Template:Avvisounicode Kasherut (in ebraico כשרות, letteralmente adeguatezza) indica, nell'accezione comune, l'idoneità di un cibo ad essere consumato dal popolo ebraico, sono le regole alimentari della religione ebraica stabilite nella Torah, interpretate dall'esegesi nel Talmud e codificate nello Shulchan Aruk. Il cibo che risponde ai requisiti di kasherut è definito kosher (in ebraico כשר, letteralmente adatto). A causa della ricchezza delle leggi e della casistica corrispondente, per preparare un pasto kosher è necessaria una grande dimestichezza con le varie regole: è il motivo per il quale nei ristoranti kosher e negli stabilimenti industriali kosher si trova un sorvegliante (detto Mashghiach, משגיח) che ha il compito di vegliare al loro rispetto a garantire al consumatore la kasherut del cibo.

Il cibo, per essere consumato secondo le regole alimentari ebraiche, deve soddisfare vari aspetti:

  • La natura del cibo;
  • La preparazione del cibo;
  • Per i cibi di origine animale, le caratteristiche dell'animale stesso.

Le limitazioni nell'uso di vegetali sono esplicitamente catalogate nella Torah ed accuratamente descritte nella letteratura Halachica. Alcune di esse sono limitate al raccolto della Terra d'Israele: per essere atto al consumo, deve essere sottoposto ad una serie di prelievi, denominati genericamente Terumot Vemaaserot; inoltre, il raccolto del settimo anno del ciclo sabbatico è soggetto ad ulteriori restrizioni. Altre limitazioni riguardano anche i prodotti coltivati all'infuori della Terra d'Israele: per esempio, il divieto di mangiare il prodotto chadash (letteralmente "nuovo") delle cinque specie di cereali. Il divieto di Orlà vieta i frutti prodotti dall'albero durante i primi due anni (vigono regole speciali anche per il terzo anno). Una cura particolare viene portata all'eliminazione di vermi e altri intrusi dagli alimenti di origine vegetale.

Vi sono regole strette per ciò che riguarda i cibi di origine animale. Queste sono riconducibili a regole di base, espressamente citate nella Torah, e regole derivanti dall'esegesi.

Le regole indicate in seguito sono puramente esplicative e non devono essere assunte come riferimento: la casistica è estremamente complessa e non sempre univoca; spesso, anzi, comunità geograficamente separate hanno elaborato norme con sfumature diverse (si veda quanto detto a proposito dei pesci): in questo caso vige la regola di seguire l'usanza della comunità. Per riferimenti certi, si veda la bibliografia in calce.

Lo stesso argomento in dettaglio: Etica ebraica, Halakhah e Shechitah.

Etimologia del termine

  Lo stesso argomento in dettaglio: Ghimatriah.

Animali puri ed impuri

Il cibo di origine animale (carne) è permesso solo se proveniente da animali puri. Questi sono definiti in modo molto preciso per quanto riguarda gli animali terrestri, che devono:

Sono quindi considerati puri, in linea di massima, bovini, ovini e cervidi, mentre non lo sono gli equidi, i suini, le scimmie, tutti i rettili ed insetti anche se con zampe.

Gli animali nati dall'unione di specie diverse (Kilàyim) sono vietati: vedi "precisazioni seguenti" o cfr "bibliografia attendibile").

Gli animali acquatici devono:

 * nel caso in cui si abbia un pezzo di pesce senza pinne e non si possa stabilire a quale specie appartenga il Talmud afferma che tutti i pesci che hanno le scquame hanno anche le pinne e dunque sono kasher, mentre non e' sempre vero il contrario. 

