Rete autostradale italiana

insieme di autostrade presenti in Italia

La rete autostrada]]le italiana, è la rete delle autostrade presenti nel territorio della Repubblica ITaliana.

Al 2014 aveva una estensione di Errore in {{M}}: parametro 2 non è un numero valido.[1] con una densità di 22,4 km di autostrada ogni mille km quadrati di superficie di territorio italiano[2].

Le autostrade italiane sono gestite perlopiù da società concessionarie. Dal 1º ottobre 2012 l'ente concedente è il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e non più ANAS[3] e sono in maggioranza (5773,4 km al 2009[4]) soggette al pagamento di pedaggio.

Al 31 dicembre 2013 1817,2 km della rete autostradale erano a tre corsie di marcia per carreggiata, 77,5 km erano a quattro corsie di marcia per carreggiata, 136,6 km della rete era interessata da lavori di ampliamento, mentre erano in costruzione 173,2 ;km di nuovi tratti autostradali a pedaggio.[5]

Alla rete autostradale vanno aggiunti i raccordi autostradali (identificati dalla sigla RA) che presentano i segnali di inizio e fine autostrada (dei 418 km di raccordi autostradali 277 km sono classificati come autostrada). I raccordi autostradali classificati come autostrada non sono considerati nei precedenti dati ma sono segnalati nella seguente cartina.

Storia

Il termine autostrada venne utilizzato per la prima volta in un documento ufficiale del 1922 in cui l'ingegnere Piero Puricelli presentava il progetto dell'autostrada dei Laghi; con quel termine indicava quelle strade caratterizzate da un percorso rettilineo (per quanto possibile), senza ostacoli, caratterizzate da un'alta velocità raggiungibile, percorribili dai soli veicoli a motore (autoveicoli, da qui il nome) finalizzate al trasporto rapido di merci e uomini[6].

Il termine usato nella lingua italiana influì anche, per la definizione dello specifico tipo di infrastruttura, su altre lingue europee, sia con il mantenimento dello stesso termine invariato sia con l'uso di traduzioni pressoché letterali dei due distinti termini "auto" e "strada".

 
Inaugurazione della Milano-Varese, 21 settembre 1924

L'elaborazione del progetto di strade riservate al traffico veloce delle auto, con il pagamento di un pedaggio per coprire le spese di costruzione e di gestione, fu nel 1922 dell'ingegnere italiano Piero Puricelli.[7] Un'idea davvero avveniristica, perché le auto in circolazione a quell'epoca erano poche. Nel 1923 circolavano complessivamente sulle strade italiane 84 687 autoveicoli, di cui cinquantasettemila automobili, venticinquemila autocarri e 2 685 autobus.

Il 21 settembre del 1924 viene inaugurato a Lainate il primo tratto, da Milano a Varese, di quella che diverrà l'autostrada dei Laghi (attuali A8 e A9), prima autostrada realizzata in Italia.

La nuova strada era ad una sola corsia per senso di marcia, più che sufficienti per ospitare il passaggio delle poche decine di auto che vi circolavano ogni giorno. Non c'era un vero e proprio casello, ma il pagamento del pedaggio avveniva nell'area di servizio e sosta, che era obbligatoria.

Dal 1924 in avanti, a Lainate cominciarono ad arrivare tecnici da varie nazioni per studiare e copiare questa nuova strada veloce per auto, a pagamento. Era nata qui la "madre" di tutte le autostrade a pedaggio che hanno poi invaso il mondo.

Tuttavia la prima definizione normativa risale solo al 1933 con il regio decreto n. 1740 del 1933 che definiva le autostrade come strade riservate ai soli autoveicoli[8].

Sotto il punto di vista temporale, nel mondo l'autostrada dei Laghi è stata preceduta solo dall'AVUS berlinese, progettata nel 1909 e inaugurata nel 1921, ma con caratteristiche in parte diverse e per questo motivo il primato è conteso. Nel 1926 il V Congresso Mondiale della Strada tenutosi a Milano certifica che la prima autostrada aperta al mondo è l'Autolaghi.

