Winston Churchill
Sir Winston Leonard Spencer Churchill (Woodstock, 30 novembre 1874 – Londra, 24 gennaio 1965) è stato un politico, storico, giornalista e militare britannico. È stato primo ministro del Regno Unito dal 1940 al 1945 e nuovamente dal 1951 al 1955. È stato inoltre membro del Parlamento dal 1900 al 1923 e dal 1924 al 1964, rappresentando nel corso della sua carriera cinque diversi collegi. Come primo ministro, è noto per aver guidato il Regno Unito alla vittoria nella seconda guerra mondiale; fu anche leader del Partito conservatore per quindici anni, dal 1940 al 1955.
Winston Churchill | |
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Primo ministro del Regno Unito | |
Durata mandato | 10 maggio 1940 – 26 luglio 1945 |
Monarca | Giorgio VI |
Predecessore | Neville Chamberlain |
Successore | Clement Attlee |
Durata mandato | 26 ottobre 1951 – 7 aprile 1955 |
Monarca | Giorgio VI (fino al 6 febbraio 1952) Elisabetta II (dal 6 febbraio 1952) |
Predecessore | Clement Attlee |
Successore | Sir Anthony Eden |
Cancelliere dello Scacchiere | |
Durata mandato | 6 novembre 1924 – 4 giugno 1929 |
Capo del governo | Stanley Baldwin |
Predecessore | Philip Snowden |
Successore | Philip Snowden |
Segretario di Stato per gli Affari Interni | |
Durata mandato | 19 febbraio 1910 – 24 ottobre 1911 |
Capo del governo | Herbert Henry Asquith |
Predecessore | Herbert Gladstone |
Successore | Reginald McKenna |
Leader del Partito Conservatore | |
Durata mandato | 9 novembre 1940 – 6 aprile 1955 |
Predecessore | Neville Chamberlain |
Successore | Anthony Eden |
Dati generali | |
Prefisso onorifico | The Right Honourable e Sir |
Suffisso onorifico | KG OM CH TD FRS PC (Can) |
Partito politico | Partito Conservatore (1900-04; 1924-64) Partito Liberale (1904-24) |
Università | Harrow School, Royal Military Academy Sandhurst |
Firma | Firma di Winston Churchill |
Churchill nacque in una famiglia aristocratica, figlio di Lord Randolph Churchill, importante statista conservatore; arruolatosi nell'esercito britannico, combatté in India, nella guerra mahdista in Sudan e nella seconda guerra boera, ottenendo fama per le sue corrispondenze giornalistiche e per i libri di memorie sulle campagne a cui aveva preso parte. Entrato in politica agli inizi del XX secolo, ricoprì incarichi ministeriali nel governo liberale presieduto da Herbert Henry Asquith e, insieme con il Cancelliere dello Scacchiere David Lloyd George, svolse un'intensa attività riformatrice in campo sociale. Nominato Primo Lord dell'Ammiragliato, dopo lo scoppio della prima guerra mondiale dovette abbandonare il governo in seguito all'esito disastroso della campagna di Gallipoli, della quale era stato il principale promotore; nel 1916, caduto Asquith, Churchill tornò a importanti incarichi di governo nel nuovo gabinetto di David Lloyd George. Dopo la guerra ottenne la carica di Cancelliere dello Scacchiere del nuovo governo presieduto da Stanley Baldwin (1924-1929) e si fece promotore di una politica deflazionistica, restaurando la parità aurea della sterlina ai livelli pre-bellici.
Escluso da incarichi governativi durante gli anni 1930, Churchill divenne una delle voci più critiche riguardo alla Germania nazista, guidando la campagna per il riarmo. Allo scoppio della seconda guerra mondiale divenne nuovamente Primo Lord dell'Ammiragliato, ma in seguito alle dimissioni di Neville Chamberlain nel maggio 1940 venne nominato Primo ministro. I suoi discorsi e trasmissioni radiofoniche furono decisivi nel sostenere la resistenza britannica, specialmente nel difficile periodo 1940-1941 quando il Commonwealth e l'Impero britannico si trovarono a fronteggiare da soli la minaccia nazista. Churchill guidò poi il Regno Unito durante l'intero conflitto e nei mesi successivi alla resa tedesca. In seguito alla sconfitta dei Conservatori nelle elezioni del 1945, Churchill divenne leader dell'opposizione mantenendo comunque un grande prestigio internazionale; nel 1946 pronunciò a Fulton il famoso discorso sulla "Cortina di Ferro", che convenzionalmente segna l'avvio della Guerra fredda. Rieletto primo ministro nel 1951, il suo secondo mandato fu dominato da problemi di politica estera come l'insurrezione comunista in Malesia, la Rivolta dei Mau-Mau in Kenya, la guerra di Corea e il colpo di stato iraniano del 1953. Churchill si dimise dalla carica nel 1955, rimanendo comunque parlamentare fino al 1964. Alla sua morte la Regina gli concesse gli onori del funerale di stato, al quale parteciparono un gran numero di statisti.
Per l'attività di storico e scrittore portata avanti durante tutta la vita ricevette anche il Premio Nobel per la Letteratura nel 1953. Protagonista di prima piano delle vicende politiche britanniche e internazionali per oltre cinquant'anni, Churchill è tra le figure più significative del XX secolo. La sua memoria rimane oggetto ancora oggi di elogi e critiche, e il dibattito intorno alla sua complessa eredità resta acceso[1].
Giovinezza
Infanzia e istruzione (1874-1895)
Churchill nacque nella dimora avita della famiglia paterna, Blenheim Palace nell’Oxfordshire, il 30 novembre 1874[2][3]. Diretto discendente dei duchi di Marlborough, il suo casato apparteneva ai massimi ranghi dell’aristocrazia britannica[2][3]. Discendendo dai Duchi di Marlborough, Winston Churchill è legato da una lontana parentela a Diana Spencer, Principessa del Galles (1961-1997), consorte sino al 1996 di Carlo, principe di Galles, figlio della Regina Elisabetta II. Il nonno paterno, John Spencer-Churchill, VII duca di Marlborough, era stato per dieci anni parlamentare per il Partito conservatore e ministro nel governo di Benjamin Disraeli[2][3]. Suo padre Lord Randolph Churchill, era stato eletto Membro del Parlamento per Woodstock nel 1873[2][3]. La madre, Jennie Jerome era americana, figlia di Leonard Jerome, un facoltoso uomo d’affari di New York nonché proprietario del New York Times[2][3]; anche il nonno materno era stato attivo politicamente come acceso sostenitore di Abraham Lincoln attraverso i suoi giornali[2][3][4]. I genitori di Winston si incontrarono per la prima volta nell’agosto 1873 ad una regata sull’Isola di Wight, quando furono presentati dal Principe di Galles, amico di entrambi[2][3]. Jennie e Randolph si fidanzarono dopo appena tre giorni, ma il matrimonio fu ritardato a causa delle diatribe dei suoceri sull’ammontare della dote[2][3][5]. La coppia si sposò infine nell’aprile 1874 all’ambasciata britannica a Parigi[2][3]. Il primogenito nacque meno di otto mesi dopo le nozze; il bambino venne battezzato “Winston Leonard”, in onore del capostipite della schiatta, padre del celebre condottiero John Churchill, chiamato anch’egli Winston, e del nonno materno, Leonard Jerome[2][3]. Secondo il biografo William Manchester egli era stato concepito prima del matrimonio[5], ma altri autori hanno sostenuto che fosse nato prematuro a causa di una caduta da cavallo della madre[6]. Quando gli fu chiesto delle circostanze della sua nascita, Churchill rispose: “Sebbene fossi presente all’occasione, non ricordo bene gli eventi che mi ci portarono”[5].
Nel 1877 il duca di Marlborough venne nominato Viceré d’Irlanda e Lord Randolph divenne il suo segretario privato; pertanto, l’intera famiglia Churchill si trasferì a Dublino[2][3]. Qui, nel 1880 nacque il secondo figlio della coppia, John Strange Spencer-Churchill detto “Jack”[2][3]. Secondo le sorelle di Jennie il vero padre del bambino era Evelyn Boscawen[7] ma tale insinuazione, dettata forse dalla gelosia delle sorelle per Jennie, è stata confutata dagli storici[8]. Durante gli anni ’80 comunque i genitori di Churchill si estraniarono sempre più e la madre cominciò a frequentare vari amanti[2][3]. Il piccolo Winston non ebbe in pratica alcuna relazione con il padre, mentre riguardo alla madre più tardi ricordò: “La amavo, ma a distanza”[2][3]. Molti anni più tardi, mentre Londra veniva bombardata dalla Luftwaffe, l’unico oggetto prezioso che Churchill portò nel bunker fu un ritratto di Jennie realizzato da John Singer Sargent[2][3]. Con il fratello, che visse sempre nella sua ombra, i rapporti rimasero invece molto stretti e affettuosi per tutta la vita, fino alla morte di Jack nel 1947[2][3]. A Dublino Churchill ricevette i primi insegnamenti di lettura e aritmetica da una governante, mentre lui e il fratello vennero accuditi dalla tata Elizabeth Everest, alla quale Winston rimase devotissimo per tutta la vita[2][3]. Nella sua autobiografia “My Early Life” (La mia giovinezza) scrisse a proposito della Everest: “Per tutta la mia infanzia e adolescenza è stata la mia più cara amica e confidente”[2][3].
