Utente:Asgaw/Sandbox
Dalle origini al 1915
L'arrivo del calcio a Torino
La storia del calcio affonda le sue radici in terra inglese e per vederlo giocato in Italia, in particolar modo a Torino, bisogna aspettare fino alla fine dell' Ottocento. La sua venuta è legata indissolubilmente ad Edoardo Bosio, imprenditore svizzero il quale, dopo essere tornato da un suo viaggio in Inghilterra, fondò un club sportivo di canottaggio e calcio, trasformandolo poi, nel 1887, in una vera e propria società calcistica, denominata Torino Football & Cricket Club. Da quel momento, nella città della Mole nacquero numerose altre società, tra le quali la squadra dei Nobili, fondata nel 1889 dal Duca degli Abruzzi, la quale, nel 1891, si unì alla compagine di Bosio dando vita al Football Club Internazionale. Nel 1894 al panorama calcistico locale presero parte anche il Football Club Torinese e la Società Ginnastica Torinese.
La fondazione del Football Club Torino e la prima amichevole
Nel 1900 il Torinese assorbì il Football Club Internazionale mentre il 3 Dicembre 1906 , presso la birreria Voigt di via Pietro Micca, angolo via Botero, completò un passo fondamentale: Alfred Dick, ex dirigente juventino, insieme ad altri imprenditori e commercianti, constatata la crisi finanziaria che aveva colpito il Torinese, propose ai dirigenti e calciatori di quest'ultima di fondare una nuova società, da contrapporre all'ascesa bianconera.Poco prima di mezzanotte Hans Schoenbrod venne proclamato presidente del neonato Football Club Torino. Tra i numerosi partecipanti all'incontro, presero parte anche Enrico Debernardi, Eugenio De Fernex, Fritz Bollinger ed anche Alfred Dick il quale assunse la carica di vicepresidente.
La prima partita si giocò a Vercelli, il 16 Dicembre 1906, contro la Pro : i granata, o per meglio dire, gli arancioneri ( infatti la prima partita fu giocata ancora con la vecchia maglia del Torinese) si imposero per 3-1.La formazione era composta in gran parte da reduci del Torinese( 8 giocatori), 2 ex juventini ed un calciatore svizzero.
Dal campionato del 1907 alla Prima guerra Mondiale
A partire dal campionato del 1907 dunque il Toro scende ufficialmente in campo: a dominare la scena di quel periodo era il Genoa, vincitore di già ben 6 scudetti; lo seguivano il Milan con 2 e la Juventus con 1. Ed è proprio con quest'ultima che i granata esordirono la stagione, il 13 gennaio 1907 allo stadio Velodromo Umberto I,affrontando i cugini bianconeri ed imponendosi con il risultato di 2 a 1. In data 3 febbraio 1907 le due squadre si affrontarono nuovamente e sempre il Toro ne uscì vincitore, con un netto 4 a 1.I granata dunque poterono prendere parte al girone finale, rimediando 3 pareggi ed una vittoria e classificandosi dunque in seconda posizione(5 punti), davanti all'Andrea Doria(1 punto) , ma dietro al Milan(6 punti) che dunque risultò vincitore.
Il campionato 1908 costituì una pausa forzata per molte società: una direttiva della Federazione infatti imponeva alle squadre un limite massimo di giocatori stranieri ed il Torino ne aveva troppi. I granata dunque si accontentarono di altri tornei "minori": presero parte alla ambita coppa Dapples, una competizione che prevedeva che la squadra detentrice della coppa venisse sfidata ogni anno da un altro club, con l'obiettivo di sottrargliela. Il Toro riuscì ad aggiudicarsela, imponendosi alla Pro Vercelli con il risultato di 5 a 2.La squadra torinese prese inoltre parte ad un torneo Internazionale organizzato dalla rivista La Stampa Sportiva e disputatosi a Torino: i granata raggiunsero la finale, venendo tuttavia sconfitti dagli svizzeri del Servette per 3 a 1.
Con il campionato del 1909 il Torino tornò a competere per lo scudetto, partecipando al consueto girone eliminatorio piemontese: si scontrò nuovamente con la Juventus, collezionando una vittoria ma anche una sconfitta e dovette dunque disputare un ulteriore spareggio, uscendone vincitore per 1 a 0. I granata tuttavia vennero eliminati dalla Pro Vercelli che, sconfiggendo Genoa prima e US Milanese dopo, risultò vincitrice per la seconda volta consecutiva. Il Torino fu inoltre impegnato, in qualità di detentore della Coppa Dapples, a difendersi dagli assalti delle squadre avversarie, vogliose di aggiudicarsi il trofeo: liquidò i 3 tentativi del Milan( uno non disputato causa ritiro della squadra meneghina), quello della Juventus, ma capitolò contro il Genoa per 1 a 0, cedendo dunque il trofeo alla squadra ligure.
Il campionato 1909-1910, disputatosi, a differenza del precedente, a girone unico, vide il Toro concludere al quarto posto, dietro alla Juventus, Pro Vercelli ed Internazionale di Milano(risultata poi vincitrice del campionato).Da segnalare, in questa stagione, l'ingresso di Enrico Bachman in squadra ( vi rimarrà per 11 campionati) e lo spostamento del campo di gioco, a partire dal 23 Gennaio 1910, dallo storico Velodromo Umberto Primo a Piazza d'Armi. .
I successivi 3 campionati( 1910-1911 ; 1911-1912 e 1912-1913) videro il trionfo della Pro Vercelli : il Toro concluse i primi due rispettivamente al 3° e 4° posto del Girone Ligure-Lombardo Piemontese, mentre si classificò al 3° posto del Girone Piemontese nell'ultimo. Episodio sicuramente importante per il futuro dei granata è l'arrivo, nel 1912, del tecnico Vittorio Pozzo: con lui il Toro partecipò , nel 1914, ad una tourneè transoceanica in Sudamerica, collezionando 6 vittorie su 6 ed affrontando squadre importanti del calibro del Corinthias e della Nazionale Argentina. Lo stesso anno segna inoltre l'addio al calcio giocato di Fritz Bollinger, socio fondatore del Torino( aveva partecipato al famoso incontro della birreria Voigt) oltre che primo capitano della squadra.L'annata 1913 -1914 vide il trionfo del Casale, con i granata posizionatisi al 4° posto; vi fu inoltre il secondo cambio del campo di gioco:Stradale Stupinigi divenne il nuovo stadio.
Con l'inizio della Grande Guerra venne sospeso anche il campionato di calcio, e questa decisione causerà la prima di una lunga serie di beffe del destino: il campionato 1914-15 venne infatti sospeso a una giornata dal termine, e il Genoa, che era in testa , dichiarato successivamente campione. Nulla da eccepire, viste le cause di forza maggiore: un peccato solo per i granata che, secondi a due lunghezze dalla capolista, nell'ultima partita avrebbero avuto l'occasione di incontrare proprio i genovesi, battuti nella gara d'andata per 6-1.
In quel periodo, seppur in anni diversi, vestirono la maglia del Torino ben quattro fratelli, i Mosso: quella che oggi può apparire come una curiosità era invece, all'epoca, un costume abbastanza diffuso
Anni '20
Il dopoguerra
Il campionato italiano riprendeil 1919 ,dopo la tragica parentesi della Prima Guerra Mondiale che strappò milioni di vite, tra queste anche quelle di numerosi calciatori granata, tra i quali Goggio, che aveva anche servito la maglia della nazionale. Il campionato 1919-1920 si ripropone nella classica formula a gironi: il Torino arriva terzo nel girone A del Piemonte, pareggiando entrambi i derby ma accedendo comunque al girone C delle semifinali interregionali e classificandosi 4°. Lo scudetto, quest'anno, fu appannaggio dell'Internazionale.
La partita da 158 minuti
La stagione 1920-1921 viene ricordata quantomeno per un episodio alquanto singolare. Il Torino si classifica secondo nel Girone A Piemontese, essendo stato sconfitto nella partita-spareggio per il primo posto dal Novara, mentre arrivò primo nel Giroce C delle Semifinali, a pari merito con il Legnano : fu dunque necessario un ennesimo spareggio. La partita venne giocata il 26 giugno 1921, in campo neutro, e le cronache dell'epoca parlano di clima particolarmente torrido.I tempi regolamentari terminarono con il punteggio di 1 a 1 e, in base al regolamento che prevedeva tempi supplementari ad oltranza, vennero disputati ben 2 tempi supplementari da 30 minuti, e ne venne iniziato pure un terzo, il quale tuttavia venne interrotto all'ottavo minuto dagli stessi giocatori che, stremati, decisero di non proseguire più e rifiutarono anche l'ipotesi di rinvio, squalificando dunque le medesime squadre. Lo scudetto viene vinto dalla Pro Vercelli.
Gli ultimi campionati a gironi
Gli anni 1920 videro iniziare, dopo la "serie dei Mosso", quella dei fratelli Martin, anche loro quattro. Il più forte sarà Martin II, che con il Torino disputerà 355 gare di campionato.
La stagione 1921-1922 fu storica poichè le squadre si divisero in 2 campionati: uno, organizzato da Pozzo e denominato Confederazione Calcistica Italiana (CCI),alla quale afferivano le squadre più importanti, mentre l'altro organizzato dalla FIGC. Il campionato non fu particolarmente brillante per i granata, i quali orbitavano sempre a metà classifica e molto probabilmente ciò convinse l'allenatore Pozzo a lasciare il posto( che deteneva dal 1912) a Francesco Mosso, con il quale la squadra concluse in ottava posizione.
La stagione successiva vide un ulteriore cambio in panchina, con l'arrivo dell'austriaco Karl Stumer. Le squadre italiano tornarono a giocare in un campionato unico,organizzato dalla FIGC e suddiviso in Lega Nord( 3 gironi) e Lega Sud: il Toro si classificò secondo nel Girone Nord Gruppo A, a 4 punti dalla capolista Pro Vercelli che potette dunque accedere al Girone Finale, che vide la vittoria del Genoa.
