Vizi capitali
I vizi capitali sono un elenco di inclinazioni profonde, morali e comportamentali, dell'anima umana, spesso e impropriamente chiamati peccati capitali. Questo elenco di vizi (dal latino vĭtĭum = mancanza, difetto, ma anche abitudine deviata, storta, fuori dal retto sentiero) distruggerebbero l'anima umana, contrapponendosi alle virtù, che invece ne promuovono la crescita. Sono ritenuti "capitali" poiché più gravi, principali, riguardanti la profondità della natura umana. Impropriamente chiamati "peccati", nella morale filosofica e cristiana i vizi sarebbero già causa del peccato, che ne è invece il suo relativo effetto.

Storia
Una sommaria descrizione dei vizi capitali comparve già in Aristotele, che li definì gli "abiti del male". Al pari delle virtù, i vizi deriverebbero infatti dalla ripetizione di azioni, che formano nel soggetto che le compie una sorta di "abito" che lo inclina in una certa direzione o abitudine. Ma essendo vizi, e non virtù, tali abitudini non promuovono la crescita interiore, nobile e spirituale, ma al contrario la distruggono.
L'elenco dei vizi fu quindi analizzato dal primo Cristianesimo ad opera dei primi monaci, tra cui Evagrio Pontico e Cassiano. A Evagrio si deve la prima classificazione dei vizi capitali, e dei mezzi per combatterli. In particolare, egli individuò otto "spiriti o pensieri malvagi" (logismoi): gola, lussuria, avarizia, ira, tristezza, accidia, vanagloria e superbia. La Tristezza appare come vizio a sé, successivamente accorpata come già effetto di Accidia o di Invidia, stessa cosa accadde per la Vanagloria, accorpata successivamente nell'unico vizio della Superbia. Gli altri vizi sono gli stessi giunti a noi (Ira, Lussuria, Avarizia, Gola), mentre l'Invidia venne aggiunta successivamente.
Nell'Età dei lumi la differenza tra vizi e virtù perse importanza, poiché anche i vizi, come le virtù, concorrono allo sviluppo materiale (industriale, commerciale ed economico) della società. Dopo il periodo illuminista, i vizi compaiono ancora in alcune opere di Kant, che vede nel vizio una espressione della tipologia umana o di una parte del carattere. Dall'Antropologia pragmatica di Kant, nell'Ottocento sono stati scritti grandi trattati, fino a diventare un argomento molto interessante e vasto tra filosofia morale, psicologia umana e teologia.
Nella dottrina morale cattolica, i vizi capitali sono i principali desideri non ordinati verso il Bene Sommo, cioè Dio, dai quali tutti i peccati traggono origine:
- superbia (desiderio irrefrenabile di essere superiori, fino al disprezzo di ordini, leggi, rispetto altrui);
- avarizia (scarsa disponibilità a spendere e a donare ciò che si possiede);
- lussuria (desiderio irrefrenabile del piacere sessuale fine a se stesso);
- invidia (tristezza per il bene altrui, percepito come male proprio);
- gola (meglio conosciuta come ingordigia, abbandono ed esagerazione nei piaceri della tavola, e non solo);
- ira (irrefrenabile desiderio di vendicare violentemente un torto subito);
- accidia (torpore malinconico, inerzia nel vivere e nel compiere opere di bene).
Durante il medioevo la Chiesa aveva incluso nei vizi capitali anche la tristezza[senza fonte], in quanto questo sentimento indicava il non apprezzare le opere che Dio aveva compiuto per gli uomini. Fino al secolo scorso la vanità era un vizio capitale[senza fonte]. È stata poi inclusa nel peccato della superbia.
Secondo la Chiesa[senza fonte], il peggiore dei sette vizi è la superbia, poiché con questo sentimento si tenderebbe a mettersi sullo stesso livello di Dio, considerarlo quindi inferiore a come dovrebbe essere considerato. Infatti, nella mitologia cristiana, è proprio la superbia il peccato di cui si sono macchiati Lucifero, Adamo ed Eva. Questi sette peccati, sono raffigurati anche nella "Divina Commedia" di Dante Alighieri sotto forma di bestie selvatiche (lupa; leone; lonza) incontrati da Dante nella selva oscura, all'inizio della sua avventura.
I vizi capitali nei media
Arte
- Sette peccati capitali è un celebre dipinto del pittore fiammingo Hieronymus Bosch, realizzato nel 1500-1525 e conservato al Museo del Prado di Madrid.
- La pittrice Adriana Bisi Fabbri (1881-1918) ha realizzato nel 1914 un olio su tela denominato sette peccati capitali.[1]
Musica
- Il compositore Kurt Weill ha composto un "balletto cantato" per coro, solista e orchestra, su testo di Brecht, intitolato I sette peccati capitali.
- La metal band tedesca Rage ha dedicato una canzone di critica ai sette peccati capitali dal titolo Seven Deadly Sins. Anche i Libertines e i Flogging Molly hanno composto una canzone sui sette vizi capitali, intitolata anch'essa Seven Deadly Sins.
- Il cantautore italiano Enrico Ruggeri ha incluso una suite di sette brevi canzoni, ciascuna intitolata a un vizio capitale, nel suo album L'uomo che vola.
