si utilizzano anche immagini complesse e dettagliate, mostrando immagini fisse per un lasso di tempo prolungato[149], oppure movimenti lenti diretti in una sola direzione[150].
Stilisticamente, la serie può essere divisa in più parti. La prima di queste, comprendente i primi 7 episodi, si incentra soprattutto sul rapporto che vige tra Shinji e Rei, cosi come aspetti filosofici come il dilemma del porcospino, con un ritmo abbastanza veloce ma costante. Gli episodi a venire contengono invece più umorismo e azione, affrontando anche i problemi dei protagonisti con il contatto con il mondo estero. Inoltre, la prima parte della serie si basa su produzioni precedenti e vari anime di fantascienza, includendo classici elementi anime, in una combinazione di fanservice e tecnologia[59]. Dall'episodio 16, Anno sviluppa il simbolismo della serie. Gli episodi seguenti sono più violenti e perdono gli elementi di umorismo e positività dei personaggi. Inoltre l'azione nella seconda parte è molto più veloce — ad esempio, la morte di Rei nell'episodio 23 dura solo quattro minuti — per poi svanire completamente negli ultimi due episodi[59]. Sempre a partire dall'episodio 16, la struttura narrativa della serie si incentra maggiormente sui personaggi, dando molteplici informazioni frammentate e generando molteplici enigmi[151]. Questa struttura narrativa è mirata ad indirizzare allo spettatore frammenti di informazione, in modo che quest'ultimo cerchi di "ricomporli" gradualmente[152].
Media
Anime
In Giappone
La prima messa in onda della serie, a partire da mercoledì 4 ottobre 1995 alle 18:30, su Tokyo Channel 12[153], fu molto limitata a livello di copertura nazionale. TV Tokyo e le sue consociate nel network TXN (TV Osaka, TVQ Kyushu Broadcasting, TV Hokkaido, TV Setouchi), che trasmisero in contemporanea la serie[154], coprivano e coprono tuttora solo 13 delle 47 prefetture. La serie si è conclusa il 27 marzo 1996[155], toccando il massimo di ascolti del 5-6% di share[156]. A questa prima trasmissione hanno nel corso degli anni fatto seguito diverse repliche, fra le quali è da segnalare in particolare quella avvenuta nel 2003 sul canale satellitare WOWOW, che propose per la prima volta in TV la versione director's cut della serie e il rimontaggio dei film conclusivi con video rimasterizzato ed audio nativo 5.1. Questa versione è nota in Giappone con il nome di "Renewal Edition"[157].
In Italia
L'edizione italiana di Evangelion è stata curata dalla Dynamic Italia. Il doppiaggio è stato eseguito presso la Cooperativa Eddy Cortese sotto la direzione di Fabrizio Mazzotta (per i primi sei episodi) e Paolo Cortese (per i restanti venti)[158] ed ha visto l'introduzione in Dynamic (con il dialoghista Gualtiero Cannarsi) della figura del cosiddetto "direttore artistico di produzione", un incaricato dalla casa editrice di sovrintendere ogni singolo aspetto della localizzazione. Secondo Cannarsi, la lavorazione fu assai complessa e laboriosa: ad esempio, il ruolo di Shinji fu assegnato dopo undici differenti provini (cifra elevata anche per un prodotto cinematografico) a Daniele Raffaeli, mentre Valentina Mari, voce di Rei, dovette incidere il monologo della quattordicesima puntata 52 volte[159].
La serie è stata inizialmente distribuita in 13 VHS comprensivi degli episodi in versione director's cut ed usciti fra il 1997[13] ed il 2001[14]. A quella in VHS hanno fatto seguito due edizioni in DVD ad opera della stessa Dynamic Italia prima e della Dynit poi, nel 2002 (priva degli episodi in versione director's cut) e nel 2008 sotto la dicitura "Platinum Edition" (corrispondente all'edizione "Renewal" della serie tv)[160][161]. L'anime inoltre è stato trasmesso in televisione da MTV[162]: i primi due episodi sono comparsi nella maratona Robothon del 12 dicembre 2000, mentre la serie è stata trasmessa integralmente dal 2 ottobre 2001[15] e replicata più volte[163][164].
