Francesco Giuseppe I d'Austria

imperatore d'Austria e re d'Ungheria (r. 1848-1916)

Francesco Giuseppe I d'Austria, in tedesco: Franz Joseph I von Österreich, in ungherese: I. Ferenc József, in ceco: František Josef I, in slovacco: František Jozef I, in polacco Franciszek Józef I, in croato Franjo Josip I, in sloveno: Franc Jožef I, in serbo: Фрањо Јосиф I, in rumeno: Francisc Iosif I, in friulano: Francesc Josef, in ucraino: Франц Йосиф I, (Castello di Schönbrunn, 18 agosto 1830Castello di Schönbrunn, 21 novembre 1916), fu Imperatore d'Austria (1848-1916) e Re d'Ungheria (1867-1916). Regnò sul neo riformato Impero Austro-Ungarico dal 1867 e sul Regno Lombardo Veneto fino al 1866. Apparteneva alla casa d'Asburgo-Lorena.

Francesco Giuseppe I
Francesco Giuseppe I d'Austria
Imperatore d'Austria-Ungheria
In carica2 dicembre 1848 - 21 novembre 1916
PredecessoreFerdinando I
SuccessoreCarlo I
Nome completoFrancesco Giuseppe d'Asburgo-Lorena
Altri titoliRe Apostolico d'Ungheria
Re di Croazia e Boemia
Re del Regno Lombardo-Veneto
Arciduca d'Austria
Gran Principe di Transilvania
Conte di Gorizia e di Gradisca
Signore di Trieste, Duca di Salisburgo
NascitaCastello di Schönbrunn, Vienna, 18 agosto 1830
MorteCastello di Schönbrunn, Vienna, 21 novembre 1916 (86 anni)
Luogo di sepolturaCripta Imperiale, Vienna
Casa realeAsburgo-Lorena
PadreFrancesco Carlo d'Asburgo-Lorena
MadreSofia di Wittelsbach
ConsorteElisabetta di Baviera
FigliSofia
Gisella
Rodolfo
Maria Valeria
ReligioneCattolica
Firma

Per la sua durata, il regno di Francesco Giuseppe è al 16º posto nella classifica dei regni più lunghi della Storia e forse fu il più lungo regno di un regnante effettivo (Luigi XIV fu re per settantadue anni, ma la reggenza della madre e del cardinale Mazarino durò sedici anni).

Come capo di Casa Asburgo questa durata è però stata superata da Otto d'Asburgo-Lorena (nato nel 1912), eurodeputato al parlamento europeo, con 85 anni (dalla morte di Carlo I nel 1922 al 2007).

La Terra di Francesco Giuseppe, arcipelago nell'Artico appartenente alla Russia, è stata chiamata così in suo onore.

Biografia

I primi anni e la successione al trono

Francesco Giuseppe nacque nel Castello di Schönbrunn a Vienna, figlio maggiore dell'Arciduca Francesco Carlo d'Asburgo-Lorena (figlio minore dell'Imperatore Francesco I d'Austria), e di sua moglie Sofia di Wittelsbach, Principessa di Baviera.

 
Francesco Giuseppe in braccio alla madre Sofia di Wittelsbach.

Nel 1835 era salito al trono imperiale lo zio di Francesco Giuseppe, Ferdinando I, il quale però era malato di mente e non aveva avuto figli. Presagendo la successione, l'Arciduca Francesco Carlo (che era il primo in linea di successione dopo il fratello imperatore), rifiutò e la scelta di successione ricadde perciò su Francesco Giuseppe, allora giovane arciduca di appena 5 anni, che venne perciò cresciuto dalla madre con l'intento un giorno di farne l'erede al trono austriaco. Un peso che fin da piccolo Francesco Giuseppe dovette però accollarsi, fu il rispetto assoluto per la figura del nonno imperatore (Francesco II, der Gute Kaiser Franz, cioè "il buon imperatore Francesco", come veniva chiamato), che divenne un punto di riferimento in tutta la sua vita come ideale di monarca perfetto.

Alla giovane età di tredici anni, Francesco Giuseppe intraprese la carriera militare e venne nominato colonnello e fu da questo momento che iniziò ad indossare quella caratteristica uniforme grigio-verde che lo contraddistinguerà in molti dei suoi ritratti ufficiali e di vita quotidiana.

Francesco Giuseppe ebbe anche tre fratelli minori: Massimiliano (n. 1832), Carlo Ludovico (n. 1833), Ludovico Vittorio (n. 1842), e una sorella Maria Anna (1835-1839) che però morì all'età di soli quattro anni.

A seguito della rinuncia del Cancelliere Metternich al suo impegno governativo durante le rivoluzioni del 1848, il giovane Arciduca Francesco Giuseppe venne proposto per la successione allo zio, che era ormai in procinto di abdicare. Francesco Giuseppe venne in un primo momento nominato anche Governatore della Boemia a partire dal 6 aprile di quell'anno, ma non prese mai effettivamente possesso dell'incarico. Francesco Giuseppe, invece, si diresse sul fronte italiano, aiutando il Feldmaresciallo Radetzky nella sua campagna partita da Milano il 29 aprile di quell'anno, ricevendo il proprio "battesimo del fuoco" il 6 maggio 1848 nella Battaglia di Santa Lucia. Dal momento che Vienna era in tumulto, il giovane imperatore venne richiamato a Innsbruck, nel Tirolo, dove si era rifugiata la famiglia imperiale, e qui fece per la prima volta la conoscenza di sua cugina Elisabetta di Baviera (che poi diverrà sua moglie).

