Spike Lee
Shelton Jackson Lee soprannominato Spike (Atlanta, 20 marzo 1957) è un regista, sceneggiatore, attore produttore cinematografico statunitense. È inoltre insegnante di cinema alla New York University e un riconosciuto documentarista.
È considerato il più celebre regista afroamericano ed è famoso per i suoi film che trattano temi politici e sociali.
Biografia
Le origini
Spike Lee è nato ad Atlanta, in Georgia. La sua famiglia si spostò a New York, nel quartiere di Brooklyn, quando egli era molto giovane. Il padre, Bill Lee, è un bassista jazz e responsabile della musica di alcuni film di Spike.
Lee si diplomò nel 1975 e iniziò a frequentare il Morehouse College di Atlanta. In questo periodo scrisse la sua prima sceneggiatura, intitolata Black College: the Talented Tenth, che narra di una storia d'amore all'interno di un campus per soli neri. Al college conobbe Monty Ross, che diventerà il suo produttore di fiducia e il suo migliore amico.
Nel 1976 morì la madre, Jacquelin, per un cancro al fegato. Da quel momento la nonna materna divenne il punto di riferimento per Spike e i suoi fratelli.
Nel 1977 girò il suo primo cortometraggio, Last Hustle in Brooklin, che dura quaranta minuti e mostra le conseguenze del blackout avvenuto quell'estate a New York. Nel 1979 seguì uno stage alla Columbia Pictures, che lo convinse definitivamente a diventare regista, quindi si iscrisse alla NYU di Washington, dove insegnava tra gli altri Martin Scorsese. L'università era frequentata anche da Ernest Dickerson, oltre a Lee unico studente afroamericano, che diventerà il suo direttore della fotografia preferito, fino a quando diventerà esso stesso regista.
Nel 1980 Lee diresse il corto The Answer, una critica fortemente negativa di La nascita di una Nazione, di David W. Griffith, a causa dei suoi contenuti considerati da Lee razzisti. Il corto creò un'enorme polemica dentro l'università [1].
Nel 1981 diresse il corto Sarah, dedicato alla nonna, che fu anche produttrice. In questo corto apparve per la prima volta il logo della 40 Acres & A Mule Filmworks, società ancora non registrata che diventerà la casa di produzione del regista.
Il primo film
Nel 1982 diresse il suo primo lungometraggio: Joe's Bed-Stuy Barbershop: We Cut Heads fu la sua tesi di laurea. Quando il film venne presentato la stampa etichettò Lee come "giovane autore newyorkese d'origine afroamericana". Il film riscosse un gran successo di pubblico e i giornali fecero a gara per recensirlo [1]. Nel 1983 il film vinse l'Oscar come miglior film realizzato da uno studente di cinema, premio assegnato dall'Academy Motion Pictures and Sciences. In Europa il film fu presentato al Festival di Locarno.
Nel 1984 Lee riscrisse la sceneggiatura di The Messenger, già abbozzata ai tempi dell'università. La storia è quella di una famiglia interrazziale di Brooklin. Lee decise di girare il film nonostante avesse a disposizione pochi soldi. Scelse gli attori, tra cui Laurence Fishburne e mise di tasca sua 40.000 dollari. Dopo otto settimane di preproduzione però il progetto non venne finanziato, quindi il regista fu costretto ad abbandonarlo.
Lola Darling
Dopo il fallimento di The Messenger Lee si convinse che per andare avanti bisognava prodursi i film da soli, così nel 1984 fondò la 40 Acres & A Mule Filmworks, con l'obiettivo di entrare nel mercato cinematografico che conta, dirigendo film che narrassero storie di neri per i neri.
Lee produsse così Lola Darling, che si può considerare il suo vero esordio in un lungometraggio. Il film è una commedia sofisticata con scene sexy, e racconta di una ragazza afroamericana che si divide fra tre amanti. La pellicola fu girata in dodici giorni, in bianco e nero, con un budget di 175.000 dollari [1]. Del film Lee, oltre che regista, fu anche attore, produttore e montatore. Un film con una protagonista afroamericana a quei tempi era una novità quasi assoluta, dato che era stato preceduto solo da Il colore viola, diretto da Steven Spielberg e interpretato da Whoopi Goldberg. Lola Darling non ottenne un gran successo di critica negli Stati Uniti, ma il New York Times definì Spike Lee il Woody Allen nero. Il regista portò il film al Festival di Cannes, e ottenne il premio come miglior opera prima. Il film fu distribuito negli USA vietato ai minori di 14 anni e incassò in totale 8 milioni di dollari [1].
