David Bowie

cantautore, polistrumentista e attore britannico (1947-2016)
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David Bowie
David Bowie nel 1975
NazionalitàRegno Unito (bandiera) Regno Unito
GenereGlam rock[1]
Art rock[1]
Rock sperimentale[1]
Rock progressivo[1]
Pop rock[1]
Dance rock[1]
Soul bianco[1]
Proto-punk[1]
New wave[1]
Periodo di attività musicale1962 – 2016
StrumentoVoce, chitarra, sassofono, pianoforte, basso, armonica, viola, violoncello, organo, tastiere, stilofono
Logo ufficiale
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[davidbowie.com Sito ufficiale]

David Bowie (IPA: /ˈdeɪvɪd ˈboʊ.i/)[2], pseudonimo di David Robert Jones (Londra, 8 gennaio 1947New York, 10 gennaio 2016[3]) è stato un cantautore, polistrumentista, attore, produttore discografico e pittore inglese.

La passione per la musica portò Bowie ad approcciarsi ad essa sin da giovanissimo, imparando a suonare il sassofono.[4] Dopo aver partecipato alla formazione di varie band, raggiunse il successo da solista nei primi anni settanta, attraversando cinque decenni di musica rock e conquistandosi la fama di inventore del glam rock.[5][6] La sua natura poliedrica e camaleontica lo portò a reinventare nel tempo il proprio stile e la propria immagine, creando numerosi alter ego, come Ziggy Stardust, Halloween Jack, The Thin White Duke o Nathan Adler.

Decisive si rivelarono le collaborazioni con Tony Visconti e Brian Eno, altro reduce dal glam rock dei primi settanta con i Roxy Music, con i quali instaurò una proficua e lunga amicizia che durò svariati anni.

Pur non essendo le sue attività principali, Bowie si dedicò anche alla pittura e al cinema. Recitò, ad esempio, in L'uomo che cadde sulla Terra, in Furyo, in Absolute Beginners, in Labyrinth, in Basquiat e in The Prestige.

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Firma di David Bowie

Nel 2008 fu inserito al 23º posto nella lista dei 100 migliori cantanti secondo Rollingstone[7]. Tra i suoi migliori brani la critica ha individuato Life on Mars?, Space Oddity, Starman e "Heroes".[8]

Dal 1992 Bowie era sposato con l'ex modella somala Iman Mohamed Abdulmajid, da cui nel 2000 ebbe una figlia, Alexandria Zahra "Lexie"; la coppia aveva anche un figlio ciascuno dai matrimoni precedenti: Duncan Zowie Haywood Jones, nato nel 1971 dal matrimonio di Bowie con Mary Angela Barnett, e Zulekha, nata dal precedente matrimonio di Iman.

Nel 2007 fu indicato dalla rivista Forbes come il quarto cantante più ricco al mondo.[9]

Biografia

Infanzia e adolescenza (1947-1961)

David Robert Jones nacque a Brixton l'8 gennaio 1947 da Margaret Mary Burns, cassiera presso un cinema, e Haywood Stenton Jones, da poco ritornato dal fronte.[10] All'età di sei anni si trasferì con la famiglia dalla casa natale di Stansfield Road in una nuova abitazione nel verde sobborgo di Plaistow Grove, a Bromley, nel Kent.[11] In questo periodo, la gioventù statunitense proiettava in tutto il mondo un intenso rinnovamento culturale e David mostrò subito un certo interesse per la musica che giungeva da oltreoceano: «Quando ero molto piccolo vidi ballare una mia cugina», racconterà in seguito, «ballava Hound Dog di Elvis e non l'avevo mai vista alzarsi e dimenarsi a quel modo per nessun'altra canzone. Il potere di quella musica mi colpì moltissimo».[12]

David manifestò il suo primo interesse alla musica sin dall'età scolastica, ascoltando dischi di Fats Domino e Little Richard, e coltivando un crescente interesse per il rhythm and blues, lo skiffle e il rock 'n' roll, oltre che per altre forme d'arte. Quando un insegnante gli chiese cosa volesse fare da grande, rispose di voler diventare l'Elvis britannico.[13]

