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Farfalla piuma delle lonicere

Alucita hexadactyla
Stato di conservazione
Specie non valutata
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
SottoregnoEumetazoa
SuperphylumProtostomia
PhylumArthropoda
SubphylumTracheata
SuperclasseHexapoda
ClasseInsecta
SottoclassePterygota
CoorteEndopterygota
SuperordineOligoneoptera
SezionePanorpoidea
OrdineLepidoptera
SottordineGlossata
InfraordineHeteroneura
DivisioneDitrysia
SuperfamigliaAlucitoidea
FamigliaAlucitidae
GenereAlucita
SpecieA. hexadactyla
Nomenclatura binomiale
Alucita hexadactyla
(Linnaeus, 1758)
Sinonimi

Alucita cartereaui
Jourdheuille 1883
Alucita poecilodactyla
Stephens, 1835
Alucita polydactyla
Hubner, 1813
Orneodes hexadactyla
(Linnaeus, 1758)
Phalaena (Alucita) hexadactyla
Linnaeus, 1758
Pterophorus hexadactylus
Fabricius, 18xx)

Alucita hexadactyla (Linnaeus, 1758),[1] nota anche come farfalla piuma delle lonicere,[2] è un lepidottero appartenente alla famiglia Alucitidae, diffuso in Europa.[3]

Etimologia

L'epiteto specifico deriva dai termini greci ἕξ (hex=sei) e δάκτυλος (daktylos=dito), con riferimento ai sei lobi ciliati in cui si suddivide ogni ala dell'individuo adulto.[4]

Descrizione

La carateristica più evidente di queste piccole falene è la peculiare struttura delle ali, che si presentano suddivise in sei lobi ciliati, tanto da assumere la forma di singolari "piume".[5]

Adulto

Capo

Il capo presenta lunghe scaglie piliformi marroncine nella parte anteriore; non sono presenti chaetosemata;[5][6][7][8] gli occhi sono marrone scuro, abbastanza grandi e sporgenti, mentre gli ocelli sono due, ben distinti; nell'apparato boccale, i palpi labiali appaiono lunghi e ricurvi verso l'alto, col secondo articolo munito di setole sensoriali;[5][6][7] la spirotromba è totalmente priva di scaglie anche nella parte basale.[5][6][7][9]

Le antenne, sono filiformi in entrambi i sessi, con una lunghezza pari a poco più della metà dell'ala anteriore; lo scapo è privo di pecten.[5][6][8]




Torace

Il torace è breve e arrotondato, di colore grigio-marroncino.[8]

Le zampe sono sottili ed allungate, soprattutto l'ultimo paio;[6][8] l'epifisi è presente, mentre la formula degli speroni tibiali è 0-2-4.[5][6]



Le ali sono suddivise in sei lobi ciliati, che nel complesso danno l'impressione di una sorta di "piuma";[5][6][7] in particolare, le divisioni sono situate tra Rs ed M, tra i rami di M (solo due nell'ala posteriore), tra M3 e CuA, tra i rami di CuA e, solo nell'ala posteriore, dopo CuA. Nell'ala posteriore, Sc+R confluisce su Rs.[5][6][7]

Pterostigma e CuP sono assenti,[5][6] come pure la spinarea.[5][6][7][10] La colorazione delle ali, sulla pagina superiore, varia dal biancastro al giallo ocra, fino al marrone più intenso, con macchie reniformi oppure zigzaganti, più scure rispetto alle tonalità di fondo.[11]

L'apertura alare è compresa tra 7 e 28 mm.[6]

Addome

Il II sternite addominale appare completamente rivestito di scaglie,[6] e presenta un sistema di venature convergenti "a V", in direzione caudale.[5][6][7]

Sui tergiti III-VI, si osservano strette bande anteriori costituite da minute spinule.[5][6][7][10]

Nell'apparato genitale maschile, l'uncus è affusolato e talvolta bifido; i socii sono assenti; i bracci laterali dello gnathos si uniscono a formare un lungo processo mediano, spesso appuntito; i transtilla possono essere presenti; le gonapofisi sono ridotte, di solito larghe alla base e più strette all'apice; il vinculum risulta ben sclerificato ma privo di sacculus; pure la juxta appare ben sclerificata, con due processi laterali; l'edeago è corto e tozzo, spesso con un solo cornutus.[6]