Aule turbolente e Fa' la cosa giusta
Dopo il successo di Lola Darling Lee ricevette molte proposte e diresse molti videoclip per artisti come Miles Davis, per cui diresse il video di Tutu nel 1986. Il regista partecipò anche al Saturday Night Live, dove ripropose il personaggio di Mars Blackmon, da lui interpretato in Lola Darling.
Lee decise di provare a realizzare una sceneggiatura scritta ai tempi del college, intitolata Homecoming e la riscrisse, ambientandola in un college per soli neri, con l'idea di farne un musical. Il film alla fine si intitolò Aule turbolente, ed uscì nel 1988. Il film è una sorta di Animal House afroamericano con numeri musicali, e Lee finalmente potè lavorare con Laurence Fishburne, già contattato per The Messenger. Il film venne finanziato dalla stessa casa di produzione che finanziò Lola Darling, ma Lee volle girare questo film con un budget più alto, quindi ebbe bisogno dell'appoggio di una major, così entrò in contatto con la Columbia Pictures, che produsse la pellicola. La critica non gradì in gran parte il film, che venne distribuito solo negli Stati Uniti, con scarsa promozione. In Europa uscì solo in videocassetta. Nonostante ciò Aule Turbolente incassò 15 milioni di dollari, più di ogni altro film prodotto dalla Columbia quell'anno [1].
Nel 1989 il regista girò Fa' la cosa giusta, che lo consacrò definitivamente come autore. Il film riscosse un notevole successo di pubblico e di critica negli Stati Uniti, ma suscitò anche molte polemiche per i suoi contenuti ritenuti un inno alla rivolta dei ghetti [1]. Il film narra di un gruppo di personaggi di differenti razze che abitano a Brooklyn ed entrano a poco a poco in collisione tra di loro.
Il quotidiano Usa Today arrivò a definire Fa' la cosa giusta un gossip comunista, e altri quotidiani attribuirono alla visione della pellicola scontri razziali avvenuti precedentemente all'uscita del film [1]. Fa' la cosa giusta partecipò al XLII Festival di Cannes, ma venne escluso dal palmarès, tra molte polemiche. In Europa il film fu accolto molto bene dalla critica, che lo definì l'unico film schock del Festival [1]. Grazie a questo film il regista guadagnò una nomination all'Oscar come miglior sceneggiatura originale, ma non vinse.
Mò Better Blues, Jungle Fever e Malcolm X
Nel 1990 Lee diresse Mo' Better Blues, imperniato su un musicista afroamericano interpretato da Denzel Washington, che iniziò con questo film la sua collaborazione col regista. Il film venne girato interamente a New York, in dieci settimane. In Europa venne accolto freddamente dalla critica, mentre in Italia fu presentato alla Mostra del cinema di Venezia però senza la presenza del regista, ancora offeso per il trattamento subito a Cannes con Fà la cosa giusta [1].
L'anno dopo fu la volta di Jungle Fever, storia d'amore tra un uomo d'affari di colore (interpretato da Wesley Snipes) e una ragazza italoamericana dalle umili origini. Il film fu presentato al Festival di Cannes, dove Samuel L. Jackson vinse il premio come miglior attore non protagonista, e fu accolto dalle solite polemiche. Gli stessi afroamericani, per mano della Nation of Islam, criticarono il film accusandolo di denigrare la loro immagine mostrando stereotipi razzisti e sessuali. Lo stesso anno il padre di Spike, Bill, venne arrestato per spaccio di droga e il figlio lo ripudiò. Da quel momento la collaborazione tra i due finì [2].
Nel 1992 Spike riuscì finalmente a dirigere Malcolm X, film sul leader afroamericano, che attinge alla sua autobiografia. Il regista già nel 1987 aveva scritto sul suo diario di lavorazione di voler dirigere il film, che però doveva essere diretto da Norman Jewison. Lee iniziò una vera e propria battaglia personale contro Jewison, fino a farlo rinunciare al progetto, quindi iniziò un lungo braccio di ferro con la Warner Bros., che produsse il film, riguardo al budget e alla lunghezza. La Warner avrebbe voluto stanziare 18 milioni di dollari per 17 settimane di riprese, cifra che il regista ritenne di molto inferiore ai 45 milioni di dollari investiti per JFK - Un caso ancora aperto di Oliver Stone. Alla fine il film venne finanziato da molte celebrità afroamericane quali Michael Jordan, Tracy Chapman e Janet Jackson [1].
