Le licalopecie (Lycalopex[1]), dette anche pseudovolpi o zorro, sono un genere di canidi cerdocionini originari del Sudamerica. L'IUCN usa tuttora il nome Pseudalopex, ma considera Lycalopex un sinonimo legittimo.[2]

Come leggere il tassoboxProgetto:Forme di vita/Come leggere il tassobox
Come leggere il tassobox
Licalopecie
Pseudalopex culpaeus
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
PhylumChordata
ClasseMammalia
OrdineCarnivora
FamigliaCanidae
SottotribùCerdocyonina
GenereLycalopex

(Burmeister, 1854)

Sinonimi

Pseudalopex Burmeister, 1856

Specie

Come tutti i cerdocionini, le licalopecie sono di origine nordamericana, separandosi dall'ultimo antenato comune con il maikong e l'atelocino a circa 2.4-2.7 milioni di anni fa. Il genere si diversificò successivamente nelle specie attuali durante il Pleistocene, 1.3 milioni di anni fa.[3]

Descrizione

Aspetto

I membri di questo genere sono generalmente di taglia media, misurando dai 53 ai 120 cm di lunghezza corporea e pesando dai 4 ai 13 chili. La specie più grande è L. culpaeus, mentre la più piccola è L. sechurae. Il pelame è generalmente denso, con una giarra fitta con lunghi peli di guardia. Il colore è solitamente grigio agouti con sfumature di ocra e di tenné sulle parti superiori, mentre la testa, il collo e le orecchie sono rossicce. L'addome e il torace sono spesso pallidi, e la coda e lunga e folta con una punta nera. Sebbene assomiglino superficialmente al coyote del Nordamerica, la loro dentizione rassomiglia più a quella delle volpi. I molari sono ben sviluppati, ma i denti carnassiali sono relativamente corti.[4][5]

Comportamento

Sono per la maggior parte canidi notturni. I loro vocalizzi sono stati descritti come ululati o latrati, e si sentono soprattutto di notte durante la stagione degli amori. Le licalopecie sono monogami, dando luce dopo una gravidanza di 55-60 giorni a quattro o cinque cuccioli all'anno. Il maschio partecipa nella cura delle prole.[4]

Ecologia

Le licalopecie occupano numerosi habitat diversi: L. sechurae abita deserti sabbiosi, L. griseus le pianure e le boscaglie, L. gymnocercus le pampas, le colline, i deserti, e le foreste aperte, e L. culpaeus le zone montane alte fino a 4,500 metri. Le loro tane si trovano solitamente tra le rocce, sotto gli alberi, in cespugli o nelle fosse scavate da altri animali come gli armadilli o le viscaccie. Sono onnivori, con una dieta che include i roditori, i lagomorfi, gli uccelli, le lucertole, le rane, gli insetti, i frutti, e le canne da zucchero.[4]

Specie odierne

Le specie solitamente incluse in questo genere comprendono:

Note

  1. ^ (EN) Wozencraft, W.C. (2005). "Genus Lycalopex". In Wilson, D.E.; Reeder, D.M. Mammal Species of the World: A Taxonomic and Geographic Reference (3rd ed.). Johns Hopkins University Press.
  2. ^ (EN) Jiménez, J.E., Lucherini, M. & Novaro, A.J. 2008, Lycalopex, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  3. ^ (EN) The evolution of South American endemic canids: a history of rapid diversification and morphological parallelism, in Journal of Evolutionary Biology, vol. 23, n. 2, 2010, pp. 311–322, DOI:10.1111/j.1420-9101.2009.01901.x.
  4. ^ a b c (EN) Ronald M. Nowak et. al. Walker's Carnivores of the World, JHU Press, 2005, pp. 84-86, ISBN 0801880335
  5. ^ (EN) J. F. Eisenberg, Mammals of the Neotropics, Volume 3: Ecuador, Bolivia, Brazil, University of Chicago Press, 1989, p. 282, ISBN 0226195422

Altri progetti

  Portale Mammiferi: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di mammiferi