Club Atlético de Madrid

società calcistica spagnola a Madrid
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Il Club Atlético de Madrid, conosciuto anche come Atlético Madrid (in Spagna come Atleti), è un gruppo sportivo spagnolo con sede a Madrid, noto per la sua squadra di calcio che milita in Primera División.

Atlético Madrid
Calcio
File:Stemmaatleticomadrid.png
Colchoneros, Rojiblancos, Indios[1]
Segni distintivi
Uniformi di gara
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
Casa
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
Trasferta
Colori sociali Bianco · rosso · blu
InnoHimno del Atlético de Madrid
Jose Aguilar e Angel Curras[2]  
Dati societari
Città Madrid
NazioneSpagna (bandiera) Spagna
ConfederazioneUEFA
Federazione RFEF
CampionatoLa Liga
Fondazione1903
PresidenteSpagna (bandiera) Enrique Cerezo[3]
AllenatoreArgentina (bandiera) Diego Simeone
StadioVicente Calderón
(54 907[4] posti)
Sito webwww.atleticodemadrid.com
Palmarès
10 Liga spagnole 10 Coppe del Re Supercoppa spagnolaSupercoppa spagnola Coppa delle Coppe Coppa UEFACoppa UEFA Supercoppa europeaSupercoppa europea
Titoli di Spagna10
Titoli nazionali1 Segunda Division
Trofei nazionali10 Coppe del Re
2 Supercoppe di Spagna
2 Coppe Eva Duarte

1 Coppe Presidente della RFEF

Trofei internazionali1 Coppe delle Coppe
2 Coppe UEFA/Europa League
2 Supercoppe UEFA
1 Coppe Intercontinentali
Stagione in corso
Si invita a seguire il modello di voce

È, al 2015, la terza squadra calcistica di Spagna per titoli vinti,[1] con dieci campionati nazionali, altrettante Coppe del Re e quattro Supercoppe (due Supercoppe di Spagna e due Coppe Eva Duarte). In campo internazionale la società vanta una Coppa delle Coppe (1961-62), una Coppa Intercontinentale (1974), due Europa League (2009-10 e 2011-12) e due Supercoppe UEFA (2010 e 2012). L'Atlético Madrid è l'unica squadra a essersi aggiudicata l'Intercontinentale senza avere mai vinto la Coppa dei Campioni, allora requisito indispensabile per partecipare alla competizione: nel 1974, infatti, a seguito della rinuncia del Bayern Monaco a partecipare alla manifestazione, i madrileni incontrarono e batterono gli argentini dell'Independiente, campioni in carica della Coppa Libertadores.[5] È inoltre l'unica formazione nella storia della massima competizione europea per club ad aver disputato 3 volte la finale (1974, 2014, 2016) senza riuscire ad aggiudicarsi mai il trofeo.[6]

Il soprannome più comune dei giocatori è quello di colchoneros, alla lettera "materassai", in quanto il colore e la foggia delle uniformi della squadra erano analoghi a quelle delle tele che all'epoca rivestivano i materassi. Altri soprannomi sono rojiblancos (rossobianchi), indios, apaches.

Storia

  Lo stesso argomento in dettaglio: Storia del Club Atlético de Madrid.

Il Club Atlético de Madrid è stato fondato il 26 aprile 1903 da alcuni studenti baschi residenti a Madrid, con l'intenzione di creare una società satellite dell'Athletic Club: la squadra (il cui primo nome fu Athletic de Madrid) adottò in effetti gli stessi colori sociali del club basco (allora bianco e blu) per poi passare, nel 1912, al bianco e rosso.[7] Divenuta società indipendente nel 1923, l'Atlético Madrid disputò negli anni venti gli allora principali tornei calcistici spagnoli, in particolare la Coppa di Spagna (nome con il quale era indicata l'attuale Coppa del Re), in cui giunse secondo nel 1921 e nel 1926. La vittoria del campionato del Centro nel 1928 valse ai colchoneros l'accesso alla prima edizione della Primera División: fu solo dopo la fine della guerra civile e la fusione con il club Aviación Nacional[8] che l'Atlético Madrid iniziò a cogliere i primi successi in campo nazionale, aggiudicandosi i due campionati successivi al termine delle ostilità.

