Muscari comosum

specie di pianta della famiglia Liliaceae
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Il lampascione o lampagione, detto anche cipolla canina, cipollaccia turchina, cipollaccio col fiocco o giacinto dal pennacchio[1] (Muscari comosum (L.) Mill., 1768), è una pianta erbacea della famiglia delle Liliaceae (o Asparagaceae secondo la classificazione APG[2]), diffusa nelle regioni mediterranee. I fiori della sua pianta sbocciano in primavera e sono persistenti fino all'estate.

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Lampascione
Muscari comosum
Illustrazione da:
Jakob Sturm,
"Deutschlands Flora in Abbildungen",
Stuttgart (1796)
Classificazione APG IV
DominioEukaryota
OrdineAsparagales
FamigliaAsparagaceae
SottofamigliaScilloideae
TribùHyacintheae
Classificazione Cronquist
DominioEukaryota
RegnoPlantae
DivisioneMagnoliophyta
ClasseLiliopsida
OrdineLiliales
FamigliaLiliaceae
GenereMuscari
SpecieM. comosum
Nomenclatura binomiale
Muscari comosum
(L.) Mill., 1768
Sinonimi
  • Hyacinthus comosum L.
  • Leopoldia comosa (L.) Parl.

Il bulbo globuloso di tale pianta, ricco di sali minerali e che cresce a 12-20 cm circa nel sottosuolo, è simile a una piccola cipolla di sapore amarognolo ed è consumato specialmente nell'Italia meridionale, particolarmente in Basilicata e Puglia.

Riconoscimenti

Lampascioni
 
Lampascioni sott'olio
Origini
Luogo d'origine  Italia
RegioniBasilicata
Puglia
Zona di produzioneBasilicata, Puglia
Dettagli
Categoriaortofrutticolo
RiconoscimentoP.A.T.
SettoreProdotti vegetali allo stato naturale o trasformati

I lampascioni sono riconosciuti come uno dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani di Basilicata e Puglia.[3]

Usi

Cucina

Il lampascione, nella cucina tradizionale calabra, lucana e pugliese, si prepara dopo aver ripulito i singoli bulbi di ogni traccia di terra e di radici, e dopo averli tenuti in acqua per circa un'ora (per consentir loro di perdere il liquido - amaro - che trasuderanno dopo essere stati "sbucciati").

I bulbi vanno cucinati interi, ma dopo averli intaccati nella parte inferiore (quella più larga) con un coltello, in maniera diversa a seconda della preparazione, che può essere in padella semplice, in padella con le uova o sott'olio.

Nei primi due casi andranno incisi con numerosi tagli perpendicolari a formare una stella dalle molte punte, di modo che durante la cottura possano aprirsi come piccoli fiori. In tal modo possono essere stufati in padella con un coperchio, aggiungendo solo olio e poco sale, e schiacciandoli leggermente col dorso di una forchetta, oppure soffritti (poco), poi schiacciati leggermente con la forchetta e infine uniti alle uova sbattute con la sola aggiunta di un pizzico di sale.

Incisi invece con una semplice croce, i lampascioni possono essere bolliti in acqua e aceto (una parte di acqua e una di aceto) con l'aggiunta di circa due pugni di sale grosso per 5 litri d'acqua. Una volta raffreddati potranno essere posti in olio di oliva senza altri aromi, o con l'aggiunta di aromi quali timo, origano e peperoncino.

Si tratta di un prodotto che in tutte le preparazioni va cucinato con molta semplicità, poiché il già forte sentore di amaro è sufficiente a dargli il tipico carattere. I lampascioni hanno un profumo dolciastro e aromatico, e un sapore che coniuga una decisa nota amara con un retrogusto dolce molto rotondo e delicato.

Galleria d'immagini

Note

  1. ^ Achille Morricone; Vincenzo Pedicino, Dizionario dietetico degli alimenti, Milano, A. Vallardi, 1986, p. 224.
  2. ^ The Angiosperm Phylogeny Group, An update of the Angiosperm Phylogeny Group classification for the orders and families of flowering plants: APG II, in Botanical Journal of the Linnean Society 2003; 141: 399–436.
  3. ^ Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, DM Prodotti tradizionali (nona revisione)

Bibliografia

  • Massimo Vaglio, Cicorielle e Lampascioni, Ed. Besa, 2000
  • Massimo Arnaldo Gabriele Vaglio, Piccolo Codice del Lampascione, Ed. CibuSalento, 2015

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