Utente:Monozigote/Sandbox3
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La parola Shekhinah (leggi: sce-chi-nà – in ebraico שְׁכִינָה?; in arabo السكينة?) è una traslitterazione del sostantivo ebraico femminile singolare שכינה , reso talvolta dagli omofoni Shechinah, Shekina, Shechina, Schechinah. La sua etimologia è connessa al verbo שכנ (sciakhàn), dimorare, e può essere resa letteralmente come "dimora", "abitazione".[2]
All'interno della tradizione biblica e teologica ebraica indica la presenza fisica di Dio o YHWH (il Signore, appellativo con cui ci si riferisce alla divinità, altrimenti impronunciabile).[3]
Di Shekhinah si parla, in particolare, relativamente a:
- la tenda del convegno costruita da Mosè durante il soggiorno di 40 anni del popolo ebraico nel deserto (XIII secolo a.C.), narrato nel Libro dell'Esodo;
- il Tempio di Gerusalemme, costruito da Salomone nel X secolo a.C.;
- le manifestazioni epifaniche di Dio ai suoi fedeli.
Etimologia
Shekhinah deriva dal verbo ebraico שכן. La radice semitica letteralmente significa stabilirsi, abitare, o dimorare. Il nome astratto non ricorre nel Tanakh (Bibbia ebraica) e lo si incontra per la prima volta nella letteratura rabbinica.[4] L'etimo viene spesso usato per riferirsi ai nidi d'uccello e alle nidificazioni.[5] e può anche significare "vicino/prossimo".[6]
La parola usata per "Tabernacolo", mishkan, è un derivato della stessa radice ed è usato nel senso di "dimora" nella Bibbia, per esempio in Salmi 132:5[7] ("finché non trovi una sede [mishkanot] per il Signore, una dimora per il Potente di Israele.") e Numeri 24:5[8] ("Come sono belle le tue dimore, Israele" in cui la parola corrispondente a "tue dimore", traslitterata, è mishkenotecha). Di conseguenza, secondo il pensiero ebraico classico, la Shekhinah si riferisce ad una dimora o sede in senso speciale, una dimora o sede della presenza divina,[9] per cui, mentre si è in prossimità della Shekhinah, la connessione con Dio è più facilmente percepibile.
Il concetto è simile a quello del Vangelo di Matteo Matteo 18:20[10]:
Alcuni teologi cristiani collegano il concetto di Shekhinah al termine greco "Parousia", "presenza" o "arrivo", che viene usato nel Nuovo Testamento in modo simile a "presenza divina".[11]
Significato nell'ebraismo
Alcuni considerano la Shekhinah come rappresentazione degli attributi femminili della presenza divina (dato che Shekhinah è un sostantivo di genere femminile in ebraico), basandosi specialmente su letture del Talmud.[12]
Manifestazione
La Shekhinah viene citata in tutta la letteratura rabbinica come manifesta nel Tabernacolo e nel Tempio di Gerusalemme. La si considera presente in atti di preghiera pubblica. Nella Mishnah il nome viene usato due volte: una volta da Rabbi Haninah ben Teradion (ca. 135): "Ae due sono assisi insieme e si scambiano parole della Torah, allora la Shekinah è tra loro"; e da Rabbi Halafta ben Dosa: "Se dieci uomini si siedono insieme e si occupano della Legge, la Shekinah dimora tra loro."[4] Anche nel Talmud Sanhedrin 39a si legge: "Ogniqualvolta dieci [persone] si riuniscono a pregare, allora la Shekinah si manifesta"; connota inoltre un retto giudizio ("quando tre siedono in qualità di giudici, la Shekinah è tra loro", Talmud Trattato Berachot 6a), ed una necessità personale ("La Shekinah dimora al capezzale dell'uomo infermo", Talmud Trattato Shabbat 12b; "Ovunque vennero esiliati, la Shekinah andò con loro", Talmud Trattato Megillah 29a).
