David Bowie
David Bowie | |
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Nazionalità | ![]() |
Genere | Glam rock[1] Art rock[1] Rock sperimentale[1] Rock progressivo[1] Pop rock[1] Dance rock[1] Soul bianco[1] Proto-punk[1] New wave[1] |
Periodo di attività musicale | 1962 – 2016 |
Strumento | Voce, chitarra, sassofono, pianoforte, basso, armonica, viola, violoncello, organo, tastiere, stilofono |
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[davidbowie.com Sito ufficiale] | |
David Bowie (IPA: /ˈdeɪvɪd ˈboʊ.i/)[2], pseudonimo di David Robert Jones (Londra, 8 gennaio 1947 – New York, 10 gennaio 2016[3]) è stato un cantautore, polistrumentista, attore, produttore discografico e pittore inglese.
La passione per la musica portò Bowie ad approcciarsi ad essa sin da giovanissimo, imparando a suonare il sassofono.[4] Dopo aver partecipato alla formazione di varie band, raggiunse il successo da solista nei primi anni settanta, attraversando cinque decenni di musica rock e conquistandosi la fama di inventore del glam rock.[5][6] La sua natura poliedrica e camaleontica lo portò a reinventare nel tempo il proprio stile e la propria immagine, creando numerosi alter ego, come Ziggy Stardust, Halloween Jack, The Thin White Duke o Nathan Adler.
Decisive si rivelarono le collaborazioni con Tony Visconti e Brian Eno, altro reduce dal glam rock dei primi settanta con i Roxy Music, con i quali instaurò una proficua e lunga amicizia che durò svariati anni.
Pur non essendo le sue attività principali, Bowie si dedicò anche alla pittura e al cinema. Recitò, ad esempio, in L'uomo che cadde sulla Terra, in Furyo, in Absolute Beginners, in Labyrinth, in Basquiat e in The Prestige.
Nel 2008 fu inserito al 23º posto nella lista dei 100 migliori cantanti secondo Rollingstone[7]. Tra i suoi migliori brani la critica ha individuato Life on Mars?, Space Oddity, Starman e "Heroes".[8]
Dal 1992 Bowie era sposato con l'ex modella somala Iman Mohamed Abdulmajid, da cui nel 2000 ebbe una figlia, Alexandria Zahra "Lexie"; la coppia aveva anche un figlio ciascuno dai matrimoni precedenti: Duncan Zowie Haywood Jones, nato nel 1971 dal matrimonio di Bowie con Mary Angela Barnett, e Zulekha, nata dal precedente matrimonio di Iman.
Nel 2007 fu indicato dalla rivista Forbes come il quarto cantante più ricco al mondo.[9]
Biografia
Infanzia e adolescenza (1947-1961)
David Robert Jones nacque a Brixton l'8 gennaio 1947 da Margaret Mary Burns, cassiera presso un cinema, e Haywood Stenton Jones, da poco ritornato dal fronte.[10] All'età di sei anni si trasferì con la famiglia dalla casa natale di Stansfield Road in una nuova abitazione nel verde sobborgo di Plaistow Grove, a Bromley, nel Kent.[11] In questo periodo, la gioventù statunitense proiettava in tutto il mondo un intenso rinnovamento culturale e David mostrò subito un certo interesse per la musica che giungeva da oltreoceano: «Quando ero molto piccolo vidi ballare una mia cugina», racconterà in seguito, «ballava Hound Dog di Elvis e non l'avevo mai vista alzarsi e dimenarsi a quel modo per nessun'altra canzone. Il potere di quella musica mi colpì moltissimo».[12]
David manifestò il suo primo interesse alla musica sin dall'età scolastica, ascoltando dischi di Fats Domino e Little Richard, e coltivando un crescente interesse per il rhythm and blues, lo skiffle e il rock 'n' roll, oltre che per altre forme d'arte. Quando un insegnante gli chiese cosa volesse fare da grande, rispose di voler diventare l'Elvis britannico.[13]
Un ruolo fondamentale nella formazione musicale di David lo svolse il fratellastro Terry Burns, nato nel 1937 da una precedente relazione della madre. «Terry è stato l'inizio di tutto, per me» raccontò Bowie anni dopo, «leggeva un sacco di scrittori beat e ascoltava jazzisti come John Coltrane e Eric Dolphy... mentre io frequentavo ancora la scuola, lui ogni sabato sera andava in centro a sentire il jazz in diversi locali... si faceva crescere i capelli e, a suo modo, era un ribelle... tutto questo ebbe una grande influenza su di me».[12]
Affetto da schizofrenia e confinato nel reparto psichiatrico del Cane Hill Hospital di Londra dagli anni settanta al 1985, anno in cui si tolse la vita gettandosi sotto un treno,[14][15] Terry continuò ad esercitare una notevole influenza su David e la sua figura fu di grande ispirazione per alcuni dei suoi lavori come l'album The Man Who Sold the World e, più o meno esplicitamente, per brani come The Bewlay Brothers del 1971 e Jump They Say del 1993.
Nel 1958, la crescente passione per la musica portò il giovanissimo David a cantare come corista nella chiesa di St. Mary a Bromley, insieme agli amici George Underwood e Geoffrey MacCormack.[12] Nello stesso anno, David divenne l'orgoglioso proprietario di un sassofono di plastica bianca con il quale cercò di imparare le canzoni di Little Richard. Per il Natale del 1959, a pochi giorni dal suo tredicesimo compleanno, ricevette in regalo dalla madre il suo primo vero sassofono e poco dopo cominciò a prendere lezioni dal sassofonista jazz Ronnie Ross, che viveva a Orpington.[16] «Il mio idolo al sassofono è sempre stato Ronnie Ross», dichiarò anni dopo, «così cercai il suo numero sull'elenco e gli chiesi se avesse potuto darmi delle lezioni». Ross accettò ma dopo le prime note di David il suo commento fu «Bisogna cominciare subito a lavorarci sopra, è una cosa maledettamente terribile!»[17] In seguito Ross avrebbe eseguito il celebre assolo di sax in Walk on the Wild Side di Lou Reed. «Per me il sassofono rappresentava la Beat Generation della West Coast», confesserà David in seguito, «quel periodo della cultura statunitense mi affascinava molto. Quello strumento divenne per me un emblema, un simbolo di libertà».[18] Un'altra esperienza formativa nell'educazione musicale di David fu rappresentata da un breve impiego nel negozio di dischi di Vic Furlong a Bromley, durante il quale restò affascinato dalla musica di James Brown, Ray Charles e Jackie Wilson, musicisti che all'epoca sul mercato inglese erano ancora marginali.[12] Questa sua passione portò presto David ad approcciarsi anche ad altri strumenti, arrivando nel tempo a padroneggiare anche la chitarra acustica, quella elettrica e il pianoforte.[19]
Nel 1960, all'inizio del suo terzo anno alla Bromley Technical High School, David entrò in un gruppo di studenti interessati all'arte e le sue preferenze creative furono incoraggiate da un insegnante, il progressista Owen Frampton[20]. In questo periodo David e George Underwood, il cui gruppo George and the Dragons si stava sciogliendo, discussero con un'altra band scolastica la possibilità di unirsi. Iniziò così l'avventura di David nel mondo della musica.
Gli anni pre-Deram (1962-1966)
A metà del 1962 David e George Underwood si unirono al trio chiamato The Kon-rads.[22] Il gruppo eseguì prevalentemente cover di canzoni da classifica e alla lunga questo divenne limitante per la fantasia musicale di David che cominciò a comporre suoi brani originali. È in questo periodo che George, durante un litigio a scuola a causa di una ragazza di nome Carol Goldsmith,[23] lo colpì con un pugno nell'occhio sinistro e, con l'anello che portava al dito, gli causò una midriasi traumatica cronica.[24] Il risultato più evidente di quel trauma fu che la pupilla dell'occhio sinistro rimase perennemente dilatata, caratterizzando per sempre il suo sguardo e lasciandolo con una permanente percezione alterata della profondità e della luce.[25][26]
Nell'agosto 1963, il manager della Decca Records Eric Easton invitò i Kon-rads per un'audizione dopo averli visti in concerto a Orpington: il gruppo decise di eseguire I Never Dreamed, brano che David aveva scritto basandosi sulla notizia di un incidente aereo e che rappresentò la sua prima registrazione in studio di cui si abbia notizia.[18] L'audizione non ebbe però buon esito e contribuì all'abbandono della band da parte di David e George.[27]
I due formarono in seguito gli Hooker Brothers e in seguito i The King Bees, con cui David Jones, usando ancora il suo vero nome, incise il suo primo disco in assoluto, Liza Jane. Tuttavia, lo scarso successo del 45 giri decretò la fine della sua militanza nel gruppo e, nell'agosto del 1964, si unì ai Manish Boys, già attivi da quattro anni nella cosiddetta Medway scene. In questo periodo David concesse la sua prima intervista televisiva e all'inizio del 1965 i Manish Boys incisero I Pity the Fool, che non ricevette però beneficio né dall'apparizione televisiva né dalla pubblicità che ne derivò.[28]
Poco tempo dopo David si trovò già alla guida di un'altra band, i The Lower Third, con i quali pubblicò You've Got a Habit of Leaving in agosto e Can't Help Thinking About Me all'inizio del 1966 ma non prima di aver ingaggiato Ralph Horton come primo manager e di aver adottato ufficialmente il nome d'arte "David Bowie", per evitare di essere confuso con Davy Jones dei Monkees; pare che egli scelse il nome "Bowie" ispirandosi all'omonimo coltello americano dalla lama affilata e capace di tagliare su entrambi i lati.[29][30]
A seguito di ripetute incomprensioni David lasciò i The Lower Third ed entrò a far parte dei The Buzz, con i quali incise Do Anything You Say, I Dig Everything, Rubber Band ma questa volta i 45 giri vennero accreditati al solo David Bowie, evitando così gli equivoci passati a proposito del ruolo degli altri musicisti. I risultati in termini commerciali furono nuovamente scarsi, tuttavia il nuovo manager Kenneth Pitt ottenne un contratto con la Deram Records ma i The Buzz si erano già sciolti, malgrado David abbia continuato a partecipare alle registrazioni dell'album di debutto "Rubbeer Band" del 1967.
Alla fine dell'anno David scrisse anche una canzone per l'attore e cantante inglese Paul Nicholas, Over the Wall We Go, alla quale contribuì anche con i cori e nel giugno 1967 divenne il terzo singolo di Oscar, il nome d'arte usato da Paul Nicholas.[31][32]
Space Oddity e i primi successi (1967-1969)
Sempre più orientato verso una carriera da solista, nel 1967 David fece parte di più formazioni sporadiche e con i Riot Squad incise Little Toy Soldier, bizzarra canzone a tema sadomasochistico con evidenti richiami a Venus in Furs dei Velvet Underground.[33] In questo brano la decadenza della composizione di Lou Reed lasciò il posto a un'atmosfera da music hall arricchita da schiamazzi, colpi di tosse, molle scricchiolanti, esplosioni e altri rumori opera dell'ingegnere del suono e futuro produttore di Space Oddity Gus Dudgeon.[33][34] [35][33]</ref>[36][37]
Nell'aprile successivo uscì il nuovo 45 giri, The Laughing Gnome definita da Roy Carr e Charles Shaar Murray di New Musical Express «senza dubbio l'esempio più imbarazzante dei iuvenalia di Bowie»,[38] e dal biografo David Buckley «completamente stupida, anche se perversamente accattivante».[38]
Malgrado lo scarso successo nel giugno del 1967 uscì il suo primo album, intitolato semplicemente David Bowie e nel frattempo vennero registrate altre tracce per la Deram Records che però le respinse tutte categoricamente[39] poiché il successo dell'album non si rivelò quello sperato, nonostante alcune critiche positive[40] che destarono l'attenzione dell'attore e mimo Lindsay Kemp, che in seguito affermò «[...] l'ho ascoltato fino a consumarlo.»[41]
Nell'autunno dello stesso anno furono registrate Let Me Sleep Beside You e Karma Man e, anche se la Deram Records rifiutò di pubblicarle come 45 giri, la prima delle due rappresentò l'inizio di una delle collaborazioni fondamentali di Bowie, quella con Tony Visconti. David entrò in contatto con il giovane produttore newyorchese tramite il manager Kenneth Pitt e con lui continuò a collaborare, facendolo diventare uno dei colleghi più preziosi e con il quale ottenne significativi riconoscimenti in futuro.
In questo stesso periodo ebbe inizio anche l'esperienza cinematografica di Bowie con la partecipazione al cortometraggio di Michael Armstrong The Image. Riparlandone nel 1983, il cantante lo descrisse come «[...] roba d'avanguardia underground in bianco e nero, fatta da un certo tizio... Voleva fare un film su un pittore che fa un ritratto ad un teenager ma il ritratto prende vita e, in pratica, si scopre che è il cadavere di qualcuno. Non ricordo bene la trama... era terribile».[42]
Dopo l'esecuzione di Love You Till Tuesday nel programma televisivo olandese Fanclub e l'esibizione allo Stage Ball di Londra, ballo di beneficenza per la British Heart Foundation dove cantò accompagnato dalla Bill Saville Orchestra, il 18 dicembre fu il giorno della prima sessione BBC per il programma radiofonico Top Gear di John Peel, nella quale Bowie fu accompagnato dai sedici elementi della Arthur Greenslade Orchestra. Inoltre il 28 dicembre del 1967 alla Playhouse di Oxford si concluse una prima serie di fortunate repliche dello spettacolo Pierrot in Turquoise imperniato su un triangolo amoroso tra Pierrot, Colombina e Arlecchino. Il ruolo di Cloud, interpretato da David, fu quello di una sorta di personaggio-narratore i cui continui mutamenti erano impegnati a illudere e ingannare lo sfortunato protagonista. Durante lo spettacolo interpretò When I Live My Dream e Sell Me a Coat, insieme a tre composizioni scritte appositamente per l'occasione, Threepenny Pierrot, Columbine e The Mirror, tutte accompagnate al piano da Michael Garrett. L'Oxford Mail scrisse: «David Bowie ha composto alcune affascinanti canzoni, che canta con una splendida voce da sogno», pur trovando che lo spettacolo nel suo insieme «riesce solamente ad accennare alle verità universali che Marcel Marceau riesce ad esprimere».[43]
Alla fine del 1967 l'interesse di Bowie per la dottrina tibetana raggiunse il suo apice, incoraggiato da Tony Visconti e dall'amicizia col rifugiato Chime Tulku Rinpoche, tant'è che trascorse un periodo d'isolamento monastico con quattro Lama tibetani in Scozia, insieme alla compagna Hermione Farthingale.[10] Bowie continuerà ad essere attratto dalle filosofie orientali anche in seguito e nel 1996 dichiarò a Mick Brown del Daily Telegraph: «Molto di quello che all'inizio mi aveva attratto del buddhismo è rimasto con me, l'idea della transitorietà e che non c'è niente cui aggrapparsi pragmaticamente, che ad un certo punto dobbiamo lasciare andare ciò che consideriamo a noi più caro, perché la vita è molto breve. La lezione che ho probabilmente imparato più di qualsiasi altra cosa è che la mia soddisfazione viene da quel tipo di investigazione spirituale. E questo non significa che voglio trovare una religione a cui aggrapparmi, significa cercare di trovare la vita interiore delle cose che mi interessano».[44]
Il 27 febbraio 1968 Bowie si recò ad Amburgo per registrare tre canzoni per il programma 4-3-2-1 Musik Für Junge Leute della rete ZDF. Al suo ritorno registrò con Tony Visconti, In the Heat of the Morning e London Bye Ta-Ta ma l'ennesimo rifiuto della Deram alla pubblicazione spinse il cantante a lasciare definitivamente la casa discografica.[41]
Nella primavera proseguirono con un certo successo le rappresentazioni di Pierrot in Turquoise al Mercury Theater e all'Intimate Theater di Londra in seguito David registrò la seconda sessione BBC,[45] seguita da un concerto al Middle Earth Club di Covent Garden, dove fece da supporto ai Tyrannosaurus Rex e uno alla Royal Festival Hall. In entrambe le apparizioni eseguì il breve brano di mimo Jetsun and the Eagle, che diede origine a Wild Eyed Boy from Freecloud, ispirato al religioso e poeta tibetano Jetsun Milarepa e recitato con un sottofondo musicale che incluse Silly Boy Blue.[46]
Dopo una fugace apparizione in The Pistol Shot, sceneggiato della BBC basato sulla vita di Aleksandr Puskin, David andò a vivere con la compagna Hermione a Londra, nell'elegante quartiere di South Kensington e cominciò a progettare un one man show pensato appositamente per il circuito dei cabaret[47] mettendo insieme un repertorio che alternava le sue canzoni (When I'm Five, Love You Till Tuesday, The Laughing Gnome, When I Live My Dream, Even a Fool Learns to Love) a cover dei Beatles come Yellow Submarine e All You Need Is Love; nell'estate tenne due audizioni per proporre il suo spettacolo ma entrambe non ebbero successo.[47] Tuttavia in seguito mise in piedi il trio acustico Turquoise insieme a Hermione e a Tony Hill, ex chitarrista dei Misunderstood, con un repertorio che incluse alcune delle sue composizioni più bizzarre, tra cui l'inedita Ching-a-Ling e una selezione di cover che rappresentarono la prima sortita di Bowie nell'opera di Jacques Brel.[47]
Il primo vero concerto di Bowie si tenne il 14 settembre alla Round House di Londra ma dopo poche date il chitarrista Tony Hill se ne andò e venne sostituito da John Hutchinson. Ribattezzato Feathers, il gruppo debuttò il 17 novembre al Country Club di Haverstock Hill.[48] Oltre alle canzoni i componenti del trio si alternarono nel recitare poesie mentre David interpretò il suo brano di mimo The Mask.
