Carri M48 del 40° Reggimento corazzato americano al Checkpoint Charlie il 28 ottobre 1961
Carri T-55 del 68° Reggimento carri della Guardia sovietico al Checkpoint Charlie il 28 ottobre 1961

Guerra fredda

Antefatti

Stabilire il punto di inizio effettivo della Guerra fredda rimane un argomento ampiamente discusso tra gli storici tra i quali persistono valutazioni ampiamente discordanti. Mentre la maggior parte degli autori identificano la sua origine dagli avvenimenti verificatesi subito dopo la fine della Seconda guerra mondiale, altri studiosi affermano che in realtà la Guerra fredda ebbe virtualmente inizio fin dalla Rivoluzione d'ottobre in Russia del 1917 con la conseguente presa del potere sulla maggior parte del vecchio Impero degli Zar, di Lenin e del partito bolscevico[1]

Alcuni studiosi ritengono addirittura che il contrasto tra gli Stati Uniti e la Russia fosse inevitabile indipendentemente dal tipo di organizzazione politica istituita sui territori dell'Impero degli Zar; secondo questa interpretazione fin dall'inizio del 1900 teorici anglosassoni, in particolare Halford Mackinder, avevano individuato il pericolo del predominio della Heartland ("cuore della terra" o "regione perno") slavo-orientale che avrebbe potuto, in alleanza o dopo la sottomissione della regione centrale tedesca, assumere il predominio della Worldland (l'isola euro-asiatica) e quindi del mondo intero[2]. Era quindi essenziale per le potenze della cosiddetta Outer crescent ("mezzaluna esterna": Gran Bretagna, Stati Uniti, Sudafrica, Australia, Giappone) costituire linee di sbarramento esterne per impedire la costituzione dell'isola euroasiatica[3].

Note

  1. ^ J. L. Gaddis, Russia, the Soviet Union and the United States , p. 57.
  2. ^ J. L. Harper, La Guerra fredda, pp. 35-36.
  3. ^ J. L. Harper, La Guerra fredda, p. 36.


16ª Divisione della Vojvodina
Šesnaesta vojvođanska divizija
 
Partigiani della 16ª Divisione della Vojvodina entrano a Voćin, nell'aprile 1945
Descrizione generale
Attiva1943-1945
Nazione  Jugoslavia
ServizioEsercito Popolare di Liberazione della Jugoslavia
Tipodivisione
Guarnigione/QGBosnia orientale (area di costituzione iniziale)
Battaglie/guerrePrima battaglia di Tuzla
Operazione Rübezahl
Offensiva di Belgrado
Fronte dello Srem
Operazioni finali di liberazione della Jugoslavia
Comandanti
Degni di notaDanilo Lekić
fonti citate nel corpo del testo
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La 16ª Divisione della Vojvodina, in serbo-croato Šesnaesta vojvođanska divizija, in cirillico Шеснаеста војвођанска дивизија, è stata una formazione militare dell'Esercito Popolare di Liberazione della Jugoslavia che venne costituita il 2 luglio 1943 in Bosnia orientale con partigiani serbi provenienti principalmente dalla Vojvodina e dalla Bačka.

La grande unità si distinse in molti combattimenti sul Fronte jugoslavo della seconda guerra mondiale; prese parte alle violente battaglie in Bosnia e Serbia del 1944 e partecipò alla campagna finale di liberazione della Jugoslavia della primavera 1945.

Storia

La divisione venne formata su ordine del Comando supremo partigiano il 2 luglio 1943, nella Bosnia orientale dove erano riparate le forze superstiti del Gruppo operativo principale dell'Esercito popolare dopo la tragica battaglia della Sutjeska. La nuova formazione, comandanta dall'esperto partigiano montenegrino Danilo Lekić, venne costituita originariamente con la 1ª Brigata, la 2ª Brigata e la 3ª Brigata della Vojvodina, mentre in ottobre entrò a far parte del reparto la 4ª Brigata e a novembre anche la 5ª Brigata della Vojvodina. Nel marzo 1944 la composizione della 16ª Divisione cambiò e la 3ª e la 5ª Brigata furono rimosse dall'ordine di battaglia; nell'ultimo periodo della guerra la divisione venne invece rinforzata con l'aggiunta di una brigata d'artiglieria il 18 novembre 1944 e della 15ª Brigata della Vojvodina dal 1 gennaio 1945. Gli effettivi partigiani aumentarono da 1.550 combattenti iniziali, a 6.123 a fine novembre 1943, fino a 8.598 partigiani nel febbraio 1945.