A partire dagli anni cinquanta i colchoneros incominciarono ad acquisire notorietà a livello internazionale grazie ai risultati ottenuti nelle neonate coppe europee: nella stagione 1958-1959 l'Atlético ebbe modo di esordire in Coppa dei Campioni grazie alla simultanea vittoria nella manifestazione da parte dei rivali cittadini del Real Madrid, i quali fermeranno in semifinale il cammino dei colchoneros. Nel 1962 l'Atlético Madrid vinse invece il suo primo trofeo internazionale sconfiggendo la Fiorentina nella finale di Coppa delle Coppe. In campo nazionale l'Atlético Madrid si dimostrò l'unica squadra in grado di contrastare l'egemonia del Real Madrid vincendo nelle stagioni 1965-1966, 1969-1970, 1972-1973. Nella stagione successiva alla vittoria di quest'ultimo campionato i colchoneros si resero protagonisti di un cammino in Coppa dei Campioni che li portò fino alla finale contro il Bayern Monaco: al termine di una partita combattuta l'Atlético Madrid fu raggiunto a pochi secondi dal termine dopo essere passato in vantaggio a metà del secondo tempo supplementare. La ripetizione, giocata due giorni dopo, vide i tedeschi prevalere per 4-0. Nonostante la vittoria mancata in Coppa dei Campioni i colchoneros ebbero la possibilità di giocarsi la Coppa Intercontinentale in seguito alla rinuncia del Bayern Monaco. L'Atlético Madrid vinse il trofeo battendo gli argentini dell'Independiente, rimontando nella gara di ritorno l'1-0 subito all'andata in Argentina.

Interlocutorio fu il decennio successivo, caratterizzato da continui cambi di dirigenza al vertice: l'unico acuto si ebbe nel 1986 con la finale di Coppa delle Coppe persa contro la Dinamo Kiev. L'anno successivo, in seguito alla morte del presidente Vicente Calderón, il club fu acquisito dal politico Jesús Gil, che dette avvio ad una massiccia operazione di rinforzo della squadra che culminò, nella stagione 1995-1996, con la conquista del doblete (campionato e coppa nazionale). La conquista di tale risultato ebbe però basi fragili: negli anni successivi la squadra ebbe infatti un tracollo tecnico e societario (dovuto in parte alle vicende giudiziarie[9] del presidente, implicato di favoritismi con la mafia siciliana[10]) che culminò con la retrocessione in Segunda División al termine della stagione 1999-00.

 
La squadra dell'Atletico Madrid prima di una partita del campionato 2013-2014, il decimo conquistato a diciotto anni di distanza dall'ultimo

Ritornato in massima serie dopo due anni, l'Atlético Madrid fu acquistato nel 2003 dal produttore cinematografico Enrique Cerezo che, nel giro di 3 anni, costruì una squadra in grado di assumere una dimensione europea approdando per due anni consecutivi (2007-2008 e 2008-2009) in Champions League e vincendo, nel 2010, la prima edizione della UEFA Europa League e la Supercoppa Europea, battendo per 2-0 l'Inter nella finale di Montecarlo. L'anno seguente il club si qualifica nuovamente all'Europa League piazzandosi però terzo nel proprio girone e venendo immediatamente eliminato. Nella stagione 2011-2012 la squadra ripete l'ottima prestazione ottenuta due anni prima: si qualifica per la finale di Europa League, disputata a Bucarest il 9 maggio contro un'altra squadra spagnola, l'Athletic Bilbao, e vince, per la seconda volta, questo trofeo, con il risultato di 3-0. Il 31 agosto, l'Atlético Madrid mette in bacheca la sua seconda Supercoppa UEFA battendo per 4-1 il Chelsea. Il 17 maggio 2013 l'Atletico Madrid vince la sua decima Coppa del Re battendo al Santiago Bernabéu di Madrid per 2-1 in rimonta dopo i tempi supplementari il Real Madrid. In campionato arriva 3º qualificandosi direttamente ai gironi di Champions League dopo 4 anni.