Il campionato 1923-1924 fu caratterizzato da un particolare episodio che minò il cammino della squadra guidata da Sturmer verso il possibile titolo. Il torneo continuava ad essere suddiviso in Lega Nord e Lega Sud, con i granata afferenti al Girone B della prima. Episodio degno di menzione è sicuramente la penultima partita di campionato, disputata il 30 Marzo 1924 tra Spezia e Torino: la formazione locale degli aquilotti , chiamata a vincere per scongiurare una possibile retrocessione, si portò in vantaggio già al minuto 28' con Canavesi e riusci a terminare la partita da vincitrice. Numerose furono tuttavia le polemiche dei granata: i tifosi dello Spezia infatti disturbarono più volte lo svolgersi della gara con ripetute invasioni di campo e danni ai giocatori del Torino. A causa della sconfitta, i granata terminarono la stagione al secondo posto, dietro al Bologna che potette accedere alle fasi finali del torneo, venendo tuttavia sconfitto dal Genoa, risultato poi vincitore del Campionato.A stagione conclusa, il ricorso, da parte della società granata, riferito ai fatti di Spezia, venne accolto e venne assegnata la vittoria a tavolino al Toro che dunque, formalmente, scavalcò il Bologna in classifica: tuttavia la fase finale del campionato era stata già giocata e dunque il titolo rimase al Genoa.
L'arrivo del conte Enrico Marone-Cinzano
La stagione 1924-1925 iniziò con vari cambi ai vertici dirigenziali: l'allora presidente Giuseppe Bevione lasciò il posto al Conte Enrico Marone-Cinzano mentre in panchina arrivò il tedesco Peter Farmer. Il campionato fu particolarmente mediocre per i granata, i quali terminarono in sesta posizione il Girone A della Lega Nord. Episodio degno di nota è sicuramente la partita Brescia-Torino del 9 Novembre 1924 durante la quale scesero in campo i 4 fratelli Mosso.
La stagione successiva vide il Conte Marone-Cinzano portare a termine due importanti colpi di mercato,portando a Torino Adolfo Baloncieri e Julio Libonatti. Il campo di giocò inoltre si spostò al Motovelodromo di Corso Casale. Se il campionato precedente vide Giuseppe Calvi come capocannoniere del Torino con soli 7 gol, quest'annata fu caratterizzata dalle numerosi reti dei due nuovi arrivati : Baloncieri si distinse con ben 20 gol mentre Libonatti con 18.Il Torino concluse, sotto la guida di Enrico Bachman (subentrato a Peter Fermer) in seconda posizione il Girone A della Lega Nord, dietro al Bologna che potette accedere alle fasi finali, venendo sconfitta dalla Juventus, risultata poi vincitrice del titolo.
Il campionato 1926-1927 fu il primo organizzato a livello nazionale: 2 unici gironi con squadre che provengono da Nord e da Sud. Il Conte Marone-Cinzano esordì anche questa stagione con un acquisto di alto livello, assicurando alla squadra granata Gino Rossetti il quale, insieme a Baloncieri e Libonatti, costituirà il cosiddetto trio delle meraviglie. Il Toro partì forte la stagione, sconfiggendo in trasferta prima il Livorno e poi la Cremonese ma fu il 17 Ottobre 1926 a segnare una svolta nella storia granata: la squadra torinese esordì infatti la prima in casa nello Stadio Filadelfia ( voluto proprio dal presidente Marone-Cinzano), travolgendo la Fortitudo Roma 4 a 0. Il Toro terminò il girone B in testa con 26 punti, potendo dunque accedere al girone finale che concluse in prima posizione aggiudicandosi il suo primo scudetto, trascinati dal trio Baloncieri-Libonati-Rossetti, autori di oltre 70 gol. La festa granata venne tuttavia interrotta da una scandalo che coinvolse proprio la squadra torinese, il cosiddetto Caso Allemandi, secondo il quale alcuni dirigenti del Torino avrebbero corrotto il giocatore della Juventus Allemandi nella partita del 5 giugno 1927, facendo dunque perdere lo scudetto (che non verrà più riassegnato) alla squadra granata.
Nella stagione 1927-1928 il Torino era guidato dall'allenatore Antonio Cargnelli, il quale potette fare affidamento sul consolidato trio delle meraviglie. Nonostante condizionato dalla clamorosa vicenda della stagione precedente, il Torino riuscì a concludere non solo il Girone A in prima posizione, ma anche a vincere il Girone Finale, laureandosi,per la seconda volta consecutiva, Campione d'Italia con 111 gol totali. La formazione con la quale il Toro concluse la stagione, il 22 Luglio 1928 pareggiando con il Milan era :Bosia, Martin III, Monti III, Colombari, Janni, Sperone, Vezzani, Baloncieri, Libonatti, Rossetti III, Franzoni.
Il campionato 1928-1929 fu organizzato su due gironi interregionali da 16 squadre: il Torino prese parte al Girone A. La stagione fu caratterizzata in primo luogo dall'addio del Conte Marone-Cinzano, rimpiazzato da Giacomo Ferrari. I granata, ancora trascinati dal trio delle meraviglie, terminarono il Girone A in prima posizione, con 115 segnati e varie partite terminate in goleada (basti pensare a Torino -Triestina 12 a 0 oppure a Torino- Prato 9 a 1), potendo dunque accedere alla finale scudetto con il Bologna. Poichè entrambe le squadre vinsero rispettivamente una volta, si disputò lo spareggio in campo neutro, dal quale uscì vincitrice la squadra felsinea per 1 a 0, facendo sfumare la possibilità ai granata di vincere nuovamente il tricolore. In estate, al termine della stagione, il Toro si recò, come già accaduto con Pozzo in precedenza, in Sudamerica, totalizzando tuttavia solo 2 vittorie su 8 partite giocate.
Il campionato 1929-1930 segnò un punto di svolta per il calcio italiano: nacquero un unico girone da 18 partecipanti, denominato Divisione Nazionale Seria A, ed un unico girone da 18 squadre, denominato Divisione Nazionale Serie B. Al primo presero parte le prime 8 classificate dei due gironi della stagione precedente ( con l'aggiunta del Napoli e Triestina), al secondo le restanti. Il Toro non riuscì a ripetersi sui livelli delle stagioni precedenti, e si classificò in quarta posizione: a laurearsi Campione d'Italia fu l'Ambrosiana( nata dalla fusione tra Internazionale e US Milanese).
Anni '30
La stagione 1930-1931 vide innanzitutto un cambio alla presidenza della società ed in panchina: Giovanni Vastapane sostituiì Giacomo Ferrari mentre a guidare la squadra arrivò Vittorio Morelli di Popolo.Il campionato risultò particolarmente anonimo per i granata, i quali terminarono in settima posizione, molto lontani dalla capolista Juventus, vincitrice del campionato.
Anche nella stagione 1931-1932 vi furono variazioni in dirigenza granata: ad assumere le redini della società fu Vittorio Gervasio mentre Adolfo Baloncieri e Giuseppe Aliberti assunsero il ruolo in panchina.Tra i giocatori granata, si confermarono su buoni livelli Libonatti( 16 gol) e Rossetti(17 gol) mentre l'allenatore-giocatore Baloncieri si dovette accontentare di soli 2 gol.La novità in formazione fu Mario Bo, giovane centrocampista, prodotto del vivaio Torinese e destinato a vestire la maglia granata per molte stagioni. Anche questa stagione, come la precedente, vide i granata terminare il campionato a metà classifica( ottava posizione) e la Juventus vincere il campionato.
Gli anni '30 furono particolarmente movimentati in società granata : il campionato 1932-1933 vide l'arrivo di un nuovo presidente (Giovanni Mossetto) e di un nuovo allenatore (Francesco Hansel). La mancanza più illustre nella formazione del Toro fu sicuramente quella di Baloncieri il quale disse addio al calcio giocato mentre fu molto importante l'arrivo di Giovanni Busoni, giovane centravanti livornese. Il Toro, dopo un buon inizio di campionato ( da ricordare un Torino- Casale 9 a 0), subì un calo progressivo di prestazione, che lo condannò al settimo posto in campionato, vinto nuovamente dalla Juventus.
Il campionato 1933-1934 vide l'arrivo in panchina di Augusto Rangone, ma anche l'addio di un altro componente del trio delle meraviglie,ovvero Gino Rossetti.A rinforzarne la formazione furono alcuni giocatori sudamericani come Hector Canalli ed il prodotto del vivaio torinese Giacinto Ellena.Al termine della stagione il Torino si piazzò in dodicesima posizione, poco sopra la zona retrocessione.
Il trend negativo sviluppatosi a partire dagli anni '30 culminò nella stagione 1934-1935, caratterizzata da un ritorno a 16 squadre. Innanzitutto nuovi componenti subentrarono in società: Euclide Silvestri divenne il nuovo presidente mentre in panchina tornò Antonio Cargnelli, vecchia conoscenza granata, autore dello scudetto della stagione 1927-1928. Cargnelli si trovò tuttavia in una situazione completamente diversa, non potendo contare sul trio delle meraviglie ( avendo anche Libonatti lasciato la squadra), rimpiazzato da Spinola, Silano e Buscaglia. L'esordio per i granata fu positivo, 3 a 1 alla Triestina in casa al Filadelfia. Il girone di ritorno, tuttavia, fu poco entusiasmante e condannò il Toro a giocarsi il tutto per tutto nel match salvezza contro il Livorno (al quale bastava un pareggio per salvarsi), l'ultima giornata di campionato. Fu solo nel secondo tempo, grazie ad una rete di Prato che il Toro riuscì ad agguantare la vittoria, permettendo alla squadra granata la permanenza nel campionato di massima serie, vinto anche quell'anno dalla Juventus.
La stagione 1935-1936 esordì con un cambio al vertice: Giovan Battista Cuniberti divenne il nuovo presidente della società granata. Il Toro, dopo una serie di stagioni negative, torna ai vertici del calcio italiano, riuscendo a piazzarsi terzo in campionato ed a vincere la prima edizione della Coppa Italia, sconfiggendo nella finale di Genova i grigi dell'Alessandria 5 a 1. I granata partecipano anche, in estate, alla Coppa Europa Centrale eliminando FC Bern ma venendo poi sconfitti da Ujpest Dosza agli ottavi di finale.
