Porto di Motrone
Il Porto di Motrone era un porto situato alla foce dell'antico fiume Versilia (chiamato "Sala"), nella località che oggi corrisponde a Marina di Pietrasanta alla foce del fiume Motrone.
Storia
Le origini e le varie lotte per il controllo del porto fino alla fine della signoria di Paolo Guinigi
Le prime notizie certe sul porto risalgono al 1084 quando viene menzionato in un diploma concesso a Lucca da Enrico IV. Nel 1153 Lucchesi e Genovesi si accordarono affinché le merci lucchesi potessero viaggiare protette nel territorio della Repubblica di Genova per terra e per mare (anche se non si fa menzione di Motrone). Nel 1159 fu costruita dai Lucchesi una fortezza in pietra al posto di quella di legno e i Pisani, sdegnati da ciò (Lucca era rivale di Pisa), si rivolsero a Federico Barbarossa, il quale il 2 aprile 1162 ordinò la sua distruzione. I Lucchesi però non volevano la distruzione del forte e anzi, con l'appoggio dei Genovesi (che finanziarono la costruzione con 1000 lire di denari lucchesi, allo scopo di ostacolare il commercio dei Pisani), fu completato (in cambio ai Genovesi furono dati alcuni magazzini nel porto dopo il trattato firmato da Lucchesi e Genovesi a Lerici nel 1166). Qui inoltre arrivava il sale destinato alla città di Lucca e trasportato dalle navi genovesi. Ma nel 1170 i Pisani, assaltarono il forte di Motrone, lo espugnarono dopo tre giorni e lo distrussero (i Genovesi non avevano mandato ai Lucchesi gli aiuti necessari per fronteggiare alla pari i Pisani, che si stavano preparando già da alcuni mesi all'assalto. Tra l'altro tutti i propositi di pace tra Lucchesi/Genovesi e Pisani fallirono); ben presto però i Pisani si accorsero che il porto era indifeso e facilmente attaccabile e allora fu ricostruita la fortezza. Due anni dopo, nel 1172, la fortezza fu riconquistata dai Lucchesi e nel 1181 Pisani e Lucchesi firmarono un trattato di pace in cui si stabiliva anche che i Lucchesi avrebbero dovuto comprare il sale esclusivamente dai Pisani, in cambio di metà dei profitti dal monopolio su di esso e del pattugliamento della costa.
Per molto tempo non fu discusso di Motrone Nel 1254 i Fiorentini stabilirono in una pace che i Pisani dovevano restituire la fortezza ai Lucchesi. Il forte di Motrone però ritornò in mani lucchesi solamente dopo la vittoria dei Fiorentini sui Pisani del 1256; tuttavia, nel 1264 dopo la battaglia di Montaperti (1260) i ghibellini si rivolsero anche a Lucca (che invece era guelfa) e i Lucchesi furono costretti a consegnare la fortezza alle truppe di Guido Novello. Nel 1266 però la sconfitta di Manfredi di Sicilia a Benevento ebbe ripercussioni anche in Versilia e grazie a Carlo I d'Angiò i Lucchesi ottennero di nuovo il forte di Motrone nel 1268.
Dopo essere stato incluso nella vicaria di Camaiore nel 1308, nel 1314, grazie a un'alleanza tra Uguccione della Faggiola (Pisano) e alcuni capi Ghibellini lucchesi (tra cui Castruccio Castracani) il porto fu di nuovo riconquistato dai Pisani. Nonostante ciò Castruccio Castracani tradì e nel 1317 il forte di Motrone ritornò sotto i Lucchesi. Dopo la morte di Castruccio Castracani (che voleva rafforzare ulteriormente il forte) il porto di Motrone passò nuovamente ai Pisani per un privilegio del 1328 di Ludovico il Bavaro e nel frattempo Lucca si trovò a essere sottomessa da Pisa in un periodo chiamato "servitù Babilonese", che terminò nel 1369, quando Carlo IV di Boemia rese Lucca e le sue terre libere. Fino a quel periodo il porto di Motrone cambiò molti proprietari:
- Gherado Spinola (1331) dopo il privilegio ai Pisani dell'imperatore nel 1328;
- da Gherardo Spinola ai Rossi signori di Parma;
- dai Rossi a Mastino della Scala;
- da Mastino della Scala ai Fiorentini (1341);
- il vescovo di Luni;
- i Visconti di Milano;
- Pisa (1345), fino al 1369.