Neon Genesis Evangelion è stato anche il primo anime ad essere trasmesso in streaming legale su internet gratuitamente con doppiaggio italiano: a partire dal 26 aprile 2010 ogni lunedì è stato pubblicato sul canale di YouTube della Dynit un nuovo episodio della versione Platinum, disponibile per due settimane[165]. In seguito, dal 20 dicembre 2010, gli episodi sono stati pubblicati senza limiti di tempo sulla web tv Popcorn TV[166].
Colonna sonora
La colonna sonora originale, raccolta in tre album usciti fra il 1995 ed il 1996, è stata composta da Shiro Sagisu e prodotta dal regista della serie Hideaki Anno, che si è occupato anche della scelta dei titoli dei brani. Oltre alle composizioni originali sono presenti anche alcuni celebri pezzi di musica classica, di cui Anno è appassionato ascoltatore[98], come la Suite per violoncello solo n.1 in Sol Maggiore e Herz und Mund und Tat und Leben di Johann Sebastian Bach[167], il Coro dell'Halleluja e il Coro dell'Amen tratti dal Messiah di Georg Friedrich Händel[102], il Requiem di Giuseppe Verdi[167], e l'Inno alla gioia tratto dalla Nona Sinfonia di Ludwig van Beethoven[64].
La sigla di apertura è Zankoku na tenshi no These (残酷な天使のテーゼ?, Zankoku na tenshi no teeze, lett. "La tesi dell'angelo crudele") di Yoko Takahashi[168], mentre quella di chiusura è il successo pop del 1954 Fly Me to the Moon (lett. "Fammi volare fino alla Luna")[102], scritto originariamente da Bart Howard e cantato nella serie in 14 diverse versioni da Claire, Yoko Takahashi, Megumi Hayashibara, Kotono Mitsuishi e Yoko Miyamura, le doppiatrici femminili dell'anime[169].
Manga
Il manga di Neon Genesis Evangelion, scritto e disegnato da Yoshiyuki Sadamoto già character designer della serie animata, ha iniziato la sua serializzazione in Giappone nel numero di febbraio 1995[155] (uscito nel dicembre del 1994) della rivista Shonen Ace edita da Kadokawa Shoten, con la pubblicazione del primo stage, o capitolo[19]. Pubblicato con periodicità irregolare[155], il manga è serializzato, a partire dal 78º capitolo (uscito a giugno 2009) in un nuovo magazine seinen della Kadokawa, Young Ace[170]. L'opera si è conclusa dopo 96 capitoli con la pubblicazione del final stage nel giugno 2013. I singoli capitoli sono raccolti in formato tankōbon e il 2 novembre 2012 è stato pubblicato il tredicesimo e penultimo volume[171].
Sadamoto ha apportato diverse modifiche alla sceneggiatura nella sua opera, rispetto alla versione animata[8]. La più evidente è l'omissione degli scontri con alcuni Angeli, che ne riduce il numero da 17 a 12; ma anche nella riproposizione delle vicende già narrate si trovano delle divergenze, mediamente più ampie e più frequenti con il susseguirsi degli episodi. Anche la caratterizzazione psicologica dei personaggi ha subito una diversa interpretazione, con modifiche in alcuni casi lievi, in altri molto importanti[8]. In particolare Sadamoto ha dichiarato di voler concludere il manga con un lieto fine[172].
L'edizione italiana del manga, intitolata semplicemente Evangelion, è curata dalla Planet Manga, divisione della Panini Comics. Ha visto finora la pubblicazione di 26 albi di dimensioni pari alla metà dell'originale giapponese. I primi volumi sono stati pubblicati in edizione autonoma, mentre dal numero 18 la pubblicazione è seguita sulla collana Manga Top. A questa prima edizione, è seguita una seconda, che conserva la grandezza originale dei volumi, intitolata Evangelion Collection[173].
Manga spin-off
Sono stati realizzati diversi manga spin-off ambientati nell'universo di Evangelion:
- Evangelion Iron Maiden (新世紀エヴァンゲリオン 鋼鉄のガールフレンド2nd?, Shin seiki Evangerion - Kōtetsu no gārufurendo sekando), un manga shōjo di Fumino Hayashi basato sulla realtà alternativa presente nell'episodio 26 della serie televisiva, caratterizzata da un'ambientazione prettamente scolastica. Al centro della trama vi sono le relazioni sentimentali fra i personaggi. Il manga è stato serializzato sulla rivista Monthly Asuka, dal 2003 al 2005 ed è stato successivamente raccolto in 6 tankōbon.
