Porta Tiburtina
Porta Tiburtina o Porta San Lorenzo è una porta d'ingresso nelle Mura Aureliane di Roma, attraverso la quale la via Tiburtina esce dalla città.
Storia
La storia della porta inizia ben prima che le Mura Aureliane in cui è inserita fossero edificate. Augusto costruì infatti un arco in questo punto, dove si incontravano tre acquedotti, l'Aqua Marcia, l'Aqua Iulia e l'Aqua Tepula. Questo arco fu poi restaurato dagli imperatori Tito e Caracalla. Dalla Porta usciva la via Tiburtina ("via per Tivoli"), dalla quale si staccavano subito la via Collatina e un diverticulum ad lapicidinas vineae Quirini.
Tra il 270 e il 275 l'arco venne inglobato nelle Mura Aureliane: l'impeatore Aureliano ebbe necessità di fornire rapidamente delle mura difensive alla città, e ordinò di inglobare il più possibile nelle mura strutture già esistenti, anche per evitare di lasciarne fuori edifici che potessero essere usati da forze ostili.
Quando poi l'imperatore Onorio restaurò e rinforzò le mura (401), costruì una seconda struttura, posta esternamente alla prima. Sulla sommità furono aperte cinque piccole finestre, che illuminavano la camera da cui veniva manovrata la cancellata di chiusura della porta.[1] Probabilmente sostituì anche le torri semicircolari dell'epoca di Aureliano con quelle quadrate tutt'ora esistenti.[2]
A partire dall'ottavo secolo, la porta cambiò nome in Porta San Lorenzo, poiché subito dopo essere uscita dalla porta, la via Tiburtina portava alla basilica di San Lorenzo fuori le mura. Al tempo stesso, però, il popolo iniziò a chiamarla anche Capo de' Bove o Porta Taurina, per i bucrani che decorano l'arco di Augusto.[1]
La porta fece da palcoscenico alla Battaglia di Porta San Lorenzo (20 novembre 1347), in cui Cola di Rienzo ottenne una schiacciante vittoria contro i baroni, uccidendone il comandante Stefano Colonna.[1]
Porta
L'arco eretto da Augusto, che ora forma il lato interno della porta, reca tre iscrizioni. Quella superiore, in corrispondenza del canale della Aqua Iulia, risale al 5 a.C. e riporta:[3]
«Imperator Cesare Augusto, figlio del divino Giulio, pontefice massimo, console per la dodicesima volta, tribuno della plebe per la diciannovesima volta, imperator per la quattordicesima volta, restaurò le condutture di tutti gli acquedotti.»
Al centro, sulla conduttura dell'Aqua Tepula, si trova l'iscrizione risalente al restauro di Caracalla nel 212:
«Imperator Cesare Marco Aurelio Antonino Pio Felice Augusto, Parthicus Maximus, Britannicus Maximus, portò nella sua sacra città l'Aqua Marcia ostacolato da molti impedimenti, dopo aver ripulito la sorgente, tagliato e perforato montagne, restaurando il percorso e fornendo la nuova fonte Antoniniana[4]»
Sul canale inferiore, quello dell'Aqua Marcia, c'è l'iscrizione celebrante il restauro voluto da Tito nel 79:
«Imperator Tito Cesare Vespasiano Augusto, figlio del divino, pontefice massimo, tribuno della plebe per la nona volta, imperator, per la quindicesima volta, censore, console per la settima volta e designato per l'ottava, padre della patria, riparò le condutture dell'Aqua Marcia distrutte dal tempo, ripristinando l'acquedotto non più in uso»
Note
Bibliografia
- Platner, Samuel Ball, "Porta Tiburtina", A Topographical Dictionary of Ancient Rome, Oxford University Press, 1929.
- Quercioli, Mauro, Le mura e le porte di Roma, Newton & Compton Editori, Roma, 2005
- "Porta Tiburtina", Roma Segreta
Collegamenti esterni
- "Porta S. Lorenzo"
- Porzioni della Forma Urbis Romae di Rodolfo Lanciani raffiguranti la Porta Tiburtina e le sue immediate vicinanze