Presbytis thomasi

specie di animali della famiglia Cercopithecidae
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Il presbite di Thomas (Presbytis thomasi (Collett, 1893)) è un primate della famiglia dei Cercopitecidi[1].

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Presbite di Thomas
Stato di conservazione
Vulnerabile
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
SottoregnoEumetazoa
RamoBilateria
SuperphylumDeuterostomia
PhylumChordata
SubphylumVertebrata
InfraphylumGnathostomata
SuperclasseTetrapoda
ClasseMammalia
SottoclasseTheria
InfraclasseEutheria
SuperordineEuarchontoglires
(clade)Euarchonta
OrdinePrimates
SottordineHaplorrhini
InfraordineSimiiformes
ParvordineCatarrhini
SuperfamigliaCercopithecoidea
FamigliaCercopithecidae
SottofamigliaColobinae
TribùPresbytini
GenerePresbytis
SpecieP. thomasi
Nomenclatura binomiale
Presbytis thomasi
(Collett, 1893)
Sinonimi

Presbytis nubilus

Distribuzione

Questi animali sono endemici dell'isola indonesiana di Sumatra, della quale abitano la punta settentrionale, in particolare si concentrano nella provincia di Aceh: colonizzano le foreste secche tropicali e subtropicali, estendendo a volte il proprio areale alle piantagioni di caucciù.

Descrizione

Si può dire che questi animali siano senz'altro una fra le specie di Presbytis più arcaiche: pesano all'incirca 7 kg, possiedono coda e zampe posteriori più lunghe del corpo, hanno un dimorfismo sessuale appena accennato.
Il pelo è grigio metallico sulla parte dorsale del corpo e biancastro in quella ventrale, con la gola di colore bianco candido. Le aree di pelle nuda (faccia, mani) sono nere, così come la testa. Sulla fronte, dall'attaccatura del pelo della testa partono due strisce bianche che si dipartono a forma di "V" sulla calotta cranica, che possiede un vistoso ciuffo di pelo argenteo. Attorno agli occhi possiede una mascherina di colore grigio-violaceo.

Biologia

Si tratta di animali arboricoli e diurni, che sporadicamente scendono anche al suolo per cercare il cibo: hanno dei picchi di attività nel primo mattino e di sera, mentre nelle ore centrali della giornata riposano all'ombra.
Vivono in gruppi di una decina di animali, comprendenti un unico maschio e numerose femmine e cuccioli: non è raro trovare gruppi formati unicamente da maschi, generalmente giovani cacciati dal proprio gruppo dopo la maturità sessuale e non ancora in grado di crearsi un proprio harem. Fra le femmine di un gruppo vige una rigida gerarchia, che si traduce nella priorità o meno di nutrirsi da una fonte di cibo. Ciascun gruppo delimita un proprio territorio che viene difeso strenuamente da eventuali intrusi: le zone di confine dei vari territori, tuttavia, spesso si sovrappongono.
Qualora un nuovo maschio riesca a sconfiggere il maschio dominante di un gruppo, automaticamente ne prende possesso e commette l'infanticidio, al fine di potersi accoppiare nuovamente con le femmine e generare una prole propria. Per evitare questo, spesso quando c'è un cambio di gestione del gruppo molte femmine lasciano il gruppo stesso: questo comportamento previene inoltre un'eccessiva crescita numerica del branco, che si tramuterebbe in una maggiore difficoltà nel trovare cibo sufficiente al sostentamento di tutti i suoi membri.

Alimentazione

Si tratta di animali erbivori, che si nutrono principalmente di foglie ma, alla bisogna, non disdegnano di consumare anche fiori, semi e frutti. Quando scendono al suolo, mangiano anche funghi e piccoli animali, come insetti ed altri invertebrati.

Riproduzione

Il maschio si accoppia con tutte le femmine del proprio gruppo, durante il loro periodo di estro: dopo sei mesi di gestazione, le femmina mette al mondo generalmente un unico cucciolo, che ha il pelo bianco. Il piccolo viene svezzato attorno all'anno d'età e diviene maturo sessualmente attorno ai 4-5 anni. A questo punto, i maschi (ma spesso anche le femmine) lasciano il proprio gruppo natio, per andare a far parte di un nuovo gruppo (se femmine), o tentare di crearne uno proprio (se maschi).

Conservazione

Presbytis thomasi è classificata nella IUCN red list come specie vulnerabile[2].

Note

  1. ^ (EN) Colin Groves, Presbytis thomasi, in D.E. Wilson e D.M. Reeder (a cura di), Mammal Species of the World. A Taxonomic and Geographic Reference, 3ª ed., Johns Hopkins University Press, 2005, 172, ISBN 0-8018-8221-4.
  2. ^ (EN) Supriatna, J. & Mittermeier, R.A. 2008, Presbytis thomasi, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020..

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