Cecenia
La Repubblica Cecena (in russo Чеченская Республика, in ceceno Нохчийн Республика/Noxçiyn Respublika), nota anche come Cecenia (in russo Чечня, in ceceno Нохчичоь/Noxçiyçö), è una repubblica autonoma della Federazione Russa. Confina a nordovest con il Kraj di Stavropol', ad est e nordest con la repubblica del Daghestan, a sud con la Georgia e ad ovest con le repubbliche dell'Inguscezia e dell'Ossezia del Nord. Si trova sulle montagne del Caucaso nel Distretto Federale del Caucaso Settentrionale della Federazione Russa.
Repubblica Cecena repubblica federata | |
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(RU) Чеченская республика (CE) Нохчийн Республика | |
Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Amministrazione | |
Capoluogo | Groznyj |
Rappresentante del presidente | Ramzan Kadyrov dal 15-2-2007 |
Data di istituzione | 11 gennaio 1991 |
Territorio | |
Coordinate del capoluogo | 43°24′00″N 45°43′00″E |
Superficie | 17 300 km² |
Abitanti | 1 269 100 (2010) |
Densità | 73,36 ab./km² |
Altre informazioni | |
Lingue | russo, ceceno |
Prefisso | 871 |
Fuso orario | UTC+4 |
ISO 3166-2 | RU-CE |
Targa | 10 |
Nome abitanti | ceceni |
Cartografia | |
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Sito istituzionale | |

Storia
La prima traccia della presenza di soldati russi in territorio ceceno si ha nel 1577 quando i cosacchi si stabilirono nella regione del Terek. Parte dell'impero russo dal 1783, anche se con periodiche ribellioni (Imamato del Caucaso), Cecenia ed Inguscezia furono inglobate nella Repubblica Autonoma Socialista Sovietica Ceceno-Inguscia alla nascita dell'Unione Sovietica.
Durante la Seconda guerra mondiale, i ceceni insorsero contro i russi sperando di approfittare dell'impegno dell'esercito sovietico su altri fronti per ottenere l'indipendenza, ma una volta che l'Armata Rossa ebbe ricacciato le truppe nemiche, Stalin ordinò una durissima punizione, accusando i ceceni di aver collaborato con i nazisti (non ci sono però prove storicamente valide a sostegno dell'accusa). Il 23 febbraio 1944 con l'Operazione Lentil in una sola notte mezzo milione di cittadini ceceni vennero deportati dal governo centrale sovietico nella repubblica sovietica del Kazakhstan. Qui i ceceni vennero isolati e le famiglie disperse nel tentativo di "decaucasizzare" i ribelli. Fu loro concesso di ritornare alla loro regione d'origine solo nel 1957.
La prima guerra cecena (1991-1996)
Dopo il collasso dell'Unione Sovietica in Cecenia nacque un movimento indipendentista che entrò in conflitto con la Russia, non disposta a riconoscere la secessione della Cecenia. Tra i motivi dell'opposizione russa vi sono anche la produzione petrolifera locale e soprattutto il passaggio sul territorio ceceno di oleodotti e gasdotti.
Džokhar Dudaev, il presidente nazionalista della repubblica cecena, dichiarò l'indipendenza della nazione dalla Russia nel 1991. Nella sua campagna elettorale presidenziale del 1990 Boris Eltsin aveva promesso di riconoscere le richieste di autonomia amministrativa e fiscale dei governi federati, spesso disegnati su base etnica in epoca sovietica e il 31 marzo 1992 la Duma (presieduta da Ruslan Khasbulatov, un ceceno) approvò una legge in tal senso, in base alla quale Eltsin e Khasbulatov firmarono il Trattato della Federazione (Russa), che definiva la divisione dei poteri fra i due livelli di governo, con 86 degli 88 territori interessati. Il Tatarstan firmò nella primavera del 1994, mentre nel caso della Cecenia, che rifiutava di ritirare la dichiarazione di indipendenza, nessuna delle due parti tentò seriamente di trattare.
