Utente:Massimiliano Panu/sandbox6
I Bombicoidei (Bombycoidea Latreille, 1802)[1] sono una superfamiglia di lepidotteri, diffusa in tutti i continenti con quasi 5000 specie.[2][3]
Etimologia
Il nome della superfamiglia si ottiene da quello del genere tipo Bombyx Linnaeus, 1758,[4] a sua volta ricavato dal termine latino bombyx (baco da seta).[5]
Descrizione
Si tratta di falene eteroneure appartenenti ai Ditrysia, di dimensione media o grande, con abitudini tendenzialmente notturne o crepuscolari, e solitamente robuste e dotate di buona capacità di volo. Il torace e l'addome appaiono spesso rivestiti da una fitta peluria. Il dimorfismo sessuale può essere anche macroscopico, ed interessare sia la forma e il colore delle ali, sia altre strutture anatomiche, come ad esempio le antenne, più facilmente pettinate o bipettinate negli esemplari maschili. Una caratteristica generale è rappresentata dalla riduzione o assenza di diverse strutture immaginali.[3][6] La superfamiglia, che rivela forti affinità con i Lasiocampoidea e i Mimallonoidea, risulta essere certamente monofiletica, sulla base di quattro caratteri autapomorfici, che si possono così riassumere: 1) procoxe fuse anteriormente tra loro nella larva di ultima età; 2) sull'ottavo somite addominale, setola dorsale D1 sorretta da una protuberanza mesodorsale (di solito uno scolus); 3) ala anteriore con Rs1+Rs2 vicina e parallela a Rs3+Rs4, o addirittura fusa con essa; 4) nel genitale maschile, posizione modificata dei "muscoli 4".[7] Va specificato che l'assenza del primo carattere nelle Apatelodidae e in alcuni Eupterotidae,[8] così come l'assenza del secondo carattere negli Eupterotidae stessi e in pochi altri gruppi, è da considerarsi un'evoluzione secondaria.[3][6]
Adulto
Capo
L'occhio composto può rivelare o meno la presenza di setole interommatidiali. Non sono presenti ocelli funzionali né veri e propri chaetosemata.[3][6]
Le antenne possono essere bi-, tri- o quadripettinate, con la sola eccezione degli Sphingidae, nei quali subiscono modificazioni secondarie; in quest'ultima famiglia, si possono osservare antenne filiformi, con apice uncinato, ma anche antenne clavate simili a quelle dei Papilionoidea.[3][6]
Le appendici boccali sono solitamente ridotte oppure del tutto assenti, ma con diverse eccezioni. I palpi mascellari sono spesso vestigiali, mentre quelli labiali possono essere da ridotti a molto sviluppati e ascendenti. La spirotromba è di regola ridotta (ad es. nei Bombycidae e negli Eupterotidae) o del tutto assente (molti Saturniidae), ma può essere ben sviluppata e superare anche diverse volte l'intera lunghezza del corpo, come nel caso degli Sphingidae appartenenti alla sottofamiglia Sphinginae.[3][6]
Torace
Nel mesotorace, la coxa si articola in un meron e un epimeron uniti da una linea di giunzione lunga o abbastanza lunga. Il metascuto è diviso in parte o completamente in due sezioni in senso antero-posteriore. Non sono presenti organi timpanici toracici.[3][6]
Nell'ala anteriore, Sc è spesso unita per un tratto più o meno lungo con R1, o comunque corre parallela e molto ravvicinata a quest'ultima; i rami di Rs possono essere tutti liberi oppure essere uniti parzialmente o completamente in combinazioni differenti; in alcuni casi Rs1+Rs2 può costituire il margine anteriore di un'areola; M presenta di solito tre rami che corrono separatamente dal margine esterno della cellula discale fino al termen; CuA è presente con due rami mentre CuP è di regola assente o vestigiale; 1A+2A presenta di solito una biforcazione basale più o meno allungata, mentre 3A è assente.[3][6]