Nel 1927 viene aperta l'autostrada Milano-Bergamo (parte dell'attuale A4) la cui società concessionaria è di Piero Puricelli. L'anno successivo viene aperta l'autostrada Roma-Lido declassata negli anni 60 come strada statale 8, viene fondata la società Autovie Venete, la società Autostrada Brescia - Verona - Vicenza - Padova e il Consorzio Nazionale per le Autostrade. Sempre nel 1928 l'AASS (l'attuale ANAS) si prende carico, per legge, della vigilanza sulle concessioni autostradali.

Le concessionarie delle autostrade aperte nel 1929 (la Napoli-Pompei, l'attuale A3) e nel 1931 (la Brescia-Bergamo, l'attuale A4) erano sotto il controllo dell'AASS. Entro il 1941 l'AASS gestisce direttamente queste autostrade a causa di difficoltà finanziarie.

Nel 1932 viene aperta la tratta Torino-Milano.

Nel 1933 vengono aperte l'autostrada Firenze-Mare (l'attuale A11) e l'autostrada Padova-Venezia.

Nel 1935, dopo 3 anni di lavori, viene aperta la Genova-Serravalle-Scrivia (l'attuale A7) sotto gestione diretta dell'AASS. Il pedaggio fissato per le merci è elevato per non penalizzare la ferrovia.

 
Antonio Segni inaugura l'autostrada del Sole, il 4 ottobre 1964, a bordo della Lancia Flaminia 335 presidenziale.

Nel 1939 viene approvata la costruzione dell'autostrada Genova-Savona (l'attuale A10), la prima che doveva essere realizzata direttamente dall'AASS. Il progetto è dall'ufficio tecnico dell'impresa Puricelli dell’IRI.

Nel 1941 tutte le autostrade sono gestite dall'AASS tranne la Napoli-Pompei, la Torino-Milano e la Padova-Venezia.

Il d. lgs. 17 aprile 1948, n. 547 definisce le autostrade quelle vie di comunicazione riservate al transito a pagamento degli autoveicoli, costruite ed esercitate dall'A.N.A.S. o da privati, con o senza contributi dello Stato[9].

Nel 1955 viene promulgata la legge Romita che prevedeva che la rete autostradale dovesse essere presente in tutte le regioni, iniziano i lavori della Genova-Savona e iniziano i raddoppi delle autostrade a singola carreggiata con la legge di finanziamento n. 1328/1955.

La legge 59 del 1961 definisce le autostrade quelle vie di comunicazione esclusivamente riservate al transito selezionato, di norma a pagamento, degli autoveicoli e dei motoveicoli, prive di attraversamenti a raso o comunque non custoditi, le quali siano riconosciute come tali con decreto del Ministro per i lavori pubblici.[10]

Con la legge Zaccagnini (n. 729) del 1961 vengono affidate alla società Autostrade tutte le autostrade precedentemente gestite dallo Stato tramite l'ex AASS. La società Autostrade deve però costruire l'autostrada Adriatica (l'A14), la Napoli-Canosa (l'A16) e la Caserta-Salerno (l'A30). Con la stessa legge si prevede la costruzione dei raccordi autostradali.

Negli anni sessanta l'autostrada Roma-Lido viene declassata a strada statale[11].

Sempre negli anni sessanta vengono introdotte le prime casse automatiche per il pagamento del pedaggio solo con monete.[12]

Nel 1964 viene completata l'A1 Milano-Roma, la prima a doppia carreggiata.

Nel 1968 e nel 1971 vengono promulgate 4 leggi (l. n. 360/1968, l. n. 382/1968, l. n. 385/1968 e l. n. 287/1971) per salvare le società concessionarie colpite da una crisi finanziaria.

Negli anni settanta il GRA viene classificato come autostrada.

Nel 1973 viene aperto un primo tratto autostradale in Sicilia (l'A18).

 
Il passante di Mestre

Nel 1975 viene promulgata la legge 492 (in vigore fino agli anni 2000) che prevede il blocco delle costruzioni autostradali a causa della crisi petrolifera.

Dal 1981 vengono sostituiti i biglietti per il pagamento del pedaggio con perforazione meccanica con biglietti con banda magnetica.[12]

Continuano intanto i lavori per la costruzione delle altre autostrade che compongono l'attuale rete.

Nel 1984 si inizia a diffondere la Viacard seguita negli anni successivi dal Telepass.

Nel 1999 iniziano i lavori dell'ammodernamento, tuttora in corso, dell'autostrada A3.