Nel 1994 il presidente russo Boris Eltsin inviò 40.000 soldati nella repubblica per impedirne la secessione dando avvio alla prima guerra cecena. La Russia si è trovata presto in una situazione difficile, paragonabile a quella già sperimentata in Afghanistan. Le truppe russe, mal equipaggiate e poco motivate, subirono sconfitte anche notevoli ad opera dei ribelli ceceni. I russi riuscirono a prendere il controllo di Groznyj, la capitale, solo nel febbraio del 1995, e a uccidere Dudaev il 21 aprile 1996 tirando intenzionalmente un missile sul luogo in cui si trovava con una operazione gestita dalla intelligence militare centrale.
A fine agosto 1996 Eltsin si accordò con i leader ceceni per un cessate il fuoco a Chasavjurt, in Daghestan, che portò nel 1997 alla firma di un trattato di pace. Alla fine della prima guerra russo-cecena (1991-96) venne eletto come primo Presidente della Cecenia Aslan Maskhadov, il comandante delle forze ribelli che firmò con il generale Aleksandr Lebed la tregua con le forze armate russe. Aslan Maskhadov è stato eletto con un mandato quadriennale in un'elezione tenuta sotto monitoraggio internazionale nel gennaio 1997, quando i separatisti rappresentavano una forza maggioritaria. Tuttavia una grave crisi economica, le continue azioni terroristiche di Shamil Basayev e la perdurante presenza di signori della guerra, che in varie zone sostituivano completamente l'autorità governativa, ridimensionarono fortemente la figura del comandante Maskhadov.
La seconda guerra cecena (1999-2006)
Il conflitto tornò a divampare nel 1999, annullando di fatto il trattato esistente, dando inizio alla seconda guerra cecena. Nell'agosto 1999, Shamil Basayev decideva di allargare lo spettro del conflitto al vicino Daghestan. A nulla sono serviti i tentativi di Aslan Maskhadov di ridurlo a più miti consigli. Più tardi Basayev fu autore del sequestro del Teatro Dubrovka nel 2002 e della Strage di Beslan nel 2004. Le truppe russe invasero la Cecenia nell'ottobre 1999, radendo al suolo la capitale Groznyj.
Nel 2001, Maskhadov promulgò un decreto che ne prorogava la carica per un altro anno. Non gli fu tuttavia possibile partecipare alle elezioni presidenziali del 2003, dato che i partiti separatisti furono posti fuori legge e che su di lui pendeva l'accusa di far parte di forze separatiste: Maskhadov fu costretto a ritirarsi sulle montagne.
Dopo l'uccisione di Aslan Maskhadov ad opera dei servizi russi (avvenuta il 9 marzo 2005), il nuovo capo dei separatisti divenne Abdul Halim Sadulayev, esponente di quella "nuova guardia" stanca dei silenzi dell'Occidente e che non esitò nel settembre del 2005 a destituire i vecchi ministri del defunto Maskhadov, sostituendoli con personaggi più estremisti come Shamil Basayev.
Il 17 giugno 2006 le truppe speciali russe hanno ucciso Sadulayev e il 9 luglio 2006 Shamil Basayev, l'uomo più ricercato in Russia, leader della guerriglia cecena, nel corso di un'operazione delle forze speciali russe, è stato ucciso insieme ad altri guerriglieri che si trovavano con lui in Inguscezia.
La maggior parte della Cecenia è attualmente sotto il controllo dei militari federali russi. Dopo il massacro di Beslan, la causa indipendentista Cecena non ha più riscosso grande interesse presso i media italiani, e meno ancora a partire dal 2007, anno al quale risale l'ultimo atto rivendicato dal movimento indipendentista.
Politica
La Cecenia è ufficialmente una Repubblica federata alla Federazione Russa, la cui Costituzione regionale è entrata in vigore il 2 aprile 2003, dopo un referendum tenutosi il 23 marzo 2003. Il referendum è stato però bollato come "farsa" da molte ONG, come anche larga parte delle tornate elettorali tenutesi in Cecenia dal 1999 in poi.