Assenza del Tempio
Il Talmud espone una Baraita (tradizione orale) il Kohen Gadol (Sommo sacerdote) deve aspergere il sangue dell'offerta del toro sul Parochet (Velo del Tempio) che separa l'Echal (santuario) dal Kodesh Hakodashim (Santo dei Santi):[13]
- Un certo Sadduceo disse a Rabbi Chanina: Ora [che siete stati esiliati], sarete certamente impuri, poiché sta scritto: "La sua impurità è [visibile] nei lembi della sua veste." (Lamentazioni 1:9). Egli [Rabbi Chanina] gli rispose: Vieni a vedere cosa sta scritto su di loro: [La Tenda del convegno] che si trova fra di loro, in mezzo alle loro impurità. Anche quando sono impuri, la presenza divina sta tra loro.»
Fonti ebraiche
Bibbia ebraica
Il nome shekhina non ricorre nella Bibbia ebraica, sebbene vi si trovi il verbo shakan e altri termini dalla radice škn. Il sostantivo non compare neanche nella letteratura pre-rabbinica, come per esempio nei Rotoli del Mar Morto. Solo in seguito, nei targum e nella letteratura rabbinica, appare il termine ebraico shekinah, o l'equivalente aramaico shekinta, diventando poi estremamente comune.[14] Il biblista Martin McNamara ritiene che l'assenza porti alla conclusione che il termine si sia originato solo dopo la distruzione del Tempio di Gerusalemme nel 70, ma cita 2 Maccabei 14:35[15]: "Tu, Signore... Ti sei compiaciuto di porre il tempio della Tua abitazione in mezzo a noi", in cui il testo greco (naon tes skenoseos) implica una possibile interpretazione parallela, e dove il sostantivo greco skenosis potrebbe collegarsi all'aramaico shekinta.[16]
Targum
Nel Targum l'aggiunta del termine sostantivo Shekhinah parafrasa espressioni verbali in ebraico come Esodo 34:9[17]: "venga il Signore in mezzo a noi" (espressione verbale di presenza) che il Targum parafrasa con la "shekhinah" di Dio (forma sostantiva).[18] Nell'era post-templare l'uso del termine Shekhinah potrebbe fornire una soluzione al problema di Dio onnipresente e quindi non dimorante in nessun luogo specifico.[19]
Talmud
Il Talmud dice anche che "la Shekinah scende sull'uomo non attraverso la tristezza, né nella pigrizia, né in frivolezza, né per parlare, né tra futili chiacchiere, ma solo tramite questioni di gioia in relazione ad un precetto, poiché è detto, Ma ora conducetemi un suonatore. E avvenne che, mentre il suonatore arpeggiava, la mano dell'Eterno fu sopra di lui." (2 Re 3:15[20] Shabbat (Talmud) 30b)[21]
La Shekhinah è associata allo spirito trasformativo di Dio considerato come fonte di profezia:
Allora lo Spirito del Signore ti investirà e profetizzerai con loro, e sarai cambiato in un altro uomo. » ( 1Samuele 10:5-6, su laparola.net.)
I profeti fecero molti riferimenti a visioni della presenza di Dio, particolarmente nel contesto del Tabernacolo o del Tempio, con figure come troni o tuniche che riempivano il Santuario, tradizionalmente attribuiti alla presenza della Shekhinah. Isaia scrisse: "Io vidi il Signore seduto su un trono alto ed elevato; i lembi del suo manto riempivano il Tempi" (Isaia 6:1[22]). Geremia implorò: "Non disonorare il trono della tua gloria" (Geremia 14:21[23]) e si riferì a "Trono di gloria, eccelso fin dal principio, è il luogo del nostro santuario" (Geremia 17:12[24]). Il Libro di Ezechiele parla della "gloria del Dio d'Israele era là [nel Santuario], simile alla visione che avevo visto nella pianura" (Ezechiele 8:4[25]).[26]
Significato nell'ebraismo chassidico
L'ebraismo chassidico considera la Cabala, in cui la Shekhinah ha un'importanza speciale, come una Scrittura autorevole e da studiare con attenzione. La parola Matronit (lat. Matronita, matrona) viene usata per rappresentare tale considerazione: il mito centrale della Cabala, e parte integrante dello Chassidismo, narra che Adamo, quando divenne un essere senziente dopo la sua creazione, "iniziò a contemplare i mondi fisici e spirituali in cui si trovava, commettendo poi quel grave peccato che ha segnato ineluttabilmente l'esistenza dell'essere umano....