Pesci ed animali acquatici

  • Pesci comuni del Mediterraneo permessi con alcune eccezioni
In pratica sono permesse quasi tutte le specie di pesci ed in particolare i teleostei (spigola, cernia, pesce persico); vi sono pareri diversi su alcuni teleostei: senza voler entrare nel dettaglio, alcune comunità (in genere - ma non è una regola - quelle di origine mediterranea) considerano puri tonno, pesce spada e sgombro: alcuni tipi di pesce spada sono permessi, altri li considerano tutti generalmente proibiti per il rischio di confondere quelli puri con quelli impuri per la perdita delle squame nel corso del tempo, quindi anche quando puri; quindi eventualmente si fanno eccezioni per alcune specie.
Esistono due specie di rombo, uno permesso, secondo alcune tradizioni locali, (il rombo liscio) ed uno proibito (il rombo chiodato).
La sogliola con pinne e squame risulta generalmente permessa.
Sono generalmente permessi pesci come lo scorfano e simili tranne alcuni tipi (cfr Scorpaeniformes): proibito ad esempio il Cabezon fish; permesso il pesce San Pietro. Permessi anche il muggine, le aringhe, le alici (o acciughe) e le sardine, il salmone, il branzino, l'orata, la trota e l'occhiata, il dentice, la triglia, la carpa, la mormora, il luccio, la platessa, il nasello ed il merluzzo, lo stoccafisso ed il baccalà.
  • Il sangue ed i derivati dei pesci kasher non richiedono proibizioni specifiche per l'alimentazione: il Talmud infatti racconta di un uomo che pensava che i pesci dovessero essere sottoposti alla Shekhitah, invero opinione non corrispondente alla realtà Halakhica ebraica.
  • Pesci ed animali acquatici proibiti
È certo che sono proibiti i selaci (come lo squalo o la razza) lo storione, il lompo, il pesce gatto e ogni tipo di invertebrato marino, quali frutti di mare (ricci di mare, la capasanta, vongole, cozze, datteri di mare e simili), meduse, polpi, seppie e simili. Proibiti crostacei, come granchi, aragoste e gamberi e simili, inoltre pesci particolari come l'anguilla e, ad esempio, l'ippocampo.
Come da Halakhah, sono proibiti anche i bianchetti, ovvero il novellame, anche per la possibile presenza di altri pesci non kasher; si applica quest'ultima regola per pesci piccolissimi "pescati assieme", ad esempio di colore rosso-rosa.
Sono proibiti quindi anche le balene, nelle varie specie, il delfino, il beluga e simili. Tra questi "rientra" lo squalo, in tutte le specie, e persino l'orca marina e foche, leoni marini e Trichechi.
«Proibiti [quindi] i Mostri marini»
  • È anche proibito cibarsi del caviale e di derivati dei pesci proibiti.
  • Anche lumache, rane e simili sono proibiti.

Divieto di carne e pesce assieme

Il Talmud prescrive il divieto di cibarsi di pietanze preparate con carne e pesce assieme, anche tra loro derivati: questa Halakhah non è facoltativa e neanche un uso ma norma definitiva; la spiegazione letterale del Talmud trova un significato in danni espliciti o causa di pericolo per la salute, quindi non come nei casi di distinzioni tra animali kasher e non kasher, mentre una spiegazione profonda teorizza l'appartenenza di questi due elementi a "mondi" differenti che non possono essere congiunti assieme per l'alimentazione.

Per questa proibizione non viene prevista attesa tra un cibo e l'altro ma, eventualmente, il risciacquo di bocca e mani con acqua tra i due momenti; proibito anche l'uso di piatti e posate sporchi di carne per il pesce e viceversa (quest'ultima regola vale anche per la cottura di cibi, anche in pentole o contenitori vari).

Pesce e latte

La tradizione ebraica della Torah afferma che esiste anche prevenire una delle cause di una forma di lebbra (Tzaarat) evitando di ingerire pietanze e cucinati con latte e pesce (o loro derivati) assieme, cotti o crudi.

Tra i poskim sefarditi (ad esempio Rav Ovadia Yosef) vi e' chi proibisce mangiare insieme pesce e latte e questa e' la regola seguita dalla maggioranza degli ebrei sefarditi orientali (edot hamizrach). Ashenaziti italiani e la maggioranza dei sefarditi "spagnoli" non stabiliscono l' halacha cosi' e permettono tale mescolanza senza problema alcuno. La discussione verte su una contradizione tra quanto scritto da Rabbi Yosef Caro nel suo commento al TUR, dove proibisce, e quanto invece stabilisce nello Shulchan Aruch dove afferma invece che non vi e' alcuna proibizione in merito.

