Club Atlético de Madrid
Il Club Atlético de Madrid, conosciuto anche come Atlético Madrid (in Spagna come Atleti), è un gruppo sportivo spagnolo con sede a Madrid, noto per la sua squadra di calcio che milita in Primera División.
Atlético Madrid Calcio ![]() | |
---|---|
Colchoneros, Rojiblancos, Indios[1] | |
Segni distintivi | |
Uniformi di gara | |
Colori sociali | ![]() |
Inno | Himno del Atlético de Madrid Jose Aguilar e Angel Curras[2] |
Dati societari | |
Città | ![]() |
Nazione | ![]() |
Confederazione | UEFA |
Federazione | ![]() |
Campionato | La Liga |
Fondazione | 1903 |
Presidente | ![]() |
Allenatore | ![]() |
Stadio | Vicente Calderón (54 907[4] posti) |
Sito web | www.atleticodemadrid.com |
Palmarès | |
![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() | |
Titoli di Spagna | 10 |
Titoli nazionali | 1 Segunda Division |
Trofei nazionali | 10 Coppe del Re 2 Supercoppe di Spagna 2 Coppe Eva Duarte |
Trofei internazionali | 1 Coppe delle Coppe 2 Coppe UEFA/Europa League 2 Supercoppe UEFA 1 Coppe Intercontinentali |
![]() | |
Si invita a seguire il modello di voce |
È, al 2015, la terza squadra calcistica di Spagna per titoli vinti,[1] con dieci campionati nazionali, altrettante Coppe del Re e quattro Supercoppe (due Supercoppe di Spagna e due Coppe Eva Duarte). In campo internazionale la società vanta una Coppa delle Coppe (1961-62), una Coppa Intercontinentale (1974), due Europa League (2009-10 e 2011-12) e due Supercoppe UEFA (2010 e 2012). L'Atlético Madrid è l'unica squadra a essersi aggiudicata l'Intercontinentale senza avere mai vinto la Coppa dei Campioni, allora requisito indispensabile per partecipare alla competizione: nel 1974, infatti, a seguito della rinuncia del Bayern Monaco a partecipare alla manifestazione, i madrileni incontrarono e batterono gli argentini dell'Independiente, campioni in carica della Coppa Libertadores.[5] È inoltre l'unica formazione nella storia della massima competizione europea per club ad aver disputato 3 volte la finale (1974, 2014, 2016) senza riuscire ad aggiudicarsi mai il trofeo.[6]
Il soprannome più comune dei giocatori è quello di colchoneros, alla lettera "materassai", in quanto il colore e la foggia delle uniformi della squadra erano analoghi a quelle delle tele che all'epoca rivestivano i materassi. Altri soprannomi sono rojiblancos (rossobianchi), indios, apaches.
Storia
Il Club Atlético de Madrid è stato fondato il 26 aprile 1903 da alcuni studenti baschi residenti a Madrid, con l'intenzione di creare una società satellite dell'Athletic Club: la squadra (il cui primo nome fu Athletic de Madrid) adottò in effetti gli stessi colori sociali del club basco (allora bianco e blu) per poi passare, nel 1912, al bianco e rosso.[7] Divenuta società indipendente nel 1923, l'Atlético Madrid disputò negli anni venti gli allora principali tornei calcistici spagnoli, in particolare la Coppa di Spagna (nome con il quale era indicata l'attuale Coppa del Re), in cui giunse secondo nel 1921 e nel 1926. La vittoria del campionato del Centro nel 1928 valse ai colchoneros l'accesso alla prima edizione della Primera División: fu solo dopo la fine della guerra civile e la fusione con il club Aviación Nacional[8] che l'Atlético Madrid iniziò a cogliere i primi successi in campo nazionale, aggiudicandosi i due campionati successivi al termine delle ostilità.
