Repubblica autonoma di Crimea

repubblica autonoma dell'Ucraina (1992-)
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La Crimea è una penisola, appartenente all'Ucraina, posta sulla costa settentrionale del Mar Nero. Buona parte del suo territorio è amministrata dall'omonima repubblica autonoma (ufficialmente Repubblica Autonoma di Crimea, ucraino: Автономна Республіка Крим - Avtonomna Respublika Krym, in russo Автономная Республика Крым? - Avtonomnaja Respublika Krym, tataro di Crimea: Qırım Muhtar Cumhuriyeti).

Crimea
repubblica autonoma
Repubblica Autonoma di Crimea
(UK) Автономна Республіка Крим
(RU) Автономная Республика Крым
(CRH) Qırım Muhtar Cumhuriyeti
Localizzazione
StatoUcraina (bandiera) Ucraina
Amministrazione
CapoluogoSinferopoli
GovernatoreSergey Aksyonov (UR) dal 27-2-2014
Lingue ufficialiucraino, russo, tataro di Crimea
Data di istituzione12 febbraio 1992
Territorio
Coordinate
del capoluogo
44°57′N 34°06′E
Superficie26 200 km²
Abitanti1 973 185 (2013)
Densità75,31 ab./km²
Oblast' confinantiOblast' di Cherson
Altre informazioni
Lingueucraino, russo, tataro di Crimea
Prefisso+380-65
Fuso orarioUTC+2
ISO 3166-2UA-43
Inno"Нивы и горы твои волшебны, Родина" - I tuoi campi e i tuoi monti sono meravigliosi, Patria
Motto"Процветание в единстве" - Prosperità in unità
Cartografia
Crimea – Localizzazione
Crimea – Localizzazione
Crimea – Mappa
Crimea – Mappa
Sito istituzionale

Nel corso della sua storia plurimillenaria la Crimea ha visto passare sul suo territorio tanti popoli e dominazioni diverse, come: greci, sciti, romani, goti, unni, genovesi, tartari, veneziani, turchi, russi e ucraini.

La Repubblica Autonoma di Crimea misura Errore in {{M}}: parametro 2 non è un numero valido. e nel 2007 contava 1 973 185 abitanti. La città di Sebastopoli e il suo hinterland fanno invece parte di un'unità amministrativa autonoma con una popolazione di 379 000 abitanti. Capitale e sede degli uffici amministrativi è la città di Sinferopoli, posta al centro della penisola. La popolazione complessiva di tutta la penisola di Crimea nel 2007 era di 2 352 385.

La popolazione è per il 58,5% di etnia russa e per il 24,4% di etnia ucraina[1]. La minoranza etnica dei tartari di Crimea, che nel 2001 formavano il 12,1% della popolazione[1], discende direttamente dal periodo della dominazione del Khanato di Crimea. Fino alla fine del XIX secolo rappresentavano la maggioranza assoluta della popolazione, poi in seguito ad una massiccia immigrazione russa ed alle deportazioni di massa verso l'Asia centrale effettuate da Stalin finirono quasi per scomparire. Con il crollo dell'Unione Sovietica i tartari superstiti tornarono nella loro terra natia.

Il toponimo deriva dalla parola tatara di Crimea Qırım poi traslata in greca come Κριμαια (Krimeia). Gli antichi Greci la chiamavano Taurica o Scitica (Chersonesus Taurica o Scitica), nota anche come Tauride.

Geografia

L'Istmo di Perekop a nord, che la collega al continente, è lungo appena Errore in {{M}}: parametro 2 non è un numero valido. e segna il confine con la regione di Kherson mentre il resto del suo perimetro è costituito dalle coste bagnate dal Mar Nero ad occidente e a sud, che prende il nome di Mar d'Azov ad oriente.