All’età di sette anni, Churchill venne mandato alla St. George’s School di Ascot, ma odiò la scuola, ebbe voti mediocri e fu indisciplinato[2][3]. I genitori si erano nel frattempo trasferiti a Connaught Place a Londra, dove Churchill li visitava regolarmente, mentre nello stesso periodo fu portato nella sua prima vacanza all’estero, nella località termale di Bad Gastein in Austria-Ungheria[2][3]. A causa della salute precaria, nel settembre 1884 fu trasferito alla Brunswick School di Hove nel Sussex dove i suoi risultati migliorarono, ma la condotta rimase indisciplinata[2][3]. A malapena passò gli esami di ammissione per la prestigiosa Harrow School dove si iscrisse nell’aprile 1888. Qui il rendimento rimase alto, eccelse soprattutto in storia, ma gli insegnanti lamentavano la sua mancanza di puntualità e precisione[2][3]. Scrisse anche poesie e lettere che furono pubblicate nel giornale della scuola, l’Harrovian, vincendo anche una competizione di scherma[2][3]. Il padre aveva deciso che il giovane Churchill dovesse intraprendere la carriera militare, quindi trascorse gli ultimi tre anni ad Harrow nei corsi preparatori per l’accademia; superò gli esami finali con voti bassi[2][3]. Nel gennaio 1893, durante una vacanza a Bournemouth, cadde e rimase incosciente per tre giorni[2][3]. Nel marzo dello stesso anno lavorò brevemente in una scuola serale a South Kensington, prima di trascorrere le vacanze in Svizzera e Italia[2][3]. Dopo due tentativi respinti, fu infine ammesso all’Accademia militare di Sandhurst, dove fu accettato come cadetto in cavalleria, cominciando i corsi nel settembre 1893[2][3]. Nell’agosto 1894 Churchill e il fratello trascorsero le vacanze in Belgio[2][3] e durante il tempo libero a Londra si unì alle proteste per la chiusura dell’Empire Theatre, del quale era un assiduo frequentatore[2][3]. I corsi a Sandhurst terminarono dopo quindici mesi e Churchill si diplomò nel dicembre 1894[2][3], con ottimi risultati, particolarmente nell’equitazione[2][3]. Poco dopo tuttavia il padre, Lord Randolph Churchill, morì per cause mai del tutto chiarite, probabilmente di sifilide o per un cancro al cervello[2][3]. Winston rimase molto scosso per la morte del genitore, ricavandone la convinzione che anche lui avrebbe avuto il destino di morire giovane[2][3].
Cuba, India e Sudan (1895-1899)
Nel febbraio 1895 Churchill fu assegnato al IV reggimento Ussari dell’Esercito britannico, di stanza ad Aldershot[2][3]. Lo stipendio ammontava a 150 sterline all’anno, ben al di sotto del suo tenore di vita[3]. Nel luglio dello stesso anno, Churchill fece ritorno a Londra per organizzare i funerali della sua vecchia tata Everest, che pagò personalmente[2]. Ansioso di partecipare ad azioni militari, sfruttò l’influenza della madre per farsi assegnare in zone di guerra[2][3]. Nell’autunno del 1895 partì per Cuba insieme a Reginald Barnes, per assistere alla guerra d’indipendenza che l’isola stava combattendo contro la Spagna[2][3]. Qui si unì alle truppe spagnole come corrispondente di guerra e fu testimone di vari scontri con i ribelli indipendentisti. Da Cuba Churchill riportò anche una delle passioni che l’avrebbero distinto negli anni successivi, quella per il sigaro, che lo accompagnerà fino alla morte[2][3]. Terminata questa esperienza trascorse un periodo di soggiorno negli Stati Uniti, il paese di sua madre, dove fece la conoscenza di Bourke Cockran, famoso uomo politico e oratore del tempo, che ebbe notevole influenza sul giovane Winston[2][3]. Churchill ammirava gli Stati Uniti, e scrisse a suo fratello che erano “davvero un grande paese”, dicendo anche alla madre: “che grande popolo sono gli americani!”[2].
Al seguito degli Ussari Churchill giunse a Bombay nell’India britannica, nell’ottobre 1896[2][3]. Presto trasferito a Bangalore, prese alloggio in un Bungalow con l’amico Barnes[2][3]. Descrisse l’India come “Una terra di noiosi snob senza Dio”[2]; Churchill rimase di stanza a Bangalore per diciannove mesi, facendo frequenti visite a Calcutta, spedizioni nello Hyderabad e due visite in licenza in Gran Bretagna[3]. Ritenendo di aver ricevuto una scarsa educazione, Churchill cominciò in questo periodo a studiare da autodidatta, leggendo opere di Platone, Adam Smith, Charles Darwin ed Henry Hallam[2][3]. Ebbero particolare influenza su di lui il Declino e caduta dell'impero romano di Edward Gibbon, il “Martirio dell’uomo” di William Winwood Reade, un’opera storica di impronta materialista e darwinista che influenzò il laicismo di Churchill, oltre alle opere del famoso storico Whig Thomas Babington Macaulay[2][3]. Interessato sin d’allora di politica[3], nelle lettere private si definiva “un liberale in tutto tranne che nel nome”, aggiungendo però che non poteva sostenere il Partito liberale a causa del suo sostegno all’Home rule per l’Irlanda[2][3]. Piuttosto, si definiva un aderente dell’ideologia della c.d. Tory democracy, della quale già il padre era stato tra i principali esponenti[2][3]. In questa veste, durante una delle visite in patria, tenne il suo primo discorso pubblico a Bath ad un raduno della “Primrose League” (“Lega della Primula”), un’organizzazione militante fondata dal padre anni prima a sostegno dell’ala “uninazionale” dei Tories[2][3]. Churchill espresse in questo periodo una miscela di istanze conservatrici e riformiste allo stesso tempo: si dichiarò ad esempio in favore di un sistema di istruzione pubblico e laico, ma allo stesso tempo si oppose al suffragio femminile, definendo le Suffragette “Un movimento ridicolo”[2]. Il biografo Keith Robbins ha sostenuto che fu in questo periodo che Churchill formò gran parte del proprio pensiero politico[9].
In India, Churchill decise di unirsi al Corpo di Spedizione del Malakand, comandato da Bindon Blood nella campagna contro i ribelli Pashtun della tribù Mohmand nella Valle di Swat in India nord-occidentale[2][3]. Per poter partecipare alla campagna dovette accreditarsi come corrispondente di guerra per il “The Pioneer” e per il “Daily Telegraph”[2][3]. Nelle lettere ai familiari descrisse come fosse pratica di entrambi gli schieramenti massacrare i feriti dopo gli scontri, ma non ne fece cenno nelle sue corrispondenze giornalistiche[2][3]. Rimase al seguito dell’esercito per sei settimane prima di fare ritorno a Bangalore nell’ottobre 1897[2][3]. Qui scrisse il suo primo libro, “The story of the Malakand Field Force”, relativo alla campagna appena trascorsa, che fu poi pubblicato da Longman e ricevette un’ottima accoglienza[2][3]. Nello stesso periodo scrisse anche un romanzo a chiave dal titolo “Savrola”, ambientato in un immaginario regno balcanico, che fu pubblicato a puntate sul Macmillan’s Magazine tra maggio e dicembre 1899, prima di apparire in forma di libro[2][3].
Nel 1898, mentre soggiornava ancora a Bangalore, Churchill esplorò la possibilità di unirsi alle forze di Lord Kitchener che stavano per cominciare la campagna sudanese contro gli insorti del Mahdi[3]. Kitchener fu inizialmente reticente, sostenendo che Churchill fosse solo in cerca di fama e di medaglie[3]. Dopo aver passato del tempo a Calcutta, Meerut e Peshawar, nel giugno del 1898 Churchill fece ritorno in patria[2][3]. Qui fece uso dei suoi contatti, tra cui il primo ministro Lord Salisbury, vecchio collega del padre, per farsi assegnare al corpo di spedizione sudanese[2][3]. In cambio accettò di scrivere degli articoli di corrispondenza per il Morning Post[2][3]. Partì quindi per l’Egitto, dove si unì al XXI Lanceri al Cairo prima di risalire il Nilo verso sud alla volta del Sudan. Qui prese parte alla famosa Battaglia di Omdurman, nella quale le forze del Mahdi (messia islamico) Abd Allah al-Ta'aysh subirono una decisiva sconfitta[2][3]. Nei suoi articoli, Churchill espresse giudizi molto critici sul comportamento di Kitchener verso i feriti, e soprattutto sulla profanazione della tomba del Mahdi da lui ordinata[2][3]. Per questo Kitchener odiò Churchill[2][3], un'ostilità le cui conseguenze si sarebbero viste molti anni dopo. In seguito alla battaglia, Churchill donò una parte di pelle del suo petto perché fosse trapiantata a un commilitone ferito[2]. Tornato in Gran Bretagna in ottobre, pubblicò un’altra opera, intitolata “The River War” (“La guerra sul fiume”), dedicata alla campagna del Sudan[3].