Mentre due diversi gruppi Slender Plenty e The Beatstalkers pubblicarono il brano che Bowie aveva scritto l'anno precedente, Silver Tree Top School for Boys,[49] gli ultimi impegni dell'anno furono entrambi per la televisione tedesca: la seconda apparizione in 4-3-2-1 Musik Für Junge Leute e quella a Für Jeden Etwas Musik, dove David recitò un pezzo per mimo e cantò una canzone.
All'inizio del 1969 avvenne un altro incontro importante per David, quello con la diciannovenne statunitense Mary Angela Barnett che quattro mesi più tardi diventò la sua compagna e poi sua moglie nel marzo 1970; ma l'incontro con Angela fu legato soprattutto alla frequentazione comune di Calvin Mark Lee, direttore per l'Europa della divisione A&R della Mercury Records di New York che Bowie conobbe già nel 1967, all'incontro con il direttore generale Simon Hayes.[50] Stando a quanto dichiarato dai biografi Peter e Leni Gillman, sembra inoltre che Calvin Mark Lee fosse coinvolto con il cantante in un rapporto che andasse al di là della semplice amicizia e sarebbe forse stato questo il "rapporto a tre" a cui fece riferimento David molti anni più tardi quando affermò in un'intervista di aver conosciuto la futura moglie quando «entrambi uscivamo con lo stesso uomo».[50]
Il 22 gennaio David registrò uno spot pubblicitario per il gelato Luv della Lyons Maid diretto da Ridley Scott[51] e quattro giorni dopo cominciò le riprese del videoclip Love You Till Tuesday. Fu un periodo molto intenso per David che in quel periodo eseguì, insieme a John Hutchinson, la sua prima performance dal vivo dell'anno alla Sussex University di Brighton, inoltre partecipò anche ad alcune date del tour dei Tyrannosaurus Rex interpretando sequenze di mimo e tentò, seppur senza successo, un provino per il musical Hair allo Shaftesbury Theatre di Londra.[48] Negli stessi giorni David e Hutchinson abbandonarono mimo e poesia e si concentrarono su sonorità folk più sofisticate, basate su due chitarre acustiche gemelle e sulle armonie vocali e registrarono una demo con dieci pezzi acustici, che costituì la base per il nuovo album.[48]
Prima dell'estate il cantante e la sua nuova compagna, la giornalista del Sunday Times Mary Finnegan, fondarono un club folk al pub Three Tuns di Beckenham e cominciarono a organizzare riunioni settimanali alle quali parteciparono sempre più persone tra intellettuali, poeti, studenti di cinema e altri creativi.[52] Questa nuova realtè divenne presto quello che poi in seguito venne definito un "laboratorio artistico", una sorta di Factory analoga a quella che stava creando Andy Warhol a New York e venne ribattezzato Growth.
Il 14 giugno David e Tony Visconti furono ospiti degli Strawbs nel programma Colour Me Pop della BBC e pochi giorni dopo ai Trident Studios di Soho iniziarono le registrazioni del nuovo LP dove l'ingegnere del suono Gus Dudgeon supervisionò le due tracce che costituirono il primo 45 giri estratto dall'album, Space Oddity e Wild Eyed Boy from Freecloud.[50] Queste sessioni ai Trident Studios rappresentarono per Bowie l'occasione per collaborare con nuovi musicisti che in seguito lavorarono ancora con lui: il bassista Herbie Flowers, che in seguito suonò in Diamond Dogs, Rick Wakeman che partecipò alla lavorazione di Hunky Dory e Ziggy Stardust e il produttore Tony Visconti.[48]
Dopo sole tre settimane dall'incisione e in tempo per la storica impresa dell'Apollo 11, il 45 giri Space Oddity venne pubblicato l'11 luglio 1969 in due versioni differenti su entrambe le coste dell'Atlantico, con una buona accoglienza da parte della stampa specializzata.[53] Alla fine del mese il cantante e il suo manager Kenneth Pitt si recarono a La Valletta per il festival della canzone di Malta dove David eseguì When I Live My Dream e l'inedita No-One; Someone)[48] mentre pochi giorni dopo vi fu la sua prima esibizione in Italia a Monsummano Terme, per il Premio Internazionale del Disco, dove vinse il suo primo riconoscimento per When I Live My Dream.[54]
Le registrazioni dell'album proseguirono per tutta l'estate e Visconti reclutò per l'occasione vari altri musicisti e il chitarrista dei Rats, Mick Ronson,[55] che fece il suo esordio ufficiale con il cantante inglese suonando un breve assolo di chitarra nella sezione centrale di Wild Eyed Boy from Freecloud.[56]
A metà agosto si tenne un festival gratuito organizzato dal Growth, il laboratorio artistico di Bowie, al Beckenham Recreation Ground, proprio mentre migliaia di persone stavano raccogliendo sull'altra sponda dell'Atlantico per la seconda giornata del celebre Festival di Woodstock. Il più modesto contributo britannico, nel quale si esibirono anche gli Strawbs, si rivelò comunque un relativo successo con circa 3.000 partecipanti e venne immortalato nel brano Memory of a Free Festival, anche se pare che quel giorno l'umore di David fosse in contrasto con i sentimenti nostalgici espressi nella canzone, forse per via della morte di suo padre, scomparso pochi giorni prima a causa di una polmonite.[52][57] Il festival di Beckenham rappresentò tuttavia il commiato di David da quelli che ormai apparivano i flebili ideali del movimento hippy, nonché l'ultimo atto del laboratorio artistico Growth, che a suo avviso si era ormai trasformato in uno scontato "David Bowie Show".[58]
Alla fine di agosto, dopo aver registrato una versione di Space Oddity per il programma televisivo olandese Doebidoe, David riuscì a ottenere da Kenneth Pitt un contratto con la Mercury Records per un nuovo disco da distribuire nel Regno Unito dall'affiliata Philips. La scelta del produttore inizialmente cadde sul "quinto Beatle" George Martin ma poi venne scelto Tony Visconti.[50]
Dopo un'esibizione dal vivo ai Library Gardens di Bromley, in ottobre il Bowie registrò la sua prima partecipazione al programma della BBC Top of the Pops dove eseguì Space Oddity, che nel frattempo raggiunse la 5a posizione nella classifica inglese rappresentando il primo vero e proprio successo di Bowie,[59] a cui seguì una sessione BBC con i Junior's Eyes per il Dave Lee Travis Show.[48] Nello stesso periodo David e Angela si trasferirono nello spazioso edificio edoardiano di Haddon Hall, a Beckenham, che negli anni successivi diventò lo studio di registrazione non ufficiale, nonché studio fotografico e area comune per l'entourage del cantante. In questo periodo eseguì il pezzo del momento, Space Oddity, in numerose occasioni, tra cui i programmi Hits à gogo della televisione svizzera e 4-3-2-1 Musik für Junge Leute di ZDF.
In novembre ebbe inizio un primo breve tour scozzese che coincise con l'uscita del suo secondo album, distribuito nel Regno Unito col titolo David Bowie, ovvero lo stesso titolo del primo LP e negli Stati Uniti come Man of Words/Man of Music, infatti soltanto nel 1972 venne ripubblicato dalla RCA col titolo Space Oddity, con il quale è tuttora maggiormente conosciuto.[48] Bowie, che interpretò una serie di brani estratti dal nuovo LP alternati ad alcune cover, non aveva ancora molte esperienze dal vivo e quelle poche si limitavano soprattutto al rhythm and blues amplificato, pertanto non fu pronto alla fredda accoglienza riservata a quel suo nuovo stile acustico: «[...] non mi ero reso conto di com'era il pubblico a quei tempi. C'era un revival mod che poi si era trasformato nel movimento skinhead. Mi trovavano insopportabile».[60] Se lo stile di Bowie stava cambiando, lo stesso accadde per il suo aspetto e il suo atteggiamento; i capelli con il taglio militare, che aveva dovuto rasare qualche mese prima per la partecipazione al film The Virgin Soldiers nel quale interpretò il ruolo di un soldato, erano ricresciuti e il cantante si presentò con una disordinata permanente riccia, che avrebbe continuato a sfoggiare fino ai primi anni settanta.
Verso la fine del 1969 David partecipò a un concerto di grande successo alla Royal Festival Hall anche se la carenza di giornalisti impedirono di far arrivare il nome del cantante alla stampa nazionale. Tra i pochi che recensirono il concerto vi fu Tony Palmer dell'Observer che lo definì «rovente» e disse che Space Oddity fu «spettacolarmente bella», anche se altre esibizioni come An Occasional Dream vennero da lui definite come «cupe, monotone e piene di autocommiserazione».[61]
Il 1969 si concluse con la registrazione di Ragazzo solo, ragazza sola, ovvero la versione italiana di Space Oddity, seppur con un testo non attinente all'originale e dell'inedita Hole In The Ground che venne eseguita al concerto di beneficenza Save Rave '69. Nonostante il secondo album si fosse rivelato un fallimento commerciale [62] Bowie venne votato come miglior artista emergente in un sondaggio fra i lettori di Music Now!, mentre Penny Valentine di Disc and Music Echo nominò Space Oddity disco dell'anno.[63]
La metamorfosi: dal folk al glam rock (1970-1971)
I primi impegni del 1970 si concentrarono sulla registrazione di The Looking Glass Murders, adattamento televisivo di Pierrot in Turquoise, le cui riprese si tennero al Gateway Theatre di Edimburgo[64] e dall'incisione di The Prettiest Star con la partecipazione di Marc Bolan alla chitarra solista. Le carriere delle due future star, il cui legame era rafforzato dal fatto che Tony Visconti lavorava come produttore per entrambi, si incrociarono più volte nel corso degli anni settanta.[65] Nel frattempo, durante un concerto al Marquee Club, avvenne un nuovo incontro con Mick Ronson che divenne il chitarrista di David a tempo pieno, gettando le basi per una delle sue collaborazioni fondamentali di questo periodo.[66] Ronson andò ad aggiungersi a Tony Visconti e al batterista dei Junior's Eyes, John Cambridge e il nuovo gruppo decise di chiamarsi Hype. «Ho scelto deliberatamente quel nome perché volevo qualcosa che apparisse un po' forte, così ora nessuno può dire di essere stato truffato [...]», racconterà Bowie a Melody Maker.[67][68] Il nuovo quartetto debuttò alle sessione BBC del febbraio successivo[69][70] Poco tempo dopo gli Hype parteciparono all'evento intitolato Implosion che si tenne alla Roundhouse di Londra[71] e qui, dopo mesi di esperimenti personali con costumi e trucco, avvenne la metamorfosi: Bowie costrinse tutto il gruppo a indossare gli stravaganti abiti cuciti dalla sua Angela e dalla fidanzata di Visconti. Ciascun componente assunse anche l'identità di un personaggio dei fumetti e David, in calze di lurex multicolore, stivali alti e mantello azzurro, divenne "Rainbowman".[72] Malgrado questo concerto sia stato considerato il vero e proprio atto di nascita del glam rock,[73] quella sera l'accoglienza del pubblico lasciò a desiderare;[74] i tempi non erano ancora maturi e gli stessi membri degli Hype apparirono scettici, tranne David che sembrò non avere dubbi: «[...] dopo quel concerto mi fermai, non sperimentai altre cose perché sapevo che andava bene.», raccontò su New Musical Express alcuni anni dopo, «[...] sapevo bene che cosa volevo fare ed ero certo che l'avrebbero fatto anche molti altri. Ma io sarei stato il primo».[73]
Subito dopo David tornò in Scozia, come ospite del programma Cairngorm Ski Night di Grampian TV e, accompagnato da una grande orchestra televisiva, eseguì London Bye Ta-Ta e si esibì anche in un numero di danza con Angela e Lindsay Kemp.[75] Nel frattempo Tony Visconti e Mick Ronson allestirono uno studio di registrazione presso la residenza di Bowie e Angela a Haddon Hall; qui venne realizzata buona parte del materiale di questo periodo e fu luogo di frequenti visite di Terry Burns, fratellastro di David che,[76] seppur residente volontario al Cane Hill Hospital di Londra, si intrattenne spesso con il gruppo e queste frequentazioni avranno un'influenza fondamentale su alcune composizioni che finirono nel nuovo album.