Quando, nel corso della storia, si formò il Popolo di Israele, la Shekhinah, Matronit divina di Dio, divenne in modo mistico la Madre di Israele e anche la personificazione nell'Alto della Comunità di Israele. Fintanto che esisteva il Tempio di Gerusalemme, esso serviva da sacra sala matrimoniale in cui, ogni mezzanotte, Dio il Re e la Sua sposa, la Matronit-Shekhinah, celebravano la loro gioiosa unione coniugale. Una descrizione particolareggiata viene data da fonti zohariche.... L'amplesso d'amore tra il Re e la Sua Regina, la Shekhinah, assicurava il benessere non solo di Israele ma di tutto il mondo."»
La Sposa dello Shabbat
Questo tema ricorrente è meglio conosciuto tramite gli scritti e le canzoni del leggendario mistico del XVI secolo, Rabbi Isaac Luria. Qui appresso una citazione stralciata dall'inizio di un suo famoso inno allo Shabbat:[28]
Canto in inni
per accedere alle porte
del Campo
delle mele sacre.
Una nuova tavola
per Lei prepariamo,
un bel candelabro
la sua luce su di noi riverbera.
Tra destra e sinistra
la Sposa si avvicina,
in santi gioielli
ed abiti festivi...
Un paragrafo dello Zohar riporta: "Si deve preparare un comodo seggio con molti cuscini e coperte ricamate, da tutto ciò che si trova in casa, come si preparasse un baldacchino per la sposa. Poiché Shabbat è regina e sposa. Ecco perché i maestri della Mishnah solevano uscire alla vigilia dello Shabbat per riceverla in strada, e usavano dire: Vieni, O sposa, vieni, O sposa! E si deve quindi cantare e rallegrarsi alla tavola in suo onore... Si deve ricevere la Signora accendendo molte candele, con molta gioia, bei vestiti, e la casa abbellita da tanti ornamenti..."[29]
La tradizione della Shekhinah quale Sposa dello Shabbat, la Shabbat Kallah, continua a tutt'oggi.[30]
Preghiere ebraiche
La diciassettesima benedizione della preghiera quotidiana Amidah , recitata durante i servizi liturgici ortodossi, conservatori e riformati è "Benedetto sei Tu, O Dio, che fai ritornare la Tua Presenza (shekinato) a Sion."
Il libro di preghiere (Siddur) dell'ebraismo liberale nel Regno Unito, durante Rosh Hashanah e Yom Kippur (Machzor Ruach Chadashah) contiene una preghiera speciale basata su Avinu Malkeinu (Padre Nostro, Nostro Re), in cui il sostantivo femminile Shekhinah è usato per evidenziare la neutralità di genere.[31]
Canzone yiddish
Il concetto della Shekhinah viene anche associato al concetto dello Spirito Santo (Ruach haQodesh) nella tradizione ebraica, come si constata nella canzone yiddish: Vel ich, sh'chine tsu dir kummen – "Da te io, Shekinah, verrò".[32]
Cristianesimo
In aggiunta ai vari resoconti che indicano la presenza o gloria di Dio presenti nella Bibbia ebraica, molti cristiani reputano che la Shekhinah sia manifesta in varie occasioni nelle scritture neotestamentarie.
Il dizionario in pubblico dominio Easton's Bible Dictionary, pubblicato nel 1897 dal presibiteriano scozzese M. G. Easton (1823-1894),[33] riporta:
È probabile che, dopo l'entrata in Canaan, questa nube di gloria si posasse nel Tabernacolo sull'Arca dell'Alleanza, luogo più santo. Tuttavia non si hanno riferimenti particolari in merito, fino alla consacrazione del Tempio di Salomone, quando colmò della sua gloria l'intera dimora, cosicché i sacerdoti non poterono rimanervi per compiere il servizio (1 Re 8:10–13[37]; 2 Cronache 5:13,14;7:1–3[38]). Probabilmente risiedette nel primo tempio, nel Santo dei Santi, come simbolo della presenza di Jehovah – fintanto che il tempio fu in esistenza. Dopo scomparve.»