Nel 2000 la società Autostrade viene privatizzata.[11]

Nel 2001, con il raddoppio dell'A6, tutte le autostrade sono a doppia carreggiata.

Nel 2009 viene aperto il passante di Mestre (classificato come A4) gestito da una società mista ANAS-Regione Veneto, la CAV.

La legge finanziaria approvata nel 2010 (decreto legge 31 maggio 2010, n. 78, Misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica) prevede che tutti i 13 raccordi autostradali e tutte le autostrade gestite dall'ANAS siano soggette al pagamento del pedaggio entro il 30 aprile 2011 con il sistema free-flow.[13]

Gestori

Le autostrade sono gestite o dall'ANAS o da società firmatarie di convenzioni con l'ANAS stesso.

L'ANAS controllava fino a settembre 2012 l'operato delle società concessionarie tramite l'IVCA ('Ispettorato di Vigilanza sulle concessioni autostradali) dotato di una struttura organizzativa autonoma. A partire dal 1° ottobre 2012 le funzioni sono state poi trasferite al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.[14]

La società che gestisce più km di autostrade è Autostrade per l'Italia. Le altre società sono[15]:

 
L'A22 nei pressi di Rovereto

Nel 2009 l'intero settore ha generato un fatturato di 5 250 milioni di euro (di cui 4 600 milioni di euro di pedaggi). Il 50% del fatturato è stato destinato a investimenti e manutenzioni.[4]

Pedaggio

  Lo stesso argomento in dettaglio: Pedaggio.
 
Una barriera italiana.

Nelle autostrade italiane il pedaggio si applica alla quasi totalità delle autostrade non gestite dall'ANAS.

La riscossione del pedaggio autostradale si gestisce principalmente in due modi o attraverso il sistema autostradale chiuso o attraverso il sistema autostradale aperto.[16]

Sistema autostradale chiuso

Il sistema autostradale chiuso è applicato alla maggior parte delle autostrade italiane. Prevede che il conducente (non munito del sistema di pagamento elettronico Telepass) del veicolo ritiri un apposito biglietto all'ingresso dell'autostrada e paghi l'importo dovuto all'uscita. Se muniti del sistema Telepass le due procedure sono completamente automatiche e il conducente nei portali elettronici di rilevamento posti negli ingressi e nelle uscite dalle autostrade soggette a pagamento del pedaggio deve solo procedere alla velocità massima di 30 km/h senza la necessità di fermarsi.

 
Il segnale stradale posto in prossimità delle barriere e dei caselli

L'importo è direttamente proporzionale alla distanza percorsa dal veicolo, al coefficiente della sua classe e a un coefficiente variabile da autostrada ad autostrada, detto tariffa chilometrica.
La classe del veicolo[17] è contraddistinta da lettere e numeri:

  • A – autoveicoli a due assi con altezza al primo asse sino a 130 cm rispetto al piano stradale (motociclette), autovetture)
  • B – autoveicoli a due assi, con altezza al primo asse maggiore di 130 cm rispetto al piano stradale (alcuni tipi di autovetture, campers, piccoli autocarri, bus)
  • 3 – autoveicoli a tre assi (autocarri, autotreni con tre assi complessive, autoarticolati, autovetture trainanti rimorchi o roulottes, ecc.)
  • 4 – autoveicoli a quattro assi
  • 5 – autoveicoli con cinque o più assi

La tariffa chilometrica[18] è impostata autonomamente (entro certi limiti) dalla società concessionaria dell'autostrada. Tiene conto delle caratteristiche del percorso (i tratti su terreno pianeggiante in genere costano meno, quelli in aree montuose di più in quanto la manutenzione delle infrastrutture, come viadotti e gallerie, ha un peso maggiore) e dei km delle rampe di accelerazione e di decelerazione degli svincoli presenti lungo il tratto. Inoltre generalmente il pedaggio tiene conto dei tratti autostradali liberi prima e dopo il casello costruiti e gestiti dal gestore.[16]

Se si attraversano tratti autostradali gestiti da società diverse il pedaggio viene richiesto comunque solo all'uscita. Gli introiti sono poi distribuiti alle varie società in base ad accordi tra le concessionarie.

