Shirayuki

cacciatorpediniere della Marina imperiale giapponese

Lo Shirayuki (白雪? lett. "Neve bianca")[1], inizialmente denominato Numero 36, è stato un cacciatorpediniere della Marina imperiale giapponese, sesta unità della classe Fubuki. Fu varato nel novembre 1927 dal cantiere di Yokohama.

Shirayuki
Descrizione generale
TipoCacciatorpediniere
ClasseFubuki
ProprietàMarina imperiale giapponese
Ordine1923
CantiereYokohama
Impostazione19 marzo 1927
Varo20 marzo 1928
Completamento18 dicembre 1928
Radiazione1º aprile 1943
Destino finaleAffondato il 3 marzo 1943 durante la battaglia del Mare di Bismarck
Caratteristiche generali
Dislocamento1 750 tonnellate
Stazza lorda2 057 tsl
Lunghezza115,3 m
Larghezza10,36 m
Pescaggio3,2 m
Propulsione4 caldaie Kanpon e 2 turbine a ingranaggi a vapore; due alberi motore con elica (50 000 shp)
Velocità38 nodi (72,2 km/h)
Autonomia4 700 miglia a 15 nodi (8 700 chilometri a 28,5 km/h)
Equipaggio197
Armamento
Armamento
  • 6 cannoni Type 3 da 127 mm
  • 9 tubi lanciasiluri da 610 mm
  • 2 mitragliatrici da 7,7 mm
  • 2 lanciatori di bombe di profondità
  • 18 mine
Note
dati riferiti all'entrata in servizio
fonti citate nel corpo del testo
voci di cacciatorpediniere presenti su Wikipedia

Appartenente all'11ª Divisione, nei primi mesi della guerra nell'Oceano Pacifico fornì protezione ai convogli che sbarcarono le truppe della 25ª Armata in Malesia e Borneo britannico; fu quindi aggregato al gruppo occidentale per l'invasione di Giava e combatté nella battaglia dello Stretto della Sonda. In marzo e aprile operò nell'Oceano Indiano, quindi tornò in patria a fine mese. Revisionato, seguì la 1ª Flotta e alla battaglia delle Midway (4-6 giugno), senza avervi alcun ruolo. Distaccato per operazioni di scorreria nell'Oceano Indiano, in agosto fu precipitosamente ridestinato al fronte delle isole Salomone per partecipare alla campagna di Guadalcanal: cannoneggiò alcune volte Henderson Field e completò svariate missioni del Tokyo Express. A metà novembre partecipò senza riportare danni alla seconda fase della battaglia navale di Guadalcanal e nel febbraio 1943 garantì con numerosi altri cacciatorpediniere la copertura necessaria all'evacuazione dell'isola. Schierato con altre sette unità similari in difesa di un convoglio di otto trasporti diretto in Nuova Guinea, fu centrato in pieno da una bomba nel Mare di Bismarck e affondò quasi subito, ma buona parte dell'equipaggio fu tratto in salvo.

Caratteristiche

  Lo stesso argomento in dettaglio: Classe Fubuki.

Lo Shirayuki apparteneva alla numerosa classe Fubuki di cacciatorpediniere di squadra o "tipo speciale", un progetto scaturito dalle limitazioni del trattato navale di Washington del 1922. La classe ebbe una gestazione tormentata e solo nell'aprile 1924 le specifiche per una serie di cacciatorpediniere veloci, dotati di numerose armi e costruiti con il prerequisito del risparmio del peso ove possibile, furono presentate allo stato maggiore della marina; nel 1926, dopo ulteriori modifiche tecniche e cambiamenti, la classe fu approvata sebbene già alcune fossero state ordinate sin dal 1923.[2] Essa fece sensazione e rivoluzionò il concetto stesso di cacciatorpediniere a causa dell'introduzione di torri d'artiglieria completamente chiuse, direttori del tiro sofisticati e ponti corazzati e coperti; tuttavia l'impiego di leghe in alluminio (metallo leggero), la mole delle alte sovrastrutture e l'affollamento di dotazioni offensive su scafi relativamente piccoli rese tutte le unità poco stabili.[3]