L'ala posteriore ha sempre una venulazione molto differente e più semplificata rispetto all'anteriore: la regione omerale può essere particolarmente sviluppata; Sc ed R1 sono di solito parzialmente o completamente fuse tra loro, e in alcuni casi anche con la porzione discale o postdiscale di Rs; i rami di Rs sono di regola ridotti a uno solo, che corre molto vicino e parallelo a Sc+R; sono presenti i tre rami di M e i due di CuA, mentre CuP è di norma assente o vestigiale; 1A+2A è di solito priva di biforcazione basale, mentre 3A può essere presente, ma con un percorso ridotto.[3][6]
Nell'accoppiamento alare, frenulum e retinaculum possono essere ben robusti e articolati, come in alcuni Sphingidae, ma di regola sono ridotti o completamente assenti, e si può avere un accoppiamento di tipo amplessiforme (ad es. negli Endromidae).[6] A differenza dei Lasiocampoidea, qui non si rileva la presenza di una spinarea. L'apice può essere falcato, come nel caso di alcuni Bombycidae e Saturniidae, ma più spesso è arrotondato.[3][6][9]
Nelle zampe, l'epifisi può essere fortemente ridotta ma anche assente, e la formula degli speroni tibiali può essere 0-2-4 (ad es. Eupterotidae), 0-2-2 (ad es. Endromidae) o anche 0-2-3 (alcuni Saturniidae); le tibie possono avere spinule omogenee oppure di grandezza differente, o ancora esserne del tutto prive; la forma, il numero e la grandezza delle spine rette dai tarsomeri possono assumere valore tassonomico (vedi in proposito la chiave dicotomica proposta di seguito), così come la presenza e la struttura delle appendici rette dal pretarso, quali arolio, empodio, pulvilli, unghie e così via.[3][6]
Addome
Come nel torace, anche nell'addome non sono presenti organi timpanici. Sulla superficie dei tergiti possono essere presenti delle spinule, molto più rare sugli sterniti (p. es. negli Anthelidae).[3][6]
Nell'apparato riproduttore maschile, uncus e gnathos possono essere ben sviluppati e talvolta anche bilobati, oppure essere del tutto assenti, a seconda del gruppo preso in considerazione; l'edeago può essere dotato di un coecum penis anche allungato, oltre che di uno o più cornuti disposti lungo la vesica.[3][6]
Nel genitale femminile, il corpus bursae può essere ridotto e privo di signum, ad es. nei Carthaeidae, ma anche sviluppato e provvisto di robusti signa, come nel caso di alcuni Saturniidae e Sphingidae; anche la lunghezza del ductus bursae può variare notevolmente, come pure quella delle apofisi anteriori e posteriori.[3][6]
Uovo
L'uovo ha spesso una forma sferoidale, come in molti Sphingidae, oppure appiattita e pseudocilindrica, come negli Endromidae o nei Saturniidae, con un chorion relativamente liscio, sebbene negli Eupterotidae e nei Brahmaeidae sia frequente la forma verticale. Le uova vengono talvolta deposte in gran numero e in particolari formazioni costituite da più file ordinate, che possono essere molto caratteristiche.[3][6]
Larva
La larva possiede di regola setole primarie, più raramente secondarie (ad es. nei Bombycidae), ma l'aspetto macroscopico può essere riassunto in due tipologie diverse: il corpo può essere densamente rivestito di lunghi peli, come nel caso degli Anthelidae, Apatelodidae, Eupterotidae e alcuni Brahmaeidae, oppure può essere pressoché privo di peli evidenti, come nei Bombycidae, Carthaeidae, Endromidae, Saturniidae, Sphingidae e nella maggior parte dei Brahmaeidae; nel secondo caso, almeno nei primi stadi larvali, è frequente la presenza di un processo dorsale sull'VIII segmento addominale, oltre che di un paio di altre protuberanze (cornetti, scolii e così via) su alcuni o tutti i segmenti toracici. I peli possono essere urticanti e in alcune specie gli scoli possono rilasciare sostanze più o meno tossiche, accumulate dal bruco con funzione difensiva.[10] Colorazioni sgargianti e aposematismi più o meno evidenti non sono rari, come nel caso di Carthaea saturnioides.[3][6]