Dopo la vittoria conseguita sugli italiani a Custoza nel luglio del 1848, la corte tornò a Vienna e Francesco Giuseppe con essa. Vienna era però ancora in tumulto e così dopo poco tempo, la corte si trasferì ad Olomouc in Moravia. Sostenitore della figura dominante di Francesco Giuseppe al trono, fu il Feldmaresciallo Alfred von Windisch-Graetz, comandante militare della Boemia, il quale gli giurò fedeltà e forgiò il suo carattere militare.

Fu il 2 dicembre 1848, a Olomouc che, in seguito all'abdicazione dello zio Ferdinando ed alla rinuncia di suo padre, Francesco Giuseppe, fino ad allora chiamato semplicemente Franz, poté assurgere al trono imperiale austriaco adottando il nome di Francesco Giuseppe,[1] il primo in memoria del nonno ed il secondo in memoria dell'antenato Giuseppe II, uno dei massimi riformatori dell'Impero.[2]

L'assolutismo imperiale, 1848–1860

 
Francesco Giuseppe in un ritratto del 1851 ad opera di Johann Ranzi

Sotto la guida del nuovo primo ministro, il principe Felix Schwarzenberg, il giovane imperatore venne convinto ad intraprendere una strada cauta dopo la sua ascesa, concedendo allo Stato una costituzione nel 1849. Allo stesso tempo si rendevano necessarie delle campagne militari nei confronti degli ungheresi i quali si erano ribellati all'autorità centralista degli Asburgo in nome della loro antica indipendenza. Francesco Giuseppe dovette ben presto fronteggiare anche nuove battaglie in Italia, con re Carlo Alberto di Savoia che nel marzo del 1849 incominciò delle ostilità per accogliere il desiderio dei lombardi di essere annessi al Piemonte piuttosto che all'Austria. Ben presto, però, la sorte militare propense per Francesco Giuseppe e le sue giubbe bianche austriache, Carlo Alberto venne battuto in maniera decisiva da Radetzky nella Battaglia di Novara e forzato ad abdicare al suo trono. In Ungheria la situazione era più pericolosa e la sconfitta austriaca risultava più evidente. Francesco Giuseppe, sentendo la necessità di assicurare i suoi diritti su quel territorio, chiese aiuto alla Russia richiedendo l'intervento dello zar Nicola I di modo da "evitare che l'insurrezione ungherese si sviluppi in una calamità europea".[3] Le truppe russe entrarono in Ungheria in supporto degli austriaci e la rivoluzione venne soppressa col finire dell'estate del 1849. Con l'ordine ricostituito in tutto l'impero, Francesco Giuseppe ritirò le concessioni costituzionali da lui fatte e inaugurò una politica assolutista e centralista, guidata dal ministro degli interni Alexander Bach.

Gli anni successivi videro l'Austria riprendere le proprie posizioni sulla scena internazionale dopo il disastro del 1848-1849. Sotto la guida di Schwarzenberg, l'Austria fu in grado di arginare lo schema prussiano di creare una nuova Confederazione tedesca sotto la guida della Prussia stessa, dalla quale l'Austria sarebbe stata esclusa. Dopo la prematura morte di Schwarzenberg nel 1852, egli non poté essere sostituito con uno statista di eguale statura e l'Imperatore si trovò a tutti gli effetti a dover assumere personalmente l'incarico di primo ministro.

Il tentativo di assassinio e le sconfitte del risorgimento italiano

 
Il tentativo di assassinio di Francesco Giuseppe (1853)

Il 18 febbraio 1853, mentre stava passeggiando con il conte Maximilian Karl Lamoral O'Donnell, Francesco Giuseppe fu aggredito dal nazionalista ungherese János Libényi che intendeva così vendicare le centinaia di martiri della rivolta magiara, impiccati nella città di Arad, nel settembre 1849. Profittando della disattenzione della scorta, il ventiduenne János Libényi tentò di pugnalare l'imperatore alla gola, ma la lama rimase incastrata in una fibbia di metallo che ornava il colletto della divisa, procurando solo lievi escoriazioni. Libényi venne immediatamente bloccato dai presenti e, dopo un rapido processo, fu impiccato nella prigione di Simmeringer, lo stesso febbraio.[4]

Sul luogo dell'attentato venne eretta una chiesa, quale ringraziamento per lo scampato pericolo. L'edificio, sito nei pressi dell'Università di Vienna, è conosciuto col nome di Votivkirche ("Chiesa votiva").

Nel 1854, approssimatosi il tempo delle sue nozze, per Francesco Giuseppe si prospettava una scelta fra le migliori principesse delle alte corti europee: per lui erano stati proposti nomi come Elisabetta Francesca d'Asburgo-Lorena, Anna di Prussia o Sidonia di Sassonia.

 
Un giovane Francesco Giuseppe in un ritratto del 1853.

Queste opportunità, effettivamente, avevano più che altro un carattere prettamente politico e come tale erano state suggerite dalla madre Sofia. L'Arciduchessa, vedendo l'essere sempre più restio dell'Imperatore al matrimonio, optò per una cugina prima di Francesco Giuseppe, Elena di Baviera, figlia maggiore di sua sorella e del duca Massimiliano in Baviera. Ma il carattere imprevedibile e l'amore irrefrenabile di Francesco Giuseppe fecero ricadere, contro ogni previsione, la scelta sulla sorella sedicenne di Elena, Elisabetta (meglio conosciuta come Sissi[5]). I due si sposarono il 24 aprile 1854 nella chiesa degli agostiniani di Vienna e da quel momento Elisabetta si dimostrò sempre una figura importante nelle scelte di Francesco Giuseppe, soprattutto nel mutato atteggiamento verso l'Ungheria.