La 16ª Divisione della Vojvodina, rimase fino al 1 luglio 1944 sotto il comando del Quartier generale partigiano della Vojvodina, mentre da luglio 1944 al 1 gennaio 1945 venne messa a disposizione del XII Korpus; dopo questo periodo e fino alla fine della guerra di liberazione combattè agli ordini della 3ª Armata jugoslava.

La nuova unità entrò in combattimento fin dalle fasi finali della Quinta offensiva anti-partigiana che aveva costretto il nucleo principale delle forze di Tito alla ritirata in Bosnia orientale; la 16ª Divisione attaccò per supportare la 1ª Divisione proletaria che guidava le formazioni partigiane sfuggire all'accerchiamento nemico e pesanti combattimenti infuriarono contro le truppe tedesche, ustaša e domobrane lungo la via di comunicazione Zvornik-Tuzla. Il 5 luglio 1943 le unità della 16ª Divisione raggiunse il primo successo sconfiggendo insieme alla 1ª Brigata proletaria, un battaglione della 369ª Divisione tedesco-croata e alcuni reparti ustaša; i partigiani liberarono Zvornik.

I combattimenti continuarono durante tutta l'estate: la notte del 30-31 luglio la 1ª Brigata della divisione della Vojvodina insieme al distaccamento di Majevica, distrussero un gruppo di cetnici, mentre la notte del 7-8 agosto occuparono Janja; il 9 agosto la 16ª Divisione conquistò di sorpresa Bijeljina dove rimase fino al 16 agosto prima di lasciare la città. Durante la notte del 10-11 settembre due brigate della divisione sconfissero dopo un aspro combattimento alcuni reparti ustaša ed entrarono a Vlasenica. La guerra partigiana continuava con esiti alterni nelle stesse regioni; la 16ª Divisione della Vojvodina il 14-15 settembre entrò a Caparde, il 24 settembre rientrò temporaneamente a Bijeljina e il 29 settembre di nuovo a Zvornik.

Ai primi di ottobre 1943 la 16ª Divisione partecipò alla liberazione delle cittadine di Puračići e Lukavca, respinse il nemico proveniente dalla direzione di Doboj e lo inseguì verso Gracanica; subito dopo i partigiani tornarono a Semberija e Posavina, mentre il 19 ottobre si concluse con un fallimento l'attacco al presidio ustaša di Brčko. Nel mese di novembre due brigate della divisione respinsero con successo una serie di attacchi della 187ª Divisione tedesca da Brčko, Gracanica, Tuzla e Bijeljina. Il 15 novembre i partigiani, dopo pesanti combattimenti, costirnsero il nemico a ripeigare su Brcko, quindi rastrellarono la Majevica eliminando le bande di cetnici; nella notte del 20-21 novembre la 1ª brigata della Vojvodina raggiunse la regione dello Srem e attaccò Grgurevci prima di ritornare in Bosnia.

Nel dicembre del 1943 la divisione continuò a combattere nella zona di Gracanica; il 15-16 dicembre attaccò la guarnigione croata e occupò temporaneamente la posizione, quindi affrontò duri scontri contro potenti forze tedesche a Majevica e Semberija. Dal 17 a 20 gennaio 1944 prese parte, insieme alle unità partigiane del III Korpus bosniaco, all'attacco a Tuzla accanitamente difesa da forze croate, rafforzate da truppe tedesche; dopo l'arrivo di rinforzi nemici, il 20 gennaio 1944 i partigiani dovettero interrompere gli assalti e battere in ritirata. Nonostante l'insuccesso, la 16ª Divisione riprese le operazioni e sconfisse i cetnici presenti a Majevica e nella valle del fiume Spreca, quindi attaccò la linea di comunicazione Tuzla-Doboj. La notte del 16-17 febbraio i partigiani assaltarono di nuovo Gracanica e conquistarono la piazzaforte; il 18 la divisione abbandonò la città e si ritirò dopo aver distrutto il ponte sul fiume Spreca, nei pressi del villaggio di Karanovac.

La 16ª Divisione della Vojvodina fu impegnata in combattimenti particolarmente pesanti nel mese di aprile 1944 contro la 7. Divisione SS, la 13. Divisione SS e il 3° Corpo d'armata croato nell'area di Gajece, Čelića, Koraja, Zabrđe, poi nel territorio di Sekovici e Vlasenica; il 4 maggio la divisione partigiana partecipò alla liberazione di Kladanj, e l'11 maggio, avendo rinunciato ad attraversare la Drina per passare in Serbia, ritornò nel settore di Tuzla e Olovo. Nella seconda metà del mese di maggio, la divisione fu in azione a Majevica e Lopara, sulla montagna Konjuh, mentre nel mese di giugno fu di nuovo in combattimento a Lopara e occupò le roccaforti nemiche lungo la via di comunicazione Olovo-Zavidovici. In seguito i partigiani sconfissero i cetnici sul monte Ozren, e nella seconda metà del mese di luglio durante l'offensiva tedesca in Bosnia orientale, parteciparno alla difesa del territorio libero di Brcko e Šehovića. Dopo una lunga marcia dalla Bosnia orientale alla Bosnia centrale, la 16ª Divisione entrò in collegamento il 28-29 luglio 1944 con la 6ª Divisione della Lika che aveva attraversato il fiume Bosna.