Nel genitale femminile, le papille anali sono sottili e le apofisi alquanto corte (risulta solo un po' più lunga quella posteriore); il ductus bursae è corto, ampio e membranoso; il corpus bursae si mostra arrotondato;[6] l'ovopositore è di lunghezza modesta.[7][10]

Uovo

L'uovo è alquanto appiattito e pseudocilindrico; il corion mostra esternamente un reticolo di piccoli rilievi.[6]

Larva

 
Larva di alucitide

Il bruco appare tozzo, con capo semiprognato[5][6][7][10][12] e sei stemmata per lato;[6] è contraddistinto dalla presenza di un processo retto dal submentum.[5]

Le pseudozampe appaiono corte e tozze,[6]; munite di un singolo ordine di uncini, disposti a formare un cerchio più o meno completo;[5][6][7] gli stigmi sono piccoli e tondeggianti.[6]

Le setole laterali L1 ed L2 si trovano su un singolo pinaculum nei segmenti addominali I-VIII, mentre L3 si trova in posizione più caudale.[5][6][7][10][12]

Sul protorace si osservano due setole L rette da un pinaculum e altre due setole subventrali (SV) su un altro pinaculum; sul meso- e metatorace, sono presenti ancora due setole L su un pinaculum, ma le setole SV sono ridotte a una; si ha una singola setola SV sul I e sul VII-IX segmento addominale, mentre il II segmento ne ha due e i segmenti III-VI ne hanno tre; l'unica setola subdorsale (SD1) è molto lunga e retta da un proprio pinaculum.[6][2]

Pupa

 
Mina fogliare di Alucita hexadactyla

La pupa è alquanto tozza e provvista di appendici unite tra loro e rispetto al corpo.[6]

Il capo appare allargato e provvisto di una sutura epicraniale, ma è privo di palpi mascellari; la spirotromba si mostra corta, così come le antenne.[6]

Il protorace risulta più stretto del mesotorace, e gli spiracoli tracheali appaiono costretti in una fessura compresa tra i due segmenti. I femori delle zampe anteriori sono esposti.[6]

I segmenti addominali I-IV sono immobili[5] e gli spiracoli sono piccoli e tondeggianti.[6] L'addome si mostra privo di spinule sulla superficie dorsale.[5][6]

Il cremaster è assente, ma il X segmento addominale regge un gruppo di circa sei robuste setole uncinate.[5][6]

Biologia

Ciclo biologico

Dopo la fecondazione, le uova sono deposte singolarmente nei tessuti della pianta nutrice.[6]

Le larve si accrescono alle spese di meristemi, fiori, frutti e possono provocare la formazione di cecidi su piante di Centaurea (Asteraceae) e Scabiosa (Caprifoliaceae).[6][7][10][2]

L'impupamento può avvenire all'interno di un bozzolo sericeo, ma in alcune specie si osserva anche la formazione di un astuccio costituito in parte da sedimenti, che si può rinvenire tra gli strati della lettiera o comunque in punti riparati del sottobosco; in questi casi, la pupa non emerge dal bozzolo.[6]

Gli adulti della maggior parte delle specie sono mobili durante la notte oppure al crepuscolo.[7]

Periodo di volo

La biologia di alcuni membri del genere Alucita è ancora sconosciuta o poco nota, tuttavia, le specie eurasiatiche sembrano essere di regola bivoltine, con un primo periodo di volo compreso tra i mesi di maggio e giugno e un secondo tra luglio e agosto.[13][14]

Alimentazione

Le piante nutrici appartengono a diverse famiglie:[13][14][5][6][7][12][2][15][16]

Parassitoidismo

Sono noti fenomeni di parassitoidismo ai danni delle larve di Alucita, da parte di diverse specie di imenotteri appartenenti alle superfamiglie Chalcidoidea e Ichneumonoidea; tra queste citiamo:[17]

Rilevanza economica

La specie Alucita coffeina (Viette, 1958), del Gabon, provoca ingenti danni alle coltivazioni di caffè.[5]

Distribuzione e habitat

Questo genere è presente in tutte le ecozone, ma con un minore numero di specie nel Neartico[18][7][19].