A partire dagli anni cinquanta i colchoneros incominciarono ad acquisire notorietà a livello internazionale grazie ai risultati ottenuti nelle neonate coppe europee: nella stagione 1958-1959 l'Atlético ebbe modo di esordire in Coppa dei Campioni grazie alla simultanea vittoria nella manifestazione da parte dei rivali cittadini del Real Madrid, i quali fermeranno in semifinale il cammino dei colchoneros. Nel 1962 l'Atlético Madrid vinse invece il suo primo trofeo internazionale sconfiggendo la Fiorentina nella finale di Coppa delle Coppe. In campo nazionale l'Atlético Madrid si dimostrò l'unica squadra in grado di contrastare l'egemonia del Real Madrid vincendo nelle stagioni 1965-1966, 1969-1970, 1972-1973. Nella stagione successiva alla vittoria di quest'ultimo campionato i colchoneros si resero protagonisti di un cammino in Coppa dei Campioni che li portò fino alla finale contro il Bayern Monaco: al termine di una partita combattuta l'Atlético Madrid fu raggiunto a pochi secondi dal termine dopo essere passato in vantaggio a metà del secondo tempo supplementare. La ripetizione, giocata due giorni dopo, vide i tedeschi prevalere per 4-0. Nonostante la vittoria mancata in Coppa dei Campioni i colchoneros ebbero la possibilità di giocarsi la Coppa Intercontinentale in seguito alla rinuncia del Bayern Monaco. L'Atlético Madrid vinse il trofeo battendo gli argentini dell'Independiente, rimontando nella gara di ritorno l'1-0 subito all'andata in Argentina.
Interlocutorio fu il decennio successivo, caratterizzato da continui cambi di dirigenza al vertice: l'unico acuto si ebbe nel 1986 con la finale di Coppa delle Coppe persa contro la Dinamo Kiev. L'anno successivo, in seguito alla morte del presidente Vicente Calderón, il club fu acquisito dal politico Jesús Gil, che dette avvio ad una massiccia operazione di rinforzo della squadra che culminò, nella stagione 1995-1996, con la conquista del doblete (campionato e coppa nazionale). La conquista di tale risultato ebbe però basi fragili: negli anni successivi la squadra ebbe infatti un tracollo tecnico e societario (dovuto in parte alle vicende giudiziarie[9] del presidente, implicato di favoritismi con la mafia siciliana[10]) che culminò con la retrocessione in Segunda División al termine della stagione 1999-00.
Ritornato in massima serie dopo due anni, l'Atlético Madrid fu acquistato nel 2003 dal produttore cinematografico Enrique Cerezo che, nel giro di 3 anni, costruì una squadra in grado di assumere una dimensione europea approdando per due anni consecutivi (2007-2008 e 2008-2009) in Champions League e vincendo, nel 2010, la prima edizione della UEFA Europa League e la Supercoppa Europea, battendo per 2-0 l'Inter nella finale di Montecarlo. L'anno seguente il club si qualifica nuovamente all'Europa League piazzandosi però terzo nel proprio girone e venendo immediatamente eliminato. Nella stagione 2011-2012 la squadra ripete l'ottima prestazione ottenuta due anni prima: si qualifica per la finale di Europa League, disputata a Bucarest il 9 maggio contro un'altra squadra spagnola, l'Athletic Bilbao, e vince, per la seconda volta, questo trofeo, con il risultato di 3-0. Il 31 agosto, l'Atlético Madrid mette in bacheca la sua seconda Supercoppa UEFA battendo per 4-1 il Chelsea. Il 17 maggio 2013 l'Atletico Madrid vince la sua decima Coppa del Re battendo al Santiago Bernabéu di Madrid per 2-1 in rimonta dopo i tempi supplementari il Real Madrid. In campionato arriva 3º qualificandosi direttamente ai gironi di Champions League dopo 4 anni.
Nella Supercoppa di Spagna, contro il Barcellona, l'Atletico pareggia 1-1 al Vicente Calderon (per i Colchoneros rete dell'ex David Villa) e 0-0 al Camp Nou, perdendo quindi per la regola dei gol segnati in trasferta. Nonostante questa delusione, nel campionato di Liga l'Atletico inanella una serie impressionante di vittorie (tra queste anche il derby con i cugini del Real al Santiago Bernabéu) incarnando perfettamente il ruolo di terzo incomodo tra Real Madrid e Barcellona, che da un decennio dominano incontrastati il campionato di Spagna. Da un lato i "Colchoneros" approfittano delle incertezze di un Barcellona orfano di Guardiola e del suo delfino Tito Villanova, cui viene diagnosticato un tumore, per cui il nuovo allenatore Martino non riesce a motivare adeguatamente un gruppo che da anni ha vinto di tutto, dall'altro si trovano di fronte ad