Dall'inizio del mese di agosto 1944 ebbe inizio il nuovo tentativo del XII Korpus di entrare in Serbia che provocò la violenta reazione delle truppe tedesche; la 16ª Divisione partecipò all'operazione e marciò in direzione di Foča; pesanti scontri furono combattuti lungo le strade di Han Pijesak-Sokolac, Sokolac-Rogatica, Visegrad-Sarajevo e Foča-Kalinovik. La divisione fu costretta a deviare verso sud attraverso le montagne di Zelengora, Maglic e Vučevo ed entrò in Montenegro raggiungendo la regione del Durmitor dove le formazioni partigiane rischiarono di essere accerchiate e totalmente distrutte durante l'operazione Rübezahl aferrata dai tedeschi. La 16ª Divisione della Vojvodina riuscì, insieme agli altri reparti del XII Korpus, a sfuggire e all'inizio di settembre ripiegò prima in Erzegovina e poi in Bosnia orientale, da dove il 5-6 settembre 1944 raggiunse la Serbia dopo aver attraversato il fiume Drina.

Voci correlate

[[Categoria:Resistenza jugoslava]]

"Naso" di Marinovka
parte della battaglia di Stalingrado sul fronte orientale della seconda guerra mondiale
File:The panorama in the Volgograd Panorama Museum 007.jpg
Combattimenti ravvicinati durante l'operazione Anello
Data24 novembre 1942 - 12 gennaio 1943
LuogoTerritorio compreso tra Marinovka, Karpovka e il fiume Rossoška
Esitovittoria sovietica
Schieramenti
Comandanti
Effettivi
dati non disponibili
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Con il termine Naso di Marinovka si identifica nella storiografia della battaglia di Stalingrado il saliente difeso dalle truppe tedesche all'interno della grande sacca di accerchiamento dove si era schierata in difesa circolare la 6. Armee del generale Friedrich Paulus dopo l'operazione Urano sferrara dall'Armata Rossa a partire dal 19 novembre 1942. Questo settore si protrendeva dalla sacca verso occidente con una forma rassomigliante appunto ad un naso.

Il "naso di Marinovka" fu durante tutto il lungo assedio della 6. Armee, continuato per oltre due mesi, il luogo più esposto e pericoloso della sacca e anche quello più vicino al fronte principale tedesco. In questo territorio il generale Paulus si attendeva ansiosamente di entrare in contatto con le colonne di soccorso che avrebbero dovuto liberare la sua armata; egli schierò nel "naso" le sue divisioni ancora relativamente più efficienti, in un primo momento per coprire le spalle della 6. Armee, poi per preparare una sortita in direzione dei soccorsi, infine, dopo il fallimento dei piani tedeschi, per sbarrare a tutti i costi il passo all'attesa offensiva finale sovietica.

Il 10 gennaio 1943 l'Armata Rossa diede inizio all'operazione Anello e attaccò il "naso di Marinovka" da nord-ovest, da ovest e da sud e, nonostante la disperata resistenza dei tedeschi, travolse le difese e conquistò il saliente entro il 12 gennaio, aprendo la strada per l'inarrestabile avanzata finale da occidente verso le rovine di Stalingrado.

La sacca di Stalingrado

Chiusura dell'accerchiamento e formazione della sacca

Nel pomeriggio del 23 novembre 1943 le colonne corazzate del 4° Corpo carri del generale Andrej Grigor'evič Kravčenko, provenienti da nord, e del 4° Corpo meccanizzato del generale Vasilij Timofeevič Volskij, in avanzata da sud, si incontrarono nel villaggio di Sovetskij, alcuni chilometri a sud-est di Kalač-na-Donu. Questo evento di straordinaria importanza segnava la vittoriosa conclusione della clamorosa operazione Urano iniziata dall'Armata Rossa il 19 novembre e chiudeva la gigantesca manovra a tenaglia d'accerchiamento intorno all'enorme raggruppamento di forze tedesche schierato tra il Don e il Volga nel settore di Stalingrado[1].

 
I comandanti delle brigate carri sovietiche si abbracciano dopo il congiungimento a Sovetskij, pochi chilometri a est di Kalač-na-Donu, il 23 novembre 1942, durante l'operazione Urano.