Capo
Il capo è di solito piccolo rispetto al resto del corpo, soprattutto negli ultimi stadi di sviluppo, con un apparato boccale di tipo ipognato, a indicare un tipo di alimentazione non condotta all'interno di mine, bensì all'aperto, sulla lamina fogliare. Il frontoclipeo è talvolta alquanto allungato. Sono presenti normalmente sei stemmata per lato, spesso disposti su un arco più o meno regolare.[11]
Torace
I segmenti toracici possono talvolta essere allargati e provvisti di evidenti macchie ocellate sui lati, come nel caso dei Saturniidae della sottofamiglia Oxyteninae, o di alcuni Sphingidae; questa caratteristica, associata una postura "minacciosa", costituita dal capo ritirato nel protorace e dai segmenti toracici sollevati, può avere funzione di difesa quando l'animale viene dispurbato. Lo scudo protoracico può essere alquanto sviluppato e sclerificato, come nel caso di alcuni Saturniidae, ma spesso il secondo e il terzo segmento toracico appaiono notevolmente più sviluppati rispetto al primo (ad es. nei Bombycidae).[3][6][11]
Addome
I segmenti addominali possono rivelare macchie ocellate in corrispondenza della linea degli spiracoli, come nel caso dei Carthaeidae.[6] Spesso sono presenti uno o due processi dorsali sull'VIII segmento addominale; nel caso degli Sphingidae, il questo cosiddetto "cornetto caudale" può essere notevolmente sviluppato già nelle prime fasi di sviluppo, ma in alcuni casi può essere ridotto ad una semplice protuberanza, o anche mancare del tutto.[11][12]
La larva matura ha cinque coppie di pseudozampe, robuste ma non molto allungate, sui segmenti III-VI e X; l'ultimo paio di pseudopodi, quella anale, appare spesso più sviluppato dei precedenti.[3] Nelle pseudozampe, gli uncini sono di regola robusti e disposti su ellissi parziali, costituite da uno o più spesso due ordini.[6][11]
Pupa
La pupa è obtecta, tozza e ovoidale (Saturniidae) oppure più fusiforme (Sphingidae), con tegumento scuro e fortemente sclerificato e antenne ridotte; la spirotromba, laddove presente, è fusa col resto del corpo. L'addome è munito di due soli segmenti mobili, A5 e A6, facilmente distinguibili, e in alcuni casi può presentare una minuta dentellatura dorsale. Non sono frequenti setole secondarie e il cremaster, quando presente, è normalmente costituito da una serie di setole uncinate, poste all'estremità caudale. Il bozzolo sericeo, di regola presente, è spesso elaborato e in talune specie assume rilevanza commerciale (ad es. nei Bombycidae).[3][6]
Biologia
Ciclo biologico
Le uova vengono deposte sulle foglie delle piante ospiti, singolarmente, oppure in formazioni talvolta ordinate e molto caratteristiche; l'adesione al substrato è assicurata dalla presenza di una sostanza viscosa prodotta da alcune ghiandole accessorie della femmina durante la deposizione, come nel caso dei Saturniidae.[3][6] Tranne poche eccezioni, sia le larve, sia gli adulti sono principalmente attivi durante la notte.[6] In alcuni gruppi può essere presente il fenomeno del gregarismo nello stadio larvale, soprattutto nelle fasi iniziali dello sviluppo (ad es. negli Eupterotidae), con un grande numero di bruchi che si alimentano insieme, protetti da una sorta di "rete" di fibre intessute attorno alla pianta nutrice.[6] L'impupamento può aver luogo in un bozzolo fissato alla pianta nutrice, oppure nella lettiera superficiale del sottobosco, come negli Sphingidae.[6][11][13]