Riferimenti alla Shekhinah nel cristianesimo spesso interpretano la presenza e la gloria di Dio come sinonimi,[40] come illustra il seguente versetto tratto da Esodo:
Apocrifi e Nuovo Testamento
Poiché la Shekhinah è luce, quei passi degli Apocrifi e del Nuovo Testamento che citano splendore, e che nel testo greco viene reso con δόξα, si riferiscono alla Shekhinah, non essendoci altro equivalente greco della parola in questione. Pertanto, secondo Luca Luca 2:9[41], "la gloria del Signore [δόζα Ḳυρίου] risplendette intorno a loro" (si confronti 2 Pietro 1:17[42]; Efesini 1:6[43]; 2 Corinzi 4:6[44]); inoltre si suppone che in Giovanni 1:14[45] e Apocalisse 21:3[46] le parole σκηνοῦν e σκηνή fossero state scelte espressamente per significare la Shekinah. L'idea che Dio dimori nell'essere umano e che questi sia il Suo tempio (per esempio, Colossesi 2:9[47]; 2 Corinzi 6:16[48]; Giovanni 14:23[49]) è meramente un concetto più realistico della Shekhinah che "viene a posarsi" sull'essere umano.[2]
Signore
Spirito
La Shekhinah nel Nuovo Testamento è comunemente equiparata alla presenza o dimora dello "Spirito del Signore" (generalmente indicato come Spirito Santo, o "Spirito di Cristo") nel credente, facendo paralleli con la presenza di Dio nel Tempio di Salomone. In contrasto con l'Antico Testamento, dove il Santo dei Santi significava la presenza di Dio, dal Nuovo Testamento in poi, è lo Spirito Santo che evoca la costante presenza di Dio. Inoltre, nello stesso modo in cui la Shekhinah è collegata alla profezia nell'ebraismo, così lo è nel cristianesimo:
Gloria
Nei punti in cui vengono fatti riferimenti alla Shekhinah come manifestazione della gloria del Signore associata alla sua presenza, i cristiani trovano numerosi riscontri nel Nuovo Testamento sia in forme letterali (come nel succitato Luca 2:9[50] che fa riferimento alla "gloria del Signore" che avvolge di luce i pastori alla nascita di Gesù)[51] sia in forme spirituali (come in Giovanni 17:22[52], dove Gesù parla di Dio dicendo "la gloria che tu hai dato a me, io l'ho data a loro").[53] Si rileva un contrapposto nel Libro di Samuele, in cui si afferma che a Ichabod, che significa "inglorioso" («Se n'è andata lungi da Israele la gloria») fu dato tale nome perché era nato nel giorno che l'Arca dell'Alleanza fu catturata dai Filistei: "La gloria si è allontanata da Israele" (1 Samuele 4:22[54]).
Presenza divina
Islam
La Shekhinah, in arabo سكينة? sakīnah, viene citata sei volte nel Quran, nei capitoli 2, 9 e 48.[55]
L'Imam di Cordova Al-Qurtubi (1214-1273 nella sua rinomata esegesi afferma che, nel suddetto versetto secondo Wahb ibn Munabbih, Sakinah è uno spirito emanato da Dio che parla e, nel caso degli Israeliti, quando alcuni erano in disaccordo riguardo ad una questione, tale spirito veniva a chiarire la situazione, ed era inoltre causa di vittorie nelle guerre. Secondo Ali ibn Abi Talib, "Sakinah è un dolce vento, una brezza, il cui volto è come volto umano". Mujahid asserisce che "quando Sakinah mirava un nemico, questi veniva sconfitto", e ibn Atiyyah parla dell'Arca dell'Alleanza (at-Tabut), con cui era associata la Sakinah, sostenendo che le anime lì trovavano pace, calore, amicizia e forza.[56]
Il giurista Muslim ibn al-Hajjaj (817–870) nel suo Sahih Muslim, dice che un certo uomo (durante il tempo di Maometto), stava recitando la sura al-Kahf dal Quran vicino al suo cavallo legato ad un palo, e mentre recitava, una nube lo avvolse, che roteava e decresceva, la cui vista fece imbizzarrire e saltare il cavallo, cosicché quando venne il mattino, l'uomo andò da Maometto e lo informò dell'accaduto, per cui Maometto rispose che era stata la Sakinah a discendere a motivo del Corano.[57]