Il campionato 1936-1937 vide la società granata assumere la denominazione di Torino Calcio. La formazione venne rinforzata dall'arrivo del giovane Cesare Gallea, proveniente dal vivaio granata e destinato a vestire la maglia del Toro per numerose stagioni, ma vi fu anche l'addio, dopo 15 anni ,di Janni, bandiera granata. Il campionato fu giocato nuovamente ad alti livelli dal Torino, il quale riuscì a classificarsi in terza posizione, alle spalle della Lazio e del Bologna (vincitore). Risultati meno brillanti furono quelli invece in Coppa Italia, dove il Toro venne eliminato agli ottavi di finale dalla Roma.
Nella stagione 1937-1938 si assistette ad un calo di prestazione da parte del Toro che, guidato da Julius Friedmann, nonostante un buon inzio, incassò pesanti sconfitti a metà stagione e concluse il campionato in ottava posizione. Migliore fortuna ebbero i granata in Coppa Italia , riuscendo infatti ad arrivare fino in finale, venendo tuttavia sconfitti dalla Juventus.Da segnalare, quegli anni, la seconda vittoria consecutiva dei Mondiali di Calcio da parte dell'Italia di Pozzo.
Il campionato 1938-1939 fu l'ultimo da presidente per Cuniberti, il quale affidò la panchina ad Egri Erbstein. A rinforzare la squadra arrivarono, tra i vari, il portiere Olivieri e Giovanni Gaddoni( prodotto del vivaio granata). La stagione cominciò con un netto 4 a 2 ai danni del Modena e proseguì con importanti vittorie, tra le quali quella nel derby, le quali portarono il Torino in prima posizione. Tuttavia i granata terminarono la stagione in seconda posizione, dietro al Bologna mentre non andarono oltre gli ottavi di Coppa Italia.
Anni '40:l'era di Ferruccio Novo e la nascita del Grande Torino
Industriale , ex calciatore del Toro( "Ero una schiappa" dirà in seguito) e fratello di Mario( tifosissimo granata),(pag 137)Ferruccio Novo divenne presidente del Torino nel 1939.( di fatto, anno di nascita del Grande Torino).Uomo di grande classe,cresciuto al Collegio San Giuseppe,aveva in mente di trasferire le sue abilità imprenditoriali nel calcio.
Disse ad un amico: " Quattro anni al massimo e torneremo allo scudetto".Queste parole,pronunciate da Novo ad un amico, risuonano oggi come una profezia
I primi anni di Novo
Il primo acquisto fu il diciottenne Franco Ossola,acquistato per 55 mila lire dal Varese dopo la segnalazione di Antonio Janni,allenatore dei lombardi.Era un centrocampista veloce con grande tecnica, più un suggeritore che finalizzatore. Viene considerato dalla critica come il primo tassello del Grande Torino. L'attacco di allora comprendeva inoltre Petron,Michelini,Borsetti e Capri.La stagione 1939-1940 fu di transizione: dopo un buon inizio il Torino subì 3 sconfitte consecutive, di cui una dalla Juventus Football Club di Guglielmo Gabetto, un nome che tornerà presto di attualità.il 4 febbraio 1940 avvenne l'esordio di Ossola,ma nessuno fino a quel momento poteva pensare che quel sesto posto al termine della stagione era l'inizio di un ciclo che entrerà nella storia del calcio.Poco dopo la fine del campionato, l' Italia entrò in guerra ma il calcio non subì(almeno immediatamente) sospensioni.
Nella stagione 1940-1941 Ossola diventò titolare,terminando come miglior realizzatore dei granata con 15 reti in 22 presenze.Novo comprò poco,preferendo affidarsi ai giovani ,ma ancora una volta ,dopo un inizio caratterizzato dalla tripletta di Ossola contro il Bari e le tre vittorie consecutive contro Lazio,Fiorentina e Juventus ,il Torino si bloccò. Solo 5 punti in 12 gare nel girone di ritorno ,con alcune sconfitte clamorose ( 6 a 3 dal Genoa e 4 a 0 dal Milan).I granata finirono al settimo posto , con lo scudetto che andò al Bologna Football .Club 1909. I derby seguirono l'andamento della squadra di Novo: all'andata finì 2 a 0 per il Toro mentre al ritorno è ancora Gabetto decisivo per i bianconeri(2 a 1).Sarà l'ultimo gol segnato ai granata da un calciatore tanto talentuoso quanto estroso. Anche in Coppa Italia la situazione non fu migliore, eliminati in semifinale dalla Roma.
L'estate del 1941 fu decisiva. Ferruccio Nova portò al Toro gli attaccanti bianconeri Felice Placido Borel e Guglielmo Gabetto,arrivarono le ali Romeo Menti e Pietro Ferraris rispettivamente da Fiorentina e Ambrosiana Inter. Borel sarà condizionato da un infortunio al ginocchio mentre per Gabetto si trattò in realtà di un ritorno, lui era un ex Balon Boys e nonostante fosse nato e cresciuto con i colori bianconeri addosso diventò un beniamino per i tifosi del Toro. Sia per quanto fatto sul campo che per le sue "avventure" extra calcistiche, in particolar modo con la stampa.Dal Brescia arrivò il giovane difensore Mario Rigamonti,per 18 .000 lire. In panchina tornò Kutik al posto di Cargnelli per un Toro improntato all'attacco. Diversamente dai campionati precedenti, il Toro non partì forte ( perse anche il derby per 3 a 0 ) ,ma verso la metà del campionato iniziò ad ingranare. Sono i frutti del cambiamento nel modo di giocare , dal metodo al sistema. L'undici si posizionò in campo con il "WM" al posto del classico sistema piramidale. La sconfitta per 3 a 1 con il Venezia fu l'occasione per Novo di continuare il grande progetto, facendo arrivare due pedine importantissime per il futuro: Valentino Mazzola ed Ezio Loik . Costo totale : 1.200.000 lire,una cifra immensa per l'epoca. Loik era una classica mezz'ala mentre il lombardo Mazzola regista , uomo assist, ma ancora più importante : leader e capitano vincente.Era lui a comandare in campo e fuori i ragazzi di Novo,bastava un suo cenno per cambiare atteggiamento. E' entrato nella storia il suo "rimboccarsi le maniche" nel famoso Quarto d'ora granata.Lo scudetto andò alla Roma , il primo della sua storia con il Toro che chiuse al secondo posto. In Coppa Italia i granata vennero invece eliminati ai sedicesimi di finale dal Venezia.
Stagione 1942-1943
Il Toro era ad un passo da diventare grande. L'arrivo di Giuseppe Grezar dalla Triestina per 250.000 lire consegnò a Mazzola un mediano instancabile.La stagione iniziò con una vittoria sulla Juventus per 5 a 2 (Menti,Menti,Ferraris,Loik,Mazzola) che aprì la strada ai granata ,che non sbaglieranno più nulla. Anche al ritorno i bianconeri si devono arrendere 3 a 0 a quella che stava per diventare una squadra leggendaria: il Torino vinse il suo secondo scudetto grazie anche ad un filotto di sette vittorie consecutive e la vittoria decisiva a Bari.Lascia la squadra invece Osvaldo Ferrini,bandiera granata .
La formazione tipo era: Bodoira,Piacentini,Ferrini,Gallea,Ellena,Grezar,Menti,Loik,Gabetto,Mazzola,Ferraris II
In Coppa Italia arriva il bis, grazie alla vittoria in finale per 4 a 0 sul Venezia.
I campionati e la guerra
Nella stagione 1943-1944 l'Italia, dilaniata dalla guerra , era divisa in due. Questo non permise il regolare svolgimento del torneo: venne organizzato il Campionato di Guerra Alta Italia, senza lo scudetto in palio.Un modo per nascondere quello che stava accadendo in attesa di poter tornare a disputare il campionato regolarmente.Al Toro ( che cambiò denominazione in Torino FIAT ,in questo modo ai calciatori,spacciati per operai necessari all'industria,fu evitata la deportazione in Germania) si segnala l'arrivo di Silvio Piola ( futuro capocannoniere di tutti i tempi della Serie A) che trovandosi a Nord della Linea Gotica all'8 settembre e non potendo tornare a Roma per giocare con la Lazio si accasò ai granata.Menti era al Milan, Grezar partecipò al torneo giuliano.Il Toro vinse comunque il suo girone approdando alla fase finale a 3 con Venezia e Vigili del Fuoco Spezia. I granata persero contro quest'ultimi,spianandogli la strada verso la vittoria. Da considerare come 10 giocatori del Torino giocarono nello stesso periodo anche per un'altra squadra,la rappresentativa regionale del Piemonte e consumando quindi energie su due fronti ,furono svantaggiati. Appare chiaro comunque come questo campionato sia stato influenzato dalla guerra e si giocò ai limiti del possibile,senza alcuna valenza.