 
Il Cane Hill Hospital nel borgo di Croydon. Quella che è stata la residenza forzata del fratellastro Terry dal 1970 fino al giorno del suicidio, avvenuto nel 1985, verrà evocata nel brano All the Madmen, contenuto nell'album The Man Who Sold the World

Un ruolo fondamentale nella formazione musicale di David lo svolse il fratellastro Terry Burns, nato nel 1937 da una precedente relazione della madre. «Terry è stato l'inizio di tutto, per me» raccontò Bowie anni dopo, «leggeva un sacco di scrittori beat e ascoltava jazzisti come John Coltrane e Eric Dolphy... mentre io frequentavo ancora la scuola, lui ogni sabato sera andava in centro a sentire il jazz in diversi locali... si faceva crescere i capelli e, a suo modo, era un ribelle... tutto questo ebbe una grande influenza su di me».[12]

Affetto da schizofrenia e confinato nel reparto psichiatrico del Cane Hill Hospital di Londra dagli anni settanta al 1985, anno in cui si tolse la vita gettandosi sotto un treno,[14][15] Terry continuò ad esercitare una notevole influenza su David e la sua figura fu di grande ispirazione per alcuni dei suoi lavori come l'album The Man Who Sold the World e, più o meno esplicitamente, per brani come The Bewlay Brothers del 1971 e Jump They Say del 1993.

Nel 1958, la crescente passione per la musica portò il giovanissimo David a cantare come corista nella chiesa di St. Mary a Bromley, insieme agli amici George Underwood e Geoffrey MacCormack.[12] Nello stesso anno, David divenne l'orgoglioso proprietario di un sassofono di plastica bianca con il quale cercò di imparare le canzoni di Little Richard. Per il Natale del 1959, a pochi giorni dal suo tredicesimo compleanno, ricevette in regalo dalla madre il suo primo vero sassofono e poco dopo cominciò a prendere lezioni dal sassofonista jazz Ronnie Ross, che viveva a Orpington.[16] «Il mio idolo al sassofono è sempre stato Ronnie Ross», dichiarò anni dopo, «così cercai il suo numero sull'elenco e gli chiesi se avesse potuto darmi delle lezioni». Ross accettò ma dopo le prime note di David il suo commento fu «Bisogna cominciare subito a lavorarci sopra, è una cosa maledettamente terribile!»[17] In seguito Ross avrebbe eseguito il celebre assolo di sax in Walk on the Wild Side di Lou Reed. «Per me il sassofono rappresentava la Beat Generation della West Coast», confesserà David in seguito, «quel periodo della cultura statunitense mi affascinava molto. Quello strumento divenne per me un emblema, un simbolo di libertà».[18] Un'altra esperienza formativa nell'educazione musicale di David fu rappresentata da un breve impiego nel negozio di dischi di Vic Furlong a Bromley, durante il quale restò affascinato dalla musica di James Brown, Ray Charles e Jackie Wilson, musicisti che all'epoca sul mercato inglese erano ancora marginali.[12] Questa sua passione portò presto David ad approcciarsi anche ad altri strumenti, arrivando nel tempo a padroneggiare anche la chitarra acustica, quella elettrica e il pianoforte.[19]

Nel 1960, all'inizio del suo terzo anno alla Bromley Technical High School, David entrò in un gruppo di studenti interessati all'arte e le sue preferenze creative furono incoraggiate da un insegnante, il progressista Owen Frampton[20]. In questo periodo David e George Underwood, il cui gruppo George and the Dragons si stava sciogliendo, discussero con un'altra band scolastica la possibilità di unirsi. Iniziò così l'avventura di David nel mondo della musica.

