L'Idroscalo di Pavia fu un'infrastruttura servita dalla SISA, la prima compagnia aerea italiana per il trasporto di passeggeri gestiva la rotta Torino-Trieste. Strutture del tutto analoghe a quella di Pavia furono realizzate in altre città servite dalla compagnia aerea quali: Torino, Venezia, Trieste e Zara.

Idroscalo di Pavia
aeroporto
Una veduta odierna dell’Idroscalo di Pavia
Codice IATAn.p.
Codice ICAOn.p.
Descrizione
Tipoidroscalo
GestoreSocietà Italiana Servizi Aerei
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione  Lombardia
CittàPavia
Altitudine73 m s.l.m.
Coordinate45°11′07″N 9°09′18″E
Mappa di localizzazione
Mappa di localizzazione: Italia
n.p.
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Cenni storici

 
L'idroscalo negli anni venti
 
Tratta degli idrovolanti della società SISA

La costruzione dell'Idroscalo di Pavia risale al 1926 e fu contemporanea a quella di analoghe strutture nei principali scali della tratta Torino-Trieste gestita dalla Società Italiana Servizi Aerei fondata dai fratelli triestini Cosulich, che ne fecero la prima linea di aviazione civile operante in Italia. L'idroscalo di Pavia divenne strategico per la tappa di rifornimento e per lo smistamento di merci e posta anche per la vicina area milanese.

La cerimonia di inaugurazione avvenne il 1º aprile 1926 accogliendo il volo inaugurale che partì dall'Idroscalo di Torino con un piccolo idrovolante biplano monomotore CANT 10 Ter a cinque posti interni pilotato dal generale Balzani. La rotta seguiva il corso del fiume Po e comprendeva le tappe di Pavia e Venezia, con arrivo all'Idroscalo di Trieste, che fu ricavato riadattando un precedente scalo militare[1]. Il volo era di una durata di circa cinque ore e copriva una distanza di 574 chilometri. Il 16 ottobre 1926 venne creata la seconda linea che idealmente continuava la rotta della prima; essa collegava Venezia a Zara, facendo scalo a Trieste e Lussinpiccolo.

L'idroscalo rimase in funzione fino al 1942, quando la SISA venne assorbita dalla Società Aerea Mediterranea[2] e in seguito fu abbandonato. Negli ultimi anni sono stati proposti alcuni progetti di recupero, di cui uno riguardante l'ipotesi di realizzare un ristorante affacciato sul fiume ma nessuno ha avuto successo e attualmente l'idroscalo versa in condizioni di completo abbandono e degrado ambientale.

Caratteristiche

Progettata da Giuseppe Pagano Pogatschnig, la struttura dell'idroscalo era relativamente semplice e consisteva in un hangar con finestre sui tre lati edificato su piloni in cemento armato poggianti sul greto del fiume. L'attracco degli idrovolanti avveniva al termine degli scivoli che consentivano le operazioni di sbarco e imbarco dei passeggeri e l'eventuale ricovero del velivolo all'interno dell'hangar. Originariamente aveva un numero civico, il n. 51 del Lungo Ticino Sforza, la cui targhetta si può ancora vedere sul muro esterno dal lato della strada.

Note

Bibliografia

  • Giuseppe Pagano, Architettura e città durante il fascismo, a cura di Cesare de Seta, Laterza 1976; nuova edizione giornata Jaca Book, Milano 2009

Voci correlate