Classe Milano

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La classe "Milano" è stata una classe di tre piroscafi (Milano, Torino e Genova), poi riclassificati motonavi, in servizio sul Lago Maggiore[1] .

Classe Milano
Descrizione generale
Tipopiroscafo lacuale
Numero unità3
Impostazione1904
Destino finaledemolite all'inizio degli anni duemila
Caratteristiche generali
Dislocamento182
Stazza lorda240 tsl
Lunghezza43,16 m
Propulsionemotore a nafta MTU da 420 CV
Velocità25 km/h nodi
Passeggeri500 teorici, limitata a 350
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Caratteristiche

Le navi vennero costruite dai cantieri Odero di Sestri Ponente fra il 1903 ed il 1904[1], quando la navigazione a vapore sul lago andava a sparire; i piroscafi erano configurati "a mezzo salone" nel senso che la parte posteriore ospitava un salone, ribassato rispetto al ponte di prora, che occupava circa mezza nave[1]. A differenza delle unità similari in servizio sul lago, le ruote propulsive erano state sostituite da un'elica, garantendo una velocità di 24 km/h con un motore MTU da 420 CV[1]. Potevano trasportare teoricamente 500 passeggeri, di cui 290 seduti all'aperto, 100 seduti al coperto e 210 in piedi, ma per questi esisteva una limitazione a 60 posti, per cui la capienza certificata era di 350 passeggeri[1]. Le sovrastrutture centrali erano ad un solo piano (con ai lati finti tamburi per le inesistenti ruote, caratteristica estetica condivisa da parecchi piroscafi a elica dell'epoca in servizio sui laghi), rotonda di prua, salone ribassato a poppa, ponte di coperta (a prua e a poppa) scoperto. L'alto fumaiolo era posto a centro nave; vi erano infine due alberi. Gli arredi erano stati posti in opera dalla società Lariana e comprendevano "divani di velluto damascato a spalliera alta, colonne di bronzo sormontate da ricchi fogliami, pure di bronzo, da cui sbucano come corolle le lampade elettriche"[1].

Storia

 
Il Genova a Luino. La nave a destra è il piroscafo Regina Madre

Le unità furono gli ultimi piroscafi ad entrare in servizio sul Lago Maggiore, costruite dai cantieri "Bacigalupo" di Genova per conto della Società Anonima "Innocente Mangilli - Impresa di Navigazione sul Lago Maggiore".

Il primo fu il Milano, collaudato il 12 agosto 1912; poi fu la volta del Torino, il 22 febbraio 1913; per ultimo il Genova, il 25 aprile 1914.

Con il passaggio alla "Società Subalpina di Imprese Ferroviarie" (1923) le unità ebbero lo scafo ridipinto in nero. Ritenuti validi, ed essendo anche i battelli più recenti della flotta, vennero salvati dalle demolizioni degli anni Venti e se ne pianificò la trasformazione in motonavi, cosa che però non avvenne.

Queste unità furono protagoniste, loro malgrado, degli attacchi aerei angloamericani dell'autunno 1944.

Il 25 settembre 1944 un gruppo di cacciabombardieri, dopo aver sganciato un grappolo di bombe ad Intra, sorprese il Genova, proveniente da Pallanza, davanti a Baveno, mitragliandolo ripetutamente. Con 34 morti (fra cui il comandante Edoardo Fornara), il timoniere riuscì ad accostare e sbarcare i feriti, poi il battello in fiamme andò alla deriva sino allo scoppio delle caldaie, si rovesciò ed affondò (il relitto è ancora sul fondale).

Nel pomeriggio, come se non bastasse, il Torino venne mitragliato e affondato al pontile di Luino, questa volta senza vittime.

Il 26 settembre 1944 il Milano in rotta Laveno-Intra venne attaccato e mitragliato da 6 velivoli angloamericani; in fiamme, il natante venne condotto sino alla Villa Ermitaggio di Pallanza, ove vennero sbarcati i superstiti. Perirono fra gli altri il capitano Antonio Colombo, il marinaio Giovanni Tarazza ed il fuochista Giuseppe Colombara. Ufficialmente le vittime furono 26 (12 civili e 14 militi della RSI), ma alcune fonti affermano che probabilmente furono di più. Nel pomeriggio le corde che trattenevano legato agli alberi il relitto annerito del Milano si ruppero, ed il battello andò alla deriva sino a 250 metri da Punta Castagnola, si spezzò in due e affondò (il relitto, a 235 metri di profondità, è stato rinvenuto da una ricerca dei Vigili del Fuoco nel 2007).

Nel 1945, essendo ormai irrecuperabili gli altri due piroscafi, venne recuperato il relitto del Torino, affondato in acque basse. Venne sostituito il motore trasformandolo in una motonave e ricostruite le sovrastrutture, con aspetto più moderno, sebbene contraddistinto dalla plancia rialzata. Un successivo rimodernamento del 1969 ha dato al Torino l'aspetto attuale, che lo rende molto simile alle altre motonavi anni '50. Il natante è tuttora in servizio.

Bibliografia

  • Navigazione Lago Maggiore e centenario del piroscafo Piemonte, Le guide-libro di Scenari.