Il bozzolo, che negli Anthelidae è a doppio strato, è essenzialmente costituito da fibre sericee estruse dalla larva e intessute grazie alla filiera; esso può anche contenere setole secondarie oppure spinule irritanti di protezione, incorporate dalla larva durante le fasi di tessitura; nei Carthaeidae si è anche notata la presenza di piccolissimi granuli di sabbia tra le fibre intessute. Il bozzolo può anche non essere prodotto e l'impupamento può avvenire nel terreno, non molto in profondità (in alcuni Saturniidae), o nelle fessure tra le pietre (nei Brahmaeidae).[6][14]
Gli adulti sono solitamente forti volatori, come nel caso degli Sphingidae che possono anche spostarsi da un continente all'altro; nei Carthaeidae e in alcuni Sphingidae e Saturniidae, talvolta, quando l'animale viene disturbato, tende a muovere ritmicamente le ali anteriori e a portare in evidenza le le macchie ocellate presenti su quelle posteriori, nel tentativo di distogliere l'eventuale predatore dall'aggressione.[6][14]
La fase immaginale di solito si alimenta del nettare dei fiori, benché gli adulti dei Saturniidae abbiano le parti boccali fortemente ridotte e gran parte dell'apparato digerente risulti assente. Al contrario, alcuni sphingidae riescono a raggiungere il nettare senza posarsi sul fiore e rimanendo in volo stazionario, in modo simile a quello di un colibrì.[6][14]
Durante le fasi dell'accoppiamento, un ruolo importante è giocato dagli feromoni sessuali che guidano l'adulto nella ricerca del partner; questi possono essere rilasciati dagli androconia, gruppi di scaglie piliformi riunite all'interno di particolari invaginazioni presenti sulle ali dei maschi degli Sphingidae.[6]
Periodo di volo
Le specie appartenenti a questo taxon possono avere un ciclo univoltino, ma anche bi- o trivoltino, come nel caso di alcuni Saturniidae. Nel caso di specie univoltine, il periodo di volo è di solito corrispondente coi mesi centrali dell'estate e lo stadio svernante può essere rappresentato dalla pupa nel terreno, come in alcuni Sphingidae, oppure dalla larva o ancora dall'uovo, come per alcuni Saturniidae.[11]
Distribuzione e habitat
I Bombycoidea sono presenti in tutti i continenti (esclusa l'Antartide), anche se non con tutte le famiglie. Più in dettaglio, i Saturniidae e gli Sphingidae sono cosmopoliti, i Bombycidae e gli Eupterotidae sono presenti ovunque tranne in Europa e Nordamerica, i Brahmaeidae si trovano in Eurasia e Africa, gli Endromidae solo in Eurasia, gli Apatelodidae solo nelle Americhe, i Phiditiidae solo in Sudamerica, mentre gli Anthelidae e i Carthaeidae sono presenti esclusivamente in Oceania. In generale, comunque, la maggiore ricchezza di specie si riscontra nelle regioni tropicali e subtropicali.[3][6][11][14]
Tassonomia
Chiave dicotomica per la determinazione delle famiglie
Viene di seguito riportata una chiave dicotomica per il riconoscimento della famiglia di appartenenza, ricavata da quella proposta da Claude Lemaire & Joël Minet (1999), in cui è preso in considerazione il solo stadio adulto; va specificato che oltre alle famiglie attualmente (2017) inserite nei Bombycoidea, vengono qui riportati anche i Lasiocampidae e i Mimallonidae, oggi spostati nelle rispettive superfamiglie monotipiche, ma in passato considerati appartenenti a questo taxon o comunque in forte affinità con esso; nella chiave non sono prese in considerazione le famiglie Phiditiidae e Apatelodidae, qui considerate all'interno dei Bombycidae.[3]
1 Microtterismo (solo nelle femmine di alcune specie) 2
1' Ali completamente sviluppate 4
2 Australiano Anthelidae (in parte)
2' Non australiano 3
3 Antenne dorsalmente ricoperte da scaglie fino all'apice Lasiocampidae (in parte)
3' Antenne prive di scaglie sull'apice Saturniidae (in parte)