Il comandante della 6. Armee tedesca, responsabile della direzione di tutte le truppe tedesche, il generale Friedrich Paulus, aveva cercato di impedire questa disastrosa conclusione dell'offensiva sovietica e aveva inviato ad intercettare le colonne mobili nemiche alcuni improvvisati kampfgruppe delle sue insufficienti forze mobili. La frettolosa manovra di rischieramento a nord del Don delle tre Panzer-Division del XIV Panzerkorps del generale Hans Hube non ebbe successo e i tedeschi vennero respinti in pochi giorni a sud-est del fiume. Di conseguenza i corpi corazzati e meccanizzati sovietici avevano potuto chiudere la tenaglia a sud-est di Kalač-na-Donu senza incontrare molta resistenza; l'importantissima linea ferroviaria che collegava Stalingrado con Rostov sul Don era stata intercettata alla stazione di Krivomužinskaja]]. L'unica forza organizzata tedesca presente sul posto il 23 novembre era il kampfgruppe von Hanstein della 3. Divisione motorizzata che stava cercando di formare una posizione difensiva a copertura del villaggio di Marinovka, alcuni chilometri a nord-est di Sovetskij[2]. Piu a est, tra i villaggi di Karpovka e Novij Rogalcik, invece erano schierate le truppe della esperta e ben equipaggiata 29. Divisione motorizzata che, dopo aver rallentato il 20 novembre l'avanzata del 13° Corpo meccanizzato del "Fronte di Stalingrado" sovietico, aveva preso posizione a sud del fiume Cervlenaja per coprire il lato meridionale della sacca in formazione della 6. Armee. Il 23 novembre 1942 questo settore venne attaccato da due brigate meccanizzate e due divisioni di fucilieri della 57ª Armata sovietica che furono però respinte dai reparti della 29. motorizzata che inoltre cercarono anche di contrattaccare e riconquistarono la sera dello stesso giorno il villaggio di Karpovka e la stazione ferroviaria vicina[3]. Una divisione di fucilieri sovietica dovette ripiegare, ma l'intervento di una brigata meccanizzata del 4° Corpo meccanizzato bloccò i contrattacchi tedeschi verso Sovetskij[4].

Nella notte del 23-24 novembre il generale Paulus riuscì a costituire uno schieramento coerente lungo il lato meridionale per coprire le spalle dell'armata; mentre la 29. motorizzata sbarrava solidamente il terreno tra Karpovka e Tsybenko, il Kampfgruppe Korfes prese il comando delle forze tedesche tra Marinovka e Karpovka con elementi della 3. motorizzata, della 60. Divisione motorizzata e della 14. Panzer-Division, suddivisi a loro volta nei tre kampfgruppe Seidel, von Hanstein e Willig[5].

Le difese nel "naso di Marinovka"

Operazione Anello

Distruzione del "naso di Marinovka"

La ritirata verso est

Note

  1. ^ D. Glantz-J. House, Endgame at Stalingrad, book one, pp. 364-365.
  2. ^ D. Glantz-J. House, Endgame at Stalingrad, book one, p. 364.
  3. ^ D. Glantz-J. House, Endgame at Stalingrad, book one, pp. 362 e 364.
  4. ^ D. Glantz-J. House, Endgame at Stalingrad, book one, p. 364.
  5. ^ D. Glantz-J. House, Endgame at Stalingrad, book one, p. 368.

[[Categoria:Battaglie del fronte orientale della seconda guerra mondiale]] [[Categoria:Battaglie della seconda guerra mondiale che coinvolgono la Germania]] [[Categoria:Battaglie della seconda guerra mondiale che coinvolgono l'Unione Sovietica]]

13ª Divisione fucilieri della Guardia
13-я гвардейская стрелковая дивизия
 
I soldati della 13ª Divisioni fucilieri della Guardia contrattaccano a Stalingrado
Descrizione generale
Attivadicembre 1929-1988
NazioneUnione Sovietica
Tipofanteria
Ruologuerra sul Fronte orientale (1941-1945)
Dimensione10.000 uomini (battaglia di Stalingrado)
Battaglie/guerreGuerra d'inverno
Operazione Barbarossa
Seconda battaglia di Char'kov
Operazione Blu
Battaglia di Stalingrado
Combattimenti nella città di Stalingrado
Battaglia di Kursk
Operazione Bagration
Battaglia di Berlino
Parte di
:::::Armata Rossa
Comandanti
Degni di notaAleksandr Rodimcev
Gleb Baklanov
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La 13ª Divisione fucilieri della Guardia (in russo: 13-я гвардейская стрелковая дивизия) fu un'unità dell'Armata Rossa che faceva parte fin dal 1929 dei reparti organici dell'esercito con la denominazione di 87ª Divisione fucilieri. Ricevette la nuova denominazione con il titolo onorifico di unità "della Guardia" nel gennaio 1942 per il valore dimostrato nella prima fase dei combattimenti sul fronte orientale durante la seconda guerra mondiale.

