Sciurus vulgaris
Lo scoiattolo comune (Sciurus vulgaris, Linnaeus 1758) appartiene alla famiglia degli Sciuridae, dell'ordine dei Roditori, della classe dei Mammiferi.
Scoiattolo comune | |
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![]() Scoiattolo comune (Sciurus vulgaris) | |
Stato di conservazione | |
Rischio minimo[1] | |
Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Animalia |
Sottoregno | Eumetazoa |
Superphylum | Deuterostomia |
Phylum | Chordata |
Subphylum | Vertebrata |
Classe | Mammalia |
Sottoclasse | Theria |
Infraclasse | Eutheria |
Superordine | Euarchontoglires |
(clade) | Glires |
Ordine | Rodentia |
Famiglia | Sciuridae |
Sottofamiglia | Sciurinae |
Genere | Sciurus |
Specie | S. vulgaris |
Nomenclatura binomiale | |
Sciurus vulgaris Linnaeus, 1758 | |
Areale | |
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Sistematica
Sono state descritte numerose sottospecie, alcune di dubbia validità. La specie mostra infatti un'ampia variabilità nel colore della pelliccia, con una gamma che va dal rosso al marrone scuro e con notevoli variabilità cromatica nello stesso individuo, spesso dotato di pancia dal vello bianco e criniera dorsale più scura del vello laterale.
Attualmente sono riconosciute 23 sottospecie[2]
- S. v. alpinus. Desmarest, 1822. (= S. v. baeticus, hoffmanni, infuscatus, italicus, meridionalis, numantius, segurae o silanus.)
- S. v. altaicus. Serebrennikov, 1928.
- S. v. anadyrensis. Ognew, 1929.
- S. v. arcticus. Trouessart, 1906. (= S. v. jacutensis.)
- S. v. balcanicus. Heinrich, 1936. (= S. v. istrandjae o rhodopensis.)
- S. v. chiliensis. Sowerby, 1921.
- S. v. cinerea. Hermann, 1804.
- S. v. dulkeiti. Ognew, 1929.
- S. v. exalbidus. Pallas, 1778. (= S. v. argenteus o kalbinensis.)
- S. v. fedjushini. Ognew, 1935.
- S. v. formosovi. Ognew, 1935.
- S. v. fuscoater. Altum, 1876. (= S. v. brunnea, gotthardi, graeca, nigrescens, russus o rutilans.)
- S. v. fusconigricans. Dvigubsky, 1804
- S. v. leucourus. Kerr, 1792.
- S. v. lilaeus. Miller, 1907. (= S. v. ameliae o croaticus.)
- S. v. mantchuricus. Thomas, 1909. (= S. v. coreae o coreanus.)
- S. v. martensi. Matschie, 1901. (= S. v. jenissejensis.)
- S. v. ognevi. Migulin, 1928. (= S. v. bashkiricus, golzmajeri o uralensis.)
- S. v. orientis. Thomas, 1906.
- S. v. rupestris. Thomas, 1907
- S. v. ukrainicus. Migulin, 1928. (= S. v. kessleri.)
- S. v. varius. Gmelin, 1789.
- S. v. vulgaris. Linnaeus, 1758.[3] (= S. v. albonotatus, albus, carpathicus, europaeus, niger, rufus o typicus.)
Le sottospecie presenti in Italia sono:
- Sciurus vulgaris fuscoater
- Sciurus vulgaris alpinus (o Sciurus vulgaris italicus Bonaparte, 1838; Sciurus vulgaris meridionalis Lucifero, 1907, caratterizzata dal mantello di colore nero)
Caratteristiche
Lo scoiattolo comune è lungo circa 25 cm senza la coda; questa è lunga da 15 a 20 cm. Il peso va da 250 a 340 g. Una coda così lunga è utile allo scoiattolo nel balzare da un albero all'altro e nel correre lungo i rami, assicurandone l'equilibrio. Ha inoltre una funzione termica, contribuendo a mantenere il calore del corpo durante il sonno. Durante le fasi di corteggiamento la coda serve come segnale visivo e viene sollevata e agitata in modo del tutto particolare. La colorazione del mantello è molto variabile e va dal marrone rossiccio al marrone scuro; queste diverse tonalità sembrano essere determinate da vari fattori legati al clima, alla copertura vegetale, all'alimentazione, oltre che da fattori di tipo genetico. La parte inferiore del corpo è sempre bianca. Le zampe posteriori, più lunghe di quelle anteriori permettono all'animale di muoversi con molta agilità sul terreno, mentre le forti unghie e i cuscinetti plantari gli consentono di arrampicarsi con sorprendente abilità sugli alberi. Lo scoiattolo comune, come la maggior parte degli scoiattoli arboricoli, possiede artigli aguzzi e curvi tali da consentire l'arrampicata sugli alberi, anche sui rami strapiombanti.
Distribuzione ed habitat
È autoctono dell'Europa ma lo si può trovare frequentemente in tutta l'Eurasia sino alla Corea e al Giappone. In Gran Bretagna, ma anche in Italia, la specie è in netto declino, a causa dell'introduzione dello scoiattolo grigio nord-americano (Sciurus carolinensis).