Dal 1848 al 1866 la politica di Francesco Giuseppe era volta soprattutto verso l'occidente, al mantenimento dei possedimenti italiani, alla supremazia sui frammentati stati tedeschi. Dopo la morte di Schwarzenberg, però, la politica austriaca diventò sempre più centralizzata e repressiva (processi di Mantova, repressione dei moti del 6 febbraio 1853 a Milano) e furono fatti errori strategici vitali. Il mancato intervento nella Guerra di Crimea isolò l'Austria in Europa, e soprattutto permise al Regno di Sardegna di Vittorio Emanuele II di Savoia[6] di aumentare la sua influenza con Francia e Inghilterra. Grazie alla cessione di Nizza e della Savoia e forse anche all'aiuto dato in Crimea, il Regno di Sardegna ottenne a sua volta l'aiuto della Francia di Napoleone III, nel 1859, per attuare la seconda guerra di indipendenza. In quella occasione, non soddisfatto dalla direzione strategica del feldmaresciallo Ferencz Gyulai, Francesco Giuseppe decise di rimuoverlo dall'incarico e di assumere personalmente il comando dell'esercito austriaco in Italia. Il risultato fu disastroso e, dopo la sanguinosa battaglia di Solferino e San Martino, si vide costretto a firmare l'Armistizio di Villafranca che sanciva la cessione della Lombardia al Regno di Sardegna, ma riuscì a mantenere sotto il controllo dell'impero asburgico il Veneto nonostante le pressioni diplomatiche dei Savoia, i quali furono costretti a ratificare il trattato poiché l'imperatore francese aveva fretta di concludere la guerra in modo da non attirare critiche verso la propria politica estera.

Il 1867 rappresentò poi per Francesco Giuseppe un'ulteriore messa alla prova del suo animo: suo fratello Massimiliano, eletto Imperatore del Messico nel 1863 su proposta dei monarchici locali, venne fucilato dai rivoluzionari del paese che stavano attuando una guerra d'indipendenza sempre più marcata per evitare governi di natura straniera.

Dal 1866 a Sarajevo

 
L'incoronazione di Francesco Giuseppe a re d'Ungheria nel 1867
 
Ritratto di Francesco Giuseppe nel 1865 eseguito da Franz Xaver Winterhalter.

Le sconfitte del 1866 indussero Francesco Giuseppe a occuparsi dei territori orientali del suo Stato e soprattutto del mai risolto problema dell'Ungheria. Nel 1867 sotto l'influsso dell'imperatrice e del conte Andrássy si arrivò ad un compromesso (Ausgleich) con l'Ungheria, che divideva l'impero in due territori: la Cisleitania e la Transleitania (rispettivamente "al di qua" e "al di là" del fiume Leita), che mantenevano in comune il monarca, il ministro degli esteri e il ministero della guerra. Da allora lo Stato retto dalla monarchia asburgica venne chiamato Austria-Ungheria.

Durante gli anni settanta del secolo l'Austria-Ungheria fu impegnata a livello internazionale in diverse alleanze quali il Dreikaiserbund (Alleanza dei tre imperatori) con l'Impero tedesco di Otto von Bismarck e l'Impero russo nel 1873; dalla Duplice alleanza con l'Impero tedesco nel 1879, divenuta nel 1882 Triplice alleanza con l'adesione del Regno d'Italia.

Nel 1878 all'Austria-Ungheria fu affidata l'amministrazione fiduciaria della Bosnia-Erzegovina, secondo quanto previsto dal Congresso di Berlino dello stesso anno. Questa amministrazione fiduciaria, come molti presagivano, divenne poi un'annessione, approvata con un atto unilaterale dell'Impero risalente al 1908. La decisione contribuì sostanzialmente all'allontanamento sempre più marcato della Russia, già in rotta di collisione con l'Impero Asburgico da anni, e dell'Italia, che seppur alleata non venne nemmeno informata della imminente annessione, particolare che fornirà al Regno d'Italia un appiglio diplomatico cui aggrapparsi nel denunciare la Triplice alleanza al momento dello scoppio della prima guerra mondiale.

Dal 1870 alla fine del secolo, si passò da riforme federalistiche (Hohenwart 1870, Taaffe 1879) a ritorni del centralismo assolutista. Nel 1907 si tornò di nuovo a una riforma federale, venne concesso il suffragio universale, ma probabilmente troppo tardi per sopire le rivalità interne che dilaniavano l'impero.[senza fonte]

Dal 1910 Francesco Giuseppe non usò più l'entrata alla reggia (Hofburg) di Michaelerplatz a causa del nuovo edificio (Looshaus) costruito dall'architetto Adolf Loos.

Gli ultimi anni: la prima guerra mondiale e morte

 
Vetrata nella Cattedrale di Linz: l'imperatore prega dinnanzi alla Madonna
Raro filmato d'epoca con l'imperatore Francesco Giuseppe, 1910 circa

Malgrado le difficoltà che l'Austria aveva dovuto superare verso la fine dell'Ottocento e gli atroci fatti di sangue quali la strage di centinaia di persone nella città di Arad in seguito alle rivolte magiare, la figura dell'Imperatore Francesco Giuseppe grazie al controllo sui mezzi di informazione dell'epoca venne fatta passare per immacolata e densa di un'aura patriarcale per attirare il rispetto e la fedeltà dei suoi sudditi.