un Real, che pur disponendo di una squadra super-attrezzata si permette qualche black-out. Il coach dell'Atletico, Diego Simeone, si dimostra invece un motivatore eccellente: costruita una squadra che fa della solidità difensiva e della concretezza nella fase offensiva i suoi punti di forza, il "Cholo", già protagonista come calciatore dell'ultima vittoria in Liga dei "Rojiblancos", riesce a formare un gruppo capace di tenere testa a qualsiasi difficoltà. Lo dimostra anche lo straordinario cammino in Champions League, che culmina il 30 aprile 2014 con la storica vittoria in trasferta per 3-1 sul Chelsea che, dopo lo 0-0 interno dell'andata, porta i "Colchoneros" alla finale di Lisbona. Il 17 maggio 2014, con il pareggio 1-1 al Camp Nou contro il Barcellona, conquista il suo decimo titolo spagnolo, a 18 anni di distanza dall'ultimo scudetto, mettendo fine al dominio decennale delle due maggiori squadre iberiche. Il 24 maggio a Lisbona, l'Atlético in vantaggio fino all'ultimo minuto dei tempi regolamentari, perde con il Real Madrid, 4-1 dopo i tempi supplementari.[11] Il 22 agosto 2014 vince la sua 2ª Supercoppa di Spagna battendo il Real nel doppio confronto.[12] Il 28 maggio 2016 l'Atlético Madrid perde in finale di Champions per 5-3 ai rigori, dopo che i tempi regolamentari si erano conclusi sull'1-1, con le reti di Sergio Ramos e di Yannick Carrasco.[13]
Cronistoria
Cronistoria dell'Atletico Madrid | |
---|---|
finale di Champions League. |
Colori e simboli
Colori
La divisa dell'Atlético Madrid è costituita da una maglia bianca con righe rosse verticali, calzoncini azzurri e calzettoni rossi. Questa divisa è stata introdotta nel 1912[7] per motivi economici (divise del genere erano facilmente ricavabili dai fondi dei materassi, cosa questa che valse ai giocatori e ai tifosi della squadra il nome di colchoneros). In precedenza la squadra adottava la stessa divisa dell'Athletic Club, dai colori bianco e blu.[7] Con il passare degli anni la divisa dell'Atlético Madrid ha subito modifiche marginali: la più rilevante si è avuta nel 2006, quando è stata introdotta una maglia divisa in due con una metà bianca e una rossa.
Simboli ufficiali
Stemma
Il simbolo dell'Atlético Madrid presenta alcune analogie con quello dell'Athletic Club, da cui mutua le strisce bianche e rosse e il triangolo sulla parte superiore dello stemma. Per quanto riguarda lo stemma dell'Atlético Madrid, il triangolo è blu e contiene le sette stelle (a cinque punte, numero indicante le province limitrofe a Madrid[14]) della costellazione dell'Orsa Maggiore, presenti sia nello stemma cittadino, sia nella bandiera della comunità autonoma di Madrid.[15] All'interno del triangolo vi è inoltre l'immagine dell'orso con il corbezzolo, simbolo della città di Madrid.
Nella storia della squadra sono state introdotte sei versioni dello stemma:[16] dal 1903 fino al 1917 la squadra aveva lo stesso stemma dell'Athletic Club, circolare e con le lettere iniziali della squadra incrociate al centro.[16] Il 22 novembre 1917 compare sulla rivista Madrid-Sport una versione più simile al logo attuale,[17] mentre nel 1939, con la fusione con l'Aviación Nacional, lo stemma fu dotato delle ali dell'emblema dell'aviazione e di una corona.[16] Nel 1947 viene infine introdotto uno stemma più simile all'attuale che differisce da quello corrente (introdotto negli anni ottanta) per l'assenza di un bordo giallo come contorno.[16]
Mascotte
La mascotte dell'Atletico Madrid è Indy, un procione con la divisa biancorossa e la testa adornata da un copricapo tipico dei nativi d'America Apache, sempre biancorosso.[18]
-
Indy, mascotte dell'Atletico Madrid
Strutture
Stadio
La squadra disputa le partite interne nello Stadio Vicente Calderón, la cui capienza è di 54 907 spettatori, nei pressi del fiume Manzanarre, zona sud di Madrid (da cui prendeva il nome originario, in uso fino al 1971, Estadio Manzanares) ed inaugurato il 2 ottobre 1966. Prima di quella data i colchoneros utilizzavano come stadio per disputare le partite interne il Metropolitano, primo campo dell'Atlético dopo la separazione dall'Athletic Club. Entro il 2017 i colchoneros si trasferiranno nel nuovo Stadio Olimpico di Madrid (conosciuto come Estadio de la Peineta), di cui la società prenderà possesso.[19] Il nuovo impianto avrà una maggiore capacità di 20.000 posti a sedere rispetto al Calderon, per un totale di 73.000 spettatori.