Secondo le tradizioni sunnite, quando Maometto era perseguitato alla Mecca e venne per lui il tempo di emigrare a Madinah (Medina), si rifugiò temporaneamente presso il suo compagno Abū Bakr nella grotta di Thawr. Mentre si nascondevano dai Mekkani che li cercavano, fu a Thawr che Dio fece discendere la Sua sakina su entrambi, proteggendoli dai loro nemici.[58] Secondo il sufismo, fu a Thawr che Abū Bakr venne benedetto coi segreti divini la cui trasmissione alle successive generazioni formò il percorso Naqshbandiyya del sufismo stesso. Fu questa esperienza che fece affermare al secondo califfo Umar (581-644) che "tutto il bene che Umar ha fatto non potrà mai equivalere alla sola virtù di Abū Bakr quale compagno di Maometto alla grotta di Thawr".[59]
Il nipote di Maometto, al-Husayn ibn Ali, chiamò una delle sue figlie "Sakina". Morì tragicamente in un carcere siriano durante la prigionia della famiglia di al-Husayn, composta più che altro da donne e bambini, che avevano sopravvissuto alla Battaglia di Kerbela. Sakina fu la prima persona nella storia dell'Islam ad essere chiamata con tale nome. È correntemente un nome femminile popolare nella maggior parte delle culture islamiche.[60][61]
Studi contemporanei
Raphael Patai
In the work by anthropologist Raphael Patai entitled The Hebrew Goddess, the author argues that the term Shekinah refers to a goddess by comparing and contrasting scriptural and medieval Jewish Kabbalistic source materials. Patai draws a historic distinction between the Shekinah and the Matronit.
In the bestselling thriller The Torah Codes by Ezra Barany, the storyline refers to the Shekinah as a goddess and one of the characters is even named Patai. In the appendix are essays by Rabbi Shefa Gold, Zvi Bellin, and Tania Schweig about the Shekinah.[62]
Religione comparativa
- The Qur'an mentions the Sakina, or Tranquility, referring to God's blessing of solace and succour upon both the Children of Israel and Muhammad. Interestingly, Sakina, or Sakina bint Husayn, was also the name of the youngest female child of Husayn ibn Ali, ostensibly the first girl in recorded history to be given the name.
- "Shekinah", often in plural, is also present in some gnostic writings written in Aramaic, such as the writings of the Manichaeans and the Mandaeans, as well as others. In these writings, shekinas are described as hidden aspects of God, somewhat resembling the Amahrāspandan of the Zoroastrians.[63]
Gustav Davidson
American poet Gustav Davidson listed Shekinah as an entry in his reference work A Dictionary of Angels, Including the Fallen Angels, (1967), stating that she is the female incarnation of Metatron.
Davidiani
Lois Roden, whom the original Davidiani (Branch Davidians in inglese), setta religiosa avventista, acknowledged as their teacher/prophet from 1978 to 1986, laid heavy emphasis on women's spirituality and the feminine aspect of God. She published a magazine, Shekinah, often rendered SHEkinah, in which she explored the concept that the Shekinah is the Holy Spirit. Articles from Shekinah are reprinted online at the Branch Davidian website.[64]
Note
- ^ Illustrazione da The Bible and Its Story Taught by One Thousand Picture Lessons, Charles F. Horne & Julius A. Bewer (curatori), 1908.
- ^ a b "Shekinah", voce dellaJewish Encyclopedia, articolo di Kaufmann Kohler, Ludwig Blau (1906).
- ^ (EN) Jewish Philosophy: An Historical Introduction, A&C Black, 2006, ISBN 978-0-8264-9244-9.
- ^ a b c Martin McNamara, Targum and Testament Revisited: Aramaic Paraphrases of the Hebrew Bible, Wm. B. Eerdmans Publishing, 2ª ed. 2010 pp. 148-149.
- ^ Cit. "Ciascun uccello nidifica [shekinot] con la sua specie, e l'essere umano col suo simile", Talmud Baba Kammah 92b.
- ^ "Se [devi scegliere tra] un vicino e uno studioso, preferisci lo studioso" Talmud Ketubot 85b.
- ^ Salmi 132:5, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
- ^ Numeri 24:5, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
- ^ Unterman, Alan, Rivka G. Horwitz, Joseph Dan, & Sharon Faye Koren, "Shekhinah", in M. Berenbaum & F. Skolnik (curatori), Encyclopaedia Judaica, 2ª ed., Vol. 18, Macmillan Reference, 2007, pp. 440-444.