Nella Supercoppa di Spagna, contro il Barcellona, l'Atletico pareggia 1-1 al Vicente Calderon (per i Colchoneros rete dell'ex David Villa) e 0-0 al Camp Nou, perdendo quindi per la regola dei gol segnati in trasferta. Nonostante questa delusione, nel campionato di Liga l'Atletico inanella una serie impressionante di vittorie (tra queste anche il derby con i cugini del Real al Santiago Bernabéu) incarnando perfettamente il ruolo di terzo incomodo tra Real Madrid e Barcellona, che da un decennio dominano incontrastati il campionato di Spagna. Da un lato i "Colchoneros" approfittano delle incertezze di un Barcellona orfano di Guardiola e del suo delfino Tito Villanova, cui viene diagnosticato un tumore, per cui il nuovo allenatore Martino non riesce a motivare adeguatamente un gruppo che da anni ha vinto di tutto, dall'altro si trovano di fronte ad un Real, che pur disponendo di una squadra super-attrezzata si permette qualche black-out. Il coach dell'Atletico, Diego Simeone, si dimostra invece un motivatore eccellente: costruita una squadra che fa della solidità difensiva e della concretezza nella fase offensiva i suoi punti di forza, il "Cholo", già protagonista come calciatore dell'ultima vittoria in Liga dei "Rojiblancos", riesce a formare un gruppo capace di tenere testa a qualsiasi difficoltà. Lo dimostra anche lo straordinario cammino in Champions League, che culmina il 30 aprile 2014 con la storica vittoria in trasferta per 3-1 sul Chelsea che, dopo lo 0-0 interno dell'andata, porta i "Colchoneros" alla finale di Lisbona. Il 17 maggio 2014, con il pareggio 1-1 al Camp Nou contro il Barcellona, conquista il suo decimo titolo spagnolo, a 18 anni di distanza dall'ultimo scudetto, mettendo fine al dominio decennale delle due maggiori squadre iberiche. Il 24 maggio a Lisbona, l'Atlético in vantaggio fino all'ultimo minuto dei tempi regolamentari, perde con il Real Madrid, 4-1 dopo i tempi supplementari.[11] Il 22 agosto 2014 vince la sua 2ª Supercoppa di Spagna battendo il Real nel doppio confronto.[12] Il 28 maggio 2016 l'Atlético Madrid perde in finale di Champions per 5-3 ai rigori, dopo che i tempi regolamentari si erano conclusi sull'1-1, con le reti di Sergio Ramos e di Yannick Carrasco.[13]

Cronistoria

  Lo stesso argomento in dettaglio: Cronistoria del Club Atlético de Madrid.
Cronistoria dell'Atletico Madrid
  • 1903 - 26 aprile, viene fondato l'Athletic Club de Madrid.
  • 1912 - Adozione dei colori sociali biancorossi.
  • 1921 - Il Club diventa indipendente dall'Athletic Club de Bilbao.
  • 1921 - Finalista in Coppa del Re.
Vince il Campionato del Centro (1º titolo).
  • 1922 - Non partecipa alla Coppa del Re
  • 1923 - Non partecipa alla Coppa del Re.
  • 1924 - Non partecipa alla Coppa del Re.
  • 1925 - Semifinalista in Coppa del Re.
Vince il Campionato del Centro (2º titolo).
  • 1926 - Finalista in Coppa del Re.
  • 1927 - Fase a gironi in Coppa del Re.
  • 1928 - Fase a gironi in Coppa del Re.
Vince il Campionato del Centro (3º titolo).
  • 1928-1929 - 6º posto in Primera División.
  • 1929-1930 - 10º posto in Primera División.  Retrocesso in Segunda División.

  • 1930-1931 - 3º posto in Segunda División.
  • 1931-1932 - 4º posto in Segunda División.
  • 1932-1933 - 2º posto in Segunda División.
  • 1933-1934 - 2º posto in Segunda División.  Promosso in Primera División.
  • 1934-1935 - 7º posto in Primera División.
  • 1935-1936 - 11º posto in Primera División.
  • 1936-1939 - Inattività a causa della Guerra Civile spagnola.
  • 1939 - Cambia denominazione in Athletic Aviación de Madrid.
  • 1939-1940 -    Campione di Spagna (1º titolo).
Vince il Campionato del Centro (4º titolo).

Vince la Coppa Eva Duarte (1º titolo).
Vince la Coppa Federación Centro (1º titolo).
  • 1941 - Cambia denominazione in Atlético Aviacion de Madrid.
  • 1941-1942 - 3º posto in Primera División.
  • 1942-1943 - 8º posto in Primera División.
  • 1943-1944 - 2º posto in Primera División.
  • 1944-1945 - 3º posto in Primera División.
  • 1945-1946 - 7º posto in Primera División.
  • 1946 - Cambia denominazione in Club Atlético de Madrid.
  • 1946-1947 - 3º posto in Primera División.
Vince la Coppa Presidente della RFEF (1º titolo).

Vince la Coppa Eva Duarte (2º titolo).
  Vince la Copa del Rey (1º titolo).

  Vince la Copa del Rey (2º titolo).
  Vincitrice della Coppa delle Coppe (1º titolo).
  Vince la Copa del Rey (3º titolo).

  Vince la Copa del Rey (4º titolo).
finale di Coppa dei Campioni
Vince la Coppa Intercontinentale (1º titolo).
  Vince la Copa del Rey (5º titolo).