Sistema autostradale aperto

Il sistema autostradale aperto è meno diffuso del sistema chiuso. È applicato sull'Autostrada dei Laghi, sulle tangenziali di Milano (A50, A51 e A52), sulle tangenziali Nord e Sud di Torino (A55), sull'A3 nel tratto Napoli - Pompei - Salerno (a gestione Autostrade meridionali), sull'A12 nel tratto Roma - Civitavecchia, sull'A32, sull'A33 nel tratto Asti-Alba, sull'A1 diramazione Nord tra Settebagni e Fiano Romano e sull'A24 tra Settecamini e Lunghezza.

A differenza del sistema autostradale chiuso, nel sistema aperto l'utente della strada non paga in base alla distanza percorsa. Sul percorso sono disposte barriere autostradali (comunque non in ogni svincolo), in corrispondenza delle quali l'utente paga una somma fissa, dipendente solo dalla classe del veicolo.

L'utente quindi può percorrere tratti dell'autostrada senza pagare nessun pedaggio in quanto le barriere possono non essere presenti nel tratto percorso.

Eccezioni

La Tangenziale di Napoli e il primo tratto della A3 (da Napoli a Salerno) sono autostrade a pedaggio, che è riscosso tramite un metodo che si può considerare derivato dal sistema aperto. Il pedaggio si paga all'ingresso (A3) o all'uscita (Tangenziale di Napoli) degli svincoli ed è fisso, a prescindere dalla distanza percorsa dall'utente (o che egli ha intenzione di percorrere). Diversamente dal sistema autostradale aperto quindi il pedaggio è riscosso sempre in quanto le barriere e le stazioni sono presenti in tutti gli svincoli.

Limiti di velocità

 
Segnale di limite massimo di velocità generale

Il limite massimo di velocità in autostrada è pari a 130 (salvo diversa indicazione ma comunque non superiore). In caso di precipitazioni atmosferiche il limite di velocità non può essere superiore ai 110 km/h.[19] In caso di nebbia (ma solo dove è presente il segnale di limite massimo di velocità 50 km/h integrato dal pannello integrativo recante la scritta in caso di nebbia; negli altri casi il guidatore deve comunque adeguare la velocità) il limite massimo è pari a 50 km/h. I neopatentati in Italia devono rispettare per tre anni dal conseguimento della patente il limite di 100 km/h.

Alcune categorie di veicoli hanno limiti specifici[20]:

  • per gli autoveicoli che trasportano merci pericolose (esplosive) il limite massimo è pari a 50 km/h
  • per i mezzi d'opera a pieno carico il limite massimo è pari a 60 km/h
  • per i quadricicli, gli autotreni, gli autoarticolati, gli autosnodati, gli autoveicoli trainanti un caravan o un rimorchio leggero (ad esempio per trasporto di imbarcazioni) e gli autoveicoli destinati al trasporto di cose od altri usi con massa complessiva superiore a 12 tonnellate il limite massimo è pari a 80 km/h
  • per gli autobus e i filobus (entrambi con massa complessiva superiore a 8 tonnellate) e gli autoveicoli destinati al trasporto di cose od altri usi con massa complessiva compresa tra le 3,5 tonnellate e le 12 il limite massimo è pari a 100 km/h.

Il Codice della Strada prevede[21] che in alcuni tratti autostradali il limite massimo possa essere elevato fino a 150 km/h in base ai seguenti criteri:

  • che l'autostrada sia a tre o più corsie più corsia d'emergenza per ogni senso di marcia;
  • caratteristiche progettuali ed effettive del tracciato;
  • l'intensità del traffico;
  • le condizioni atmosferiche prevalenti;
  • i dati di incidentalità dell'ultimo quinquennio;
  • la presenza del Tutor.[22]

Tuttavia, al 2013, nessuna tratta autostradale ha il limite massimo pari a 150 km/h.

I limiti di velocità prima del 1973 non sono noti.

Tra il 1973 ed il 1974 venne imposto un limite di velocità di 120 km/h, oltre che ad un divieto di circolare la domenica su tutte le strade, per far fronte alla crisi petrolifera.