Lo Shirayuki presentava una lunghezza di 115,30 metri alla linea di galleggiamento (118,41 metri fuori tutto), una larghezza di 10,36 metri e un pescaggio massimo di 3,20 metri. Il dislocamento a vuoto era di 1 750 tonnellate e la stazza lorda durante le prove in mare fu quantificata in 2 057 tonnellate.[4] L'armamento primario contava sei cannoni Type 3 da 127 mm con canna lunga 50 calibri (L/50), che andavano a sostituire i tradizionali pezzi da 120 mm: erano suddivisi in tre torri binate, disposte una a prua e due a poppa sovrapposte, complete di alzo (fino a 40°) e sistema di ricarica idraulici.[2] Inoltre furono introdotti tre impianti trinati di tubi lanciasiluri sistemati longitudinalmente a mezzanave e brandeggiabili, che impiegavano ordigni da 610 mm, ben più potenti degli esemplari esteri.[3] Poiché ci si aspettava che i pezzi da 127 mm fungessero da armi contraeree (impiego che si rivelò velleitario), la dotazione iniziale di armi specificatamente dedicate fu limitata a solo due mitragliatrici leggere da 7,7 mm. In ultimo erano disponibili due lanciatori di bombe di profondità, trasportate in numero di quattordici, e un carico di diciotto mine.[2]

Il sistema di propulsione contava quattro caldaie Kanpon alimentate a olio combustibile (scorta di 500 tonnellate), collegate a due turbine a vapore ingranaggi a ciascuna delle quali era vincolato un albero motore; era erogata una potenza totale di 50 000 shp e i fumi di combustione erano convogliati in due fumaioli.[4] Una simile energia motrice consentiva di raggiungere i 38 nodi di velocità massima e l'autonomia era pari a 4 700 miglia a un'andatura di 15 nodi.[3] L'equipaggio contava 197 tra marinai, sottufficiali e ufficiali.[5]

Già tra 1933 e 1934, lo Shirayuki scambiò le mitragliatrici leggere con altre due pesanti Type 93 da 13,2 mm, da poco immesse in servizio. Tra 1935 e 1937, inoltre, fu estesamente ricostruito in seguito al rovesciamento della torpediniera Tomozuru (marzo 1934) e soprattutto al cosiddetto incidente della 4ª Flotta, sorpresa da una tempesta e con numerose navi danneggiate dagli elementi. Sovrastrutture e fumaioli furono sbassati, fu inchiavardata zavorra solida per 40 tonnellate, le riserve di munizioni e combustibile furono un poco ridotte (475 tonnellate di olio) e gli scafi furono notevolmente irrobustiti. Infine le Type 93 furono rimosse in favore di due impianti binati di cannoni contraerei Type 96 da 25 mm L/60. Tali modifiche accrebbero il dislocamento a 2 090 tonnellate e la stazza a pieno carico a 2 570 tonnellate, con una correlata diminuzione della velocità massima a 34 nodi.[2]

Servizio operativo

Varo

Il cacciatorpediniere Shirayuki fu ordinato nell'anno fiscale edito dal governo giapponese nel 1923, inizialmente con la denominazione "cacciatorpediniere Numero 36". La sua chiglia fu impostata nel cantiere navale di Yokohama il 19 marzo 1927 e il varo avvenne il 20 marzo 1928; fu completato il 18 dicembre dello stesso anno.[4] Il comando fu assunto dal capitano di corvetta Rokorō Sugawara e la nave formò con il Fubuki e lo Hatsuyuki l'11ª Divisione, dipendente dal 3º Squadrone della 1ª Flotta.[6]