- Neon Genesis Evangelion The Shinji Ikari Raising Project (新世紀エヴァンゲリオン 碇シンジ育成計画?, Shin seiki Evangerion - Ikari Shinji ikusei keikaku), un manga shōnen di Osamu Takahashi, anch'esso ad ambientazione scolastica e focalizzato sulle relazioni interpersonali dei protagonisti. È serializzato dal 2006 sulla rivista Shōnen Ace e conta attualmente quindici volumi pubblicati.
- Evangelion: Cronache degli angeli caduti (新世紀エヴァンゲリオン 学園堕天録?, Shin seiki Evangerion - Gakuen datenroku), un manga shōjo di Ming Ming, pubblicato da marzo 2008 a dicembre 2009 sulla rivista Monthly Asuka e poi distribuito in 4 tankōbon.
- Evangelion - Detective Shinji Ikari (新世紀エヴァンゲリオン 碇シンジ探偵日記?, Shin seiki Evangerion - Ikari Shinji tantei nikki), un manga realizzato da Takumi Yoshimura, che vede Shinji Ikari nei panni di un detective. È stato serializzato sulla rivista Monthly Asuka dal 24 febbraio al 24 novembre 2010[174] e raccolto in 2 tankōbon.
- Petit Eva - Evangelion@School (ぷちえゔぁ〜EVANGELION@SCHOOL〜?, Puchi Eva ~Evangerion atto sukūru~), una serie parodistica in stile super deformed disegnata da Ryūsuke Hamamoto. È stata serializzata nel 2008 sulla rivista Monthly Shōnen Ace e raccolta in 2 volumi. Dal manga è stato tratto poi un ONA in computer grafica 3D di 24 episodi da 3 minuti l'uno.
Rebuild of Evangelion
Nel 2006 Anno annunciò la produzione di Rebuild of Evangelion (ヱヴァンゲリヲン新劇場版?, Evangerion shin gekijōban, lett. "Evangelion nuova versione cinematografica")[175], una tetralogia cinematografica i cui primi due capitoli avrebbero riassunto e reinterpretato la serie animata originale, distaccandosi da essa negli ultimi due con un ulteriore nuovo finale[21]. Prodotti dal pressoché medesimo staff dell'anime[176], la produzione non è stata tuttavia affidata alla GAINAX, ma allo Studio Khara, fondato dallo stesso Anno[177].
Il primo capitolo di questa tetralogia, intitolato Evangelion: 1.0 You Are (Not) Alone, è uscito nei cinema giapponesi il 1º settembre 2007[178] ed è stato distribuito nel circuito home video italiano da Dynit nel 2008[179] in differenti versioni[180][181], e proposto anche in Blu-ray Disc[182]. Il film, che ripercorre la trama dei primi 6 episodi della serie[183][184], venne premiato agli Animation Kobe come miglior film d'animazione e come "Animation of the year" al Tokyo International Anime Fair, dove Hideaki Anno fu premiato nel 2008 come miglior regista, mentre nei botteghini incassò circa 2 miliardi di yen[185]. Evangelion: 2.0 You Can (Not) Advance, il secondo capitolo, è uscito in Giappone il 27 giugno 2009[186] e distribuito in Italia da Dynit a partire da fine ottobre 2010[187]. Uscito contemporaneamente in 120 sale in tutto il Giappone, ha incassato circa 4 miliardi di yen, ottenendo una nomination per l'"Animeshon Sakuhin Shō" ai Nippon Academy-shō[188]. Il terzo e penultimo capitolo, intitolato Evangelion: 3.0 You Can (Not) Redo, è uscito nelle sale Giapponesi il 17 novembre 2012 ed è stato proiettato in alcune sale italiane il 25 settembre 2013 all'interno del programma "Nexo Anime" proposto da Nexo Digital e Dynit[189].
Videogiochi
Diversi videogiochi sono stati tratti dalla serie[190]. Nessuno di questi è stato tradotto in italiano né è uscito in Italia.