Gli anni pre-Deram (1962-1966)

  Lo stesso argomento in dettaglio: Biografia di David Bowie, 1962-1966.
«Volevo vedere e capire quello che capitava. La mia paura era di passare di fianco ad una nuova moda che stava per arrivare. Non desideravo nient'altro che locali. Ci andavo sia per l'esperienza sia per riempirmi le orecchie. Per il volume alto, per ascoltare Georgie Fame, per scoprire il jazz.»

A metà del 1962 David e George Underwood si unirono al trio chiamato The Kon-rads.[22] Il gruppo eseguì prevalentemente cover di canzoni da classifica e alla lunga questo divenne limitante per la fantasia musicale di David che cominciò a comporre suoi brani originali. È in questo periodo che George, durante un litigio a scuola a causa di una ragazza di nome Carol Goldsmith,[23] lo colpì con un pugno nell'occhio sinistro e, con l'anello che portava al dito, gli causò una midriasi traumatica cronica.[24] Il risultato più evidente di quel trauma fu che la pupilla dell'occhio sinistro rimase perennemente dilatata, caratterizzando per sempre il suo sguardo e lasciandolo con una permanente percezione alterata della profondità e della luce.[25][26]

Nell'agosto 1963, il manager della Decca Records Eric Easton invitò i Kon-rads per un'audizione dopo averli visti in concerto a Orpington: il gruppo decise di eseguire I Never Dreamed, brano che David aveva scritto basandosi sulla notizia di un incidente aereo e che rappresentò la sua prima registrazione in studio di cui si abbia notizia.[18] L'audizione non ebbe però buon esito e contribuì all'abbandono della band da parte di David e George.[27]

 
Il Marquee Club di Soho, dove il 15 maggio 1964 David e i King Bees si esibirono per la prima volta

I due formarono in seguito gli Hooker Brothers e in seguito i The King Bees, con cui David Jones, usando ancora il suo vero nome, incise il suo primo disco in assoluto, Liza Jane. Tuttavia, lo scarso successo del 45 giri decretò la fine della sua militanza nel gruppo e, nell'agosto del 1964, si unì ai Manish Boys, già attivi da quattro anni nella cosiddetta Medway scene. In questo periodo David concesse la sua prima intervista televisiva e all'inizio del 1965 i Manish Boys incisero I Pity the Fool, che non ricevette però beneficio né dall'apparizione televisiva né dalla pubblicità che ne derivò.[28]

Poco tempo dopo David si trovò già alla guida di un'altra band, i The Lower Third, con i quali pubblicò You've Got a Habit of Leaving in agosto e Can't Help Thinking About Me all'inizio del 1966 ma non prima di aver ingaggiato Ralph Horton come primo manager e di aver adottato ufficialmente il nome d'arte "David Bowie", per evitare di essere confuso con Davy Jones dei Monkees; pare che egli scelse il nome "Bowie" ispirandosi all'omonimo coltello americano dalla lama affilata e capace di tagliare su entrambi i lati.[29][30]

A seguito di ripetute incomprensioni David lasciò i The Lower Third ed entrò a far parte dei The Buzz, con i quali incise Do Anything You Say, I Dig Everything, Rubber Band ma questa volta i 45 giri vennero accreditati al solo David Bowie, evitando così gli equivoci passati a proposito del ruolo degli altri musicisti. I risultati in termini commerciali furono nuovamente scarsi, tuttavia il nuovo manager Kenneth Pitt ottenne un contratto con la Deram Records ma i The Buzz si erano già sciolti, malgrado David abbia continuato a partecipare alle registrazioni dell'album di debutto "Rubbeer Band" del 1967.

Alla fine dell'anno David scrisse anche una canzone per l'attore e cantante inglese Paul Nicholas, Over the Wall We Go, alla quale contribuì anche con i cori e nel giugno 1967 divenne il terzo singolo di Oscar, il nome d'arte usato da Paul Nicholas.[31][32]

Space Oddity e i primi successi (1967-1969)

  Lo stesso argomento in dettaglio: David Bowie (album 1967) e Space Oddity.
 