4 Nell'ala anteriore, la convergenza tra Rs1 ed Rs2 di solito libera dagli altri rami di Rs, e anche Rs3 libero, oppure l'apice del tratto comune Rs3+Rs4 alquanto distante da Rs1+Rs2; nel caso in cui i rami di Rs siano disposti in maniera differente, ad essi si trova associata un'areola oppure è presente un organo con funzione affine a quella dei chaetosemata sul primo articolo del palpo labiale 5
4' Nell'ala anteriore, il tratto comune di Rs3+Rs4 parallelo e molto ravvicinato al tratto comune di Rs1+Rs2, oppure tutti i rami di Rs uniti assieme; areola assente; sul primo articolo del palpo labiale, assenza di un organo simile ai chaetosemata (Bombycoidea sensu stricto) 7
5 Nell'ala anteriore: assenza di areola ed M2 che parte dalla cellula discale più o meno a metà strada tra M1 ed M3. Nell'ala posteriore: Sc che diverge nettamente dal margine anteriore della cellula discale (dopo un breve tratto in comune con la parte basale di questo margine) e termina distante dalla sezione postdiscale di Rs. Nessun organo simile ai chaetosemata alla base del palpo labiale Mimallonidae
5' Nell'ala anteriore: areola talvolta presente ed M2 che parte dalla cellula discale più vicino ad M3 che ad M1. Nell'ala posteriore: quando Sc è fusa solo con la base del margine anteriore della cellula discale, tende a divergere solo moderatamente da questo margine. Presenza di nervature trasversali tra Sc e la cellula discale, oppure tra Sc e la porzione postdiscale di Rs (che spesso appare ravvicinata o fusa la corrispondente sezione di Sc). Presenza frequente di un organo simile ai chaetosemata alla base del palpo labiale (Lasiocampidae) 6
6 Ala anteriore di solito con una lunga areola compresa tra i rami di Rs; maschio provvisto di retinaculum su Sc e frenulum ben sviluppato; ala posteriore priva di nervatura omerale; nessun organo simile ai chaetosemata alla base del palpo labiale Anthelidae (in parte)
6' Ala anteriore priva di areola; frenulum e retinaculum assenti in entrambi i sessi; da una a numerose nervature omerali solitamente presenti sull'ala posteriore; primo segmento del palpo labiale provvisto ventralmente o latero-ventralmente di un organo simile ai chaetosemata Lasiocampidae (in parte)
7 Ala posteriore con Sc+R ravvicinata alla porzione postdiscale di Rs 8
7' Ala posteriore con Sc+R lontana dalla porzione postdiscale di Rs 10
8 Antenne sempre bi- o tripettinate in entrambi i sessi; ala anteriore con tutti i rami di Rs convergenti e con la base di M2 equidistante da M1 ed M3 oppure più vicina ad M1 9
8' Antenne raramente pettinate ma di frequente spesse e grosso modo filiformi oppure clavate (di solito con un margine ventrale lamellato e un apice affusolato e rivolto verso l'alto); ala anteriore con Rs1+Rs2 mai convergente con Rs3+Rs4, e con la base di M2 leggermente più vicina a M3 che a M1 Sphingidae
9 Zampa anteriore più o meno ridotta, con basitarso provvisto (esternamente e/o ventralmente) di due spine più sviluppate, che possono essere a forma di dente e distanti una dall'altra (spine più robuste possono talvolta essere situate anche oltre il basitarso); frenulum e retinaculum sempre assenti, ed entrambi i sessi muniti di accoppiamento alare di tipo amplessiforme Lemonia (Brahmaeidae)
9' Zampa anteriore mai fortemente ridotta, con basitarso provvisto di spine normalmente sviluppate; nel maschio, talvolta accoppiamento alare del tipo provvisto di frenulum e retinaculum Brahmaeidae, tranne Lemonia
10 Ala anteriore con i tratti comuni di Rs1+Rs2 ed Rs3+Rs4 ben distinti, benché ravvicinati e paralleli Carthaeidae
10' Ala anteriore con tutti rami di Rs convergenti in un tratto unico 11
11 Ala posteriore munita di un frenulum o almeno della base tubulare di tale struttura 12
11' Frenulum del tutto assente 13