Il matrimonio con Sissi, inoltre, divenne sempre più teso dal momento che ella non riuscì mai completamente ad adattarsi alla vita ed all'etichetta di corte; per giunta la loro figlia maggiore, Sofia, era morta ancora infante ed il loro unico figlio maschio, il principe ereditario Rodolfo d'Asburgo, morì suicida nel 1889 a Mayerling. La stessa Elisabetta venne poi uccisa nel 1898 dall'anarchico italiano Luigi Lucheni, e Francesco Giuseppe portò questo enorme peso per tutto il resto dei suoi giorni.

L'assassinio dell'erede al trono Francesco Ferdinando, avvenuto a Sarajevo per mano dell'irredentista bosniaco Gavrilo Princip che faceva parte della Mlada Bosna (Giovane Bosnia) il 28 giugno 1914, è considerato oggi l'evento scatenante della prima guerra mondiale, ma per Francesco Giuseppe rappresentò l'ennesimo evento luttuoso che lo colpì in quei duri anni.

In realtà la situazione europea dopo la morte di Bismarck si era evoluta verso la formazione di alleanze contrapposte, in seguito alla preoccupante aggressività della politica estera germanica. E l'Austria che si gettò a capofitto nell'aggressione alla Serbia era un'Austria che alle spalle poteva contare solo sull'appoggio tedesco, e che oltretutto non era capace di vedere quali sarebbero state le conseguenze di una guerra con la Serbia, che secondo lo Stato Maggiore asburgico avrebbe potuto essere limitata allo scenario balcanico.

 
Francesco Giuseppe sul letto di morte
 
La tomba di Francesco Giuseppe nella Kapuzinergruft di Vienna.

Con l'ultimatum umiliante, inviato a Belgrado, Vienna dette inizio a una serie di automatismi (mobilitazione generale russa, ultimatum tedesco alla Russia di sospendere la mobilitazione (rifiutato) e conseguente messa in atto tedesca del Piano Schlieffen con scoppio della guerra), che non si fermarono finché tutte le maggiori potenze europee non si ritrovarono in guerra. Francesco Giuseppe, ormai ottuagenario, era piuttosto restio a firmare l'atto di guerra alla Serbia, ma non ebbe scelta a causa delle forti pressioni dell'esercito e della diplomazia che sostenevano la necessità dell'intervento.
Il vecchio imperatore firmò, ammonendo i presenti con la celebre frase

«La guerra! Lor signori non sanno cos'è la guerra! Io lo so ... da Solferino.»

e lasciò la conduzione del conflitto ai militari, rifiutandosi di intervenire nelle decisioni delle strategie belliche.

Francesco Giuseppe morì al Castello di Schönbrunn la sera del 21 novembre 1916 a ottantasei anni, dopo sessantotto anni di regno. Dopo alcuni giorni, la salma venne traslata dal castello al palazzo della Hofburg dove il defunto imperatore venne imbalsamato secondo tradizione, ma, sfortunatamente, venne utilizzata, per l'occasione, una tecnica di nuova concezione che deformò il corpo che fu velocemente richiuso nella bara e non esposto al pubblico. I funerali si tennero il 30 novembre successivo con una processione lungo la Ringstrasse aperta da due palafrenieri con fiaccole, seguiti da uno squadrone di cavalleria e da una lunga fila di berline nere trainate da cavalli con i più alti funzionari dello Stato asburgico. Infine il carro funebre, drappeggiato di nero con la bara, trainato da otto cavalli neri. Di fianco al carro, a destra, cavalcava il gran maestro delle scuderie conte Pallfy e ai due lati vi erano ancora paggi con fiaccole ardenti e venti guardie. Dietro al carro funebre vi era un reparto di arcieri e uno della guardia ungherese a cavallo, poi una compagnia di fanteria e infine uno squadrone di cavalleria.[7]

Francesco Giuseppe venne succeduto alla guida dell'Impero dal pronipote Carlo I d'Austria e lo Stato gli sopravvisse altri 2 anni.

Politica

Politica interna

 
Frontespizio della Patente di febbraio, la costituzione concessa da Francesco Giuseppe nel 1861

A livello di politica interna, il primo atto del giovane Francesco Giuseppe al trono austriaco fu l'adozione della costituzione adottata nel marzo del 1849 dopo le tensioni rivoluzionarie dell'anno precedente. Malgrado tutto questa costituzione "imposta" non venne mai pienamente messa in pratica e rimase in gran parte una pura formalità sino al 31 dicembre 1851 quando col Brevetto di Capodanno venne definitivamente abolita. Le rivolte rivoluzionarie erano ormai sedate e Francesco Giuseppe poté a questo punto governare in maniera assolutista e centralizzata.

Furono però le sconfitte del 1859 nelle battaglie di Magenta e Solferino ad invocare nuove riforme costituzionali: l'imperatore, col Diploma di ottobre del 1860 e poi con i documenti del 1861, tornò sui suoi passi e ripristinò le condizioni costituzionali del 1849. Francesco Giuseppe proclamò con tale atto la Patente di febbraio, sottoscritta dal delegato liberale Anton von Schmerling, che fu di fatto una nuova costituzione per l'Impero.

La sconfitta dall'Austria nella Guerra austro-prussiana del 1866 portò ad ulteriori concessioni a favore dell'aristocrazia in cambio di una resistenza passiva nello scontro. Dopo difficili negoziati si giunse al compromesso per la fondazione dell'Impero austro-ungarico che proclamava la formale separazione tra le due entità dello Stato. Per tale scopo l'8 giugno 1867 Francesco Giuseppe venne incoronato a Budapest Re Apostolico d'Ungheria, proclamandone anche una costituzione separata da quella austriaca. La moglie Elisabetta aveva largamente influito su questa scelta, essendo ella una delle principali sostenitrici del fascino della cultura ungherese.