Film live-action
Un adattamento live action della serie animata fu annunciato al Festival di Cannes nel maggio 2003[191] dalla ADV Films[192], distributore nordamericano della serie con sede a Houston, che all'epoca deteneva i diritti di licenza della serie tv per tutti i paesi al di fuori di Asia e Australia. Il film sarebbe stato prodotto da ADV, GAINAX e Weta Workshop[193], compagnia di effetti speciali digitali nota per il suo lavoro nella trilogia de Il Signore degli Anelli[191]. Il presidente della ADV Films, confermando le voci che circolavano sulla possibile produzione del film, ha detto: «Tra la qualità ed il significato del titolo Gainax, l'abilità nella creazione di effetti speciali del leader del settore Weta, e la nostra esperienza in marketing e nella promozione di anime e contenuti correlati, questo progetto è veramente un'opportunità unica nella vita»[193]. Durante la prima fase del progetto, nel 2005, il capo della ADV Matt Greenfield affermò che il film sarebbe stato pronto in almeno un anno, «ma molto probabilmente in 3 o 4»[22].
Nel dicembre dello stesso anno, Fortune Magazine riportò in un articolo relativo ai film della ADV che la casa di distribuzione aveva ottenuto circa «la metà dei 100-120 milioni di dollari» necessari per la realizzazione del film[194]. In particolar modo, il co-fondatore della Weta Workshop, Richard Taylor, sostenne di non aver «mai provato qualcosa di simile», descrivendo la sua preoccupazione verso le reazioni negative che potevano scaturire dal lavoro, e la pressione dovuta ad i frequenti colloqui con i fans della serie[194].
Nel 2006, la Weta realizzò e pubblicò sul proprio sito web[195] i primi bozzetti che sarebbero serviti per la realizzazione dei costumi, delle scenografie e degli effetti speciali, nei quali emerse che alcuni personaggi della serie avevano una denominazione differente: Rei Ayanami sarebbe diventata Ray, Asuka Kate Rose e Misato Susan Whitnall[196]. A seguito però, non si ebbero notizie, e le concept art sul sito ufficiale della Weta sono scomparse[197].
Un improvviso segnale di ripresa sembrò esserci nel maggio del 2009. Durante la cerimonia d'apertura dell'Anime Central Convention di Rosemont, rispondendo ad una domanda sul film, Greenfield ha dichiarato che la produzione sarebbe «iniziata molto presto, e non sto scherzando», affermando di non poter dare ulteriori dettagli a causa dell'avvicinarsi della firma dei contratti[198]. Ma pochi mesi dopo, a settembre, la ADV chiuse i battenti, cedendo le sue attività e proprietà ad una rete di cinque compagnie affiliate fra di loro, anch'esse con sede ad Houston[199]. Nonostante ciò, da più parti ci si è riferito a questo processo non come ad un fallimento vero e proprio dell'azienda ma piuttosto ad una massiccia ristrutturazione interna. Qualche mese dopo, nel febbraio del 2010, il produttore del film Joseph Chou ha affermato che il progetto era ancora attivo, datando un possibile inizio della produzione nel 2011[200]. Tuttavia, nell'agosto del 2011, la ADV ha annunciato che a causa di inconvenienti legali riguardanti il contratto che sarebbe dovuto essere stipulato con la Gainax ed alla relativa disputa per i diritti d'autore con la ADV,[201] il progetto è andato incontro «all'impossibilità di essere realizzato»[202].
Accoglienza
Reazioni
La serie ha goduto di grande popolarità tra il pubblico giapponese ed estero[98], che nel corso degli anni non si è affievolita[204]. Il successo avuto dalla serie trova riscontro nel mercato giapponese dei doujinshi, di cui Evangelion è stato a lungo la serie più popolare[88][39]. L'episodio finale dell'anime ha raggiunto inoltre ascolti pari a 10 milioni di spettatori[205][206].
La popolarità dell'anime crebbe notevolmente quando uscì la versione cinematografica, che attrasse nelle sale circa 1,25 milioni di persone, tra cui numerosi fans adulti non-otaku[207]. A causare ciò fu l'attenzione mediatica, che suscitò particolare interesse anche verso chi non aveva familiarità con gli anime[208], ed attirò l'attenzione di teorici culturali all'interno ed al di fuori del Giappone[153]. Addirittura i sociologi Shinji Miyadai e Kureichi Matsuzawa si interessarono al caso, registrando una particolare "empatia" degli spettatori verso i personaggi. Proprio attorno a quegli anni, il numero di persone definite AC (Adult Children, coloro che non si sentono accettati dalla società) crebbe notevolmente, fattore dovuto probabilmente proprio all'attenzione dei mass-media, con episodi di persone che sostenevano di «essere come Ikari Shinji»[209].