Fino al 23 luglio del 1988 il limite di velocità sulle autostrade italiane era differenziato in base alla cilindrata:

  • 90 km/h per gli autoveicoli con cilindrata inferiore ai Errore in {{M}}: parametro 2 non è un numero valido.
  • 110 km/h per gli autoveicoli con cilindrata compresa tra i 600 cm³ e i 900 cm³
  • 130 km/h per gli autoveicoli con cilindrata compresa tra i 901 cm³ e i 1300 cm³
  • 140 km/h per gli autoveicoli con cilindrata superiore ai 1300 cm³

Successivamente, dal 24 luglio del 1988, i limiti di velocità sulle autostrade italiane vennero abbassati, dal ministro Enrico Ferri, a 110 km/h per gli autoveicoli con cilindrata superiore ai 600 cm³ mentre rimase fissato a 90 km/h per gli autoveicoli con cilindrata inferiore ai 599 cm³.[23] L'anno dopo, con la caduta del governo, la velocità massima per le autostrade fu portata a 130 km/h per gli autoveicoli con cilindrata superiore ai 1100 cm³ e a 110 km/h per gli autoveicoli con cilindrata inferiore ai 1100 cc[24][25].

Tutor

  Lo stesso argomento in dettaglio: SICVE.
 
Segnale di preavviso di controllo della velocità con sistema Tutor sulle autostrade italiane

Oltre alle classiche postazioni autovelox è stato installato in alcune tratte autostradali il sistema SICVE o Tutor.

Il SICVE (Sistema informativo per il controllo della velocità), detto anche Safety Tutor, è un sistema per la misurazione media della velocità dei veicoli introdotto nel 2004 inizialmente su alcuni tratti della rete di Autostrade per l'Italia.

A differenza del normale autovelox, che misura la velocità istantanea dei veicoli in una certa sezione stradale, il Tutor ne misura invece la velocità media tra due sezioni lontane anche diversi chilometri, in modo da fornire una misura attendibile ed incontestabile per rilevare le infrazioni, senza penalizzare chi supera il limite di velocità per brevi tratti come, ad esempio, durante un sorpasso.

Ad un anno dalla sua introduzione (avvenuta il 23 dicembre 2005[26]), sono stati riscontrati importanti benefici nella riduzione dell'incidentalità (-22%). Nel primo anno di utilizzo, il tasso di mortalità è diminuito del 50% e quello relativo ai feriti del 34% nei tratti in cui è installato il dispositivo.[27]

Restrizioni al transito e altri divieti

L'accesso alla rete autostradale è vietato alle seguenti categorie di veicoli:

  • velocipedi, ciclomotori, motocicli di cilindrata inferiore a 150 centimetri cubici se a motore termico e motocarrozzette di cilindrata inferiore a 250 cm³ se a motore termico;
  • altri motoveicoli di massa a vuoto fino a 400 kg o di massa complessiva fino a 1300 kg;
  • veicoli non muniti di pneumatici;
 
Segnale di preavviso di inizio autostrada dove vengono riportate alcune restrizioni. Il segnale di inizio autostrada invece non riporta la parte dedicata alle restrizioni:  . Il segnale di autostrada (riportato nei segnali di preselezione, preavviso e direzione) è uguale a quello di inizio autostrada ma altezza e larghezza sono diversi:  .
  • macchine agricole e macchine operatrici;
  • veicoli con carico disordinato e non solidamente assicurato o sporgente oltre i limiti consentiti;
  • veicoli a tenuta non stagna e con carico scoperto, se trasportano materie suscettibili di dispersione;
  • veicoli il cui carico o dimensioni superino i limiti previsti dagli articoli 61 e 62 [a riguardo della sagoma e della massa limite], ad eccezione dei casi previsti dall'art. 10 [a riguardo dei carichi eccezionali];
  • veicoli le cui condizioni di uso, equipaggiamento e gommatura possono costituire pericolo per la circolazione;
  • veicoli con carico non opportunamente sistemato e fissato.

La circolazione di pedoni e animali (se custoditi) è ammessa solo nelle aree di servizio e di sosta. I pedoni possono circolare anche nella corsia di emergenza solo per raggiungere una postazione di soccorso (ad esempio una colonnina SOS).

Oltre alle categorie sopraindicate possono esserci altre restrizioni al transito applicabili in specifici casi.

Nelle autostrade (comprese le corsie di emergenza, di accelerazione, decelerazione, ... ) è inoltre vietato:

  • trainare veicoli che non siano rimorchi;
  • richiedere o concedere passaggi;
  • svolgere attività commerciali o di propaganda sotto qualsiasi forma; esse sono consentite nelle aree di servizio o di parcheggio se autorizzate dall'ente proprietario;
  • campeggiare, salvo che nelle aree all'uopo destinate e per il periodo stabilito dall'ente proprietario o concessionario.