In quello stesso 1867 Francesco Giuseppe venne costretto suo malgrado a istituire il Reichsrat che fu il primo parlamento austriaco e che venne edificato sulla Ringstraße.

L'opposizione sommaria che però Francesco Giuseppe proponeva ad ogni sorta di costituzione o limitazione del proprio potere, fu in gran parte una delle cause che portarono all'aspirazione d'indipendenza da parte dei popoli dell'impero e che infine lo condusse al suo disfacimento.

Politica estera

 
Ritratto di Francesco Giuseppe a cavallo durante le guerre risorgimentali

Per la politica estera, Francesco Giuseppe I conobbe piccole vittorie e grandi sconfitte militari. Già all'epoca di regno di Francesco Giuseppe era ormai chiaro che l'Austria dovesse tendere ad espandersi verso est in quanto in occidente stavano creandosi forti stati che avrebbero impedito un ruolo forte dell'Impero Austriaco. La rottura con la Germania e l'esclusione dell'Imperatore dalla reggenza della Confederazione Tedesca, portarono quindi Francesco Giuseppe ad orientarsi ai territori dei Balcani che presentavano in molti casi culture completamente diverse da quella austriaca.

La prima problematica dell'espansione verso oriente era ovviamente l'incontro-scontro con la Russia, ma proprio nell'ambito della rivoluzione ungherese del 1848 si compirono i passi giusti verso la concordia, ovvero la Russia si offrì (anche per proprio interesse) di aiutare l'Austria a reprimere le rivolte in Ungheria. Fu lo stesso Impero russo però a rimanere deluso quando l'Austria si dichiarò neutrale nella Guerra di Crimea del 1854, giungendo poi a scontrarsi con essa per i medesimi interessi nei Balcani.

La Seconda guerra d'indipendenza italiana contro la Francia di Napoleone III ed il Regno di Piemonte-Sardegna dei Savoia, si dimostrò una totale sconfitta non solo per la mancata progettazione degli scontri ma anche per lo scarso sostegno ottenuto dalla popolazione locale che come in altri casi non si era opposta all'invasore, preferendolo all'ingerenza del governo austriaco. Nella guerra del 1866, l'Austria perse anche il Veneto a favore del neonato Regno d'Italia, grazie al supporto che la Prussia concesse all'Italia contro l'Impero austriaco col quale ella stessa era in lotta. L'Austria non mancò in questo caso di eccellere in alcuni scontri come la Battaglia di Lissa, episodio ad ogni modo considerato un "unicum" per la storia di quel periodo.

Dopo decenni di insuccessi, il Congresso di Berlino del 1878 fu per l'Austria-Ungheria una boccata d'ossigeno in quanto l'impero ricevette il mandato di occupare le due province ottomane della Bosnia e dell'Erzegovina, gestendole sul lato amministrativo. Formalmente, le due regioni si trovavano ad essere parte dell'Impero ottomano, ma de facto esse rappresentavano un pieno dominio austriaco ed una sempre maggiore espansione verso est.

 
Guglielmo II e Francesco Giuseppe in un dipinto d'epoca a simboleggiare la rinnovata alleanza tra i due imperi

Dopo il 1879, la monarchia asburgica iniziò una politica di ravvicinamento con il neonato Impero tedesco, sotterrando i conflitti passati ed accettando il nuovo status delle cose, rendendolo parte dell'alleanza che, dopo l'ingresso dell'Italia, divenne nota come Triplice alleanza.

Nel 1903 Francesco Giuseppe utilizzò per l'ultima volta il suo diritto di veto al conclave contro il cardinale Mariano Rampolla del Tindaro, impedendogli di essere prescelto al soglio pontificio. Tale motivazione era essenzialmente dettata dalle amicizie francofile del cardinale. Tale privilegio secolare, scarsamente utilizzato ma molto pericoloso se sfruttato accuratamente, venne abolito definitivamente dal nuovo pontefice eletto, il patriarca veneziano Giuseppe Melchiorre Sarto, papa Pio X.

Nel 1908 la Bosnia e l'Erzegovina vennero formalmente unite all'Impero e si aprì una crisi per l'annessione in quanto tale decisione non era stata prima ratificata dalle altre potenze europee.

I conflitti politici con interessi nei Balcani e gli automatismi della politica di alleanze applicata nel 1914, segnarono indelebilmente lo scoppio della Grande Guerra. Nell'ambito degli scontri, l'ottantaquattrenne imperatore Francesco Giuseppe così si espresse in una lettera datata 2 luglio 1914 ed indirizzata ai suoi capi militari: "la Serbia è il punto nodale della politica pan-slava e come tale essa deve essere eliminata come fattore di potere politico nei Balcani [...] Gli sforzi del mio governo devono essere indirizzati in futuro all'isolamento ed alla riduzione della Serbia a provincia". Fu Francesco Giuseppe in persona ad approvare l'ultimatum alla Serbia dopo l'uccisione dell'arciduca Francesco Ferdinando suo erede designato.

