Blepharispermum DC., 1834 è un genere di piante angiosperme dicotiledoni della famiglia delle Asteraceae, sottofamiglia Asteroideae, tribù Athroismeae e sottotribù Athroismeae.[1][2][3]

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Blepharispermum
Blepharispermum petiolare
Classificazione APG IV
DominioEukaryota
RegnoPlantae
(clade)Angiosperme
(clade)Mesangiosperme
(clade)Eudicotiledoni
(clade)Eudicotiledoni centrali
(clade)Superasteridi
(clade)Asteridi
(clade)Euasteridi
(clade)Campanulidi
OrdineAsterales
FamigliaAsteraceae
SottofamigliaAsteroideae
TribùAthroismeae
SottotribùAthroisminae
Genere Blepharispermum
DC., 1834
Classificazione Cronquist
DominioEukaryota
RegnoPlantae
DivisioneMagnoliophyta
ClasseMagnoliopsida
SottoclasseAsteridae
OrdineAsterales
FamigliaAsteraceae
SottofamigliaAsteroideae
Genere Blepharispermum
Specie
(Vedi testo)

Etimologia

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Il nome del genere è formato da due parole greche "blepharon" (= palpebra o ciglio) e "-sperma" suffisso che si riferisce ai semi.[4][5]

Il nome scientifico del genere è stato definito dal botanico Augustin Pyramus de Candolle (1778-1841) nella pubblicazione " Contributions to the Botany of India" ( Contr. Bot. India [Wight] 11) del 1834.[6]

Descrizione

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Il portamento
Blepharispermum hirtum

Portamento. Le piante di questo genere hanno un ciclo biologico perenne con un habitus arbustivo o simile a piccoli alberi. A volte sono rampicanti.[7][8][9][10][11][12]

Fusto. La parte aerea in genere è eretta, semplice o ramosa.

Foglie. Le foglie lungo il caule sono disposte in modo alterno e brachiblasto (rami con foglie fittissime e fascicolate). Sono sessili e talvolta picciolate con spine basali. La lamina ha un contorno da ovato a obovato, raramente spatolato. I bordi sono interi o seghettati.

Infiorescenza. Le infiorescenze (sinflorescenze) sono formate da capolini eterogami riuniti a formare dense infiorescenze compatte (glomeruli). Ogni glomerulo è formato da molti capolini e solitamente sotteso da brattee. I capolini possono essere sessili o peduncolati di tipo discoiforme; è composto da un involucro, con forme da campanulate (o globose) o emisferiche, formato da diverse brattee, al cui interno un ricettacolo fa da base ai fiori di due tipi: raggio (non sempre presenti) e disco. Le brattee, piatte, a consistenza erbacea con dimensioni più o meno uguali oppure graduate con differenti lunghezze (disposizione embricata) si trovano su più serie (da 1 a 4). Il ricettacolo è convesso o conico (in qualche specie può essere globoso o sub-globoso) con pagliette a protezione della base dei fiori.

Fiori. I fiori sono tetra-ciclici (formati cioè da 4 verticilli: calicecorollaandroceogineceo) e pentameri (calice e corolla formati da 5 elementi). I fiori del disco sono funzionalmente maschili. I fiori del raggio sono femminili, qualche volta con androceo. I fiori sono tutti attinomorfi, raramente sono zigomorfi. Quelli solamente femminili sono pochi (2) con corolle tubolari; quelli ermafroditi sono da 2 a 4 con corolle campanulate.

*/x K  , [C (5), A (5)], G 2 (infero), achenio [13]
  • fiori del raggio: la forma della corolla alla base è più o meno tubulosa-imbutiforme, mentre all'apice è ligulata; la ligula può terminare con alcuni denti; i colori sono grigio-bianco, crema o giallo-bianco;
  • fiori del disco: la forma è tubulare bruscamente divaricata in 4-5 lobi; i lobi, patenti o eretti, hanno una forma deltata o più o meno lanceolata; i colori sono grigio-bianco, crema o giallo-bianco.
  • Androceo: l'androceo è formato da 5 stami sorretti da filamenti generalmente liberi; gli stami sono connati e formano un manicotto circondante lo stilo; le teche (produttrici del polline) alla base sono troncate, non sono speronate o hanno una coda. Il tessuto endoteciale (rivestimento interno dell'antera) è quasi sempre polarizzato (con due superfici distinte: una verso l'esterno e una verso l'interno). Il polline è sferico con un diametro medio di circa 25 micron; è tricolporato (con tre aperture sia di tipo a fessura che tipo isodiametrica o poro) ed è echinato (con punte sporgenti).
  • Gineceo: l'ovario è infero uniloculare formato da 2 carpelli. Lo stilo, il recettore del polline è indiviso e filiforme; possiede delle linee stigmatiche marginali separate o contigue. I due bracci dello stilo (se è bifido) hanno una forma da lanceolata a deltoide e possono essere papillosi o ricoperti da ciuffi di peli.