La divisione divenne famosa e dimostrò soprattutto il suo valore durante i drammatici combattimenti nella città di Stalingrado nel 1942; entrati in azione il 13 settembre 1942, i soldati difesero con successo, sotto l'abile guida del comandante, il generale Aleksandr Rodimcev, il centro di Stalingrado e l'approdo sul Volga combattendo per settimane con estrema violenza contro le truppe tedesche.

Dopo la vittoria finale nella battaglia di Stalingrado, la 13ª Divisione fucilieri della Guardia prese parte alla maggior parte delle grandi offensive dell'Armata Rossa e concluse il suo impegno di guerra partecipando alla battaglia di Berlino.

Storia

[[Categoria:Armata Rossa]]

295. Infanterie-Division
 
Soldati tedeschi in movimento sulle pendici del Mamaev Kurgan
Descrizione generale
Attivafebbraio 1940-gennaio 1943
marzo 1943-maggio 1945
Nazione  Germania nazista
ServizioHeer
Tipofanteria
Ruologuerra sul Fronte orientale (1941-1945) e sul Teatro scandinavo
Dimensione15.000 uomini
SoprannomeDoppelkopf-Division e Pferdekopf
Battaglie/guerreCampagna di Francia
Operazione Barbarossa
Operazione Blu
Battaglia di Stalingrado
Combattimenti nella città di Stalingrado
Operazione Anello
Parte di
:::::Wehrmacht
Comandanti
Degni di notaRolf Wuthmann
Otto Korfes
Simboli
Simbolo 
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La 295. Infanterie-Division fu un'unità della Wehrmacht che venne costituita nel febbraio 1940 durante la Seconda guerra mondiale con soldati provenienti dalla Bassa Sassonia.

La nuova divisione prese parte prima alla campagna di Francia e quindi alla guerra sul fronte orientale assegnata al Gruppo d'armate Sud. Nell'estate 1942 entrò a far parte della 6. Armee, e fu una delle unità di punta tedesche nella drammatica battaglia di Stalingrado. Impegnata nei cruciali combattimenti per la conquista della collina strategica del Mamaev Kurgan, subì fortissime perdite durante i cruenti scontri contro i sovietici; ormai esausta, venne accerchiata insieme a tutte le altre divisioni della 6. Armee nella grande sacca di Stalingrado, i superstiti si arresero alla fine di gennaio 1943.

La 295. Infanterie-Division venne rapidamente ricostituita e trasferita con compiti di occupazione in Norvegia dove rimase fino al termine della guerra.

Storia

La 295. Infanterie-Division venne costituita ufficialmente il 10 febbraio 1940 con soldati provenienti dal settore di Magdeburgo, all'interno del Wehrkreis XI, la "regione militare n. 11" comprendente principalmente la Bassa Sassonia con sede a Hannover; la nuova unità faceva parte della ottava welle, l'ottava ondata di mobilitazione dell'esercito tedesco durante la seconda guerra mondiale[1]. La 295. divisione venne impiegata nella campagna di Francia del 1940 e, dopo essere stata concentrata ad Aquisgrana, avanzò in Belgio e in Francia durante il Fall Gelb e il Fall Rot lungo la direttrice Givet, Reims, Epernay, Nevers[1].

La divisione venne schierata anche all'inizio dell'operazione Barbarossa, la grande offensiva generale contro l'Unione Sovietica che ebbe inizio il 22 giugno 1941; il reparto entrò a far parte della 17. Armee del Gruppo d'armate Sud incaricato dell'invasione dell'Ucraina[1]. La 295. Infanterie-Divisione combattè nella maggior parte delle grandi battaglia affrontate dal gruppo d'armate del feldmaresciallo Gerd von Rundstedt; i suoi soldati quindi furono impegnati sulla direttrice Leopoli-Tarnopol-Vinnica; quindi parteciparono alla grande battaglia della sacca di Uman' e quindi raggiunsero il fiume Dniepr nella zona della testa di ponte di Kremencug[1].

Teatri d'operazione

Ordini di battaglia

1940
  • Infanterie-Regiment 516
  • Infanterie-Regiment 517
  • Infanterie-Regiment 518
  • Artillerie-Regiment 295
  • Panzerjäger-Abteilung 295
  • Pionier-Bataillon 295
  • Infanterie-Divisions-Nachrichten-Abteilung 295
  • Infanterie-Divisions-Nachschubführer 295
1944
  • Grenadier-Regiment 516
  • Grenadier-Regiment 517
  • Artillerie-Regiment 295
  • Pionier-Bataillon 295
  • Panzerjäger-Bataillon 295
  • Infanterie-Divisions-Nachrichten-Abteilung 295
  • Kommandeur der Infanterie-Divisions-Nachschubtruppen 295

Decorazioni

Alcuni soldati della divisione ricevettero decorazioni per atti di valore in guerra:

Note

  1. ^ a b c d F. de Lannoy, La bataille de Stalingrad, p. 167.