Parlando con un giornalista di Rolling Stone nel 1993, Bowie concesse uno dei suoi rari commenti riguardo al rapporto con la ex moglie Mary Angela Barnett, sposata il 20 marzo 1970: «Ci sposammo perché lei voleva un permesso di lavoro in Inghilterra, il che non è certo una buona base per un matrimonio... Infatti è durato molto poco. Voglio dire, nel '74 già non ci vedevamo quasi più. In seguito lei si faceva vedere ogni tanto ma comunque facevamo vite separate. Non siamo mai stati veramente insieme».[77] Nonostante questa dichiarazione, l'inizio della relazione fu promettente dato che The Prettiest Star, uscita come 45 giri lo stesso mese del matrimonio, rappresentò una vera e propria dichiarazione d'amore. Secondo quanto sostenuto da Angela nell'autobiografia Backstage Passes, il nuovo manager Tony Defries avrebbe avuto un ruolo non secondario: «Tony cercò di persuadere David a divorziare da me, mi dipingeva come una stravagante spendacciona, una potenziale "succhiasoldi". Gli spiegò quanto sarebbe stato meglio senza di me ma so che David non credeva a queste illazioni».[78] La loro storia finì con il divorzio nel 1980.
Successivamente venne pubblicato il 45 giri The Prettiest Star che ricevette considerevoli attenzioni da parte delle riviste musicali inglesi dal momento che uscì dopo il successo di Space Oddity. La buona accoglienza della stampa non trovò però riscontro positivo nelle vendite e il singolo non superò le 800 copie.[65] Per il mercato americano la Mercury Records preferì invece puntare su una nuova registrazione più concisa ed energica di Memory of a Free Festival, tuttavia nonostante le speranze della casa discografica anche questo si rivelò un insuccesso.[79]
Il 20 marzo del 1970 David e Angela Barnett si sposarono nel municipio di Bromley, con una cerimonia informale a cui parteciparono pochi amici e la madre di Bowie. Cinque giorni dopo gli Hype registrarono un'altra sessione alla BBC per lo show di Andy Ferris, dopodiché si sciolsero e il gruppo tenne l'ultimo concerto allo Star Hotel di Croydon.[80] Bowie continuò quindi ad esibirsi dal vivo come solista, proponendo soprattutto brani tratti da Space Oddity ma anche anticipazioni delle tracce che finirono negli album successivi, The Man Who Sold the World e Hunky Dory. In questo periodo registrò anche il brano rimasto inedito Tired of my life, secondo alcune fonti la sua prima canzone scritta in assoluto,[81][82] e venne pubblicato The World of David Bowie, prima raccolta ufficiale contenente tracce dell'album d'esordio ma anche alcuni brani inediti.
Dal 18 aprile al 22 maggio ai Trident Studios di Soho iniziarono le sessioni di registrazione di The Man Who Sold the World. Il batterista John Cambridge venne sostituito da Mick "Woody" Woodmansey, ex collega di Ronson nei Rats,[83] mentre Tony Visconti trascorse la maggior parte delle sessioni cercando di stimolare il novello sposo combattendo contro la sua apparente apatia per il progetto.[84] Gli elementi del gruppo diventarono cinque con l'arrivo del tastierista Ralph Mace, un dirigente della Philips Records diventato il riferimento di Bowie all'interno dell'etichetta all'inizio dell'anno, durante la registrazione di The Prettiest Star.[83] Finite le registrazioni, l'attività di Bowie subì un rallentamento e, scontento della direzione che Kenneth Pitt tentò di imprimere al suo lavoro, si presentò con il giovane avvocato Tony Defries a casa del manager, che acconsentì a sciogliere ogni obbligo professionale con David.[85] I due si separarono amichevolmente e Defries divenne il suo manager a tempo pieno ma Kenneth Pitt rimase comunque uno dei personaggi più influenti del periodo d'esordio del cantante inglese, con notevoli investimenti personali anche se decisamente inferiori ai fondi resi disponibili dal collega di Defries, Laurence Myers, che aveva appena creato la Gem Production; l'ultimo impegno con Kenneth Pitt fu la cerimonia degli Ivor Novello Awards svoltasi il 10 maggio al Talk Of the Town di Londra e dove Bowie cantò Space Oddity vincendo un premio.
La canzone fu eseguita con un ampio arrangiamento orchestrale organizzato da Paul Buckmaster e diretto da Les Reed e l'esibizione venne trasmessa via satellite in Europa e negli Stati Uniti, mentre in Inghilterra venne diffusa soltanto in radio.[86] Nel frattempo il successo ottenuto l'anno prima con lo stesso brano andò esaurendosi e quindi a ottobre Defries trattò un'offerta con la Chrysalis Records riuscendo ad ottenere un accordo ed un anticipo di ben 5.000 sterline, mentre Bowie canalizzò le sue energie in un periodo di scrittura intensiva.[87]
Il 4 novembre 1970 The Man Who Sold the World uscì negli Stati Uniti e ricevette una buona accoglienza da parte della critica nonostante le scarse vendite.[88] Le sonorità caratterizzate dalla chitarra elettrica di Mick Ronson e rappresentarono una deviazione dalle precedenti atmosfere prevalentemente folk e acustiche del precedente Space Oddity verso sonorità tipicamente hard rock. I testi apparvero più complessi e meno lineari rispetto al passato e i temi affrontati più profondi e ricorrenti dell'opera di Bowie: ambiguità sessuale, sdoppiamento di personalità, isolamento, pazzia, falsi guru, totalitarismi e David pensò presto all'album successivo. Bob Grace, general manager della Chrysalis Records, affittò gli studi londinesi di Radio Luxembourg dove il cantante iniziò a registrare nuovo materiale, tra cui il brano Oh! You Pretty Things e nel frattempo la Decca Records pubblicò The World of David Bowie, la sua prima raccolta.
L'anno successivo venne pubblicato il nuovo 45 giri, Holy Holy, malgrado il ritardo di sei mesi dalla registrazione causato da trattative contrattuali.[89] Pochi giorni dopo il brano venne eseguito nel programma Six-O-One: Newsday di Granada TV ma la promozione non produsse alcun effetto sulle classifiche rivelandosi l'ennesimo insuccesso,[90] tuttavia il 1971 rappresentò un momento cruciale per la carriera di Bowie. Tony Visconti, al quale non piaceva Defries e che ne aveva abbastanza anche dell'«assoluto disprezzo verso la propria musica» mostrato da David, decise di andarsene e diventare il produttore di Marc Bolan, mantenendo il nome Hype e ingaggiando il cantante dei Rats, Benny Marshall, che andò ad aggiungersi a Ronson e Woodmansey.
Dopo il tour promozionale negli Stati Uniti del febbraio 1971, oltre a lavorare al nuovo album, Bowie registrò anche le prime versioni di Moonage Daydream e Hang On to Yourself con Mick Ronson, Trevor Bolder e Mick Woodmansey e con il chitarrista Mark Carr Prichard, uno studente di Dulwich. Il general manager della Chrysalis, Bob Grace, propose di pubblicarle come 45 giri per recuperare le spese di registrazione e, per aggirare il contratto con la Mercury, venne deciso di farlo sotto falso nome. Nacquero così The Arnold Corns, a quanto pare da Arnold Layne, la canzone dei Pink Floyd preferita da Bowie e il singolo venne pubblicato a maggio dalla B&C Records.[91] Anche se il progetto non ebbe nessun impatto commerciale, diede modo a Bowie di indulgere in un episodio "warholiano". Freddie Burretti, vero nome Frederick Barrett, è un diciannovenne disegnatore di moda, dichiaratamente omosessuale, che David incontrò al Sombrero, il locale gay all'epoca più in voga a Londra. Burretti, che fornì a David e Angela alcuni dei suoi vestiti, venne rinominato "Rudi Valentin" e presentato come voce solista del gruppo, sebbene non avesse mai partecipato alle incisioni.[91] Di fatto il progetto Arnold Corns non andò più in là di altre due canzoni, Man in the Middle, che sarà il lato B di Hang On to Yourself, di nuovo pubblicata nell'agosto 1972 e Looking For a Friend, nelle quali Burretti partecipò ai cori.
A febbraio Bowie affrontò il suo primo viaggio negli Stati Uniti per il breve tour promozionale di The Man Who Sold the World. Nonostante il matrimonio con Angela gli avesse permesso di ottenere la green card, David non potè esibirsi a causa degli accordi sindacali dell'American Federation of Musicians e la promozione si limitò soltanto ad apparizioni personali e a qualche intervista a Washington, New York, Chicago, Filadelfia, San Francisco e Los Angeles.[92] In una di queste interviste annunciò a John Mendelsohn di Rollingstone di voler «introdurre il mimo in un tradizionale ambiente occidentale, per attirare l'attenzione del pubblico con una serie di movimenti molto stilizzati, molto giapponesi». Nella stessa occasione dichiarò anche che la musica rock «dovrebbe essere agghindata come una prostituta, come una parodia di se stessa, Dovrebbe essere una specie di clown, di Pierrot. La musica è la maschera che nasconde il messaggio. La musica è il Pierrot e io, l'artista, sono il messaggio».[92]
Dopo questa breve parentesi americana Bowie tornò ai Trident Studios di Londra e si rimise al lavoro per completare il nuovo album Hunky Dory, sfornando nuovi brani tra cui le celebri Changes e Life on Mars?. Tra gli strumentisti impiegati inizialmente vi furono alcuni studenti di Dulwich che si erano dati il nome Runk, tra cui il chitarrista Mark Carr Pritchard, che già partecipò anche al progetto Arnold Corns, il bassista Polak de Somogyl e il batterista Ralph St. Laurent Broadbent. Per le successive registrazioni vennero presi in considerazione anche altri musicisti con cui aveva già collaborato nei mesi precedenti tra cui Terry Cox, il batterista di Space Oddity e Tony Hill che Bowie già conosceva dal 1968.
L'album The Man Who Sold the World vide la luce anche in Gran Bretagna, quasi un anno dopo la fine delle registrazioni ma nonostante le critiche favorevoli, così come era accaduto oltreoceano, le vendite furono disastrose anche in patria.[88] Oltretutto il contratto che legava David alla Mercury Records stava per scadere ma la compagnia sarebbe comunque stata intenzionata a rinnovarlo per un altro album. Il mese successivo il rappresentante della casa discografica Robin McBride arrivò a Londra da Chicago appositamente per offrirgli un nuovo contratto di tre anni. Tony Defries rispose che se la Mercury si fosse avvalsa dell'opzione di rinnovo per avere un nuovo disco, gli avrebbero consegnato «la più grande schifezza che avessero mai avuto», informandolo che in nessun caso Bowie avrebbe registrato un'altra nota con la Mercury; ovviamente si trattò di un bluff, ciò nonostante la casa discografica acconsentì a rescindere il contratto.[93]
David stava preparando il materiale del nuovo album a un ritmo forsennato e decise di richiamare Mick Ronson per partecipare alle registrazioni di Hunky Dory insieme a Mick Woodmansey e un altro bassista; Ronson accettò decidendo di coinvolgere Trevor Bolder e si cominciò così a delineare la line-up dei futuri Spiders from Mars.[93][94]
La band si trasferì a Haddon Hall per provare le nuove composizioni e Bowie decise di sfruttare l'imminente sessione BBC del 3 giugno come vetrina per la sua rinnovata cerchia di musicisti, tra cui gli amici Dana Gillespie, George Underwood e Geoffrey Alexander, per esibirsi con alcune nuove canzoni tra cui Kooks, composta in occasione della nascita del figlio Zowie avvenuta il 30 maggio. Il 23 giugno Bowie partecipò al Glastonbury Fayre durante il quale si esibirono anche, tra gli altri, i Hawkwind, i Traffic, Joan Baez e i Pink Floyd. La scaletta della sera precedente era stata allungata a dismisura e il concerto di David era stato cancellato perché le autorità avevano insistito per concludere l'evento entro le 22:30; imperterrito, David cominciò a suonare fino all'alba con qualche inconveniente che interruppe Oh! You Pretty Things e proseguì con altri sei brani tra cui Memory of a Free Festival.[95] L'incisione di Hunky Dory, alla quale partecipò anche il pianista Rick Wakeman, proseguì ai Trident Studios per tutta l'estate e ad agosto Tony Defries volò a New York con 500 copie promozionali di un vinile chiamato BOWPROMO 1A1/1B1, con canzoni di Dana Gillespie da un lato e alcune nuove registrazioni di Bowie dall'altro, tra cui Andy Warhol, Queen Bitch e l'inedita Bombers. Dopo pochi giorni il manager tornò con un contratto con la RCA.[96] Durante l'ultima fase di lavorazione di Hunky Dory comparve un altro elemento cruciale per la futura carriera di Bowie. Nell'estate del 1971 alla Roundhouse di Londra andò in scena la produzione statunitense intitolata Pork, un adattamento di Andy Warhol d'una raccolta di conversazioni registrate negli ambienti equivoci di New York, che metteva insieme il travestito Wayne County, le super-maggiorate Geri Miller e Cherry Vanilla con Tony Zanetta nella parte dello stesso Warhol. Per il pubblico della scena britannica la parata di masturbazione, omosessualità, droga e aborto di Pork rappresentò uno inaccettabile affronto di cattivo gusto ma a Warhol e al suo spettacolo venne assicurata un'immensa pubblicità gratuita dai commenti scandalizzati della stampa, mentre per Bowie venire a contatto con la bizzarrìa di Andy Warhol durante le rappresentazioni teatrali rappresentò un nuovo punto di svolta. Da questo evento e dal suo incontro personale con l'artista americano che avvenne il mese successivo, nacque in lui l'intuizione della fusione tra musica e messa in scena tanto da personalizzare il proprio look comprendendo meglio l'importanza dei media e sfruttandoli per creare di sé l'immagine di una star. Il suo ruolo sulla scena non si limitò più a essere quello di cantante-musicista con un buon uso delle movenze del corpo, bensì quello di attore-musicista. Attratto dalla loro sfacciataggine, dalla torbida sessualità, dallo stile da strada tipicamente newyorchese e dai legami con Warhol, Bowie si affrettò a presentare i componenti del nuovo cast a Tony Defries al suo ritorno dagli Stati Uniti.[96]
Finito di incidere Hunky Dory, Bowie tornò in America con Angela, Defries e Mick Ronson per firmare il nuovo contratto con la RCA. Come già accadde nel suo viaggio precedente non riuscì a suonare nemmeno questa volta ma il soggiorno gli permise di conoscere personalmente il guru assoluto della Pop Art, al quale fece ascoltare l'acetato del suo tributo al maestro. Come rivelò Bowie nel 1997, Warhol non ebbe una reazione positiva: «[...] credo pensasse di essere stato umiliato dalla canzone o qualcosa del genere e davvero non era questa la mia intenzione, anzi, era un ironico omaggio. La prese molto male ma gli piacquero le mie scarpe... ne indossavo un paio che mi aveva regalato Marc Bolan, di un brillante giallo canarino, con tacco e punta arrotondata [...] siccome Warhol aveva anche il vezzo di disegnare scarpe, abbiamo avuto qualcosa di cui parlare».[97] Negli stessi giorni avvennero altri due importanti incontri, Dennis Katz della RCA gli presentò Lou Reed in un ristorante e la stessa sera, a una festa al Max's Kansas City, conobbe Iggy Pop. Un incontro che in futuro si rivelò fondamentale per la carriera di entrambi.[95]
Al ritorno in Europa gli impegni di Bowie proseguirono sia dal vivo che in studio, con le registrazioni di The Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars che iniziarono il 9 settembre con la cover di It Ain't Easy del cantautore statunitense Ron Davies. [98] Il 21 settembre vi fu una nuova sessione BBC per Sounds of the 70s con "Whispering" Bob Harris, nella quale Bowie e il solo Mick Ronson eseguirono la reinterpretazione di Amsterdam di Jacques Brel. Quattro giorni dopo vi fu la prima esibizione dal vivo con i futuri Spiders from Mars, con l'aggiunta di Tom Parker al pianoforte, al Friars club di Aylesbury.[99]
L'8 novembre ebbe inizio la prima vera sessione che produsse molte delle tracce destinate al nuovo album. Tra queste figurarono le nuove versioni di Moonage Daydream e Hang On to Yourself, la celebre Ziggy Stardust e Lady Stardust; le ultime due erano già state incise in un demo acustico agli studi di Radio Luxembourg alcuni mesi prima.[100] Tra i brani scartati vi furono Shadow Man, Sweet Head, Velvet Goldmine, una nuova versione di Holy Holy e la cover di Chuck Berry Around and Around, re-intitolata Round and Round.