Al tempo, la serie vinse numerosi sondaggi di popolarità. Nel 1995 ottenne il primo posto nell'intervista rivolta ai lettori sulla serie anime più amata, compiuta dalla nota rivista Animage all'interno dell'Anime Grand Prix[210], ed ha nuovamente ricevuto il premio nel 1996, ricevendo 2853 voti, mentre lo show classificatosi al secondo posto aveva ottenuto un consenso di soli 903 voti[211]. Il film The End of Evangelion conquistò anch'esso la prima posizione nel 1997, rendendo Evangelion il primo franchise anime a vincere tre premi consecutivi[212]. Nel medesimo sondaggio del 1995, come "Miglior personaggio femminile" era emersa Rei Ayanami, e nella categoria relativa alle opening invece la sigla dell'anime Zankoku na tenshi no These[210], dati riconfermati anche nel sondaggio del 1996, che vedeva al primo posto nella categoria relativa ai personaggi maschili Shinji Ikari[211] (che ha mantenuto la prima posizione anche nel 1997[212]).
In un sondaggio condotto dalla Tokyo Polytechnic University sull'aspetto della cultura giapponese che rappresenta meglio all'estero il concetto di Cool Japan, il franchise di Evangelion emerse al 6º posto con il 38% circa di voti, all'interno della categoria dell'animazione giapponese, che fu quella che riscosse il maggior numero di consensi (57% del totale)[213]. A quanto indicato da un diverso sondaggio, condotto su un largo campione di fans da parte di TV Asahi, Evangelion è, dopo Fullmetal Alchemist, l'anime più apprezzato dal pubblico giapponese[214]. Dalla stessa TV Asahi venne condotto nel 2005 un sondaggio realizzato a livello nazionale sul web sui migliori 100 anime, in cui la serie si classificò al ventesimo posto[215]. Diversamente, la società di ricerca Neo Marketing, il 21 febbraio 2013, ha posto un sondaggio su un campione di 500 persone su quale fosse l'anime più "esportabile ad un pubblico estero", nel quale Evangelion è emerso al 7º posto nella classifica[216]. Esso si è posizionato anche al secondo posto in un sondaggio compiuto da One's Communication sugli anime che più hanno condotto gli otaku a diventare tali, registrando un 2,7% di prefernze, secondo solo a Gundam (3,7% dei voti totali)[217]. A ciò si aggiunge anche un riconoscimento della serie da parte dell'Agency for Cultural Affairs (divisione del Ministero dell'Educazione del Giappone) come anime più apprezzato dal pubblico giapponese, quando vinse un sondaggio posto su un campione di 80.000 persone in occasione del Japan Media Arts Festival[218]. Il sito web IGN lo classifica al 10º posto tra le serie animate più raccomandate (primo per quanto riguarda gli anime), poiché «nessun'altra serie anime è stata in grado di catturare la nostra attenzione con un'intelligente storia adulta di fantascienza»[219].
Critica
All'indomani della sua uscita, Neon Genesis Evangelion ricevette un'accoglienza contrastante da parte di pubblico e critica[92]. Pesanti critiche furono mosse verso di essa e nei confronti del regista Anno, accusato di «totale plagio» nei confronti di serie come Mobile Suit Gundam, Mazinga Z,e Devilman, mascherato solo da «qualche discorso di psicologia»[92]. Similmente, furono motivo di critiche l'episodio 18, contenente scene di violenza ritenute «non idonee ad un programma anime visto anche da bambini», e l'episodio 20, che mostrava implicitamente Misato e Kaji avere rapporti sessuali[220].
La maggior parte delle critiche furono serbate verso gli ultimi due episodi della serie[205], motivo di polemiche dal momento della loro prima messa in onda[221]. Con il loro insolito stile registico, hanno confuso ed alienato molti fan[205], e generato accesi dibattiti e critiche[221]. La critica in particolare avvertiva la mancanza di contenuti e di una conclusione agli eventi della trama. Non vi era comunque un'opinione univoca della critica[205], ed il pubblico si divise sostanzialmente in due fazioni, composte da chi sosteneva che gli episodi «fossero profondi», e dall'altro lato chi sosteneva che il loro significato fosse «più apparente che reale»[221]. A tal proposito furono intervistati i doppiatori inglesi della serie, e loro stessi ammisero che avevano difficoltà a comprenderne il finale[222]. Inoltre, siccome alcuni fan credevano che vi fossero degli errori di traduzione in inglese, ne negarono l'esistenza, sostenendo invece che «era l'originale giapponese ad essere incomprensibile»[222]. I sociologi giapponesi Hiroki Azuma, Yuriko Furuhata e Marc Steinberg definiscono gli ultimi due episodi come una «parodia della parodia» della società otaku[223]. Ma nonostante le polemiche generate da questo fattore, la popolarità della serie non ne ha risentito, ed è tuttora alta[205].