Lee riuscì anche ad avere il permesso per girare alla Mecca, primo regista occidentale ad esserci riuscito. Per far questo però il regista dovette assumere una troupe araba e si convertì all'Islam, dato che l'accesso alla Mecca è consentito solo ai musulmani [2]. Il film venne presentato al Festival di Berlino e fece guadagnare a Denzel Washington, che interpreta Malcolm X, una nomination all'Oscar come miglior attore protagonista. Alla fine del suo cammino il film però non incassò molto e non riuscì a ripagare i costi di produzione [1].
Crooklin, Clockers e Girl 6
Dopo Malcolm X Lee diresse Crooklyn, sicuramente il suo film più autobiografico, scritto insieme al fratello Cinque e alla sorella Joie. Il film è ambientato negli anni settanta e narra della vita di una famiglia afroamericana, raccontata dal punto di vista dei loro figli. Crooklin non ebbe molta visibilità sia negli Stati Uniti che in Europa. In Italia uscì solo per l'home video.
Nel 1995 Spike Lee ebbe l'occasione di lavorare col suo vecchio professore di università Martin Scorsese. Il regista italoamericano infatti produsse Clockers, duro atto d'accusa di Spike contro le droghe e l'uso delle armi. Scorsese doveva dirigere inizialmente questo film, ma quell'anno diresse anche Casinò, quindi propose il progetto a Lee, che accettò. Clockers venne presentato al Festival di Venezia, ma venne ignorato dalla giuria.
L'anno dopo Lee diresse una commedia, genere che non frequentava dai tempi di Lola Darling. Il film s'intitola Girl 6 - Sesso in linea e si occupa delle linee telefoniche erotiche. Protagonista è una ragazza afroamericana, interpretata dalla bella Theresa Randle, che non riesce più a distinguere la fantasia dalla realtà. Il film non venne gradito dalla stampa americana e venne presentato fuori concorso al Festival di Cannes, per volontà del regista.
Nel giugno dello stesso anno Lee annunciò che era costretto a rinunciare definitivamente a The Jackie Robinson Saga, un film che voleva realizzare da tempo, sulla biografia del primo giocatore professionista di baseball afroamericano [1].
Bus in viaggio, 4 Little Girls, He Got Game e S.O.S. Summer of Sam
Nel 1997 Lee diresse il suo film più politico, Bus in viaggio, che narra del viaggio in pullman di un gruppo di uomini afroamericani per recarsi alla Million Men March, la marcia di un milione di uomini afroamericani voluta dal reverendo Luis Farrakhan, leader della Nation of Islam. Il film è quasi tutto ambientato in un pullman e venne finanziato da molte personalità afroamericane.
Lo stesso anno Lee diresse il documentario 4 Little Girls, che rievoca il vergognoso incendio di una chiesa battista a causa di una bomba, avvenuto a Birmingham, in Alabama, nel settembre del 1963, che provocò la morte di quattro bambine afroamericane. Lee intervistò i sopravvissuti all'attentato, i parenti delle vittime e molte personalità afroamericane. Per questo documentario il regista ricevette una nomination all'Oscar.
L'anno successivo diresse He Got Game, interpretato ancora una volta da Denzel Washington, nel ruolo del padre di un giocatore di basket che per evitare la galera deve convincere il figlio a entrare in una squadra. Il film incassò otto milioni di dollari nei primi tre giorni di proiezione, facendo ricredere i giornalisti che parlavano di un autore in crisi [1].
Nel 1999 il regista diresse il suo primo film senza protagonisti afroamericani. S.O.S. Summer of Sam - Panico a New York narra infatti di un fatto realmente accaduto, vale a dire di una serie di delitti realizzati da un serial killer nell'estate del 1977 a New York. Il film è interpretato da John Leguizamo, Mira Sorvino e Adrien Brody, e fu presentato in anteprima alla Quinzane di Cannes. In totale incassò 22 milioni di dollari. I critici si divisero anche questa volta sul film, con opinioni che andavano dall'entusiasmo al tedio [1].