Bowie nel 1967

Sempre più orientato verso una carriera da solista, nel 1967 David fece parte di più formazioni sporadiche e con i Riot Squad incise Little Toy Soldier, bizzarra canzone a tema sadomasochistico con evidenti richiami a Venus in Furs dei Velvet Underground.[33] In questo brano la decadenza della composizione di Lou Reed lasciò il posto a un'atmosfera da music hall arricchita da schiamazzi, colpi di tosse, molle scricchiolanti, esplosioni e altri rumori opera dell'ingegnere del suono e futuro produttore di Space Oddity Gus Dudgeon.[33][34] [35][33]</ref>[36][37]

Nell'aprile successivo uscì il nuovo 45 giri, The Laughing Gnome definita da Roy Carr e Charles Shaar Murray di New Musical Express «senza dubbio l'esempio più imbarazzante dei iuvenalia di Bowie»,[38] e dal biografo David Buckley «completamente stupida, anche se perversamente accattivante».[38]

Malgrado lo scarso successo nel giugno del 1967 uscì il suo primo album, intitolato semplicemente David Bowie e nel frattempo vennero registrate altre tracce per la Deram Records che però le respinse tutte categoricamente[39] poiché il successo dell'album non si rivelò quello sperato, nonostante alcune critiche positive[40] che destarono l'attenzione dell'attore e mimo Lindsay Kemp, che in seguito affermò «[...] l'ho ascoltato fino a consumarlo.»[41]

Nell'autunno dello stesso anno furono registrate Let Me Sleep Beside You e Karma Man e, anche se la Deram Records rifiutò di pubblicarle come 45 giri, la prima delle due rappresentò l'inizio di una delle collaborazioni fondamentali di Bowie, quella con Tony Visconti. David entrò in contatto con il giovane produttore newyorchese tramite il manager Kenneth Pitt e con lui continuò a collaborare, facendolo diventare uno dei colleghi più preziosi e con il quale ottenne significativi riconoscimenti in futuro.

In questo stesso periodo ebbe inizio anche l'esperienza cinematografica di Bowie con la partecipazione al cortometraggio di Michael Armstrong The Image. Riparlandone nel 1983, il cantante lo descrisse come «[...] roba d'avanguardia underground in bianco e nero, fatta da un certo tizio... Voleva fare un film su un pittore che fa un ritratto ad un teenager ma il ritratto prende vita e, in pratica, si scopre che è il cadavere di qualcuno. Non ricordo bene la trama... era terribile».[42]

Dopo l'esecuzione di Love You Till Tuesday nel programma televisivo olandese Fanclub e l'esibizione allo Stage Ball di Londra, ballo di beneficenza per la British Heart Foundation dove cantò accompagnato dalla Bill Saville Orchestra, il 18 dicembre fu il giorno della prima sessione BBC per il programma radiofonico Top Gear di John Peel, nella quale Bowie fu accompagnato dai sedici elementi della Arthur Greenslade Orchestra. Inoltre il 28 dicembre del 1967 alla Playhouse di Oxford si concluse una prima serie di fortunate repliche dello spettacolo Pierrot in Turquoise imperniato su un triangolo amoroso tra Pierrot, Colombina e Arlecchino. Il ruolo di Cloud, interpretato da David, fu quello di una sorta di personaggio-narratore i cui continui mutamenti erano impegnati a illudere e ingannare lo sfortunato protagonista. Durante lo spettacolo interpretò When I Live My Dream e Sell Me a Coat, insieme a tre composizioni scritte appositamente per l'occasione, Threepenny Pierrot, Columbine e The Mirror, tutte accompagnate al piano da Michael Garrett. L'Oxford Mail scrisse: «David Bowie ha composto alcune affascinanti canzoni, che canta con una splendida voce da sogno», pur trovando che lo spettacolo nel suo insieme «riesce solamente ad accennare alle verità universali che Marcel Marceau riesce ad esprimere».[43]