In realtà la penisola è divisa dal continente, ad est dell'istmo, dal Sivaš, una zona di paludi salmastre che si estende anche sul lato orientale della penisola, posto fra la terra e il Mar d'Azov.[2] Presso Genitschesk il Sivaš viene separato dal Mar d'Azov dalla linea Arabat-Nehrung lunga 110 km. La Crimea si estende, inoltre, su una superficie di Errore in {{M}}: parametro 2 non è un numero valido. e la sua popolazione raggiunge i due milioni (2004). La capitale è Simferopoli.

All'estremità orientale si trova la Penisola di Kerč, posta direttamente di fronte alla Penisola di Taman in Russia. Le due penisole sono separate dallo Stretto di Kerč (largo 3–13 km), che collega il Mar Nero al Mar d'Azov.

 
Monti di Crimea
 
Montagne che arrivano fino al Mar Nero, Crimea sud-occidentale.

La linea costiera di Crimea è interrotta da diverse baie e insenature. Queste insenature si trovano sul lato ovest dell'Istmo di Perekop, vicino alla Baia di Karkinit; a sud-ovest vicino alla Baia di Kalamita, con i porti di Eupatoria, Sebastopoli e Balaklava; vicino alla Baia di Arabat sul lato nord dell'Istmo di Yenikale o Kerč; e vicino alla Baia di Caffa o Feodosia (Feodosija), con il porto dallo stesso nome, sul lato meridionale.

La costa sud-orientale è fiancheggiata, ad una distanza di 8–12 km dal mare, da una catena montuosa, la Catena Crimea. Queste montagne sono affiancate da una catena secondaria parallela ad esse. Il 75% della superficie restante di Crimea, consiste di praterie semiaride, un proseguimento meridionale delle steppe pontiche, che digradano dolcemente verso nord-ovest. La principale catena di queste montagne si eleva con straordinaria ripidità dal fondo del Mar Nero fino a una altitudine di 600/750 metri, partendo dalla punta sud-ovest della penisola, chiamata Capo Fiolente (l'antica Parthenium). Fu questo il capo che si narra venne incoronato dal tempio di Artemide, dove Ifigenia officiava come sacerdotessa.

Numerosi kurgan, o tumuli funerari, degli antichi Sciti sono sparpagliati per le steppe di Crimea.

Il territorio che si trova oltre il riparo offerto dalla catena del Yayla-Dagh ha caratteristiche completamente diverse. Qui la stretta striscia di costa e i pendii delle montagne, sono addolciti dalla vegetazione. Questa "Riviera Russa" si stende lungo la costa sud-est, da Capo Sarych all'estremità sud, fino a Feodosia, ed è punteggiata da luoghi di villeggiatura estiva quali Alušta, Jalta, Gurzuf, Sudak, e la stessa Feodosia. Durante gli anni del dominio sovietico, il possesso di una dacia su questa costa era indice di lealtà politica. In questa regione si trovano anche vigneti e frutteti. Pesca, industria mineraria e la produzione di oli essenziali sono anch'esse attività importanti. Vi si trovano numerosi villaggi e palazzi dei nobili e della famiglia imperiale russa, oltre a pittoreschi castelli medioevali e dell'antica Grecia.

Storia

Antichità

 
La colonia greca di Chersonesus, Sebastopoli.
  Lo stesso argomento in dettaglio: Regno del Bosforo Cimmerio.

I primi abitanti di Crimea dei quali si sono trovate tracce certe erano i Cimmeri che furono espulsi dagli Sciti nel VII secolo a.C., fra i loro antichi re si tramanda il nome di Tauri: si trattava di due popoli che vivevano nelle steppe della pianura sarmatica.

Nello stesso periodo i Greci fondarono diverse colonie sulle coste della penisola che chiamavano "chersoneso", ovvero "isola a forma di mano". I Dori provenenti da Eraclea Pontica fondarono Chersonesus e gli Ioni di Mileto fondarono Teodosia e Panticapea (futura capitale del Regno del Bosforo Cimmerio).