Sin dal 1990 la repubblica cecena è stata al centro di conflitti legali, militari e civili riguardanti la sua indipendenza. L'attuale governo recepisce la maggior parte delle leggi della precedente Repubblica socialista sovietica, della successiva Repubblica cecena e della Federazione Russa. Questo compromesso viene visto da alcuni come troppo pro-federale. A dispetto dell'opinione corrente, la maggior parte dei cittadini ceceni vede la propria Repubblica come parte della Federazione Russa (oltre il 70% anche secondo sondaggi di fonte indipendente e anti-russa)[senza fonte].
Il 5 ottobre 2003 Akhmad Kadyrov, uno dei primi leader della guerra separatista - visto oggi dai separatisti come un traditore - è stato eletto Presidente della Repubblica con l'83% dei consensi. L'OSCE ha tuttavia segnalato brogli elettorali e atti di intimidazione da parte dei soldati russi, nonché l'esclusione delle liste separatiste dalla contesa elettorale. A capo del Consiglio di Sicurezza ceceno è salito Rudnik Dudaev, mentre Anatolij Popov è diventato Primo Ministro.
Il 9 maggio 2004, Kadyrov è stato ucciso in uno stadio di Groznyj con una mina posta nella tribuna d'onore fatta esplodere durante una parata a commemorazione della vittoria sovietica della seconda guerra mondiale. Sergei Abramov ne ha assunto le funzioni ad interim dopo l'attentato.
Il 29 agosto 2004 si è tenuta una nuova elezione presidenziale. Stando alla commissione elettorale cecena, Alu Alkhanov, ex ministro dell'interno, ha ricevuto il 74% dei consensi. L'affluenza alle urne è stata dell'85,2%. Alcuni osservatori, quali il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti e la Federazione Internazionale dei Diritti Umani di Helsinki, nonché i partiti di opposizione hanno contestato l'elezione citando, tra le altre cause, anche la mancata accettazione della candidatura del principale oppositore Malik Sadulayev dovuta a vizi di forma.
Anche la conduzione dell'elezione è stata contestata, senza tuttavia l'apertura di contestazioni formali. Le elezioni sono state sorvegliate nel loro svolgimento dalla Comunità di Stati Indipendenti e dalla Lega Araba. Gli osservatori occidentali, benché invitati, non hanno partecipato all'osservazione.
Il 4 marzo 2006 il primo ministro Sergei Abramov muore in un incidente stradale a Mosca. Viene sostituito dal vice-primo ministro Ramzan Kadyrov.
Attualmente il presidente della Cecenia è Ramzan Kadyrov figlio di Ahmad Kadyrov. Il suo governo di fatto è una dittatura: in Cecenia non sono garantiti i più elementari diritti civili e nella città sono in corso forti ricostruzioni che le danno un aspetto di apparente normalità[1]. Kadyrov, oltre ad esser stato accusato di aver compiuto per mezzo del suo esercito privato assassinii, stupri, rapimenti e casi di tortura, fu inoltre accusato di aver ordinato l'assassinio di Ruslan Yamadayev, un imprenditore, politico e leader militare pluridecorato ceceno, membro del Duma di Stato della Federazione Russa, considerato l'unica figura sufficientemente autorevole a contrastare il suo potere, avvenuto nel 2008 a Mosca, vicino al Cremlino della capitale[2], ucciso con 10 colpi di arma da fuoco[3]. Kadyrov negò le accuse fatte sul suo conto[4] e suggerì che il suo assassinio fosse stato causato da una faida in cui era coinvolto il clan Yamadayev[5]. Anche il fratello di Ruslan, Sulim Yamadayev, accusò Kadyrov dell'assassinio e promise di vendicare la morte del fratello[6], ma il 29 marzo del 2009 Sulim venne assassinato anche lui, a Dubai.