Bamboozled, La 25ª ora, Sucker Free City, Lei mi odia e Inside Man
Dopo questo film Lee diresse The Original Kings of Comedy, che documenta uno spettacolo teatrale, quindi tornò sul grande schermo con Bamboozled, progetto che aveva in mente da qualche anno. Il film narra di un dirigente afroamericano di una rete televisiva che inventa uno spettacolo che si rifà ai cosiddetti blackface, che erano dei film interpretati da attori bianchi truccati da neri. Il dirigente pensa sia una provocazione, invece lo spettacolo ottiene un enorme successo. Con questo film, girato in digitale, Lee critica duramente i peggiori stereotipi sugli afroamericani. Il film però venne accolto negativamente dalla stampa americana ed ebbe uno scarso successo di pubblico [2].
Il lavoro successivo del regista fu la ripresa di uno spettacolo teatrale intitolato The Huey P. Newton Story, quindi nel 2002 diresse La 25ª ora, che narra delle ultime ore di libertà di uno spacciatore interpretato da Edward Norton. Il film è tratto dall'omonimo romanzo di David Benioff, che scrisse anche la sceneggiatura, ma Lee aggiunse nel film dei chiari riferimenti alla strage dell'11 settembre 2001. La 25ª ora, infatti, fu il primo film a mostrare Ground Zero, la zona della strage. La critica si divise nuovamente sul film, ma la maggior parte lo considerò una delle migliori opere, se non la migliore, del regista [2].
Nel 2004 Lee diresse per la televisione l'episodio pilota di una serie intitolata Sucker Free City. Il progetto però non andò in porto e rimane solo un episodio di due ore, uscito in Italia in DVD. Lo stesso anno Lee diresse Lei mi odia, commedia che narra tra le altre cose di fecondazione artificiale. Il film ebbe uno scarso successo commerciale e la critica lo stroncò [2].
Nel 2005 Lee diresse un episodio del film collettivo All the Invisible Children. Il suo episodio s'intitola Jesus Children of America ed è la storia di una ragazzina sieropositiva. Il film venne proiettato in anteprima al Festival di Venezia e stavolta ottenne critiche positive [2].
Mentre Lee si trovava a Venezia nella città di New Orleans si abbattè l'Uragano Katrina, che provocò migliaia di vittime, per la maggior parte afroamericane. Su questa catastrofe naturale il regista diresse un documentario intitolato When The Leeve Broke: A Requiem in Four Acts.
Il film più recente di Lee è Inside Man, uscito nel 2006 e incentrato su una rapina in una banca. Tra gli interpreti torna nuovamente Denzel Washington, affiancato da Clive Owen e Jodie Foster. Inside Man venne accolto molto bene dalle critiche, sia americane che europee [2]. e incassò negli Stati Uniti 88 milioni di dollari rivelandosi il più grande successo del regista [3], che ha in cantiere il sequel.
Tra i progetti futuri del regista c'è una serie televisiva, intitolata M.O.N.Y., un thriller intitolato Selling Time, che dovrebbe essere interpretato da Tom Cruise, e un film su James Brown. Inoltre Lee ha annunciato che girerà la seconda parte del suo documentario sull'uragano Katrina e un film sull'apporto dei soldati afroamericani durante la Seconda guerra mondiale, da girare interamente in Italia, intitolato Miracle at St. Anna. Le riprese dovrebbero iniziare ad ottobre. [4]
Estetica e stile
Lo stile di Spike Lee si riconosce per il virtuosismo dei movimenti della macchina da presa, per un uso iperrealista della musica e della fotografia, e per un montaggio a volte sperimentale.
La scena più ricorrente nei suoi film è quella in cui il regista posiziona un attore o un'attrice sul carrello della macchina da presa e lo fa muovere, dando l'impressione di un movimento fluido e sognante.
Il regista ha più volte mischiato supporti come il digitale e il 16 mm, e per Crooklin ha girato la sequenza delle vacanze al sud della bambina protagonista, che va a trovare gli zii, non montando la lente anamorfizzante, quindi le immagini risultano allungate e danno lo stesso effetto fastidioso che prova la bambina in quei luoghi.
Un altro tratto distintivo del regista sono i titoli di testa, che sono dei veri e propri minifilm che anticipano le tematiche dei film. Ad esempio, Malcolm X si apre su una bandiera americana che prende lentamente fuoco, poi si passa a immagini di linciaggi e violenze contro gli afroamericani, fino al pestaggio di Rodney King, avvenuto nel 1991 per mano di alcuni poliziotti, mentre Bus in viaggio si apre con un uomo di colore in catene, come gli schiavi africani.