Hunky Dory venne pubblicato il 17 dicembre 1971, quando Bowie era già a metà strada nella registrazione dell'album successivo e stava lavorando un ulteriore cambio d'immagine e di stile. La nuova opera vide il ritorno a sonorità più folk dominate dal pianoforte di Rick Wakeman e dagli arrangiamenti operistici di Mick Ronson e soprattutto mise in luce l'abilità acquisita dall'artista inglese come autore di canzoni ma, nonostante le brillanti recensioni della stampa specializzata e la pubblicazione del singolo Changes, la campagna promozionale risultò inadeguata e le vendite scarse. Negli Stati Uniti si fermò alla posizione n. 93 della Billboard 200 mentre nel Regno Unito si dovette addirittura attendere l'uscita di Ziggy Stardust per vederlo in classifica.[101] Hunky Dory venne comunque considerato con gli anni il suo primo, autentico album "classico".
L'affermazione e l'era di Ziggy Stardust (1972-1973)
Nell'intervista comparsa su Rollingstone nel 1973, Bowie raccontò a William Burroughs che, contrariamente all'opinione comune, Ziggy Stardust non era un extraterrestre ma un umano che casualmente entra in contatto con forze da un'altra dimensione attraverso la sua radio e che, scambiando i loro messaggi per rivelazioni spirituali, adottò sulla Terra un ruolo messianico, mentre gli "infiniti", creature aliene prive di passioni, lo utilizzarono come tramite per una invasione che distruggerà il mondo.[104] «La fine arriva quando arrivano gli "infiniti". Ziggy è consigliato in un sogno dagli "infiniti" di scrivere la venuta di un uomo delle stelle, così ha scritto Starman, che è la prima notizia di speranza che le persone ricevono... Nello spettacolo teatrale, uno di loro assomiglia a Brando, un altro è un newyorchese di colore».[104] Ancora, «quando gli infiniti arrivano, prendono pezzi di Ziggy per renderli reali, perché nel loro stato originale sono anti-materia e non possono esistere nel nostro mondo. E lo fanno a pezzi sul palco durante Rock 'n' Roll Suicide. Appena Ziggy muore sul palco, gli infiniti prendono i suoi elementi e diventano visibili».[104] Se poco di questa storia risultò chiaro nell'album, c'è da considerare che, lungo la sua carriera, Bowie ha spesso reinterpretato il proprio lavoro per adattarlo alla tendenza del momento, come suggerì nella stessa intervista: «[...] quando un artista ha completato la sua opera essa non gli appartiene più... guardo semplicemente ciò che ne fa la gente».[104][105][106]
La vera consacrazione avvenne nel 1972, con l'album The Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars, in cui fu accompagnato dal gruppo musicale eponimo The Spiders from Mars e che contenne gran parte dei suoi classici, che continuarono ad essere ripetuti in qualunque suo concerto anche a trent'anni di distanza: da Starman a Moonage Daydream, da Rock 'n' Roll Suicide a Ziggy Stardust e Space Oddity di cui, sempre nel medesimo anno, Bowie eseguì una versione nel suo primo videoclip, girato agli RCA studios di New York.
Fra il 1972 e il 1973, nei panni di Ziggy Stardust portò in giro uno show dalle mille meraviglie dove il vero Bowie e la figura teatrale si confondevano talmente tanto da rendere sottilissimo il confine tra realtà e finzione scenica. Vestito in attillate calzamaglie colorate, costumi sgargianti e con i capelli tinti rosso fuoco, Bowie diede il via al primo show di Ziggy nell'ambiente raccolto del Toby Jug Pub di Tolworth il 10 febbraio 1972.[107] Lo spettacolo, passato in seguito a platee più numerose, catapultò definitivamente Bowie sotto la luce dei riflettori dei media britannici nel corso dei successivi sei mesi di tour, facendogli conquistare enorme popolarità e un crescente successo di pubblico e di critica. È in questo periodo che l'artista passò da una sostanzialmente mediocre notorietà non particolarmente fortunata, a un vero e proprio status di idolo dei teenagers inglesi. Frotte di ragazzini e ragazzine si affollarono ai suoi concerti colpiti, in egual misura, dallo sferzante e melodico glam rock e dall'atteggiamento di libertà sessuale che traspariva dall'efebo Ziggy. The Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars, combinando gli elementi hard rock di The Man Who Sold the World, con l'approccio maggiormente pop e sperimentale di Hunky Dory, venne pubblicato nel giugno '72. L'album riscosse il primo vero successo commerciale, rimanendo in classifica per circa due anni e fu presto raggiunto anche dal precedente Hunky Dory, ormai vecchio di sei mesi ma anch'esso rientrato in classifica trainato dal successo di Ziggy Stardust. Allo stesso tempo il singolo John, I'm Only Dancing, non contenuto nell'album, e All the Young Dudes, canzone scritta e prodotta per i Mott the Hoople, divennero entrambi due successi in Gran Bretagna. Lo Ziggy Stardust Tour proseguì poi negli Stati Uniti d'America.[108]
Sul numero del 22 gennaio 1972 della rivista musicale britannica Melody Maker comparve un'intervista a Bowie destinata a creare scandalo. L'articolo, intitolato "Oh! You Pretty Thing", descrisse il nuovo look di Bowie e riportò il suo ultimo exploit: «Sono gay, lo sono sempre stato [...]», rivelò al giornalista Michael Watts, «[...] anche quando ero David Jones».[109] L'intervista creò un certo clamore in un'epoca nella quale affermare la propria omosessualità non era cosa abituale. In pochi allora pensarono a una tattica sensazionalistica pianificata dal cantante alle porte del lancio di Ziggy Stardust, tranne forse lo stesso Watts che notò «una maliziosa allegria in quello che dice, un sorriso segreto agli angoli della bocca... se non è di sfida, è quantomeno divertito».[109] Del resto era lo stesso Bowie che, nella stessa intervista, provava a confondere le acque: «La mia natura sessuale è irrilevante. Sono un attore, recito una parte, frammenti di me stesso».[110] Tuttavia il tempismo era perfetto: il movimento gay britannico elesse David a suo simbolo, mentre i benpensanti accolsero scandalizzati la dichiarazione.
In questo periodo, Bowie contribuì in veste di produttore e musicista, insieme a Mick Ronson, al più grande successo commerciale della carriera di Lou Reed, l'album Transformer.[111] Il successivo lavoro in studio di Bowie fu l'album Aladdin Sane che balzò in vetta alla classifica britannica divenendo il primo LP a conquistarsi la prima posizione per l'artista. Descritto da Bowie stesso come "Ziggy va in America", per sottolineare l'americanizzazione del sound glam dell'anno precedente, il disco contiene brani scritti da David durante il viaggio attraverso gli Stati Uniti per le prime date dello Ziggy Tour, che proseguì poi in Giappone. Da Aladdin Sane furono estratti due singoli di successo, che raggiunsero i primi posti della classifica inglese: The Jean Genie e Drive-In Saturday.[112][113] Celebre divenne l'iconica immagine di copertina del disco, una foto a mezzo busto di Bowie truccato da Aladdin Sane, con un fulmine rosso che gli attraversa il viso, una delle raffigurazioni più riconoscibili ed emblematiche dell'artista nel corso dei decenni.[114][115] [116]
Per il personaggio di Ziggy, androgino alieno venuto dallo spazio, l'amore di Bowie per la recitazione e la teatralità lo portarono a un'immersione totale nel suo alter-ego musicale. A posteriori il musicista affermò: «Sul palco ero un robot mentre fuori dal palco invece provavo emozioni. È probabilmente per questo che preferivo vestirmi come Ziggy piuttosto che essere David». Con il successo arrivarono però anche svariate difficoltà personali: recitare lo stesso ruolo ancora e ancora, sera dopo sera, rese sempre più difficile a Bowie scindere i suoi personaggi come Ziggy Stardust, Aladdin Sane e, successivamente, il "Duca Bianco", dalla sua vera personalità; «Ziggy», disse Bowie, «non mi avrebbe abbandonato per anni. Quello fu il punto in cui tutto si spinse troppo in là [...] La mia intera personalità ne risentì. Divenne molto pericoloso. Iniziai a dubitare seriamente della mia sanità mentale».[117] Gli ultimi concerti di Ziggy, che inclusero canzoni sia da Ziggy Stardust che da Aladdin Sane, furono di una teatralità assoluta e compresero momenti studiati di pathos sul palco alternati a gesti sconcertanti, con Bowie che simulava un rapporto orale con Mick Ronson mentre questi suonava la chitarra.[118] L'artista diede fine al periodo di Ziggy con un drammatico annuncio di "ritiro dalle scene" durante un concerto all'Hammersmith Odeon di Londra il 3 luglio 1973, proprio all'apice del successo.[119]
Sempre nel 1973 David intrecciò un intenso quando breve legame con Amanda Lear, che conobbe a Londra. La scoprì vedendola fotografata sulla copertina dell'album For Your Pleasure dei Roxy Music, in cui è rappresentata con un abito nero e attillato mentre tiene al guinzaglio una pantera nera. Poco tempo dopo la Lear registrò insieme a Bowie la sua prima canzone intitolata Star ma questa non venne mai pubblicata.[120] In un'intervista televisiva la Lear dichiarò che fu lo stesso Bowie a convincerla a tralasciare la professione di modella per abbracciare la carriera di cantante, finanziandole anche alcuni corsi di canto e danza; inoltre dichiarò: «David è stato l'unico uomo con cui sono andata a letto che si truccava più di me».[121][122]
Dopo aver sciolto gli Spiders from Mars, Bowie cercò di allontanarsi definitivamente dal personaggio di Ziggy. A conferma del grande successo del momento anche tutti gli album del suo catalogo passato vendevano bene: The Man Who Sold the World venne ristampato nel 1972 insieme a Space Oddity. Il brano Life on Mars?, tratto da Hunky Dory, venne pubblicato su singolo nel giugno 1973 e raggiunse la terza posizione in classifica nel Regno Unito.[123] Pin Ups, una raccolta di cover di brani degli anni sessanta preferiti da Bowie, venne pubblicato in ottobre, raggiungendo il primo posto della classifica britannica. Nel 1973, il numero di album di Bowie presenti nella classifica inglese ammontava a un totale di sei;[124] il successo commerciale, almeno in patria, era ormai ampiamente raggiunto.
Il funk, il "plastic soul" e Diamond Dogs (1974-1975)
Nel marzo del 1974 Bowie si imbarcò sul transatlantico SS France[125] dove si trasferì stabilendosi inizialmente a New York.
L'album Diamond Dogs dello stesso anno fu il risultato di due differenti idee: un abortito musical basato sul futuro apocalittico descritto nel romanzo di George Orwell 1984 e le prime influenze soul e funk che iniziarono ad insinuarsi nella musica di Bowie.[126] Il disco diventò numero uno in Gran Bretagna, contenendo brani di successo come Rebel Rebel e Diamond Dogs e si posizionò al quinto posto negli Stati Uniti. Per promuoverlo, Bowie diede il via allo spettacolare Diamond Dogs Tour, presenziando nelle maggiori città del Nord America tra giugno e dicembre del 1974. Il tour, fortemente scenografico e teatrale, coincise con l'aumento della dipendenza da cocaina del cantante, che gli causò svariati problemi fisici dovuti alla debilitazione come paranoia e crisi psicologiche varie.[127] Nell'aprile del 1975 andò abitare in California, in una casa sulle colline di Los Angeles; qui David trascorse uno dei periodi più negativi della sua vita, ossessionato dalla sua passione per l'occultismo e debilitato dall'abuso di droghe pesanti.[128][129] Tuttavia questo periodo cupo contribuì in parte alla nascita del suo prossimo personaggio.
Bowie stesso, dato il suo precario stato di salute, commentò il successivo album dal vivo, David Live, dicendo ironicamente che avrebbe dovuto intitolarsi «David Bowie is alive and well but living only in theory [...]».[130][131] Tuttavia David Live solidificò lo status di Bowie come rockstar, raggiungendo la seconda posizione in Inghilterra e la numero otto negli Stati Uniti. Dopo una pausa a Philadelfia, dove Bowie incise nuovo materiale, il tour proseguì con maggior enfasi sulla musica soul, ultima grande passione del cantante.[132] Per questo nuovo cambiamento stilistico, Bowie volle eliminare gli orpelli scenografici futuristi della prima fase del tour, per adottare costumi e ambientazioni più sobrie, rinominando il la tournée "Philly Dogs Tour".
Il frutto delle sessioni a Philadelfia, fu l'album Young Americans edito nel 1975, nel quale l'artista, smessi definitivamente i variopinti panni dell'eroe glam rock, si gettò a capofitto nella black music americana. Il biografo Christopher Sandford scrisse: «[...] nel corso degli anni, molti musicisti britannici avevano cercato, in un modo o in un altro, di diventare "neri" scimmiottando la musica nera statunitense ma pochi ci erano riusciti con successo come Bowie».[133] Il particolare e artificioso sound dell'album, che Bowie stesso descrisse come "plastic soul",[134] costituì una nuova e radicale svolta nel suo stile musicale che gli causò inizialmente l'alienazione di molti dei fan di vecchia data.[135] L'album Young Americans produsse anche il primo singolo che gli valse la prima posizione in classifica per due settimane in America, ovvero il brano Fame, composta insieme a John Lennon e Carlos Alomar.[136] Infine, il disco segnò una fase molto importante per l'evoluzione musicale dell'artista. Fu il primo dei suoi album ad abbandonare quasi del tutto il rock in favore di sonorità più funky e soul dando vita ad una sorta di "R&B bianco". La pubblicazione del disco venne ritardata a causa della decisione da parte del musicista, a fine gennaio, di licenziare il suo manager Tony DeFries. La motivazione principale fu l'insoddisfazione per le condizioni del contratto firmato con la MainMan nel '72, secondo le quali Bowie aveva diritto soltanto ad un piccolo acconto sui guadagni dei suoi dischi. Dopo tre mesi di trattative estenuanti, David e DeFries raggiunsero un accordo in base al quale in cambio della rescissione del contratto stesso, Bowie fu costretto a pagare al suo ex manager metà dei proventi degli album Hunky Dory, Ziggy Stradust, Aladdin Sane, Pin Ups, Diamond Dogs e David Live, più il 16% dei suoi guadagni futuri fino al 1982. Il nuovo manager di Bowie e anche il suo avvocato, fu per breve tempo Michael Lippman.