Il critico cinematografico William Rout ha analizzato l'inusuale stile registico adottato da Anno negli episodi finali, quale il suo uso di immagini fisse accompagnate da lunghi silenzi e da voci fuori campo; tale tecnica a suo parere è finalizzata ad attirare l'attenzione dello spettatore verso i problemi psicologici[64]. Lo stesso dice:
Mick Broderick sostiene che il significato del finale è quello di «presa di coscienza» da parte dell'uomo di «poter costruire da sé il proprio mondo»[226], in una visione "positiva", come la descrive la critica e scrittrice statunitense Susan J. Napier[227]. Quest'ultima, ha descritto Evangelion (assieme ad altri anime come Princess Mononoke e Ghost in the Shell) come «un anime culturalmente influenzato» e simile ad altri prodotti rivolti ad un pubblico maturo[228], elogiando in particolar modo l'analisi e l'introspezione psicologica dei personaggi che caratterizza gli episodi conclusivi[229]. Si interessò al fenomeno sociale scaturito dalla serie il sociologo giapponese Shinji Miyadai, il quale ha scritto su di essa:
Lo scrittore Mark Macwilliams, ha scritto che la serie «usa uno schema tipico delle produzioni anime degli anni '70 ed 80» per formulare «nuove domande», sostenendo che gli episodi «presentano senza risparmiarsi un buio ritratto della solitudine infantile in una società dove il padre è sempre al lavoro — una rappresentazione che è un nervo scoperto per ogni bambino cresciuto nel 1990 in Giappone prima del crollo della bubble economy»[12]. Il sociologo Hiroki Azuma ha elogiato particolarmente la serie per l'attenta introspezione psicologica, interpretando gli Angeli come un «incarnazione delle irrazionali paure umane», e la figura di Rei Ayanami come una rappresentazione «della sterilità e della freddezza della scienza moderna», tema che è presentato più volte nella serie[59]. Secondo Azuma, Evangelion è una «grande non-narrazione», ovvero un «insieme di elementi frammentari [...], tali da poter essere interpretati liberamente, secondo le propensioni emotive di ogni spettatore»[231]. Mike Hale del The New York Times lo descrive come «un anime superiore, un racconto di robot giganti di inusuale profondità»[232].
La serie e la relativa versione cinematografica hanno ricevuto anche importanti premi e riconoscimenti. Nel 1996 Neon Genesis Evangelion fu premiato agli Animation Kobe come miglior serie televisiva e Hideaki Anno per la migliore regia[233]. Si sarebbe poi riaffermata agli Animation Kobe dell'anno successivo, quando il videogioco Shin seiki Evangelion - Kōtetsu no girlfriend ottenne un premio come miglior software interattivo, i film Death & Rebirth e The End of Evangelion lo "Special Audience Choice Award"[233], e Shiro Sagisu il premio per la migliore colonna sonora[234]. Successivamente la serie fu premiata anche ai Japan SF Awards[235] ed al Japan Media Arts Festival del 1997[236]. Vinse inoltre all'ottava edizione dei Japan Science Fiction Award, pareggiando con Gamōtei jiken di Miyabe Miyuki[237].
Eredità culturale
Elogiato particolarmente dalla critica più postuma all'uscita[238], Evangelion divenne uno degli anime più acclamati della decade[239] e indusse in Giappone una rivisitazione del valore culturale degli anime[240]. Esso è ritenuto come un «importante punto di riferimento e riflessione per l'animazione», sebbene ciò non sia universalmente condiviso[241]. Secondo Hiroki Azuma, l'arrivo di Neon Genesis Evangelion nel 1995 «ha provocato una spaccatura nel settore dell'animazione», e la serie è rimasta imbattuta per i successivi 10 anni[242]. Successivamente all'accrescimento dell'interesse per essa, la cultura otaku divenne un fenomeno sociale di massa[243] e ricevette una sempre maggiore attenzione[244]. Inoltre, con i suoi numerosi rimandi alla religione ebraico-cristiana, ha causato un boom di interesse verso la letteratura sui manoscritti del Mar Morto, la Kabbalah ed il cristianesimo[245].