Società
Sponsor
- 1987-1990: Mita
- 1990-1993: Marbella
- 1993-1994: Antena 3/Herdez
- 1994-1996: Marbella
- 1996-1997: Bandai/Tamagotchi
- 1997-1999: Marbella
- 2000-2003: Idea
- 2003-2005: Columbia Pictures
- 2005-2012: KIA
- 2012: Huawei
- 2012-2015 : Ministero del Turismo dell'Azerbaigian
- 2015- : Plus500
Allenatori e presidenti
Allenatori
La storia dell'Atlético Madrid è caratterizzata da continui cambi in seno alla panchina, in particolare durante la presidenza Gil, in cui si avvicendarono 31 allenatori in sedici anni. Il primo allenatore della squadra fu l'inglese Frederick Pentland, che guidò i colchoneros in due occasioni (nella stagione 1928-29 e dal 1933 al 1936). Tra le nazionalità dei tecnici prevale quella spagnola, con larga preminenza di argentini.
L'allenatore più longevo della squadra è Luis Aragonés, che guidò i colchoneros per tredici anni, anche se non consecutivi: allenò infatti la squadra in quattro periodi di tempo distinti (dal 1974 al 1980, dal 1982 al 1986, dal 1991 al 1993 e dal 2001 al 2003).
- 1928-1929: Frederick Pentland
- 1929-1930: Ángel Romo
- 1930-1933 Rudolf Jeny
- 1933: Javier Barroso
- 1933-1935: Frederick Pentland
- 1935: Martín Marculeta
- 1935-1936: José Samitier
- 1939-1940: Ricardo Zamora
- 1940: Ramón Lafuente
- 1940-1946: Ricardo Zamora
- 1946-1948: Emilio Vidal
- 1948-1949: Lino Taioli
- 1949-1953: Helenio Herrera
- 1953: Colón
- 1953-1954: Benito Díaz
- 1954-1955: Jacinto Quincoces
- 1955-1957: Antonio Barrios
- 1957-1959: Fernando Daucik
- 1959-1961: José Villalonga
- 1961-1963: Rafael García (Tinte)
- 1963: Adrián Escudero
- 1963-1964: Sabino Barinaga
- 1964-1965: Otto Bumbel
- 1965-1966: Domingo Balmanya
- 1966-1968: Otto Glória
- 1968-1969: Miguel González Pérez
- 1969-1971: Marcel Domingo
- 1971-1973: Max Merkel
- 1973-1974: Juan Carlos Lorenzo
- 1974-1978: Luis Aragonés
- 1978: Héctor Núñez
- 1978: Luis Aragonés
- 1978-1979: Ferenc Szusza
- 1979-1980: Luis Aragonés
- 1980: Martínez Jayo
- 1980: Marcel Domingo
- 1980-1981: José Luis García Traid
- 1981: Luis Cid Carriega
- 1981-1982: José Luis García Traid
- 1982-1986: Luis Aragonés
- 1986: Vicente Miera
- 1986: Martínez Jayo
- 1986-1987: Luis Aragonés
- 1987-1988: César Luis Menotti
- 1988: José Armando Ufarte
- 1988: Antonio Briones
- 1988: José María Maguregui
- 1988: Antonio Briones
- 1988-1989: Ron Atkinson
- 1989: Colin Addison
- 1989: Antonio Briones
- 1989-1990: Javier Clemente
- 1990: Antonio Briones
- 1990: Joaquín Peiró
- 1990: Iselín Santos Ovejero
- 1990-1991: Tomislav Ivić
- 1991-1993: Luis Aragonés
- 1993: Ramón Heredia
- 1993: Jair Pereira
- 1993: Ramón Heredia
- 1993: Emilio Cruz
- 1993-1994: José Luis Romero
- 1994: Iselín Santos Ovejero
- 1994: Jorge D'Alessandro
- 1994: Francisco Maturana
- 1994-1995: Jorge D'Alessandro
- 1995: Alfio Basile
- 1995: Carlos Sánchez Aguiar
- 1995-1998: Radomir Antić
- 1998-1999: Arrigo Sacchi
- 1999: Carlos Sánchez Aguiar
- 1999: Radomir Antić
- 1999-2000: Claudio Ranieri
- 2000: Radomir Antić
- 2000-2001: Fernando Zambrano
- 2001: Marcos Alonso
- 2001: Carlos García Cantarero
- 2001-2003: Luis Aragonés
- 2003-2004: Gregorio Manzano
- 2004-2005: César Ferrando
- 2005-2006: Carlos Bianchi
