Ho scritto la voce basandomi sulle introduzioni alle ultime due edizioni generali di Iperide a me conosciute (Marzi 1977 in italiano, Whitehead 2000 in inglese), su un importante studio critico (Bartolini 1977) e su due articoli successivi alla scoperta del Palinsesto di Archimede (Ucciardello 2009 e De Martinis 2012). Servono ancora alcuni aggiustamenti, anche e soprattutto nelle voci ancillari. Poi la voce potrebbe ambire ad un riconoscimento. --Epìdosis 22:36, 25 mag 2015 (CEST)[rispondi]

Revisori

Suggerimenti

Parti da sistemare

Attendo pareri e aiuto su questi punti, per cominciare.

  • Cercare se si possono reperire altre informazioni importanti riguardo alle teorie avanzate dopo la scoperta del Palinsesto di Archimede; qualche spunto potrebbe essere reperibile qui (cercasi utente che conosca bene l'ungherese)
  • Allungare di molto l'incipit: bozza qui, modificate pure
Elementi utili: cenni biografici (in particolare l'antimacedonismo); attività da logografo (il primo avvocato secondo Schneider); passaggio all'ellenismo; complessa tradizione delle orazioni. --Epìdosis 10:31, 26 mag 2015 (CEST)[rispondi]
  • Valutare se e dove inserire più accuratamente la storia dei papiri
  • Valutare l'organizzazione dei paragrafi
  • Valutare quali altre immagini inserire
  • Valutare se inserire una citazione iniziale (in accordo con WP:CITIN)
  • Unire annotazioni uguali (se possibile)   Fatto
  • Riassumere nella voce un trafiletto sulla vicenda di Frine (dopo che Frine sarà stata sistemata)

Altri suggerimenti

Creo una nuova sezione per altre osservazioni. --Epìdosis 17:23, 28 mag 2015 (CEST)[rispondi]