Nelle aree di servizio e di parcheggio i veicoli non possono rimanere in sosta per più di 24 ore ad eccezione delle aree di parcheggio di hotel autostradali (o esercizi commerciali assimilabili).[28]

Il soccorso stradale può essere effettuato solo da società autorizzate.

Caratteristiche

Affinché una strada sia classificata come autostrada, devono essere soddisfatte diverse condizioni geometriche e costruttive e queste seppur di base molto simili (ad esempio la larghezza delle corsie di marcia deve essere di 3,75 metri) non sono costanti: esistono norme tecnico-legali diverse per le autostrade costruite in ambito urbano o extraurbano[29].

Attualmente il Codice della strada italiano così definisce l'autostrada:

«strada extraurbana o urbana a carreggiate indipendenti o separate da spartitraffico invalicabile, ciascuna con almeno due corsie di marcia, eventuale banchina pavimentata a sinistra e corsia di emergenza o banchina pavimentata a destra, priva di intersezioni a raso e di accessi privati, dotata di recinzione e di sistemi di assistenza all'utente lungo l'intero tracciato, riservata alla circolazione di talune categorie di veicoli a motore e contraddistinta da appositi segnali di inizio e fine; deve essere attrezzata con apposite aree di servizio ed aree di parcheggio, entrambe con accessi dotati di corsie di decelerazione e di accelerazione

Queste caratteristiche possono però non essere rispettate (ad esempio nell'applicazione della corsia dinamica) in virtù delle deroghe previste dal Codice della Strada italiano stesso:

«allorquando particolari condizioni locali, ambientali, paesaggistiche, archeologiche ed economiche non ne consentono l'adeguamento, sempre che sia assicurata la sicurezza stradale e siano comunque evitati inquinamenti.»
«Nel caso in cui, [...], particolari condizioni locali, ambientali, paesaggistiche, archeologiche ed economiche non consentano il pieno rispetto delle presenti norme, possono essere adottate soluzioni progettuali diverse a condizione che le stesse siano supportate da specifiche analisi di sicurezza e previo parere favorevole del Consiglio superiore dei lavori pubblici per le autostrade, le strade extraurbane principali e le strade urbane di scorrimento, e del Provveditorato regionale alle opere pubbliche per le altre strade.»

In ogni caso alcuni standard sono applicati in tutte le autostrade di nuova costruzione. Ad esempio gli svincoli devono essere accessibili da rampe (corsia di accelerazione e decelerazione) scostate dal flusso principale di traffico, le carreggiate separate da spartitraffico continuo. Possono esserci semafori destinati solo alle emergenze, mentre i telefoni di emergenza (colonnine SOS) devono essere posizionati con una certa frequenza nelle piazzole per la sosta d'emergenza.

Inizio e fine di un'autostrada devono essere segnalati con appositi cartelli.

Nomenclatura

Le autostrade italiane seguono una numerazione unica, anche se gestite da diverse società concessionarie: sono tutte contrassegnate dalla lettera A (RA nel caso di 17 raccordi autostradali e T per i 3 trafori alpini internazionali) seguita da un numero (esistono due tipi di eccezioni: esistono autostrade con doppia numerazione, ad esempio A8/A26, e brevi autostrade denominate nel modo classico ma seguite dalla sigla dir che sta per diramazione, ad esempio A18dir). Pertanto un'autostrada con la stessa numerazione può essere gestita da diverse società concessionarie (ad esempio l'A23 è gestita per un tratto da Autovie Venete per il rimanente tratto da Autostrade per l'Italia).

Nei segnali stradali la sigla alfanumerica è racchiusa (non nel caso dei 17 raccordi) in un ottagono verde con la sigla bianca.

I numeri delle autostrade e dei trafori vengono attribuiti con circolare del Ministro dei Lavori Pubblici da pubblicare sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica.[32]

Numerazioni obsolete/riassegnate

  ex A2, ora A1 (Roma - Napoli)
  ex A4, ora A57 (Tangenziale di Mestre)
  ex A16, ora A12 (Roma - Civitavecchia)
  ex A17, ora A14 e A16 (Napoli - Bari)
  ex A18, ora A4/A5 (Ivrea - Santhià)
  ex A26, ora A4/A26 (Stroppiana - Santhià)

La rete

  Lo stesso argomento in dettaglio: Autostrade in Italia.