- ^ Matteo 18:20, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
- ^ Neal DeRoo, John Panteleimon Manoussakis, Phenomenology and Eschatology: Not Yet in the Now By, Ashgate, 2009, p.27.
- ^ Ronald L. Eisenberg, The JPS Guide to Jewish Traditions, Jewish Publication Society, 2004. ISBN 0-8276-0760-1
- ^ Talmud Trattato Yoma 56b.
- ^ Martin McNamara, Targum and Testament Revisited: Aramaic Paraphrases of the Hebrew Bible, Wm. B. Eerdmans, 2010, p. 148: "Sebbene il verbo shakan e termini dalla radice škn appaiano nelle Scritture ebraiche, e sebbene il termine shekinah/shekinta sia estremamente comune nella letteratura rabbinica e nei targum, non ricorre mai nella letteratura pre-rabbinica."
- ^ 2Maccabei 14:35, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
- ^ McNamara, Targum and Testament Revisited, cit., 2010, p. 148.
- ^ Esodo 34:9, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
- ^ Paul V.M. Flesher, Bruce D. Chilton The Targums: A Critical Introduction, BRILL, 2011, p. 45: "Il primo comprende l'uso del termine Shekinah (.....) che viene solitamente utilizzato per parlare della presenza di Dio nel culto di Israele. Il testo ebraico di Esodo 34:9, per esempio, ha Mosè che prega: «venga il Signore in mezzo a noi» che il Targum ecc ..."
- ^ Carol A. Dray, Translation and Interpretation in the Targum to the Books of Kings, BRILL, 2006, p. 153: "L'uso del termine Shekinah, come è stato notato precedentemente, sembra fornire una soluzione al problema dell'onnipresenza di Dio e pertanto non dimorante in un solo luogo. Questa non è la sola occasione in cui i targumisti ci si riferiscono ecc..."
- ^ 2Re 3:15, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
- ^ Gershom Scholem, La figura mistica della divinità: Studi sui concetti fondamentali della Qabbalah, cur. Elisabetta Zevi, Adelphi (ediz. digitale), 2015, Cap. 3.
- ^ Isaia 6:1, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
- ^ Geremia 14:21, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
- ^ Geremia 17:12, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
- ^ Ezechiele 8:4, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
- ^ Si veda anche la voce merkavah.
- ^ Raphael Patai, The Hebrew Goddess, Cap. 4 "Matronit - The Goddess of Kabala", pp. 135-154, Wayne State University Press, 1990.
- ^ Libera traduzione dalla versione (EN) – cfr. anche Abraham Joshua Heschel, The Sabbath, Shambhala Library, 2003, Cap. 2.6.
- ^ Sullo Shabbat e la relativa preparazione a riceverlo, si veda "Shabbat" e "Shabbat - Heaven on Earth", su Aish.com; per le canzoni dello Shabat qui[1]
- ^ "Here Comes the Bride, No Stress in Sight", su Aish.com
- ^ (EN) (HE) Rabbini Dr. Andrew Goldstein & Dr. Charles H. Middleburgh (a cura di), Machzor Ruach Chadashah, Liberal Judaism (United Kingdom), 2003, p. 137.
- ^ Ruth Rubin, Voices of a people: the story of Yiddish folksong, University of Illinois Press, 1979, p. 234
- ^ Matthew George Easton (1823-1894) fu un predicatore e scrittore presibiteriano scozzese, noto soprattutto per aver compilato il dizionario biblico-enciclopedico Easton's Bible Dictionary, pubblicato tre anni dopo la sua morte.[2]
- ^ Esodo 14:20;40:34-38, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
- ^ Levitico 9:23,24, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
- ^ Numeri 14:10;16:19,42, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
- ^ 1Re 8:10–13, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
- ^ 2Cronache 5:13,14;7:1–3, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
- ^ "Shechinah", voce enciclopedica su ccel.org"
- ^ "The Shekinah", da Zechariah and Jewish Renewal: From Gloom to Glory di Fred P. Miller, Moellerhaus Books, 1992.