Tassonomia

Alucita fu istituito da Linneo nel 1758 come sottogenere di Phalaena.[1] Benché Fabricius avesse riconosciuto già nel 1775[20] a questo taxon il rango di genere, nei decenni successivi, diversi entomologi (e.g. Meyrick) ritennero più appropriato adottare Orneodes Latreille, 1796[21] quale genere tipo per la famiglia, che veniva allora chiamata Orneodidae. Fu Neave, nel 1939 che citò "Alucita Fabricius, 1775, Syst. Ent.: 667"[20] come primo utilizzo storicamente accertato di questo nome, trasformando ipso facto Orneodes in un sinonimo. Alucita fu inserito nella famiglia Alucitidae da Dugdale et al., in Kristensen nel 1999.[5][22]

Specie

Sinonimi

Sono stati riportati i seguenti sinonimi:[23]

  • Aleucita Chambers, 1878 - Bull. U.S. geol. geog. Surv. Terr. 4: 128[24]
  • Allucita Billberg, 1820 - Enum. Ins. Mus. Billb.: 92[25]
  • Alucitina Heydenreich, 1851 - Lepid. Eur. Cat. meth. (Syst. Verz. eur. Schmett.) 3 : 94[26] - Specie tipo: Phalaena hexadactyla Linnaeus, 1758
  • Euchiradia Hübner, 1825 - Verz. bekannt. Schmett.: 431[27] - Specie tipo: Phalaena hexadactyla Linnaeus, 1758
  • Orneodes Latreille, 1796 - Prècis Caractères génériques Insectes: 148[21] - Specie tipo: Phalaena hexadactyla Linnaeus, 1758
  • Orneodus Meyrick, 1909 - Ann. Transv. Mus. 2: 4[28]
  • Rhipidophora Hübner, 1822 - Syst.-alphab. Verz. eur. Schmett.: 80[29] - Specie tipo: Phalaena hexadactyla Linnaeus, 1758
  • Ripidophora Hübner, [1806] - Tentamen determinationis digestionis ...: 2[30]

Endemismi italiani

Il genere Alucita è presente in Italia con tredici specie, ma non sono segnalati endemismi.[31]

Alcune specie

Conservazione

Nessuna specie appartenente a questa famiglia è stata inserita nella Lista rossa IUCN.[32]