  Vince la Copa del Rey (6º titolo).
  Vince la Supercoppa di Spagna (1º titolo).

  Vince la Copa del Rey (7º titolo).
  Vince la Copa del Rey (8º titolo).
  Vince la Copa del Rey (9º titolo).
  • 1996-1997 - 5º posto in Primera División.
  • 1997-1998 - 7º posto in Primera División.
  • 1998-1999 - 13º posto in Primera División.
  • 1999-2000 - 19º posto in Primera División.  Retrocesso in Segunda División.

  • 2000-2001 - 4º posto in Segunda División.
  • 2001-2002 - 1º posto in Segunda División.  Promosso in Primera División.
  • 2002-2003 - 12º posto in Primera División.
  • 2003-2004 - 7º posto in Primera División.
  • 2004-2005 - 11º posto in Primera División.
  • 2005-2006 - 10º posto in Primera División.
  • 2006-2007 - 7º posto in Primera División.
  • 2007-2008 - 4º posto in Primera División.
  • 2008-2009 - 4º posto in Primera División.
  • 2009-2010 - 9º posto in Primera División.
  Vince l'Europa League (1º titolo).

  Vince la Supercoppa europea (1º titolo).
  Vince l'Europa League (2º titolo).
  Vince la Supercoppa europea (2º titolo).
  Vince la Copa del Rey (10º titolo).
finale di Champions League.
  Vince la Supercoppa di Spagna (2º titolo).

finale di Champions League.

Colori e simboli

Colori

La divisa dell'Atlético Madrid è costituita da una maglia bianca con righe rosse verticali, calzoncini azzurri e calzettoni rossi. Questa divisa è stata introdotta nel 1912[7] per motivi economici (divise del genere erano facilmente ricavabili dai fondi dei materassi, cosa questa che valse ai giocatori e ai tifosi della squadra il nome di colchoneros). In precedenza la squadra adottava la stessa divisa dell'Athletic Club, dai colori bianco e blu.[7] Con il passare degli anni la divisa dell'Atlético Madrid ha subito modifiche marginali: la più rilevante si è avuta nel 2006, quando è stata introdotta una maglia divisa in due con una metà bianca e una rossa.

1903-1910
1911-1912
1947-1948
1974-1975
1999-2000
2004-2005
2005-2006
2006-2007
2007-2008
2008-2009
2009-2010
2010-2011
2011-2012
2012-2013
2013-2014
2014-2015
2015-2016

Simboli ufficiali

Stemma

 
Il primo simbolo dell'Atlético Madrid, in uso dal 1903 al 1912

Il simbolo dell'Atlético Madrid presenta alcune analogie con quello dell'Athletic Club, da cui mutua le strisce bianche e rosse e il triangolo sulla parte superiore dello stemma. Per quanto riguarda lo stemma dell'Atlético Madrid, il triangolo è blu e contiene le sette stelle (a cinque punte, numero indicante le province limitrofe a Madrid[14]) della costellazione dell'Orsa Maggiore, presenti sia nello stemma cittadino, sia nella bandiera della comunità autonoma di Madrid.[15] All'interno del triangolo vi è inoltre l'immagine dell'orso con il corbezzolo, simbolo della città di Madrid.

Nella storia della squadra sono state introdotte sei versioni dello stemma:[16] dal 1903 fino al 1917 la squadra aveva lo stesso stemma dell'Athletic Club, circolare e con le lettere iniziali della squadra incrociate al centro.[16] Il 22 novembre 1917 compare sulla rivista Madrid-Sport una versione più simile al logo attuale,[17] mentre nel 1939, con la fusione con l'Aviación Nacional, lo stemma fu dotato delle ali dell'emblema dell'aviazione e di una corona.[16] Nel 1947 viene infine introdotto uno stemma più simile all'attuale che differisce da quello corrente (introdotto negli anni ottanta) per l'assenza di un bordo giallo come contorno.[16]

Mascotte

La mascotte dell'Atletico Madrid è Indy, un procione con la divisa biancorossa e la testa adornata da un copricapo tipico dei nativi d'America Apache, sempre biancorosso.[18]

Strutture

Stadio

 
Lo stadio Vicente Calderón
  Lo stesso argomento in dettaglio: Estadio Vicente Calderón.

