Microtus savii

specie di roditore della famiglia Cricetidae

L'arvicola di Savi (Microtus savii de Selys-Longchamps, 1838) è un piccolo roditore della famiglia dei Cricetidi, diffuso prevalentemente in Italia[1].

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Arvicola di Savi
Immagine di Microtus savii mancante
Stato di conservazione
Rischio minimo
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
PhylumChordata
ClasseMammalia
SottoclasseTheria
InfraclasseEutheria
SuperordineEuarchontoglires
(clade)Glires
OrdineRodentia
SottordineMyomorpha
SuperfamigliaMuroidea
FamigliaCricetidae
SottofamigliaArvicolinae
GenereMicrotus
SottogenereTerricola
SpecieM. savii
Nomenclatura binomiale
Microtus savii
de Selys-Longchamps, 1838
Sottospecie
  • M. savii savii
  • M. savii nebrodensis
  • M. savii tolfetanus
  • M. savii niethammericus

Descrizione

È un roditore di piccola taglia, dal corpo abbastanza tozzo, lungo 82–85 mm, con un peso di 15-32g. La sua pelliccia, densa e soffice, è di colore bruno chiaro, tendente al grigio nella zona ventrale. Alcuni esemplari possono presentare una striscia verticale bianca sulla parte ventrale del corpo.

Gli occhi e le orecchie sono piccoli e parzialmente nascosti dal fitto pelo. Le zampe sono dotate di unghie robuste, adatte allo scavo. La coda, nera e glabra, è lunga 2–3 cm.

E' riconoscibile dalle altre specie di arvicole in quanto presenta una zampa con 5 polpastrelli.

Distribuzione e habitat

L'arvicola di Savi è diffusa in quasi tutta la penisola italiana (eccettuato il Nord-Est) e in Sicilia. Assente in Sardegna[2]. Presenze marginali sono segnalate anche nella Svizzera meridionale e nel sud-est della Francia.

Vive dal livello del mare sino a 2000 m di altitudine.

Biologia

È una specie terricola, con abitudini fossoriali, trascorre cioè buona parte del suo tempo in complessi sistemi di cunicoli sotterranei da cui tuttavia esce frequentemente per la ricerca di cibo e acqua. E' solita usare tane e cunicoli in condivisione con tapla europaea, apodemus sylvaticus e crocidura leucodon.

È attiva soprattutto nelle ore diurne.

Alimentazione

Ha una dieta strettamente vegetariana: si nutre essenzialmente di semi, tuberi, bulbi, rizomi e cortecce.
Può provocare seri danni alle coltivazioni agricole.

Riproduzione

La maturità sessuale è raggiunta all'età di 3 mesi.
È una specie abbastanza prolifica: la stagione riproduttiva, che va da aprile ad ottobre,sembra trovare un picco nel mese di aprile e nel mese di settembre; la femmina può dare vita sino a 20 cuccioli, in 4-5 nidiate di 2-4 piccoli per volta. I piccoli vengono partoriti in camere sotterranee imbottite con erba e muschio.

Predatori

Tra i suoi predatori si annoverano mammiferi carnivori come la volpe e la donnola, uccelli rapaci sia notturni (Strigiformes) che diurni (Falconiformes), serpenti. In alcuni casi di pericolo , le femmine,anche se non sono le madri, possono spostare i cuccioli in un posto più sicuro.

Sistematica

Ne sono note 4 sottospecie[3]:

  • Microtus savii savii de Sélys-Longchamps, 1838 - diffusa nell'intera penisola
  • Microtus savii nebrodensis Minà Palumbo, 1868 - endemica della Sicilia
  • Microtus savii tolfetanus Contoli, 2003 - endemica dei Monti della Tolfa
  • Microtus savii niethammericus Contoli, 2003 - endemica del Gargano

Conservazione

È una specie molto comune, che non presenta particolari problemi di conservazione.
La IUCN red list la classifica come specie a basso rischio di estinzione[4].

Note

  1. ^ (EN) D.E. Wilson e D.M. Reeder, Microtus savii, in Mammal Species of the World. A Taxonomic and Geographic Reference, 3ª ed., Johns Hopkins University Press, 2005, ISBN 0-8018-8221-4.
  2. ^ Spagnesi M., De Marinis A.M. (a cura di), Mammiferi d'Italia - Quad. Cons. Natura n.14 (PDF), Ministero dell'Ambiente - Istituto Nazionale Fauna Selvatica, 2002.
  3. ^ Contoli, L, On subspecific taxonomy of "Microtus savii" (Rodentia, Arvicolidae), in Hystrix Italian Journal of Mammalogy 2003; 14(1-2): 107-111.
  4. ^ (EN) Amori, G. 1996, Microtus savii, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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