Note

  1. ^ a b (LA) Linnaeus, C., Systema naturae per regna tria naturae: secundum classes, ordines, genera, species, cum characteribus, differentiis, synonymis, locis (PDF), vol. 1, editio X, Holmiæ (Stoccolma), Impensis Direct. Laurentii Salvii, p. 542, DOI:10.5962/bhl.title.542, ISBN 9780565001032, LCCN 06017147, OCLC 9402892. URL consultato il 27 novembre 2016.
  2. ^ a b c d Tremblay, E., Copromorphoidea, in Entomologia applicata, volume II - Parte II, 3ª edizione, Napoli, Liguori, 1999 [1993], pp. 114-115, ISBN 88-207-1405-1, OCLC 879888961.
  3. ^ (EN) Alucita hexadactyla, su Fauna Europaea version 2.6.2, Amsterdam/Copenhagen/Varsavia, 29 agosto 2013, OCLC 818545243. URL consultato il 27 novembre 2016.
  4. ^ Schenkl, F.; Brunetti, F., Dizionario Greco-Italiano/Italiano-Greco, a cura di Meldi, D., collana La creatività dello spirito, Berrettoni G. (nota bibliografica), La Spezia, Casa del Libro - Fratelli Melita Editori, dicembre 1991 [1990], pp. xviii, 972, 14 tavv.,  538, ISBN 978-88-403-6693-7, OCLC 797548053.
  5. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v (EN) Dugdale, J. S.; Kristensen, N. P.; Robinson, G. S.; Scoble, M. J., The smaller microlepidoptera-grade superfamilies, in Kristensen, N. P. (Ed.) - Handbuch der Zoologie / Handbook of Zoology, Band 4: Arthropoda - 2. Hälfte: Insecta - Lepidoptera, moths and butterflies, Kükenthal, W. (Ed.), Fischer, M. (Scientific Ed.), Teilband/Part 35: Volume 1: Evolution, systematics, and biogeography, ristampa 2013, Berlino, New York, Walter de Gruyter, 1999 [1998], pp. 217 - 232, ISBN 978-3-11-015704-8, OCLC 174380917. URL consultato il 27 novembre 2016.
  6. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z aa ab ac ad ae af ag ah (EN) Common, I. F. B., Moths of Australia, Slater, E. (fotografie), Carlton, Victoria, Melbourne University Press, 1990, pp. vi, 535, 32 con tavv. a colori, ISBN 9780522843262, LCCN 89048654, OCLC 220444217.
  7. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p (EN) Scoble, M. J., Lower Ditrysia, in The Lepidoptera: Form, Function and Diversity, seconda edizione, London, Oxford University Press & Natural History Museum, 2011 [1992], pp. 225-289, ISBN 978-0-19-854952-9, LCCN 92004297, OCLC 25282932.
  8. ^ a b c d (EN) Curtis, J., British entomology being illustrations and descriptions of the genera of insects found in Great Britain and Ireland: containing coloured figures from nature of the most rare and beautiful species, and in many instances of the plants upon which they are found (PDF), Londra, stampato per l'autore, 1824-39, p. 695, DOI:10.5962/bhl.title.104603, ISBN non esistente, LCCN 06012606, OCLC 3801615. URL consultato il 27 novembre 2016.
  9. ^ (EN) Philpott, A., The maxillae in the Lepidoptera (PDF), in Transactions of the New Zealand Institute, vol. 57, Wellington, Royal Society of New Zealand, 22 febbraio 1927, pp. 721-746, ISSN 1176-6158 (WC · ACNP), OCLC 84073801. URL consultato il 27 novembre 2016.
  10. ^ a b c d e f (EN) Munroe, E.G., Lepidoptera, in Parker, S. B. (Ed.). Synopsis and classification of living organisms, vol. 2, New York, McGraw-Hill, 1982, pp. 612-651, ISBN 9780070790315, LCCN 81013653, OCLC 7732464.
  11. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore A&U2014
  12. ^ a b c (EN) Heppner, J. B., Copromorphidae. Alucitidae. Carposinidae. Epermeniidae (Coprornorphoidea); Glyphipterigidae. Plutellidae (Yponomeutoidea), in Stehr, F. W. (Ed.). Immature Insects, vol. 1, Dubuque, Iowa, Kendall/Hunt Pub. Co., 1987, pp. 399-405, ISBN 9780840337023, LCCN 85081922, OCLC 311572089.
  13. ^ a b Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore U&K2014
  14. ^ a b Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore UKY2016
  15. ^ (EN) Vargas, H. A., A New Species of Alucita L. (Lepidoptera: Alucitidae) from Northern Chile (PDF), in Neotropical Entomology, vol. 40, n. 1, Londrina, PR, Sociedade Entomológica do Brasil, febbraio 2011, pp. 85-88, ISSN 1519-566X (WC · ACNP), LCCN 2009263237, OCLC 4796481952, PMID 21437487. URL consultato il 27 novembre 2016.