Prime esperienze politiche e Guerra Boera (1899-1900)
Avendo preso la decisione di intraprendere una carriera parlamentare, Churchill approfondì i suoi contatti politici e tenne comizi a tre riunioni del Partito conservatore[3]. In questo periodo conobbe anche il suo primo amore, Pamela Plowden; anche se la relazione non durò a lungo, i due rimasero amici per il resto della vita[2][3]. In dicembre fece ritorno in India per tre mesi, dove coltivò assiduamente la sua passione per il polo[2][3]. Durante la permanenza a Calcutta fu ospite del Viceré George Nathaniel Curzon[3]. Durante il viaggio di ritorno in Gran Bretagna soggiornò all’Hotel Savoy del Cairo, dove fece la conoscenza del Khedivè Abbas II[2][3], prima di tornare in patria in aprile. Qui si concentrò nuovamente sulla politica, partecipando ad incontri di partito e ad eventi mondani, come le cene a casa Rothschild[3]. Fu scelto come candidato per le elezioni suppletive del giugno 1899 ad Oldham nel Lancashire[2][3]. Sebbene il seggio fosse stato in precedenza tenuto dai Conservatori, i Liberali ottennero una vittoria di misura[2][3]. Churchill raccolse 11.477 voti contro i 12.770 del candidato liberale Walter Runciman[2][3]; questi, rivolgendosi al rivale commentò: “Non si preoccupi, non credo che questa sia l’ultima volta che il Paese sentirà parlare di noi”[2][3].
Avendo avuto presentimento dello scoppio della Seconda guerra boera, Churchill salpò da Southampton per il Sudafrica come corrispondente per il Daily Mail e il Morning Post[2]. Sbarcato a Cape Town raggiunse il fronte a Ladysmith, allora assediata dalle truppe boere[2]. Tra i corrispondenti di guerra britannici era presente anche la zia di Churchill, lady Sarah Wilson, una delle prime donne della storia ad aver svolto questa professione[10]. Durante un viaggio in treno verso Colenso, nella provincia del KwaZulu-Natal, il convoglio venne attaccato dai boeri e Churchill fu catturato e internato in un campo di prigionia a Pretoria[2]. Tuttavia in dicembre, Churchill e altri due prigionieri riuscirono a evadere attraverso i bagni del campo. Si nascose dapprima in un treno abbandonato e poi in una miniera appartenente a un simpatizzante dei britannici. Ricercato dai boeri, Churchill riuscì infine a nascondersi su un convoglio che lo portò al sicuro nell’Africa Orientale Portoghese (odierno Mozambico)[2][3].
Da qui si imbarcò per Durban, dove scoprì che la sua evasione lo aveva reso famoso[2]. Invece di tornare in patria, Churchill preferì essere assegnato come tenente nel reggimento dei South African Light Horse e in questa veste si unì alle truppe del generale Redvers Buller che sconfissero i boeri a Ladysmith e presero Pretoria[2][3], segnando la vittoria britannica nel conflitto. Nei suoi scritti durante la campagna, Churchill criticò aspramente l’ostilità britannica verso i boeri, invocando invece un trattamento generoso degli sconfitti e una pace rapida[2]. Churchill e suo cugino, il duca di Marlborough, entrarono a Pretoria alla testa delle truppe britanniche e ottennero la resa di 52 guardie boere dei campi di prigionia[2][3]. Dopo la vittoria, Churchill tornò a Cape Town e da lì, in luglio, salpò per il Regno Unito[2]. Nel maggio, quando ancora era in Sudafrica, i suoi dispacci al Morning Post furono pubblicati con il titolo “London to Ladysmith via Pretoria” (Da Londra a Ladysmith via Pretoria), che ottenne un buon successo di vendite[2].
Carriera politica (1900-1939)
Membro del Parlamento per Oldham
Forte della popolarità conseguita nel conflitto sudafricano, Churchill venne eletto per il seggio di Oldham alle Elezioni generali del 1900, le ultime dell’età vittoriana, nota anche come “Khaki election” (elezione khaki), per il decisivo vantaggio dato ai Tories dalla vittoria nella guerra boera[3]. Anche in questo caso, come l’anno precedente, le spese della campagna elettorale furono pagate dal cugino, il duca di Marlborough[11] (all’epoca le spese elettorali erano infatti interamente a carico del candidato). Tuttavia, Churchill non prese parte alla cerimonia di apertura del Parlamento del dicembre 1900, ma si dedicò a un tour di conferenze in Gran Bretagna e negli Stati Uniti. Grazie al successo di queste iniziative e alla prolifica attività di collaborazione con giornali e riviste Churchill riuscì a guadagnare la somma di 10.000 sterline, equivalenti a circa 500.000 sterline nel 2001[3]. All’epoca i parlamentari non percepivano alcun compenso e Churchill non aveva ereditato quasi nulla alla morte del padre, poiché questi aveva perso gran parte del suo patrimonio[11]. Inoltre, la piccola rendita che Lord Randolph aveva lasciato al figlio, fu assegnata da Churchill alla madre nel 1903[11]. Egli prese infine possesso del suo seggio nel febbraio 1901.
Cambiamento di campo
In Parlamento, Churchill si unì a un gruppo di giovani deputati conservatori il cui leader era Lord Hugh Cecil, figlio del primo ministro Lord Salisbury. Da lui il gruppo prese il nome di “Hughligans”; di esso, oltre a Churchill, facevano parte F.E. Smith, che diventerà uno degli amici più intimi di Churchill fino alla morte, Arthur Stanley, lo scozzese Ian Malcolm, il conte Henry Percy e un lontano parente, Lord George Hamilton[11]. Il primo intervento parlamentare di Churchill fu un duro attacco al Segretario di Stato per la Guerra St. John Broderick, che aveva proposto di aumentare gli effettivi dell’esercito a sei corpi d’armata, tre dei quali da stanziare all’estero. Churchill aveva preparato con cura il suo intervento per sei settimane e parlò per un’ora senza appunti. L’intervento mostrò abilità retoriche notevoli e fu subito paragonato alle famose allocuzioni del padre, anch’esse spesso rivolte contro membri del suo stesso partito[12]. Churchill continuò a sostenere questa battaglia dentro e fuori dal Parlamento per vario tempo[12].
Nel 1902 Churchill rilasciò un’intervista nella quale espresse la sua previsione circa una futura partizione della Cina, aggiungendo anche che “la stirpe ariana è destinata al trionfo”. Inoltre, espresse scarsa preoccupazione circa l’espansione della Russia verso la Cina e l’India, affermando: “La Russia ha una giustificabile ambizione a controllare un porto nei mari caldi. È imbarazzante pensare che un Paese di cento milioni di persone non ne disponga”. Si trattava di una russofilia insolita all’epoca del Grande gioco[13].
Nel 1903 Churchill cominciò ad allontanarsi dal gruppo di Hugh Cecil, sebbene i due rimanessero amici (Cecil fu il suo testimone di nozze nel 1908)[2]. Si oppose anche al leader dei Liberali Unionisti Joseph Chamberlain, vecchio amico e alleato politico del padre, il cui partito era in coalizione con i Tories. Chamberlain propose un vasto piano di tariffe protezioniste per preservare il primato dell’industria britannica davanti all’emergente concorrenza tedesca americana[2]. Churchill allora e in seguito fu invece un sostenitore del libero commercio[2]. In questo era sostenuto da Lord Hugh e dal suo gruppo, e anche dal Cancelliere dello Scacchiere Charles Ritchie[2]. I piani di Chamberlain portarono ad un’incrinatura dell’alleanza conservatrice-unionista. Gli attacchi di Churchill ai Conservatori continuarono su vari argomenti, mentre la sua insoddisfazione nei confronti del partito cresceva; attaccò personalmente Chamberlain (“Al signor Chamberlain piacciono i lavoratori, gli piace vederli lavorare”)[2] e l’ostilità divenne reciproca. Molti deputati conservatori gli divennero ostili e abbandonavano l’aula quando Churchill interveniva[2]. Infine, la sua stessa circoscrizione, lo sfiduciò, quando l’Associazione Conservatrice emanò un comunicato in cui affermava di aver perso la fiducia in lui[14][2]. Oldham era infatti un importante centro dell’industria tessile e gli elettori locali erano favorevoli alle politiche protezioniste sostenute da Chamberlain e dagli Unionisti, che prevedevano dazi sui prodotti tesili stranieri. Churchill continuò comunque a sedere in Parlamento per Oldham fino alle successive elezioni[2].