- 2006: Pepe Murcia
- 2006-2009: Javier Aguirre
- 2009: Abel Resino
- 2009-2011: Quique Sánchez Flores
- 2011: Gregorio Manzano
- 2011-: Diego Simeone
Allenatori vincitori di titoli
I seguenti allenatori hanno vinto almeno un trofeo quando erano alla guida del club madrileno:
Nome | Stagione | Trofei |
---|---|---|
Ricardo Zamora | 1939–1946 | 2 Primera División, Copa Eva Duarte |
Emilio Vidal | 1946–1948 | Copa Presidente FEF |
Helenio Herrera | 1949–1953 | 2 Primera División, Copa Eva Duarte |
José Villalonga | 1960–1962 | 2 Copa del Rey, Coppa delle Coppe |
Otto Bumbel | 1964–1965 | Copa del Rey |
Domènec Balmanya | 1965–1966 | Primera División |
Marcel Domingo | 1969–1972, 1979–1980 | Primera División |
Max Merkel | 1971–1973 | Primera División, Copa del Rey |
Luis Aragonés | 1974–1980, 1982–1987, 1991–1993, 2001–2003 | Coppa Intercontinentale, Primera División, 3 Coppe del Re, Supercopa de España, Coppa Iberica, Segunda División |
Tomislav Ivić | 1990–1991 | Copa del Rey |
Iselín Santos Ovejero | 1992–1993, 1994–1995 | Copa del Rey |
Radomir Antić | 1995–1998 | Primera División, Copa del Rey |
Quique Sánchez Flores | 2009–2011 | UEFA Europa League, Supercoppa UEFA |
Diego Simeone | 2011– | UEFA Europa League, Supercoppa UEFA, Copa del Rey, Primera División, Supercoppa di Spagna |
Presidenti
Dal 28 maggio 2011[21] il presidente della società è Enrique Cerezo, produttore cinematografico che rilevò la quota azionaria dal dimissionario Jesús Gil. In centocinque anni di storia la società ha avuto ventisette presidenti, di cui due (Julián Ruete e Vicente Calderón) salirono al vertice della squadra in due occasioni diverse. Il presidente più longevo della storia del club è Vicente Calderón, che rimase in seno alla dirigenza della squadra per 21 anni, dal 1964 al 1980 e in seguito dal 1982 al 1987.
- 1903: Enrique Allende
- 1903-1907: Eduardo de Acha
- 1907-1909: Ricardo de Gondra
- 1909-1912: Ramón de Cárdenas
- 1912-1919: Julián Ruete
- 1919-1920: Álvaro de Aguilar
- 1920-1923: Julián Ruete
- 1923-1926: Juan Estefanía
- 1926-1931: Luciano Urquijo
- 1931-1935: Rafael González
- 1935-1936: José L. del Valle
- 1936-1939: José María Fernández
- 1939: Francisco Vives
- 1939-1941: Luis Navarro
- 1941-1945: Manuel Gallego
- 1946-1947: Juan Touzón
- 1947-1952: Cesáreo Galindez
- 1952-1955: Luis Benítez de Lugo
- 1955: Juan Suevos
- 1955-1964: Javier Barroso
- 1964-1980: Vicente Calderón
- 1980: Ricardo Irezábal
- 1980-1982: Alfonso Cabeza
- 1982: Antonio del Hoyo
- 1982: Agustín Cotorruelo
- 1982-1987: Vicente Calderón
- 1987: Francisco Castedo
- 1987-2003: Jesús Gil
- 2003-: Enrique Cerezo
Giocatori
Giocatori famosi
Adelardo detiene il record ufficiale del club per quanto concerne le presenze, poiché ha indossato la casacca dell'Atletico Madrid in 550 partite dal 1959 al 1976. Luis Aragonés, leggenda del club sia come calciatore che come allenatore, detiene il record di goal segnati con 170 segnature. Adrián Escudero detiene il record per il maggior numero di goal segnati nella Liga 150. Gabi è attualmente il giocatore in attività nell'Atletico Madrid con il maggior numero di presenze (323) e Fernando Torres quello che ha realizzato il maggior numero di reti (111).