In Italia è presente in buona parte del territorio; è assente in zone antropizzate e non forestali, come nella bassa Pianura Padana, nel versante adriatico costiero (Gargano escluso), nella zona di Piombino, in alcune zone calabresi e nelle isole[4]. In Valle d'Aosta lo si può trovare sino al limite superiore della vegetazione. In Piemonte la sua sopravvivenza è messa in grave pericolo da una popolazione di una specie aliena, introdotta accidentalmente nel 1948, lo scoiattolo grigio. Questa popolazione si sta espandendo rapidamente e vi è il rischio concreto che possa dilagare nell'Italia settentrionale e anche in quella centrale.
Lo scoiattolo frequenta sia le foreste di conifere sia quelle di latifoglie.
Biologia
Lo scoiattolo comune è un roditore, onnivoro, che vive prevalentemente sugli alberi.
L'animale rimane attivo anche durante la stagione invernale; solo in caso di consistenti e prolungate nevicate si rifugia nel proprio nido per più giorni consecutivi.
Voce
Emette brontolii e grida acute.
Riproduzione e mortalità
L'accoppiamento può avvenire nel tardo inverno di febbraio-marzo ed in estate tra giugno e luglio. La femmina può avere fino a 2 gravidanze l'anno. Ciascuna figliata dà alla luce 3-4 piccoli di solito, ma possono essere partoriti anche sei piccoli. La gestazione dura 38-39 giorni. I giovani non sono autosufficienti, sono ciechi, sordi e pesano tra 10 e 15 g. Soltanto la madre si occupa di loro. Il corpo dei piccoli si ricopre di peli al 21esimo giorno di vita, mentre acquisiscono la vista dopo tre o quattro settimane. Lo sviluppo dei denti si completa dopo 42 giorni. Il giovane scoiattolo può mangiare cibi solidi una quarantina di giorni dopo la nascita; a questo punto può lasciare il nido per procurarsi il cibo da solo, anche se la madre continuerà ad allattarlo fino allo svezzamento completo, intorno alle venti settimane.
Durante l'accoppiamento i maschi individuano le femmine in calore dall'odore che queste emettono. Anche se non c'è un corteggiamento vero e proprio, il maschio insegue la femmina anche per un'ora prima di riuscire ad accoppiarsi. Solitamente più maschi inseguono una sola femmina, finché il maschio dominante, in genere il più grosso, riesce a conquistarla. Maschi e femmine si accoppiano più volte e con diversi partner. Le femmine devono raggiungere una massa corporea minima per essere feconde e quelle più pesanti danno mediamente alla luce più piccoli. Se il cibo è scarso la riproduzione viene ritardata. Le femmine raggiungono la maturità sessuale al secondo anno.
Lo scoiattolo comune vive in media tre anni; alcuni individui raggiungono i sette anni, mentre in cattività anche dieci. La sopravvivenza è legata alla disponibilità di semi di cui nutrirsi durante l'autunno-inverno; dal 75 all'85% dei giovani perisce durante il primo inverno, mentre al secondo inverno la mortalità scende al 50% circa.
Mitologia
Lo scoiattolo non fa parte della mitologia né della favolistica greca o romana. È citato occasionalmente da alcuni autori per la caratteristica curiosa (secondo una credenza popolare) di farsi ombra con la coda nelle giornate assolate; da qui il nome greco Template:Polytonic (skíouros) (da cui il latino sciurus) che significa letteralmente "che si fa ombra".
Secondo la mitologia norrena lo scoiattolo è sacro a Loki (dio del fuoco e del caos) per via del colore rosso acceso della pelliccia; per lo stesso motivo è anche caro a Thor, rosso di capelli.
Nella simbologia pittorica cristiana del Medioevo lo scoiattolo rappresenta il diavolo, sempre per il colore rosso acceso della pelliccia oltre che per l'agilità e la rapidità.[5]
Galleria d'immagini
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Piccolo di due settimane
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Esemplare con pelliccia estiva bruna
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Esemplare con pelliccia estiva rossa
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Esemplare con pelliccia invernale
Note
- ^ (EN) Gippoliti, S. 2002, Sciurus vulgaris, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
- ^ Wilson, D. E. & Reeder, D. M. (editors). 2005. Mammal Species of the World. A Taxonomic and Geographic Reference (3rd ed).
- ^ (LA) Carolus Linnaeus, Systema naturae per regna tria naturae :secundum classes, ordines, genera, species, cum characteribus, differentiis, synonymis, locis., 10th edition, Holmiae (Laurentii Salvii), 1758. URL consultato l'8 marzo 2010.
- ^ Gordon Corbett e Denis Ovenden, Guida dei mammiferi d'Europa, Padova, Franco Muzzio &c., 1985 [1980], p. 272.
- ^ Maspero, p. 71
Bibliografia
- Spagnesi M., De Marinis A.M. (a cura di), Mammiferi d'Italia - Quad. Cons. Natura n.14 (PDF), Ministero dell'Ambiente - Istituto Nazionale Fauna Selvatica, 2002.
- Gurnell, J. 1983, Squirrel numbers and the abundance of tree seeds. Mammal Review. 13:133–148
- Francesco Maspero, Bestiario antico: gli animali-simbolo e il loro significato nell'immaginario dei popoli antichi, Piemme, 1997.
Voci correlate
Altri progetti
- Wikiquote contiene citazioni sullo scoiattolo
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Sciurus vulgaris
- Wikispecies contiene informazioni su Sciurus vulgaris
Collegamenti esterni
- Il progetto di tutela in Italia, su life-ecsquare.eu.