La 40 Acres & A Mule Filmworks
La 40 Acres & A Mule Filmworks è la casa di produzione di Spike Lee. Il nome deriva dai 40 acri e un mulo che vennero promessi agli schiavi africani liberati negli USA nel 1865, promessa mai mantenuta. Il regista dichiara nella sua autobiografia: "Sono stati ben pochi gli schiavi affrancati ad ottenere davvero i quaranta acri e il mulo che gli erano stati promessi... quindi il nome che ho scelto per la mia casa di produzione è il simbolo di una promessa non mantenuta" [2].
La 40 Acres & A Mule non è solo una casa di produzione cinematografica, ma una vera e propria impresa commerciale: essa produce anche videoclip, spot pubblicitari, musica e libri.
D'altronde Spike Lee ha un grandissimo fiuto per gli affari: ha infatti aperto molti negozi, chiamati Spike Lee's Joint ed è testimonial di molti prodotti dedicati alla comunità afroamericana, come scarpe, succhi di frutta e cultura.
Critiche
Spike Lee è spesso stato oggetto di critiche, anche da parte degli afroamericani, per una presunta grossolanità nel ritrarre le altre minoranze americane.
Famosa la sua polemica con Quentin Tarantino, accusato dal regista afroamericano di usare troppo spesso la parola nigger (negro) nei suoi film. Lee ha raccontato alla rivista Variety che aveva chiesto l'aiuto di Denzel Washington, per frenare Tarantino. Poi uscì Jackie Brown, in cui la parola incriminata viene ripetuta 38 volte, e Lee sbottò: "Cosa vuole Tarantino: diventare un nero onorario?". In difesa di Tarantino intervenne l'attore afroamericano Samuel L. Jackson. Comunque Lee e Tarantino hanno lavorato insieme in Girl 6 - Sesso in linea. Lee in veste di regista e attore, Tarantino in un cameo, nel ruolo di se stesso.
Il regista non ama molto la blaxploitation, i film degli anni settanta girati per la maggior parte da registi bianchi, per un pubblico di colore. Il regista ritiene questi film un inno alle droghe e alla prostituzione. Comunque ha omaggiato questi film in Girl 6 - Sesso in linea, dove la protagonista in una scena immagina di interpretare un film di questo genere.
Curiosità
- Spike Lee è sposato con l'attrice e produttrice Tonia Linette Lewis e ha due figli, Satchel e Jackson.
- Nei titoli, i suoi film vengono sempre definiti A Spike Lee Joint.
- Spike Lee ha diretto molti videoclip, per cantanti come Tracy Chapman, Stevie Wonder, Prince, Michael Jackson, Eros Ramazzotti, e gruppi come i Public Enemy.
- Nel 2003 a Parigi, Lee ha ricevuto un Premio César alla carriera.
- Lo stesso anno Lee ha citato in giudizio la rete televisiva Spike TV sostenendo che stavano sfruttando il suo nome. La causa si chiuse in via extra-giudiziale [2].
- Lee è apparso anche nel documentario Hoop Dreams, tenendo una lezione a un gruppo di giovani afroamericani su come ottenere di essere sponsorizzati dai college per il loro talento nella pallacanestro.
- Lee è famoso anche per aver diretto una serie di spot pubblicitari della Nike, con protagonista l'amico Michael Jordan, che aiutarono a rendere Jordan un personaggio pubblicitario di grande successo. In diversi di questi spot, Lee recita anche la parte del suo alter ego Mars Blackmon, un personaggio che creò per Lola Darling.
- Lee ha ricevuto minacce di morte, presumibilmente dalla Nation of Islam a causa del suo film Malcolm X. Le minacce gli consigliavano di togliere le scene nelle quali la Nation of Islam è ritratta complottare l'omicidio del leader afroamericano.
- Lee è un tifoso conosciuto e visibile della squadra di basket dei New York Knicks, team della NBA, sua squadra del cuore fin dall'infanzia.
- Gli interessi sportivi di Lee non sono limitati alla pallacanestro. Nel 2005 si è abbonato all'Inter. Ha anche dichiarato pubblicamente la sua simpatia per l'Arsenal di Londra.
- Nel 2005 il regista ha pubblicato la sua autobiografia, intitolata Questa è la mia storia e non ne cambio una virgola.