Gli anni del "Duca Bianco" e la trilogia di Berlino (1976-1979)
Alla pubblicazione del successivo album Station to Station nel gennaio 1976, fece seguito in febbraio una tournée di tre mesi e mezzo in Europa e Stati Uniti che comprese l'esecuzione delle nuove canzoni dell'album, includendo anche le drammatiche performance del nuovo personaggio di Bowie, il Thin White Duke, ovvero il "sottile Duca Bianco". Questo nuovo alter ego segnò una delle tante svolte artistiche nella sua carriera, ormai decisamente lontana dal chiassoso clamore multicolore del glam rock di pochi anni prima. Il "Duca Bianco" impersonava un aristocratico quanto distante cantante alla Sinatra con un abbigliamento sobrio ed elegante, ipotetiche simpatie destrose e una forte infatuazione per l'occultismo. Seppur molti di questi elementi furono soltanto una delle numerose trovate sceniche del poliedrico artista, il nome "White Duke" entrò comunque nell'immaginario collettivo del pubblico, divenendo presto il suo più consueto soprannome per il resto della sua carriera.
I brani più significativi di questo periodo furono la title track del disco, influenzata dal sound "motorik" dei gruppi tedeschi krautrock, le ballate Wild Is the Wind, cover di un brano reso famoso da Nina Simone e Word on a Wing; inoltre i brani funky TVC 15 e Stay. La band che accompagnò Bowie sul palco comprendeva, tra gli altri, il chitarrista Carlos Alomar, il bassista George Murray e il batterista Dennis Davis, componenti della nuova sezione ritmica che lo avrebbero affiancato fino alla fine del decennio. Il tour riscosse grande successo ma generò anche polemiche di natura politica, come quella sorta durante una data a Stoccolma, in cui Bowie venne imputato di aver rilasciato la seguente dichiarazione: «[...] la Gran Bretagna trarrebbe beneficio dall'avvento di un leader fascista [...]»; inoltre poco dopo la polizia di frontiera lo fermò sul confine russo-polacco per possesso di alcuni cimeli nazisti.[137] La controversa vicenda culminò a Londra nel maggio seguente, in quello che divenne noto come "l'incidente della Victoria Station". Nel pomeriggio del 2 maggio 1976, Bowie tornò in Gran Bretagna dopo due anni di assenza con un hovercraft proveniente da Ostenda; lasciando la stazione londinese su una Mercedes-Benz landaulet nera, il musicista salutò la folla di fan adoranti che lo aspettavano con un gesto del braccio sinistro che venne scambiato per un saluto nazista, episodio che venne fotografato e pubblicato su NME. Bowie dichiarò che il fotografo aveva semplicemente "congelato" il gesto del suo braccio a mezz'aria nel corso di un normale saluto.[138] La maggior parte della stampa britannica ignorò l'incidente, tuttavia i vari tabloid scandalistici specularono non poco sulle presunte tendenze naziste del cantante, alimentando il tutto con citazioni riciclate dagli anni precedenti, come quella rilasciata da Bowie in un'intervista a Cameron Crowe dove affermava che «Adolf Hitler è stato una delle prime vere rockstar [...]», oppure citando la canzone Somebody Up There Likes Me contenuta nell'album Young Americans, in cui parlava del ritorno di Hitler.[139] Successivamente Bowie si scusò pubblicamente per questi suoi ambigui atteggiamenti, imputandoli alla sua dipendenza dalla cocaina dell'epoca e all'eccessiva immedesimazione nel personaggio del "Duca Bianco":[140]«[...] ero fuori di testa, totalmente impazzito. Ero interessato principalmente alla mitologia più che all'intera faccenda su Hitler e il totalitarismo [...] e avevo scoperto Re Artù».[141]
Nell'aprile 1975, Bowie si trasferì a Los Angeles in una villa presa in affitto al 637 di North Doheny Drive.[142] All'epoca assumeva quantità smodate di cocaina e si sosteneva con una dieta esclusivamente a base di latte e peperoni verdi e gialli, trascorrendo la maggior parte del periodo "in uno stato di costante terrore psichico" e debilitazione psicofisica arrivando a pesare solo una quarantina di chili.[143] Alcuni resoconti dell'epoca, principalmente derivanti da un'intervista fatta al cantante da Cameron Crowe, raccontavano di un Bowie che viveva in una casa piena di antichi manufatti egizi, candele nere sempre accese, circondato da varia iconografia nazista e intento a studiare trattati di magia nera e a conservare in frigorifero la propria urina imbottigliata,[144] terrorizzato dal fatto che un gruppo di streghe volesse rubare il suo sperma per qualche rito oscuro, ricevendo infine messaggi segreti da parte dei Rolling Stones sulle copertine dei loro dischi e minacce da Jimmy Page dei Led Zeppelin (notoriamente adepto di Aleister Crowley).[145] Questa ossessione per la magia, l'occulto e le teorie superomistiche del filosofo Friedrich Nietzsche, non era nuova per Bowie che già ne aveva dato traccia in due canzoni presenti in Hunky Dory (1971), Oh! You Pretty Things e Quicksand, e in altri brani ancora precedenti come Cygnet Committee del '69 e The Supermen del 1970. Ma la scintilla di questo rinnovato interesse sembrò essere un incontro avvenuto a New York con il "regista maledetto" Kenneth Anger, autore del film satanista Lucifer Rising.
In questo periodo, Bowie ebbe anche la sua prima e vera esperienza in campo cinematografico recitando come protagonista nel film di fantascienza L'uomo che cadde sulla Terra di Nicolas Roeg, regista che lo scritturò dopo essere rimasto colpito dalla visione del documentario Cracked Actor inerente al Diamond Dogs Tour dell'anno precedente. Per l'occasione David iniziò anche a comporre alcuni brani strumentali che avrebbero dovuto costituire la colonna sonora del film ma che invece confluirono nei suoi successivi prodotti discografici.
Nel 1976 David si trasferì in Svizzera, acquistando una grande villa vicino Losanna, sulle colline a nord del Lago di Ginevra, tuttavia il suo consumo di cocaina incrementò ulteriormente, iniziando a minacciare seriamente la propria salute. Determinato a disintossicarsi e per distrarsi dallo stress dell'ambiente musicale, Bowie iniziò a dipingere producendo svariate opere post-moderniste. Prese anche l'abitudine di portarsi in tour un blocco degli schizzi per disegnare quando colto dall'ispirazione e fotografare qualsiasi cosa colpisse la sua immaginazione. Visitò anche molte gallerie d'arte a Ginevra, il Brücke-Museum di Berlino e Bowie divenne, nelle parole del biografo Christopher Sandford, «un prolifico produttore e collezionista d'arte contemporanea»;[146] i suoi quadri furono esposti in molte mostre personali e alcuni acquistati da musei britannici e statunitensi. David, inoltre è stato anche fondatore di un'associazione che intende favorire la visibilità di opere di giovani artisti.[147]
sul Nazionalsocialismo
Circa nello stesso periodo delle sessioni per l'album Station to Station, Bowie si immerse in intense letture su Hitler e la storia del Terzo Reich. Iniziò quindi a definire il proprio nuovo personaggio, The Thin White Duke, come una sorta di "vero ariano fascista" e a rilasciare dichiarazioni alla stampa in cui prevedeva l'imminente avvento di un nuovo regime fascista in Inghilterra. Questo controverso periodo culminò nel famigerato "incidente alla Victoria Station" del maggio '76 dove l'artista venne fotografato apparentemente nel gesto di fare un saluto nazista rivolto alla folla, circostanza tuttavia decisamente smentita dall'interessato. A posteriori Bowie avrebbe commentato questo suo pericoloso flirtare con il nazismo affermando di essere stato affascinato dal lato puramente teatrale ed esoterico di tale ideologia, considerando il suo approccio politico dell'epoca "molto immaturo". A questo periodo Bowie farà riferimento con i versi: «Visions of swastikas in my head, plans for everyone»[149] in China Girl nell'album Let's Dance del 1983 e, in riferimento a quanti lo avevano attaccato per le sue smentite in materia, scrisse: «To be insulted by these fascists, it's so degrading»[150] nel brano It's No Game presente in Scary Monsters (and Super Creeps) del 1980.
Prima della fine del 1976, l'interesse di Bowie per la scena artistica della Germania, lo portò a trasferirsi a Berlino ovest per disintossicarsi definitivamente e rivitalizzare la propria carriera. Qui iniziò anche la sua proficua collaborazione con con Brian Eno e nel frattempo condivise un appartamento a Schöneberg con Iggy Pop, notizia su cui si parlò molto, anche per giustificare la sua presunta omosessualità. David tuttavia iniziò a focalizzarsi sul minimalismo e sulla tetra musica ambient che caratterizzarono i suoi successivi tre album, la cosiddetta "trilogia di Berlino".[151] Durante lo stesso periodo, David aiutò anche a risollevare le sorti della carriera di Iggy Pop, producendogli e scrivendo insieme a lui il suo primo album da solista intitolato The Idiot e il successivo Lust for Life, seguiti da un tour insieme in Inghilterra, Europa, e Stati Uniti nel marzo e aprile 1977, con Bowie nelle vesti di un anonimo tastierista della band dell'iguana.[152]
L'album Low del 1977, fu parzialmente influenzato dalla musica "krautrock" di Kraftwerk e Neu! ed evidenziò un passo avanti per Bowie come compositore e artista concettuale, distanziandosi dal semplice pop e rock per produrre un'ambiziosa musica più astratta, dove le liriche risultavano sporadiche e non indispensabili. Inizialmente l'album ricevette critiche negative per la sua apparente difficoltà di comprensione e la non commerciabilità del prodotto ma nonostante le perplessità, Low arrivò fino alla seconda posizione in classifica in Gran Bretagna, producendo anche il singolo di successo Sound and Vision. A posteriori, Low si rivelerà un vero e proprio album di culto, che porterà compositori d'avanguardia come Philip Glass a descriverlo «[...] un'opera geniale di incomparabile bellezza».[153][154][155] Lo stesso Glass arriverà a produrre un'intera sinfonia basata sulle musiche e le atmosfere dell'album, la Low Symphony del 1992.
Seguendo l'approccio minimalista di Low, il 23 settembre del 1977 uscì Heroes che incluse il celebre brano omonimo scritto insieme a Brian Eno; questo nuovo album fuse pop e rock ampliandone i confini di genere e, dei tre album della trilogia berlinese, è quello che più si merita questo appellativo, essendo l'unico che fu interamente registrato a Berlino. Come Low, anche Heroes risultò un album pervaso dallo zeitgeist della Guerra Fredda, stigmatizzato dal muro che divideva in due la città di Berlino.[24] Anche questo album rappresentò un altro grande successo, raggiungendo la terza posizione in classifica nel Regno Unito. La title track, sebbene raggiunse all'epoca soltanto la posizione numero "24" nella classifica britannica dei singoli, divenne forse il brano più celebre e rappresentativo dell'intera carriera di Bowie, capace di resistere nel corso degli anni come sua canzone simbolo.[156] Verso la fine dell'anno, Bowie eseguì il brano allo show televisivo di Marc Bolan e ancora due giorni dopo in occasione dello speciale televisivo natalizio di Bing Crosby, dove si unì a Crosby in una versione di Peace on Earth/Little Drummer Boy. Cinque anni più tardi, il duetto si rivelò un successo mondiale, conquistando la terza posizione in Gran Bretagna nel 1982.[157]
Dopo aver completato Low e Heroes, Bowie passò la maggior parte del 1978 in tournée, portando la musica dei primi due album della trilogia di Berlino a circa un milione di persone durante ben 70 concerti in 12 nazioni diverse. Dal tour venne ricavato l'album live Stage, pubblicato nel medesimo anno.[158] Sempre nel '78 uscì il film Just a Gigolò, con Bowie nella parte del protagonista. Il film riscosse un mediocre riscontro di pubblico e pessime recensioni da parte della critica.
Il capitolo finale della trilogia fu l'album Lodger del 1979 che mostrò un approccio simile alla musica minimalista, ambient e complessa dei precedenti due dischi ma con un parziale ritorno al rock convenzionale basato su percussioni e chitarre. Il risultato fu un complesso mix di elementi "new wave" e "world music", con alcune influenze multietniche; alcune tracce furono composte utilizzando gli scritti della Strategie Oblique di Brian Eno e brani di Peter Schmidt: Boys Keep Swinging nacque così, l'incoraggiando i musicisti a "percuotere" i propri strumenti, mentre per Move On si ricorse alla progressione di accordi di All the Young Dudes suonati al contrario e per Red Money utilizzando la traccia strumentale base di Sister Midnight, brano precedentemente composto insieme a Iggy Pop.[159] L'album venne registrato interamente nello studio di Bowie in Svizzera e segno l'interruzione del rapporto collaborativo tra Bowie e Brian Eno, che sarebbero tornati a lavorare insieme soltanto negli anni novanta. Lodger raggiunse la quarta posizione in Gran Bretagna e la numero "20" negli Stati Uniti e dal disco furono estratti i singoli Boys Keep Swinging e DJ.[160][161] Anche se inizialmente fu recepito come una chiusura in tono minore della trilogia di Berlino, Lodger sarebbe stato rivalutato nel corso degli anni, anche in virtù del deludente risultato dei successivi album degli anni ottanta di Bowie. Verso la fine del '79, l'unione fra Bowie e Angela terminò e furono avviate le pratiche di divorzio che portarono alla separazione definitiva, non priva di strascichi legali e accuse reciproche, all'inizio del 1980.[162]
Il successo commerciale e di massa (1980-1989)
Con gli anni ottanta Bowie investì molto di più nella carriera di attore cinematografico e teatrale e incrementò, sia come numero di tappe che come grandiosità, i suoi tour, mentre la produzione discografica si basò per tutto il decennio su un raffinato quanto generico pop, con album contenenti alcune hits più commerciali, adatte ad una massiccia trasmissione radiofonica. Ashes to Ashes, Let's Dance, China Girl, Loving the Alien sono soltanto alcuni dei successi alimentati dai suggestivi video che li accompagnarono; un fenomeno, quello dei video, che Bowie già ben conosceva e che sfruttò nel modo migliore, da poliedrico artista a tutto tondo quale si è sempre dimostrato.
Il nuovo decennio cominciò bene con il successo di Scary Monsters (and Super Creeps), che produsse la hit da primo posto in classifica Ashes to Ashes. Il brano conferì una grande visibilità internazionale al movimento underground dei New romantic, quando Bowie visitò il night club "Blitz" di Londra per reclutare diverse comparse da utilizzare nel celebre videoclip della canzone stessa, incluso Steve Strange dei Visage. Nel video David comparve vestito da inquietante pierrot, in uno dei suoi travestimenti più famosi[163] e l'album invece contiene cospicui contributi chitarristici da parte di musicisti come Robert Fripp, Pete Townshend, Chuck Hammer e Tom Verlaine.[164] Mentre Ashes to Ashes raggiunse la vetta della classifica britannica dei singoli, Bowie si recò a New York per recitare a Broadway in una pièce teatrale tratta dalla triste storia di John Merrick, il cosiddetto "uomo elefante", interpretando proprio la parte del deforme Merrick, senza l'ausilio di nessun make up e riscuotendo critiche lusinghiere.[165] Lo stesso anno, Bowie fece un'apparizione cameo nel film tedesco Christiane F. - Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino, basato sulle esperienze di giovani tossicodipendenti berlinesi negli anni settanta. La colonna sonora del film, nella quale Bowie è l'unico artista presente con suoi pezzi tratti dagli album Station to Station, Low, Heroes, e Lodger, venne pubblicata pochi mesi dopo e riscosse un buon successo.