Demografia
Gruppi etnici
(nel territorio della moderna Cecenia)[7]Template:Verify credibility
Gruppo etnico |
Censimento 1926 | Censimento 1939 | Censimento 1959 | Censimento 1970 | Censimento 1979 | Censimento 1989 | Censimento 2002 | Censimento 20101 | ||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Numero | % | Numero | % | Numero | % | Numero | % | Numero | % | Numero | % | Numero | % | Numero | % | |
Ceceni | 293.298 | 67.3% | 360.889 | 58.0% | 238.331 | 39.7% | 499.962 | 54.7% | 602.223 | 60.1% | 715.306 | 66.0% | 1.031.647 | 93.5% | 1.206.551 | 95.3% |
Russi | 103.271 | 23.5% | 213.354 | 34.3% | 296.794 | 49.4% | 327.701 | 35.8% | 307.079 | 30.6% | 269.130 | 24.8% | 40.645 | 3.7% | 24.382 | 1.9% |
Comicchi | 2.217 | 0.5% | 3.575 | 0,6% | 6.865 | 0.8% | 7.808 | 0.8% | 9.591 | 0.9% | 8.883 | 0.8% | 12.221 | 1.0% | ||
Avari | 830 | 0.2% | 2.906 | 0.5% | 4.196 | 0.5% | 4.793 | 0.5% | 6.035 | 0.6% | 4.133 | 0.4% | 4.864 | 0.4% | ||
Nogai | 162 | 0.0% | 1.302 | 0.2% | 5.503 | 0.6% | 6.079 | 0.6% | 6.885 | 0.6% | 3.572 | 0.3% | 3.444 | 0.3% | ||
Ingushi | 798 | 0.2% | 4.338 | 0.7% | 3.639 | 0.6% | 14.543 | 1.6% | 20,855 | 2.1% | 25.136 | 2.3% | 2,914 | 0.3% | 1,296 | 0.1% |
Ucraini | 11.474 | 2.6% | 8,614 | 1.4% | 11.947 | 2.0% | 11,608 | 1.3% | 11.334 | 1.1% | 11.884 | 1.1% | 829 | 0.1% | 13.716 | 1.1% |
Armeni | 5.978 | 1.4% | 8.396 | 1.3% | 12.136 | 2.0% | 13.948 | 1.5% | 14.438 | 1.4% | 14.666 | 1.4% | 424 | 0.0% | ||
Altri | 18,840 | 4.13% | 18,646 | 3.0% | 37,550 | 6.3% | 30,057 | 3.3% | 27,621 | 2.8% | 25,800 | 2.4% | 10,639 | 1.0% | ||
1 2,515 people were registered from administrative databases, and could not declare an ethnicity. It is estimated that the proportion of ethnicities in this group is the same as that of the declared group..[8] |
Divisioni amministrative
Distretti
La Repubblica di Cecenia è divisa nei seguenti rajony
- Naurskij rajon (Наурский)
- Shelkovskoj rajon (Шелковской)
- Nadterečnyj rajon (Надтеречный)
- Groznenskij rajon (Грозненский)
- Gudermesskij rajon (Гудермесский)
- Sunženskij (Сунженский)
- Ačkhoj-Martanovskij rajon (Ачхой-Мартановский)
- Urus-Martanovskij rajon (Урус-Мартановский)
- Šalinskij rajon (Шалинский)
- Kurčaloevskij rajon (Курчалоевский)
- Itum-Kalinskij rajon (Итум-Калинский)
- Šatojskij rajon (Шатойский)
- Vedenskij rajon (Веденский)
- Nožaj-Jurtovskij rajon (Ножай-Юртовский)
- Šarojskij rajon (Шаройский)
Principali centri urbani
Geografia
- Popolazione: 1,3 milioni di abitanti
- Area: 19,300 km²
- Confini:
- Interni alla Russia:
- Internazionali:
'''Fiumi:'''
Economia
Nel 2003
Durante gli anni della guerra l'economia cecena è collassata. Il prodotto interno lordo, se fosse attendibilmente misurabile, risulterebbe essere una frazione di ciò che era prima delle guerre. I problemi dell'economia cecena hanno anche impatto sull'economia federale russa - molti crimini finanziari negli anni novanta sono stati commessi da (o con la copertura di) organizzazioni finanziarie cecene. La Cecenia è all'interno della Federazione Russa la regione in cui si registrano i maggiori movimenti di capitali da dollari a rubli. Consistente è il giro di dollari USA falsi. I separatisti hanno previsto l'introduzione di una valuta locale, il Nahar, ma l'esercito federale russo finora l'ha impedita.