Due secoli dopo (438 a.C.) l'arconte, o governatore degli Ioni assunse il titolo di Re del Bosforo, uno stato che mantenne stretti legami con Atene, rifornendo la città di farina e altri beni. L'ultimo di questi re, Perisade V, pressato dagli Sciti, si pose sotto la protezione di Mitridate VI, Re del Ponto, nel 114 a.C. Dopo la morte di quest'ultimo sovrano, suo figlio Farnace II, come ricompensa per l'assistenza resa ai Romani nella guerra contro il padre, venne investito da Pompeo nel 63 a.C. del Regno del Bosforo. Nel 15 a.C. venne di nuovo restituito al Re del Ponto, ma da qui in poi figurò come stato cliente dell'Impero romano.

Durante il periodo delle invasioni barbariche la Crimea subì prima l'invasione dei Goti nel 250, che si insediarono nella regione a nord delle montagne, lasciando sussistere a sud il regno del Bosforo. La comunità dei Goti di Crimea sopravvisse fino al XVIII secolo. Nel 376 la penisola subì l'invasione degli Unni che invece misero fine al regno del Bosforo.

Medioevo

  Lo stesso argomento in dettaglio: Principato di Teodoro.

Pochi anni dopo i Bizantini recuperarono il controllo della penisola e lo mantennero fino all'invasione dei Cazari all' inizio dell'VIII secolo. L'imperatore Teofilo riconquistò ancora una volta la costa meridionale della Crimea intorno all'840 e la inquadrò nell' Impero come Thema Cherson dal nome della capitale[3]. A nord delle montagne rimanevano i Cazari.

A metà del X secolo Crimea orientale venne conquistata da Svjatoslav I di Kiev e divenne parte del Tmutarakan. Nel 989 Vladimiro I di Kiev s'impadronì per breve tempo anche della costa bizantina ed a Cherson si convertì al cristianesimo. La costa meridionale, tornò, tuttavia, bizantina e lo rimase fino all'invasione dei Cumani alla fine dell'XI secolo. Durante il secolo successivo Cherson ed il suo thema furono ripristinati e durarono fino al 1204, quando Costantinopoli cadde in mani veneziane. I Cumani rimasero nella parte settentrionale della penisola e costituiscono la base dei Tatari di Crimea.

 
La Crimea a metà del XV secolo

Nel 1204 i Veneziani si impadronirono anche dei territori bizantini di Crimea, di Cembalo (Balaclava), di Soldaia (Sudak) e di Caffa (Feodosia); ma nel 1235 l'Impero di Trebisonda, nato in seguito alla disgregazione dell'Impero Bizantino, recuperò la costa crimaica.

Negli stessi anni le steppe eurasiatiche furono sconvolte dall'invasione dei Mongoli, che non risparmiò la Crimea. La penisola fu invasa nel 1237-1259, e la parte settentrionale rimase sotto il dominio dell'Orda d'Oro per due secoli.

Nel 1261, in seguito al trattato di Ninfeo i Genovesi sostituirono i Veneziani nel controllo degli stretti del Mar Nero e nel 1266 riuscirono a conquistare alcuni porti sulla costa meridionale della Crimea per utilizzarli come basi d'appoggio per i commerci con i popoli dell'interno. Si stabilirono a Sebastopoli, Cembalo, Soldaia, Tana e soprattutto Caffa, ove stabilirono un'imponente colonia, dal carattere multietnico. L'insieme dei domini genovesi in Crimea si chiamava "Gazaria" (dal nome dei Cazari) ed era retta da un'apposita legge, gli Statuta Gazariae. La colonia genovese ebbe fine nel 1475, ovvero pochi anni dopo la caduta di Costantinopoli.

I Genovesi, tuttavia, non avevano conquistato tutti i territori del Thema Cherson: una parte erano rimasti sotto il controllo del governatore bizantino, il quale peraltrò si dichiarò indipendente dando vita al Principato di Teodoro, che durò anch'esso fino al 1475.