Nel 1981 Bowie collaborò con i Queen per la preparazione del loro album Hot Space, nello specifico, per la traccia Under Pressure che in seguito venne estratta come singolo. Il duetto si rivelò un grande successo, divenendo il terzo singolo numero "1" di Bowie in Gran Bretagna. Sempre nel 1981 David ottenne il ruolo principale nell'adattamento televisivo della BBC dell'opera di Bertolt Brecht Baal. In contemporanea con la messa in onda del programma, venne pubblicato un EP a cinque tracce con brani tratti dal lavoro teatrale incisi a Berlino, intitolato David Bowie in Bertolt Brecht's Baal.
Il grande successo internazionale e l'apice della popolarità arrivarono con l'album Let's Dance del 1983. Co-prodotto insieme al produttore degli Chic Nile Rodgers, l'LP divenne Disco di platino su entrambe le sponde dell'Atlantico e dall'album vennero estratti tre singoli che raggiunsero i primi posti in classifica un po' in tutto il mondo: la title track Let's Dance, Modern Love, e China Girl, accompagnati da acclamati video promozionali. L'uscita di Let's Dance fu seguita dal Serious Moonlight Tour, durante il quale Bowie venne accompagnato dal chitarrista Earl Slick e dai coristi Frank & George Simms. Il tour mondiale durò sei mesi e riscosse un enorme successo, anche se alcuni critici sottolinearono che la musica di Bowie subì un'involuzione troppo "commerciale"[166] In occasione di questo nuovo tour Bowie si reinventò per l'ennesima volta, con un look dai capelli iper-ossigenati e fisico abbronzato, proponendo al suo pubblico un accessibile dance-rock dagli accenti ballabili, anche se non scevro talvolta da tematiche disturbanti e testi impegnati.
Sempre nel 1983 Bowie partecipò in veste di attore protagonista al film Furyo, conosciuto anche con il titolo originale Merry Christmas Mr. Lawrence, diretto da Nagisa Oshima e basato sul romanzo The Seed and the Sower di Laurens van der Post. L'interpretazione data dal musicista venne ampiamente lodata dalla critica e il film riscosse un buon successo di pubblico, guadagnandosi la fama di cult movie.
Il 1984 fu la volta del nuovo album Tonight, altro lavoro dall'impronta dance e fortemente commerciale che portò Bowie a vivere una proficua stagione di collaborazioni con svariati artisti internazionali tra cui Tina Turner e, ancora una volta, con il vecchio amico Iggy Pop. Il disco include svariate cover, tra le quali anche una criticatissima versione del classico dei Beach Boys del 1966 God Only Knows. L'album lanciò tuttavia la hit Blue Jean, che inoltre fu alla base del cortometraggio musicale Jazzin' for Blue Jean per il quale Bowie si aggiudicò il Grammy Award for Best Short Form Music Video.
Nel 1985 il musicista si esibì nel corso del Live Aid allo stadio di Wembley di Londra. Durante l'evento, venne proiettato un video realizzato appositamente dove Bowie duettò con il leader dei Rolling Stones Mick Jagger nel brano Dancing in the Street, che successivamente arrivò al primo posto delle classifiche. Lo stesso anno, David collaborò con Pat Metheny per l'incisione della canzone This Is Not America che, pubblicata su singolo, riscosse un buon successo sia in America che in Gran Bretagna.[167]
L'anno successivo Bowie recitò nel film Absolute Beginners. La pellicola ricevette critiche negative ma il pezzo omonimo scritto da Bowie per la colonna sonora raggiunse la seconda posizione in Gran Bretagna. Altra partecipazione cinematografica dell'anno fu quella nel film fantastico Labyrinth, dove Bowie interpretò degnamente il malvagio re dei goblin Jareth e per il quale scrisse ben cinque nuove canzoni.
Nel 1987 fu la volta del nuovo album Never Let Me Down, che proseguì il discorso stilistico dei precedenti due dischi con marcate sonorità anni ottanta. L'album ricevette pessime critiche e un moderato riscontro da parte del pubblico, concretizzando un numero "6" nella classifica della Gran Bretagna. A posteriori Bowie descrisse l'opera come «il suo peggior album in assoluto», definendolo «un disco orribile».[168] Tuttavia per la promozione di Never Let Me Down, Bowie organizzò il mastodontico Glass Spider Tour che partì il 30 maggio 1987 e si protrasse con successo per ben 86 date in giro per il mondo.
Il breve periodo con i Tin Machine (1989–1990)
Nel 1989 Bowie scelse di dare una nuova svolta alla sua carriera e prendersi un periodo di riflessione, rifugiandosi in un relativo anonimato collaborando con un gruppo rock in qualità di semplice tastierista, membro dello stesso. La neonata band, battezzatasi Tin Machine, comprendeva tra i suoi membri, oltre a Bowie stesso, il chitarrista Reeves Gabrels e i fratelli Tony e Hunt Sales, rispettivamente batterista e bassista, con i quali David aveva già collaborato negli anni settanta per l'album di Iggy Pop Lust for Life.[169]
Sebbene all'interno dei Tin Machine vigesse una democrazia assoluta, ben presto la natura da leader di Bowie iniziò a prevalere nelle dinamiche di gruppo, sia come compositore principale che come guida carismatica.[170] Nel 1989 l'album di debutto della band, Tin Machine, venne inizialmente ben accolto da pubblico e critica, anche se l'eccessiva politicizzazione delle liriche provocò qualche perplessità. Il disco raggiunse la terza posizione in classifica nel Regno Unito e il primo tour mondiale dei Tin Machine si rivelò un successo commerciale, anche se non trascurabili furono i rimpianti da parte della critica per il periodo del Bowie solista anni settanta.[171][172]
Dopo una serie di singoli fallimentari, Bowie, dopo un dissidio con la EMI, lasciò l'etichetta discografica[173] e anche l'avventura dei Tin Machine si concluse dopo la pubblicazione di un secondo album e di un live entrambi male accolti da pubblico e critica.
Bowie tornò a riscuotere il suo successo da solista con il Sound+Vision Tour del 1990, che lo tenne impegnato per sette mesi nel portare in giro per il mondo i suoi vecchi successi, riscuotendo ottimi consensi e lauti guadagni.[174]
Elettronica, nuove sperimentazioni e il ritorno al passato (1990-1999)
Nel 1990 Bowie tornò definitivamente ad abitare a New York, trasferendosi in un grande appartamento affacciato su Central Park[175] e si dedicò alla sperimentazione progettando i futuri album, tutti molto diversi tra loro, che uscirono nei primi anni novanta e per la realizzazione dei quali si avvalse nuovamente della collaborazione di Brian Eno, con cui lavorò all'affascinante e talvolta discutibile gioco con le tendenze musicali di fine secolo.
Nell'aprile 1992 Bowie apparve al Freddie Mercury Tribute Concert, concerto in memoria del defunto leader dei Queen morto l'anno precedente. Oltre ad eseguire Heroes e All the Young Dudes, egli venne raggiunto sul palco da Annie Lennox per l'esecuzione di Under Pressure.[176]
Il 6 giugno del 1992 Bowie convolò nuovamente a nozze con la modella somalo-americana Iman Mohamed Abdulmajid, con una cerimonia privata celebratasi presso la Chiesa Episcopale Americana di Saint James a Firenze.
Il 1993 vide la pubblicazione del primo album solista dopo la fine dell'avventura con i Tin Machine, con un disco influenzato da soul, jazz e hip-hop, intitolato Black Tie White Noise. Ricorrendo ad un uso massiccio di strumenti elettronici, l'album, che riunì Bowie con il produttore di Let's Dance Nile Rodgers, confermò il ritorno al successo del cantante, raggiungendo la vetta della classifica britannica e generando due singoli da top 40 e uno "da top 10", il brano Jump They Say dedicato al fratello scomparso suicida anni addietro.[177] Bowie esplorò in seguito anche nuove tendenze musicali "ambient" con The Buddha of Suburbia, che fu la colonna sonora della omonima miniserie televisiva adattamento del romanzo di Hanif Kureishi. L'album ricevette buone critiche ma fu un insuccesso commerciale, fermandosi alla posizione numero "87" in classifica.[178]
Il ritorno alla collaborazione con Brian Eno portò al risultato di maggior spicco di 1.Outside e la creazione di un nuovo, sofisticato alter ego nella figura del detective Nathan Adler, sorta di protagonista di questo bizzarro concept album il cui tema fu quello di un omicidio artistico rituale. Denigrato ed esaltato in egual misura, l'album riscosse consensi sia in America che in Europa e produsse anche alcuni dei singoli di maggior successo del Bowie anni novanta come la canzone Hallo Spaceboy, fortunata collaborazione con i Pet Shop Boys.[179]
Il 17 gennaio 1996 Bowie venne introdotto nella Rock and Roll Hall of Fame,[180] riconoscimento che si andò ad aggiungere alla celebre stella della Hollywood Walk of Fame, già guadagnatasi alcuni anni prima.[181] Nel dicembre dello stesso anno Bowie ebbe un'intuizione commerciale che si rivelò molto proficua, divenendo la prima rockstar quotata in Borsa; per la prima volta nella storia della finanza internazionale, un personaggio di primo piano dello spettacolo offrì agli investitori delle obbligazioni garantite dal proprio catalogo discografico. I Bowie Bonds collocati sulla piazza di Wall Street ebbero una validità decennale e furono garantiti principalmente dai proventi di 287 canzoni contenute nei suoi 25 album registrati prima del 1990, per un valore complessivo di 55 milioni di dollari e furono interamente acquistati dalla Prudential Insurance Company di New York. Quest'operazione si rivelò una mossa finanziaria che tramutò Bowie in uno dei cantanti più ricchi del mondo e il suo esempio venne presto seguito anche da altri artisti internazionali come Elton John, James Brown, Ashford & Simpson e The Isley Brothers.[182]
Nello stesso periodo Bowie intuì le grandi potenzialità del web e, oltre al suo personale sito Internet "www.davidbowie.com", nella primavera del 1996 decise anche di istituire il BowieNet, ovvero il primo portale internet tematico creato da un cantante,[183] attraverso cui era possibile collegarsi al web ma anche scaricare legalmente i brani musicali della sua discografia;[184] in seguito il BowieNet venne candidato al Wired Award 1999 come miglior sito di intrattenimento dell’anno[185] e rimase attivo fino al 2012.
Nel 1997 uscì il nuovo album Earthling, includendo nuove sperimentazioni di musica "jungle" e "drum 'n' bass", che fu un successo più di pubblico che di critica e produsse l'hit Little Wonder, brano con cui si esibì anche al 47° Festival di Sanremo in qualità di ospite.
In occasione del nuovo album 'hours...' del 1999, Bowie cambiò nuovamente look abbandonando i capelli corti ramati alla volta di un look "capellone" analogo a quello degli esordi. L'album fu caratterizzato dal singolo di successo Thursday's Child e fu un parziale ritorno alle atmosfere "pop-rock" di album come Hunky Dory.
I nuovi album: Heathen, Reality e il ritiro dalle scene (2000-2009)
Nel 2000 ebbero luogo alcune sessioni per il progettato album intitolato Toy, che avrebbe dovuto essere una compilation di nuove versioni di alcuni dei primi brani di Bowie con l'aggiunta di tre nuove canzoni ma che rimase inaspettatamente inedito.
Il 15 agosto dello stesso anno nacque Alexandria Zahra "Lexie" Jones, figlia di David e Iman.[186]
Nell'ottobre 2001, Bowie aprì The Concert for New York City, un evento di beneficenza in favore delle vittime degli attentati terroristici dell'11 settembre 2001, con una performance minimalista del brano America di Simon & Garfunkel, seguita poi dalla classica Heroes.[187]
La collaborazione di Bowie con Tony Visconti proseguì nel 2002 con la produzione di Heathen, un album di brani inediti seguito dal lungo tour americano ed europeo del 2002 che prese il via dal Meltdown Festival di Londra, del quale Bowie fu quell'anno il curatore, invitando grandi artisti come Philip Glass, i Television e i The Dandy Warhols.
L'anno seccussivo invece pubblicò l'album Reality[188] e il tour promozionale ottenne un grande successo di pubblico ma fu interrotto drammaticamente il 25 giugno del 2004 quando, dopo il concerto all'Hurricane Festival di Scheeßel, Bowie venne ricoverato d'urgenza ad Amburgo per il grave blocco di una coronaria, i cui sintomi furono avvertiti già giorni prima. A seguito dell'operazione di angioplastica coronarica Bowie rientrò a New York ma le restanti undici date finali del tour furono cancellate.[189][190]
Negli anni successivi rimase lontano dalle scene, se si eccettuano alcune rare apparizioni, tuttavia Bowie si dedicò alla registrazione di alcuni pezzi per il cinema, come il suo vecchio successo Changes in duetto con Butterfly Boucher per il film animato Shrek 2 del 2004[191] e scrisse il brano (She Can) Do That del 2005, realizzato con Brian Transeau, per il film Stealth - Arma suprema.[192]
Tornò ad esibirsi dal vivo l'8 settembre 2005 con gli Arcade Fire, per l'evento televisivo statunitense Fashion Rocks e si unì nuovamente alla band canadese una settimana dopo per la CMJ Music Marathon.[193] Alcuni mesi dopo cantò in un brano dell'album Return to Cookie Mountain dei TV on the Radio,[194]
L'8 febbraio 2006 gli fu assegnato il premio Grammy Award alla carriera[195] e, dopo aver annunciato in aprile che sarebbe rimasto lontano dalle scene per un anno,[196] il 29 maggio comparve a sorpresa al concerto di David Gilmour alla Royal Albert Hall di Londra. Alcune delle canzoni dell'evento furono incise per il DVD Remember That Night.[197]
Il suo ultimo concerto dal vivo fu quello del novembre 2006 con Alicia Keys per uno spettacolo di beneficenza alla Black Ball di New York.[198][199] Nello stesso anno, partecipò come attore al film The Prestige di Christopher Nolan nel ruolo di Nikola Tesla.