Per la stagione 1944-1945 , nonostante alcuni tentativi di organizzare qualche torneo, si optò per il fermo dei campionati. Il Torino, che era ancora Campiona d'Italia in carica,non partecipò per il suo secondo anno consecutivo ad un torneo valevole per lo Scudetto
Stagione 1945-1946
L'Italia liberata venne ancora divisa in due campionati: Alta Italia e Centro Sud. Novo , dopo aver acquistato giocatori per il reparto offensivo, si concentrò sulla difesa. Arrivarono il portiere Bacigalupo dal Savona ed i terzini Maroso e Ballarin. Per aggiudicarsi quest'ultimo Novo sborsò 1.500.000 lire,soffiandolo all'Inter ad al Bologna. Il Grande Torino si poteva ormai dire completo.Maroso,l'elemento con più talento della squadra dopo Mazzola, faceva dell'anticipo sull'avversario e la ripartenza le sue doti migliori. Arriva anche il mediano Castigliano,per 600.000 lire,autore di 20 gol alla prima stagione.L'inizio della stagione non fu dei migliori, sconfitta nel derby per mano dell'"ex" Piola. Fu solo un passo falso però :il Toro si qualificò per la fase finale con Juventus,Milan,Inter,Napoli,Roma,Pro Livorno e Bari.Alla prima giornata i granata segnarono 6 gol in 30 minuti alla Roma. Mazzola nel secondo tempo ordinò di non infierire e la partita terminò 7 a 0 per i piemontesi.Arrivarono poi 4 vittorie consecutive , senza subire alcun gol, fino al derby d'andata dove fu ancora Piola a condannare i granata ,segnando su rigore.Al ritorno,nella partita decisiva per lo scudetto, furono i granata a vincere il derby, 1 a 0 con gol di Gabetto. All'ultima giornata la Juventus venne bloccata dal Napoli sull' 1 a 1 mentre il Torino vinse per 9 a 1 contro la Pro Livorno, vincendo il terzo scudetto.
Formazione tipo: Bacigalupo,Ballarin,Maroso,Grezar,Rigamonti,Castigliano,Ossola,Loik,Gabetto,Mazzola,Ferraris II
La Coppa Italia non venne invece disputata per motivi organizzativi.
Stagione 1946-1947
Tornò il girone unico con 20 squadre. Il Torino (ormai già Grande) fu assoluto protagonista. Arrivarono altri rinforzi: Francesco Rosetta,Danilo Martelli e il portiere di riserva Dante Piani.Il Toro partì subito forte,con sei vittorie consecutive. Anche il Bologna ,che all'ottava giornata ancora non aveva subito reti,fu costretto a soccombere al Filadelfia con le reti di Castigliano,Ossola,Ferraris e Loik. Nel girone di ritorno il Toro raccolse 34 dei 38 punti possibili,andando dritto verso la vittoria del quarto scudetto.Terminò il campionato con il risultato record di 16 partite utili consecutive(14 vittorie).
Stagione 1947-1948
Il campionato fu caratterizzato dalla presenza di 21 squadre,successivamente al recupero della Triestina.Rientra , dopo le persecuzioni razziali, Egri Erbstein. Novo portò in granata Sauro Tomà come vice Maroso.Il Toro concluse molte partite in goleada( 7 gol alla Roma ed alla Salernitana,6 alla Triestina e 5 all'Inter).I derby, invece , terminarono entrambi 1 a 1.La Juventus finì seconda ,a 16 punti dai granata:un distacco record .Non fu l'unico però: anche i 125 gol segnati(3,788 in media a partita) ,50 in più di Milan e Juve destarono scalpore.Il Torino vinse così il suo quarto scudetto consecutivo, il quinto complessivamente.
Stagione 1948-1949
La squadra subì qualche modifica,quella principale riguardò il passaggio di Ferraris II al Novara , "rimpiazzato" da Ossola.Novo decide inoltre di aggiungere il portiere Dino Ballarin,fratello di Aldo,il terzino Piero Operto ed il mediano Rubens Fadini.Al termine del girone d'andata,il Torino conduceva con il Genoa.Seguivano in classifica l'Inter e il Milan.Nel girone di ritorno i granata cambiarono passo, sconfissero la Juve nel derby per 3 a 1 ,ma qualche pareggio di troppo ridusse la distanza dalle inseguitrici.L'incontro decisivo si giocò a Milano, contro l'Inter,ma per celebrare la carriera di Francisco Josè Ferreira il Toro fu chiamato a disputare un'amichevole contro il Benfica. Il capitano del Portogallo Ferreira disse nel dopo partita di Portogallo-Italia( terminata 4 a 1 per gli azzurri) disputatasi a Genova:
Alla partita decisiva con l'Inter non presero parte Mazzola,Maroso e Grezar. Shubert, il sostituto di Mazzola, risulta essere il peggiore in campo ,ma i granata nonostante le assenze riescono a strappare un pareggio(con parata decisiva di Bacigalupo).Il Toro ora conduce con 4 punti a 4 partite rimanenti.Domenica 1 maggio il Toro atterra a Lisbona .Con il Grande Torino ci sono anche le riserve ed i giovani ,contenti di poter far parte dell'evento. Bacigalupo decide di cedere il suo posto sull'aereo e sulla panchina al fratello di Aldo, Dino Ballarin(portiere di riserva).La partita era un amichevole,non c'era altro che festa nell'aria. Bacigalupo,Mazzola e Gabetto furono ospiti del sindaco della capitale. La formazione era quella tipica del Grande Torino: Bacigalupo,Martelli,Grezar,Rigamonti,Castigliano,Menti,Loik,Mazzola,Ossola,Gabetto Unico assente Maroso,sostituito da Martelli.Davanti a 40.000 spettatori la partita terminò a 4 a 3 per il Benfica,un risultato annunciato e grande festa fu per Ferreira. il 4 maggio 1949 alle 17.01 l'aereo G-212 che stava riportando la squadra a Torino si schiantò ( causa maltempo e guasto tecnico) a Superga. Perirono tutti i giocatori ,giornalisti e membri dell'equipaggio.Il Toro terminò il campionato con la Primavera e lo stesso fecero Genoa,Fiorentina,Palermo e Sampdoria,in segno di rispetto.
Ai funerali il 6 maggio 1949 furono presenti più di 500.000 persone per rendere omaggio ai caduti.Tra i tanti fiori anche quelli di Josè Ferreira,con un biglietto
Il presidente della Federcalcio Ottorino Barassi ,alzando il trofeo e rivolgendosi a Mazzola affermò:"Capitan Valentino , questa è la quinta Coppa ,la Coppa del Torino".
Anni '50 : crisi finanziaria e decadenza
(Il toro addosso)
Gli ultimi anni di Novo
Il Toro si ritrovò a difendere lo Scudetto senza poter schierare alcun giocatore del Grande Torino, eccetto Sauro Tomà,che non partecipando alla trasferta di Lisbona si salvò miracolosamente dalla Tragedia. Egli in una intervista rispose così alla domanda sulla possibilità di schierare la Primavera( usata nelle ultime 4 partite) anche per la stagione successiva:
Novo cercò di ricostruire una squadra competitiva subito,acquistando però giocatori senza informarsi troppo poichè preoccupato di formare la squadra. Arrivano così Hjalmarsson( infortunato) e Bengsston che faticò ad entrare negli schemi di gioco.Novo acquistò anche un ottimo elemento come Benjamín Santos.Bengsston sarà poi ceduto. Sempre Tomà sulle scelte di Novo ricorda:
Il bilancio del Torino ( già alla vigilia di Superga caratterizzato da un deficit di 100 milioni di lire ,ma compensato dal parco giocatori) si aggravò . La morte dei giocatori inoltre aveva reso il debito "secco". Molte squadre decisero di aiutare il Torino a livello economico ( da qui nacquero dei gemellaggi tutt'oggi esistenti).Il Club Atlético River Plate sbarcò a Torino con l'intenzione di disputare un'amichevole come raccolta fondi.Il River, che aveva vinto 6 volte il campionato argentino ed era quindi una realtà del calcio mondiale.( basti pensare alla presenza dell'attaccante Alfredo Di Stéfano), sfidò il Torino Simbolo.La partita terminò 2 a 2 ,con la consegna al presidente Liberti di una targa d'argento da parte di Novo con su incise le parole: Cordium consensus vitam parit novellam ( Il consenso dei cuori prepara il rinnovarsi della vita).
Col Torino dovette ripartire anche la Nazionale di calcio dell'Italia che molto prendeva dall'undici granata.
(agenda granata 2)
Nella stagione 1950-1951 il Toro si trovò a lottare per la salvezza, dopo aver per anni detenuto lo scudetto. Un sussulto arrivò all'ultima di campionato contro l'Inter:i ragazzi di Carapellese vinsero regalando lo scudetto al Milan di Gunnar Nordahl.Scesero in B Genoa e Roma.Il Toro si salvò ,ma fu solo l'inizio di un periodo di estrema sofferenza per i granata.
La stagione successiva vide il Torino ,ancora interessato alla salvezza. Le retrocessioni infatti passarono da 2 a 3 e i mancati investimenti( complice anche la crisi finanziaria del club) non consentirono al Toro di star tranquillo. Il brasiliano Jeso Amalfi , arrivato dal Nizza, non riuscì a spostare le sorti dei granata che si salvarono soffrendo ancor più dell'anno precedente.
Nella stagione 1952-1953 il Torino riuscì ancora salvarsi ,seppur con difficoltà ,nonostante gli innesti di Horst Buhtz e Luigi Moltrasio.I granata terminarono a metà classifica. Questi anni furono caratterizzati dall'estremo( e vano) tentativo di Novo di ricostruire il Grande Torino. Il susseguirsi di giocatori di anno in anno venne sottolineato anche dai cronisti del tempo, come Salvatore lo Presti del Corriere dello Sport che definì la società " una grande agenzia di viaggi".
L'addio di Novo e la retrocessione
La stagione 1953-1954 non fu particolarmente diversa dalle precedenti, l'allenatore ( l'inglese Jesse Carver ) decise di dimettersi dopo 7 giornate a causa degli scarsi acquisti.Venne varata da Novo la finanziaria Torino Sport, per sostenere la società.Voci di mercato parlarono di un arrivo di Alfredo Di Stéfano ,ma erano solo illusioni: nemmeno l'acquistato Spikoski riuscì a giocare in maglia granata per il veto Andreotti sul numero degli stranieri.Da segnalare come a settembre del 1953 Novo,stanco ormai delle discussioni in società ed ormai rassegnato ,decise di dimettersi.Finì qui il ciclo del Grande Torino, con l'addio di colui che lo iniziò. Assunse la carica di presidenza un comitato formato da Lora-Totino,Costa,Gay,Colonna e Colomba(che furono a favore della Torino Sport).La squadra fu affidata ancora a Ussello,ma era ormai vicino l'arrivo di Annibale Frossi,il dottor sottile. Il Torino concluse la stagione al nono posto,con Buhtz capocannoniere della squadra(11 reti).