12 Ala anteriore con il tratto comune di Rs3 ed Rs4 lungo più o meno quanto la porzione libera di Rs4, oppure nettamente più lunga di quest'ultima; nel caso in cui Rs3 ed Rs4 siano uniti per un tratto più corto, allora presenza di occhio composto con setole interommatidiali oppure, nel maschio, antenne prive di rami ben sviluppati nel tratto distale del flagello; cellula discale mai molto piccola Bombycidae
12' Ala anteriore con il tratto comune di Rs3 ed Rs4 sempre più corto della porzione libera di Rs4; setole interommatidiali assenti; antenne con flagello bi- o tripettinato fino all'apice; cellula discale spesso molto piccola Eupterotidae
13 Sia nell'ala anteriore, sia nella posteriore, M2 ha origine più vicino a M3 che a M1 Endromidae, tranne Mirina
13' Sia nell'ala anteriore, sia nella posteriore, M2 ha origine a metà strada tra M1 ed M3, oppure più vicino a M1 14
14 Ala anteriore con quattro ramificazioni di Rs e un lunghissimo "anello anale"; in entrambi i sessi, antenne bipettinate fino all'apice, con rami rivolti ventralmente; zampa anteriore con il quarto tarsomero che presenta "normali" spine in entrambi i sessi Mirina (Endromidae)
14' Nell'ala anteriore, Rs con al massimo tre ramificazioni e "anello anale" da ridotto a praticamente assente; antenne di varia forma, spesso quadripettinate, e con rami rivolti lateralmente o dorso-lateralmente; nella femmina, zampa anteriore con il quarto tarsomero solitamente provvisto di una di una coppia distale di strutture dentiformi (assenti nel maschio) Saturniidae (in parte)
Famiglie e sottofamiglie
Il taxon è cosmopolita e comprende 10 famiglie, per un totale di 497 generi e 4.723 specie, così suddivisi:
- Anthelidae Turner, 1904 - Trans. Ent. Soc. Lond. 1904: 470 (chiave); 478 (2 sottofamiglie, 9 generi, 96 specie; Oceania)[15] (come Lymantriadae, Anthelinae)
- Anthelinae Turner, 1904 - Trans. Ent. Soc. Lond. 1904: 470 (chiave); 478 (6 generi, 90 specie; Oceania)[15] (come Lymantriadae, Anthelinae)
- Munychryiinae Common & McFarland, 1970 - J. Aust. Ent. Soc. 9: 11 (1 genere, 2 specie; Oceania)[16]
- Incertae sedis (2 generi, 4 specie; Oceania)
- Apatelodidae Neumoegen & Dyar, 1894 - J. N.Y. Ent. Soc. 2(3): 112 (chiave) (2 sottofamiglie, 10 generi, 145 specie; Americhe)[17] (come Notodontidae, Apatelodinae)
- = Zanolidae McDunnough, 1938 - Mem. sth. Calif. Acad. Sci. 1: 138[18]
- Apatelodinae Neumoegen & Dyar, 1894 - J. N.Y. Ent. Soc. 2(3): 112 (chiave) (8 generi, 118 specie; Americhe)[17] (come Notodontidae, Apatelodinae)
- Epiinae Draudt & Schauss, 1929 - In: Seitz, Gross-Schmett. Erde 6: 675 (2 generi, 27 specie; America centrale e meridionale)[19]
- Bombycidae Latreille, 1802 - Hist. nat. ins. 3: 404 (26 generi, 185 specie; America centrale e meridionale, Asia, Africa e Oceania)[1] (come Bombycinae)
- Brahmaeidae Swinhoe, 1892 - Cat. east. and Aust. Lep. Het. Colln Oxf. Univ. Mus. 1: 253 (7 generi, 65 specie; Eurasia e Africa)[20]
- = Lemoniidae Hampson, 1918 - Novit. zool. 25: 367[21] (come Lemoniadae)
- = Sabaliidae Hampson, 1901 - Trans. Ent. Soc. Lond. 1901(2): 187[22] (come Sabaliadae)
- Carthaeidae Common, 1966 - Aus. J. Ent. 5: 29 (1 genere, 1 specie, Oceania)[23]
- Endromidae Boisduval, 1828 - Eur. Lepid. Index meth.: 50 (12 generi, 59 specie; Eurasia)[24] (come Endromidi)
- = Mirinidae Kozlov, 1985 - Vest. Leningr. gos. Univ. (Biol.) 1985(4): 3[25]
- = Oberthueriinae Kuznetzov & Stekolnikov, 1985 - Trudy zool. Inst. 134: 3[7]
- = Prismostictinae Forbes, 1955 - Tijdschr. Ent. 98: 120[26]
- Eupterotidae Swinhoe, 1892 - Cat. east. and Aust. Lep. Het. Colln Oxf. Univ. Mus. 1: 271 (4 sottofam., 56 generi, 356 specie; Asia, Africa, Oceania, Centro- e Sudamerica)[20]
- Eupterotinae Swinhoe, 1892 - Cat. east. and Aust. Lep. Het. Colln Oxf. Univ. Mus. 1: 271 (30 generi, 215 specie; Asia, Africa, Oceania, Centro- e Sudamerica)[20]