Nel 2007 registrò uno spot pubblicitario con Snoop Dogg per l'emittente americana XM Satellite Radio[200] e collaborò con Lou Reed nell'album No Balance Palace del gruppo rock danese Kashmir.[201] Tuttavia i suoi impegni artistici proseguirono e nel medesimo anno Bowie fu scelto come direttore artistico dell'High Line Festival di Manhattan,[202] e collaborò nell'album di Scarlett Johansson Anywhere I Lay My Head, che contiene cover di Tom Waits.[203] Nel 40º anniversario dell'allunaggio dell'Apollo 11, la EMI pubblicò nel 2009 le tracce della registrazione originale di Space Oddity in una competizione a cui fu invitato il pubblico per registrarne un remix.[204]
Nel gennaio del 2010 uscì il doppio album live A Reality Tour, contenente materiale registrato durante l'ultima tournée del 2003 e del 2004.[205]
Il 21 gennaio 2009, su alcuni blog si diffuse la notizia secondo la quale Bowie era a Berlino per la registrazione di un nuovo album ma arrivò subito la smentita, pubblicata anche sul sito ufficiale dell'artista.[206]
Nel marzo 2011, fu possibile scaricare da internet l'album inedito Toy, la cui pubblicazione era stata annullata nel 2001, che contiene alcuni dei brani usati per Heathen e la maggior parte dei lati B dei singoli provenienti dallo stesso Heathen.[207][208]
Nel 2012 la Louis Vuitton lo ingaggiò come nuovo testimonial per la nuova campagna americana del 2013.[209]
Il ritorno con The Next Day (2010-2013)
A sorpresa l'8 gennaio 2013 Bowie lanciò il nuovo singolo e il relativo video di Where Are We Now? e annunciò di aver composto quasi venti nuove canzoni che sarebbero poi apparse nel nuovo album intitolato The Next Day, pubblicato il 12 marzo successivo.[210] Il video del singolo Where Are We Now? venne realizzato da Tony Oursler, seguito da The Stars (Are Out Tonight), pubblicato il 25 febbraio.
The Next Day ottenne un ottimo successo poiché si trattò del primo album di inediti dopo dieci anni. L'album, contenente quattordici nuovi brani registrati dal cantante durante i precedenti due anni,[211] ricevette anche un'ottima accoglienza di critica, piazzandosi in vetta alle classifiche in tutto il mondo.[212]
Il 5 novembre uscì The Next Day Extra, una speciale versione deluxe[213] [214] The Next Day Extra contenente anche un dvd con i videoclip di Where are we now?, The Stars are out Tonight, The Next Day e Valentine's Day e quattro canzoni inedite in aggiunta all'edizione standard.[215]
Nell'autunno 2014 Bowie pubblicò una nuova antologia: Nothing Has Changed, titolo derivato da un verso del brano Sunday presente in Heathen del 2002. La nuova raccolta fu pubblicata in diversi formati e contiene un brano inedito: Sue (In the Season of Crime), dal carattere decisamente jazz e che è stato pubblicato anche come singolo. Il nuovo Greatest Hits ottenne un notevole successo, soprattutto in Europa e in particolar modo nel Regno Unito, dove Bowie da sempre ha lo "zoccolo duro" dei suoi fans. Nothing Has Changed raggiunse il nono posto nelle chart inglesi e si aggiudicò, dopo qualche mese, l'ennesimo Disco d'oro per avere venduto oltre 100.000 copie.
Nell'ottobre 2015 John Giddins, storico organizzatore di concerti londinesi, rivelò che Bowie non si sarebbe più esibito più dal vivo, con l'intezione di non intraprendere più alcun tour, compreso quello inerente all'uscita di The Next Day.[216]
L'ultimo album: ★ e la morte (2013-2016)
L'8 gennaio del 2016, giorno del suo sessantanovesimo compleanno, è uscito ★ (Blackstar), il suo ultimo lavoro. Due giorni dopo, nella notte del 10 gennaio, Bowie si è spento attorniato dai suoi familiari nel suo attico di New York[217] per fatali complicazioni epatiche causate da un cancro al pancreas[218][219][220] con cui ha segretamente lottato per 18 mesi.[3]
La triste notizia è apparsa inaspettatamente sul suo profilo Facebook ufficiale e nei giorni successivi Robert Fox, impresario teatrale molto amico di Bowie, nonché produttore del musical Lazarus, ha rivelato che la rockstar gli avrebbe confidato di voler intraprendere una cura sperimentale contro il cancro.[221][222] Fox raccontò inoltre che solo pochi fidati amici e i familiari erano a conoscenza della sua malattia[223] ma che altrettante persone, tra coloro che stavano lavorando alla registrazione di Blackstar, non erano a conoscenza della diagnosi fino alla triste notizia.
Secondo il suo produttore discografico e storico amico Tony Visconti, gran parte dei testi delle nuove canzoni contenute in ★ (Blackstar) farebbero riferimento alla malattia di Bowie e all'eventualità di una morte imminente, tanto da far concepire a Bowie l'intero progetto come il suo testamento spirituale, una sorta di ultimo addio al suo pubblico.[224]
«Ha sempre fatto quello che voleva. E voleva farlo a modo suo, e voleva farlo al meglio. La sua morte non è stata diversa dalla sua vita: un'opera d'arte. Ha fatto Blackstar per noi, è stato il suo regalo di addio. Sapevo da un anno che sarebbe andata così. Non ero preparato, però. È stato un uomo straordinario, pieno di amore e di vita. Sarà sempre con noi. Per ora, possiamo solo piangere.[225]»
Il 12 gennaio ★ (Blackstar) ha debuttato in cima alla UK Albums Chart grazie a vendite superiori alle 100.000 copie[226], ottenendo la certificazione di Disco d'oro in Regno Unito in poco meno di un giorno dalla sua pubblicazione. L'album in poco tempo si è imposto sulle classifiche mondiali, raggiungendo la prima posizione in vari Paesi, tra cui Australia, Belgio[227], Francia, Germania, Irlanda, Paesi Bassi, Svezia, Danimarca,[228] Canada, Finlandia, Argentina, Italia[229], Nuova Zelanda[230] e Stati Uniti, dove esordisce in prima posizione nella Billboard 200 con 130.000 copie, risultato mai ottenuto in precedenza da Bowie in vita in così poco tempo.[231]
L'intero catalogo con tutti i video di Bowie ha ricevuto l'11 gennaio su Vevo oltre 51 milioni di visualizzazioni in appena ventiquattro ore, superando il primato prima detenuto da Adele il giorno dell'uscita di Hello.[232]
Alcuni giorni dopo, l'azienda Amazon.com ha rivelato di averne esaurito ogni edizione, sia in vinile che in formato CD, riportando di non aver registrato mai un tale numero di vendite in così poco tempo.[233]
Nel frattempo, molte personalità del mondo della musica hanno partecipato al lutto: il 13 gennaio, durante un suo concerto a Los Angeles, Elton John ha interrotto la scaletta dello spettacolo per rendere omaggio alla rockstar, eseguendo con il pianoforte una cover del brano Space Oddity.[234]
Il 12 gennaio anche Madonna, nella tappa di Houston del suo Rebel Heart Tour, ha voluto ricordarlo con una cover di Rebel Rebel, e con queste parole:
Mi ha fatto vedere che è OK essere diversi. Il suo spirito rimarrà per sempre con noi[235]»
Mick Jagger ha ricordato a nome dei Rolling Stones su Twitter quello che era per lui e per il gruppo il tempo passato con Bowie, descritto come un uomo "meraviglioso e gentile":
Il giorno della sua morte tutti i maggiori social networks, come Facebook, Instagram e Twitter registrarono in poco tempo un forte flusso di informazioni e scambi di messaggi. Milioni di fans ma anche molti esponenti della musica, dello spettacolo e della politica (come David Cameron, Ricky Gervais, Billy Idol, Pharrell Williams, Bryan Adams, Bruce Springsteen, J.K. Rowling, gli Arcade Fire, Russell Crowe, gli U2, Kanye West, Paul McCartney, Martin Scorsese, Barack Obama e Iggy Pop, solo per citarne alcuni) si sono detti molto addolorati per la morte del cantante, lasciando dediche, messaggi di cordoglio ai familiari, fotografie e video sul web.
Il 14 gennaio alcuni tra i maggiori quotidiani americani hanno diffuso la notizia secondo la quale le spoglie di Bowie sono state cremate il 12 gennaio nel vicino stato del New Jersey secondo le precise disposizioni da lui lasciate, ovvero senza alcun rito di suffragio e senza la presenza di familiari e amici.[237][238] In seguito, attraverso un comunicato pubblicato su Facebook, la famiglia, i figli e gli amici più stretti del cantante hanno ringraziato i fans di tutto il mondo per la solidarietà e l'affetto mostrati e che avrebbero organizzato una personale cerimonia di commemorazione strettamente privata.[239]
Effettivamente, malgrado le numerose iniziative spontanee in tutto il mondo, non vi è stata alcuna commemorazione pubblica ufficiale, a esclusione di un grande concerto previsto alla Carnegie Hall[240], già programmato prima della sua scomparsa ma divenuto ormai un tributo alla sua memoria e i cui biglietti, esauriti rapidamente, hanno raggiunto cifre incredibili. Tuttavia tale evento non è stato proposto od organizzato dalla famiglia del cantante, che ha mantenuto il più stretto riserbo sull'accaduto.[241] Vista la grande affluenza prevista, gli organizzatori del tributo hanno aggiunto alla prevista data del 31 marzo anche quella del 1° aprile; a questo doppio tributo di Bowie parteciperanno molti artisti tra cui: Micheal Stipe, Blondie, Cindy Loper, Mumford and Sons, Pixies e il suo storico amico Tony Visconti.[242][243]
Alla fine di gennaio del 2016 alcuni quotidiani hanno reso noto i termini del testamento olografo depositato da David Bowie presso il tribunale di New York[244], secondo cui è stata prevista la cremazione della salma e la dispersione delle ceneri. Il luogo indicato per lo spargimento è stato l’isola di Bali[245], che David visitò più volte in vari viaggi, oppure un altro luogo a scelta più vicino,[246] purché venisse rispettato il rituale buddista.[247][248] Il testamento, firmato “David Robert Jones”, ha stabilito la suddivisione dell’eredità di circa 230 milioni di dollari,[249] la cui metà è stata destinata alla vedova Iman,[250] comprendendo anche l’attico di Lafayette Street, mentre la restante metà è stata assegnata, un quarto ciascuno, al figlio primogenito Duncan e alla figlia Lexie, a cui è stato anche destinato un appartamento a Manhattan.[251] A beneficiare dell’eredità di David Bowie sono state anche Corinne Schwab, sua assistente personale da oltre trent'anni, a cui sono stati destinati 2 milioni di dollari[252] e Marion Skene, l’ex bambinaia a cui è stato versato un milione di dollari.[253]
Lo staff dell'etichetta discografica di Bowie ha inoltre comunicato che i ricavi dell'ultimo album ★ (Blackstar) incassati durante tutto il mese di gennaio 2016 sono stati devoluti interamente alla ricerca contro il cancro.[254]
Stile musicale
Lo stile musicale di David Bowie è un rock, seppur caratterizzato da un’alternanza di sperimentazioni unite al sound tipicamente “brit pop”, a cui aggiunse il fascino di una mutevole personalità impegnata a impersonare gli svariati alter ego da lui ideati almeno fino agli anni novanta.
Inizialmente la produzione musicale di Bowie si basò su sonorità nostalgiche influenzate dalla “beat generation”, con brani acustici folk rock per poi subire la variopinta metamorfosi degli anni settanta, che portò Bowie ad essere il primo esponente del glam rock; questo periodo divenne forse il più emblematico per Bowie che, completamente calato nel fantasioso personaggio di Ziggy Stardust, influenzò fortemente l’intero panorama della scena rock internazionale.
In seguito Bowie divenne più intimista e spostò l’attenzione sul genere soul, con la creazione di un proprio "rhythm ’n’ blues bianco" che trovò la sua massima espressione in album come Station to Station e Young Americans ma, durante il periodo berlinese, il suo stile subì l’influenza del krautrock, interpretando le tendenze, i disagi e i fermenti tipici del tempo.
A parte la parentesi pop degli anni ottanta, in cui si uniformò alle sonorità tipiche del periodo, lo stile di Bowie tornò a subire le influenze di nuove sperimentazioni con incursioni di elettronica, fino a spaziare al genere jungle dell’album Earthling del 1997.
Dagli anni duemila lo stile musicale tornò ad essere un raffinato rock, pur senza tradire le sonorità tipicamente “brit pop” delle origini; tuttavia negli ultimi album non mancarono brani più intimisti dal vago stile new wave. [255]
Collaborazioni
Oltre alle già citate collaborazioni con Lou Reed, Iggy Pop e Brian Eno, Bowie collaborò con Bing Crosby in un duetto natalizio cantando Peace on Earth/Little Drummer Boy per il programma televisivo Merrie Olde Christmas del 1977. Il brano fu però tenuto negli archivi dalla RCA, all'epoca l'etichetta discografica di cui faceva parte Bowie, finché nel 1982, prima che Bowie abbandonasse RCA per la EMI, fu pubblicato come singolo. Il disco raggiunse il terzo posto delle classifiche del Regno Unito diventando, col passare degli anni, un "evergreen" natalizio, sia come canzone che come video.
Nel 1981, Bowie collaborò con i Queen per registrare una versione quasi sconosciuta e inedita del brano Cool Cat e per la creazione di Under Pressure, nella quale duettò con il famoso gruppo rock inglese e che canterà anche al Freddie Mercury Tribute Concert insieme ad Annie Lennox e ai Queen, orfani di Mercury. La canzone, che inizialmente venne chiamata People on Streets, fu quasi interamente composta dal bassista John Deacon, anche se accreditata ai Queen e Bowie; verrà poi inserita nell'album Hot Space del 1982.
Fra le altre collaborazioni del Duca Bianco vi fu anche quella col leader dei Rolling Stones, Mick Jagger. Insieme, nel 1985, a supporto del progetto Live Aid, realizzarono una versione della canzone di Martha & the Vandellas Dancing in the Street di cui si ricorda il curioso videoclip. Si dice anche che fra le due rockstar, il legame sia stato più che professionale e che la celebre canzone Angie, che gli Stones realizzarono nel 1973 in controtendenza col loro stile di sempre, fosse ispirata ad Angela Bowie e indirettamente riferita a un'orgia a quattro fra lei, David, Mick e l'allora sua moglie Bianca Pérez-Mora Macias.
Nel medesimo anno Bowie incise insieme a Tina Turner il brano Tonight, title track dell'omonimo album del 1984. I due, inoltre, duetteranno insieme durante una data del Private Dancer Tour di Tina Turner del 1985.
Altra notevole collaborazione fu quella con i Pet Shop Boys nel 1996, per il brano Hallo Spaceboy: forte del successo del brano, che venne lanciato come singolo, Bowie si esibì con i Pet Shop Boys sia in programmi musicali come Top of the Pops che ai prestigiosi BRIT Awards del 1996.
Dopo aver collaborato all'esordio dei Placebo portandoli in tour come suoi supporters, Bowie collaborò con loro in due occasioni: per il singolo Without you I'm nothing, estratto dall'omonimo album, realizzarono una versione a due voci, mentre nel febbraio 1999 si esibirono insieme ai Brit Awards per una cover di "20th Century Boy", che i Placebo tra l'altro interpretarono anche nel film Velvet Goldmine, come membri della band immaginaria Malcolm & The Flaming Creatures. Lo stretto legame tra la band e Bowie fu testimoniato da vari episodi, come la presenza alla festa per il 50° compleanno di Bowie al Madison Square Garden nel 1997, l'omaggio tributatogli con una versione acustica di Five Years realizzata nel 2004 durante un programma tv francese e la toccante lettera d'addio scritta da Brian Molko poco dopo la morte di Bowie e pubblicata sul sito ufficiale della band.