Nel 1904, la rottura con i conservatori era ormai diventata inevitabile e, dopo le vacanze di Pasqua, Churchill abbandonò ufficialmente il suo seggio e prese posto nelle fila dell’opposizione liberale[2]. Anche il cugino Ivor Guest lo seguì[2]. Le possibili ragioni del cambiamento furono la promessa di un posto ministeriale, ma anche un desiderio di politiche riformiste verso i ceti più disagiati, derivatagli dalla frequentazione dei cenacoli fabiani[2][3], oltre che l’opposizione al protezionismo di Chamberlain. Ancora nel 1962, Churchill avrebbe confessato a Margaret Thatcher, allora giovane deputata conservatrice “Io sono un liberale, lo sono sempre stato”[15].
Tra le ragioni della sua ostilità verso l’establishment conservatore potrebbe esserci stata anche la memoria del padre. Il poeta Wilfrid Scawen Blunt, che fu amico sia di Winston che di Lord Randolph, scrisse che Churchill era “Nelle maniere e nel pensiero una replica del padre. Possiede tutto il suo attivismo, ma una maggiore abilità”[12]. Del resto, le opinioni espresse in questa fase della sua carriera, compresa l’opposizione alle spese militari eccessive, ricalcavano in pieno quelle paterne; Churchill cominciò anche a vestirsi allo stesso modo di Lord Randolph[12]. Tra il 1903 e il 1905 scrisse una biografia del padre in due volumi, intitolata “Lord Randolph Churchill”, che fu pubblicata nel 1906 e ricevette un’ottima accoglienza critica[3]. Theodore Roosevelt, che aveva conosciuto Lord Randolph, recensì il libro come “L’intelligente, toccante e forse bassa e volgare vita di quell’intelligente, toccante e forse basso e volgare egocentrico”[11]. Alcuni storici hanno suggerito che probabilmente Churchill intese usare il libro per giustificare il proprio cambiamento di schieramento[11][12]. Anni dopo scrisse che in effetti, studiando la vita di sua padre aveva subito un disincanto verso il partito conservatore[12].
La lunga parentesi liberale
In quel periodo il leader della corrente conservatrice dei liberali unionisti, guidata da Joseph Chamberlain, stava attuando una strategia politica caratterizzata, in campo economico, dalla cosiddetta Imperial Preference, che mirava al mantenimento della strategia imperialista britannica attraverso un forte protezionismo. Questa politica, criticata da più parti, tanto che poi porterà il partito, irrigidito nelle sue debolezze e nella sua boria, alla sconfitta nelle elezioni del 1906 da parte dei liberali, trova Churchill, che si batte per il libero commercio, in pieno disaccordo.
Nel maggio 1904, tre anni dopo essere stato eletto deputato conservatore, egli decise di abbandonare il partito: in Parlamento, senza preavviso e senza tante cerimonie, si spostò dai banchi del partito al Governo e prese posto accanto a David Lloyd George, futuro leader del rampante partito liberale, che stravincerà le elezioni nel 1906. Eletto deputato per il collegio di Manchester, Churchill comincia a fare carriera all'interno del partito liberale, schierandosi inizialmente con l'ala radicale: primo sottosegretario alle colonie tra il 1906 e il 1908, poi ministro, prima del commercio (1908-1910) e infine dell'interno (1910-1911), riformando il sistema britannico dell'esecuzione delle pene. Inoltre la sua presenza nel dibattito quotidiano in aula gli consente di emergere ulteriormente, grazie alle sue spiccate doti di oratore - nonostante un difetto di pronuncia (non riesce a pronunciare la "S") che non riuscì mai a correggere - e alla meticolosità con cui prepara gli interventi.
Durante il periodo in cui ha ricoperto l'incarico di ministro del commercio, Churchill ha attuato una serie di riforme in campo sociale che, anche se reputate troppo rivoluzionarie da molti (minimo salariale, orario massimo di otto ore di lavoro, commissioni arbitrali, aiuti per i disoccupati e l'imponente apparato legislativo delle assicurazioni sociali), ne fecero un personaggio assai popolare. Dichiarò, col solito tono di sfida: «Io saluterei con soddisfazione se lo stato intraprendesse certi possibili, nuovi, audaci esperimenti. Esso deve occuparsi dell'assistenza dei vecchi, dei malati e soprattutto dei bambini... Noi tracceremo una linea sotto la quale nessuno dovrà più vivere e lavorare. Abbiamo l'intenzione di stendere una rete di protezione sopra l'abisso... Il popolo non si lamenta mai senza un motivo veramente serio. La causa del liberalismo è la causa dei milioni di dimenticati». La sua crescente popolarità fece sì che gli stessi dirigenti del partito liberale decidessero di affidargli incarichi sempre più prestigiosi.
Nel 1911, quando con l'incidente di Agadir divengono chiare le mire espansionistiche della Germania, Churchill viene nominato Primo Lord dell'Ammiragliato - ruolo corrispondente a ministro della Marina Militare - con lo scopo dichiarato di mantenere la superiorità della Royal Navy sulla Kaiserliche Marine (la Marina Militare Tedesca) in tutti i possibili teatri di un futuro conflitto. Contro tutte le resistenze, Churchill riuscì a imporre la realizzazione di un vasto programma per il rafforzamento della flotta: diede grande impulso alle innovazioni, in particolare allo sviluppo dell'aviazione di marina, e ammodernò la flotta britannica mediante l'utilizzo di motori a gasolio. Da quest'ultima decisione dipenderà l'importanza strategica assunta dai giacimenti petroliferi in Mesopotamia (controllata allora dall'Impero Ottomano) e in Persia (formalmente indipendente, ma situata nella sfera di influenza sia russa sia britannica) e la conseguente campagna militare britannica nell'area del Golfo Persico durante la Prima guerra mondiale.
Il 4 agosto 1914 scoppia il primo conflitto mondiale e nel mese di ottobre dello stesso anno Churchill ordina l'invio di tremila fanti di marina in aiuto di Anversa assediata. Questa mossa non salverà Anversa dalla capitolazione, ma permetterà alla flotta britannica di assumere e mantenere il controllo dei mari. Churchill fu uno dei promotori dello sbarco alleato del gennaio 1915 nella penisola di Gallipoli sui Dardanelli, un'ambiziosa operazione militare che aveva l'obiettivo di aprire un collegamento via mare con i russi attraverso la conquista di Istanbul. La campagna militare però si dimostra molto più difficile del previsto per l'efficace difesa degli ottomani e gli alleati, dopo aver subito pesantissime perdite, decidono il ritiro da Gallipoli.
Considerato unico responsabile del disastro, Churchill, anche per le pressioni dei conservatori che sono da poco entrati a far parte di un governo di unità nazionale, viene estromesso dal governo e si trova a combattere la guerra in Francia come maggiore dell'Esercito britannico. Sarà necessaria una commissione di inchiesta, che nel 1917 lo assolve dal ruolo di unico responsabile per il disastro dei Dardanelli, per permettere al nuovo premier Lloyd George di nominarlo ministro per i rifornimenti militari nell'estate 1917. In quanto responsabile della produzione in massa di carri armati, Churchill svolge un ruolo focale nella vittoria britannica della prima guerra mondiale.
Dal 1919 al 1921 è Segretario di Stato per la Guerra e l'Aria; in questo periodo cerca in tutti i modi, anche contro il parere negativo di molti esponenti del partito liberale, di convincere il governo a operare un intervento militare per stroncare la Rivoluzione Russa e il bolscevismo.[17] Tra il 1921 e il 1922 viene nominato ministro delle colonie: fra i suoi provvedimenti c'è quello della costituzione di un mandato britannico sulla Palestina, una questione che negli anni a venire provocherà molti problemi.
In questo periodo il suo più grande successo è stato l'accordo con gli indipendentisti irlandesi, che porterà alla costituzione dello Stato libero d'Irlanda prima e della Repubblica d'Irlanda poi. Le elezioni del 1922 segnano la sconfitta dei liberali di Churchill, il quale perde anche il suo seggio in Parlamento, e il ritorno al governo dei conservatori. Le successive elezioni del 1923 sanciscono il sorpasso dei liberali, che divengono il terzo partito britannico, da parte del partito laburista.
Ritorno al partito conservatore
Il partito liberale, nel 1924 decide di appoggiare la nascita di un governo laburista, compiendo una scelta politica a cui Churchill è fortemente contrario. Inoltre la struttura del sistema britannico fa sì che solo i due partiti maggiori giochino un ruolo di rilievo nella vita politica nazionale; pertanto Churchill, dopo circa venti anni, insieme a parte dei liberali, rientra nelle file del partito conservatore.