Strade extraurbane principali e superstrade

 
Segnale di preavviso di inizio strada extraurbana principale

La rete autostradale è integrata dalle strade extraurbane principali, strade a due carreggiate con almeno due corsie per senso di marcia. Rispetto alle autostrade, strade di questo tipo presentano alcune differenze di tipo tecnico (ad esempio la larghezza minima della banchina destra ma non delle corsie di marcia), il colore della segnaletica (sfondo blu anziché verde), il limite di velocità per le autovetture e i motocicli (110 km/h anziché 130 km/h), i raggi di curvatura, la presenza della corsia di emergenza, la presenza delle colonnine SOS. Le restrizioni al transito invece sono le medesime così come i segnali di inizio, di fine e di preavviso di inizio strada extraurbana principale sono uguali ai segnali di inizio, di fine e di preavviso di inizio autostrada con l'unica differenza del colore usato per lo sfondo, blu anziché verde. Infine nessuna strada extraurbana principale è soggetta al pagamento del pedaggio (ad eccezione della costruenda Pedemontana Veneta che sarà invece soggetta a pedaggio).

  Lo stesso argomento in dettaglio: Strada extraurbana principale.

Il termine superstrada è generico e comprende anche altri tipi di strade a due carreggiate.

  Lo stesso argomento in dettaglio: Superstrada § Superstrade in Italia.

Note

  1. ^ Fonte: [1]; sono esclusi tutti i 17 raccordi autostradali (RA)
  2. ^ Fonte: [2] Il dato è aggiornato al 2014 e non include nessuno dei 17 raccordi autostradali identificati dalla sigla RA
  3. ^ Anas S.p.A. - Le società concessionarie
  4. ^ a b http://www.stradeanas.it/index.php?/news/download/file/1617
  5. ^ untitled
  6. ^ Le prime autostrade su Strade ANAS
  7. ^ Anas S.p.A. - La rete stradale dalle origini all'Aass
  8. ^ Rapporto della Commissione Trasporti della Camera
  9. ^ § 93.9.13 - D.Lgs. 17 aprile 1948, n. 547. Modificazioni al decreto legislativo Presidenziale 27 giugno 1946, n. 38, concernente l'istituzione dell'Azienda nazionale autonoma...
  10. ^ *** Normattiva ***
  11. ^ a b http://www.stradeanas.it/index.php?/news/download/file/491
  12. ^ a b A pag. 154/155
  13. ^ Camera.it - Documenti - Temi dell'Attività parlamentare
  14. ^ Anas S.p.A. - Attività ispettive
  15. ^ AISCAT-mensile feb10
  16. ^ a b Come si calcola il pedaggio - Autostrade per l'Italia S.p.A
  17. ^ Classi del veicolo su www.aiscat.it
  18. ^ Calcolo del pedaggio
  19. ^ Art. 142 del Codice della Strada
  20. ^ Art. 142 Codice della Strada
  21. ^ All'art. 142
  22. ^ La direttiva
  23. ^ ESODO A VELOCITA' LIMITATA NESSUNO OLTRE I 110 ALL' ORA - Repubblica.it » Ricerca
  24. ^ 'VIA LIBERA AI 130' LA CAMERA AUMENTA I LIMITI DI VELOCITA' - Repubblica.it » Ricerca
  25. ^ Limiti di velocità: in autostrada a 150 km/l'ora- LASTAMPA.it
  26. ^ Il Tutor sulla pagina della Polizia Stradale
  27. ^ La prevenzione nella sicurezza stradale: risultati tutor primi 12 mesi, ing. Antonio Galatà, Autostrade per l'Italia
  28. ^ Art 175 Codice della Strada
  29. ^ a b Norme funzionali e geometriche per la costruzione delle strade previsto dal Codice della Strada.
  30. ^ Il decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285 (Codice della Strada).
  31. ^ Il decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285 (Codice della Strada).
  32. ^ Art. 129 del Regolamento di Attuazione del Codice della Strada in relazione all'articolo 39 del Codice della Strada

Voci correlate

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