Canato di Crimea

  Lo stesso argomento in dettaglio: Khanato di Crimea.

Nel frattempo le popolazioni turche note come Tatari di Crimea, discendenti di vari popoli pervenuti in questa penisola in epoche diverse, fra cui particolare importanza avevano i Cumani, dopo la distruzione dell'Orda d'Oro da parte di Tamerlano, fondarono, nel 1441, un Khanato di Crimea indipendente sotto Haci Giray, un discendente di Genghis Khan. Questi e i suoi successori regnarono prima a Solkhat (Eski-Qirim), e a partire dall'inizio del XV secolo a Bachčysaraj.

Tra i Tatari di Crimea viveva una comunità di ebrei Caraiti, principalmente a Chufut Kale.

Le città commerciali in mano ai genovesi ed il principato di Teodoro vennero conquistate dal generale turco ottomano Gedik Ahmet Pascià nel 1475 e divennero una provincia dell'Impero ottomano. Mentre i Khan di Crimea, a partire da quella data, governarono come principi tributari dell'Impero Ottomano per circa tre secoli.

Nel 1736, nel corso della guerra russo-turca del 1735-1739, la Crimea fu occupata e devastata dalle truppe russe al comando del feldmaresciallo Burkhard Christoph von Münnich che tuttavia dovette poi ritirarsi in Ucraina. L'anno successivo vi irruppero nuovamente le truppe russe del generale Peter Lacy, che tuttavia dovette nuovamente lasciare il campo. Vi ritornò lo stesso Lacy nell'estate del 1738 ma le devastazioni precedenti avevano reso la penisola incapace di fornire assistenza e vettovaglie alle truppe di occupazione e i russi si ritirarono per la terza volta.

Il trattato di pace che pose fine alla guerra ebbe come conseguenza la cessione ai russi del porto di Azov, mentre il Khanato di Crimea rimase uno stato vassallo della Sublime Porta.

Con la successiva guerra russo-turca (1768-1774), i russi vincitori imposero all'Impero ottomano la pace di Küçük Kaynarca, in base alla quale il Khanato di Crimea perse il suo stato di signoria vassalla della Sublime Porta e divenne formalmente uno stato indipendente, ma di fatto entrò nell'orbita dell'influenza della Russia.

Infine, nel 1784, approfittando dei conflitti di potere sorti all'interno della famiglia del Khan di Crimea, le truppe russe entrarono nel Khanato a sostegno del Khan, il quale offrì loro l'intero territorio: l'annessione fu ufficialmente proclamata l'8 gennaio 1784. L'Impero ottomano reagì con molto ritardo a questa invasione dichiarando guerra alla Russia (guerra russo-turca del 1787-1792) solo il 13 agosto 1787, ma ne uscì sconfitto e con il Trattato di Iassy la Crimea entrò definitivamente a far parte dell'impero russo.

Impero russo

 
Il Nido di rondine, uno dei romantici castelli costruiti dall'élite russa in Crimea.

Nel 1854-1855 la Crimea divenne il principale fronte della Guerra d'Oriente; gli eserciti congiunti di Gran Bretagna, Francia e Regno di Sardegna riuscirono ad espugnare la cittadella militare russa di Sebastopoli, così ponendo termine alle mire espansionistiche dell'Impero Russo verso Costantinopoli. La Guerra devastò il tessuto economico e sociale di Crimea e i Tatari che la abitavano furono costretti ad abbandonare la loro madrepatria non solo per le conseguenze della guerra ma anche per le persecuzioni e le confische di cui furono vittime. I sopravvissuti al viaggio, alla fame e alle malattie si stabilirono nella Dobrugia, in Anatolia e in altri luoghi dell'Impero ottomano.[senza fonte]

Per la prima volta nella storia i tatari di Crimea divennero una minoranza nella loro terra, mentre la maggioranza di essi viveva la diaspora. Alla fine il governo russo decise di fermare il processo, e l'agricoltura iniziò a soffrire a causa dell'abbandono delle terre fertili.