1941 - 1942

Il 20 novembre 1941 lo Shirayuki seguì la divisione d'appartenenza e l'intero 3º Squadrone da Kure a Samah sull'isola di Hainan, raggiunta il 26. Il 4 dicembre fu assegnato con i cacciatorpediniere gemelli alla scorta della 7ª Divisione incrociatori (Mogami, Mikuma, Suzuya, Kumano), a sua volta costituente la copertura a distanza degli sbarchi a Kota Bharu, in Malesia, nel Borneo britannico e alle isole Anambas. Il 27 gennaio 1942 contribuì con il Fubuki, lo Asagiri, lo Yūgiri e l'ammiraglia dello squadrone Sendai alla distruzione del cacciatorpediniere HMS Thanet vicino Endau. Dal 13 al 18 febbraio operò assieme alle formazioni che sbarcarono truppe sull'isola di Bangka e poi a Palembang, venendo coinvolto con lo Asagiri e l'incrociatore leggero Yura nella cattura o affondamento di sette unità alleate. Aggregato dunque al gruppo occidentale del viceammiraglio Jisaburō Ozawa per l'invasione di Giava, nella notte tra il 28 febbraio e il 1º marzo combatté nella breve battaglia dello Stretto della Sonda e fu colpito da un proietto sul ponte, riportando un morto e undici feriti. Inviato a Singapore una volta avvenuti gli sbarchi, lo Shirayuki ne partì l'8 marzo di scorta a convoglio carico di truppe che il 14 giunse indenne a Rangoon; quindi fu riunito il 23 alla divisione d'appartenenza, che seguì la squadra di appoggio del viceammiraglio Ozawa e coprì la facile conquista delle isole Andamane. Lo Shirayuki fece base a Port Blair, condusse ricognizioni e servizio di scorta, infine rientrò a Singapore; poi il 13 l'intera 11ª Divisione fece rotta per Kure, raggiunta il 22 dopo una tappa alla baia di Cam Ranh e dove fu revisionato. Nel frattempo la divisione era passata alle dipendenze della 1ª Flotta, che accompagnò nel corso della battaglia delle Midway (4-6 giugno), senza però avervi parte. Tornata in patria, la divisione scortò un convoglio sino alle isole Amami Ōshima e dal 2 al 16 condusse in loco pattugliamenti anti-sommergibile; il 17 ebbe ordine di recarsi a Mergui, in Birmania, per future operazioni nell'Oceano Indiano. Raggiunse la destinazione il 31 dopo aver fatto tappa alla base militare di Mako e a Singapore, ma l'8 agosto fu dirottata a Guadalcanal, dove marine statunitensi erano sbarcati d'improvviso il giorno prima.[6]

Lo Shirayuki e le unità gemelle navigarono sino a Davao e presero in consegna un gruppo di trasporti che salpò il 19 agosto: quattro giorni dopo tutte le navi giunsero alla base aeronavale di Truk e l'11ª Divisione proseguì poco dopo per la piazzaforte di Rabaul, toccata il 27 agosto. Subito lo Shirayuki e i cacciatorpediniere gregari furono incaricati di proteggere il trasporto Sado Maru in partenza per le isole Shortland, che furono raggiunte in sicurezza il 29. La divisione effettuò quindi il trasporto veloce di nuclei di fanteria all'isola contesa. Il 31 agosto il solo Shirayuki recò altre truppe alla guarnigione, quindi il 2 settembre effettuò un bombardamento dell'aeroporto locale coprendo il posamine Tsugaru; completò missioni di trasporto truppe il 5, il 15 e il 21 settembre, mentre sia l'8, sia il 18 settembre condusse puntate offensive nelle acque dell'isola. Il 13 settembre, inoltre, tirò nuovamente sulla pista aerea in appoggio all'offensiva Kawaguchi. Nella prima metà di ottobre effettuò con successo altri tre sbarchi notturni e la mattina del 12 ottobre trasse il salvo i superstiti del Murakumo, affondato mentre incrociava nelle acque dello scontro di Capo Speranza; il 14 e il 17 completò altre due missioni di trasporto truppe. Il 1º novembre il comandante Sugawara fu promosso capitano di fregata e il giorno successivo lo Shirayuki compì un trasporto truppe, subendo danni leggeri per un urto con bassi fondali vicino al luogo di sbarco. Il 6 novembre affiancò l'incrociatore Sendai che, dalle Shortland, si portò il 9 a Truk: qui il cacciatorpediniere passò con l'intero 3º Squadrone alla 2ª Flotta, coinvolta in un massiccio movimento navale per recare il grosso della 38ª Divisione a Guadalcanal. Partecipò quindi al secondo scontro notturno della battaglia navale di Guadalcanal, durante il quale cooperò con lo Hatsuyuki, il Sendai e l'incrociatore leggero Nagara nel mettere fuori causa o distruggere i quattro cacciatorpediniere statunitensi presenti. Fallita comunque l'offensiva per l'opposizione aerea, l'indenne Shirayuki rientrò a Truk e dal 29 novembre al 4 dicembre spostò alle Shortland e a Rabaul alcuni equipaggi dell'aeronautica; quindi il 5 fu assegnato alla portaerei Hiyō ed entrambe le unità arrivarono a Kure il 10, dove lo Shirayuki fu sottoposto a revisione.[6] Nell'occasione furono aggiunte altre due rastrelliere per le cariche di profondità, salite a trentasei.[3]