La squadra disputa le partite interne nello Stadio Vicente Calderón, la cui capienza è di 54 907 spettatori, nei pressi del fiume Manzanarre, zona sud di Madrid (da cui prendeva il nome originario, in uso fino al 1971, Estadio Manzanares) ed inaugurato il 2 ottobre 1966. Prima di quella data i colchoneros utilizzavano come stadio per disputare le partite interne il Metropolitano, primo campo dell'Atlético dopo la separazione dall'Athletic Club. Entro il 2017 i colchoneros si trasferiranno nel nuovo Stadio Olimpico di Madrid (conosciuto come Estadio de la Peineta), di cui la società prenderà possesso.[19] Il nuovo impianto avrà una maggiore capacità di 20.000 posti a sedere rispetto al Calderon, per un totale di 73.000 spettatori.

Società

 
Abbigliamento tecnico
 
Sponsor ufficiale

Allenatori e presidenti

Allenatori

  Le singole voci sono elencate nella Categoria:Allenatori del Club Atlético de Madrid.

La storia dell'Atlético Madrid è caratterizzata da continui cambi in seno alla panchina, in particolare durante la presidenza Gil, in cui si avvicendarono 31 allenatori in sedici anni. Il primo allenatore della squadra fu l'inglese Frederick Pentland, che guidò i colchoneros in due occasioni (nella stagione 1928-29 e dal 1933 al 1936). Tra le nazionalità dei tecnici prevale quella spagnola, con larga preminenza di argentini.

L'allenatore più longevo della squadra è Luis Aragonés, che guidò i colchoneros per tredici anni, anche se non consecutivi: allenò infatti la squadra in quattro periodi di tempo distinti (dal 1974 al 1980, dal 1982 al 1986, dal 1991 al 1993 e dal 2001 al 2003).

 
Allenatori

Allenatori vincitori di titoli

I seguenti allenatori hanno vinto almeno un trofeo quando erano alla guida del club madrileno:

Nome Stagione Trofei
  Ricardo Zamora 1939–1946 2 Primera División, Copa Eva Duarte
  Emilio Vidal 1946–1948 Copa Presidente FEF
    Helenio Herrera 1949–1953 2 Primera División, Copa Eva Duarte
  José Villalonga 1960–1962 2 Copa del Rey, Coppa delle Coppe
  Otto Bumbel 1964–1965 Copa del Rey
  Domènec Balmanya 1965–1966 Primera División
  Marcel Domingo 1969–1972, 1979–1980 Primera División
  Max Merkel 1971–1973 Primera División, Copa del Rey
  Luis Aragonés 1974–1980, 1982–1987, 1991–1993, 2001–2003 Coppa Intercontinentale, Primera División, 3 Coppe del Re,
Supercopa de España, Coppa Iberica, Segunda División
  Tomislav Ivić 1990–1991 Copa del Rey
  Iselín Santos Ovejero 1992–1993, 1994–1995 Copa del Rey
  Radomir Antić 1995–1998 Primera División, Copa del Rey
  Quique Sánchez Flores 2009–2011 UEFA Europa League, Supercoppa UEFA
  Diego Simeone 2011– UEFA Europa League, Supercoppa UEFA, Copa del Rey, Primera División, Supercoppa di Spagna

Presidenti

Dal 28 maggio 2011[21] il presidente della società è Enrique Cerezo, produttore cinematografico che rilevò la quota azionaria dal dimissionario Jesús Gil. In centocinque anni di storia la società ha avuto ventisette presidenti, di cui due (Julián Ruete e Vicente Calderón) salirono al vertice della squadra in due occasioni diverse. Il presidente più longevo della storia del club è Vicente Calderón, che rimase in seno alla dirigenza della squadra per 21 anni, dal 1964 al 1980 e in seguito dal 1982 al 1987.

 
Presidenti

Giocatori

  Le singole voci sono elencate nella Categoria:Calciatori del Club Atlético de Madrid.

Giocatori famosi

Adelardo detiene il record ufficiale del club per quanto concerne le presenze, poiché ha indossato la casacca dell'Atletico Madrid in 550 partite dal 1959 al 1976. Luis Aragonés, leggenda del club sia come calciatore che come allenatore, detiene il record di goal segnati con 170 segnature. Adrián Escudero detiene il record per il maggior numero di goal segnati nella Liga 150. Gabi è attualmente il giocatore in attività nell'Atletico Madrid con il maggior numero di presenze (323) e Fernando Torres quello che ha realizzato il maggior numero di reti (111).

