Trachemys scripta troostii
La tartaruga dalle orecchie arancioni, o scivolatrice del Cumberland, (Trachemys scripta troostii (Holbrook, 1836)) è una testuggine appartenente alla famiglia degli emididi. È una sottospecie della tartaruga palustre americana.
| Trachemys scripta troostii | |
|---|---|
| Stato di conservazione | |
| Classificazione scientifica | |
| Dominio | Eukaryota |
| Regno | Animalia |
| Phylum | Chordata |
| Superclasse | Tetrapoda |
| Classe | Reptilia |
| Ordine | Testudines |
| Sottordine | Cryptodira |
| Famiglia | Emydidae |
| Genere | Trachemys |
| Specie | Trachemys scripta |
| Sottospecie | Trachemys scripta troostii |
| Nomenclatura trinomiale | |
| Trachemys scripta troostii (Holbrook, 1836) | |
| Nomi comuni | |
|
Tartaruga dalle orecchie arancioni | |
| Areale | |
Areale della T. s. troostii in celeste. | |
Etimologia
Il nome specifico troostii è in onore del naturalista americano di origini olandesi Gerard Troost, di Nashville, Tennessee, che fornì a Holbrook il tipo nomenclaturale.[1]
Deve il nome comune "scivolatrice del Cumberland" al fiume Cumberland, che scorre proprio attraverso la città di Nashville.
Distribuzione e habitat
Il nome comune (in inglese Cumberland slider) può portare a pensare che l'areale della T. s. troostii corrisponda alla valle del fiume Cumberland, tra Tennessee e Kentucky. In realtà però, questa sottospecie è diffusa lungo l'alto bacino del fiume Tennessee ed è presente nella parte orientale e nordorientale dello stato del Tennessee, nella parte occidentale della Carolina del Nord, e nel nord dell'Alabama e della Georgia.[2]
Il suo ambiente ideale è costituito acque calme con fondale fangoso, ricche di vegetazione e tronchi su cui emergere per crogiolarsi al sole.
Descrizione
Comportamento
Riproduzione
Alimentazione
Terrariofilia
Molto sensibile alle malattie:
- Influenza o polmonite
Sintomi: La tartaruga non mangia più, ha frequenti scoli nasali (bolle d'aria), tiene la bocca spalancata, ha una respirazione anomala e sibilante.
Prime cure: Bisogna tenere l'acqua tra i 26°-29°, darle del cibo appropriato, darle del fieno, non farla camminare sul pavimento o in un ambiente freddo. - Diarrea
Sintomi: La tartaruga ha una notevole perdita d'appetito, è debole e ha molta sete, diarrea.
Prime cure: Bisogna farla digiunare per 1-2 giorni, bisogna darle della camomilla. - Costipazione intestinale
Sintomi: Ha scarse feci con espulsione di sangue.
Prime cure: Bisogna farle fare un bagno giornaliero in acuqua tiepida (tra i 21°-25°), del movimento (su un tappeto non molto folto non sul pavimento), alimentazione più variata possibile. - Anoressia-rifiuto del cibo
Sintomi: Può essere dovuto ad un ambiente freddo (di solito sotto i 10°), parassiti o a un risveglio dopo un letargo.
Prime cure: consultare un veterinario. - Disturbi oculari
Sintomi: La tartaruga ha occhi gonfi ed esorbitanti, accecamento, palpebre incollate.
Prime cure: consultare un veterinario.
Eco-etologia in Italia
La specie è stata inserita nell'elenco delle 100 tra le specie esotiche invasive più dannose al mondo[3].