Tra gli effetti della guerra rientra la distruzione di circa l'80% del potenziale economico della Cecenia. L'unico settore industriale che è stato finora ricostruito è l'industria petrolifera. Nel 2003 la produzione locale è stata stimata in circa 1,5 milioni di tonnellate (circa 30.000 barili al giorno) contro la produzione massima degli anni ottanta di circa 4 milioni di tonnellate. La produzione del 2004 rappresenta circa lo 0,6% della produzione totale russa.
Il tasso di disoccupazione è al 76%. Nonostante qualche miglioramento, baratto ed espedienti sono praticati da gran parte della popolazione. Secondo il governo federale russo, sono stati spesi dal 2000 ad oggi oltre 2 miliardi di dollari per la ricostruzione dell'economia cecena. Tuttavia, secondo l'equivalente russo della Corte dei Conti (Sčotnaja Palata) non più di 350 milioni di dollari sono stati spesi come pianificato.
Popolazione
La maggior parte dei ceceni è di religione musulmana sunnita; la regione vi fu convertita tra il XVI secolo ed il XVIII secolo.
Alla fine dell'era sovietica i russi rappresentavano il 23% circa della popolazione (269.000 nel 1989), tuttavia la guerra ed i conflitti sociali hanno spinto molti russi a lasciare il paese. Alla fine degli anni novanta ne rimanevano nel paese circa 60.000.
Le lingue usate nella repubblica sono la lingua cecena e la lingua russa. La lingua cecena appartiene alla famiglia linguistica Vaynakh, o del Caucaso centro-settentrionale, che include anche le lingue inguscia e batsb. Alcuni ricercatori collocano questa famiglia linguistica in una super-famiglia ibero-caucasica.
La Cecenia ha una tra le popolazioni più giovani della Federazione Russa, la cui popolazione sta generalmente invecchiando. Nei primi anni '90 era una tra le poche regioni la cui popolazione cresceva in modo naturale.
- '''Popolazione: 1.103.686 abitanti (2002)'''
- ''Urbana: 373.177 (42.5%)''
- ''Rurale: 730.509 (57.5%)''
- ''Maschi: 532.724 (48.3%)''
- ''Femmine: 570.962 (51.7%)''
- '''Età media: 22,7 anni'''
- ''Urbana: 22,8 anni''
- ''Rurale: 22,7 anni''
- ''Maschile: 21,6 anni''
- ''Femminile: 23.9 anni''
- '''Numero di nuclei familiari: 195.304 (1.069.600 persone)'''
- ''Urbano: 65.741 (365,577 persone)''
- ''Rurale: 129.563 (704,023 persone)''
Diritti umani
Nel 2006 la Human Rights Watch riportò che le forze cecene sotto il comando di Mosca, in effetti, of chapter of republic Ramzan Kadyrov, come il personale delle forze di polizia, hanno usato la tortura per ottenere informazioni sulle forze separatiste. "Se voi siete detenuti in Cecenia, voi correte un reale e immediato rischio di tortura. E ci sono poche possibilità che il tuo torturatore possa essere ritenuto il responsabile", said Holly Cartner, Direttore per l'Europa e la Divisione Centrale dell'Asia di HRW.[9]
I gruppi per i diritti umani hanno criticato lo svolgimento delle elezioni parlamentari nel 2005 in quanto influenzata dal governo centrale russo e dai militari.[10]
La Internal Displacement Monitoring Centre riportò che dopo che centinaia di migliaia di persone abbandonarono le loro case in seguito al conflitto inter-etnico e separatista in Cecenia, nel 1994 e nel 1999, con più di 150.000 che sono sfollate nella Russia odierna.[11]
Note
- ^ Grattacieli e ristoranti di lusso Cecenia, la dittatura tirata a lucido - Corriere della Sera
- ^ Yamadaev Killed After Important Meeting in Kremlin - Kommersant Moscow
- ^ Tensions In Chechnya Boil Over | The St. Petersburg Times | The leading English-language newspaper in St. Petersburg
- ^ Chechen president denies link to former Russian MP's assassination | World news | guardian.co.uk
- ^ Kadyrov Says Killing Tied to Blood Feud | News | The Moscow Times
- ^ World Briefing - Europe - Russia - Chechen Vows to Avenge Killing - Brief - NYTimes.com
- ^ НАСЕЛЕНИЕ ЧЕЧНИ, su ethno-kavkaz.narod.ru. URL consultato il 19 aprile 2013.