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Nome Nazionalità Presenze
1 Adelardo   550
2 Tomás Reñones   483
3 Enrique Collar   468
4 Juan Carlos Aguilera   455
5 Isacio Calleja   423
6 Juan Carlos Arteche   421
7 Luis Aragonés   368
8 Quique Ramos   362
9 Alberto   358
10 Miguel Ángel Ruiz García   357

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Nome Nazionalità Goal
1 Luis Aragonés   170
2 Adrián Escudero   169
3 Francisco Campos   146
4 José Eulogio Gárate   137
5 Joaquín Peiró   124
6 Adelardo   114
7 Fernando Torres   111
8 Enrique Collar   105
9 José Juncosa   101
10 Sergio Agüero   101

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  • In grassetto i calciatori ancora in attività
  • In grassetto corsivo i calciatori ancora in attività in altre squadre

Vincitori di titoli

  Pruden (1941),
  José Eulogio Gárate (1968-69, 1969-70, 1970-71)
  Luis Aragonés (1969-70)
  Hugo Sánchez (1984-85)
  Baltazar (1988-89)
  Manolo (1991-92)
  Christian Vieri (1997-98)
  Diego Forlán (2008-09)
  Fernando Tabales (1939-40)
  Marcel Domingo (1948-49)
  Miguel Reina (1972-73)
  Abel Resino (1990-91)
  José Francisco Molina (1995-96)
  Thibaut Courtois (2012-13 e 2013-14)
  Jan Oblak (2015-16)
  Diego Forlán (2009)

L'Atlético Madrid e le Nazionali di calcio

Campioni d'Europa

Palmarès

 
Alcuni trofei esposti al museo dell'Atletico Madrid

Competizioni nazionali

26 trofei

1939-1940, 1940-1941, 1949-1950, 1950-1951, 1965-1966, 1969-1970, 1972-1973, 1976-1977, 1995-1996, 2013-2014
1959-1960, 1960-1961, 1964-1965, 1971-1972, 1975-1976, 1984-1985, 1990-1991, 1991-1992, 1995-1996, 2012-2013
1985, 2014
1940, 1951
1947
2001-2002

Competizioni regionali

5 trofei

1920-1921, 1924-1925, 1927-1928, 1939-1940
1940-1941

Competizioni internazionali

6 trofei

1974
1961-1962
2009-2010, 2011-2012
2010, 2012

Altri piazzamenti

1943-1944, 1957-1958, 1960-1961, 1962-1963, 1964-1965, 1973-1974, 1984-1985, 1990-1991
1921, 1926, 1955-1956, 1963-1964, 1974-1975, 1986-1987, 1998-1999, 1999-2000, 2009-2010
1984, 1985
1991, 1992, 1996, 2013
1950
1962-1963, 1985-1986
1973-1974, 2013-2014, 2015-2016
2004, 2007

Statistiche e record

Partecipazione ai campionati

Organico

Rosa

Rosa aggiornata al 31 agosto 2016.[22][23]

N. Ruolo Calciatore
  P Miguel Ángel Moyà
  D Diego Godín (vice capitano)
  D Filipe Luís
  C Tiago
  C Koke
  A Antoine Griezmann
  C Saúl
  A Fernando Torres
  C Yannick Carrasco
  A Ángel Correa
  C Augusto Fernández
  P Jan Oblak
N. Ruolo Calciatore
  C Gabi (capitano)
  D Stefan Savić
  D Šime Vrsaljko
  C Alessio Cerci
  D Lucas Hernández
  D Juanfran
  A Kevin Gameiro
  C Thomas Teye Partey
  C Nicolás Gaitán
  D José Giménez
  P André Moreira

Staff tecnico

Tifoseria

Storia

L'Atlético Madrid è la terza squadra in Spagna per numero di sostenitori, dopo Real Madrid e Barcellona. In antichità i tifosi dell'Atlético provenivano dalla classe lavoratrice e si contrapponevano a quelli del Real, appartenenti alla classe media.

 
Tifosi dell'Atletico Madrid nel 1971

I tifosi, così come i calciatori, vengono soprannominati colchoneros poiché tra il 1936 e il 1939 le divise erano fatte della stessa foggia dei materassi, ossia a righe verticali bianche e rosse. Un altro soprannome è indios, e questo potrebbe derivare sia dal fatto che tra gli anni settanta e ottanta la squadra ha conseguito numerosi successi soprattutto grazie al supporto di calciatori sudamericani; sia poiché lo stadio si trova lungo il fiume Manzanarre, come una tribù indiana,[24] dunque essi odiano i bianchi (rappresentati dal Real Madrid) e quindi paragonati agli indiani d'America.[1]