Il kaiser tedesco Guglielmo II aderì al progetto di Francesco Giuseppe mentre l'Italia si dichiarò neutrale in quanto letteralmente i concordati della Triplice alleanza prevedevano l'ingresso in guerra del Regno d'Italia in caso di attacco all'Austria-Ungheria. L'Italia, inoltre, aveva in gioco alcune rivendicazioni territoriali (Trentino, Trieste, Litorale) alla monarchia asburgica. Fu così che dal 1915 l'Italia entrò a far parte della Triplice intesa, ottenendo come premio per la vittoria contro i nemici i territori in pretesa.

Quando Francesco Giuseppe si spense nel 1916, la guerra non era ancora terminata. Quando nel 1917 nelle schiere dell'Intesa entrarono anche gli Stati Uniti e la Russia abbandonò a causa della rivoluzione interna, l'Impero austro-ungarico si dissolse nel 1918, ponendo fine alla prima guerra mondiale.

La cultura dell'epoca di Francesco Giuseppe

 
Francesco Giuseppe ad un ballo di corte

Uno dei più grandi successi dell'epoca di regno di Francesco Giuseppe può essere ancora oggi riscoperto nella cultura austriaca del suo tempo, un boom economico associato all'area del Danubio senza precedenti nella storia.

Dopo la demolizione delle mura medievali, la città di Vienna venne completamente riformata per ordine dell'Imperatore in persona il quale come prima azione creò la Ringstrasse, un grande anello stradale di congiunzione che ancora oggi esiste, testimonianza vivente di quell'epoca. Attorno a quest'area si svilupparono quartieri raffinati con edifici pubblici e case private in stile della seconda metà dell'Ottocento che affascinò molto Francesco Giuseppe nella sua concezione di homo faber della nuova capitale austriaca.

Per sua inclinazione personale, Francesco Giuseppe diffuse moltissimo il gusto dell'"Austria cattolica", promuovendo la costruzione ed il restauro di importanti edifici di culto nell'Impero.

Il carattere

 
Francesco Giuseppe in una fotografia del 1885

Francesco Giuseppe venne più volte equiparato al suo augusto antenato Carlo V, "un quilibrato in un'epoca di squilibrati" come lo definì Cesare Chiericati "Sul grande antenato egli aveva il vantaggio di notevole vigore fisico, ma non ne aveva la grande apertura mentale"[8].

Ancora giovane arciduca, Francesco Giuseppe era cresciuto prevalentemente con l'energica madre Sofia dalla quale apprese il vero modo di governare, pur non trascurando i suoi interessi principali. Francesco Giuseppe amava la caccia ed il ballo che praticava con regolarità, apprezzando nello specifico le musiche di Strauss ed i suoi valzer, che divennero un tratto distintivo del regno stesso dell'imperatore. Amava poco l'arte e la letteratura, leggendo pochissimo e riservando quindi poca considerazione ai letterati. La sobrietà dell'imperatore era leggendaria: il suo pranzo, spesso consumato sulla scrivania, consisteva il più delle volte in un solo piatto di carne e verdura unitamente ad un bicchiere di buona birra bavarese forte. A cena, nella stagione calda, si accontentava di una porzione di yogurt con qualche fetta di pane integrale. Alla sua tavola usava servizi modesti, riservando quelli preziosi per le grandi occasioni di corte.

Di vizi ne aveva pochi ed uno di questi era il fumo: da giovane i famosi Virginia, quelli con la paglietta dentro, preferiti da tutti gli ufficiali dell'impero. Più tardi, quando il medico glieli proibì, si dedicò a fumare sigari più leggeri. Parco ma non avaro, vestiva sempre la stessa divisa militare per stare più vicino al suo spirito spartano e attaccato all'esercito.

Gran signore, riceveva tutti ma non sopportava gli adulatori, come non poteva soffrire i chiacchieroni. E lui parlava poco, a voce bassa ma chiara, usando con la stessa disinvoltura il tedesco e le altre principali lingue europee.

Francesco Giuseppe fu uomo tradizionalista e sempre legato al passato. Di lui si sa che in tutta la sua vita non usò mai il telefono (che verso la fine del secolo era ormai diventato strumento indispensabile del lavoro delle cancellerie e degli uffici di governo), al punto da non tollerarne nemmeno il suono. All'Asburgo non piacevano nemmeno le automobili e rimase sempre fedele alle carrozze ed ai cavalli, salendo a bordo di un veicolo una volta sola, in presenza del re d'Inghilterra che era suo ospite. Francesco Giuseppe era avverso alla maggior parte delle tecnologie "moderne", vestendo sempre secondo le mode della sua adolescenza e non accettando mai di installare a corte un bagno con acqua calda corrente, dal momento che era legato al bagno in tinozza. Una sola eccezione era rappresentata nella sua vita dal telegrafo, invenzione di cui faceva larghissimo uso.

Francesco Giuseppe fu un marito sempre innamorato di sua moglie come riportano le cronache e lo fu per tutta la vita con quella costanza e tenera indulgenza non rare negli Asburgo, eppure dal 1883 egli iniziò a frequentare l'attrice Katharina Schratt, relazione che si mantenne sempre e solo sul piano dell'amicizia e che venne favorita dalla stessa imperatrice Elisabetta che iniziava a rendersi conto di come il marito avesse bisogno di distrazioni dalla sua vita così piena. Francesco Giuseppe ammirava di Katharina le grandi doti artistiche e vi trovava tutto quello che la moglie Elisabetta non poteva o non voleva dargli in quanto era semplice, allegra, molto comprensiva, brava e solida donna austriaca, che non dava problemi come piacevano all'imperatore, priva di quelle cupe complicazioni intellettuali e delle tempeste romantiche che rendevano poco riposante la compagnia della moglie; in compagnia di Katharina, conversando con lei, l'imperatore trovava un momento di calma e di riposo dal suo duro lavoro.