  16. ^ (EN) NHM - Lista delle piante ospiti, su nhm.ac.uk. URL consultato il 27 novembre 2016.
  17. ^ (EN) Home of Ichneumonoidea, su taxapad.com. URL consultato il 27 novembre 2016.
  18. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore Gielis2003
  19. ^ (EN) Heppner, J. B., Faunal Regions and the Diversity of Lepidoptera (abstract), in Tropical Lepidoptera, vol. 2, Suppl. 1, Gainesville, FL, Association for Tropical Lepidoptera, 1991, pp. 85, ISSN 1048-8138 (WC · ACNP), LCCN 91641730, OCLC 25170208. URL consultato il 27 novembre 2016.
  20. ^ a b (LA) Fabricius, J. C., Systema entomologiae : sistens insectorvm classes, ordines, genera, species, adiectis synonymis, locis, descriptionibvs, observationibvs (PDF), Flensbvrgi et Lipsiae, in Officina Libraria Kortii, 1775, p. 667, DOI:10.5962/bhl.title.36510, ISBN non esistente, OCLC 5809898. URL consultato il 27 novembre 2016.
  21. ^ a b (FR) Latreille, P. A., Précis des caractères génériques des insectes, disposés dans un ordre naturel (PDF), Parigi, Prèvôt, 1796, p. 148, DOI:10.5962/bhl.title.58411, ISBN non esistente, LCCN agr03000193, OCLC 6419012. URL consultato il 27 novembre 2016.
  22. ^ (EN) Nye & Fletcher, Alucita, su Butterflies and Moths of the World - Generic Names and their Type-species, Londra, NHM - Natural History Museum, 1991. URL consultato il 27 novembre 2016.
  23. ^ (EN) Pitkin, B. R.; Jenkins, P., Alucita, su Butterflies and Moths of the World - Generic Names and their Type-species, Londra, NHM - Natural History Museum, OCLC 71007349. URL consultato il 27 novembre 2016.
  24. ^ (EN) Chambers, V. T., Index to the described Tineina of the United States and Canada (PDF), in Bulletin of the United States Geological and Geographical Survey of the Territories, vol. 4, Washington DC, Government Printing Office, 1878, p. 128, LCCN sn87028401, OCLC 1269839. URL consultato il 27 novembre 2016.
  25. ^ (LA) Billberg, G. J., Enumeratio insectorum in Museo (PDF), Stoccolma, Typis Gadelianis, 1820, p. 92, DOI:10.5962/bhl.title.49763, ISBN non esistente, OCLC 12734861. URL consultato il 27 novembre 2016.
  26. ^ (DE) Heydenreich, G. H., Lepidopterorum Europaeorum catalogus methodicus: systematisches Verzeichniss der europäischen Schmetterlinge, vol. 3, Lipsia, 1851, p. 94, ISBN non esistente, OCLC 602992235. URL consultato il 27 novembre 2016.
  27. ^ (DE) Hübner, J., Verzeichniss bekannter Schmettlinge (PDF), Augsburg, bey dem Verfasser zu Finden, 1825, p. 431, DOI:10.5962/bhl.title.48607, ISBN non esistente, LCCN 08022995, OCLC 3429514. URL consultato il 27 novembre 2016.
  28. ^ (EN) Meyrick, E., Descriptions of Transvaal Micro-Lepidoptera (PDF), in Annals of the Transvaal Museum, vol. 2, n. 1, Pretoria, Transvaal Museum, novembre 1909, p. 4, ISSN 0041-1752 (WC · ACNP), LCCN 20008983, OCLC 1714046. URL consultato il 27 novembre 2016.
  29. ^ (DE) Hübner, J., Systematisch-alphabetisches Verzeichniss aller bisher bey den Fürbildungen zur Sammlung europäischer Schmetterlinge: angegebenen Gattungsbenennungen: mit Vormerkung auch augsburgischer Gattungen (PDF), Augsburg, Bey dem Verfasser zu Finden, 1820, p. 80, DOI:10.5962/bhl.title.48605, ISBN non esistente, LCCN agr03000342, OCLC 29833178. URL consultato il 27 novembre 2016.
  30. ^ (LA) Hübner, J., Tentamen determinationis digestionis atque denominationis singularum stirpium lepidopterorum peritis ad inspiciendum et dijudicandum communicatum a Jacob Hübner (PDF), Cambridge, S.H. Scudder, 1873 [1806], p. 2, DOI:10.5962/bhl.title.11651, ISBN non esistente, LCCN 08022994, OCLC 10581644. URL consultato il 27 novembre 2016.
  31. ^ Stoch, F., Alucitidae, su Fauna Italia - Checklist of the Species of the Italian Fauna, 2003. URL consultato il 27 novembre 2016.
  32. ^ (EN) International Union for Conservation of Nature and Natural Resources, IUCN Red List of Threatened Species. Version 2016-2, su IUCN 2016, Cambridge, IUCN Global Species Programme Red List Unit, ISSN 2307-8235 (WC · ACNP), OCLC 943528404. URL consultato il 27 novembre 2016.

Bibliografia

Pubblicazioni

Testi

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