- = Cotaninae Forbes, 1955 - Tijdschr. Ent. 98: 131[26] (come Cotanini)
- Janinae Aurivillius, 1902 - Bih. Svenska Akad. 27(7): 4 (chiave) (23 generi, 136 specie; Africa)[27]
- = Hibrildinae Berger, 1958 - Lambillionea 57(9-10): 73[28]
- = Tissanginae Forbes, 1955 - Tijdschr. Ent. 98: 98[26] (come Tissangini)
- Panacelinae Forbes, 1955 - Tijdschr. Ent. 98: 120 (1 genere, 3 specie; Oceania)[26]
- Striphnopteryginae Wallengren, 1858 - Ofvers. K. Vetensk Akad. Förh. 15: 210 (2 generi. 2 specie; Africa e Oceania)[29] (come Striphnopteryges)
- = Phialinae Wallengren, 1865 - Het.-fjär. saml. Kaff. Wahlberg: 33[30] (come Phialidae)
- Phiditiidae Minet, 1994 - Ins. Syst. Evol. 25(1): 63 (4 generi, 23 specie; America meridionale)[31] (come Bombycidae, Phiditiinae)
- Saturniidae Boisduval, 1834 - Icones hist. Lepid. Eur. 2: 170 (8 sottofamiglie, 180 generi, 2.349 specie; cosmopolita)[32] (come Saturnides)
- Agliinae Packard, 1893 - Ann. Mag. nat. Hist. (6) 11: 172 (1 genere, 6 specie; Eurasia)[33]
- Arsenurinae Jordan, 1922 - Novit. zool. 29: 250 (10 generi, 137 specie; Americhe)[34]
- = Rhescyntinae Bouvier, 1930 - Bull. Hill Mus. Witley 4: 3[35] (come Rhescyntidae)
- Ceratocampinae Harris, 1841 - Rep. Insects Mass. injurious Vegn.: 287[36] (31 generi, 195 specie; Americhe) (come Ceratocampadae)
- = Adelocephalinae Boisduval, 1872 - Annls Soc. ent. Belg. 15: 79[37] (come Adélocéphalides)
- = Citheroniinae Neumoegen & Dyar, 1894 - J. N.Y. ent. Soc. 2: 174[17] (come Citheroniidae)
- = Dryocampinae Grote & Robinson, 1866 - Ann. Lyc. nat. Hist. 8: 379[38] (come Dryocampini)
- = Sphingicampinae Packard, 1901 - Psyche, Camb. 9: 280[39] (come Sphingicampidae)
- = Syssphinginae Packard, 1914 - Mem. natn. Acad. Sci. 12: 1[40] (come Syssphingina)
- Cercophaninae Jordan, 1924 - Novit. zool. 31: 181 (4 generi, 16 specie; America meridionale)[41] (come Cercophanidae)
- Hemileucinae Grote & Robinson, 1866 - Ann. Lyc. nat. Hist. 8: 376 (51 generi, 797 specie; Americhe)[38] (come Hemileucini)
- = Automerinae Grote, 1896 - Mitt. Roemermus. Hildes. 6: 3, 27[42]
- = Dirphiinae Burmeister, 1878 - Descr. phys. Rép. Arg. 5 (Lépid. I): 473[43] (come Dirphiadae)
Continuazione
- Oxyteninae Jordan, 1924 - Novit. zool. 31: 135 (5 generi, 36 specie; Americhe)[41] (come Oxytenidae)
- Salassinae Michener, 1949 - Evolution, Lancaster, Pa. 3(2): 130[44] (1 genere, 37 specie; Asia)
- Saturniinae Boisduval, 1834 - Icones hist. Lepid. Eur. 2: 170[32] (77 generi; <371> specie; cosmopolita)
- = Attacinae Duponchel, [1845] 1844 - Cat. méth. Lépid. Eur.: 78
- = Holocerinae Packard, 1914 - Mem. natn. Acad. Sci. 12: 144
- = Ludiinae Aurivillius, 1904 - Ark. Zool. 2(4): 21
- Sphingidae Latreille, 1802 - (206 generi, 1,463 specie)
Va peraltro aggiunto che fino agli anni novanta del XX secolo, la famiglia Sphingidae veniva ascritta ad una superfamiglia distinta (Sphingoidea), prendendo in considerazione alcune differenze anatomiche rispetto al resto del gruppo.
Sinonimi
È stato riportato un sinonimo:
- Sphingoidea Latreille, [1802] (incl.)
Alcune specie
Note
- ^ a b (FR) Latreille, P. A., Histoire naturelle, générale et particulière des crustacés et des insectes: ouvrage faisant suite aux oeuvres de Leclerc de Buffon, et partie du cours complet d'histoire naturelle rédigé par C. S. Sonnini (PDF), Vol. 3, Parigi, F. Dufart, 1802 [1802-1805], p. 404, DOI:10.5962/bhl.title.15764, ISBN non esistente, OCLC 5050710. URL consultato il 29 luglio 2017.
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Voci correlate
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Collegamenti esterni
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