Valutazione storica

 
Francesco Giuseppe in una fotografia del 1914

Come molti personaggi del suo tempo, Francesco Giuseppe è ancora oggi una figura estremamente ambigua nella storiografia. Altalenante tra i compromessi della rivoluzione del 1848 e l'assolutismo che ne fece seguito assieme agli sviluppi sociali della seconda metà dell'Ottocento in Austria lo pongono ancora oggi come un personaggio dai tratti sfaccettati anche se la storiografia liberale, dopo i fatti del 1859, lo ha in gran parte condannato come tiranno. In particolare a Francesco Giuseppe fu avversa la storiografia italiana che tese a vedere nella reggenza del Regno Lombardo-Veneto un periodo di soprusi e violenze come mai prima, e nemmeno questa idea si placò negli storici quando l'Italia si unì in alleanza con l'Austria agli albori della Grande Guerra, fatto che imbarazzò moltissimo re Umberto I.

Come personalità, Francesco Giuseppe fu sempre dibattuto tra il rapido sviluppo economico e sociale dell'Europa occidentale e la sua concezione ereditaria di monarca per "grazia di Dio" nonché dai suoi doveri di sovrano nei confronti del suo popolo, un popolo estremamente diverso per lingua, cultura e nazionalità.

Vale la pena notare infine che Francesco Giuseppe portò avanti delle riforme in campo sociale che nessuno dei suoi predecessori aveva mai osato sottoscrivere come ad esempio nel 1906 il suffragio universale maschile contro la volontà dell'aristocrazia locale che voleva detenere il governo in mano propria (specialmente in Ungheria).

Ascendenza

Francesco Giuseppe I d'Austria Padre:
Francesco Carlo d'Asburgo-Lorena
Nonno paterno:
Francesco II d'Asburgo-Lorena
Bisnonno paterno:
Leopoldo II d'Asburgo-Lorena
Trisnonno paterno:
Francesco I di Lorena
Trisnonna paterna:
Maria Teresa d'Asburgo
Bisnonna paterna:
Maria Ludovica di Borbone-Spagna
Trisnonno paterno:
Carlo III di Spagna
Trisnonna paterna:
Maria Amalia di Sassonia
Nonna paterna:
Maria Teresa di Borbone-Napoli
Bisnonno paterno:
Ferdinando I delle Due Sicilie
Trisnonno paterno:
Carlo III di Spagna
Trisnonna paterna:
Maria Amalia di Sassonia
Bisnonna paterna:
Maria Carolina d'Asburgo-Lorena
Trisnonno paterno:
Francesco I di Lorena
Trisnonna paterna:
Maria Teresa d'Austria
Madre:
Sofia di Baviera
Nonno materno:
Massimiliano I di Baviera
Bisnonno materno:
Federico Michele di Zweibrücken-Birkenfeld
Trisnonno materno:
Cristiano III del Palatinato-Zweibrücken
Trisnonna materna:
Carolina di Nassau-Saarbrücken
Bisnonna materna:
Maria Francesca di Sulzbach
Trisnonno materno:
Giuseppe Carlo del Palatinato-Sulzbach
Trisnonna materna:
Elisabetta Augusta Sofia del Palatinato-Neuburg
Nonna materna:
Carolina di Baden
Bisnonno materno:
Carlo Luigi di Baden
Trisnonno materno:
Carlo Federico di Baden
Trisnonna materna:
Carolina Luisa d'Assia-Darmstadt
Bisnonna materna:
Amelia d'Assia-Darmstadt
Trisnonno materno:
Luigi IX d'Assia-Darmstadt
Trisnonna materna:
Carolina del Palatinato-Zweibrücken-Birkenfeld

Matrimonio e figli

 
Elisabetta Sissi di Wittelsbach, moglie e cugina di Francesco Giuseppe

Nel 1853 Francesco Giuseppe sposò la sua prima cugina, la principessa Elisabetta di Wittelsbach, figlia del duca Massimiliano Giuseppe in Baviera e della duchessa Ludovica di Baviera, sorella di sua madre Sofia. I due si erano conosciuti proprio nel 1853 nella residenza imperiale estiva di Bad Ischl dove la madre dell'imperatore, in cerca di moglie per il figlio, aveva radunato tutte le migliori principesse in età da marito, nella speranza di dargli in moglie Elena, sorella maggiore di Elisabetta. Contraddicendo il volere materno, la scelta di Francesco Giuseppe ricadde sulla quindicenne Sissi che divenne sua moglie il 24 aprile 1854 nella Augustinerkirche di Vienna.

La coppia ebbe i seguenti figli:

Nulla mi è stato risparmiato

«Nulla mi è stato risparmiato su questa terra»: così pare abbia detto Francesco Giuseppe quando gli venne annunziata la morte della moglie. Il fratello minore Massimiliano era stato nominato imperatore del Messico e venne fucilato dagli insorti a Santiago de Querétaro nel 1867; il figlio ed erede al trono Rodolfo morì tragicamente durante i cosiddetti fatti di Mayerling (1889), quasi sicuramente suicida e la prima figlia, Sofia, morì nel 1857, in Ungheria, a Budapest, in seguito ad una visita con i genitori e la sorella minore Gisella, anch'essa ammalata di polmonite. La moglie Elisabetta venne assassinata nel 1898 a Ginevra dall'anarchico italiano Luigi Lucheni e il nipote Francesco Ferdinando fu ucciso a Sarajevo nel 1914.