Voci correlate

[[Categoria:Divisioni di fanteria della Wehrmacht]]

Battaglia di Rostov (1942)
parte del Fronte orientale della seconda guerra mondiale
 
Truppe tedesche in combattimento nel centro di Rostov
Data15 luglio-25 luglio 1942
LuogoRostov sul Don, Unione Sovietica
EsitoVittoria tedesca non decisiva
Schieramenti
Comandanti
Effettivi
300.000 soldati, 1.130 mezzi corazzati, 2.840 cannoni, 1.000 aerei[1]522.500 soldati[2]
Perdite
dati non disponibili128.460 soldati, tra cui 54.000 prigionieri[3]
Voci di battaglie presenti su Wikipedia

La battaglia di Rostov del 1942 si svolse nella fase iniziale dell'operazione Blu, la seconda grande offensiva sferrata il 28 giugno 1942 dalla Wehrmacht tedesca sul Fronte orientale durante la seconda guerra mondiale, dalla quale Adolf Hitler si attendeva la vittoria decisiva e il crollo definitivo dell'Unione Sovietica.

Dopo l'esito deludente dell'avanzata iniziale, Hitler il 13 luglio 1942 decise di improvvisare una grande manovra di accerchiamento intorno all'importante centro strategico di Rostov sul Don con l'obiettivo di distruggere un gran numero di armate sovietiche; la manovra non raggiunse il successo sperato dal Fuhrer: Rostov venne occupata entro il 25 luglio 1942 e i tedeschi conquistarono preziose teste di ponte sul Don da dove nelle settimane seguenti poterono avanzare verso il Caucaso, ma i sovietici riuscirono a sfuggire all'accerchiamento e ripiegarono in salvo verso sud. La manovra di Rostov in conclusione fece perdere tempo ai tedeschi e frammentò le loro forze che furono disperse su un fronte troppo vasto contrariamente ai piani originari studiati dall'alto comando della Wehrmacht.

Storia

L'operazione Blu

A partire dal 28 giugno 1942 le forze della Wehrmacht schierate nel settore meridionale del Fronte orientale avevano dato inizio all'operazione Blu, la grande offensiva generale da cui Adolf Hitler si attendeva una decisiva vittoria militare e la conquista delle regioni strategiche del Caucaso e di Stalingrado, ritenute essenziali anche per ottennere importanti risorse economiche indispensabili per la macchina bellica della Germania nazista[4]. Nonostante impressionanti vittorie iniziali sul Donec e sull'Oskol da parte dell'ala settentrionale del Gruppo d'armate Sud del feldmaresciallo Fedor von Bock, le prime settimane dell'offensiva tedesca non raggiunsero i risultati attesi; Stalin e il comando supremo dell'Armata Rossa riuscirono a rafforzare il settore di Voronež che bloccò per molti giorni i reparti meccanizzati tedeschi, e furono anche in grado di ritirata il grosso delle truppe del "Fronte Sud-occidentale" del maresciallo Semën Timošenko verso est, evitando accerchiamenti catastrofici[5][6].

Deluso dai risultati raggiunti e irritato dall'atteggiamento ritenuto ostruzionistico del feldmaresciallo von Bock, Adolf Hitler decise il 13 luglio 1942 di cambiare completamente la pianificazione strategica prevista per la seconda fase dell'operazione Blu; ritenendo che la ritirata sovietica evidenziasse soprattutto un cedimento del morale del nemico e fosse un segno di dissoluzione della capacità di resistenza sovietica, il Führer decise di accelerare le operazioni e riorganizzare il suo schieramento per avanzare contemporaneamente verso il medio corso del Don e Stalingrado, e il basso corso del Don a Rostov e il Caucaso[7]. Egli inoltre sciolse il Gruppo d'armate Sud e rimosse il feldmaresciallo von Bock che venne sostituito dal generale Maximilian von Weichs che prese il comando dell'ala settetrionale del vecchio Gruppo d'armate Sud, con la denominazione di Gruppo d'armate B; l'ala meridionale prese invece la denominazione di Gruppo d'armate A al comando del feldmaresciallo Wilhelm List[8].