Nel 1924 diviene Cancelliere dello Scacchiere del governo conservatore di Stanley Baldwin: la politica economica di questo periodo è altamente deflazionistica e la decisione di ripristinare lo standard aureo della sterlina causa un forte malumore popolare verso di lui e il governo, che culminerà nel grande sciopero del 1926. Nelle elezioni del 1929, anche a causa dell'impopolare politica economica di Churchill, i laburisti di Ramsay MacDonald conquistano la maggioranza relativa.
I conservatori, passati all'opposizione, attribuiscono a Churchill l'esclusiva responsabilità della sconfitta elettorale e decidono di emarginarlo politicamente. La polemica sull'India svolgerà un ruolo rilevante nell'emarginazione di Churchill, che è contrario alla proposta del governo (appoggiata anche dai conservatori) di concedere all'India lo status di dominion, ovvero una forma di governo maggiormente autonoma, simile a quella già adottata in Australia, Canada, Nuova Zelanda, Sudafrica. Churchill considera l'India non ancora pronta all'autonomia, e ritiene inoltre che la proposta produrrà un effetto diverso da quello sperato, inducendo gli indiani a chiedere con più forza l'indipendenza completa. Sulla polemica indiana Churchill si troverà in forte isolamento anche tra i conservatori.
Va detto che la previsione di Churchill si dimostrerà corretta: il Partito del Congresso (la maggiore forza politica indù) rifiuterà la proposta di trasformare l'India in dominion e rivendicherà con maggior determinazione l'indipendenza. Pochi anni prima Churchill manifesta interesse e ammirazione per il nuovo capo del Governo italiano, Benito Mussolini, che definisce "il più grande legislatore vivente"[18] (1926), pur riconoscendo, dopo la guerra d'Etiopia (1936), il pericolo costituito dal fascino che esercitano su di lui il nazismo e la figura di Adolf Hitler.
Quando al governo salgono Stanley Baldwin e Arthur Neville Chamberlain, anch'essi conservatori, che in politica estera adottavano la cosiddetta strategia di appeasement verso Hitler, Churchill non ha remore a mostrare il suo forte disaccordo con tale atteggiamento. Teme, infatti, che le eccessive concessioni al regime nazista tedesco (la questione dei Sudeti, la conferenza di Monaco del 1938, l'Anschluss) sottovalutino il pericolo e rischino di sostenere il piano di Hitler di una sempre maggiore espansione dello "spazio vitale" (Lebensraum) che Hitler ritiene necessario alla Germania in Europa.
Sir Winston Leonard Spencer Churchill | |
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Nascita | Woodstock, 30 novembre 1874 |
Morte | Londra, 24 gennaio 1965 (90 anni) |
Cause della morte | turbe circolatorie |
Luogo di sepoltura | St Martin's Church |
Dati militari | |
Paese servito | Regno Unito |
Forza armata | British Army |
Arma | Territorial Army |
Specialità | Corrispondente di guerra |
Anni di servizio | 1895-1916 |
Grado | Tenente colonnello |
Guerre | Guerra mahdista Seconda guerra boera Prima guerra mondiale |
Battaglie | Battaglia di Omdurman |
Decorazioni | |
Altre cariche | politico |
"fonti nel corpo del testo" | |
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I due governi Churchill
Gli anni trenta videro un declino del prestigio di Churchill ("il suo deserto"), che rapidamente risorse quando, allo scoppio della seconda guerra mondiale, i suoi ammonimenti sui pericoli rappresentati dal nazismo, accolti inizialmente con diffidenza, suonarono profetici e divennero la base della vasta fiducia che lo sostenne. Il 3 settembre 1939, giorno della dichiarazione di guerra dell'Inghilterra alla Germania, il primo ministro Neville Chamberlain, preso atto del fallimento della sua politica di appeasement, nomina Churchill Primo Lord dell'Ammiragliato, ossia ministro della marina, come già nella prima guerra mondiale. «Winston is back» fu il telegramma che partì dal ministero alla volta della flotta.
L'errata conduzione della guerra, insieme alla pressione dell'opinione pubblica, spingono Chamberlain a presentare le sue dimissioni (maggio 1940) e i conservatori a pregare Churchill di accettare l'incarico da primo ministro. Tuttavia, ancora pochi giorni prima, né il re, né Chamberlain, né uno solo dei tre partiti inglesi l'avrebbero voluto in quell'incarico: Churchill scalzò ogni resistenza e riluttanza opponendo un ostinato, minaccioso silenzio alla richiesta se fosse disposto ad assumere un ministero in un gabinetto presieduto da Lord Halifax, attendendo pazientemente che «lo mandassero a chiamare». Formò quindi un governo di unità nazionale - comprendente i Tories, i Laburisti e i Liberali - assumendo anche il ministero della difesa, e il suo atteggiamento deciso contro Germania e Italia accresce enormemente la sua popolarità interna. Nonostante abbia promesso «lacrime, sudore e sangue», e a dispetto delle molte sconfitte subite dalla Gran Bretagna nei primi anni di guerra, la popolazione lo appoggia incondizionatamente fino alla vittoria nel maggio 1945. I laburisti escono dal governo e si andò alle urne.
In politica estera Churchill si mostra più diffidente e preoccupato nei confronti di Stalin di quanto non lo sia il Presidente degli Stati Uniti Roosevelt. Nonostante la storica vittoria militare, la reputazione di grande leader e il notevole consenso popolare, Churchill perde, a sorpresa, le elezioni politiche del luglio 1945[19] e deve lasciare il passo a Clement Attlee, leader del partito laburista.
Forse pesò, nel risultato elettorale, il fatto di essere sempre stato inviso ai sindacati. Tra l'altro, le promesse in campo economico del partito laburista prevedevano nazionalizzazioni, un sistema fiscale progressivo, un piano di sviluppo dell'occupazione, un nuovo sistema sanitario, pensionistico e scolastico. Era, quindi, un piano di attuazione di quello che viene oggi chiamato welfare state, un progetto di modernizzazione tanto innovativo quanto benefico agli occhi dell'elettorato, che il partito conservatore non poteva né voleva proporre e che sarà tra i motivi della sorprendente scelta elettorale del 1945.
Un altro fatto ritenuto determinante nel risultato delle elezioni fu il discorso pronunciato da Churchill alla radio, qualche giorno prima delle elezioni. In tale occasione egli manifestò tutto il suo disprezzo nei confronti dei laburisti, sostenendo che essi avrebbero imposto in Inghilterra il socialismo e che, con una loro vittoria, si sarebbe imposta una forma di Gestapo (la polizia politica nazista). Infine, secondo Churchill, anche il voto dei militari gli fu contrario.
Churchill continuò comunque a giocare un ruolo politico di primo piano come leader dell'opposizione: la sua voce è ascoltata in tutto il mondo. Tra gli argomenti più cari allo statista vi è l'incentivazione di politiche di distacco dall'URSS, posizione che ne fa uno dei sostenitori di quella che poi prenderà il nome di guerra fredda (durante il discorso di Fulton (Missouri), tenuto al Westminster College, in presenza del presidente Truman, nel 1946, fu egli a coniare la famosa espressione cortina di ferro), coerente con l'anticomunismo che da sempre lo aveva distinto. Nel 1950, con altre illustri personalità, si impegna inutilmente per la salvezza di Milada Horáková, condannata a morte dal regime comunista cecoslovacco.
Dopo aver vinto le elezioni nel 1951, Churchill riceve nuovamente l'incarico di formare un governo, all'età di settantasette anni. Durante il secondo governo di Churchill, la Gran Bretagna reprime la guerriglia marxista in Malesia e la sanguinosa rivolta dei Mau-Mau in Kenya. Nel 1952 cerca di destituire il premier iraniano democraticamente eletto, Mohammad Mossadeq, in seguito alla sua decisione di nazionalizzare la Anglo-Iranian Oil Company (di cui il Governo britannico è azionista di maggioranza), ma quando i primi tentativi di golpe vengono scoperti e l'Ambasciata britannica viene espulsa dall'Iran, il governo Churchill si trova costretto a chiedere alla CIA e all'amministrazione Eisenhower di portare avanti il colpo di Stato.
L'elemento più rilevante della politica estera di Churchill in quegli anni sarà l'impegno a favorire la distensione tra USA e URSS. Sostenne con forza l'esigenza di sfruttare a questo fine il potere deterrente dell'arma nucleare, di cui dotò la Gran Bretagna. Negli anni ottanta questa tesi venne ripresa e sostenuta da Margaret Thatcher, che davanti al Congresso degli Stati Uniti citò Churchill a sostegno della necessità per USA e Gran Bretagna di mantenere un forte armamento nucleare come deterrente verso l'Unione Sovietica.