Onorificenze

 
Alcune delle decorazioni ricevute da Francesco Giuseppe, oggi esposte all'Heeresgeschichtliches Museum di Vienna.

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Il monogramma personale di Frascesco Giuseppe I.
 
Il monogramma personale di Francesco Giuseppe I, re d'Ungheria.

Onorificenze austriache

Onorificenze straniere

Nel 1903 Francesco Giuseppe ebbe la nomina a maresciallo di campo britannico (Field Marshal), titolo che gli venne ufficialmente revocato nel 1915 quando l'Impero austriaco entrò in guerra contro la Gran Bretagna.

Note

  1. ^ In Italia Francesco Giuseppe venne chiamato "Cecco Beppe", dall'unione delle forme familiari dei nomi Francesco-Cecco e Giuseppe-Beppe
  2. ^ La musica dell'inno dell'impero (scritta da Franz Joseph Haydn) è dal 1922 inno della Germania, mantenuto dalla repubblica di Weimar, dal terzo Reich, dalla Germania Ovest e dalla attuale Germania unificata.
  3. ^ Rothenburg, G. The Army of Francis Joseph. West Lafayette, Purdue University Press, 1976. p. 35.
  4. ^ La notizia dell'attentato all'imperatore giunse a Milano in giornata e, prima di sera, circolava la parodia di un verso manzoniano, tratto da Il Conte di Carmagnola:
    «Ahi sventura ! Sventura ! Sventura !

    Perché mai una fibbia si dura ?»

    Venutone a conoscenza, tramite l'amico Tommaso Grossi, Alessandro Manzoni smentì fermamente d'essere l'autore della satira. (da: Giuseppe Fumagalli, Chi l'ha detto?, Hoepli, Milano, 1934)

  5. ^ L'Imperatrice Elisabetta era detta "Sisi". La doppia s di "Sissi" appare solo a partire dai film di Ernst Marischka nel 1954
  6. ^ Francesco Giuseppe e Vittorio Emanuele II erano due volte secondi cugini. Essi avevano in comune quattro bisnonni: l'Imperatore Leopoldo II d'Austria, sua moglie Maria Luisa di Borbone, Infanta di Spagna, il re delle due Sicilie Ferdinando I di Borbone e sua moglie Maria Carolina d'Asburgo-Lorena.
  7. ^ N. Fugger, Gli splendori di un impero, ed. Mondadori
  8. ^ C. Chiericati "Gli Asburgo (II)" in "Le grandi famiglie d'Europa", ed. Mondadori, 1975
  9. ^ a b c Per aver dichiarato guerra al Regno Unito nell'ambito della Prima Guerra Mondiale

Cultura popolare

Cartoni animati

  • L'imperatore compare solo nell'episodio 75 della serie televisiva Tom & Jerry.

Bibliografia

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  • Bled, Jean-Paul. Franz Joseph. Oxford: Blackwell, 1992.
  • Cunliffe-Owen, Marguerite. Keystone of Empire: Francis Joseph of Austria. New York: Harper, 1903.
  • Gerö, András. Emperor Francis Joseph: King of the Hungarians. Boulder, Colo.: Social Science Monographs, 2001.
  • Palmer, Alan. Twilight of the Habsburgs: The Life and Times of Emperor Francis Joseph. New York: Weidenfeld & Nicolson, 1995.
  • Redlich, Joseph. Emperor Francis Joseph Of Austria. New York: Macmillan, 1929.
  • Van der Kiste, John. Emperor Francis Joseph: Life, Death and the Fall of the Habsburg Empire. Stroud, England: Sutton, 2005.
  • Anton Graf Bossi-Fedrigotti: Kaiser Franz Joseph I. und seine Zeit. Ringier, Zürich 1978, ISBN 3-85859-087-8.
  • Franz Herre: Kaiser Franz Joseph von Österreich. Sein Leben - seine Zeit. Kiepenheuer & Witsch, Köln 1992, ISBN 3-462-02197-4.
  • Jean-Paul Bled: Franz Joseph. Der letzte Monarch der alten Schule. Böhlau, Wien 1988, ISBN 3-205-05117-3.
  • Alan Palmer: Franz Joseph I. Kaiser von Österreich und König von Ungarn. List, München 1995, ISBN 3-471-78431-4.
  • Gabriele Praschl-Bichler (Hrsg.): Das Familienalbum von Kaiser Franz Joseph und Elisabeth. Ueberreuter, Wien 1995, ISBN 3-8000-3578-2.
  • Eberhard Straub: Drei letzte Kaiser. Siedler, Berlin 1998, ISBN 3-88680-565-4.
  • Christian Dickinger: Franz Joseph I. Die Entmythisierung. Ueberreuter, Wien 2002, ISBN 3-8000-3858-7.
  • Friedrich Weissensteiner: Die österreichischen Kaiser. Franz I., Ferdinand I., Franz Joseph I., Karl I.. Ueberreuter, Wien 2003, ISBN 3-8000-3913-3.
  • John van der Kiste: Franz Josef I. Kaiser von Österreich. Magnus-Verlag, Essen 2005, ISBN 3-88400-437-9.
  • Katrin Unterreiner: Kaiser Franz Joseph 1830-1916. Mythos und Wahrheit. Brandstätter, Wien 2006, ISBN 3-902510-43-9.
  • Martina Winkelhofer: Viribus unitis. Der Kaiser und sein Hof. Ein neues Franz Joseph Bild. Amalthea Signum, Wien 2008, ISBN 978-3-85002-650-5.

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