Le armate del feldmaresciallo List in realtà erano passate all'offensiva fin dal 9 luglio 1942 e il 12 luglio avevano agevolmente sfondato a Krasnyj Luč le linee del "Fronte meridionale" sovietico del generale Rodion Malinovskij; anche in questo settore i sovietici non opposero molta resistenza e iniziarono a ripiegare verso sud-est in direzione dei ponti sul Don a Rostov[9]. La disastrosa ritirata del "Fronte Sud-occidentale" verso est aveva scoperto completamente l'ala destra delle armate del generale Malinovskij che rischiavano di essere tagliate fuori da una possibile manovra tedesca sulle linee di comunicazione; la pericolosa situazione strategica rendeva quindi inevitabile il ripiegamento verso il basso corso del Don per cercare di coprire di accessi ai ponti di Rostov che avrebbero aperto al nemico la direzione del Caucaso. In questa fase in realtà nonostante la delusione dei generali tedeschi, la situazione generale dell'Unione Sovietica era veramente critica; Stalin non aveva perso la sua determinazione e incitava continuamente i suoi generali a rafforzare la resistenza e mantenere il controllo delle truppe; fin dal 12 luglio l'alto comando sovietico sciolse il vecchio "Fronte Sud-occidentale" e costituì il nuovo "Fronte di Stalingrado", al momento lasciando al comando il maresciallo Timošenko, per sbarrare a tutti i costi la strada per Stalingrado[10].

La manovra di Rostov

Battaglia nella città

Sviluppi strategici

Bilancio e conclusione

Note

  1. ^ Dati riferiti al mese di luglio, comprendenti anche la 4. Panzerarmee del generale Hermann Hoth; in: A. M. Samsonov, Stalingrado, fronte russo, p. 220.
  2. ^ Effettivi dell'intero "Fronte meridionale" all'inizio dell'offensiva tedesca; in: D. Glantz-J. House, La grande guerra patriottica dell'Armata Rossa. 1941-1945, p. 186.
  3. ^ D. Glantz-J. House, La grande guerra patriottica dell'Armata Rossa. 1941-1945, p. 186.
  4. ^ P. Carell, Operazione Barbarossa, pp. 533-538.
  5. ^ P. Carell, Operazione Barbarossa, pp. 581-587.
  6. ^ J. Erickson, The road to Stalingrad, pp. 356-359.
  7. ^ P. Carell, Operazione Barbarossa, pp. 590-591.
  8. ^ P. Carell, Operazione Barbarossa, pp. 591-592.
  9. ^ E. Bauer, Storia controversa della seconda guerra mondiale, vol. IV, p 152.
  10. ^ J. Erickson, The road to Stalingrad, pp. 358-360.
2ª Divisione motorizzata della Guardia "Tamanskaja"
2-я гвардейская Таманская мотострелковая дивизия
 
Carro T-90 della Divisione "Tamanskaja" durante una parata nel 2012 ad Alabino, quartier generale del reparto
Descrizione generale
Attivaluglio 1941-2009
2013-
NazioneUnione Sovietica
Federazione russa
Tipofanteria motorizzata
truppe meccanizzate
Dimensione12.000 uomini
Battaglie/guerreOperazione Barbarossa
Battaglia di Mosca
Battaglia del Caucaso
Battaglia di Taman
Battaglia di Crimea (1944)
Operazione Bagration
Offensiva Vistola-Oder
Battaglia della Prussia orientale (1945)
Guerra in Afghanistan (1979-1989)
Prima guerra cecena
Seconda guerra cecena
Parte di
:::::Armata Rossa
Esercito russo
Simboli
Insegna delle unità della Guardia dell'Esercito russo 
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La 2ª Divisione motorizzata della Guardia "Tamanskaja", in russo 2-я гвардейская Таманская мотострелковая дивизия, è una famosa formazione meccanizzata dell'Esercito della Federazione russa che discende direttamente dalla 2ª Divisione motorizzata fucilieri della Guardia dell'Armata Rossa che prese parte con distinzione alla Seconda guerra mondiale contribuendo a numerosi successi sovietici.

Conosciuta anche come "Divisione Tamanskaja" o "Divisione Taman", è considerata una delle unità più preparate e meglio equipaggiate dell'Esercito russo, e fa parte della 1ª Armata carri della Guardia. Schierata dopo la seconda guerra mondiale nel Distretto militare di Mosca, ha preso parte alla maggior parte delle parate militari sulla Piazza Rossa e ha svolto anche un ruolo politico-militare importante nel turbolento periodo storico caratterizzato dal collasso dell'Unione Sovietica e dalla formazione della Federazione russa.