Template:Col-begin Template:Col-2
Nome | Nazionalità | Presenze | |
---|---|---|---|
1 | Adelardo | 550 | |
2 | Tomás Reñones | 483 | |
3 | Enrique Collar | 468 | |
4 | Juan Carlos Aguilera | 455 | |
5 | Isacio Calleja | 423 | |
6 | Juan Carlos Arteche | 421 | |
7 | Luis Aragonés | 368 | |
8 | Quique Ramos | 362 | |
9 | Alberto | 358 | |
10 | Miguel Ángel Ruiz García | 357 |
Nome | Nazionalità | Goal | |
---|---|---|---|
1 | Luis Aragonés | 170 | |
2 | Adrián Escudero | 169 | |
3 | Francisco Campos | 146 | |
4 | José Eulogio Gárate | 137 | |
5 | Joaquín Peiró | 124 | |
6 | Adelardo | 114 | |
7 | Fernando Torres | 111 | |
8 | Enrique Collar | 105 | |
9 | José Juncosa | 101 | |
10 | Sergio Agüero | 101 |
- In grassetto i calciatori ancora in attività
- In grassetto corsivo i calciatori ancora in attività in altre squadre
Vincitori di titoli
- Pichichi: 10
- Pruden (1941),
- José Eulogio Gárate (1968-69, 1969-70, 1970-71)
- Luis Aragonés (1969-70)
- Hugo Sánchez (1984-85)
- Baltazar (1988-89)
- Manolo (1991-92)
- Christian Vieri (1997-98)
- Diego Forlán (2008-09)
- Fernando Tabales (1939-40)
- Marcel Domingo (1948-49)
- Miguel Reina (1972-73)
- Abel Resino (1990-91)
- José Francisco Molina (1995-96)
- Thibaut Courtois (2012-13 e 2013-14)
- Jan Oblak (2015-16)
- Scarpa d'oro: 1
L'Atlético Madrid e le Nazionali di calcio
Campioni d'Europa
Palmarès
Competizioni nazionali
26 trofei
- 1939-1940, 1940-1941, 1949-1950, 1950-1951, 1965-1966, 1969-1970, 1972-1973, 1976-1977, 1995-1996, 2013-2014
- Coppa di Spagna: 10
- 1959-1960, 1960-1961, 1964-1965, 1971-1972, 1975-1976, 1984-1985, 1990-1991, 1991-1992, 1995-1996, 2012-2013
- Coppa Eva Duarte: 2 (predecessore della Supercoppa di Spagna)
- 1940, 1951
Competizioni regionali
5 trofei
- 1920-1921, 1924-1925, 1927-1928, 1939-1940
- 1940-1941
Competizioni internazionali
6 trofei
Altri piazzamenti
- Campionato spagnolo: secondo posto
- Coppa di Spagna: finalista
- Coppa della Liga: finalista
- Supercoppa di Spagna: finalista
- Coppa Eva Duarte: finalista
- 1950
- Coppa delle Coppe: finalista
- UEFA Champions League: finalista
- Coppa Intertoto UEFA: finalista
Statistiche e record
Partecipazione ai campionati
- Stagioni in Primera División: 79
- Stagioni in Segunda División: 6
- Partecipazioni alla Coppa dei Campioni/UEFA Champions League: 10
- Partecipazioni alla Coppa delle Fiere/Coppa UEFA/Europa League: 23
- Partecipazioni alla Coppa delle Coppe: 9
- Partecipazioni alla Supercoppa UEFA: 2
- Partecipazioni alla Coppa Intertoto: 2
- Partecipazioni alla Coppa Intercontinentale: 1
Organico
Rosa
Rosa aggiornata al 31 agosto 2016.[22][23]
|
|
Staff tecnico
- Allenatore: Diego Simeone
- Allenatore in seconda: Germán Burgos
Tifoseria
Storia
L'Atlético Madrid è la terza squadra in Spagna per numero di sostenitori, dopo Real Madrid e Barcellona. In antichità i tifosi dell'Atlético provenivano dalla classe lavoratrice e si contrapponevano a quelli del Real, appartenenti alla classe media.