La stagione 1954-1955 fu caratterizzata dai soliti problemi finanziari con il Torino costretto a cedere giocatori per sanare il debito. Lasciano la squadra Luigi Giuliano ,ultimo resto del Grande Torino ( giocò anche in prima squadra e fu il capitano nelle ultime 4 partite nel 1949 ) che andò alla Roma insieme a Boscolo. Nay e Soldan furono ceduti invece alla Triestina . Contrariamente alle stagioni passate, i sostituti furono all'altezza: arrivarono il mediano Enzo Bearzot e l'attaccante Giancarlo Bacci.In questa annata la squadra soffre meno rispetto alle precedenti, senza essere mai troppo immischiata nella lotta salvezza.Il Toro terminò ancora al nono posto,l'Udinese retrocesse per una "combine" avvenuta il campionato 1953-54.
La stagione 1955-1956 non vide il Torino stravolgere l'organico.Arrivarono alcuni protagonisti dalla serie B (Vincenzo Rigamonti,Ivo Brancaleoni e Piero Cazzaniga),ma furono Bearzot e Buhtz( 10 reti al termine della competizione) i veri trascinatori della squadra.L'allenatore era sempre Frossi. I granata partirono forte e al temine del girone d'andata erano addirittura terzi,dietro a Fiorentina e Milan. Le critiche arrivate a Frossi per il suo modulo troppo incentrato sulla difesa mandarono però in confusione il Torino che nel girone di ritorno raccolse solo 12 punti ( contro i 21 dell'andata).Il Toro concluse all'ormai consueto nono posto(terzo anno di fila).Al termine della stagione, Frossi decise di lasciare la guida tecnica.(andò all'Inter).Al suo posto arrivò Fioravante Baldi. Il problema però era il solito: i debiti non permettono alla società una normale programmazione,impossibilitata a lavorare almeno per qualche stagione sullo stesso collettivo.
La stagione 1956-1957 iniziò con uno stravolgimento della squadra. Lasciarono il Toro due pilastri delle passate stagioni: Enzo Bearzot(all'Inter) e l'ormai vecchio Buhtz ( direzione Svizzera).Arrivarono tre sudamericani: Dionisio Arce,Juan Carlos Tacchi e Eduardo Ricagni. Dal Napoli giunse anche l'acciaccato Hasse Jeppson ,il cui contributo nel girone di ritorno fu notevole.La squadra, seppur un po' vecchia ( l'unico under 30 è Tacchi) ebbe due volti: all'andata fu disastrosa(12 punti),al ritorno quasi favolosa(23 punti).Al termine del girone d'andata (con i granata ultimi in classifica), il Comitato si dimetteva per lasciar posto a Lora-Totino. Dopo pochi giorni la società passò al duo Rubatto-Colonna.Il Toro terminò al quinto posto con Gino Armano capocannoniere della squadra (12 gol).I sudamericani Arce,Tacchi e Ricagni conclusero rispettivamente con 7,8 e 5 gol. 7 centri invece per Jeppson. La squadra fu allenata nel girone di ritorno da Blagoje Marjanović.Per la prima volta dopo Superga,il Toro si lasciò alle spalle la Juventus contro cui pareggiò all'andata e vinse per 4 a 1 al ritorno al Filadelfia.
La stagione 1957-1958 iniziò con un cambiamento al vertice societario. Colonna lasciò e Mario Rubatto divenne presidente della società. La situazione finanziaria era sempre pessima e Rubatto decise di vendere Romano Fogli al Bologna,da cui prelevò il francese Antoine Bonifaci in cambio di Luigi Bodi. Lasciò inoltre libero Jeppson mentre colse al volo la possibilità di far rientrare Enzo Bearzot. La squadra però era sempre vecchia e fece fatica inizialmente ad ingranare ( solo 7 punti dopo 11 giornate).Risalì però lentamente fino a piazzarsi al settimo posto al termine del campionato,dominato da una Juventus che volle riscattare la pessima annata 56-57.
La stagione 1958-1959 segnò una svolta "epocale" per il Torino. Rubatto si fece promotore di una sponsorizzazione con la Talmone,in cambio di un contributo di 55 milioni di lire annuo( 35 in caso di retrocessione).Inoltre il Toro lasciò il Filadelfia per il Comunale.L'offerta che arrivò dal Comune di Torino ,attraverso il sindaco Peyron ,concedeva un contributo a fondo perduto di 75 milioni. Questi, aggiunti a quelli incassati dalla Talmone, permisero alle casse del Torino di respirare. I tifosi però protestarono,considerando questo gesto oltraggioso nei confronti della storia granata.Sulla maglia granata venne aggiunta anche una "T",a sottolineare la sponsorizzazione con la Talmone.Gianfranco Petris e Sergio Castelletti vennero ceduti alla Fiorentina in cambio di Giuseppe Virgili e 100 milioni di lire. La società cambiò inoltre il nome in Talmone Torino,per un triennio.Il campionato andò peggio con il Torino retrocesso per la prima volta nella sua storia, dopo aver terminato al 17° posto.Capocannoniere della squadra Virgili, con 10 reti. In porta giocò Lido Vieri,futura bandiera granata.
La stagione 1959-1960 vide il Torino giocare per la prima volta nella sua storia in una categoria inferiore a quella dei cugini bianconeri.Appena un decennio prima la squadra era presa come punto di riferimento dalle altre, ora si trovò a giocare in Serie B .Nonostante l'umiliazione subita , i tifosi accettarono la realtà dei fatti e supportarono la squadra durante il campionato.Scomparve la "T" della Talmone, per scaramanzia ,ma anche per evitare nuove polemiche in una stagione che per il Torino aveva un solo risultato possibile:la promozione.Il Toro tornò a giocare al Filadelfia ,ristrutturato.La prima preoccupazione della società fu quella di ringiovanire la squadra, perciò gli unici veterani tenuti furono il capitano Enzo Bearzot,Giuseppe Farina e Lino Grava.Rientrò da un prestito inoltre un giovane promettente,futuro simbolo del Torino e giocatore con più presenze in assoluto con la maglia granata: Giorgio Ferrini.La squadra durante il campionato non scese mai al di sotto del terzo posto(ultimo utile per la promozione).Con 26 punti all'andate e 25 al ritorno, i granata terminarono al primo posto con Virgili ancora capocannoniere del Torino ,con 20 gol.
Anni '60: ricostruzione
Il ritorno in serie A e la stagione di Law e Baker
La stagione 1960-1961 fu caratterizzata da problemi societari e la solita incapacità di allestire una squadra in grado di competere.Il protagonista del ritorno in serie A, Giuseppe Virgili venne ceduto.Arrivarono in granata il difensore Luciano Buzzacchera, il mediano Costanzo Balleri e l'ala ,in prestito dal Milan ,Giancarlo Danova .La squadra fu affidata a Benjamín Santos e il campionato fu una sofferenza continua per i tifosi del Toro.La salvezza matematica arrivò soltanto all'ultima giornata,grazie anche ai 5 punti raccolti su 6 nelle ultime 3 partite.Grave errore si dimostrò la vendita dell'attaccante Virgili( autore di 20 gol nella stagione in B e 10 in quella della retrocessione): ai granata mancò soprattutto un finalizzatore. Il Toro terminò al dodicesimo posto con Danova e Italo Mazzero entrambi a quota 5 reti.In Coppa Italia il Torino raggiunse il quarto posto(persa la finale per il terzo posto, ai rigori,contro la Juventus campione d'Italia) mentre venne eliminato nella prima fase della Mitropa Cup.
La stagione 1961-1962 vide l'arrivo dalla Gran Bretagna di due autentici assi : lo scozzese Denis Law(dal Manchester City ) e l'inglese Joe Baker (dall'Hibernian). Il doppio colpo costò la cifra record di 400 milioni di lire ,un impegno finanziario incredibile che i due giocatori giustificarono ampiamente sul campo,facendo infiammare i tifosi granata.Gigi Peronace,dirigente del Torino e responsabile dell'operazione,parlò così dell'arrivo dei due talenti d'oltremanica.
Alla fine del girone d'andata il Toro era secondo , ad un solo punto dall'Inter capolista.Poi ,però , avvenne un episodio che cambiò le sorti del campionato fin lì ottimo del Torino.I due britannici erano tanto talentuosi in campo quanto spericolati fuori: a Roma ,dopo una gara, litigarono con dei giornalisti mentre la notte dell'8 febbraio (ubriachi) si schiantarono al volante di una Giulietta Sprint su un palo della luce di Lungo Po Diaz.I due uscirono malconci dall'incidente: stagione finita per Baker(7 gol) ed oltre un mese di stop per Law(finisce con 10 reti). Il Toro termina al settimo posto,davanti alla Juventus (dodicesima con un punto nelle ultime 10 partite).Alla fine della stagione i granata partecipano alla Coppa dell'Amicizia italo-franco-svizzera,raggiungendo la finale(poi persa con il Lens).Una stagione che sarebbe potuta essere grande,finita invece in malo modo.
La stagione 1962-1963 , persi i due britannici(che "mal sopportavano una certa disciplina",affermò in seguito Peronace),obbligò il Torino a ripiegare su altri giocatori.Arrivò un'altro inglese(dall'Inter,che aveva problemi sul numero di stranieri in squadra),l'attaccante Gerry Hitchens(in cambio di Beniamino Di Giacomo.Arrivarono anche l'ala Giancarlo Danova ed il mediano Amilcare Ferretti.Il girone d'andata non fu dei migliori mentre una buona ripresa permise ai granata di terminare all'ottavo posto. Miglior marcatore dei granata fu Hitchens,con 11 reti.