4ª Divisione carri della Guardia "Kantemirovskaja"
4-я гвардейская Кантемировская танковая дивизия
 
Carri della Divisione "Kantemirovskaja" durante la parata del 9 maggio 2013 sulla Piazza Rossa
Descrizione generale
Attivaluglio 1945-2009
2013-
NazioneUnione Sovietica
Federazione russa
Tipotruppe corazzate
Dimensione12.000 uomini
SoprannomeKantemirovskaja ("di Kantemirovka")
Motto"Onore e gloria"
Battaglie/guerrePrima guerra cecena
Ossezia del Sud
Seconda guerra cecena
Parte di
:::::Armata Rossa
Esercito russo
Simboli
Simbolo della divisione "Kantemirovskaja" 
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La 4ª Divisione carri della Guardia "Kantemirovskaja", in russo 4-я гвардейская Кантемировская танковая дивизия, è una famosa formazione corazzata dell'Esercito della Federazione russa, costituita originariamente dall'Armata Rossa nel 1945, dopo la fine della seconda guerra mondiale. La divisione corazzata discendeva direttamente dal 4° Corpo carri della Guardia "Kantemirovskij" che aveva combattuto con grande valore sul Fronte orientale nel periodo 1942-1945, ottenendo numerose vittorie.

La 4ª Divisione carri della Guardia "Kantemirovskaja" rimase durante il lungo perido della Guerra fredda nel Distretto militare di Mosca come formazione di riserva da impiegare in situazioni di emergenza, e prese parte quasi ogni anno alla tradizionale parata del 7 novembre sulla Piazza Rossa in ricordo della Rivoluzione d'ottobre. Dopo lo scioglimento dell'Unione Sovietica, la Divisione "Kantemirovskaja" è divenuta una delle unità di punta, completamente equipaggiata con mezzi moderni, del nuovo Esercito russo; dopo un breve scioglimento nel 2009-2012, nel 2013 è stata ricostituita e assegnata alla 1ª Armata carri della Guardia, la formazione più potente dell'esercito, schierata nel Distretto militare occidentale.

Elenco delle nazioni citate in un documento del 1947 del Comitato degli stati maggiori riuniti (Joint Chiefs of Staff) in ordine di importanza per la sicurezza degli Stati Uniti

  • 1 - Gran Bretagna
  • 2 - Francia
  • 3 - Germania
  • 4 - Belgio
  • 5 - Paesi Bassi
  • 6 - Austria
  • 7 - Italia
  • 8 - Canada
  • 9 - Turchia
  • 10 - Grecia
  • 11 - America latina
  • 12 - Spagna
  • 13 - Giappone
  • 14 - Cina
  • 15 - Corea
  • 16 - Filippine

Il Ministero della Difesa nazionale della Repubblica Democratica Tedesca (in tedesco:Minister für Nationale Verteidigung) era il responsabile politico e l'amministratore della Nationale Volksarmee, le forze armate della Repubblica Democratica Tedesca. Egli esercitava in tempo di pace il controllo dell'amministrazione, preparazione ed equipaggiamento dell'apparato militare della DDR.

La sede del Ministero era a Strausberg, a nord di Berlino. Le funzioni di protezione e sorveglianza delle strutture ministeriali e le manzioni protocollari a disposizione del ministro erano svolte dal personale militare del Reggimento della Guardia "Hugo Eberlein".

Compiti del ministro della Difesa nazionale e struttura del ministero

Il Ministero della Difesa Nazionale venne ufficialmente costituito con la "legge sulla costituzione del Nationale Volksarmee e del Ministero della Difesa nazionale" promulgata il 18 gennaio 1956. Il decreto legislativo prevedeva l'inserimento nelle nuove forze armate della DDR del personale della kasernierte Volkspolizei, i membri della milizia già organizzati militarmente, e la costituzione immediata di una forza alle armi di circa 100.000 uomini. La Nationale Volksarmee venne ufficialmente attivata dal 1 marzo 1956 che divenne dall'anno successivo la "Giornata dell'Esercito nazionale del popolo". Nel mese di gennaio 1962 venne infine introdotta la coscrizione obbligatoria.

Elenco dei Ministri 1956–1990

Nr. Immagine Nome Nascita-Morte Partito politico Inizio dell'incarico Fine dell'incarico
Ministro della Difesa Nazionale (Minister für Nationale Verteidigung)
1   Willi Stoph 1914–1999 SED 1 marzo 1956 14 luglio 1960
2   Heinz Hoffmann 1910–1985 SED 14 luglio 1960 2 dicembre 1985
3   Heinz Keßler 1920- SED 3 dicembre 1985 18 novembre 1989
4   Theodor Hoffmann 1935- SED 18 novembre 1989 18 marzo 1990
Ministro del Disarmo e della Difesa (Minister für Abrüstung und Verteidigung)
5   Rainer Eppelmann 1943- DA 12 aprile 1990 2 ottobre 1990