Dopo aver sostenuto negli anni precedenti la necessità di fronteggiare con forza l'URSS, ora, pur senza mettere minimamente in discussione l'alleanza con gli USA di cui è stato il primo alfiere, Churchill valuta necessario far scemare la tensione tra i blocchi contrapposti e attribuisce in questo un ruolo guida alla Gran Bretagna. Nel 1952 muore re Giorgio VI, facendo di Winston Churchill il primo premier della Regina Elisabetta II. Nel 1955 Churchill si dimette da premier passando la mano al suo delfino Anthony Eden.
Il suo contributo al servizio del Paese sarà ricompensato con una messe di premi e riconoscimenti, anche dall'estero. Nel 1953 ottiene il Premio Nobel per la letteratura, principalmente per la sua opera La seconda guerra mondiale (The Second World War), 1948-1954. Nel 1954 viene raffigurato da Sutherland nel suo celebre ritratto, mai gradito da Churchill, e fatto distruggere poco tempo dopo da sua moglie. Nel 1955 si ritira definitivamente a vita privata.
Il 15 gennaio 1965 venne diramato un bollettino medico in cui si leggeva «Sir Winston è stato colpito da turbe circolatorie che hanno provocato una trombosi cerebrale». Muore il 24 gennaio 1965, poco dopo le ore 9 del mattino: ai suoi funerali presso la cattedrale di San Paolo a Londra il 30 gennaio partecipano circa 300.000 persone; la sua salma viene esposta il 27 gennaio alla Westminster Hall.[20] Dopo i funerali di Stato, il 30 gennaio 1965, per esaudire un suo ultimo desiderio, il corpo del grande statista fu trasportato con un treno a Bladon, dove fu sepolto nel camposanto della St Martin's Church, con una cerimonia privata, officiata dal rettore della chiesa, a cui parteciparono solo parenti e amici intimi. La figura di Churchill nel Regno Unito ha sempre goduto e gode tuttora di grande prestigio; lo statista è considerato tra i più grandi personaggi nazionali del XX secolo.
Matrimonio e figli
Churchill incontrò la sua futura consorte, Clementine Hozier, nel 1904 a un ballo alla Crewe House, residenza di Robert Crewe-Milnes, conte di Crewe e della moglie Margaret Primrose[21]. Quattro anni dopo s'incontrarono nuovamente a una cena, ospiti della baronessa di Saint Helier. I due si trovarono seduti uno accanto all'altra e presto ebbe inizio la relazione della loro vita[22]. Il 12 settembre 1908 la coppia si sposò nella chiesa di Saint Margaret nella City of Westminster, e si trasferì nel marzo 1909 nella casa di Eccleston Square, al numero 33.
Da Clementine e Winston nacquero:
- Diana (11 luglio 1909 - 20 ottobre 1963), maritata il 12 dicembre 1932 al baronetto sir John Milner Bayley, dal quale non ebbe figli e divorziò nel 1935; il 16 settembre dello stesso anno sposò il politico conservatore Duncan Sandys (1908 - 1987), dal quale ebbe tre figlie:
- Anche questo matrimonio fallì e i due divorziarono nel 1960. Diana morì suicida ingerendo un'overdose di barbiturici.
- Randolph (28 maggio 1911 - 6 giugno 1968), militare e politico di non grande successo; sposò dapprima (1939) Pamela Digby (1920 - 1997)[23], dalla quale ebbe un figlio, Winston, (1940 - 2010), e dalla quale divorziò nel 1945.[24]. Sposò successivamente June Osborn, dalla quale ebbe una figlia, Arabella (1949 - 2007).
- Sarah Churchill (7 ottobre 1914 - 24 settembre 1982). Fu ballerina e attrice. Andata sposa a Victor Oliver von Samek nel 1936, divorziò nel 1945; sposò quindi Anthony Beauchamp (1949) ma ne rimase vedova nel 1957 e sposò quindi in terze nozze nel 1962 Henry Tuchet-Jesson, 23º barone Audley, ma l'anno successivo rimase nuovamente vedova.
- Marigold Frances (15 novembre 1918 - 23 agosto 1921), deceduta per setticemia.
- Mary (15 settembre 1922 - 1º giugno 2014), sposò nel 1947 il barone Christopher Soames (1920 - 1987), dal quale ebbe cinque figli:
Controversie
Accuse di razzismo, opinioni su Gandhi e carestia del Bengala
Secondo alcuni studiosi, tra cui lo storico di Cambridge Andrew Roberts, Churchill era profondamente razzista verso le popolazioni non britanniche: considerava gli italiani alla stregua di una razza inferiore come cinesi, arabi e indiani, che definì come il popolo più animalesco del mondo, dopo i tedeschi.[25]
In particolare, Churchill detestava il Mahatma Gandhi, un "fachiro nudo", una "forza assolutamente del male, ostile a noi sotto ogni aspetto".[26]
Dai taccuini rimasti per tanto tempo segreti, pubblicati nel 2006, sono infatti emerse alcune sconcertanti rivelazioni: Churchill era disposto a far morire di fame in carcere il Mahatma Gandhi dopo il suo arresto avvenuto nel palazzo dell'Aga Khan nell'agosto del 1942, se il leader della lotta non violenta per l'indipendenza dell'India avesse proseguito il suo sciopero della fame.[27]
Quando Gandhi aveva lanciato la sua campagna di resistenza pacifica contro il dominio britannico, Churchill, infuriato, affermò che "[Gandhi] dovrebbe essere legato mani e piedi alle porte di Delhi, e poi calpestato da un enorme elefante con il nuovo viceré seduto sulla sua schiena." Come la resistenza si rafforzò, Churchill annunciò: "Odio gli indiani, sono un popolo bestiale con una religione bestiale […] Si moltiplicano come conigli".[28]
Nel 1943 nel Bengala scoppiò una devastante carestia, provocata - come ampiamente dimostrato dall'economista premio Nobel Amartya Sen[29] - non da cause naturali, ma dalle politiche imperialiste degli inglesi, che distrussero deliberatamente il raccolto di riso tramite diserbanti davanti all'avanzare delle truppe giapponesi in Birmania. Fino a tre milioni di persone, giacenti scheletriche per le strade, morirono di fame. Churchill rifiutò senza mezzi termini una richiesta urgente di cibo per l'India, da parte di funzionari britannici, ai quali rispose: "Se davvero il cibo è così scarso, per quale ragione Gandhi non è ancora morto?".[30]
Impiego di gas velenosi contro i curdi
L'insurrezione anti-britannica in Iraq, nel periodo immediatamente precedente il Mandato britannico in Iraq, venne facilmente repressa già verso la fine del 1920 dai britannici che hanno fatto ricorso, con l'esplicito incoraggiamento dell'allora Segretario per le Colonie Winston Churchill,[31] all'uso di iprite e di altri gas velenosi.
In una minuta del War Office del 12 maggio 1919, Churchill discusse l'uso di gas lacrimogeni: "Io non capisco questa schizzinosaggine circa l'uso di gas. Noi abbiamo una volta per tutte adottato una posizione alla Conferenza di Pace [di Parigi], esprimendoci a favore del mantenimento [dell'uso] di gas come stabile strumento di guerra. È una pura affettazione lacerare un essere umano col frammento velenoso di un proiettile incendiario e inorridire nel render pieni d'acqua i suoi occhi per l'uso di gas lacrimogeni. Io sono fermamente a favore dell'uso di gas velenosi contro tribù non civilizzate[32]. L'effetto morale potrebbe essere talmente buono da ridurre al minimo le perdite umane. Non è necessario usare solo i gas maggiormente letali: possono essere impiegati gas che causino grandi inconvenienti e diffondere un vivo terrore senza che essi abbiano permanenti effetti seriamente negativi sulla maggior parte di quanti vengono da essi colpiti".[33]
Responsabilità nel bombardamento di Dresda
Durante la seconda guerra mondiale, Churchill perseguì la strategia (elaborata e attuata con inesorabile fermezza dal controverso capo del comando dei bombardieri della RAF Arthur Harris) dei bombardamenti notturni terroristici sulle città della Germania nazista, nonostante le gravi perdite civili tra la popolazione tedesca e le enormi distruzioni materiali inflitte. Il risultato fu la distruzione quasi totale di gran parte delle città tedesche (compresi i centri storici) e la morte di circa 500.000 civili.
In particolare, Churchill si rese responsabile del terribile bombardamento di Dresda, avvenuto poco prima della fine della guerra. La città, importante centro culturale europeo, non aveva alcun valore strategico militare ed era stata bombardata soltanto occasionalmente dagli statunitensi nell'agosto 1944. Ciò nonostante disponeva di pochi rifugi antiaerei e di una difesa contraerea inadeguata. Le vittime furono principalmente civili, nella città che all'epoca ospitava un gran numero di sfollati provenienti da altre aree della Germania.