Frutti. II frutti sono degli acheni con pappo squamoso. La forma dell'achenio è sub-affusolata da ellittica a conica (a volte a sezione triangolare), con coste longitudinali, epidermide senza cristalli e margini ciliati. Il pappo dei fiori femminili è formato da 2-15 scaglie di uguale lunghezza; il pappo dei fiori funzionalmente maschili è formato da una coroncina di libere scaglie irregolari.

Biologia

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Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama tramite farfalle diurne e notturne).[8][9]
Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
Dispersione: i semi (gli acheni) cadendo a terra sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria). In questo tipo di piante avviene anche un altro tipo di dispersione: zoocoria. Infatti gli uncini delle brattee dell'involucro (se presenti) si agganciano ai peli degli animali di passaggio disperdendo così anche su lunghe distanze i semi della pianta. Inoltre per merito del pappo (se presente) il vento può trasportare i semi anche a distanza di alcuni chilometri (disseminazione anemocora).

Distribuzione e habitat

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Le specie di questo genere sono distribuite in zone tropicali dell'Africa e dell'Asia.[2]

Sistematica

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La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[14], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[15] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[16]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie; la sottofamiglia Asteroideae è una di queste e rappresenta l'evoluzione più recente di tutta la famiglia.[1][10][11]

Filogenesi

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Il gruppo di questa voce è descritto nella sottotribù Athroisminae (tribù Athroismeae). La tribù Athroismeae, una delle 21 tribù della sottofamiglia Asteroideae, fa parte del supergruppo (o sottofamiglia) "Asteroideae grade"; l'altro è il supergruppo "Non-Asteroideae". [10] In base alle ultime ricerche nella tribù sono stati individuate 5 sottotribù. La sottotribù Athroisminae si trova, da un punto di vista filogenetico, in posizione "basale" , ossia è stato il primo gruppo a separarsi dal resto della tribù.[3]La sottotribù è caratterizzata da capolini raccolti in compatti glomeruli e da acheni neri (carbonizzati) e obcompressi.[11]

Nell'ambito della sottotribù il genere di questa voce si trova in posizione "basale" e con il resto della sottotribù forma un "gruppo fratello".[3]

I caratteri distintivi del genere sono:[11]

  • i fiori con corolle campanulate sono funzionalmente maschili;
  • lo stilo è filiforme.

Elenco delle specie

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Questo genere ha 15 specie:[2]

  1. ^ a b (EN) The Angiosperm Phylogeny Group, An update of the Angiosperm Phylogeny Group classification for the ordines and families of flowering plants: APG IV, in Botanical Journal of the Linnean Society, vol. 181, n. 1, 2016, pp. 1–20.
  2. ^ a b c World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW.
  3. ^ a b c Bengtson et al. 2025
  4. ^ Botanical names, su calflora.net. URL consultato il 9 giugno 2025.
  5. ^ Botanical names, su calflora.net. URL consultato il 9 giugno 2025.
  6. ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 9 giugno 2025.
  7. ^ Pignatti 1982, vol.3 pag.1
  8. ^ a b Strasburger 2007, pag. 860
  9. ^ a b Judd 2007, pag.517
  10. ^ a b c Funk & Susanna 2009, p. 681.
  11. ^ a b c d Kadereit & Jeffrey 2007, p. 398.
  12. ^ JSTOR Global Plants, su plants.jstor.org, p. Blepharispermum. URL consultato il 9 giugno 2025.
  13. ^ Judd-Campbell-Kellogg-Stevens-Donoghue, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, p. 520, ISBN 978-88-299-1824-9.
  14. ^ Judd 2007, pag. 520.
  15. ^ Strasburger 2007, pag. 858.
  16. ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 18 aprile 2021.

Bibliografia

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Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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