Durante la guerra civile russa la Repubblica Popolare di Crimea fu una roccaforte dell'Armata Bianca anti-bolscevica: proprio qui si concluse, nel 1920, la resistenza dei Russi Bianchi guidati dal Generale Wrangel contro l'Armata Rossa .

Unione Sovietica

In seno alla RSSF Russa nel 1921 fu istituita la Repubblica autonoma Socialista Sovietica di Crimea. La Crimea fu teatro di alcune delle più sanguinose battaglie della Seconda guerra mondiale. I tedeschi soffrirono pesanti perdite cercando di invaderla attraversando l'istmo che collega la Crimea all'Ucraina continentale, a Perekop, nell'estate del 1941. Quando i tedeschi riuscirono a irrompere, occuparono gran parte della Crimea, con l'eccezione della città di Sebastopoli (che ottenne poi il titolo di Città eroina). Sebastopoli resistette dall'ottobre 1941 fino al 4 luglio 1942, quando i tedeschi riuscirono infine a prenderla. Il 29 gennaio 1942 la minoranza italiana di Crimea formatasi a partire dal 1830 a seguito di un flusso migratorio proveniente soprattutto dalla Puglia, era già stata deportata per ordine di Stalin. Meta della deportazione fu il Kazakistan, che gli italiani raggiunsero in vagoni piombati. Attualmente circa trecento oriundi italiani vivono ancora a Kerc, ove fecero ritorno nel periodo poststaliniano.[4]

Nel 1944 Sebastopoli venne liberata dalle truppe sovietiche. Dopo la liberazione il 18 maggio 1944 l'intera popolazione dei Tatari di Crimea venne deportata con la forza dal governo sovietico di Stalin per punizione, in quanto i tatari, dopo aver creato la Wolgatatarische Legion, avevano combattuto a fianco delle truppe del Terzo Reich. Il 21 maggio 1944, la pulizia etnica di Crimea era completata. Si stima che il 46% dei deportati morì per la fame e le malattie.[senza fonte] Nel 1967, i Tatari di Crimea vennero riabilitati, ma venne loro vietata la possibilità di tornare legalmente nella loro patria fino agli ultimi giorni dell'Unione Sovietica.

Nel 1944, oltre ai tatari, vennero deportate tutte le altre minoranze: ceceni, bulgari, armeni, greci, ecc., sempre con la stessa motivazione di popoli fascisti.[senza fonte]

La Repubblica Autonoma Socialista Sovietica di Crimea venne abolita nel 1945 e trasformata nell'Oblast' di Crimea (provincia) della RSSF Russa. Il 19 febbraio 1954 venne trasferita dal leader sovietico Nikita Chruščëv alla RSS Ucraina in segno di riconoscimento per commemorare il 300º anniversario del trattato di Perejaslav tra i cosacchi ucraini e la Russia.

Crimea post-sovietica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Crisi di Crimea del 2014.

La decisione del leader sovietico Nikita Chruscev del 1954 è stata permanentemente osteggiata da gran parte della popolazione di origine russa ed è stata in passato causa di tensioni tra Russia e Ucraina. Con la sconfitta elettorale delle forze politiche nazionaliste più radicali in Ucraina, la tensione si è poi lentamente allentata.

Dopo il collasso dell'Unione Sovietica del dicembre 1991, la Crimea proclamò l'autogoverno il 5 maggio 1992, ma in seguito accettò di rimanere all'interno dell'Ucraina come repubblica autonoma. L'importante città di Sebastopoli, base navale storica della flotta del Mar Nero, si trova all'interno della repubblica, ma ha goduto di uno statuto di municipalità speciale in Ucraina[senza fonte].

Le lingue ufficiali in Crimea sono il russo, l'ucraino e la lingua tatara di Crimea. Altre lingue parlate sono armeno, polacco e greco.