I tifosi, così come i calciatori, vengono soprannominati colchoneros poiché tra il 1936 e il 1939 le divise erano fatte della stessa foggia dei materassi, ossia a righe verticali bianche e rosse. Un altro soprannome è indios, e questo potrebbe derivare sia dal fatto che tra gli anni settanta e ottanta la squadra ha conseguito numerosi successi soprattutto grazie al supporto di calciatori sudamericani; sia poiché lo stadio si trova lungo il fiume Manzanarre, come una tribù indiana,[24] dunque essi odiano i bianchi (rappresentati dal Real Madrid) e quindi paragonati agli indiani d'America.[1]
Il gruppo più antico, attualmente esistente, della tifoseria rojiblanca è il Frente Atlético formatosi nel 1982. Esso deriva dal Peña Fondo Sur, costituitosi nel 1968, il quale nel corso degli anni ha cambiato diverse volte nome fino ad arrivare a quello attuale. Con circa 2 000 soci è uno dei più numerosi gruppi organizzati in Spagna, nonché il più temibile e violento.[25] Il 2 dicembre 2014, con un comunicato ufficiale, il club condanna il gruppo organizzato[26] in qualità di responsabile degli scontri avvenuti a Madrid prima della gara con il Deportivo La Coruña.[27]
Gemellaggi e rivalità
Il gemellaggio più sentito dai tifosi indios è con quelli del Betis Siviglia, con i quali durante le partite intonano i cori contro i rivali del Siviglia FC.[28] Un rapporto di amicizia esiste anche con i tifosi del Levante[28] e dello Sporting Gijón.[25] Un sentimento di rispetto reciproco, caratterizzato soprattutto dall'odio in comune per il Real Madrid, esiste con il gruppo Boixos Nois del Barcellona.[28] In campo internazionale è recente il gemellaggio con i tifosi del Milan, quando durante la Champions League 2013-2014 le due squadre si sono affrontate agli ottavi, e le due tifoserie hanno espresso la loro acredine nei confronti dell'Inter e di José Mourinho.[29] Sempre in Italia sussiste un rapporto di amicizia con il Catanzaro.[30][31] Esiste inoltre il gemellaggio con i tifosi polacchi del Ruch Chorzów[32] e quelli inglesi del Liverpool.[25]
La rivalità più sentita dai tifosi colchoneros è senza dubbio quella coi concittadini del Real Madrid,[33] nelle partite che danno vita al derbi madrileño.[34][35] I primi scontri tra le tifoserie si ebbero già nel lontano 1916, ma la rivalità tra i due club madrileni conquistò per la prima volta l'attenzione internazionale durante la Coppa dei Campioni del 1959, quando le due formazioni si incontrarono in semifinale. Il Real vinse 2-1 la gara d'andata al Bernabéu, mentre l'Atlético vinse 1-0 il ritorno al Metropolitano. Il pareggio portò ad un rematch che il Real vinse 2-1. L'Atletico conquistò comunque alcune rivincite quando sconfisse i blancos nelle due successive finali di Coppa del Re del 1960 e del 1961.[36] La seconda tifoseria più odiata dai sostenitori dell'Atlético è quella del Siviglia. Le partite con gli altri rojiblancos sono considerate ad alto rischio scontri; durante un incontro prima fu accoltellato un tifoso dell'Atlético e in seguito fu lanciata una bottiglia di whisky addosso al portiere del Siviglia.[37] Rivalità di minor tono sussistono con i tifosi del Valencia,[25][28] dell'Espanyol,[25][28] dell'Athletic Bilbao,[28] del Racing Santander[38] e del Deportivo La Coruña[25] in Spagna. Tuttavia, proprio contro i Galiziani, il 30 novembre 2014 c'è stata una grave guerriglia a Madrid (che ha visto partecipare anche alcune frange del Rayo Vallecano e dell'Alcorcón[39]) che ha causato la morte di un sostenitore del Deportivo.[40] In campo internazionale, invece, i gruppi nemici sono quelli della Lazio, a causa del loro gemellaggio con il Real Madrid,[28] dell'Olympique Marsiglia[25][28] e dello Sporting Lisbona.[25]
Altre sezioni sportive
Oltre alla celebre squadra di calcio nata nel 1903, l'Atlético Madrid è nota anche per la squadra di pallamano fondata nel 1947, che però si è sciolta nel 2012. Nel medesimo anno è stata anche costituita una sezione di rugby a 15 che milita nella División de Honor, prima divisione nazionale (dopo averne avuta un'altra tra il 1914 e il 1959 che si aggiudicò anche un campionato spagnolo).
Note
- ^ a b c (ES) ¿Por qué les dicen "los colchoneros"?, su liderendeportes.com, 17 maggio 2014.
- ^ (ES) Himnos del atlético de madrid, su colchonero.com. URL consultato il 31 ottobre 2014.
- ^ (ES) Organigrama, su clubatleticodemadrid.com. URL consultato il 19 agosto 2014.
- ^ (ES) Estadio Vicente Calderon, su clubatleticodemadrid.com, Club Atlético de Madrid. URL consultato il 19 agosto 2014.
- ^ (EN) Classic Football : Intercontinental Cup 1974, su fifa.com, FIFA. URL consultato il 1º agosto 2014 (archiviato dall'url originale il 13 febbraio 2012).
- ^ Finale di Champions, dieci cose da sapere su Real-Atletico, su lastampa.it, lastampa.it, 28 maggio 2016.