La serie ha avuto un impatto significativo sulla cultura pop giapponese[246] e nel campo dell'animazione, fino ad allora considerata come una forma d'intrattenimento rivolta soprattutto ad un pubblico di bambini[205]. Essa si impose in un momento in cui l'animazione — soprattutto quella seriale — viveva una fase di crisi[205]. Gli anni ottanta e novanta (periodo in cui Hideaki Anno esordì come regista) avevano visto infatti consolidarsi le produzioni anime destinate al mercato home video[247], mentre l'animazione seriale televisiva conosceva un periodo di diminuzione delle produzioni[248], coincidente in larga parte con la crisi economica giapponese che attanagliò il paese per gli interi anni novanta[249]. A questo seguì un vuoto di idee negli anni a venire, la cui risposta venne proprio da Evangelion, che riportò l'animazione seriale al successo[250], influenzandone notevolmente le future dinamiche[238] e quelle della subcultura otaku in generale[251]. Divenendo in breve tempo un fenomeno sociale[252] e culturale[253] , Evangelion impose nuovi canoni[254], dando il via alla cosiddetta "nuova animazione seriale giapponese", caratterizzata da innovazioni che consentirono una rinascita del settore sia dal punto di vista tecnico che artistico, quali una maggiore autorialità, la concentrazione delle risorse in un minor numero di episodi (13 o al massimo 26)[255], un'impostazione registica ancora più vicina alla cinematografia dal vero, un drastico ridimensionamento del rapporto di dipendenza dai soggetti dei manga[256] ed una maggiore libertà dai vincoli del merchandising inteso come fonte d'ispirazione obbligatoria[257][258]. Dopo il suo successo, gli anime acquistarono toni maggiormente maturi e vennero assorbiti nella cultura giovanile più facilmente rispetto al passato[259], dando all'intero settore una nuova vitalità[260]. La serie ha attirato l'attenzione di persone che non avevano alcun tipo di familiarità con gli anime, contribuendo in modo significativo a far crescere l'interesse per questi ultimi da parte del pubblico adulto[205][261]. In Italia, Evangelion è stata una delle opere che ha contribuito a creare il cosiddetto "Second Impact", ovvero la crescita del numero di appassionati d'animazione in Italia, denominata dagli stessi appunto riferendosi alla terminologia della serie[262].
Molti furono i produttori che, a distanza di anni, tentarono di eguagliare il successo di Evangelion[263]. Ebbe così inizio un'epoca fruttuosa per l'animazione giapponese, caratterizzata da numerosi anime con i medesimi canoni elaborati da esso, segnando l'avvicinamento del pubblico all'animazione seriale a scapito degli OAV, che da allora vivranno una situazione di declino[156]. L'impatto che Evangelion ha avuto sugli anime è testimoniato dalla quantità di serie in cui è individuabile una sua forte influenza[264], come serial experiments lain, RahXephon, Texhnolyze, Gasaraki, Boogiepop Phantom[102], Blue submarine no. 6, Mobile Battleship Nadesico[54], Rinne no Lagrange[265], Dual! Parallel Trouble Adventure[266], Argento Soma[267], Brain Powerd e, seppur in chiave parodistica, Terrestrial Defense Corp. Dai-Guard[268]. In particolar modo il personaggio di Rei Ayanami, da sempre centro di numerose speculazioni da parte del pubblico[269], divenne così popolare che la sua personalità e carattere furono ripresi da molti altri anime successivi degli anni novanta, come per Ruri Hoshino di Mobile Battleship Nadesico, Ruriko Tsukushima di Droplet[270], Miharu di Garasaki[271], Anthy Himemiya di Utena la fillette révolutionnaire, e Lain Iwakura di serial experiments lain[117], che sembra avere analogie anche con Shinji[272]. Riscontrano affinità con Rei e Shinji anche i due personaggi Kōji Aiba e Neya dell'anime Mugen no Ryvius[273]. Il personaggio di Asuka fu ripreso da Excel, personaggio principale di Excel Saga, che ne costituisce la parodia[274], e da Mai di Gunparade March[275]. Le Unità Evangelion furono di notevole influenza per il design dei Phantoms di Final Fantasy[276]. Sotto questo aspetto, anche il mecha design, caratterizzato da una maggiore somiglianza alla figura umana, ed il design "astratto" degli Angeli, ebbero un impatto considerevole per il design delle produzioni successive[277]. Addirittura lo stesso Hideaki Anno ricalcherà i contenuti stilistici affrontati precedentemente nella serie per produzioni successive, quali il suo live-action Love & Pop, e l'anime sentimentale Le situazioni di Lui e Lei[54]; e Shiro Sagisu utilizzerà parti della colonna sonora dell'anime per il live-action Bayside Shakedown[54]. Evangelion viene citato anche nel terzo episodio di Abenobashi - Il quartiere commerciale di magia[278], e ne presenta numerose allusioni la serie OAV FLCL[279], prodotti ambedue dalla GAINAX. Citazioni ed omaggi alla serie sono contenute anche in Koi Koi Seven[280] e Keroro[281].