A partire dal 21 dicembre lo Shirayuki scortò un gruppo di trasporti carichi di truppe in un lungo viaggio da Shanghai a Truk a Rabaul e infine alle Shortland.[6]

1943 e l'affondamento

  Lo stesso argomento in dettaglio: Battaglia del Mare di Bismarck.

Il 21 gennaio 1943 lo Shirayuki uscì urgentemente da Truk per prestare soccorso a un trasporto silurato; due giorni dopo scortò il Sendai sino a Rabaul e ne ripartì subito con a bordo il contrammiraglio Shintarō Hashimoto, comandante del 3º Squadrone, che fece scendere alle isole Shortland. Il 28 coprì l'approdo di reparti alle isole Russell e dal 1º febbraio l'evacuazione di Guadalcanal: quel giorno stesso, anzi, trasse in salvo Hashimoto dal Makinami, messo fuori combattimento da apparecchi americani, e divenne l'ammiraglia dello squadrone per il resto dell'operazione. Il 7 essa si concluse e lo Shirayuki ripiegò a Rabaul, dove il 25 febbraio l'intero 3º Squadrone, già passato al comando del contrammiraglio Masatomi Kimura, fu trasferito agli ordini dell'8ª Flotta. Tre giorni dopo salpò con i cacciatorpediniere Arashio, Asashio, Asagumo, Tokitsukaze, Yukikaze, Shikinami e Uranami di scorta a un gruppo di otto trasporti, incaricati di recare in Nuova Guinea la 51ª Divisione fanteria e sostanziosi materiali per l'aviazione. La formazione fu localizzata nonostante le manovre diversive di Kimura e pesantemente attaccata da oltre 100 tra bombardieri bimotori e caccia il 3 marzo, quando si trovava circa 55 miglia a sud-est di Finschhafen (7°15′S 148°30′E); grazie anche alla rischiosa tecnica dello skip bombing, i velivoli alleati ottennero grandi successi. Lo Shirayuki fu sorpreso dalla nuova tattica e una bomba, rimbalzata sull'acqua, impattò con violenza ed esplose in corrispondenza del deposito munizioni anteriore: lo scoppio tranciò di netto la prua e subito lo scafo si inclinò prima di sprofondare con trentadue morti. Gli oltre 160 superstiti, tra i quali Kimura e il capitano Sugawara, furono raccolti dal danneggiato Shikinami.[6]

Il 1º aprile 1943 lo Shirayuki fu depennato dai ruoli del naviglio in servizio con la marina imperiale.[6]

Note

  1. ^ (EN) Japanese Ships Name, su combinedfleet.com. URL consultato il 29 febbraio 2016.
  2. ^ a b c d (EN) Fubuki Destroyers (1928- 1932), su navypedia.org. URL consultato il 29 febbraio 2016.
  3. ^ a b c d (EN) The Pacific War Online Encyclopedia: Fubuki Class, Japanese Destroyers, su kgbudge.com. URL consultato il 29 febbraio 2016.
  4. ^ a b c (EN) Materials of IJN (Vessels - Fubuki class Destroyers), su nifty.com. URL consultato il 29 febbraio 2016.
  5. ^ (EN) IJN Fubuki Class Destroyers, su globalsecurity.org. URL consultato il 29 febbraio 2016.
  6. ^ a b c d e f (EN) Long Lancers, su combinedfleet.com. URL consultato il 29 febbraio 2016.

Bibliografia

  • Bernard Millot, La Guerra del Pacifico, Milano, Biblioteca Universale Rizzoli, 2002, ISBN 88-17-12881-3.

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