Volatili

  Lo stesso argomento in dettaglio: Shiluach Haqen.

Gli uccelli non sono ben definiti, ed esiste una lista di uccelli proibiti, che però in alcuni casi è di dubbia interpretazione in quanto si sono persi i significati originali delle parole usate nella Torah per definirli. Semplificando, vengono considerati puri il pollame e specie simili, quali il tacchino (che era sconosciuto di qua dall'Atlantico in tempi biblici), la faraona (anche se vi è chi la considera non casher) e simili, i palmipedi quali anatra ed oca. Sono considerati impuri lo struzzo e tutti i rapaci.

Tracce di sangue nelle uova

Proibito l'utilizzo del sangue a volte presente nelle uova che quindi richiedono un accurato controllo una volta aperte e che, quando non possibile la sua eliminazione, non possono essere mangiate.
Solitamente si trovano meno tracce di sangue nelle uova bianche.

Insetti ed animali striscianti e non

Sono certamente proibiti tutti gli animali striscianti, quali serpenti, bruchi, lombrichi; in genere quasi tutti gli invertebrati, con l'eccezione specifica di alcuni tipi di locuste[1].

Sono proibiti anche loro derivati come per esempio il rosso ricavato dalla cocciniglia, indicato con la sigla E120 nelle etichette dei prodotti alimentari in cui è presente.

Controllo di verdure e frutta

Secondo l'Halakhah è una Mitzvah controllare con precisione frutta e verdura prima e dopo il risciacquo, anche quando non eseguito, per togliere insetti e vermi che potrebbero essersi depositati sulle stesse ed evitare quindi di ingerirli.

Fonti ed applicazioni dell'Halakhah kasher

La maggior parte di queste regole, come si è visto, è fissata dalla Torah soprattutto nei libri del Levitico e Deuteronomio ma alcune sono più recenti, in quanto definite in epoca Talmudica o successiva; ad esempio la definizione della purezza o meno di animali precedentemente sconosciuti, come il tacchino o il bisonte americano (puri) e il kiwi o l'ornitorinco (impuri); anche l'asino, il cavallo e l'alce non sono permessi per l'alimentazione. Il cigno, il pinguino, lo struzzo ed il pipistrello non sono Kasher, invece dubbi sul pavone che da molti viene considerato non kasher. Sulla Kasherut della faraona vi sono opinioni divergenti.
Ancora permessi animali puri selvatici quali cervo o renna ed altri simili.
Anche la giraffa viene considerato tra gli animali puri.
Sono quindi permessi anche animali quadrupedi selvatici con Shechitah che abbiano assieme le caratteristiche di essere ruminanti e con lo "zoccolo", o "unghia", fesso: essi non devono quindi essere ibridi o ibridati (vedi comunque quanto scritto sotto nel capitolo Casherut#Aspetti particolari).

Animali per alcuni dei quali non viene ["sempre"] specificata l'identificazione:

Il leone viene considerato "re" degli animali (cfr Profezia e Re David-Tribù di Giuda: il leone ruggisce... ...chi non teme(?) [anche l'orso presenta caratteristiche simili, nel suo verso per esempio], infatti gli altri animali spesso "accettano"); la tigre è il leone della foresta/bosco "celeste" (cfr Mitologia ebraica#Talmud): anche questi ultimi due animali non sono kasher per l'alimentazione; sono proibiti per la Kasherut anche la volpe, il lupo, la iena, il cane ecc., il gatto, la donnola, lo scoiattolo, roditori vari e simili.

Nemmeno i cammelli ed i dromedari, né il loro latte; ciò vale anche per gli asini, i cavalli e simili.

La scimmia e simili non si possono mangiare e non rientrano nelle categorie degli "animali" permessi per le regole dell'alimentazione Kasher (cfr comunque anche Torre di Babele).