Il gruppo più antico, attualmente esistente, della tifoseria rojiblanca è il Frente Atlético formatosi nel 1982. Esso deriva dal Peña Fondo Sur, costituitosi nel 1968, il quale nel corso degli anni ha cambiato diverse volte nome fino ad arrivare a quello attuale. Con circa 2 000 soci è uno dei più numerosi gruppi organizzati in Spagna, nonché il più temibile e violento.[25] Il 2 dicembre 2014, con un comunicato ufficiale, il club condanna il gruppo organizzato[26] in qualità di responsabile degli scontri avvenuti a Madrid prima della gara con il Deportivo La Coruña.[27]

Gemellaggi e rivalità

Il gemellaggio più sentito dai tifosi indios è con quelli del Betis Siviglia, con i quali durante le partite intonano i cori contro i rivali del Siviglia FC.[28] Un rapporto di amicizia esiste anche con i tifosi del Levante[28] e dello Sporting Gijón.[25] Un sentimento di rispetto reciproco, caratterizzato soprattutto dall'odio in comune per il Real Madrid, esiste con il gruppo Boixos Nois del Barcellona.[28] In campo internazionale è recente il gemellaggio con i tifosi del Milan, quando durante la Champions League 2013-2014 le due squadre si sono affrontate agli ottavi, e le due tifoserie hanno espresso la loro acredine nei confronti dell'Inter e di José Mourinho.[29] Sempre in Italia sussiste un rapporto di amicizia con il Catanzaro.[30][31] Esiste inoltre il gemellaggio con i tifosi polacchi del Ruch Chorzów[32] e quelli inglesi del Liverpool.[25]

 
Coreografia dei tifosi durante il derby di Madrid

La rivalità più sentita dai tifosi colchoneros è senza dubbio quella coi concittadini del Real Madrid,[33] nelle partite che danno vita al derbi madrileño.[34][35] I primi scontri tra le tifoserie si ebbero già nel lontano 1916, ma la rivalità tra i due club madrileni conquistò per la prima volta l'attenzione internazionale durante la Coppa dei Campioni del 1959, quando le due formazioni si incontrarono in semifinale. Il Real vinse 2-1 la gara d'andata al Bernabéu, mentre l'Atlético vinse 1-0 il ritorno al Metropolitano. Il pareggio portò ad un rematch che il Real vinse 2-1. L'Atletico conquistò comunque alcune rivincite quando sconfisse i blancos nelle due successive finali di Coppa del Re del 1960 e del 1961.[36] La seconda tifoseria più odiata dai sostenitori dell'Atlético è quella del Siviglia. Le partite con gli altri rojiblancos sono considerate ad alto rischio scontri; durante un incontro prima fu accoltellato un tifoso dell'Atlético e in seguito fu lanciata una bottiglia di whisky addosso al portiere del Siviglia.[37] Rivalità di minor tono sussistono con i tifosi del Valencia,[25][28] dell'Espanyol,[25][28] dell'Athletic Bilbao,[28] del Racing Santander[38] e del Deportivo La Coruña[25] in Spagna. Tuttavia, proprio contro i Galiziani, il 30 novembre 2014 c'è stata una grave guerriglia a Madrid (che ha visto partecipare anche alcune frange del Rayo Vallecano e dell'Alcorcón[39]) che ha causato la morte di un sostenitore del Deportivo.[40] In campo internazionale, invece, i gruppi nemici sono quelli della Lazio, a causa del loro gemellaggio con il Real Madrid,[28] dell'Olympique Marsiglia[25][28] e dello Sporting Lisbona.[25]

Altre sezioni sportive

Oltre alla celebre squadra di calcio nata nel 1903, l'Atlético Madrid è nota anche per la squadra di pallamano fondata nel 1947, che però si è sciolta nel 2012. Nel medesimo anno è stata anche costituita una sezione di rugby a 15 che milita nella División de Honor, prima divisione nazionale (dopo averne avuta un'altra tra il 1914 e il 1959 che si aggiudicò anche un campionato spagnolo).