L'attacco fu condotto congiuntamente dalla Royal Air Force britannica e dalla United States Army Air Force ed avvenne nella notte fra il 13 e il 14 febbraio 1945. Il 13 febbraio più di 800 aerei inglesi volarono su Dresda, scaricando circa 1.500 tonnellate di bombe esplosive e 1.200 tonnellate di bombe incendiarie. Il giorno dopo la città fu attaccata dai B-17 americani che in quattro raid la colpirono con altre 1.250 tonnellate di bombe.[34] I bombardieri alleati rasero al suolo una gran parte del centro storico di Dresda con un bombardamento a tappeto, causando una strage di civili, con obiettivi militari solo indiretti.
L'esatto numero totale di vittime è impossibile da definire: la popolazione di Dresda nel 1939 contava circa 642.000 abitanti[35] ma alcune fonti hanno affermato che i rifugiati fossero fino a 200.000[36]. La commissione di storici incaricata dalla città di Dresda di studiare il bombardamento, invece, ha concluso che « [...] a Dresda non potevano essere arrivati profughi a decine o persino a centinaia di migliaia».[37] Secondo alcuni storici, una valutazione verosimile sarebbe fra 25.000 e 35.000 morti[38][39].
Numerosi sono i critici che ritengono che il bombardamento sia stato un crimine di guerra, anche in riferimento alla straordinaria importanza culturale della città. Dresda (nota come Elbflorenz, la Firenze dell'Elba) era una splendida città e uno dei cuori artistici e culturali d'Europa. Churchill fu uno strenuo sostenitore di tale azione terroristica, accuratamente premeditata, anche se tentò di distanziarsene nel tempo.[40]
Traduzioni italiane
- Memorie di Guerra, trad. I. Balcinelli, Edizioni Alpes, Milano, 1929
- La Crisi Mondiale (titolo originale: The World Crisis), trad. a cura dell'Ufficio del Capo di Stato Maggiore della Marina (Ufficio Storico) del capitano di fregata Carlo E. Giartosio, Società Anonima Poligrafica Italiana, 5 voll.: vol.I 1911-1914, 1929; vol.II 1915, 1930; vol. III parte I: 1916-1918, 1930; vol.III parte II: 1916-1918, 1931; vol.IV: Il Dopoguerra, 1931; col titolo Crisi Mondiale e Grande Guerra 1911-1922, 4 voll., Il Saggiatore, Milano, 1968
- Memorie (1874-1903), Treves, Milano, 1935; Garzanti, Milano, 1946
- I discorsi segreti di Churchill, Editori Riuniti, 1946
- Passo a Passo (lettere sulla politica estera e la difesa scritte dal maggio 1936 al maggio 1939), Collezione Le Scie, Mondadori, Milano, I ed. maggio 1947
- In Guerra: Discorsi pubblici e segreti, 2 voll.: Volume I 1938-1942, Volume II: 1943-1945, Rizzoli, Milano-Roma, I ed. 1948
- La Seconda Guerra Mondiale: parte prima: L'addensarsi della tempesta: volume I: Da Guerra a Guerra (1919-1939), trad. Olga Ceretti Borsini, Mondadori, Milano, I ed. luglio 1948
- La Seconda Guerra Mondiale: parte prima: L'addensarsi della tempesta, volume II: Guerra in sordina (3 settembre 1939 - 10 maggio 1940), trad. Olga Ceretti Borsini, Mondadori, Milano, I ed. 1948
- Seconda Guerra Mondiale: parte II: La loro ora più bella, volume I: Il crollo della Francia, trad. Giorgio Monicelli, Mondadori, Milano, I ed. marzo 1949
- La Seconda Guerra Mondiale: parte II: La loro ora più bella, volume II: Isolati, trad. Giorgio Monicelli Mondadori, Milano, I ed. 1949
- La Seconda Guerra Mondiale: parte III: La Grande Alleanza, volume I: La Germania punta a Oriente, trad. Arturo Barone, Mondadori, Milano, I ed. 1950
- La Seconda Guerra Mondiale: parte III: La Grande Alleanza, volume II: La guerra investe l'America, trad. Arturo Barone, Mondadori, Milano, I ed. 1950
- La Seconda Guerra Mondiale: parte IV: La svolta fatale, volume I: Il Giappone all'attacco, trad. Arturo Barone, Mondadori, Milano, I ed. 1951
- La Seconda Guerra Mondiale: parte IV: La svolta fatale, volume II: La battaglia d'Africa, trad. Arturo Barone, Mondadori, Milano, I ed. 1951
- La Seconda Guerra Mondiale: parte V: La morsa si stringe, volume I: La campagna d'Italia, Mondadori, Milano, I ed. 1951
- La Seconda Guerra Mondiale: parte V: La morsa si stringe, volume II: Da Teheran a Roma, trad. Arturo Barone, Mondadori, Milano, I ed. 1953
- Seconda Guerra Mondiale: parte VI: Trionfo e Tragedia, volume I: L'Onda della Vittoria, trad. Arturo Barone e Glauco Cambon, Mondadori, Milano, I ed. 1953
- Seconda Guerra Mondiale: parte VI: Trionfo e Tragedia, volume II: La Cortina di Ferro, trad. Arturo Barone e Glauco Cambon, Mondadori, Milano, I ed. 1953
- Storia dei popoli di lingua inglese: Nascita dell'Inghilterra (titolo originale: A History of the English-Speaking People. vol.I - The Birth of Britain), trad. Bruno Maffi, Mondadori, Milano, I ed. 1956 - 1965; Prefazione di Luca Codignola, Collana Saggi, BUR, Milano, ottobre 1999 ISBN 88-17-25851-2
- Storia dei popoli di lingua inglese: Libertà e Stato Sovrano (titolo originale: A History of the English-Speaking People. vol. II - The New World), trad. Bruno Maffi, Mondadori, Milano, I ed. 1957 - 1965; Collana Saggi, BUR, Milano, ottobre 1999 ISBN 88-17-25852-0
- Storia dei popoli di lingua inglese: L'età della Rivoluzione (titolo originale: A History of the English-Speaking People. vol. III - The Age of Revolution), trad. Bruno Maffi, Mondadori, Milano, I ed. 1957 - 1965; Collana Saggi, BUR, Milano, I ed. gennaio 2003 ISBN 88-17-10096-X
- Storia dei popoli di lingua inglese: Le Grandi Democrazie (titolo originale: A History of the English-Speaking People. vol. IV - The Great Democracies, trad. Bruno Oddera, Mondadori, Milano, I ed. 1959 - 1965
- Gli anni della mia giovinezza. La formazione di un grande leader nell'Inghilterra degli anni gloriosi (titolo originale: My early Living - A Roving Commission, I ed. orig. 1930), trad. Ugo Tolomei, Collana i Garzanti n.276, Garzanti, Milano, 1961-1973; col titolo Gli anni dell'avventura. L'India, la guerra anglo-boera, la politica: la formazione di un grande leader, Collana I Grandi Tascabili, Bompiani, 1997 ISBN 978-88-452-3026-4; col titolo Dall'Avana a Durban: Viaggi e avventure di gioventù, CDA & Vivalda, 2005 ISBN 978-88-7480-068-1
- Marlborough. La vita e i tempi del «duca di ferro» (titolo originale: Marlborough: His Life and Times, 4 voll., 1934-1938), biografia dell'antenato John Churchill, duca di Marlborough, trad. Giovanna Paroni, a cura di Henry Steele Commager, Mondadori, Milano, 1973; Prefazione di Emilio Radius, Note bio-bibliografiche di Vincenzo Mantovani, Collana Scrittori del Mondo: i Nobel n.60, 2 voll., UTET, Torino, 1973-1979
- Riconquistare Khartoum (titolo originale: The River War: An Account of the Reconquest of the Sudan), trad. A. Audisio, Piemme, Novara, I ed. 1999 ISBN 978-88-384-4326-8
- La Seconda Guerra Mondiale. Edizione condensata (titolo originale: The Second World War), Edizione italiana a cura di Paolo A. Dossena, Prefazione di Sergio Romano, trad. Arturo Barone, Glauco Cambon, Olga Ceretti Borsini, Giorgio Monicelli, Collana Saggi, 2 voll.: VOL. I: Dal Trattato di Versailles all'Operazione Barbarossa, VOL. II: Da Pearl Harbor alla Cortina di Ferro, BUR, Milano, I ed. novembre 2000 ISBN 88-17-86576-1
Filmografia
Il personaggio di Winston Churchill appare in diversi film e da alcuni suoi scritti sono state tratte delle sceneggiature:
Sceneggiature
- The Inside of the Cup, regia di Albert Capellani - romanzo (1921)
- Gli anni dell'avventura (Young Winston), regia di Richard Attenborough - autobiografia My Early Life: A Roving Commission (1972)
- Guerra imminente ( The Gathering Storm), (2002)
- Into the Storm - La guerra di Churchill (Into the Storm), (2009)
Film o documentari dove appare Churchill
- The Four Just Men, regia di Walter Forde (1939)
- Gli anni dell'avventura (Young Winston), regia di Richard Attenborough - autobiografia My Early Life: A Roving Commission (1972)
- Bastardi senza gloria (Inglourious Basterds), regia di Quentin Tarantino-(2009) interpretato da Rod Taylor
- Titanic - Nascita di una leggenda (Titanic: Blood and Steel), regia di Ciaran Donnelly - (2012)
- Doctor Who (serie tv) stagione 5 episodio 3.