Anche l'orso e simili, l'elefante, il rinoceronte, l'ippopotamo e la foca, il tricheco e simili sono proibiti per l'alimentazione Kasher.

I suini vengono considerati non Kosher, come scritto nella Torah, in modo conosciuto da tantissimi individui, anche non ebrei, infatti ne discute anche il Sefer haZohar.

Proibiti dall'Halakhah anche larve e "vermi" vari.

Fonti bibliche

Pentateuco:

  • ...

Per esempio il Pentateuco specifica che sono non kasher animali che poggiano la "pianta" a/sulla terra (vedi Parashot sovraccitate).

Discussioni nella Torah orale e citazioni scritte

  Lo stesso argomento in dettaglio: Etrog e Seder.
  • Già Rabbi Aqiva discusse affermando che la carne del pollo con latte fosse permessa ma, non accettata questa come Halakhah definitiva, venne contrariato dai Chakhamim che, maggioranza, infatti dissero che anche questo caso rientra in quelli proibiti, motivo: il rischio di confondere "carne e carne".
  • "...il pesce (kasher) [può essere] cotto in "vari/tutti i" modi..."
  • ...

"Mens sana..."

  Lo stesso argomento in dettaglio: Matzah.
  • Insegnamento non precettistico Halakhico, il Talmud consiglia di non mangiare le olive senza l'olio d'oliva per evitare deficienze alla memoria.
  • "Il pane "rafforza" il cuore...il vino "allieta il"/"dona gioia al" [cuore]...l'olio "illumina" il volto..."[3]
  • Mangiare aglio "pacifica/mette d'accordo" con il prossimo.
  • "...dal vino [esce] il segreto..."
  • La "prelibatezza" tra le bevande è il vino, tra gli ingredienti è il pepe.
  • "...l'olio [cotto] come la buona fama..."
  • Talvolta mangiare mele allevia o elimina l'effetto del vino (o degli alcolici) bevuto precedentemente.
  • "...il mangiare procura sonno..."
  • "...l'ortica "si attacca/si lega" col cavolo"[4]
  • Mangiare anche un sol dattero al mattino "protegge" per "quel giorno" da alcuni tipi di "condizionamenti-di-cattiveria" esterna (questo non significa, quando permesso, che non si possano mangiare altri alimenti consentiti dall'Halakhah, anche in quel medesimo giorno).
  • ...

Anche per la salute

  • Secondo un'opinione le fave o le "radici" danno problemi ai denti ma sono "buone" per lo stomaco... Un'altra opinione afferma l'opposto...
  • Consigliata l'alimentazione delle "radici" assieme alla carne.
  • Consigliata l'alimentazione di lenticchie ogni mese del calendario ebraico per evitare il "respiro soffocato".
  • Il pane è "buono" per l'intestino; se poi non fosse per la conformazione delle interiora umane, il pane creerebbe ferite ad esse.
  • "...un uovo sazia..."
  • Una particolare preparazione con orzo cura la "dissenteria".
  • Mangiare "unghia" di cerbiatto cura dall'"inibizione" per le necessità "fisiche" naturali corporali (Talmud)..
  • ...

L'Arizal

Anche se non riguardante quanto puro o non puro, secondo un insegnamento di unione tra Etica ebraica e Qabbalah, l'Arizal sconsigliava l'alimentazione di fegato e cervello, persino di animali permessi macellati secondo le norme ebraiche, per conseguenze deficitarie per la "memoria" (L'Arizal era molto rigoroso: cfr Etica ebraica).

Derivati animali

Relativamente ai derivati animali, essenzialmente uova, latte e latticini, la regola generale stabilisce che sono puri i derivati di animali puri, e viceversa. Quindi, il latte di mucca e il caviale di salmone sono puri; il latte di asina e il caviale di storione impuri. Come si vedrà, vi sono numerose limitazioni a questa regola e delle eccezioni. Ad esempio le api sono considerati animali impuri ma il miele è considerato puro. La Torah proibisce agli Ebrei il consumo di sangue in qualsiasi forma, anche se permesso quello dei pesci casher, oltre al divieto incluso nei sette precetti noachici (ossia dettati a Noè dopo il diluvio universale) di non mangiare parti di animali vivi (vedi sotto), quindi antecedente alla religione ebraica rivelata sul Monte Sinai.