Nel 1403 il Fiorentini ottennero dai Lucchesi la possibilità di usare il Porto di Motrone. Questo fu utilizzato dalle più illustri famiglie mercantili fiorentine e grande era la varietà di merci che sbarcavano sulle banchine; ferro, grano, pesce salato, sale, panni fiamminghi, lane di San Matteo, d'Inghilterra e di Sardegna, panni fiamminghi, catalani e provenzali, grana barbaresca e spagnola, guado, materie tintorie e tannanti, allumi, pelli, agnelline di Scozia e di Minorca, cuoiame, penne di struzzo, zucchero, prodotti alimentari come grano, vino, formaggi salati (provenienti dalla Sardegna e dalla Sicilia), pesce salato, miele, spezie, marmo. A Motrone venivano caricati prevalentemente panni di lana, seterie, veli e manufatti di cotone, carta di Fabriano, lane, lino, manufatti d'argento e ferro. Le rotte riguardano la Linguadoca, la Catalogna, le isole Baleari, le isole del Mar Tirreno e anche la Grecia, le Fiandre, il Levante, la Penisola Iberica, l'Italia meridionale e il Nord Europa.
Il declino del porto fino alla distruzione
Già dopo il 1430, con la fine della signoria di Paolo Guinigi, cominciò la decadenza del porto di Motrone, nonostante fossero sbarcati ferro dall'Isola d'Elba e sale.[1] I Lucchesi, non riuscendo a saldare il debito di 150000 scudi al Banco di San Giorgio, dovettero cedere alcuni possedimenti, tra cui anche il Porto di Motrone. Nel 1484 i Fiorentini riuscirono a conquistare il Porto di Motrone dai Genovesi durante una guerra con Genova. Dieci anni dopo, i Fiorentini dovettero cedere ai Francesi i territori marittimi toscani a causa della scesa in Italia di Carlo VIII; la Francia a sua volta cedette ai Lucchesi per 25.000 ducati Pietrasanta e il Porto di Motrone. Il 29 settembre 1513 Papa Leone X stabilì che il porto dovesse finire sotto i Fiorentini (Lodo di Leone X).[2][3]
Le bonifiche del XVII secolo intorno a Motrone portarono alla deviazione di canali e all'innalzamento del fondo del porto portarono al declino del traffico mercantile. Frequenti erano anche le incursioni di navi saracene sulle coste vicine a questo porto e in particolare viene rammentata un'incursione saracena del 1804 in una lapide sulla facciata di una casa conosciuta come la "casina dei turchi". L'attività del Porto di Motrone si concluse definitivamente nel 1813, quando la fortezza fu distrutta degli Inglesi. Le pietre del forte furono riusate per la costruzione delle cateratte di Motrone. Oggi dell'antico forte non rimane che un pezzo di muro inglobato da una casa.
Struttura del porto e vie di comunicazione
Il porto era formato da un bacino ricavato in una laguna del fiume Versilia e inizialmente poteva accogliere anche navi di media stazza. Successivamente il porto si interrò progressivamente a causa del carattere torrentizio del fiume e a anche a causa delle correnti marine; così furono sfruttati i canali che permettevano di raggiungere il Lago di Massaciuccoli e addirittura il Serchio e quindi Lucca e Pisa. Fu con Castruccio Castracani (che fece ampliare il porto rendendolo accessibile a navi di medio tonnellaggio dopo un periodo di decadenza del porto) che fu rendere possibile questa nuova via di comunicazione. Al tempo di Castruccio Castracani il porto era collegato con due strade a Pietrasanta (una lastricata, "via del sale" e l'altra acciottolata, "via della mercatura", per il trasporto delle merci sbarcate nel porto) e un'altra che andava a Migliarino Pisano (via della Marina).
Influenze del Porto di Motrone nella poesia
Per ricordare la presa di Motrone da parte di Carlo IV di Boemia nel 1369 e la sua successiva cessione a Lucca, Davino Castellani (che assistì all'evento) scrisse una poesia su questo evento.[4]
Note
- ^ Motrone, Lucca e la Versilia in età pieno e tardo-medievale, su academia.edu, 4 novembre 2014.
- ^ QUATTRO COMUNI, UNA TERRA UNICA, su versiliamedicea.com. URL consultato il 4 novembre 2014 (archiviato dall'url originale il 21 febbraio 2015).
- ^ Il ritorno alla libertà....., su comune.villa-basilica.lu.it. URL consultato il 4 novembre 2014.
- ^ CASTELLANI, Davino, su treccani.it. URL consultato il 17 gennaio 2014.
Bibliografia
- Gabriele Gattiglia, Giulio Tarantino, …loco ubi dicitur castello. Montecastrese e l'incastellamento in Versilia (fonte)
- Ignazio Del Punta, MOTRONE, LUCCA E LA VERSILIA IN ETÀ PIENO E TARDO-MEDIEVALE (SECOLI XI-XIV) (fonte)
Collegamenti esterni
- Pirati al Motrone: mamma li turchi!!!, su galateaversilia.wordpress.com.
- I borghi di Pietrasanta, su contadolucchese.it.
- Dizionario Geografico Fisico della Toscana di Emanuele Repetti, su archeogr.unisi.it.
- Archivio Storico, su palazzomediceo.com.