Al di fuori del campo riguardante gli anime, Evangelion ha influenzato i testi delle canzoni dell'album del 2005 Grand Unification, del gruppo rock britannico Fightstar, che ne ha usato immagini e concetti[54][282].
Merchandising
La serie si è affermata notevolmente sul mercato giapponese grazie al proprio merchandising, sviluppando una variegata gamma di prodotti destinati per lo più al pubblico adulto[283]. Al tempo dell'uscita nelle sale giapponesi dei film Death & Rebirth e The End of Evangelion, il merchandising sulla serie toccava già i 300 milioni di dollari di incassi nel solo Giappone, del quale il 70% circa era rappresentato dai prodotti destinati all'home video, quali Laserdisc, tre CD per la colonna sonora ed altri tre singoli, CD-ROM, ed i tre volumi manga sino ad allora pubblicati (che avevano venduto 3.5 milioni di copie circa)[284]. Gli album contenenti le colonne sonore dell'anime si posizionarono al primo posto nelle classifiche dei più venduti in Giappone, il primo caso per un anime dai tempi di Galaxy Express 999[284].
Lo sfruttamento commerciale della serie per il mercato home video raggiunse record di vendite[285] ed è ancora fruttuoso a distanza di tempo[286]. La fama della serie è cresciuta proprio grazie alle vendite home video, che superarono in media di 2 o 3 volte le vendite degli anime più venduti sino ad allora[156]. Ciò nonostante, durante la fase di produzione, si aveva ben poca fiducia nei confronti del successo commerciale che la serie avrebbe potuto avere, tanto che solo la SEGA volle produrre una linea di action figure sulla serie[287]. Contrariamente a ciò, dal successo avuto dalla serie, la GAINAX cominciò a produrre software e videogiochi come mai prima d'allora[287], riuscendo a ripagare gli elevati debiti che aveva contratto in precedenza[288]. Anche la società Bandai, che inizialmente si mostrò riluttante a commercializzare i modellini dei mecha[277], successivamente alla crescita della popolarità della serie — alimentata anche dal redditizio franchise — cominciò a produrre a gran ritmo prodotti su di essa[289]. L'anime generò un notevole impatto sull'economia del Giappone calcolato in miliardi di yen, contribuendo inoltre in modo determinante alla diffusione del DVD, che andò a sostituire il Laserdisc[156]. Difatti la politica della serie, successivamente seguita da tutti gli altri produttori, non vedeva più nella messa in onda un traguardo per l'animazione seriale, ma un modo per facilitare la vendita dell'home video[156].
Secondo una stima del 2007, Evangelion ha incassato nel solo Giappone 800 milioni di dollari nel mercato home video, 400 milioni dal relativo merchandising[23] ed il suo franchise ammonta in totale a circa 150 miliardi di yen[177][290].
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Voci correlate
Altri progetti
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Collegamenti esterni
Siti ufficiali
- (JA) Il sito ufficiale.
- (JA) Evangelion sul sito ufficiale della Gainax.
- (JA) Evangelion sul sito di TV Tokyo.
- Il sito ufficiale della Dynit, distributrice italiana dell'anime.
Articoli ed informazioni
- (EN) Neon Genesis Evangelion sull'Internet Movie Database.
- (EN) Scheda sull'anime Neon Genesis Evangelion, Anime News Network..
- (EN) Scheda sul manga Neon Genesis Evangelion, Anime News Network..
- La scheda dell'anime Neon Genesis Evangelion su AnimeClick.it.
- La scheda del manga Neon Genesis Evangelion su AnimeClick.it.
- Neon Genesis Evangelion, su Il mondo dei doppiatori..
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