Tra i derivati animali si trovano anche additivi alimentari di uso comune: si pensi alla colla di pesce o alle gelatine. Questi seguono la regola generale di essere permessi se provenienti da animali puri e viceversa. Nei cibi di origine industriale si può avere uso contemporaneo di derivati del latte e della carne (caso tipico l'uso di siero di latte, magari contemporaneo a gelatine animali. Vedi più avanti, sul divieto di consumo contemporaneo di carne e latte): ciò pone ad esempio un problema con le capsule usate nella farmaceutica, solitamente di derivazione animale mentre è comune trovare componenti derivati del latte nelle medicine vere e proprie.

Per esempio l'etichetta di molti preparati alimentari riporta la sigla E471 che si riferisce ai mono- e digliceridi degli acidi grassi: nella preparazione di molti prodotti alimentari essi possono essere di origine vegetale, quindi generalmente permessi, o di origine animale, quindi proibiti se di animali non casher o non macellati secondo le norme ebraiche.

Preparazione dei cibi

Macellazione rituale

  Lo stesso argomento in dettaglio: Shechitah.

La Torah prescrive norme assai precise per la macellazione di animali terrestri e uccelli, mentre non pone regole sulla macellazione dei pesci. In sostanza, la macellazione rituale viene definita nei dettagli con lo scopo evidente, anche se non dichiarato, di:

  • macellare unicamente animali perfettamente sani;
  • ridurre per quanto possibile le sofferenze dell'animale;
  • privare rapidamente l'animale del sangue, che non può essere consumato.

La macellazione avviene mediante resezione della giugulare mettendo l'animale in posizione tale da ridurre al minimo lo stato di coscienza dopo la resezione. Queste regole escludono nella pratica il consumo di prodotti della caccia, anche se teoricamente permessi (ad esempio, lo è il capriolo, ma non lo sono la lepre ed il cinghiale), in quanto la pratica venatoria non consente la macellazione rituale.

Parti dell'animale consentite

Non tutte le parti dell'animale possono essere consumate. In linea di massima, sono utilizzabili tutte le masse muscolari e le ossa; tra gli organi interni, cuore, fegato, polmoni e cervello sono consentiti; non il grasso attorno ai reni e all'intestino. Le regole in merito sono piuttosto complesse. Non sono consentite le parti di animale terrestre che contengano il nervo sciatico, in ricordo dell'"azzoppamento/lotta" di Giacobbe da parte di un angelo; si potrebbero quindi consumare solo i quarti anteriori o i quarti posteriori, previa eliminazione del nervo sciatico, operazione questa (chiamata Bedikà) particolarmente complessa e praticata dal bodek: specifica figura professionale esperta nella pratica dell'eliminazione del nervo sciatico degli animali "terrestri".

7 precetti di Noachici

  Lo stesso argomento in dettaglio: Noè.

Non è mai ammesso il consumo di parti di un animale vivo e tale regola vige secondo l'ebraismo anche per i non ebrei.

Trattamento della carne

Le carni devono essere preparate prima della cottura mediante rimozione dei residui di sangue (casherizzazione). Vi sono molte usanze in merito ma in genere questo viene fatto lavando a lungo la carne in acqua e ponendola sotto sale, con ambedue i sistemi alternati più volte.

Secondo alcuni questa preparazione non è necessaria nel caso di alcune carni alla brace in quanto si considera che il contatto con la fiamma esaurisca il sangue, anche se questa abitudine non è accettata da tutti gli ebrei.

Non alimentarsi di sangue: norme e fonti

  Voce principale: Shechitah.

Pentateuco (Parashot):

  • ...

