Carthamus tinctorius
Carthamus tinctorius L., noto con i nomi comuni di cartamo o zafferanone, è una pianta appartenente alla famiglia delle Asteraceae.
Cresce spontanea in Oriente e anche lungo la riviera francese[senza fonte]. Viene coltivato in molti luoghi caldi per estrarre dai fiori la cartamina, un colorante per cibi dall'aroma e dal sapore che ricorda un po' quello dello zafferano.

Descrizione
Il cartamo è una specie annuale, che giunge ad una altezza di 1-1,4 m; caratteristica per la spinosità delle foglie superiori e delle brattee fiorali.
La radice è tipicamente fittonante, molto profonda (1-1,5 m).
Ogni ramificazione termina con una infiorescenza a capolino che porta fino a 100 fiori, tutti tubulosi, circondati da brattee spinose. I fiori sono gialli, giallo-rossastri o anche bianchi.
A fecondazione avvenuta (prevalentemente autogama) gli ovari dei fiori evolvono in acheni di colore bianco brillante che a maturità hanno un contenuto di acqua del 9%-10% ed uno di olio del 38%-40%.
Coltivazione
La semina nell'Italia peninsulare può essere fatta in autunno purché le temperature non scendano sotto i -7 °C, che segna la soglia di sopravvivenza delle piantine allo stato di rosetta.
La semina autunnale è preferibile in quanto, anche se molto resistente all'aridità, fa sfuggire la coltura alla siccità estiva. La semina si fa a righe distanti da 0,30 a 0,45 m con quantità dell'ordine di 25 kg ad ettaro per assicurare 50 piante a metro quadrato.
Il diserbo può essere fatto con Metribuzin o Propyzamide, in pre-emergenza oppure con Alossidim-sodio in post-emergenza.
La concimazione è sufficiente farla con 60–70 kg ad ettaro di fosforo e 100–120 kg ad ettaro di azoto da dare tutto in copertura.
La raccolta si fa a luglio-agosto, alcune settimane più tardi del frumento, quando le piante sono disseccate fin quasi al piede e la granella non ha più del 10% di acqua. Si attua con mietitrebbiatrice.
Le rese conseguibili, nelle regioni siccitose dove il cartamo potrebbe trovare impiego, sono di 1,5-2 t all'ettaro.
Usi
- Attualmente il cartamo ha importanza soprattutto come pianta oleifera; il suo interesse per l'Italia è solo potenziale. L'olio di cartamo è un olio che si estrae dai semi. I semi contengono il 60% in olio. L'olio contiene il 75% di acido omega 6 (acido linoleico) e vitamina K. L'olio di cartamo viene utilizzato per produrre margarine speciali vitaminizzate. È indicato come rigenerativo della pelle.
- L'utilizzo in pittura è piuttosto recente: si utilizza l'olio estratto dalla pianta per far essiccare lentamente i colori. Un vantaggio è che ammorbidisce e fluidifica i colori, per contro, un difetto, è che l'olio di cartamo viene raccomandato per colori bianchi e colori molto tenui o tonalità pastello.
- In cucina la polvere di cartamo può sostituire lo zafferano, ma il suo sapore è piuttosto lieve, mentre il colore è intenso. L'impiego come coagulante è in atto soltanto a livello industriale. Volendo preparare l'infuso, bisogna mettere a bagno 2 g di cartamo in una tazza di acqua bollente, filtrare e bere con l'aggiunta di miele. Questa spezia ha il potere di far coagulare il latte e rendere consistenti creme e budini.
- Come colorante viene usato nella fabbricazione di belletti e rossetti.
- La tradizione popolare le associa le proprietà di prolungare vigore fisico, agilità mentale e attività sessuale.
- Nel Medioevo, alle persone non più giovani, si somministrava ogni giorno un infuso di cartamo e la stessa usanza è ancora in auge in India e in Africa.
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