Questa specie viene comunemente ritenuta una temibile predatrice di anfibi, pesci e uccelli acquatici e concausa della diminuzione degli esemplari dell'autoctona Emys orbicularis. Tale luogo comune è in contrasto con innumerevoli studi italiani ed europei evidenziano che la specie nei primi anni di vita è prevalentemente insettivora e da adulta è prettamente vegetariana ed opportunistica[4][5], con scarse capacità predatorie, al contrario della prettamente carnivora E. orbicularis, inoltre non sono stati evidenziati casi di predazione alla piccola fauna simpatrica, pesci e pulli di ralli, di anatidi[6].[7]
Si stima che in Italia giungano circa 900.000 testuggini l'anno e l'abnorme diffusione degli esemplari, negli specchi, corsi d'acqua, finanche nelle fontane e laghi dei parchi pubblici è dovuta esclusivamente al continuo rilascio di esemplari adulti o subadulti[8] capaci di superare con un fase di letargo i rigori invernali, cosa non possibile per i giovani esemplari. Nelle varie zone climatiche italiane è stato osservato che le deposizioni di uova raramente portano alla schiusa e che gli esemplari sopravvivono solo in condizioni di semilibertà in ambienti lacustri protetti e nelle zone meridionali con inverni meno rigidi.[6][9][10]
La T. s. troostii è soggetta a tutti i fattori antropici negativi a cui è soggetta la E. orbicularis e la sua massiccia presenza è dovuta solo al continuo costante rilascio di svariate decine di migliaia di esemplari adulti e subadulti ben alimentati nella fase di allevamento domestico, cosa che fa superare la fase di riduzione naturale per predazione a cui sono sottoposti i giovani esemplari selvatici.
Analizzando tutti questi fattori è stato ipotizzato che senza questi continui rilasci questa specie sarebbe destinata a invadere tutti i corsi d'acqua dolce in Italia (dal centro al sud) in alcune decine di anni per la sua alta capacità di riprodursi e quindi sia da ritenere alloctona e dannosa per l'ambiente in quanto si nutre prevalentemente di uova e di piccoli di pesce.[11]
Galleria d'immagini
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Trachemys scripta troostii è spesso oggetto di campagne di adozione e sensibilizzazione sulle tartarughe palustri americane.
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Trachemys scripta troostii spesso vengono adottate da piccole e poi abbandonate una volta diventate adulte.
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Trachemys scripta troostii conduce vita tranquilla ed è un'abile nuotatrice.
Note
- ^ Ellin Beltz, 2006. Biographies of People Honored in the Herpetological Nomenclature of North America ebeltz.net
- ^ (EN) United States Geological Survey, Trachemys scripta troostii (Holbrook, 1836), su nas.er.usgs.gov, 7 agosto 2018. URL consultato il 10 agosto 2018.
- ^ 100 of the World's Worst Invasive Alien Species
- ^ Clark D.B. & Gibbons J.W. 1969. Dietary shift in the Turtle Pseudemys scripta (Schoepff) from youth to maturity. Copeia 4: 704-706.
- ^ Parmenter R.R. & Avery H.W. 1990. The feeding ecology of the Slider Turtle: pp. 257-266.In: Gibbons J.W. (Edit). Life History end Ecology of the Slider Turtle. Smithsonian Institution Press, Washington D.C.
- ^ a b Agosta F. & Parolini L. 1999. Autoecologia e rapporti sinecologici di popolazioni introdotte in Lombardia di Trachemys scripta elegans. Dati preliminari. In: “Atti 2º Congresso nazionale della Societas Herpetologica Italica (Praia a Mare, 1998)”. Riv. Idrobiol. 38 (1/2/3): 421-430.
- ^ Bruekers J. & Keijlen H. van der 1999. Trachemys scripta elegans in the Netherlands; a threat for Dutch flora and fauna? Nederlandse Schildpadden Vereniging (NSV), Dutch Turtle/Tortoise Society. <www.igr.nl/users/nsv/english/1.htm>
- ^ Ferri V. & Di Cerbo A.R. 2000. La Trachemys scripta elegans (Wied, 1839) negli ambienti umidi lombardi: inquinamento faunistico o problema ecologico? In: “Atti I Congr. naz. S.H.I. (Torino, 1996)”. Museo Regionale di Scienze Naturali, Torino: 803-808.
- ^ Ballasina D. 1995. Salviamo le tartarughe! Edagricole, Bologna
- ^ Luiselli L., Capula M., Capizzi D., Filippi E., Trujillo J.V. & Anibaldi C. 1997. Problems for conservation of Pond Turtles (Emys orbicularis) in Central Italy: is the introduced Red-Eared Turtle (Trachemys scripta) a serious threat? Chelonian Conservation and Biology 2 (3):417-419.
- ^ Convegno_Alloctoni 2002: 129-130 Archiviato il 28 ottobre 2007 in Internet Archive.
Voci correlate
Altri progetti
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- Wikispecies contiene informazioni su Trachemys scripta troostii