L'arrivo di Orfeo Pianelli e Nereo Rocco
La stagione 1963-1964 vedeva al vertice della società Orfeo Pianelli , e dopo un periodo in cui si alternarono Comitato di Reggenza ed Esecutivi d'Emergenza,il Torino finalmente ebbe un presidente in grado di garantire stabilità.Andavano di moda nomi "esotici" in questi anni al Torino,anche se diversi di questi non riuscirono a sfondare nel nostro campionato A Torino approdarono perfetti sconosciuti come Diego Arizaga. Alla sua presentazione rimasero tutti scioccati: di fronte avevano un uomo grasso,privo di una qualsiasi immagine atletica.Il direttore tecnico Ostreicher gli disse: "Salta,Diego,Salta".Lui cercò goffamente di improvvisare e poco dopo il direttore affermò alla stampa che quei chili di troppo sarebbero scomparsi e Arizaga sarebbe diventato più forte di Baker. Ben presto però si accorse del suo reale valore ed il giocatore venne mandato a Catania ( con lo stipendio pagato dai granata).Pianelli non fu contento ed ebbe violenti scontri verbali in sede di consiglio a causa dei "bidoni" che gli stavano facendo comprare.Ma Arizaga non fu l'ultimo, arrivò sotto consiglio del ragionier Vola Steve Mokone,il "Pelè Sudafricano".Il giocatore entrò ben presto nelle burle dei tifosi e dei giornali,più interessati a scovare presunte relazioni tra la moglie del calciatore e i dirigenti del Toro.Pianelli(nel '62 presidente della Finanziaria),stufo,decise di spazzare via tutti e spiegò come decise di comprare il Torino:
Ventiquattro ore dopo Pianelli divenne presidente del Torino( dal gennaio '62), trovandosi una situazione finanziaria terribile ,ma era deciso: credeva fortemente nel Torino.
Arrivò per la stagione 63-64 anche Nereo Rocco(detto "paron"),fresco vincitore della Coppa dei Campioni con il Milan.L'ossatura della squadra rimase la stessa ma arrivarono anche Giorgio Puia ed il regista Giambattista Moschino,dalla Lazio.Fu una stagione tranquilla per il Torino con una partenza in sordina per poi riprendersi a campionato avanzato.Nelle ultime 14 gara arrivò solo una sconfitta (in casa contro la Fiorentina).Il Toro concluse al settimo posto il primo anno di Pianelli e Rocco,perdendo la finale di Coppa Italia ai rigori contro la Roma.
Nella stagione 1964-1965, dopo un anno di transizione, Pianelli decise di intervenire sul mercato per un Toro dalle grandi ambizioni. Arriva dal Genoa il talentuoso Luigi Meroni e Luigi Simoni dal Mantova.Il Toro , completo in molti reparti, disputò un'ottima stagione con 20 punti raccolti nel girone d'andata e 24 al ritorno.Finì terzo,miglior risultato dopo Superga. Anche in Europa il Torino non sfigura, raggiungendo la semifinale di Coppa delle Coppe . I migliori marcatori della stagione furono Ferrini e Simoni,entrambi 10 reti.
La stagione 1965-1966 iniziò sulla carta con l'intenzione di migliorare l'anno precedente.Arrivarono gli attaccanti Alberto Orlando (capocannoniere l'anno precedente con 17 gol in maglia viola) e Jürgen Schütz dalla Roma.La stagione fu deludente , con un 0-4 subito a Milan dall'Inter che fece capire ai granata come fossero ancora lontani dal poter competere ad alti livelli. Il Toro terminò la stagione al decimo posto,capocannoniere Meroni con 7 reti. I due attaccanti arrivati nel mercato non riuscirono ad incidere( complessivamente hanno segnato solo 8 gol).La stagione non andò meglio in Europa dove il Toro fu eliminato subito dal Leeds United in Coppa delle Fiere .
La stagione 1966-1967 mostrava sempre un Torino ,sebbene guidato da Pianelli, con qualche problema di troppo nel bilancio.Roberto Rosato venne venduto al Milan per cercare di migliorare quest'ultimo.Rocco lo fece rimpiazzare dalla 34enne bandiera del Milan ,Cesare Maldini.Lasciarono il Torino anche i due deludenti attaccanti della passata stagione , Schultz e Orlando.Al loro posto arrivarono l'argentino Nestor Combin e Carlo Facchin. Il campionato subì una riduzione del numero delle squadra, passate da 18 a 16,questo non aiutò il Toro che in quegli anni stava cercando di raggiungere le posizioni nobili della classifica.Nonostante questo,il Toro terminò un campionato giocato prettamente in difesa( ben 18 pareggi)al settimo posto, con ancora Meroni capocannoniere della squadra con 9 gol.A stagione conclusa Rocco lasciò il Torino,tornando al Milan,dopo divergenze con società e tifosi.
L'addio di Rocco e la vittoria della Coppa Italia 67/68
La stagione 1967-1968 del Torino fu affidata a Edmondo Fabbri,allenatore della Nazionale italiana per un quadriennio.Arrivò al Toro il giovane Aldo Agroppi,precedentemente in prestito al Potenza Calcio.Agroppi diventerà sarà un giocatore molto amato dai tifosi,sia per la sua grinta sia per l'attaccamento alla maglia.La stagione fu però parecchio agitata per i supporters granata che temevano una cessione di Meroni(detto "Calimero") ai cugini bianconeri.Quando i giornali pubblicarono la notizia che ormai Meroni si poteva considerare un giocatore bianconero,per le strade di Torino si scatenò la rivolta.Gino Trabaldo raccontò come vennero stampati in fretta dei volantini,piuttosto violenti, che vennero usati per manifestare sotto la casa di Agnelli (per dissuaderlo dalla trattativa). Alla fine funzionò e Meroni non venne venduto alla Juventus per la cifra record di 700 milioni di lire,ma passò ai bianconeri Luigi Simoni.La stagione calcistica è positiva, il Toro termina al 7° posto e vince la Coppa Italia. I successi saranno però offuscati dalla morte di Meroni,avvenuta la sera del 15 ottobre 1967 davanti a casa sua ,in corso Re Umberto I. Pochi giorni dopo il Torino vinse per 4 a 0 il derby in casa della Juventus,con tripletta di Nestor Combin e gol di Alberto Carelli ,in una partita dal forte valore simbolico.Anche il derby di ritorno venne vinto dal Toro,questa volta per 2 a 1.Capocannoniere dei granata fu Combin con 13 gol.
La stagione 1968-1969 vide l'arrivo del giovane Emiliano Mondonico(futuro allenatore granata) per il resto Fabbri confermò l'organico che fece bene l'anno precedente. Agroppi crebbe di importanza nella squadra e con il capitano Giorgio Ferrini formava un duo difficile da superare a centrocampo.I granata conclusero al sesto posto ,il campionato venne vinto invece dalla Fiorentina(secondo titolo). In Coppa delle Coppe 1968-1969 il Toro venne eliminato dallo Slovan Bratislava ai quarti.La stagione ebbe però il merito di essere la prima di Paolo Pulici,un diciottenne prelevato dal Legnano per 1 milione .Pianelli ne acquistò anche la comproprietà,per 9 milioni.Concluse la stagione con 6 presenze ed 1 gol.
Nella stagione 1969-1970 avvenne un cambio in panchina. Fabbri passò al Bologna e venne chiamato da Pianelli il tecnico Giancarlo Cadè. Il portiere Lido Vieri fu ceduto all'Inter mentre passò ai granata un giovane brianzolo che assumerà un ruolo molto importante in futuro: Claudio Sala. Ci fu l'addio anche di Combin i cui atteggiamenti non sempre esemplari fuori dal campo ne avevano condizionato il rendimento nella passata stagione ( chiusa con 7 reti ).La stagione fu tranquilla, senza particolari ambizioni però. Il Toro finì al settimo posto, con Pulici che rimase a secco in tutte le 24 partite giocate. Vincitore dello scudetto fu il Cagliari di Gigi Riva.
Anni '70:
Coppa italia e secondo posto
La formazione della stagione 1970-1971 vide alcuni nuovi innesti, tra i quali il portiere Luciano Castellini, proveniente dal Monza. Il campionato iniziò subito con un pareggio,al Comunale, contro il Foggia; a questo seguì una preziosa vittoria nel derby con la Juventus per 2 a 1. Tuttavia, con il proseguire della stagione, il Toro collezionò sempre meno punti, concludendo la competizione all'ottavo posto. I granata ebbero miglior fortuna in Coppa Italia, riuscendo ad arrivare fino allo spareggio finale con il Milan e ad aggiudicarsi il trofeo ai calci di rigore. Il Toro fu molto attivo anche in ambito internazionale: partecipò alla coppa Mitropa, venendo tuttavia eliminato agli ottavi dal MTK; prese parte anche alla Coppa Italo -Inglese, rimediando però due sconfitte da parte del Tottenham Hotspur.
La stagione 1971-1972 vide l'arrivo, nella panchina granata, di Gustavo Giagnoni, proveniente dal Mantova. Il campionato fu caratterizzato da un Toro stabilmente nella parte alta della classifica; i granata tuttavia conclusero in seconda posizione, ad un solo punto dalla capolista Juventus. Per quanto concerne lo scenario internazionale, il Torino riuscì ad arrivare fino ai quarti di finale di Coppa delle Coppe, venendo eliminato dagli scozzesi del Rangers.
I gemelli del gol : Pulici e Graziani
A guidare i granata la stagione successiva era ancora Giagnoni : la squadra, trascinata da un formidabile Paolo Pulici (autore di 18 reti), nonostante un ottimo esordio di campionato (3 a 0 al Vicenza), concluse la competizione in sesta posizione. Peggio andò in Coppa Italia, dove il Toro uscì al primo turno, ed in Coppa Uefa dove, ai trentaduesimi di finale, venne travolto 4 a 0 dal Las Palmas e dunque eliminato( non bastò la vittoria dei granata per 2 a 0 in casa) .