Divieto di consumo di carne e latte

  Lo stesso argomento in dettaglio: Torah celeste.

Tra i Khukkim, una norma importante è la proibizione di uso contemporaneo di carne e latte, dove per carne si intende quella di animali terrestri e uccelli, mentre la limitazione per il pesce con latticini richiede un'argomentazione a parte come sopra parzialmente descritta. La Torah ordina tre volte di non cuocere il capretto nel latte della madre; questa imposizione ha dato origine a una dettagliata esegesi per rendere la norma chiara e di facile rispetto. In pratica, non sono consentiti:

  • la cottura contemporanea di carne e latte o latticini;
  • il consumo, nello stesso pasto, dei due ingredienti (spesso anche tenerli sulla stessa tavola);
  • vi sono le norme sulla necessità di porre un intervallo di tempo (6 ore secondo il minhag della maggioranza degli ashkenaziti e di tutti i Sefarditi, 3 secondo l'uso degli ebrei ashkenaziti di rito tedesco e degli italiani, come riportato da Rabbi' Pardo in "Mizmor le David' (cfr. anche Yalkut Yosef, Yore Dea hilchot basar vechalav), 1 ora secondo l'uso belga e olandese tra il consumo di carne e alimenti di latte e viceversa (v'è chi attende 1 ora tra il consumo di latte e latticini ed il consumo carne, tranne chi usa sciacquarsi mani e bocca senza attendere alcun periodo di tempo, ed il caso di latticini stagionati o dal gusto particolarmente forte, come ancora per certi formaggi duri, dopo cui di norma ancora v'è chi attende 6 ore prima di mangiare carni: cfr Meqor Chajim): il significato letterale per tale intervallo di attesa non riguarda quanto vi sia nello stomaco ma anche tra i denti e nella gola).
  • l'uso di stoviglie (pentole, piatti, posate) misto, anche in tempi diversi (alcuni di essi possono passare attraverso un processo di "Casherizzazione" e passare da un uso di carne ad un uso di latte o viceversa).

La "casherizzazione" è però un procedimento che si adotta solo in caso di necessità in quanto a priori una mensa ebraica ortodossa deve provvedere ad avere almeno due servizi di stoviglie separati.
Purché risciacquati ogni volta, è Halakhah sefardita utilizzare utensili da cucina e stoviglie di vetro sia per latte sia per carne, ovviamente non contemporaneamente; gli ashkenaziti non ne accettano la motivazione.

Per rispettare tale norma, un ebreo osservante avrà quindi necessariamente piatti di carne (in ebraico: besarì, da basar, carne) e piatti diversi di latte (halavì, da halav, latte); lo stesso per pentole e posate. Spesso avrà due frigoriferi distinti per la conservazione ma non sempre e certamente due armadi distinti, anche se questa è una precauzione più che una regola.

Stoviglie besarì possono essere usate in momenti o periodi differenti come halavì, e viceversa, solo se di materiale idoneo (lo sono il legno, il metallo, il vetro e la plastica ma non la terracotta e talvolta ceramica e porcellana) ad un processo di lavaggio particolare in acqua portata ad ebollizione, poi mantenuta attorno ai 100 °C e repentinamente riscaldata/fatta strabordare mediante l'introduzione di un ferro o altro corpo rovente: questa procedura deve avvenire qualora se ne voglia cambiare uso, l'oggetto non sia più casher o per l'utilizzo per Pesach (cfr Chametz).

Per dare un'idea dell'importanza che si dà alla norma, si pensi che un cibo di carne cotto nel latte di mandorle (che, ovviamente, non ha nulla a che fare con il latte vero e proprio) è permesso, ma solo se vengono poste in evidenza delle mandorle intere, per evitare di indurre in errore e di creare un'abitudine pericolosa per l'osservanza.