- Il discorso del re (The King's Speech), regia di Tom Hooper (2010) - Interpretato da Timothy Spall
- Peaky Blinders (serie TV) stagione 1, episodi 1, 2, 6 - interpretato da Andy Nyman
- I Misteri Di Murdoch (serie Tv) stagione 6 - episodio 2 - titolo: Amnesia
- Churchill's secret, (film per la TV) regia di Charles Sturridge (2016), Interpretato da Michael Gambon
- The Crown (serie TV) stagione 1 - interpretato da John Lithgow
- L'ora più buia (Darkest Hour), regia di Joe Wright (2017)
Ascendenza
Onorificenze
Onorificenze britanniche
Onorificenze straniere
Influenza culturale
Il programma televisivo della BBC 100 Greatest Britons lo ha eletto il più grande britannico di tutti i tempi.[41]
A lui è dedicato un sommergibile nucleare inglese della classe Churchill, così come un cacciatorpediniere statunitense della classe Arleigh Burke, il DDG-81, entrato in servizio nel 2001.
Una delle tante statue che lo rappresentato si trova in Parliament Square a Londra, di fronte al Big Ben.
È uno dei personaggi storici che appaiono nella serie tv britannica di fantascienza Doctor Who: nel terzo episodio della quinta stagione, L'arma di Churchill, il Dottore salva Londra dai Dalek, che Churchill pensava fossero stati creati da uno scienziato dell'esercito britannico; Churchill e il Dottore sembrano essere vecchi amici.
Un estratto di un suo celebre discorso (We shall fight on the beaches) venne utilizzato dalla band heavy metal londinese Iron Maiden in apertura dei concerti del World Slavery Tour come introduzione al brano Aces High. La traccia è intitolata Intro: Churchill's Speech ed è la prima traccia del doppio disco live Live After Death.
Appare nel videogioco Assassin's Creed: Syndicate nelle missioni ambientate nella Prima Guerra Mondiale come alleato di Lydia Frye; si occupa dello spionaggio tedesco nella zona del Tower Bridge e della Torre di Londra.
Nei film
- L'ora più buia (Darkest Hour), regia di Joe Wright (2017)
- Into the storm-La guerra di Churchill, regia di Thaddeus O'Sullivan (2009)
Curiosità
- Era affetto da rupofobia conclamata, tanto da trascorrere molte ore al giorno nella vasca da bagno[42].
- La sua speciale dentiera - che gli consentiva una particolare dizione per cui andava famoso - è andata all'asta nel luglio 2010[43] (aggiudicata per 15.200 £).
- Churchill era mancino.
- Churchill era un grande estimatore di sigari, al punto che alcuni formati, oggi, portano il suo nome: in particolare, si parla di vitola "Churchill" (anche nota come "Julieta"), di circa 170 mm di lunghezza per 18 mm di diametro. La nota marca cubana "Romeo y Julieta" ha inoltre chiamato, in suo onore, uno dei suoi robustos "Short Churchill", che rispetto al Churchill "classico" è molto più corto (circa 124 mm) ma dal diametro leggermente maggiore (intorno ai 19,5 mm); l'azienda Davidoff, infine, ha prodotto e produce diverse linee dedicate al celebre statista, alcune delle quali con accessori personalizzati (umidificatori, posacenere ecc) che lo raffigurano.
- Churchill era dotato di un fine umorismo. Noto è a tal proposito un fulmineo scambio di battute avvenuto dopo una seduta in parlamento tra il primo ministro e Nancy Astor, prima donna a ricoprire la carica di deputato in Regno Unito. La Astor, acerrima rivale politica di Churchill, si rivolse a lui dicendo: «Winston, se tu fossi mio marito, ti metterei del veleno nel caffè.» Alla battuta, Churchill rispose: «Nancy, se tu fossi mia moglie, lo berrei!».[44]
Note
- ^ Winston Churchill: greatest British hero or a warmongering villain?, The Week, 23 January 2015.
- ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z aa ab ac ad ae af ag ah ai aj ak al am an ao ap aq ar as at au av aw ax ay az ba bb bc bd be bf bg bh bi bj bk bl bm bn bo bp bq br bs bt bu bv bw bx by bz ca cb cc cd ce cf cg ch ci cj ck cl Martin Gilbert, 1991
- ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z aa ab ac ad ae af ag ah ai aj ak al am an ao ap aq ar as at au av aw ax ay az ba bb bc bd be bf bg bh bi bj bk bl bm bn bo bp bq br bs bt bu bv bw bx by bz ca cb Roy Jenkins, 2001
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- ^ http://www.winstonchurchill.org/publications/finest-hour/finest-hour-159/wsc-a-midnight-interview-1902
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- ^ Johnson, Paul (2009). Churchill. Viking. ISBN 978-1-101-14929-4.
- ^ (EN) Citato in United States of America Congressional Record: Proceedings and Debates of the 105th Congress Second Session, Government Printing Office, Vol. 144, Parte 4, p. 5738.
- ^ A proposito di ciò si ricordi la celebre frase pronunciata in quegli anni: «Il bolscevismo deve essere strangolato nella culla»[senza fonte].
- ^ Citato in Richard Lamb, Mussolini e gli inglesi, p. 108, con ampio dettaglio di riferimenti documentali.
- ^ Avvisato della sconfitta elettorale dal suo maggiordomo mentre faceva il bagno, Churchill commentò: «È proprio perché questi eventi possano continuare ad accadere che abbiamo combattuto la guerra! Ora passami l'asciugamano!»[senza fonte].
- ^ Funerale di Churchill (SWF), su corriere.it. URL consultato il 16 novembre 2014.
- ^ (EN) Mary Soames, Speaking for Themselves: The Personal Letters of Winston and Clementine Churchill, p. 1.
- ^ Soames, op. cit. p. 6.
- ^ Nota in Italia per la sua burrascosa e intensa relazione sentimentale con Gianni Agnelli, durata dal 1948 al 1952.
- ^ Convertitasi più tardi al cattolicesimo, riuscì a ottenere l'annullamento del matrimonio. (Bedell Smith, Reflected Glory. The Life of Pamela Churchill Harriman, Ed. Simon and Schuster, 1996)
- ^ CHURCHILL ERA RAZZISTA ' ITALIANI? INFERIORI'
- ^ The 10 greatest controversies of Winston Churchill's career
- ^ Quando Churchill disse "Che Gandhi muoia pure di fame"
- ^ Not his finest hour: The dark side of Winston Churchill
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- ^ Not his finest hour: The dark side of Winston Churchill
- ^ «Non capisco - disse - perché fare tanto gli schizzinosi riguardo all'uso del gas. Sono fortemente a favore dell'impiego di gas velenosi contro tribù non civilizzate». Cfr. (EN) «I am strongly in favour of using poisoned gas against uncivilised tribe». Parte 1 della biografia ufficiale di Winston S. Churchill, di Martin Gilbert (Londra, Heinemann, 1976).
- ^ "uncivilised tribes".
- ^ Martin Gilbert, Winston S. Churchill, (London: Heinemann, 1976), companion volume 4, part 1
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- ^ Dresden: Tuesday, February 13, 1945 di Frederick Taylor, pg. 262-266, vedi bibliografia, anche se dopo i primi bombardamenti americani un certo numero di abitanti (e soprattutto di bambini) era stato sfollato. .
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Altri progetti
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Collegamenti esterni
- (EN) Archivio storico mondiale su Churchill, su badley.info.
- (EN) Il sito del Centro Churchill, su winstonchurchill.org.
- Bibliografia italiana di Winston Churchill, su Catalogo Vegetti della letteratura fantastica, Fantascienza.com. (aggiornato fino al gennaio 2010)
- (EN) Audio del discorso di Churchill "finest hour", su historychannel.com.
- (EN) Winston Churchill a Cuba, su spanamwar.com.
- (EN) Opinioni sul contributo storico di Churchill, su malakand.blogspot.com.
- (EN) Un'altra biografia su Churchill con lunghe citazioni dei suoi discorsi, su freepages.genealogy.rootsweb.com.
- (EN) Churchill e la Grande Repubblica. Exhibition explores Churchill's lifelong relationship with the United States.
- (EN) Churchill e il sionismo (del dottor Yoav Tenenbaum, Università di Tel Aviv)
- (EN) Citazioni di Churchill[collegamento interrotto] (240 citazioni)
- (EN) Alcuni discorsi di Churchill scaricabili, su earthstation1.com.
- (EN) Biografia di Winston Churchill sul sito ufficiale del Premio Nobel
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