Nuovi rinforzi arrivarono per la stagione 1973-1974 : Francesco Graziani dall'Arezzo e Roberto Salvadori dall'Alessandria. Dopo un avvio insapore ( 0 a 0 con il Cesena) ed il derby perso di misura,per il Toro arrivarono importanti vittorie e, grazie ad un buon girone di ritorno, i granata chiusero in quinta posizione. Come la stagione precedente, anche questa volta il Torino non andò oltre il girone eliminatorio di Coppa Italia. Riguardo invece alle competizioni internazionali, i granata parteciparono al Torneo Anglo-Italiano,rimediando tuttavia solo due pareggi e due sconfitte , e alla Coppa Uefa, uscendo dai trentaduesimi di finali a scapito della Lokomotiv.
Per la stagione 1974-1975, il presidente Pianelli richiamò in granata Zaccarelli ed acquistò il difensore Nello Santin dalla Sampdoria.Inoltre, a guidare la squadra vi era Edmondo Fabbri, il quale aveva rimpiazzato Giagnoni già durante la precedente stagione. La competizione partì subito positivamente per i granata, i quali vinsero 1 a 0 contro la Roma e proseguirono egregiamente, trainati dai gemelli del gol Pulici e Graziani (autori, nel complesso, al termine della stagione, di 30 reti). I granata collezionarono inoltre una vittoria ed un pareggio nel derby , concludendo la stagione al sesto posto.Il Toro infine riuscì a giungere al Girone Finale di Coppa Italia, mentre uscì ai trentaduesimi di finale di Coppa Uefa, in seguito alla sconfitta per 3 a 1 rimediata contro i tedeschi del Fortuna Dusseldorf ( non bastò dunque l'1 a 1 dell'andata).
Il settimo scudetto
Il campionato 1975-1976 fu indimenticabile per l'ambiente granata. In primo luogo, Luigi Radice sostituì il dimissionario Fabbri mentre Patrizio Sala, Eraldo Pecci e Vittorio Caporale rinforzarono la squadra , compensando le partenze di Fossati e Agroppi. Ironia della sorte, il Toro partì male la stagione, perdendo 1 a 0 in casa del Bologna. Quella fu una delle sole 3 sconfitte del Torino lungo tutta la competizione, con i granata continuamente lanciati all'inseguimento dei cugini della Juventus , i quali rimasero in testa fino alla 24esima giornata di campionato quando,in seguito alla sconfitta con l'Inter e la vittoria del Torino contro il Milan 2 a 1, vennero superati dai granata. Lo scudetto rimase in bilico tuttavia fino all'ultima giornata : il Torino, andato in vantaggio al minuto sessantuno con una rete di Pulici, subì dieci minuti dopo il pareggio dell'avversario Cesena, su autogol di Mazzini, mantenendo con fiato sospeso i tifosi granata.Ma la festa fu solo rinviata di qualche minuto : infatti la Juventus non riuscì a ribaltare il risultato che la vedeva sotto di una rete contro il Perugia e ciò fece si che il Torino vinse il suo settimo scudetto, ventisette anni dopo il trionfo firmato Grande Torino,classificandosi dunque in prima posizione con 45 punti, seguito dalla Juventus a 43. Sicuramente fondamentali per la vittoria del tricolore furono i gemelli del gol Pulici e Graziani, i quali segnarono oltre 30 reti.
La stagione 1976-1977 vide Torino e Juventus contendersi il campionato fin dalle prime giornate: la formazione granata, forte dello scudetto appena vinto, non subì grandi modifiche (l'unico acquisto fu il difensore Luigi Danova).Nonostante una vittoria ed un pareggio ai derby, il Torino si classificò secondo, a quota 50 punti,ad una sola lunghezza dalla Juventus, che risultò dunque vincitrice.Per quanto riguarda le altre coppe: i granata non andarono oltre il Girone Eliminatorio di Coppa Italia e vennero fermati agli ottavi di finale di Coppa dei Campioni dal Borussia Monchengladbach.
Il Torino si presentò con praticamente la medesima formazione anche la stagione successiva ( l'unico innesto fu Giuliano Terraneo), disputando complessivamente un buon campionato e piazzandosi in seconda posizione, a pari merito con il Vicenza e dietro alla Juventus. I granata raggiunsero inoltre il Girone Finale di Coppa Italia e vennero fermati agli ottavi di finale di Coppa Uefa dai francesi del Bastia.
La squadra granata che disputò il campionato 1978-1979 non si discostava tanto da quella della stagione precedente: Castellini fu ceduto al Napoli mentre vennero acquistati Salvatore Vullo e Maurizio Iorio.Il Toro terminò la stagione al quinto posto, non andò oltre il Girone Eliminatorio di Coppa Italia e venne eliminato ai trentaduesimi di finale di Coppa Uefa dallo Sporting Gijon.
Anni '80
Gli ultimi anni di Pianelli
La stagione 1980-1981 iniziò con una novità nel campionato: le squadre potevano infatti tesserare uno straniero,dopo 15 anni di blocco. Il Toro acquistò quindi l'olandese Michel van de Korput dal Feyenoord Rotterdam. Un altro aspetto rilevante furono le penalizzazioni (5 punti ) di Bologna,Perugia e Avellino per vicende legate al calcio scommesse.Tra le file granata non c'era più il poeta del gol Claudio Sala ,sostituito da Vincenzo D'Amico,proveniente dalla Lazio.Dopo un ottimo girone d'andata, concluso a 3 sole lunghezze dal primo posto, il ritorno è disastroso : solo 9 punti .Ribetti si dimise e arrivò Romano Cazzaniga.La squadra scivolò dal quarto al nono posto ,senza segnare nelle ultime sette partite. Andò meglio in Coppa Italia 1980-1981, dove i granata raggiunsero la finale (persa ai rigori con la Roma). In Coppa UEFA 1980-1981 il Toro venne eliminato (sempre ai rigori) dal Grasshopper, dopo aver superato il Molenbeek ed il Magdeburgo.
La stagione 1981-1982 vide la squadra sempre più elementi dello scudetto lasciare il Toro. Questa volta furono Eraldo Pecci e Francesco Graziani a lasciare i granata.La società affidò a Massimo Giacomini la guida tecnica della squadra. Tornò a Torino Giuseppe Dossena,dal prestito al Bologna e Giacomo Ferri. Rimasero invece in granata Pulici,Zaccarelli e Salvadori. Componente importante per questa stagione fu la squadra Primavera,da cui vennero prelevati diversi giocatori .In diverse occasioni Giacomini schierò più giocatori provenienti dal settore giovanile granata. La stagione vide la clamorosa retrocessione del Milan con 24 punti, il Toro non fu molto distante( 27 punti) ,ma chiuse all'ottavo posto.Per il secondo anno di fila arrivò il dispiacere in finale di Coppa Italia dove i granata uscirono sconfitti per mano dell'Inter.
Cambio di presidenza: arriva Sergio Rossi
La stagione 1982-1983 iniziò con i saluti di Pianelli che lasciò la società torinese dopo aver vinto 1 scudetto e 2 Coppe Italia.Al suo posto subentrò Sergio Rossi.Un altro addio doloroso fu quello di Paolo Pulici,bandiera granata con 134 gol in campionato,che andò all' Udinese.Tanti furono i movimenti di mercato per compensare le perdite: arrivarono Franco Selvaggi,fresco vincitore del Campionato mondiale di calcio 1982,l'argentino Patricio Hernández,Giancarlo Corradini,Fortunato Torrisi e Carlo Borghi. La buona partenza viene fermata nel derby da Michel Platini,con il Toro che accusa il colpo nelle partite seguenti.La vendetta arrivò nel girone di ritorno dove i bianconeri,in vantaggio per 2 a 0 vennero rimontati dai granata in 3 minuti grazie ai gol di Bonesso,Dossena e Torrisi. Il derby finì 3 a 2 ,per il Toro(che interruppe la striscia di 9 risultati utili consecutivi della Juventus).I granata conclusero la stagione all'ottavo posto mentre furono eliminati in semifinale di Coppa Italia dal Verona.Miglior marcatore della stagione fu Selvaggi,con 8 reti.
Ad inizio della stagione 1983-1984 venne venduto Van de Korput, che tornò in Olanda. Arrivarono in granata l'austriaco Walter Schachner e Domenico Caso.L'obiettivo minimo dichiarato dalla società era l'accesso all'Europa. La partenza dei granata sembrò poter promettere anche qualcosa in più ,tanto che dopo 18 giornate il Torino era secondo,a due punti dalla Juventus.Nelle ultime 12 partite però il Toro raccolse solo 9 punti,facendolo scivolare al quinto posto.
Il fallito approdo in Europa nella stagione precedente spinge la dirigenza ad un cambio in panchina nella stagione 1984-1985: ci fu il ritorno di Radice,allenatore che godeva ancora della stima eterna da parte del popolo granata, vista la vittoria scudetto del '76.Non ci furono ingenti movimenti nel mercato,ma un acquisto si rivelerà fondamentale per il Torino: il brasiliano Júnior. Arrivò inoltre in prestito il giovane Aldo Serena.La stagione prometteva bene per il Toro , con le avversarie storiche(Juve,Roma e le milanesi) piuttosto indebolite e a fine ciclo.L'incomodo non considerato fu il Verona di Bagnoli che stupì tutti conquistando il suo primo scudetto. Il Toro arrivò secondo, a 4 lunghezze dal primo posto:miglior risultato dai tempi dello scudetto. Junior fu senza dubbio il giocatore più amato dai tifosi,grazie alla sua eleganza ed abilità nel calciare ( soprattutto le punizioni).
Il clima prima della stagione 1985-1986 a Torino è piuttosto infuocato. Aldo Serena ,miglior marcatore dei granata nella stagione precedente con 9 reti, viene girato dall'Inter non al Torino ( che voleva una sua conferma) ,ma ai cugini bianconeri, in cambio di Marco Tardelli.L'attaccante viene sostituito da Antonio Comi,che terminerà la stagione con 7 centri. Il Toro disputò un buon campionato,concludendo al quarto posto, sebbene il divario con Juve e Roma fosse evidente.In Coppa UEFA 1985-1986 i granata vennero eliminati ai sedicesimi dall''Hajduk Split,mentre in Coppa Italia 1985-1986 uscirono ai quarti di finale con la Sampdoria.