I cibi che non ricadono in una della categorie precedenti, e quindi uova, vegetali, frutta, condimenti quali il sale o lo zucchero, sono detti parvé e possono essere consumati, oltre che da soli, indifferentemente con cibi besarì o halavi. Il Talmud, come sopra spiegato, consiglia e prescrive di non consumare pesce e latte insieme; anche lo Shulchan Aruch vieta il consumo di carne e pesce insieme. Inoltre è vietato consumare cibo la cui preparazione è stata effettuata da un ebreo durante lo Shabbat attraverso una delle 39 azioni proibite nel giorno più santo. Per esempio, il latte munto o bollito da un ebreo durante lo Shabbat diventa improprio al consumo.

Gli ebrei non possono trarre alcun vantaggio dal miscuglio di latte o latticini e carne: alimenti tali non possono neanche essere forniti ai propri animali (cfr Meqor Chajim su questa Halakhah).

"Una goccia di latte caduta"

Vi sono alcune prescrizioni per una quantità minima di latte, descritta col termine "goccia", se caduta in una definita quantità di carne in minestra, per esempio.

Si consiglia di prestare attenzione all'apertura di bottiglie o cartoncini ed ancora lattine, tubetti ed altro (si pensi al "tappo a vite" o a movimenti bruschi) con latticini, latti o derivati quando vi siano carni presso quel medesimo spazio, per esempio della stanza o cucina.

Prescrizioni particolari

  • Molti gruppi ebraici ortodossi non usano lavare nella stessa lavastoviglie oggetti per carne e latte neanche separatamente, alcuni lo permettono separatamente.
  • Non possono essere utilizzati forni, anche a microonde, dove si siano cotti latticini per cuocere carni e viceversa per i vapori, anche depositatisi; si consiglia quindi di casherarli per un uso per carne dopo l'utilizzo per latticini e viceversa.
  • Buon uso utilizzare spugne e stracci differenti per il lavaggio di oggetti per carne e latte.
  • Non è permesso porre cibi di carne e latte sulla stessa tavola assieme. Conforme all'Halakhah anche non utilizzare la medesima tovaglia per alimenti di latte e carne, anche separatamente, se non prima lavata.
  • Alcuni non utilizzano lo stesso contenitore di sale per pasti di latte o carne ma almeno due diversi, questo nel caso lo stesso sale nel contenitore possa essere "macchiato".
Attesa di ventiquattro ore

Qualora si sia cotto un cibo parve in un contenitore usualmente utilizzato per carni, bisogna attendere il tempo prescritto prima di mangiare latticini e viceversa: se però sono trascorse 24 ore dall'ultimo utilizzo del contenitore e vi si cuocia un cibo parve non si deve attendere alcun periodo di tempo.

Un anno trascorso

Qualsiasi oggetto per cucinare non utilizzato per un periodo di tempo di un anno torna ad essere "neutro".

Formaggi

La produzione del formaggio attraverso il caglio animale (purché proveniente da una bestia macellata ritualmente), diversamente da quanto si potrebbe erroneamente credere non viene considerato una mescolanza di latte e carne in quanto il caglio non viene considerato carne, ma parve. I formaggi sono dunque permessi, ma soltanto se prodotti con caglio kasher e se il processo di cagliatura è stato iniziato da un ebreo in quanto un decreto rabbinico di epoca talmudica ha stabilito la proibizione di consumare formaggio prodotto da non ebrei proprio per la questione dell'origine del caglio.

"Chalav Israel"

Prescrizioni e Minhaghim per Pesach

  Lo stesso argomento in dettaglio: Chametz e Lulav.

Mentre le prescrizioni di cui sopra sono sempre valide, in certi periodi dell'anno vigono prescrizioni ulteriori. In particolare, durante la festa di Pesach, in memoria della veloce fuga dall'Egitto dei Faraoni, che non lasciò il tempo per far lievitare il pane, si deve escludere qualsiasi alimento lievitato o fermentato: per questo motivo l'impasto deve essere infornato sotto forma di azzima appiattita al massimo 18 minuti dopo che si sono mescolate acqua e farina. La forma piatta permette di evitare che la cottura avvenga oltre il limite dei 18 minuti all'interno di eventuali rigonfiamenti. Una delle 613 mitzvot impone anzi di mangiare pane non lievitato (la Matzah) almeno nella prima sera della festa in Terra d'Israele a chi vi risiede, nelle prime due sere nella Diaspora. Riguardo a queste norme vi sono usanze diverse, e oggi ad esempio è uso comune delle comunità sefardite e italiane il consumo di riso e a volte di mais, ad esempio nelle Comunità ebraiche del Veneto è permessa la polenta, (che non lievitano) durante Pesach, mentre è uso askenazita di astenersene.