- Il fratello e la sorella di Spike, Cinque e Jolie, sono entrambi attori e hanno interpretato insieme il film Coffee and Cigarettes, diretto da Jim Jarmusch. Il cugino Malcolm, invece è un regista.
Note
- ^ a b c d e f g h i j k l m n . Fernanda Moneta Spike Lee. Milano, Il Castoro Cinema, 1998.
- ^ a b c d e f g h i . Spike Lee, Kaleem Aftab Questa è la mia storia e non ne cambio una virgola. Milano, Kowalski editore, 2005.
- ^ (EN) Scheda su Boxofficemojo.com
- ^ Film TV, anno 15, n. 24, 17-23 giugno 2007.
Filmografia
Regista
- Last Hustle in Brooklyn (1977) (cortometraggio)
- The Answer (1980) (cortometraggio)
- Sarah (1981) (cortometraggio)
- Joe's Bed-Stuy Barbershop: We Cut Heads (1982) (saggio finale alla New York University)
- Lola Darling (She's Gotta Have It) (1986)
- Aule turbolente (School Daze) (1988)
- Fa' la cosa giusta (Do the Right Thing) (1989)
- Mo' Better Blues (1990)
- Jungle Fever (1991)
- Malcolm X (1992)
- Crooklyn (1994)
- Clockers (1995)
- Girl 6: sesso in linea (Girl 6) (1996)
- Bus in viaggio (Get on the Bus) (1996)
- 4 Little Girls (1997) (documentario)
- He Got Game (1998)
- Summer of Sam - Panico a New York (Summer of Sam) (1999)
- The Original Kings of Comedy (2000) (spettacolo teatrale)
- Bamboozled (2000)
- A Huey P. Newton Story (2001) (spettacolo teatrale)
- Jim Brown All American (2002) (documentario)
- Ten Minutes Older: The Trumpet (2002) (episodio: We Wuz Robbed)
- La 25ª ora (The 25th Hour) (2002)
- Lei mi odia (She Hate Me) (2004)
- Sucker Free City (2004) (film TV)
- The Miracle Boys (serie TV)
- All the Invisible Children (2005) (episodio: Jesus Children of America)
- When The Levee Broke: A Requiem in four acts (2005) (documentario)
- Inside Man (2006)
- Shark (2006) (serie TV)
- Selling Time (in pre-produzione)
- Inside Man 2 (2008) (annunciato)
- Miracle at St. Anna (2008) (annunciato)
Sceneggiatore
- Joe's Bed-Stuy Barbershop: We Cut Heads (1982)
- Lola Darling (She's Gotta Have It) (1986)
- Aule turbolente (School Daze) (1988)
- Fa' la cosa giusta (Do the Right Thing) (1989)
- Mo' Better Blues (1990)
- Jungle Fever (1991)
- Malcolm X (1992)
- Crooklyn (1994)
- Clockers (1995)
- He Got Game (1998)
- Summer of Sam - Panico a New York (Summer of Sam) (1999)
- Bamboozled (2000)
- Lei mi odia (She Hates Me) (2004)
- Selling Time (2007) (in pre-produzione)
Attore
- Lola Darling (She's Gotta Have It) (1986) (nel ruolo di Mars Blackmon)
- Aule turbolente (School Daze) (1988) (Mezza Pinta)
- Fa' la cosa giusta (Do the Right Thing) (1989) (Mookie)
- Mo' Better Blues (1990) (Giant)
- Jungle Fever (1991) (Cyrus)
- Malcolm X (1992) (Shorty)
- Crooklyn (1994) (Snuffy)
- Clockers (1995) (Chucky)
- Girl 6: sesso in linea (Girl 6) (1996) (Jimmy)
- Summer of Sam - Panico a New York (Summer of Sam) (1999) (John Jeffries)
- 3 A.M. (2001) (regista)
Bibliografia
- Fernanda Moneta, Spike Lee, Il Castoro Cinema, 1998, ISBN 88-8033-110-8;
- Spike Lee (con la collaborazione di Kaleem Aftab), Questa è la mia storia e non ne cambio una virgola, Kowalski editore, 2005, ISBN 88-7496-709-8;
- Giona A. Nazzaro (a cura di), Spike Lee: tutti i colori del cinema, Stefano Sorbini Editore, 1996, ISBN 88-86883-02-1.