- La band musicale dei dARI ha citato i sette vizi capitali nella loro canzone "Più di te" menzionando in modo particolare quello dell'invidia.
- La band scozzese Simple Minds ha composto una canzone sui sette vizi capitali, intitolata 7 Deadly Sins, pubblicata nel loro album Good News from the Next World.
- Nel video musicale del singolo Your Betrayal della band Bullet for My Valentine si possono vedere due ragazze commettere i sette peccati capitali.
- Nel video musicale del brano Gorgeous Nightmare della band post hardcore Escape the Fate si possono vedere i componenti del gruppo attraversare una casa in cui sono commessi in ogni stanza diversa i sette vizi.
Cinema e televisione
- I sette peccati capitali è una serie di sette film muti del 1919 con Francesca Bertini
- I sette peccati capitali (Les sept pechés capitaux) è un film ad episodi del 1952 diretto da vari registi: Jean Dréville, Yves Allégret, Carlo Rim, Claude Autant-Lara, Roberto Rossellini, Georges Lacombe e Eduardo De Filippo
- I sette peccati capitali (Les sept pechés capitaux) è un film ad episodi del 1962 diretto da Philippe de Broca, Claude Chabrol, Jean-Luc Godard, Sylvain Dhomme, Edouard Molinaro, Jacques Demy e Roger Vadim
- In Seven (scritto anche Se7en), un film thriller statunitense del 1995 diretto da David Fincher con Brad Pitt e Morgan Freeman, un serial killer commette degli omicidi ispirati ai sette vizi capitali.
- Nell'episodio 18 della terza stagione di Streghe (La scatola dei peccati) le sorelle Halliwell devono combattere un demone che infetta le proprie vittime con uno dei vizi capitali.
- Nel primo episodio della terza stagione di Supernatural Sam, Dean e Bobby si ritrovano ad affrontare i demoni dei sette peccati capitali.
- Nell'anime del 2013 Dokidoki! Pretty Cure, i nomi dei nemici sono basati sui sette vizi capitali e sui demoni loro corrispondenti.
- Nell'episodio 6x03 del telefilm Xena: la principessa guerriera, ella spinge l'arcangelo Lucifero a diventare il Re degli Inferi attraverso la tentazione dei Peccati Capitali
Fumetti
- Nel manga e anime Fullmetal Alchemist, gli esseri chiamati homunculus rappresentano i sette vizi capitali.
- Nel manga Bleach, una successione di capitoli porta il nome dei sette vizi capitali, rispettivamente The Envy (l'invidia), The Greed (l'avarizia), The Gluttony (la gola), The Pride (la superbia), The Sloth (l'accidia), The Wrath (l'ira) e infine The Lust (la lussuria), che prosegue nei seguenti 5 capitoli e dà il titolo anche al volume 40.
- Nel manga Katekyo Hitman Reborn! i Varia, famiglia assassina dei Vongola, rappresentano i sette vizi capitali.
- Nel manga Soul Eater, nel libro di Eibon i capitoli sono suddivisi dai peccati capitali.
- Nel manga Nanatsu no Taizai il protagonista fa parte de I Sette Vizi Capitali, un ordine cavalleresco formato da sette persone, ognuno associato ad un vizio.
Letteratura
- Il poeta Pietro Aretino ha composto una raccolta di sonoetti intitolata Sonetti lussuriosi (1526).
- I sette peccati capitali è un romanzo d'appendice del francese Eugène Sue.
- Nella sound novel Umineko no naku koro ni le Sette Sorelle del Purgatorio rappresentano i sette vizi capitali.
Videogiochi
- Nel videogioco Dragon Age: Origins i demoni sono divisi in categorie, basate su alcuni dei peccati capitali (mancano invidia e avarizia).
- Nel videogioco Overlord ogni boss da sconfiggere rappresenta un vizio capitale.
- Nel videogioco Dante's Inferno Dante, nelle vesti di crociato, percorre il suo viaggio attraverso i 9 cerchi dell'Inferno (ognuno dei quali è associato al rispettivo peccato capitale);
Altro
Note
- ^ L'opera che appartiene a una collezione privata, è stata esposta al pubblico in occasione della mostra "Pelle di Donna" allestita presso la Triennale di Milano dal 24 gennaio al 19 febbraio 2012.
Bibliografia
- Meinolf Schumacher, Catalogues of Demons as Catalogues of Vices in Medieval German Literature: 'Des Teufels Netz' and the Alexander Romance by Ulrich von Etzenbach: Richard Newhauser (a cura di), In the Garden of Evil. The Vices and Culture in the Middle Ages. Toronto, Pontifical Institute of Mediaeval Studies, 2004, pp. 277–290 ISBN 0-88844-818-X
- Carla Casagrande e Silvana Vecchio, I sette vizi capitali. Storia dei peccati nel Medioevo. Einaudi, 2000, pp. 282–306, ISBN 88-06-15403-6.
- Umberto Galimberti, I vizi capitali e i nuovi vizi, Feltrinelli, 2003
- Giacinto Oneto, "Ma sono poi proprio dei vizi?", Hernnis, Lugano, 2008
Altri progetti
- Wikiquote contiene citazioni di o su vizi capitali
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su vizi capitali