- ^ a b c La Historia del Atlético de Madrid
- ^ Noticias 2003 Ejército del Aire
- ^ 1999/2000, EL DESCENSO A SEGUNDA DIVISION
- ^ Dietro Gil c'è la mafia siciliana, dall'archivio de Il Corriere della Sera
- ^ Champions, vince il Real Madrid: 4-1 all'Atletico Madrid dopo i supplementari!, su corrieredellosport.it, corrieredellosport.it, 24 maggio 2014.
- ^ Spagna: Real beffato, Supercoppa all’Atletico Madrid, su corriere.it, Il Corriere dello Sport, 23 agosto 2014.
- ^ Champions League, il Real Madrid vince all’ultimo rigore la finale di Milano, su ilfattoquotidiano.it, ilfattoquotidiano.it, 28 maggio 2016.
- ^ Memoria y diseños de los símbolos de la Comunidad Autónoma de Madrid.
- ^ Legge 2/1983 su bandiera, stemma e inno della Comunidad de Madrid
- ^ a b c d LOS ESCUDOS. Cronologia degli stemmi dell'Atlético Madrid
- ^ (ES) Historia por decadas, su clubatleticodemadrid.com.
- ^ (EN) Atletico Madrid, su bienvenidomadrid.blogspot.com, 12 settembre 2009.
- ^ (ES) La Peineta pasará a ser propiedad del Atlético de Madrid a partir de 2016, su elmundo.es, elmundo.es.
- ^ Club Atlético de Madrid · Web oficial - Nike y Atleti, juntos hasta 2026
- ^ Enrique Cerezo, nuevo presidente del Atlético tras la dimisión de Jesús Gil
- ^ (ES) clubatleticodemadrid.com, Primer Equipo, su clubatleticodemadrid.com. URL consultato il 22 agosto 2015.
- ^ http://www.transfermarkt.it/atletico-madrid/startseite/verein/13/saison_id/2016
- ^ (ES) Origen del apodo de 'colchonero' e 'indio' para el Atlético de Madrid, su deportes.practicopedia.lainformacion.com, 13 maggio 2010.
- ^ a b c d e f g h (ES) Principales grupos ultras en España, su theenz.com, 3 maggio 2012.
- ^ (ES) El Atlético de Madrid expulsa al Frente Atlético, su clubatleticodemadrid.com, clubatleticodemadrid.com, 2 dicembre 2014.
- ^ Calcio: scontri a Madrid prima di Atletico-Deportivo, un tifoso è morto, su corriere.it, Il Corriere della Sera, 30 novembre 2014.
- ^ a b c d e f g h (ES) frente atlético, su colchonero.com. URL consultato l'8 luglio 2014.
- ^ Gemellaggio di Champions tra Milan e Atletico Madrid: cori contro Inter e Mourinho, su goal.com, 19 febbraio 2014.
- ^ ATLETICO MADRID-CATANZARO, su z6.invisionfree.com, 30 marzo 2013.
- ^ Catanzaro, il capo ultras respinge le polemiche «È solo per un messaggio positivo per lo sport», su ilquotidianoweb.it, 7 giugno 2014.
- ^ (PL) PRZYJACIELE, su niebiescy.pl. URL consultato l'8 luglio 2014.
- ^ Real contro Atletico, rivalità e sfottò il derby di Madrid accende la Champions, su sport.ilmessaggero.it, Il Messaggero. URL consultato il 21 luglio 2014.
- ^ Il derby di Madrid, su ilcatenaccio.es, 30 novembre 2012.
- ^ (ES) El Derbi madrileño, su libertaddigital.com. URL consultato il 15 settembre 2014.
- ^ Champions League: Atletico-Real, il derby di Madrid è molto più di una finale, su calcio.fanpage.it, 1º maggio 2014.
- ^ (EN) Atletico Madrid vs. Sevilla, su bleacherreport.com. URL consultato il 21 luglio 2014.
- ^ (ES) El Atlético sobrevive a la batalla, su elpais.com, elpais.com, 23 dicembre 2001.
- ^ Spagna, scontri prima di Atletico-Deportivo: morto tifoso, su repubblica.it, La Repubblica, 30 novembre 2014.
- ^ (GL) O Dépor para en contra da violencia, su canaldeportivo.com, canaldeportivo.com, 1º dicembre 2014.
Altri progetti
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Club Atlético de Madrid
Collegamenti esterni
- (ES) Sito ufficiale, su clubatleticodemadrid.com.
- (RU) Sito web in lingua russa Atlético, su atleticomadrid.ru.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 81156009961749581667 · ISNI (EN) 0000 0001 2303 4252 · LCCN (EN) n2003117551 · GND (DE) 16160634-9 |
---|