  • Riguardo la data di nascita, bisogna 1) vedere se ci sono anche altri studiosi che hanno sostenuto queste due teorie e raggrupparli in modo sequenziale per anno in due blocchi (come ho iniziato a fare) 2) domanda cattiva: siamo sicuri che quanti hanno ripreso le teorie precedenti a David Malcolm Lewis avessero un'argomentazione a loro favore? Sarebbe interessante indicarle, assieme all'anno in cui le due teorie iniziali vennero formulate. --L'inesprimibilenulla 20:49, 12 giu 2015 (CEST)[rispondi]
Bartolini, come ho scritto più sotto, dice solo che Lewis ha ragione; Marzi, p. 10: "l'anno della sua nascita, prima controverso, fu fissato con certezza da Reinach che trovò il nome di Iperìde nella lista dei dieteti (arbitri pubblici) della tribù Egeide per l'arcontato di Aristofonte (anno 330/329 a.C.). Poiché è noto da Aristotele che il dovere di fungere come dieteta era imposto ai cittadini che fossero nel sessantesimo anno di età, lo studioso francese ne dedusse che Iperìde nacque nell'anno 390/89 a.C."; Whitehead, p. 1: "H's birth date was 390/89, not 389/8". --Epìdosis 23:23, 12 giu 2015 (CEST)[rispondi]
Nota a margine: sarebbe di fondamentale importanza consultare Engels, che secondo Whitehead è la migliore biografia di Iperide in circolazione; allo stesso modo sarebbe interessante leggere Davies, che secondo Bartolini ricostruisce bene il patrimonio e la composizione della famiglia. Entrambi, purtroppo, non sono disponibili online gratis. --Epìdosis 23:30, 12 giu 2015 (CEST)[rispondi]
Reinach conteggiò basandosi su IG II2 1924, 11; di Lewis non so granché, dato che l'articolo non è liberamente accessibile, ma credo (mia supposizione) che abbia effettuato un conteggio diverso basandosi sulla stessa lapide. Citando Bartolini, p. 146: "L'anno di nascita è ricavabile invece da un'epigrafe (IG II2 1924, 11) in cui Iperide figlio di Glaucippo del demo di Collito compare fra i dieteti della tribù Egeide per l'anno 330/29 (arcontato di Aristofonte); poiché dieteti si diventava a 60 anni (Arist. Ath. Pol. 53, 4), l'anno di nascita deve essere il 389/88 (arcontato di Antipatro) come dimostra LEWIS (1955, p. 29), correggendo il calcolo di REINACH 1892, p. 250, che aveva proposto il 390/89". --Epìdosis 23:13, 12 giu 2015 (CEST)[rispondi]
Supponevo pure io... un conteggio diverso basandosi sulla stessa lapide... servirebbe una fonte. Appena posso torno, questi pochi giorni si stanno rivelando estremamente pieni di impegni --L'inesprimibilenulla 19:31, 17 giu 2015 (CEST)[rispondi]
  • Per le orazioni, si usa scrivere I. o quel punto è superfluo? Mi permetto di spostare un po' di materiale all'interno di quel paragrafo --L'inesprimibilenulla 19:47, 17 giu 2015 (CEST) [@ Epìdosis] Controlla che qui non abbia travisato il significato di qualcosa... --L'inesprimibilenulla 19:58, 17 giu 2015 (CEST) In particolare 1) non mi convincevano gli anni delle edizioni curate dai tre curatori, che erano diverse nel testo e nella bibliografia, per cui ho pensato di tenere per valida quest'ultima... e poi, perché ripeterli, ci sono già in biblio, se serve saperli si schiaccia sul wikilink. 2) Dato che i tre autori dicono la stessa cosa, ho pensato di unire. 3) E di non lasciare quel paragrafo sperduto in fondo 4) e poi si sa xke sulla base dello stesso testo (Suda) "alcuni" non precisati dicano 52 al posto di 56? Così suona e suonava nella voce, o sono autori diversi che si basano su testi diversi/hanno prodotto testi diversi/questi testi diversi non sono citati nella fonte? E se non è così, se tutti si basano sulla Suda, allora xke questa diversa lettura? Sulla base di che osservazioni? --L'inesprimibilenulla 20:02, 17 giu 2015 (CEST) 5) riprendendo da capo la numerazione delle orazioni nn si rischia ambiguità, tipo, se dico, orazione II quale intendo? O si usa fare così/la fonte fa così? --L'inesprimibilenulla 20:04, 17 giu 2015 (CEST) 6) poi volevo domandarti se esiste una differenza precisa tra i termini orazione e discorso... a me non sembra, anche consultando un po' di dizionari in linea e cartacei, ma mi pare che in quella sezione discorso sia stato usato x indicare "pezzi" di orazione pronunciati in diversi momenti... teniamo questa distinzione? Se sì, esiste un'attestazione di vocabolario? (pongo i problemi, poi mi attiverò io stesso per cercare una risposta, è solo x fare un promemoria della cose da fare) --L'inesprimibilenulla 20:10, 17 giu 2015 (CEST) 7) lascia un po' spiazzati quel (?) a fianco alle orazioni, si può spiegare già lì magari con una nota cosa significa? Grazie --L'inesprimibilenulla 20:11, 17 giu 2015 (CEST)[rispondi]
Provo a rispondere per punti: il "." dopo il numero romano dell'orazione è superfluo, ma in questo caso, per ricalcare esattamente Marzi, lo terrei; 1) le date non erano difformi rispetto a quelle della bibliografia, mi sembra interessante tenerle per dare delle coordinate temporali dell'edizione generale di riferimento e dell'unica edizione generale italiana (nel testo si trovano più facilmente); 2) OK; 3) OK; 4) la Suda scrive 56, ma Meursius e Bernhardy (ho precisato l'"alcuni") ritenevano che il testo fosse corrotto e che la versione corretta fosse 52 (un tentativo di far combaciare la Suda collo Pseudo-Plutarco: ho precisato nella voce); 5) Jensen numerò così, per motivi ignoti; Marzi (p. 58) critica la numerazione dello Jensen, ma dato che essa è quella usata come standard la segue e parla di "male minore"; 6) non saprei: nel corpo della voce puoi notare che ho usato "discorso", così come Marzi usa "discorso" nei titoli delle orazioni, mentre ho usato "orazione" per indicare delle orazioni giunte fino a noi; proporrei di uniformare tutta la voce a un'unica forma, direi "orazione", eliminando le occorrenze di "discorso"; 7) sistemato. --Epìdosis 21:19, 17 giu 2015 (CEST)[rispondi]
[@ Epìdosis] Io userei più orazione, ovviamente nei casi come "Di questi discorsi, 5 (le orazioni IX, XV, XVIII, XXI e XLIV)" meglio evitare la ripetizione e usare ambo le forme. Quindi uniformiamo sistematicamente a orazione? Secondo me, la distinzione tra i due concetti nelle definizioni da te sopra espressi c'è, e sarebbe carino renderla, ma 1) bisogna che ci sia un'attestazione di questa interpretazione che vada oltre quello che dice l'autore e comunque un punto dove l'autore chiarisce bene questo concetto 2) come fare nei casi come quello sopra, dove ci troviamo di fronte a un'orazione IX che viene definita ora orazione ora discorso (con queste due parole come depositarie di significati diversi)? Quindi un'uniformazione sui due termini mi pare difficile, direi di uniformare tutto a una forma, quella che preferisco è orazione. Prima di farlo, sentirei anche [@ Libens libenter] --L'inesprimibilenulla 08:48, 18 giu 2015 (CEST)[rispondi]

Voci ancillari da creare o migliorare

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