Aspetti particolari

Vi è oggi una vivace discussione, all'interno dell'ebraismo, sulla liceità o meno del consumo di prodotti ottenuti mediante modificazione del patrimonio genetico (i cosiddetti OGM); la ragione del dissidio sta in norme specifiche che vietano ad esempio l'ibridazione dei vegetali e degli animali, anche il consumo degli ibridi animali, e di altre che vietano, ad esempio, l'uso di indumenti misti di lino e lana filati o tessuti assieme, anche con superficie levigata, detti Shaatnetz (cfr Chuqqim): esistono controlli a riguardo. Talvolta sono permesse carni di animali nati da accoppiamenti tra animali della stessa specie pura, è il caso di stessa specie selvaggia e domestica (ma non tutti: proibito ad esempio quello tra oche selvagge ed oche domestiche, infatti differenti nella conformazione fisica): afferma Maimonide (Mishneh Torah, capitolo 9) che anche questi non sono incoraggiati ma non è necessario dividerli mentre si stanno accoppiando. Quindi sembra che l'orientamento sia favorevole all'uso di OGM vegetali e non alla loro "creazione" ma non all'uso ed alla creazione di OGM animali. Nel caso di modifica del DNA mediante inserimento di sezioni non uniformi (animale in vegetale) l'orientamento sembra quindi negativo.

Vino e succo d'uva kasher

"Mevushal"

L'aceto di vino kasher

Aceto di mele

Alcolici e liquori

Medicinali kasher

Halakhah

Legge in Italia

L'Hashgachà o "Teudat" per ristoranti con cucina kosher

  Lo stesso argomento in dettaglio: Maestri ebrei, Poskim e Rabbino.

Leggi in Italia

  Lo stesso argomento in dettaglio: Hechsher.

Casi controversi attuali

  • Secondo una notizia diffusa anche sul sito www.israelnationalnews.com, in Israele si sta discutendo sulla certificazione Kosher con un triangolo contenente una K come stemma: secondo gli ebrei ortodossi la carne con questo marchio non può essere considerata kasher mentre, dopo averla considerata non kasher in un primo momento, gli appartenenti all'Ebraismo conservatore la considerano permessa.
  • Viene generalmente proibito l'utilizzo di Yogurt non controllati per la mancanza in etichetta della dicitura che confermi la presenza di derivati di animali, come per esempio di suini.
  • Anche il succo d'arancia o vari di fabbrica e/o "industriali" devono essere controllati per non consentiti elementi e/o ingredienti non kasher come per esempio coloranti spesso non citati in etichetta.

Note

  1. ^ Parashah del Pentateuco
  2. ^ Assonanza dall'ebraico דרקוון, traslitterato Darqon
  3. ^ Libro dei Salmi
  4. ^ Talmud, Bava Kamma

Bibliografia

  • Ariel Toaff, Mangiare alla giudia: la cucina ebraica in Italia dal Rinascimento alla prima età moderna, il Mulino, Bologna 2000.
  • Shlomo Ganzfried: Kitzùr Shulchàn Arùch, Trad. italiana Rav Moshe Levy, Làmed edizioni, 2001 (5762). Uno tra i migliori riassunti del libro fondamentale delle regole rituali ebraiche (lo Shulchan Aruch).
  • Riccardo Di Segni: Guida alle regole alimentari ebraiche, 3ª edizione, Làmed edizioni. Una guida esauriente alle regole alimentari, con riferimenti anche ad alcune usanze locali.

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

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