- ^ Luca 2:9, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
- ^ 2Pietro 1:17, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
- ^ Efesini 1:6, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
- ^ 2Corinzi 4:6, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
- ^ Giovanni 1:14, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
- ^ Apocalisse 21:3, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
- ^ Colossesi 2:9, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
- ^ 2Corinzi 6:16, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
- ^ Giovanni 14:23, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
- ^ Luca 2:9, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
- ^ "Acclamations of the Birth of Christ", di J. Hampton Keathley, III, Th.M., su bible.org URL consultato 23 settembre 2015
- ^ Giovanni 17:22, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
- ^ "The King of Glory", di Richard L. Strauss su bible.org URL consultato 23 settembre 2015
- ^ 1Samuele 4:22, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
- ^ 2/248 9/26, 9/40, 48/4, 48/18, 48/26.
- ^ Karen Armstrong afferma: "La sakinah... sembra correlarsi con la Shekhinah ebraica, il termine della presenza di Dio nel mondo" - si veda il suo Muhammad: A Biography of the Prophet, HarperOne, 1992, p. 224. ISBN 0-06-250014-7
- ^ (EN) Salahuddin `Ali Abdul Mawjood, The Biography of Imam Muslim bin al-Hajjaj, a cura di trad. da Abu Bakr Ibn Nasir, Riyadh, Darussalam, ISBN 9960988198.
- ^ "Uunderstanding the Four Madhhabs", di Abdal-Hakim Murad, su masud.co.uk/ISLAM.
- ^ "The Sufi Paradigm of Peace-Making", Mohammad Reza Rikhtehgaran, su INGCA.URL consultato 23 settembre 2015
- ^ "Al-Ḥusayn ibn ʿAlī", voce della Encyclopaedia Britannica Online.URL consultato 24 settembre 2015
- ^ Wilferd Madelung, The Succession to Muhammad: A Study of the Early Caliphate, Cambridge University Press, 1997, s.v. "Sakina".
- ^ Barany, Ezra. The Torah Codes. Dafkah Books, 2011, pp. 349–366.
- ^ Jonas, Hans, The Gnostic Religion, 1958, p. 98.
- ^ General Association of Branch Davidian Seventh-Day Adventists, page found 2010-09-14.
Bibliografia
- (EN) Monozigote/Sandbox3, in Jewish Encyclopedia, New York, Funk & Wagnalls, 1901-1906.
- Busi, Giulio. Simboli del pensiero ebraico, Torino, Einaudi, 1999
- Busi, Giulio & Loewenthal, Elena (curatori), Mistica ebraica, Torino, Einaudi, 1995
- Dennis, Geoffrey. The Encyclopedia of Jewish Myth, Magic, and Mysticism (Llewellyn Worldwide, 2007)
- Green, Arthur. Shekhinàh in Queste sono le parole, Firenze, Giuntina, 2002, pp. 61–62; e Sefiròt, ivi, pp. 56 – 59
- Idel, Moshe. Kabbalah: New Perspectives, Yale University Press, 1988 (trad. italiana Qabbalah. Nuove prospettive, Milano, Adelphi, n. ed. 2010)
- Scholem, Gershom. Jewish Gnosticism, Merkabah Mysticism, and Talmudic Tradition, Jewish Theological Seminary of America, 2ª ed., 1965
- _________ . Origins of the Kabbalah, Princeton University Press, 1991
- _________ . Von der mystischen Gestalt der Gottheit, Zurigo, 1962 (trad. inglese On the Mystical Shape of the Godhead, New York, 1991; trad. italiana La figura mistica della divinità: Studi sui concetti fondamentali della Qabbalah, Adelphi, 2010, Cap. 3)
- Solomon, Norman. Torah From Heaven. The Recostruction of Faith, Littman Library, 2012
Voci correlate
Collegamenti esterni
- (EN) "Hymn to the Sabbath" di Rabbi Isaac Luria, cabalista del XVI sec.
- (EN) "The Autiot of the Shekinah" del cabalista francese Carlo Suares (1892–1976)
- (EN) "Shekinah Retreat Centre", centro biblico mennonita, a Saskatchewan, (Canada)
- (EN) "Shekinah", voce della Jewish Encyclopedia (1906)]
- (EN) "The Worship of the Shekhinah in Early Kabbalah" di Tzahi Weiss, su academia.edu
- "La radice ebraica dello Spirito Santo" di Lea Sestrieri, su vatican.va
- "Dalla Shekinah alla Trinità", di Cristiana Dobner, su mondodomani.org (maggio 2011)