- ^ Перепись-2010: русских становится больше, su perepis-2010.ru, 19 dicembre 2011. URL consultato il 19 aprile 2013.
- ^ Human Rights Watch:Chechnya: Research Shows Widespread and Systematic Use of Torture
- ^ Chechnya Holds Parliamentary Vote, Morning Edition, NPR, November 28, 2005.
- ^ Government efforts help only some IDPs rebuild their lives, IDMC, August 13, 2007
Bibliografia
''in italiano''
- Carlo Gubitosa. Viaggio in Cecenia. La guerra sporca della Russia e la tragedia di un popolo. Nuova Iniziativa Editoriale, 2003.
- Jacques Allaman. CECENIA- Ovvero l'irresistibile ascesa di Vladimir Putin. Fazi Editore, 2003.
- Anna Politkovskaya. Cecenia, il disonore russo. Fandango 2003
- Anna Politkovskaya. Un piccolo angolo d'inferno Rizzoli 2008
- Alexandre Dumas. La guerra santa. Viaggio tra i ribelli ceceni.Traduzione di Antonio Coltellaro, Rubbettino 2002
- Milana Terloeva. Ho danzato sulle rovine. Corbaccio 2008
- Massimo Ceresa. Dania e la neve. Infinito, 2009.
- Wojciech Jagielski. Le torri di pietra: storie dalla Cecenia. Bruno Mondadori, 2007.
- Nicolai Lilin. Caduta Libera. Einaudi, 2010.
''in inglese''
- Olga Oliker. Russia's Chechen Wars 1994 - 2000: Lessons from Urban Combat'. ISBN 0-8330-2998-3.
- Un'analisi strategica e tattica delle guerre cecene (Estratti significativi dell'opera disponibili gratuitamente )
Voci correlate
Altri progetti
- Wikiquote contiene citazioni di o su Cecenia
- Wikinotizie contiene notizie di attualità su Cecenia
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Cecenia
- Wikivoyage contiene informazioni turistiche su Cecenia
Collegamenti esterni
''in inglese, dove non altrimenti specificato''
- (IT) - Cecenia: la guerra degli altri
- (IT) AssociazioneAglietta.it - Associazione Radicale Aglietta di Torino
- (IT) Speciale Cecenia a cura dell'Associazione Radicale Aglietta di Torino (AssociazioneAglietta.it)
- Appello del Partito Radicale Nonviolento per un'amministrazione provvisoria Onu in Cecenia (RadicalParty.org)
- (IT) CeceniaSos - blog sul conflitto in Cecenia
- (IT) l'ultima lettera di Mašhkadov a Solana
- (IT) articoli sulla Cecenia tradotti dalla stampa internazionale
- (IT) Osservatorio sul Caucaso
- (IT) Mondo in Cammino - azioni di riconciliazione in Cecenia e nel Caucaso post sovietico
- (IT) Progetto Kavkas - Il conflitto Russo-Ceceno
- ''in ceceno [1]''
- (RU) Sito ufficiale del governo ceceno pro-russo
- (RU) Sito ufficiale bilingue della ChRI news media
- (RU) Daimokh
- Ministero degli esteri della ChRI (l'autoproclamato governo indipendentista)
- Il trattato di pace russo-ceceno del 12 maggio 1997
- Russia Links Arab Millitants to Bombing in Chechnya by Michael Wines. The New York Times, December 28, 2002
- La pagina di CBC News
- Beslan: Di chi è la colpa?
- Il rapporto PACE sulla situazione politica in Cecenia (17 settembre 2004)
- Il rapporto PACE sulla situazione dei diritti umani in Cecenia (20 settembre 2004)
- WashingtonPost (16 settembre 2004): Is there no solution to the nine-year-old Chechen bloodbath?
- Sondaggi sulla Cecenia (2003) (ulteriori informazioni nella versione russa del sito)