Nel febbraio 2014, dopo la fuga dall'Ucraina del presidente Viktor Janukovyč, la Crimea è nuovamente al centro di tensioni tra la Russia e l'Ucraina. Il 27 febbraio 2014 un commando armato russo in tuta mimetica e senza distintivi di appartenenza ha preso il controllo delle sedi del governo e del parlamento locale, ammainando la bandiera ucraina per poi issare quella russa.[5] Il nuovo governo di Kiev ha denunciato una massiccia presenza di soldati e blindati russi in Crimea pronti ad intervenire.[6]

Il 6 marzo 2014 il parlamento crimeo ha votato all'unanimità la richiesta di adesione alla Federazione Russa, decisione sulla quale i cittadini della repubblica autonoma, in maggioranza russofoni, saranno chiamati ad esprimersi in occasione del referendum indetto per il prossimo 16 marzo.[7]

Divisione amministrativa

La Crimea è divisa al suo interno in 25 entità amministrative (14 rajon o distretti, 11 municipalità). Sebastopoli è classificata invece come città a statuto speciale, autonoma anche dalla Repubblica Autonoma di Crimea.

Distretti della Crimea

 
Subdivisions of Crimea
1. Distretto di Bachčysaraj
2. Distretto di Bilohirs'k
3. Distretto di Džankoi
4. Distretto di Kirovs'ke
5. Distretto di Krasnohvardijs'ke
6. Distretto di Krasnoperekops'k
7. Distretto di Lenine
8. Distretto di Nyžnohirs'kyj
9. Distretto di Pervomajs'ke
10. Distretto di Rozdol'ne
11. Distretto di Saky
12. Distretto di Sinferopoli
13. Distretto di Sovets'kyj
14. Distretto di Čornomors'ke

Città

Cultura

Italiani di Crimea

  Lo stesso argomento in dettaglio: Italiani di Crimea.

La presenza di popolazioni italiane in Ucraina e Crimea ha una lunga storia che risale ai tempi dell'Impero romano e della Repubblica di Genova e di Venezia.

Vi è ancora presente una comunità di italiani arrivati in questa terra all'inizio del XIX secolo, stabilendosi a Kerč. Il numero di questi italiani di Crimea è sceso dalle tremila persone di fine Ottocento ai trecento attuali a seguito di migrazioni interne alla stessa Crimea e a deportazioni sovietiche all'alba della Seconda Guerra Mondiale, causando il formarsi di altre piccole comunità in Kazakistan e Uzbekistan.[9]

Note

  1. ^ a b (EN) Composizione etnica della Repubblica Autonoma di Crimea secondo i dati del censimento ucraino del 2001, su 2001.ukrcensus.gov.ua. URL consultato il 4 marzo 2014.
  2. ^ Ad est il corridoio di Tschongar divide il Sivaš in Sivaš orientale e Sivaš occidentale.
  3. ^ Atlante Storico, De Agostini, Novara, 1979
  4. ^ Giulia Giacchetti Boico, Giulio Vignoli, L'olocausto sconosciuto: lo sterminio degli italiani di Crimea (PDF), su monarchia.it. URL consultato il 4 marzo 2014.
  5. ^ Ucraina, in Crimea barricate filorusse - Iatseniuk eletto premier all'unanimità, su tgcom24.mediaset.it, 27 febbraio 2014. URL consultato il 4 marzo 2014.
  6. ^ La Russia pronta alla guerra in Ucraina, su lastampa.it, 1º marzo 2014. URL consultato il 4 marzo 2014.
  7. ^ Ucraina: la Crimea chiede di unirsi alla Russia, referendum il 16 marzo
  8. ^ Geograficamente parte della Crimea, ma da essa amministrativamente separata in quanto città a statuto speciale.
  9. ^ La tragedia dimenticata degli italiani di Crimea, su corriere.it, 27 gennaio 2012. URL consultato il 24 febbraio 2014.

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

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