Mário Pacheco do Nascimento
Mario Pacheco Do Nascimento (Rio de Janeiro, Brasile - 1962 ?) è un grande Maestro di vita brasiliano della religione del Candomblé di Bahia.
Si stabilisce in Italia negli anni Ottanta del Novecento lavorando come cameriere presso il marchese Capra dè Carré a Milano, stabilendosi a Mediglia (Tringinto) in un elegante residence dell'hinterland milanese. Qui ha modo di conoscere, tra le altre frequentazioni VIP del marchese, la celebre televenditrice Vanna Marchi, e la figlia Stefania Nobile, la quale ha più volte sostenuto di averlo già incontrato, anni prima, in Brasile.
Noto è in Italia per la sua partecipazione, verso la fine degli anni Novanta del Novecento, a una trasmissione televisiva di vendita condotta da Vanna Marchi ("Wanna Marchi") e da sua figlia Stefania Nobile ("Stefania Marchi") su piccole emittenti locali, nella quale, accando agli altri prodotti oggetto della televendita presentati dalla conduttrice, egli proponeva i suoi servizi esoterici, tra i quali: la ricerca dei numeri fortunati da giocare al lotto e vari rituali di magia bianca.
Tra i princìpi cardine del suo insegnamento sono: l'allontanamento dei/dai propri nemici e dalle persone negative, il rispetto di ogni forma di vita, la capacità di un uomo di mutare la propria vita e il proprio destino, la ricerca del piacere come strumento per essere in sintonia con il proprio corpo.
Il suo stile è riservato, semplice e molto modesto; schietto, ha un carattere sensibile e fragile, solitario nell'animo, ma coraggioso e determinato. Nato in umili condizioni in Brasile, non rinuncia comunque a conoscere a fondo la bella vita dell'Italia, aiutando sovente le persone povere che incontra per la strada con ingenti elemosine, oltre a sua madre che vive in Brasile.
In affari con le Marchi (possedeva una quota di Ascié S.r.l.), viene successivamente imputato assieme a loro (per la sua attività di mago e soprattutto per la partecipazione societaria) in un maxi processo per truffa che ebbe straordinaria risonanza mediatica, al termine del quale con rito abbraviato riceve una condanna in contumacia a quattro anni di carcere (poi ridotti a uno solo, grazie ad una legge di indulto).
Recentemente ha annunciato il suo imminente ritorno in Italia per scontare la breve pena residua e affrontare il processo per bancarotta che lo vede tra gli imputati.