Note

  1. ^ a b c (ES) ¿Por qué les dicen "los colchoneros"?, su liderendeportes.com, 17 maggio 2014.
  2. ^ (ES) Himnos del atlético de madrid, su colchonero.com. URL consultato il 31 ottobre 2014.
  3. ^ (ES) Organigrama, su clubatleticodemadrid.com. URL consultato il 19 agosto 2014.
  4. ^ (ES) Estadio Vicente Calderon, su clubatleticodemadrid.com, Club Atlético de Madrid. URL consultato il 19 agosto 2014.
  5. ^ (EN) Classic Football : Intercontinental Cup 1974, su fifa.com, FIFA. URL consultato il 1º agosto 2014 (archiviato dall'url originale il 13 febbraio 2012).
  6. ^ Finale di Champions, dieci cose da sapere su Real-Atletico, su lastampa.it, lastampa.it, 28 maggio 2016.
  7. ^ a b c La Historia del Atlético de Madrid
  8. ^ Noticias 2003 Ejército del Aire
  9. ^ 1999/2000, EL DESCENSO A SEGUNDA DIVISION
  10. ^ Dietro Gil c'è la mafia siciliana, dall'archivio de Il Corriere della Sera
  11. ^ Champions, vince il Real Madrid: 4-1 all'Atletico Madrid dopo i supplementari!, su corrieredellosport.it, corrieredellosport.it, 24 maggio 2014.
  12. ^ Spagna: Real beffato, Supercoppa all’Atletico Madrid, su corriere.it, Il Corriere dello Sport, 23 agosto 2014.
  13. ^ Champions League, il Real Madrid vince all’ultimo rigore la finale di Milano, su ilfattoquotidiano.it, ilfattoquotidiano.it, 28 maggio 2016.
  14. ^ Memoria y diseños de los símbolos de la Comunidad Autónoma de Madrid.
  15. ^ Legge 2/1983 su bandiera, stemma e inno della Comunidad de Madrid
  16. ^ a b c d LOS ESCUDOS. Cronologia degli stemmi dell'Atlético Madrid
  17. ^ (ES) Historia por decadas, su clubatleticodemadrid.com.
  18. ^ (EN) Atletico Madrid, su bienvenidomadrid.blogspot.com, 12 settembre 2009.
  19. ^ (ES) La Peineta pasará a ser propiedad del Atlético de Madrid a partir de 2016, su elmundo.es, elmundo.es.
  20. ^ Club Atlético de Madrid · Web oficial - Nike y Atleti, juntos hasta 2026
  21. ^ Enrique Cerezo, nuevo presidente del Atlético tras la dimisión de Jesús Gil
  22. ^ (ES) clubatleticodemadrid.com, Primer Equipo, su clubatleticodemadrid.com. URL consultato il 22 agosto 2015.
  23. ^ http://www.transfermarkt.it/atletico-madrid/startseite/verein/13/saison_id/2016
  24. ^ (ES) Origen del apodo de 'colchonero' e 'indio' para el Atlético de Madrid, su deportes.practicopedia.lainformacion.com, 13 maggio 2010.
  25. ^ a b c d e f g h (ES) Principales grupos ultras en España, su theenz.com, 3 maggio 2012.
  26. ^ (ES) El Atlético de Madrid expulsa al Frente Atlético, su clubatleticodemadrid.com, clubatleticodemadrid.com, 2 dicembre 2014.
  27. ^ Calcio: scontri a Madrid prima di Atletico-Deportivo, un tifoso è morto, su corriere.it, Il Corriere della Sera, 30 novembre 2014.
  28. ^ a b c d e f g h (ES) frente atlético, su colchonero.com. URL consultato l'8 luglio 2014.
  29. ^ Gemellaggio di Champions tra Milan e Atletico Madrid: cori contro Inter e Mourinho, su goal.com, 19 febbraio 2014.
  30. ^ ATLETICO MADRID-CATANZARO, su z6.invisionfree.com, 30 marzo 2013.
  31. ^ Catanzaro, il capo ultras respinge le polemiche «È solo per un messaggio positivo per lo sport», su ilquotidianoweb.it, 7 giugno 2014.
  32. ^ (PL) PRZYJACIELE, su niebiescy.pl. URL consultato l'8 luglio 2014.
  33. ^ Real contro Atletico, rivalità e sfottò il derby di Madrid accende la Champions, su sport.ilmessaggero.it, Il Messaggero. URL consultato il 21 luglio 2014.
  34. ^ Il derby di Madrid, su ilcatenaccio.es, 30 novembre 2012.
  35. ^ (ES) El Derbi madrileño, su libertaddigital.com. URL consultato il 15 settembre 2014.
  36. ^ Champions League: Atletico-Real, il derby di Madrid è molto più di una finale, su calcio.fanpage.it, 1º maggio 2014.
  37. ^ (EN) Atletico Madrid vs. Sevilla, su bleacherreport.com. URL consultato il 21 luglio 2014.
  38. ^ (ES) El Atlético sobrevive a la batalla, su elpais.com, elpais.com, 23 dicembre 2001.
  39. ^ Spagna, scontri prima di Atletico-Deportivo: morto tifoso, su repubblica.it, La Repubblica, 30 novembre 2014.
  40. ^ (GL) O Dépor para en contra da violencia, su canaldeportivo.com, canaldeportivo.com, 1º dicembre 2014.

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