La presunta bisessualità
Alla fine del 1964, quando Bowie faceva parte dei Manish Boys, il gruppo fece un'audizione alla BBC per una serie di concerti allo Star Club di Amburgo. Il cantante si assicurò l'ingaggio giurando all'organizzatore tedesco di essere gay: «All'epoca era una cosa piuttosto comune. Si diceva qualsiasi cosa, pur di avere successo.»[256] Tuttavia, già in quel periodo la presunta omosessualità ostentata dal cantante sembrava quantomeno esagerata, tuttavia durante un concerto incontrò la quattordicenne Dana Gillespie, che divenne la sua ragazza e che continuò a frequentare fino agli anni settanta.[257]
Nel gennaio 1972 venne pubblicata l'intervista per Melody Maker, giudicata "scandalosa" poiché Bowie affermò: «[...] sono gay, lo sono sempre stato, anche quando ero David Jones».[109] L'intervista creò un certo clamore e in pochi pensarono a una tattica sensazionalistica alle porte del debutto di Ziggy Stardust, tuttavia il tempismo fu perfetto: il movimento gay britannico elesse David a suo simbolo mentre i benpensanti accolsero scandalizzati la dichiarazione. Del resto gli argomenti considerati tabù esercitarono sempre una forte attrazione su Bowie e il suo anticonformismo lo spinse verso la sottocultura omosessuale: «[...] mi attraeva follemente l'idea di questi locali e di queste persone e il fatto che tutto ciò che li circondava fosse qualcosa di cui nessuno sapeva nulla...», spiegò in seguito, « [...] era come un altro mondo in cui volevo a tutti i costi entrare».[258]
Malgrado ciò i commenti di David sull'argomento formulati negli anni successivi furono tutt'altro che chiarificatori: «[...] è vero, sono bisessuale»,[259] disse alla rivista Playboy nel settembre 1976, tranne poi rispondere poco tempo dopo alla domanda di un altro intervistatore affermando il contrario: «[...] era solo una bugia, mi appiccicarono quell'immagine e io mi ci adeguai piuttosto bene per alcuni anni».[258] Durante il tour in Nuova Zelanda del 1978 dichiarò: «Sì, sono bisessuale, quella era un'affermazione vera»,[260] mentre in occasione del suo lancio sul mercato di massa, nel 1983, si ritrattò le sue affermazioni precedenti, dicendo alla rivista Time che era stato «un grande equivoco» e su Rollingstone lo definì «il più grande errore che abbia mai fatto».[261] Nel 1987, incalzato sull'argomento da Smash Hits, Bowie sottolineò divertito l'intera faccenda, consentendo alla rivista di pubblicare: «Ha-ha! Non dovreste credere a tutto quello che leggete».[262] Nel 1993, sempre sulla rivista Rollingstone smentirà definitivamente la voce riguardante la sua bisessualità: «[...] non mi sono mai sentito un vero bisessuale ma ero magnetizzato dalla scena gay underground. Era come un'altra realtà di cui volevo acquistare una quota. Questa fase durò solo fino al 1974 e morì più o meno con Ziggy. Davvero, avevo solo fatto mia la condizione di bisessuale, l'ironia è che non ero gay».[263]
Utilizzo delle canzoni e dell'immagine di David Bowie
- Alla vita di David Bowie si è ispirato l'acclamato film di Todd Haynes del 1998 Velvet Goldmine, con Jonathan Rhys Meyers, Christian Bale e Ewan McGregor, prodotto da Michael Stipe
- Con il nome di "Bowie" è stato battezzato un ragno malese: l'Heteropoda davidbowie
- L'album 'hours...' nacque con la collaborazione del chitarrista Reeves Gabrels, allora impegnato nella colonna sonora di un videogame (Omikron, The Nomad Soul, 1997), nel quale comparve un arrangiamento dei pezzi dell'album e lo stesso Bowie
- Bowie interpretò una struggente versione di Nature Boy nella colonna sonora del film Moulin Rouge!
- I Duran Duran, grandi amici ed estimatori di Bowie, nel corso della loro carriera hanno inciso e interpretato cinque sue canzoni: Fame, Diamond Dogs, Rebel Rebel, Boys Keep Swinging e Starman, più Success di Iggy Pop in duetto con Bowie stesso
- La canzone Heroes è stata utilizzata nello spot della Volkswagen Golf nel 2003
- La canzone Heroes è da svariati anni la sigla della trasmissione televisiva Sfide in onda sul canale televisivo italiano Rai tre.
- La canzone Heroes prende parte alla colonna sonora del film Noi siamo infinito del 2003
- La canzone Queen Bitch è utilizzata nel finale del film Il maledetto United diretto da Tom Hooper e interpretato da Michael Sheen
- La canzone Modern Love è stata utilizzata in una scena di Rosso sangue di Leos Carax
- La canzone Starman è stata la sigla iniziale della trasmissione televisiva Meteore in onda sul canale televisivo italiano Italia 1
- La canzone Absolute Beginners è utilizzata nella scena della giostra a seggiolini volanti, nel film Educazione siberiana diretto da Gabriele Salvatores e tratto dall'omonimo romanzo di Nicolai Lilin
- La canzone Life on Mars? viene cantata nel primo episodio della quarta stagione di American Horror Story da Jessica Lange nei panni di Elsa Mars
- La canzone Life on Mars? oltre ad aver fornito il titolo della serie omonima, è utilizzata nell'episodio 1x01 Life on Mars quando Tyler la sta ascoltando in macchina prima di venire investito e risvegliarsi nel 1973. La canzone ha un ruolo importante nell'intera serie nonché nel suo seguito, Ashes to Ashes, altra serie che ha per nome una famosa canzone di Bowie
- La canzone Space Oddity è utilizzata nell'episodio 9 della sesta stagione di Supernatural e viene cantata in Friends dal personaggio di Chandler Bing nella puntata 19 della quinta serie e da Joey Tribbiani nella prima puntata della sesta serie
- La canzone Space Oddity venne anche più volte cantata nel film I sogni segreti di Walter Mitty di Ben Stiller, sotto il nome di Major Tom
- Una parte della canzone Space Oddity è cantata da Adam Sandler in una delle scene iniziali del film del 2002 Mr. Deeds diretto da Steven Brill
- Nel 2015 Lana Del Rey canta la frase: «Ground Control to Major Tom» (presa da Space Oddity) nel bridge della canzone Terrence Loves You (dedicata interamente a Bowie e a suo fratello Terry)
- "Ziggy Stardust" è anche il soprannome di uno dei personaggi del romanzo di Giorgio Faletti Io sono Dio[264]
Discografia
La discografia di David Bowie consiste in 25 album in studio come solista e due con il gruppo dei Tin Machine di cui ha fatto parte. Lo stesso Bowie prima di morire, in una lettera a Brian Eno, si è riferito al suo ultimo lavoro come il suo 25° album.[265]
Oltre ai suoi venticinque album, si contano anche tre colonne sonore, cinque EP, otto live, 48 raccolte e 113 singoli.[266]
Una stima ha valutato la sua produzione in circa 720 canzoni, per un totale di oltre 145 milioni di copie vendute in tutto il mondo.[267][268]
Album in studio
- 1967 - David Bowie
- 1969 - Space Oddity
- 1970 - The Man Who Sold the World
- 1971 - Hunky Dory
- 1972 - The Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars
- 1973 - Aladdin Sane
- 1973 - Pin Ups
- 1974 - Diamond Dogs
- 1975 - Young Americans
- 1976 - Station to Station
- 1977 - Low
- 1977 - "Heroes"
- 1979 - Lodger
- 1980 - Scary Monsters (and Super Creeps)
- 1983 - Let's Dance
- 1984 - Tonight
- 1987 - Never Let Me Down
- 1993 - Black Tie White Noise
- 1995 - 1.Outside
- 1997 - Earthling
- 1999 - 'hours...'
- 2002 - Heathen
- 2003 - Reality
- 2013 - The Next Day
- 2016 - ★
Tin Machine
Colonne sonore
- 1980 - Christiane F. - Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino
- 1986 - Labyrinth
- 1993 - The Buddha of Suburbia
Videografia
Da sempre riconosciuto come uno dei pionieri del video musicale,[269] già nel 1969 Bowie aveva al suo attivo un numero di promo sufficiente a mettere insieme un lungometraggio, prima ancora di avere ottenuto il suo primo successo da classifica con un singolo. Il suo primo videoclip fu quello della canzone Space Oddity, pubblicato nel 1972 e diretto da Mick Rock agli RCA Studios di New York.
La videografia di Bowie comprende 71 videoclip promozionali da aggiungere ad altri quattro video di altri artisti a cui ha partecipato, 15 video album o compilation pubblicati in VHS, DVD e 18 apparizioni come ospite in video di altri artisti.
Creazioni più recenti come The Hearts Filthy Lesson, Little Wonder e Survive hanno confermato che Bowie continua a esplorare i confini del video musicale. Nel nuovo millennio collaborazioni con registi come Floria Sigismondi e Johan Renck e attori hollywoodiani come Gary Oldman e Tilda Swinton hanno portato i videoclip di Bowie ad avvicinarsi a veri e propri cortometraggi cinematografici.
Esibizioni dal vivo
I tour
Anche se il primo tour ufficiale fu lo Ziggy Stardust Tour del 1972, l'attività live di Bowie cominciò con i Kon-rads, nel 1962, e proseguì con i diversi gruppi che lo accompagnarono fino al 1971. Dai King Bees ai Lower Third, fino a progetti più improvvisati come The Riot Squad, Turquoise e Feathers, i gruppi eseguirono cover di brani rock e R&B ma anche le prime composizioni originali di Bowie e il cantante alternò i concerti alla sua attività di mimo.
Dal 1972 al 2004, anno in cui realizzò la sua ultima tournée, Bowie ha collezionato 16 tour con i quali ha attraversato i cinque continenti.
Esibizioni radiofoniche
Filmografia
Cinema
- The Virgin Soldiers, regia di John Dexter 1969 - non accreditato
- L'uomo che cadde sulla Terra (The Man Who Fell to Earth), regia di Nicolas Roeg (1976)
- Gigolò (Schöner Gigolo, Armer Gigolo), regia di David Hemmings (1978)
- Christiane F.: Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino (Christiane F.: Wir Kinder vom Bahnhof Zoo), regia di Ulrich Edel (1981) - cameo
- Miriam si sveglia a mezzanotte (The Hunger), regia di Tony Scott (1983)
- Furyo (Merry Christmas Mr. Lawrence), regia di Nagisa Oshima (1983)
- Barbagialla, il terrore dei sette mari e mezzo (Yellowbeard), regia di Mel Damski, 1983 - non accreditato
- Jazzin' for Blue Jean, regia di Julien Temple (1984)
- Tutto in una notte (Into The Night), regia di John Landis (1985)
- Absolute Beginners, regia di Julien Temple (1986)
- Labyrinth - Dove tutto è possibile (Labyrinth), regia di Jim Henson (1986)
- L'ultima tentazione di Cristo (The Last Temptation of Christ), regia di Martin Scorsese (1988)
- The Linguini Incident, regia di Richard Shepard (1991)
- Fuoco cammina con me (Twin Peaks - Fire Walks with Me), regia di David Lynch (1992)
- Basquiat, regia di Julian Schnabel (1996)
- Il mio West, regia di Giovanni Veronesi (1998)
- B.U.S.T.E.D (Everybody Loves Sunshine), regia di Andrew Goth (1999)
- Il segreto di Mr. Rice, regia di Nicholas Kendall (2000)
- The Prestige, regia di Christopher Nolan (2006)
Camei
- Bandslam - High School Band, regia di Todd Graff (2009) - cameo
- Fuoco cammina con me, regia di David Lynch - cameo
- Zoolander, regia di Ben Stiller (2001) - cameo
Televisione
- Theatre 625: The Pistol Shot (1968) - serie TV
- Baal (1982), di Alan Clarke - film TV
- The Hunger (1997) - serie TV, dal 1999 al 2000
Documentari
- Ziggy Stardust and the Spiders from Mars (1973)
- Cracked Actor (1974) (BBC)
- Group Madness (1983)
- Cool Cats: Twenty-Five Years of Rock 'N' Roll Style (1983)
- Queen: The Magic Years (1987)
- Imagine: John Lennon (1988)
- Superstar: The Life and Times of Andy Warhol, regia di Chuck Workman (1990)
- Travelling Light (1992)
- Inspirations (1997)
- Lou Reed: Rock and Roll Heart (1998)
- Mayor of the Sunset Strip (2003)
- Dave - A Radio Soulwax Project (2012)
Doppiaggio
- Peter and the wolf, di Sergej Sergeevič Prokof'ev - CD (registrazione 1972-77, pubblicazione 1992)
- Il pupazzo di neve (The Snowman), regia di Dianne Jackson - film d'animazione (1982)
- Omikron: The Nomad Soul, di David Cage - videogioco (1999)
Produzioni cinematografiche
- Büvös vadász (1994) (... aka Magic Hunter)
- Passaggio per il paradiso, regia di Antonio Baiocco (1998)
- Scott Walker: 30 Century Man (2006)
Doppiatori italiani
Nelle versioni in italiano dei suoi film, David Bowie è stato doppiato da:
- Roberto Chevalier in L'uomo che cadde sulla Terra, Labyrinth - Dove tutto è possibile, The Prestige
- Luciano Roffi in L'ultima tentazione di Cristo, Fuoco cammina con me
- Michele Kalamera in Furyo, Zoolander
- Gianni Williams in Tutto in una notte
- Manlio De Angelis in Basquiat
- Tonino Accolla ne Il mio West
- Roberto Pedicini in Miriam si sveglia a mezzanotte
- Sergio Di Stefano in Bandslam - High School Band
Premi e riconoscimenti
A partire dal 1970, Bowie ha collezionato 41 nomination e 16 premi (11 per l'attività musicale, 2 per quella cinematografica, 3 per l'attività multimediale). Tra i più importanti i 2 BRIT Awards, 2 Grammy, 3 MTV Europe Music Awards e 1 Saturn Award. L'artista fu ammesso nella Rock and Roll Hall of Fame nel 1996[270] mentre l'anno successivo fu premiato per il suo contributo all'industria dell'intrattenimento con una stella sulla Hollywood Walk of Fame, all'esterno dell'Hollywood Galaxy Theatre.[271]
Nel 2000 Bowie rifiutò il titolo di Commendatore dell'Ordine dell'Impero Britannico e nel 2003 il titolo di Cavaliere dello stesso ordine.[272]
Note
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- ^ 100 Greatest Artists: David Bowie | Rolling Stone
- ^ Lista dei 100 migliori cantanti si tutti i tempi secondo Rolling Stone
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Voci correlate
- Biografia di David Bowie, 1962-1966
- Celebrità della Hollywood Walk of Fame
- Songwriters Hall of Fame
- Rock and Roll Hall of Fame
- Band Aid
- Live Aid
- Duncan Jones (regista)
Altri progetti
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- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su David Bowie
Collegamenti esterni
- (EN) Sito ufficiale, su davidbowie.com.
- (EN) David Bowie, su AllMusic, All Media Network.
- (EN) David Bowie, su Discogs, Zink Media.
- Template:Collegamenti cinema
- (EN) David Bowie, su MusicBrainz, MetaBrainz Foundation.
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