La stagione successiva vide l'allenatore granata Gigi Radice concentrarsi sopratutto nello sviluppo dei giovani.Arrivarono in granata l'olandese Wim Kieft mentre vennero promossi in prima squadra alcuni talenti provenienti dal settore giovanile: Roberto Cravero,Diego Fuser e Gianluigi Lentini.Il campionato è dominato dal Napoli di Diego Armando Maradona.Il Toro concluse con un deludente undicesimo posto,al di sotto delle già basse aspettative.In Coppa UEFA 1986-1987 il Torino, dopo aver eliminato il Football Club de Nantes,il Raba Eto e il Beveren, esce sconfitto dalla sfida con gli austriaci del Tirol.Kieft fu il miglior marcatore granata con 8 gol.
Decadenza e la seconda retrocessione
Nella stagione 1987-1988 avvenne un nuovo cambia ai vertici della società: Sergio Rossi lascio per Mario Gerbi.Il mercato fu esaltante per i tifosi ,arrivarono:l'attaccante austriaco Anton Polster,la punta Tullio Gritti e Massimo Crippa.Vennero inoltre promossi in prima squadra i giovani Silvano Benedetti e Giorgio Bresciani. Lasciarono però due elementi di spicco dell'ultimo Toro: Junior ( che si accasò al Pescara e Giuseppe Dossena( all''Udinese).Il Toro terminò al sesto posto,al pari con la Juventus. Il campionato venne vinto dal Milan di Arrigo Sacchi. Miglior marcatore dei granata fu Polster,con 9 reti.La beffa arrivò a fine stagione con i granata eliminati nello spareggio per la Coppa Uefa dai cugini bianconeri(ai rigori) ed ancora sconfitti in finale di Coppa Italia : all'andata vincente la Sampdoria per 2 a 0 mentre nel ritorno vinse il Torino per 2 a 1.
La stagione 1988-1989 vide un importante novità:le squadre passarono da 16 a 18 con 4 retrocessioni.Nel mercato i granata cedettero Polster e Crippa mentre arrivarono il brasiliano Muller e l'attaccante jugoslavo Haris Škoro.Altro importante acquisto fu quello del portiere Luca Marchegiani.Torino,finalista di Coppa Italia, retrocedette ,arrivando 15° dopo una stagione giocata senza grinta nè cuore.A nulla servirono i cambi di allenatore:prima Radice,poi Claudio Sala ed infine Sergio Vatta(il "mago" dei giovani ,che stava vincendo scudetti su scudetti Primavera).
Borsano subentra a Gerbi
La stagione 1989-1990 iniziò con le promesse del nuovo proprietario del Torino Gian Mauro Borsano.Venne ceduto Diego Fuser alla Fiorentina,per motivi di bilancio.Il tecnico scelto fu Eugenio Fascetti.Molti erano i volti nuovi che andranno a costituire il fulcro del Torino : Roberto Policano,Roberto Mussi,Marco Pacione e tanti giovani provenienti dal Filadelfia (Dino Baggio,Giorgio Venturin,Benito Carbone,Gianluca Sordo).Il Toro partì deciso e concluse l'anno "di purgatorio" al primo posto, con 26 punti raccolti all'andata e 27 punti al ritorno.Fattore decisivo fu il Comunale dove la grande affluenza di pubblico(30.000 spettatori medi) aiutò il Torino a rimanere imbattuto ( 14 vittore e 3 pareggi).Skoro l'8 settembre contro l'Ancona segnò inoltre il gol più veloce nella storia del Toro, dopo soli 9 secondi.Il Torino si qualificò cosi alla Coppa Mitropa 1991 ed al campionato di serie A 1990-1991.
Anni '90: la cavalcata in Europa ed il nuovo declino
La finale di Coppa Uefa 1992 e la vittoria della Coppa Italia 1993
La stagione 1990-1991 , con il Toro nuovamente in Serie A, partì con un cambio nel ruolo di allenatore:subentra Emiliano Mondonico.Borsano acquistò diversi elementi di spicco quali l'ex giocatore della Juventus( poi divenuto idolo dei tifosi granata) Pasquale Bruno,il centrocampista del Real Madrid Martín Vázquez ,Luca Fusi ed Enrico Annoni.Venne ceduto invece Giorgio Venturin,al Napoli.Il Toro si spostò dal Comunale al Delle Alpi dove rimase per il secondo anno consecutivo imbattuto in casa.Lo scudetto andò alla Sampdoria con il Toro che terminò al quinto posto, qualificandosi per la Coppa UEFA 1991-1992. Il Toro vinse anche la Coppa Mitropa 1991,sconfiggendo in finale il Pisa.
La stagione 1991-1992 iniziò con alcuni acquisti da parte di Borsano: arrivarono in granata Vincenzo Scifo ed l brasiliano Walter Casagrande.In prima squadra vennero promossi come di consueto anche alcuni giovani,tra cui Christian Vieri.In campionato la squadra andò molto bene con il Milan di Capello che scavò il solco con le inseguitrici. Le attenzioni granata però sono tutte rivolte alla Coppa Uefa dove, giunti in semifinale , eliminarono i ben più quotati spagnoli del Real Madrid con una gara di ritorno che entrerà nella storia granata ( dopo aver perso all'andata per 2 a 1 , i granata vinsero al ritorno 2 a 0 davanti a più di 60.000 spettatori).In finale i granata incontrarono l' Ajax: dopo aver pareggiato in casa per 2 a 2 ( quando venne stabilito il record di presenze allo stadio delle Alpi,70.000 spettatori) , la gara di ritorno terminò in parità ( 0 a 0 ) con il Torino che colpì 3 pali e reclamò per un calcio di rigore ( Mondonico,in segno di protesta, alzò in aria la sedia).Per la regola del gol in trasferta la coppa venne vinta dagli olandesi,regola che però tornerà utile ai granata appena un anno dopo.In campionato il Torino finì terzo,miglior risultato dal secondo posto raggiunto nel 1985.Capocannoniere granata fu Scifo ( in campionato con 9 reti) mentre Casagrande complessivamente ( con 13 gol).
Smaltita la frustrazione, il Torino si presentò alla stagione 1992-1993 voglioso di riconfermarsi ad alti livelli. Il presidente Borsano però,con gravi problemi finanziari,decise di vendere alcuni dei migliori giocatori della squadra , facendo imbufalire i tifosi: lasciarono i granata Roberto Cravero,Martín Vázquez e soprattutto Gianluigi Lentini( venduto al Milan per una cifra record).Vennero acquistati invece l'uruguaiano Carlos Alberto Aguilera ed Andrea Silenzi.Il Toro in campionato faticò molto di più rispetto all'anno precedente, finendo nono,ma vinse la Coppa Italia 1992-1993 :all'andata prevalsero i granata per 3 a 0 mentre nel ritorno ci fu un rocambolesco 5 a 2 per la Roma con 3 rigori a favore dei giallo-rossi . Stavolta è il Torino a beneficiare della regola del gol in trasferta.Miglior marcatore dei granata fu Aguilera con 12 gol.A fine stagione Borsano lasciò il Toro e venne sostituito da un notaio.Il Torino in Coppa UEFA 1992-1993 venne eliminato ai sedicesimi dalla Dynamo Kyïv
Nuova fase calante
La nuova stagione 1993-1994 iniziò con una serie di cessioni: Luca Marchegiani,Pasquale Bruno,Walter Casagrande,Carlos Alberto Aguilera Vincenzo Scifo ed il giovane Christian Vieri.Arrivarono in granata Enzo Francescoli,Benito Carbone e Giovanni Galli. Il Toro venne sconfitto dal Milan nella Supercoppa Italiana 1993 mentre in campionato ottenne l'ottavo posto con Andrea Silenzi autore di 17 gol. In Coppa delle Coppe 1993-1994 i granata vennero eliminati ai quarti di finale dagli inglesi dell' Arsenal Football Club,non senza aver lottato.
Nuovo presidente nella stagione 1994-1995 è Gian Marco Calleri.In estate ci fu una mezza rivoluzione con l'addio di Emiliano Mondonico,sostituito da Rosario Rampanti.Tutta la stagione fu un continuo via vai di persone,calciatori,allenatori con il Torino che cambiò anche sede.Arrivarono in granata Ruggiero Rizzitelli,Jocelyn Angloma,Paolo Cristallini ,Gianluca Pessotto., e l'anziano vincitore del Pallone d'Oro Africano Abedi Pelé.Alla prima in campionato 9/11 erano diversi rispetto alla formazione tipo della stagione 93/94.Il Toro riuscì comunque a cavarsela, concludendo all'11esimo posto.Per la prima volta le vittorie valsero 3 punti ed il Torino sconfisse sia all'andata che al ritorno la Juventus campione d'Italia. Rizzitelli fu capocannoniere della squadra con 19 gol,bene fece anche Pelè con 10 centri.
Nella stagione 1995-1996 Calleri continuò con il cambio continuo di giocatori ed allenatori .Complice anche l'infortunio a Pelè,il Toro non riusci a confermarsi e retrocesse per la terza volta nella sua storia in serie B. Hakan Şükür,stella del Galatasaray ed ai granata inizialmente, venne rispedito poi al mittente per i continui "capricci" e indecisioni sul Toro.Un dato però chiarisce meglio la situazione del Torino : dei 27 giocatori in rosa, 14 sono nuovi acquisti e 5 giocatori della primavera.
La serie B 1996-1997 fu molto penalizzante per il Torino che non riuscì a firmare elementi di spicco poiché non intenzionati a scendere di categoria.Lasciarono il Toro Pelè,Rizzitelli,Angloma e Milanese.L'acquisto più azzeccato fu quello di Marco Ferrante,prelevato dal Delfino Pescara. Tornò anche Roberto Cravero, dalla Lazio.Il Toro lottò tra le prime quattro posizioni per gran parte della competizione,ma i soli 13 punti nelle ultime 16 partite lo condannarono ad un pessimo nono posto.Calleri,contestatissimo dai tifosi, lasciò la società a marzo.